By Anne Burton | ottobre 27, 2016 - 5:59 pm - Posted in Ottobre 2072
IN LOVING MEMORY

Non è in questo modo o per una ragione simile che avrei voluto affacciarmi di nuovo tra le pagine de La Voce, ma allo stesso tempo mi sento onorato per esser stato chiamato in causa per ricordare Caterina Bragagni non solo per le sue imprese sportive, ma anche per la straordinaria donna che ha dimostrato di essere sin dal primo giorno in cui è arrivata nel Campionato di Lega Britannico-Irlandese fino all'ultimo quando, quest'estate, in lei è maturata la decisione forse più ardua della sua carriera: lasciare il Quidditch.

Caterina Bragagni non ha mai avuto un partner – nessuno che le sia mai stato affiancato, perlomeno – né una vera e propria famiglia al di fuori dei suoi allenamenti e del Quidditch, unico vero amore di un'esistenza che ha incrociato i cieli del Regno Unito sin da giovanissima età. Catapults, Tornados ed infine le Vespe, a Wimbourne, questa sono state le realtà con cui la Bragagni si è confrontata. Questi gli ambienti che, ne sono certo, di lei conserveranno sempre il ricordo di leader silenzioso da indiscusso capitano anche quando non ha avuto tale ruolo. Questo, infine, è ciò che ha reso alla nazionale italiana una guida con la "G" maiuscola, in grado di puntellare la storia della sua nazione di successi e vittorie, almeno sin quando la Bragagni ne ha fatto parte.
Due sorelle ed un fratello che frequenta ancora la Scuola di Magia al momento si stringono attorno al dolore dei genitori di una giocatrice professionista che non verrà mai ricordata solo per questo, ma anche per essere una persona gradevole, di buone maniere e per niente montata, come accade talvolta a chi pratica questo sport e raggiunge un pizzico di fama. Caterina Bragagni no. La sua vita, non espansiva e restia agli eventi mondani, ci ha dato l'esempio più grande di concretezza e serietà in un ambiente che – come spesso ci viene insegnato dai fatti – può cambiare orizzonte nel giro di un battito di ciglia. Lei non l'ha mai fatto. Ciao, Caterina.

P. Noreal

Nel momento in cui ho saputo della sua morte ho deciso di stracciare in mille pezzi l'articolo qui di seguito perché mi sembrava poco rispettoso nei suoi confronti scrivere di quidditch – e di quanto Merida sia splendida e rara come il sole in questo uggioso ottobre – come se tutto fosse intriso di gioia e felicità, come se non fosse successo nullo. Perché, no, non è valido niente di tutto ciò, non per il sottoscritto almeno e sono sicuro neanche per gli amanti di questo sport che staranno leggendo queste righe. Mi sono detto "è giusto farlo?" tante di quelle volte che ormai lo scrivo anche nei compiti di storia della magia in contesti totalmente sbagliati. E' la dura vita dello scribacchino, avere un chiodo fisso poi non aiuta. Ho provato a fare il disfattista ed a pensare “se morissi tragicamente vorrei che non si parlasse del mondo della sfero-cronaca sportiva in segno di rispetto?” e la mia risposta è stata no. Se la passione è reale e forte può farmi solo piacere se si continua a trattarla in un certo modo ed a permettere agli altri di leggerla in maniera piacevole permettendo anche ai più inconsapevoli di approcciarsi a quest’arte per cui, boccini d’oro!, dedico il mio frizzante articolo sui Mondiali di Quidditch del 2072 in Tibet alla sua prematura scomparsa, che tutti possano apprezzare il suo ed il mio mondo anche un pelino di quanto lo abbiamo apprezzato e continueremo ad apprezzarlo, in questa vita o nell’altra.

Lo storico stadio Avalokiteśvara ha ospitato l’evento ma, indipendentemente dallo stadio, è necessario analizzare l’ambient in cui si svolgono i mondali. Il Tibet è situato su un altopiano di quasi 5000 metri, il più alto altopiano del mondo, per cui il clima non può che essere rigido e ventoso. Ringraziando Tosca sono state inventate le divise autoriscaldanti e gli incanti per il problema freddo e pioggia ma si sa che in volo è fondamentale il vento, il controllo di questo e la sua impeccabile conoscenza e da qui le nazioni con caratteristiche meteo più vicine a quelle del Tibet avranno vita facile. Oh, certo, non dimentichiamo l’ossigenazione. Più in alto si va più la quantità di ossigeno viene a mancare e non è qualcosa a cui il corpo dei normali giocatori – a meno che non si allenino sulle montagne di 5000 metri o non siano tibetani – è abituato, tendendo ad avere un freno nei riflessi ed in velocità. Tipo, io che guardando Merida sto a tre metri sopra il cielo, perdo l’equilibrio, non respiro bene, sono un bradipo…ed il mio corpo sta lì da anni ma ancora non si è abituato, figuriamoci dei giocatori che hanno determinate necessità, necessità di cui io al momento non dispongo purtroppo. Se posso essere sincero, però, spero di non abituarmi mai alle altitudini a cui solo lei sa portarmi, dovreste sperarlo tutti, fidatevi di me…le donne hanno poteri di cui, noi comuni mortali di sesso maschile, non siamo a completa conoscenza né lo saremo mai e tutto questo è eccezionale e strabiliante insieme, non credete anche voi? E poi mi si chiede perché siano la prima meraviglia del mondo.

Ho chiesto alla mia futura moglie e donna della mia vita il permesso per avere almeno dieci pagine sul giornale per parlare dei colpi di scena di questo mondiale, pluffa per pluffa, boccino per boccino, ma della sua risposta ho afferrato bene un grugnito, di questo ne sono sicuro, per cui lo prendo come un no. Quando le femmine grugniscono è un no sicuro, fatevelo dire da me. Detto ciò, se volete tutti i dettagli delle qualificazioni, non prendetevela con lei per la mancanza ma con me per non aver trovato il modo di riassumere in breve due mesi di partite. Gli uomini dovrebbero sempre trovare il modo per liberare le donne da ogni impiccio e da ogni colpa, d’altra parte. Ma torniamo a noi.

I continenti sono cinque ma non tutti gli stati possono prendere parte ai mondiali quindi all’interno di ogni continente è stata fatta una prima scrematura che ha visto classificarsi le seguenti nazionali:

AMERICA: Messico, Perù, Stati Uniti, Trinidad & Tobago, Argentina

ASIA: Tibet, Uzbekistan, Arabia Saudita, Cina, Israele (spareggio)

OCEANIA: Nuova Zelanda, Australia, Vanuatu (spareggio)

EUROPA: Inghilterra, Malta, Germania, Russia, Francia, Jugoslavia, Norden, Fiandre, Repubblica Baltica, Scozia (spareggio)

AFRICA: Lesotho, Congo, Etiopia (spareggio)

Ci sono due importanti considerazioni da fare per quanto scritto. La prima riguarda la qualificazione automatica della vincitrice dei mondiali dello scorso anno, ossia l’Inghilterra, e della nazione che ospita i mondiali in questo caso il Tibet. La seconda riguarda gli spareggi. Dalle nazionali ripescate con spareggio dell’Asia e dell’Oceania solo una potrà proseguire verso i vari gironi, idem per quelle ripescate dell’Europa e dell’Africa. Cosa è successo, quindi? Che si sono qualificate anche Vanuatu e Scozia; escono di scena l’Etiopia e l’Israele. A questo punto le varie nazionali (24) sono state suddivise in sei gironi da quattro squadre ciascuno. Dai punti ottenuti dalle sei partite è stata stilata una classifica e da questa le sfide degli ottavi di finali. Ogni partita vinta garantisce 2 punti in classifica, un pareggio 1 ed una sconfitta 0. Non sto qui a rompervi i boccini ed a fracassarvi i bolidi su come si sia giunti al tabellone qui di seguito, l’aritmanzia è troppo per me, non riuscirei a farvi capire una pluffa di niente ma…vi fidate del ganzo sottoscritto? Fidatevi, ecco.

Non posso raccontare e commentare ogni partita singolarmente altrimenti davvero non mi basterebbe lo spazio di tutto il giornale ma – Tosca sia lodata per queste emozioni – se dovessi parlarvi di una partita degli ottavi, nello specifico, che mi abbia lasciato qualcosa? Fiandre-Jugoslavia, senza alcun dubbio, e parlo di un lascito sportivo non indifferente. Siamo stati abituati in questi anni di quidditch scolastico ad avere – non sempre – delle partite che finissero con un punteggio di parità. Ebbene in queste fasi dei mondiali, dove chi fa il punteggio più basso viene eliminato, la parità non è concessa e si deve ovviare in qualche modo ad essa: la regola dell’Avada-Goal. Questa è stata la prima partita in assoluto in un mondiale in cui si è dovuto ricorrere a questa regola. In cosa consiste? Il primo che manda la pluffa a segno vince la partita ed accede di diritto ai quarti di finale. Questo comporta, naturalmente, un gioco di pluffa più rapido, dei passaggi più stretti mano-a-mano, una frenesia non indifferente in campo, un maggior rischio di falli tattici e non, la voglia di primeggiare che porta alle azioni più spettacolari di sempre. Sono felice di poter dire “c’ero anche io quella volta” perché non vi nascondo che l’emozione è stata non indifferente. E’ un gioco diverso, un momento magico, che porterò sempre con me.

Per i quarti, da bravo patriota, ho scelto Perù-Inghilterra. Non sono di parte ma chi non preferirebbe raccontare – e quindi leggere – della propria nazionale anziché di una estera? Sono consapevole di quanto la nostra sia una realtà multietnica, cosa che trovo straordinaria perché le donne straniere hanno un certo charme, ma il nostro è un giornale inglese e devo rispettarlo. Dicevo, Inghilterra-Perù. Se il Perù ha i propri Kneazle da pelare, l’Inghilterra non è da meno con la Coast e la Springall infortunate e quindi non presenti in campo. Abbiamo dovuto ripiegare sulla James – sì, quella che ultimamente ha clamorosamente annunciato di appendere la scopa al chiodo dopo che le è stata data una possibilità simile – e la Redding. Il gioco dei bolidi è stato determinante, con una strepitosa intesa Hargreaves-James, coppia famosa già ai tempi di Hogwarts, ed un carente controllo di mazza e bolidi da parte degli avversari. La James conquista il boccino ma…come conviverà con questo ricordo visto che mollerà di qui a poco? Vi terrò aggiornati, presto su queste pergamene.

Anche per la semifinale ho scelto una partita inglese, Russia-Inghilterra, non me ne vogliano i francesi ed i fiamminghi, ma assistere all’uscita della propria nazionale dai mondiali per un soffio non è affatto piacevole per chi, come me, ha il cuore inglese. Non fatevi ingannare dal mio colore di pelle, suvvia. Ho una cosa da dire però…Merlino è stato compassionevole con noi e ci ha fatto uscire di scena gareggiando con i neo-campioni, per cui tanto di cappello per la nostra nazionale. Quali sono stati i problemi di questa partita ed i motivi di tale sconfitta? Come dicevo all’inizio, il meteo. I russi con le loro rigide temperature e ventose giornate sono più affini e vicini al meteo tibetano per cui il loro corpo è abituato e più a proprio agio in quelle zone, differentemente agli inglesi che, sì, possiamo parlare di temperature rigide e vento ma mai quanto quelli del Tibet. Altro fattore a nostro sfavore è la mancanza della Coast, non perché la James non sia adatta, ma perché la squadra consolidata è quella composta da determinati componenti e quando uno di questi viene a mancare l’armonia va a fanpluffa, qualcosa stride fra le note dello spartito e non ci si può fare nulla. Ci sono i casi in cui si riesce ad andare avanti comunque, altri in cui la mancanza di questa armonia è determinante, in un senso o nell’altro. Altro fattore da considerare è anche la pressione, il fiato sul collo, per quella che – oltre a campionessa mondiale – è anche la potenza quidditchistica di sempre, pressione che scatena la famosa ansia da prestazione; se si riesce a superare questa con un’azione uguale e contraria si innesca quella bramosia di riuscire, di vincere ad ogni costo. Forse insieme alla Coast è mancata proprio questa. Infine, ma non per importanza, se l’Inghilterra si sentiva il fiato sul collo lo stesso non si poteva dire della Russia che, giocando senza pretese ed aspettative, è riuscita a non aver problemi di ansia da prestazione. Se a tutto ciò aggiungiamo il fattore “fortuna” di un boccino così vicino alla Vrhojansk a discapito della più lontana James capiremo il perché non ci sia stata proprio storia. A malincuore, cari tifosi, devo dirlo: l’Inghilterra esce dai mondiali. La Russia, in via del tutto inaspettata, si sfiderà contro le Fiandre per il titolo mondiale.

Ma non è finita qui per l’Inghilterra. Si dovrà, infatti, stabilire il terzo posto sul podio per cui anche questa volta si potranno sfidare le eterne rivali: Inghilterra e Francia. L’infortunio della Coast e della Springall sono solo un brutto ricordo di un fato forse non proprio benevolo nei confronti della nazionale inglese che comunque sembra brillare di luce propria durante questa partita. Sarà il ritorno delle due giocatrici in squadra con il dovuto equilibrio al seguito, sarà l’elettricità che si percepisce nell’aria, sarà l’amichevole rivalità sportiva fra la Glorbander, la James, la Olsen e Hargreaves, tutti ex-compagni di scuola ad Hogwarts quando il quidditch era puro spettacolo, non me ne vogliano i giocatori attuali. L’elettricità, come già detto, è stata la protagonista dell’intero match e probabilmente anche la causa dei tanti falli fatti e subiti – con rigori al seguito – e della frenesia del gioco che alla fine, dopo un reparto battitori degno di ogni lode, ha visto vincitrice la cercatrice inglese, splendidamente in forma dopo l’infortunio.

Ed infine, dulcis in fundo, la finalissima: Fiandre-Russia.
Qui di seguito le formazioni:

Fiandre: F. Roselare (C); J. Der Gurard, A. Vrauwdeunt; J. Van Der Sloot, S. Van Spaandonck, G. Cambuur; C. Korter.

Russia: D. Kolyvanova; S. Trokolovski (C), V. Shishkova; I. Nevskij, V. Sycev, F. Krakoff; J. Vrhojansk.

Se la finale Francia-Inglese era la più pronosticata di certo non si può dire lo stesso per il posto in finalissima delle due finaliste. Le Fiandre hanno faticato e si sono trascinate sul podio mentre sulla Russia nessuno avrebbe mai puntato uno zellino, sebbene durante tutto il mondiale abbia dato dimostrazione di quanto valesse. E non per diceria. Le calunnie non tardano ad arrivare, forse proprio per questo, dove il capitano delle Fiandre accusa i russi che forse hanno fatto uso di fortuna liquida ed il capitano russo risponde celermente accusando il rivale di aver alzato un po’ troppo il gomito e di non poter scendere in campo. Calunnie e tensione a parte non dobbiamo dimenticare cosa ci sia in ballo e quanto sia stata una sfida dopo l’altra affermarsi a gran voce in campo dinnanzi a potenze del quidditch come la Francia, l’Inghilterra e la Germania. Se il gioco di pluffa è pressoché equivalente in entrambe le squadre durante i circa 120 minuti di gioco lo stesso non si può dire per quello dei bolidi dove la cercatrice fiamminga è praticamente tormentata dai bolidi russi, non concedendole neanche un attimo di respiro. Sarà proprio questo il motivo della disfatta fiamminga, la stanchezza della cercatrice che, essendo per altro appena rientrata dall’infortunio, deve fare i conti con i bolidi avversari ma anche con l’instancabile pressing della cercatrice avversaria che, a conti fatti, ha vita facile. Spesso durante le partite di quidditch si tende a pensare ed ad affermare che il boccino d’oro dia in automatico la vittoria…non è così, altrimenti non si giocherebbe in sette e la performance dell’eccellente portiere russa concede ai russi quel vantaggio nel punteggio che non serve solo ad avere più punti sul tabellone ma è motivazionale per la squadra e per i tifosi tutti che con i loro incoraggiamenti ed il loro tifo infervorano i giocatori e li spronano a dare il meglio. Ed è quello che succede. Ennesimo bolide sulla cercatrice fiamminga, non può far nulla per evitare che l’avversaria stringa fra le mani la sfera dorata decretando la vittoria della Russia che, contro ogni aspettativa, è campione del mondo di Quidditch.

Mi sono permesso di elencare più e più volte i punti di forza di questa Russia ai mondiali di Tibet ’72 – il gioco di squadra, l’ambient favorevole, la voglia di vincere, la mancanza di ansia da prestazione, la fisicità – per cui mi chiedo…sta forse cambiando l’assetto della squadra campione mondiale, come i giornali si sono premurati di appuntare all’alba della vittoria della Russia o c’è dell’altro? Secondo il mio personalissimo parere non c’è un assetto di squadra vincente, le variabili in uno sport come il quidditch sono infinite e fra queste rientra inevitabilmente l’ambient in cui si svolgono le partite ed anche – non nascondiamoci dietro un asticello – il fattore Welkentosk che, magari, stavolta ha visto preferire la Russia. Fortuna liquida, raccomandazioni, bari…non cerchiamo necessariamente il capro espiatorio che giustifichi la vittoria di una squadra diversa dalla nostra nazionale, prendiamo atto della cosa ed analizziamo i pro ed i contro, preparandoci ai prossimi mondiali che sono dietro l’angolo più di quanto pensiamo.

Michael McCohen. Quintino tassorosso, scozzese, amante della vita in tutte le sue forme e misure ma soprattutto delle donne, dalle più piccole alle più grandi senza distinzione alcuna. Ritiene che siano la forza che permette al mondo di ruotare nel verso giusto e niente gli potrà mai far cambiare idea. La sua preferita, però, resterà Merida alla quale lascia tutti i giorni, sulla sua scrivania della Redazione, fiori freschi e cioccolatini ogni venerdì pomeriggio alle 17. Ama le materie teoriche che tutti considerano "out" come astronomia, storia della magia ma soprattutto divinazione. Non gli piace l'idea di usare la bacchetta – come dice a tutti – ma nessuno sa che il motivo di questo, in realtà, è il suo essere magonò. È convinto di avere il terzo occhio ma che il suo sia specializzato nel mondo dello sport ed in nient'altro…un <i>occhio particolare</i>, in tutti i sensi. Non conosce la sua madre biologica ma i suoi genitori adottivi non gli hanno mai fatto sentire questa mancanza. Vuole diventare un giornalista sportivo anche se il suo sogno più grande è fare il magi-cronista delle partite di quidditch.
By Anne Burton | ottobre 26, 2016 - 10:38 am - Posted in Ottobre 2072

Immagino che al Quartier Generale degli Auror ormai fischino le orecchie da un pezzo, ogni volta che un Merlock Holmes dell'ultimo minuto se ne esce con la stupeficiata di turno; do quindi per assodato – soprattutto ora che mio cugino Robert McReady ha intrapreso una simile carriera – che al Ministero della Magia siano ormai abituati all'ondata di polemiche scaturita dall'ennesimo fatto di cronaca che, per i più fini di cervello – nel senso che ne possiedono uno di spessore davvero infinitesimo – rappresenta l'ennesima occasione per cercare di gettare Puzzalinfa su chi quotidianamente si danna l'anima per la salvaguardia di noi stessi e di coloro che ci stanno a cuore.
Mi è bastato leggere le ultime sparate di parte della stampa che non fa Hevenge di cognome – la stessa che tanto aveva a cuore le mer…avigliose trovate dell'ex Ministro Humphrey – per decidere di aggiungere un articolo al giornale in uscita e provare a fare il punto della situazione, analizzando quel che, soprattutto nell'ultimo periodo, viene contestato al Secondo Livello del Ministero: c'è qualcosa che può accomunare i casi attualmente irrisolti?
La deduzione – se così la si vuol chiamare – è del tutto priva di fondamento, non serve che sia io a specificarlo, soprattutto in virtù del fatto che noi esponenti della Comunità Magica non sappiamo un'Ape Frizzola di quelle che sono a) le prove e b) le indagini che gli Auror – coadiuvati o meno che siano dalla Lega per la Difesa Contro le Arti Oscure – stanno portando avanti, anche se ci permettiamo comunque di puntare il Lumos su questo o quell'altro esponente delle Forze dell'Ordine Magico. Ci sono stati dei morti – è sotto gli occhi di tutti – gli ex insegnanti di Hogwarts Baker e James attendono ancora giustizia – altra ovvietà – così come si aspetta ancora che il famoso Mannaro identificato a Dufftown vada a godersi il periodo di villeggiatura ad Azkaban, ma questo non significa che abbiamo a che fare con degli incompetenti, altrimenti ci sarebbero ancora gli Sciacalli ed Humphrey non avrebbe avuto quel che merita, spero sia una considerazione altrettanto oggettiva e condivisa.
Ciò che ha fatto scalpore – da scribacchina e non solo, me ne rendo conto – è forse la scenicità attorno all'ennesimo fatto di cronaca, lo stesso che ha sollevato l'ultima ondata di polemiche, o il nome di un'altra vittima, stavolta all'interno del mondo legato al Quidditch: il cadavere di Caterina Bragagni è stato infatti rinvenuto all'interno della statua a forma di coppa presente al gala di beneficenza organizzato dalla Lega Britannico-Irlandese di Quidditch e questo, al di là della triste notizia, non può che far avanzare ulteriori polemiche verso il Ministero della Magia.
Non spetta a me fare un mero elenco delle imprese sportive della Bragagni né è compito mio – o nostro – addentrarci nella vita personale della giocatrice professionista. Allo stesso modo, tuttavia, non spetta a noi neppure avanzare ipotesi più o meno campate in aria sulla presenza di una figurina delle Cioccorane sistemata tra le mani della strega o sul fatto che le sia stata mozzata la lingua – peraltro non ritrovata – sistemando al suo posto una copia farlocca di un boccino.
E invece è proprio quello che è successo, quando ancora non era passata che qualche ora dal macabro ritrovamento. I lettori di libri gialli, i complottisti onnipresenti e persino i lettori compulsivi di necrologi, sono scesi in campo armati di romanzi e polemiche, come al solito. Ad essere oggetto dell'attenzione, a questo giro, l'ultimo libro di Agatha Wickham – che personalmente non ho letto – in cui, a quanto pare, vengono lasciate delle figurine di Cioccorana accanto ai cadaveri con cui un serial killer si diverte a sfidare l'Auror di turno. Vi lascio immaginare, dunque, come l'omicidio di Caterina Bragagni sia diventato l'emblema di un caso ben più grande, agli occhi di questi illuminati da un Fulmen, inserendo nel calderone anche i casi che vi ho elencato in precedenza, compresa l'evasione di Novomir Stoker, il furto subito tempo fa da Mielandia o la trollagine di Oengus MacTavish per cui, al pari degli altri avvenimenti indicati, non è ancora stata trovata un'effettiva spiegazione.
Io non lo so, cosa è effettivamente successo a Londra, così come non ho idea di quel che gli Humphreiani dell'ultima ora vorrebbero, se effettivamente fosse certo che il Festival dell'Uguaglianza sia stato boicottato da queste persone. Io non so quasi niente, esattamente come la quasi totalità di quelli che parlano. E parlano. E parlano. O in alternativa scrivono, che forse è anche peggio. La Comunità Magica ha dei problemi, nessuno lo nega, nessuno si sta nascondendo dietro un Asticello. Ma da qui a comportarci come la parte di Confederazione Internazionale che tanto abbiamo criticato a suo tempo, ce ne passa.
Lasciamo fare alle Forze dell'Ordine il loro lavoro, in sintesi, perché non è di certo il dito puntato contro da mezza Comunità Magica che aiuta a risolvere i casi. O che riporterà indietro coloro che non ci sono più.

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il settimo anno e, come tiene a sottolineare, anche tutti i corsi extra che possono affinare la sua "non grazia" da sindacalista. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico, paragona spesso studenti e docenti a Creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla o quando, da Caporedattrice, dovrebbe dare il buon esempio. "Gli scozzesi non danno proprio niente" la sua eterna giustificazione in merito. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione annuale – per ammissione – sia quella di riuscire a farsi una fotografia con Laury e Darsel sebbene tanta grinzaficaggine sia difficile da contenere in un unico scatto. Fiera sostenitrice dell'abbandono delle Terre di Bleah, ogni occasione è buona per sottolineare come il Ministro della Magia abbia i mesi contati. Per l'esattezza sino a Luglio del 2073.
By Allen Hollowdale | ottobre 25, 2016 - 3:17 pm - Posted in Ottobre 2072

A metà ottobre una pergamena dai toni formali firmata dal professor Spooner in persona ci annunciava il ritorno del Torneo dei Duellanti. L'evento, che ha avuto subito moltissime adesioni, è stato già organizzato in passato anche dall'ahimé ex docente di Incantesimi Will Harrenhal.
Tanti se lo ricorderanno di sicuro, quel torneo! Categorie divise per anni e per livello di difficoltà, un po' come per il torneo dei pozionanti, e incontri singoli, aperti a tutti i curiosoni, i sostenitori e gli iettatori della Scuola, presieduti da una commissione formata, in quel caso, da Will più due esterni.
Mi ricordo che c'era un palco lungo e stretto, una pedana, e chi cadeva fuori era eliminato. L'arma preferita da molti partecipanti si era rivelata il Fùlmen, ma dopo alcune volte che gli spettatori e la giuria sono stati abbagliati da quell'incantesimo, lo stesso è stato bandito così come altri non ritenuti appropriati dall'organizzazione.
Si trattava quindi di un evento regolato e controllato al quale il sottoscritto ha partecipato e, ad essere onesti, non vedevo proprio l'ora che si ripetesse! Buon tempismo, visto che è il mio ultimo anno, per Merlino. Ma meglio tardi che mai!

Bene, ora che vi siete fatti un'idea di quello di cui sto parlando, passiamo alle notizie fresche! L'altro giorno ho affrontato con coraggio e tenacia i corridoi che mi hanno condotto all'ufficio di Nihe Spooner, che è il principale organizzatore, aiutato da Colton e dalla Lega per la Difesa contro le Arti Oscure, per chiedere direttamente a lui qualche succulento dettaglio in più per il Torneo.
Innanzitutto è confermato che i primini non possano partecipare, lo stesso professore ha asserito che non può fare miracoli per loro e per la loro inesperienza, quindi è inutile che vi mettiate i tacchi per sembrare più grandi, tanto i professori vi smascherano!
E se c'è qualche fan del duello per come ce l'ha presentato l'anno scorso Hasar Mallory, resterà forse un po' deluso, visto che, da quanto ha ribadito l'organizzatore, sarà un duello che rispetterà le regole e le normative dei Tornei di Duello ufficiali.
I partecipanti verranno anche stavolta divisi per categorie che però Spooner non mi ha voluto rivelare. Dipenderanno dal numero di iscritti e saranno svelate a novembre. I primi del prossimo mese, quindi, si inizierà direttamente con i duelli che continueranno poi per tutto il mese di gennaio, sempre che nessun mezzo ibrido terrorista sostenitore di ex governi ed avvelenatore non voglia venire a farci visita! Non si sa mai… Comunque tornando al Torneo… prima, scontri ad eliminazione diretta e poi le finali, più complesse. E attenzione: avete avuto le lezioni di Incantesimi fino ad ottobre, per rodarvi. "Noi insegnanti di Incantesini vogliamo vedere se tutte le ore della nostra vita che passiamo in classe con voi teste di Bubotubero danno effettivamente un risultato soddisfacente oppure non servono a niente" ha affermato il docente. "Inoltre così è più facile sapere chi punire in classe perché non sa essere competitivo in fatto di incantesimi". Se non farete una buona figura al torneo, quindi, state pur certi che Spooner se lo ricorderà. È una minaccia che proviene direttamente dalle sue labbra e mi è sembrato un tipo che ci tiene a mettere in pratica le minacce, quindi… non mi resta che dire in bocca al Gramo a tutti! …E soprattutto a me!

Allen Hollowdale. Un Corvonero nella concorrenza. Mosca bianca, non solo per aver scelto la Voce di cui è vice o perché la deve sempre pensare diversamente dagli altri, ma anche più semplicemente perché è albino e quindi è proprio tecnicamente bianco. Ha l'hobby di fissare la gente in maniera insistente e inquietante, oltre che quello di stare sempre sui libri. Infatti si impegna al suo massimo per esser categorizzato secchione di prim'ordine e rune-nerd e porta sempre con sé qualche quaderno pieno di scritte e scarabocchi che solo lui sa interpretare. Pungente e creativo, lo potrete trovare in posti poco frequentati e improbabili, circondato da incantesimi ed esperimenti, sempre intento a leggere e imparare, tanto che molti si chiedono se non viva in un mondo tutto suo. Qualcuno giura di aver scorto una luce di pura malvagità nei suoi occhi, quando si appresta a battere i bolidi contro i poveri cercatori avversari.
By Allen Hollowdale | - 12:31 pm - Posted in Ottobre 2072

L'arte visiva ha da sempre accompagnato l'uomo, sia come rappresentazione delle fantasie interiori, sia con scopo celebrativo o commemorativo. Noi maghi abbiamo forse creato l'arte nell'arte, grazie a tecniche aritmantiche sempre più sofisticate e specializzate che ci permettono di intrappolare un frammento di identità nelle tele dei quadri.
Certo, si tratta di un frammento limitato, talvolta ampliato da un pattern comportamentale che dà la parvenza di vita propria e coscienza, ma a volte ci si dimentica di aver a che fare con oggetti, quando si conversa con i quadri. Chi di voi non ha mai ricevuto qualche insulto da Arthur Perwinkle mentre si dirigeva all'aula di Incantesimi? E chi non è stato sottilmente preso in giro dalla Signora Bugiarda al quinto piano? Si dice che i Presidi di Hogwarts abbiano uno stuolo di ex-Presidi appesi alle pareti, pronti a dare consigli, se interpellati. Se poi vi siete fatti una chiacchierata con Gleba Marquiesses vi sarete accorti che i quadri possono essere anche molto complessi e profondi, per essere frammenti di carattere. Io stesso ricordo con piacere le chiacchierate fatte con Alexander Pope, al club del Libro, quando c'era Niamh Davies ad organizzare le riunioni, prima ancora di Ivy Hevenge. Forse i Grifondoro potranno dire di saperne più di me (una volta tanto), visto che la loro Sala Comune è controllata da generazioni dalla Signora Grassa. Una bella responsabilità, insomma, per un dipinto.

Tutto sommato, interagiamo con i quadri con una tale abitudine e scioltezza che diventa difficile etichettarli come semplici oggetti, come quella signora del Kent che ha sposato un distinto nobiluomo settecentesco ritratto e appeso sul suo caminetto da più di 200 anni. Evitiamo di chiederci come svolgessero i loro doveri coniugali.

Tornando seri (perché anche se dall'introduzione non sembra, questo articolo è una cosa seria), si possono etichettare tutti questi esempi come arte celebrativa o commemorativa. Un compromesso semplice e non pretenzioso per una parvenza di immortalità. Ma cosa succede quando il pittore tira fuori la sua fantasia? Finché dipinge nature morte, niente di che, direi. Al massimo il quadro viene rilegato nei sotterranei dei Tassorosso e qualche abitante di altre cornici ogni tanto scende a rubarsi un chicco d'uva.
Ma se questa volta il nostro pittore avesse raffigurato qualcosa di più oscuro e terribile, un mostro generato dal suo subconscio?

Lo scorso 10 ottobre un gruppetto di studenti è stato attirato in un oscuro corridoio da urla disperate. Una volta sul luogo, gli studenti non hanno trovato anima viva. Ma la Dama Triste era riversa sul pavimento della sua camera da letto anziché accanto alla finestra, in mezzo ad un lago di sangue dal colore rosso acceso. Sono andato personalmente a vederlo, scostando il lenzuolo con cui era stato coperto quel macello, prima che il quadro fosse fatto portare via qualche giorno fa. Il dettaglio più inquietante è che il suo corpo era dilaniato e smembrato, c'erano pezzi ovunque e qualcuno deve essere pure stato mangiato dal misterioso Mostro.
Poi, qualche giorno fa, la misteriosa creatura ha colpito di nuovo. Stavolta, invece che attaccare un quadro mezzo nascosto nei meandri del castello, la vittima è stata Emily Williamson, la lavandaia scorbutica in bella mostra nei sotterranei. Anche in questo caso, la povera donna è stata ritrovata in un lago di sangue rosso vivo, con tutti gli arti staccati a forza dal corpo e mezzo mangiati.
Uno spettacolo raccapricciante per Eliza McCollough, che se l'è ritrovato davanti. E anche se la prefetta accusa quella cara vipera di Anne Burton per l'accaduto, io mi tengo i miei forti dubbi. Lo scempio è stato rimosso un'oretta più tardi da Lachian, ma gli interrogativi restano, sempre più numerosi. Chi è il fautore di questi massacri? È pericoloso solo per i quadri o potrebbe esserlo pure per gli studenti? Vi ricordo che anni fa alcuni studenti rischiarono la vita proprio a causa di un quadro, chiedete a Isobel e Connor!
E… colpirà ancora? Direi che non potrebbe esserci prospettiva più inquietante, dato che si sta avvicinando Halloween.

Allen Hollowdale. Un Corvonero nella concorrenza. Mosca bianca, non solo per aver scelto la Voce di cui è vice o perché la deve sempre pensare diversamente dagli altri, ma anche più semplicemente perché è albino e quindi è proprio tecnicamente bianco. Ha l'hobby di fissare la gente in maniera insistente e inquietante, oltre che quello di stare sempre sui libri. Infatti si impegna al suo massimo per esser categorizzato secchione di prim'ordine e rune-nerd e porta sempre con sé qualche quaderno pieno di scritte e scarabocchi che solo lui sa interpretare. Pungente e creativo, lo potrete trovare in posti poco frequentati e improbabili, circondato da incantesimi ed esperimenti, sempre intento a leggere e imparare, tanto che molti si chiedono se non viva in un mondo tutto suo. Qualcuno giura di aver scorto una luce di pura malvagità nei suoi occhi, quando si appresta a battere i bolidi contro i poveri cercatori avversari.
By sebbie | ottobre 24, 2016 - 11:57 pm - Posted in Ottobre 2072

Mi sono sempre chiesta se per "Controeditoriale" si intenda un modo simpatico per scrivere un articolo che vada contro l'Editoriale del Caporedattore. Adesso dovrei forse sperimentarlo? Sicuro è che concordo in parte con quanto detto dalla McReady, perché sì, mi sono informata su quanto ha scritto e sul suo modo di vedere le cose. Secondo lei la parola d'ordine del mese è "cambiamento", secondo me è "immutabilità". Perché per quanto ci si possa indurre a cambiare, la cosa più importante da fare è cercare di restare se stessi, almeno un minimo.
Perché è un po' come dice mia madre, che il Crup nasce con due code: una gli viene tagliata e rappresenta la parte più intrinseca di noi, quella che nascondiamo agli altri, quella che è sempre lì, anche se invisibile; l'altra resta, si muove, visibile a tutto il mondo e rappresenta un po' come noi vogliamo farci vedere agli altri. O come siamo costretti a mostrarci, dato che il Crup non sceglie mica con quale tipo di coda nascere. Io penso che non si possa mai cambiare del tutto, perché quello che cambia è la coda non-tagliata: magari cambia il pelo o il modo in cui si muove nel corso degli anni. Perché la coda invisibile, la nostra vera essenza, quella non cambia mai veramente. Quella resta lì, immutata.
La votazione ha avuto un ottimo risultato: la Lloyd ha triofato e la nostra speranza è che tutto si aggiusti e migliori. Che "cambi" il mondo magico? Oh, no, il mondo magico non ha bisogno di cambiare! Il mondo magico è perfetto così, è solo che necessita di qualche spintarella di tanto in tanto. E per carità, forse mi prenderete per una visionaria o qualcosa del genere, per una che parla a vanvera perché ha soltanto tredici anni e tante altre belle parole, ma non importa, questo. Non importa perché è questo che conta, inevitabilmente. Cambiare non di certo per mutare completamente, ma per migliorarsi ed indursi ogni giorno a comportarsi in modo migliore del precedente. E' questa, forse, la vera magia. Sapersi prendere, guardare in uno specchio ed essere orgogliosi del fatto che il mio cambiamento non mi abbia portato ad essere una persona totalmente estranea alla precedente.
Anche per quanto riguarda la notte di Halloween: ognuno ci si veste secondo il proprio gusto personale, secondo quello che ci si sente di rappresentare, di mostrare agli altri. La coda visibile che viene agitata nell'aria acconciata diversamente. Poi, invece, dall'altro lato avremo la coda invisibile, quella tagliata che nella mente del Crup è sempre rimasta lì. Il Fantasma dentro di noi. E' proprio quella coda invisibile a portarci ad acconciare l'altra, non di certo il contrario.
Buon Halloween a tutti!

By Anne Burton | - 3:48 pm - Posted in Ottobre 2072

Controeditoriale

di Jacquelyn Pearse

Mi sono sempre chiesta se per "Controeditoriale" si intenda un modo simpatico per scrivere un articolo che vada contro l'Editoriale del Caporedattore. Adesso dovrei forse sperimentarlo? Sicuro è che concordo in parte con quanto detto dalla McReady perché sì, mi sono informata su quanto ha scritto e sul suo modo di vedere le cose. Secondo lei la parola d'ordine del mese è "cambiamento", secondo me è "immutabilità". Perché per quanto ci si possa indurre a cambiare, la cosa più importante da fare è cercare di restare se stessi, almeno un minimo.
Perché è un po' come dice mia madre, che il Crup nasce con due code: una gli viene tagliata e rappresenta la parte più intrinseca di noi, quella che nascondiamo agli altri, quella che è sempre lì, anche se invisibile; l'altra resta, si muove, visibile a tutto il mondo e rappresenta un po' come noi vogliamo farci vedere dagli altri. O come siamo costretti a mostrarci, dato che il Crup non sceglie mica con quale tipo di coda nascere. Io penso che non si possa mai cambiare del tutto, perché quello che cambia è la coda non-tagliata: magari cambia il pelo o il modo in cui si muove nel corso degli anni. Perché la coda invisibile, la nostra vera essenza, quella non cambia mai veramente. Quella resta lì, immutata.
La votazione ha avuto un ottimo risultato: la Lloyd ha trionfato e la nostra speranza è che tutto si aggiusti e migliori. Che "cambi" il Mondo Magico? Oh, no, il Mondo Magico non ha bisogno di cambiare! Il Mondo Magico è perfetto così, è solo che necessita di qualche spintarella di tanto in tanto. E, per carità, forse mi prenderete per una visionaria o qualcosa del genere o per una che parla a vanvera perché ha soltanto tredici anni e tante altre belle parole, ma non importa, questo. Non importa perché è ciò che conta, inevitabilmente. Cambiare non di certo per mutare completamente, ma per migliorarsi ed indursi ogni giorno a comportarsi in modo migliore rispetto al giorno precedente. E' questa, forse, la vera magia. Sapersi prendere, guardare allo specchio ed essere orgogliosi del fatto che il nostro cambiamento non ci abbia portato ad essere una persona totalmente estranea alla precedente.
Anche per quanto riguarda la notte di Halloween: ognuno si veste secondo il proprio gusto personale, secondo quello che ci si sente di rappresentare, di mostrare agli altri. La coda visibile che viene agitata nell'aria acconciata diversamente. Poi, invece, dall'altro lato avremo la coda invisibile, quella tagliata che nella mente del Crup è sempre rimasta lì. Il Fantasma dentro di noi. E' proprio quella coda invisibile a portarci ad acconciare l'altra, non di certo il contrario.
Buon Halloween a tutti!

 

Vita da Mannaro

di Wyatt Fitzpatrick

 

Innanzitutto grazie Merida, per avermi permesso di tediare i vostri lettori anche quest’anno, concedendomi questo spazio. Com’è la vita di un Mannaro… non posso certamente parlare a nome di tutta la categoria ma, posso dirvi com’è la mia di vita. Forse non ci crederete ma le mie giornate sono esattamente come le vostre; nonostante abbia un appetito che alcuni definirebbero fuori dal comune, posso assicurarvi che è del tutto umano (la professoressa Volkonskaja può confermarvi che è aumentato proporzionalmente all’età) e che nella mia dieta non sono previsti studenti. Quindi tranquilli, non vi mangio. Ho un buon udito ma, per quanto posso, cerco di non origliare le vostre conversazioni “sussurrate”, e ho un buon olfatto pertanto, quando vi lamentate dei miei incensi, credetemi, fa più effetto a me che a voi. Mentirei, però, se vi dicessi che è sempre stato così e che sia sempre facile anche oggi.
Sapete, i cambiamenti – di qualsiasi natura siano – sono sempre difficili da accettare, ritrovarsi catapultati fuori da quella che per noi è sempre stata la quotidianità, non è mai piacevole e arrivare al punto da non capire più chi tu sia… beh è una cosa che non augurerei a nessuno. Essere consapevole che dentro di te c’è un qualcosa che rischia di snaturarti, di distruggere in un nonnulla quello spazietto di mondo che ti sei costruito con fatica non è un qualcosa con cui è subito facile convivere. Si rischia di vedersi come dei mostri, di convincersi che nulla potrà più essere come prima, che il tuo posto sarà nell’ombra, in disparte, guardando da lontano gli amici, vedendo svanire la vita che un giorno speravi di avere.
Quando sei convinto che tutto sia cambiato è davvero difficile guardare oltre il proprio naso per rendersi conto che, alla fine, non è poi cambiato molto. Tutto sta da come si sceglie di affrontare le cose, siamo noi che decidiamo come vivere, non la sorte che ci è capitata. Questo però è difficile capirlo da soli, io sono stato fortunato, le persone che mi erano vicine non hanno iniziato a trattarmi diversamente, il mio mentore all’Accademia continuava a bacchettarmi anche con la piena imminente e non potrei mai ringraziarlo abbastanza perché mi ha permesso di tenermi stretto il mio lato umano nonostante gli urlassi contro irato. Mi ci è voluto del tempo, però, per accettarmi per davvero, per non vergognarmi di me stesso; ne ho impiegato ancora di più per convincermi a non allontanare chi tiene a me e vuole essermi vicino. Avevo paura di far loro del male e crogiolandomi in questa pura, usandola come scudo e scusa, sono stato ad un passo dal perdere davvero tanto. Fortunatamente ho incontrato chi ha saputo farmi usare la testa riuscendo a spazzar via l’idea che mi ero fatto di questo mostro capace di controllare le mie azioni. Sono io, Wyatt, a decidere come vivere, non il Mannaro che mi fa compagnia e, oggi, posso dire di essere soltanto un normalissimo più o meno docente che ogni tanto è più irritabile del solito. Certo non potrò più guardare con gli stessi occhi la luna piena o ammirare la bellezza di fenomeni come quello a cui alcuni di voi hanno avuto l’onore di assistere, sarò troppo impegnato a patire le pene dell’inferno per la muta quella fa un male gramo, ragazzi miei e a lottare contro le pulci ma, per il resto, la mia vita scorre tra un pasto e l’altro esattamente come la vostra.

 

By K.Lindstrom | ottobre 23, 2016 - 11:45 pm - Posted in Ottobre 2072

La tradizione vuole che questo giornale (di solito da Gennaio o giù di lì, ma poi dipende) si riempia di pagine e pagine di interviste ai nostri Magandi. Perché se ne vanno, perché ci mancheranno, perché sono un esempio da seguire e bla bla bla. Ma poi mi sono chiesta… e se invece scrivessi un articolo PER i Magandi che magari non parli proprio di loro, ma di quelli che li hanno preceduti? cosa hanno fatto, come se la sono cavata, se hanno dei consigli da dare… Insomma, un articolo che rincuori anche i nostri giganti e non solo noi, poveri puffagioli ancora rinchiusi qua dentro per chissà quanti anni. E con la nuova riforma Paciock entrata in vigore a Settembre, sentiamo cosa hanno da dire un diplomato del vecchio ordinamento ed una matricola del nuovo. La parola a Devon Laury e Davy Huges.
 


DEVON LAURY

Kane: Dunque, Devon… devo per forza chiamarti professor Laury? No perché, non mi viene di chiamare professore uno che ha l’età di mio fratello… e poi scommetto che farebbe sentire vecchio anche te, tipo.
Devon: L’età non è tutto signorina Lindström. Un titolo è un titolo, e nella vita le capiterà spesso di trovarsi di fronte persone giovani che hanno un determinato ruolo. Non per questo non devono essere chiamate con il giusto appellativo.

K: Vabbè, allora io dovrei essere chiamata Capitan Lindström, seguendo questa logica, ma suona tanto pirata e sono talmente simpatica che le permetto di chiamarmi Kane. È questione di essere alla mano, vede? Comunque, tornando a noi: lei si è appena diplomato all’Accademia per gli Studi Biomagici Erbologici e Zoologici Hector Tulange, ramo zoologico…
DL: Esattamente..

K: Devo ricompensare i miei bravissimi informatori, mannaggia. Dunque, può dare qualche parola di ispirazione ai giovani terzini e raccontarci perché ha scelto questa strada?
DL: In realtà fino alla fine del settimo anno la mia ambizione era quella di entrare all’Accademia Fingal. Poi alcuni eventi personali mi hanno portato a viaggiare con il ricercatore di Creature Magiche Rufus Harris, è stato lui a farmi appassionare alla materia. Non avete idea di ciò che si può imparare dalle Creature Magiche, io e il professor Doragon possiamo farvelo scoprire.

K: Gran bello slogan pubblicitario, le scriverò uno striscione da appendere in aula come ricompensa per questa intervista. Lei è uno degli ultimi ad aver studiato sotto il vecchio ordinamento, prima che la riforma Paciock creasse il nuovo Polo Accademico. Come si stava a studiare tra le nebbie di Lochness?
DL: Considerando che tra le mura dell’Accademia dobbiamo affrontare effetti climatici ben peggiori della nebbia, direi che non è poi così fastidioso. Se si vuole godere di un po’ di sole basta trovare l’aula giusta, stando ben attenti alle creature o alle piante che ci abitano.

K: Che ne pensa della creazione del Polo? Crede che le sarebbe piaciuto studiare là?
DL: Credo sia un’ottima idea, soprattutto per confrontarsi con le persone di altre accademie e magari dar vita a delle collaborazioni. Credo che mi sarei trovato bene, sì, ma sono molto affezionato alla sede ufficiale quindi non rimpiango il fatto di essere uscito prima.

K: Beh, magari quando andrà a fare un salto ad Emerald Island ci saprà ridire. Passiamo invece ai contenuti più importanti. La riforma ha toccato anche i programmi di studi, tagliando addirittura un intero anno. Qualche opinione a riguardo? Lei quanto studiava? A posteriori, ritiene che fosse una mole eccessiva di lavoro?
DL: Onestamente ho trovato molto utili tutte le materie che ho seguito in questi tre anni e mezzo. Non so come ne usciranno i nuovi diplomandi, comunque il Direttore Paciock non è uno sprovveduto e ci tiene molto all’istruzione dei suoi studenti quindi immagino che avranno un ottimo livello di preparazione, altrimenti non avrebbe mai acconsentito a questo taglio. Io ho studiato abbastanza da uscire a pieni voti ed esser riuscito a scoprire una nuova Creatura Magica. Credo che la mole di lavoro fosse quella giusta per venir fuori da lì già pronti per lavorare. D’altronde il professor Doragon mi ha assunto come suo assistente non appena ho messo fuori il piede dall’Accademia.

K: Allora forse dovremmo lasciare la parola ai suoi studenti, per sapere se tutto quel popò di studi è effettivamente servito a qualcosa… ma questo, magari, lo affronteremo nella prossima puntata. Ora qualche domanda a bruciapelo: mi dica tre pro e tre contro del vecchio ordinamento e del nuovo.
DL: E’ una cosa soggettiva, non penso ci siano effettivamente dei pro e dei contro. Sono due ordinamenti diversi che portano entrambi alla stessa meta.

K:  Tre maggiori differenze con Hogwarts.
DL: Credo che la differenza maggiore sia quella che accomuna tutte le Accademie: non vieni considerato un semplice studente dai docenti, ma un futuro collega. Sei lì per studiare qualcosa che ami, lo fai per te stesso, nessuno ti obbliga. Insomma quello che fai, gli studi, l’impegno, le ricerche, sono tutte cose che fai per te stesso. Solo dando il massimo puoi permetterti di ottenere quel che vuoi…a meno che non sei un tipo a cui piace accontentarsi.

K: Non si finisce mai di imparare” o “I libri non portano la Burrobirra in tavola”: che frase sente più sua?
DL: La prima. Anche se sulla seconda sono in parte d’accordo. Le cose bisogna anche vederle dal vivo e toccarle con mano, tenere il naso solo sui libri non ti aiuterà a riconoscere un Dugbog da un tronco. Insomma, serve il giusto equilibrio.

K: Un consiglio per i futuri Magandi riguardo alla loro carriera “fuori da qui?”
DL: Bisogna impegnarsi e concentrarsi sull’obiettivo senza farsi distrarre o abbattere dalle difficoltà. Il talento sta proprio nel riuscire a ribaltare le situazioni per farle andare a nostro favore.


DAVY HUGES

Kane: Quei pochi che a scuola ancora sanno chi sei, ti ricordano come il superbabbanofilo dai capelli rosa che non si perdeva una lezione di Thofteen e il tuo lavoro al Comitato Scuse ai Babbani sembrava il posto perfetto… Invece eccoti qui, matricola all’Accademia di Trasfigurazione Avanzata Fingal? Puoi dare spiegazioni alle tue fan sconvolte?
Davy: Credo che la maggior parte mi ricordi con i capelli multicolor piuttosto che rosati, dato che ho sviluppato un attaccamento a questo colore solo in un certo periodo… ehehehe. Comunque, la maggior parte dei miei coetanei si ricorda di me come quello che combinava sempre i disastri a scuola… non dirmi che ti sei dimenticata della Gara di Paperelle Giganti organizzata dal sottoscritto! Eppure, quelli che mi conoscono sanno che nonostante questo mio lato… Troll… ho sempre avuto un'affinità con Trasfigurazione. Insomma, non dico di essere stato il migliore della mia classe, ma… siamo lì come livello. La Trasfigurazione è un'arte meravigliosa quando si sa usarla, e ho deciso di approfondire le mie conoscenze perché… beh, chi può mai saperlo se torneranno utili o meno?

K: Vabbè, ovvio che mi ricordo quella gara, ma da qui a collegarla alla tua “immensa abilità” trasfiguratoria ce ne vuole! Tra l’altro, nel tuo particolare caso umano, si potrebbe pensare che tu sia facilitato… Ma andiamo avanti: come ti sembrano il nuovo Polo Accademico, i collegamenti tra la Middle Island e Gamp Island (la nuova sede della Fingal) e la struttura dell’Accademia stessa?
DH: La prima parola che mi è venuta in mente appena ho varcato la soglia della Fingal è stato un gigantesco WOW. Per ora, comunque, trovo che sia i collegamenti sia il nuovo Polo siano fantastici: insomma, ho incontrato compagni di corsi che non vedevo almeno da un paio di anni! E poi questa nuova struttura permette di fare più conoscenze… che ne sai, magari un giorno capita di scontrarsi con una ragazza che studia alla Tulange e il giorno dopo di evitare un pozionista con le sue ampolle! Insomma, credo sia ottimo per scambiarsi pareri e fare conoscenze ben più larghe del giro di studi- e per chi mi conosce, sa quanto io ami incontrare sempre nuova gente!

K: E tutto il peso di quella vita sociale? Brrr, sai che ansia! Io mi chiuderei in uno stanzino per tutta la giornata! Fino all’anno scorso avresti dovuto smaterializzarti fino alle Ebridi per seguire i corsi. Le hai mai visitate? Credi che ti sarebbe piaciuto trovarti in un luogo così isolato e con una tale storia alle spalle?
DH: Sfortunatamente mi ritrovo a rispondere di no. Non ho mai avuto occasione di visitare le Ebridi, prima, anche perché l'idea di entrare in Accademia è stata piuttosto recente… però nonostante tutto credo che si, mi sarebbe piaciuto poter restare in un luogo così antico e pieno di storie da ascoltare!

K:  Ah giusto, dimentico sempre anche il tuo pallino per la storia… vedo già i tuoi occhi che partono! Comunque, la Riforma Paciock ha ridotto gli anni di studio da tre a due e con essi la mole di lavoro. Come ti trovi con questo nuovo programma? Cosa pensi di questa riduzione? Credi che avresti potuto farcela ugualmente con il vecchio ordinamento?
DH: Ho appena iniziato, quindi non credo di poter confermare o smentire se questo nuovo programma sia migliore o peggiore… però, da quello che ho visto, sembra che alcune lezioni siano state eliminate, altre aggiunte… boh,si vedrà alla fine dei due anni. Per ora seguo solo tre materie – Storia della Trasfigurazione, Locomozione trasfiguratoria e Trasfigurazione sensoriale – e devo dire che mi piacciono tantissimo. Poi il prossimo semestre inizierò anche materie come Trasfigurazione Illusoria – e credo tu sappia quanto ami le illusioni – e la lingua a scelta… credo che sceglierò Troll! Forse perché mi sento un po' Troll dentro. Credo che mi sarei trovato bene anche con il vecchio ordinamento… anche se, si, ammetto che probabilmente con questo nuovo riuscirò a gestire meglio sia lavoro che studio.

K: A proposito… del lavoro al Ministero, cosa è rimasto?
DH: Fortunatamente per ora riesco a mantenere un regime full-time al Ministero, ma se e quando la mole di lavoro inizierà ad aumentare… beh, ho qualche gruzzoletto da parte. Affrontare un part-time non sarà di certo un problema… anche se credo che un certo signor Lindström sarà dispiaciuto di non avere più il suo assistente personale porta-caffé ogni mattina…

K: Oh, ma guarda che papà lo fa per te, per la tua formazione… ehm… professionale, tipo! Il caffè può prenderselo anche da solo, lo scopo è un altro… Comunque, qualche domanda a bruciapelo per te: tre pro e tre contro del vecchio ordinamento e del nuovo.
DH: Mh, purtroppo non essendomi informato molto sul vecchio ordinamento credo di poter ricavarne solo un pro e un contro, che sono: pro, più materie quindi più conoscenza, contro, la dispersione delle diverse Accademie. Del nuovo ordinamento invece potrei dire tre pro: riduzione degli anni, vicinanza della sede a Londra, migliori comunicazioni anche con le altre Accademie e quindi anche con gli altri studenti. I contro invece sono la riduzione delle materie, il non poter viaggiare, e…non so che dire. Per ora lo lasciamo in bianco e vedremo a fine anno, che ne dici?

K: Tre maggiori differenze con Hogwarts.
DH: Beh, questa è piuttosto semplice: sei TU a scegliere cosa studiare, quindi sei TU a decidere di impegnarti fino in fondo per qualcosa che davvero ti interessa e ti appassiona; le lezioni sono più diradate durante la settimana, e a queste si aggiungono altre attività facoltative, come seminari o simili. Come terza differenza direi… la libertà in generale. La libertà dell'essere adulto, del gestirti tu, sia nei pro che nei contro… devi pensare tu allo studio, al lavoro, al relazionarti con chi studia da un'altra parte o con i tuoi stesi compagni di classe… e ovviamente, una volta tornati a casa non ci sono più i deliziosi arrosti che compaiono in tavola a comando! Prendersi cura di sé al cento per cento è una cosa da tenere in conto per chiunque esce da Hogwarts.

K: "Non si finisce mai di imparare” o “I libri non portano la burrobirra in tavola”: che frase senti più tua?
DH: Non si finisce mai di imparare, decisamente.

K: Un consiglio per i futuri Magandi riguardo alla loro carriera “fuori da qui?”
DH: Fate ciò che più vi appassiona. Sarà trito e ritrito come consiglio, ma dato che di vita ce n'è una sola, trovo sia uno spreco non seguire ciò che il cuore ci comanda. Non seguite una strada spianata dai vostri genitori, siate in grado di affrontare e creare un nuovo sentiero; per quanto spaventoso vi possa sembrare all'inizio, ne varrà la pena. E per chi ancora non ha scelto cosa fare… viaggiate. Trovatevi un lavoretto part-time, esplorate, fatevi una cultura, vivete il più possibile, e mai, MAI lasciatevi andare alla disperazione. Non fatevi MAI mettere i piedi in testa, non rinunciate MAI a qualcosa che amate per ciò che gli altri dicono. La vita è solo e unicamente la vostra.
 

Devo ammetterlo, non avrei potuto aspettarmi risposte migliori. E per certi versi simili, nonostante il vissuto totalmente diverso dei nostri intervistati. Forse, in fondo in fondo, non è importante l’ordinamento che segui, l’Accademia che scegli o gli anni che passi a studiare o piuttosto a lavorare… Nessuno può dirti quale sia la strada giusta, in cosa andrai meglio e in cosa andrai peggio e le contingenze più o meno favorevoli sono per chi ci vuole credere. Tutto quello di cui avete bisogno, cari Magandi, sta solo in voi… e non aspettate un Imperio per tirarlo fuori!
 
Kane Lindström Irlandese a San Patrizio o quando c'è da discutere su chi fa la birra più buona, Svedese quando c'è da lamentarsi sul povero popolo anglosassone che "non sa cosa sia il vero freddo". Di vero su di lei si sa solo che frequenti il sesto anno, che sia Capitano della squadra di Quidditch Grifondoro e che i suoi capelli non verranno domati neanche con una dose tripla di Pozione Lisciariccio. Schizofrenica al punto giusto da riempirti di moine e sfarfallii di ciglia un momento prima – specie se sei un qualsiasi essere di sesso maschile – e di Schiantarti le gambe il momento dopo, senza se e senza ma. Il fatto che si circondi di topi enfatici e puffole conferma la credenza popolare secondo cui un po' (tanto) animale lo sia anche lei. Con la Andersson – unica in tutta Hogwarts che si salva dalle sue stranezze – mantiene un ossessivo rapporto simbiotico da ombra-cane da guardia. A tal proposito, c'è chi giura di averla vista rotolarsi nel fango e sbranarsi una bistecca cruda "nei suoi giorni del mese". Fa sfoggio di una passione viscerale per le Rune e un attaccamento morboso al professor Parnell, ha sviluppato recentemente pericolose tendenze piromani e di protesta molesta verso qualsiasi cosa non le vada a genio.
By CatherineSmith | - 6:07 pm - Posted in Ottobre 2072

All Hallows' Eve. Dolcetto o scherzetto. Jack O' Lantern. Mielandia che si fa ricca. O in un'unica parola: Halloween. Ebbene si, anche nel 2072, come di consueto, siamo arrivati in quel periodo dell'anno in cui si cariano i denti a metà della popolazione studentesca per l'eccesso di zuccotti mangiati e la professoressa Macintyre diventa ancora più meravigliosamente spaventosa del solito. La Scuola è in fermento, come se per il resto dell'anno non ci si potesse divertire ugualmente a trollare il prossimo con qualche scherzo innocente. E no, non parlo del ritorno (pure) della Burton tra queste mura, perché quello non è uno scherzo, è la dura realtà e basta varcare la porta della Biblioteca per averne conferma.  Ad ogni modo, per scrivere un articolo degno di tale nome, ho provato ad immergermi anch'io nel clima festaiolo che si respira e sono andato in giro per scoprire come ci si sta preparando all'attesissimo banchetto del 31 Ottobre… e non solo. Di certo non avrete mancato di notare le condizioni in cui si ritrova gran parte del secondo anno, giusto? Strano colorito chiazzato della pelle, ma soprattutto… i baffi. Per maschi e femmine, indistintamente. E' fin troppo facile tornare con la mente al paio di baffi più famosi del Mondo Magico, le elezioni tra l'altro si sono concluse da poco più di due settimane, e i riferimenti all'ormai ex Ministro baciato dai Dissennatori si sono sprecati in tutti i giornali. Ma se avete pensato ad un assalto degli Humphreyani ad Hogwarts, posso rassicurarvi più degli Auror. Ho le mie fonti, ovvero Seanna Hollins ed Abigail Smith, che mi hanno confidato come sono andate realmente le cose. "La trovata non è nostra, ma del professor Spooner. E… beh… non siamo solo noi secondine a portarli, ma anche i ragazzi del nostro stesso anno. Comunque è soltanto il risultato della risposta sbagliata ad un indovinello postoci come compito dal professore di Incantesimi. I baffi si staccheranno da soli tra qualche giorno" dice la Tassorosso, mentre la mia giovane concasata specifica "Avevamo anche delle macchie viola addosso, sai? Abbiamo aperto un baule, c'era dentro una torta che ha iniziato a girare e si è spiattellata addosso a noi!" . Insomma, possiamo stare tranquilli, per il momento. Si tratta solo del docente di Incantesimi che distribuisce in anticipo spunti per i costumi di Halloween che, devo dire, non sono certo siano stati colti appieno.Se qualcuno intende fare razzia di carta igienica dai bagni per travestirsi da mummia, c'è gente come Seanna che non ha ancora la più pallida idea di come vestirsi. Non vorrei mettervi fretta, ragazzi, ma i costumi non si faranno da soli e non c'è nulla di più noioso di un Halloween passato con la divisa, non scherziamo. La Tassorosso è in buona compagnia, comunque. Anche tra gli studenti più grandi c'è mistero e confusione. Gareth Rosenwald e Alec Harris non si pronunciano su quale sarà il loro travestimento per Halloween o, almeno, uno in realtà non ha la più pallida idea di come si festeggi, l'altro sta probabilmente aspettando di leggere nei fondi di tè quale opzione gli vada più a genio. Tuttavia, non è questo il motivo per cui anche loro sono arrivati tra le mie grinfie. Avete mai pensato a come si trascorre Halloween a Durmstrang e Beauxbatons? Io mi ero fatto una mia idea in cui i crucchi si dilettavano a fare sculture di ghiaccio spaventose, illuminavano il giardino a suon di fuochi fatui e usavano il lago come enorme pista per pattinare tutta la notte e invece… "Sostanziosa, ma poco invitante colazione. Lezione in grosse aule aule di pietra con una temperatura che sfiora lo zero. Pessimo pranzo. Duello di bacchetta. Duello coi bastoni, e di sera vestono così." ho abbassato lo sguardo cautamente, attendendo il colpo di scena che sono certo vi aspettate anche voi, ma la foto che Gareth mi ha mostrato raffigurava il nostro Caposcuola in versione marmocchio – questo si che era divertente – insieme a dei suoi amici, che semplicemente indossavano la divisa di Durmstrang. Io propongo una spedizione per far capire come ci si diverte a questi stranieri, ma vi immaginate quanta tristezza? Oltremanica, invece, le cose sembrano leggermente meno noiose "In parte festeggiano come qui, anche se hanno meno categorie per i costumi da premiare. Però sono sicuro che solo ai primi anni si possano travestire da clown. Mi hanno spiegato che parecchi anni fa l'hanno proibito tra i babbani, soprattutto da una certa età in poi, per dei disordini e pare questa cosa sia applicata un po' in generale. L'anno scorso non ne ho proprio visto nessuno, ti dirò, neanche tra i più piccoli."  mi ha rivelato Alec. Questa cosa dei clown vi confesso che mi ha incuriosito quindi sono andato a fare qualche ricerca in Biblioteca, nel reparto Babbanologia. Invito anche voi a farci un giro, per ora vi lascio una riproduzione di una delle foto che ho trovato.
Questo breve reportage su Halloween al castello e dintorni voglio però concluderlo con una menzione d'onore a coloro che più di tutti hanno tirato fuori la loro Voce senza remore, per rendermi partecipe di come si vive realmente il clima di questo periodo. Confesso che potrei aver detto in giro che i primini non sono ammessi alla festa in maschera in Sala Grande… ebbene, ecco le loro reazioni alla mia proposta di farli imbucare di straforo. " N-no, io non ne sapevo nulla. Per motivi di sicurezza dici? Davvero potresti?!?! Sicuro che ci voglio venire!! " e con una prontezza che voi babbioni del settimo anno potete scordarvi, ecco il primo costume degno di questo nome che mi è stato svelato: " Ecco, io stavo pensando di vestirmi da "Hanna, la mezza-Veela. E' la protagonista di un fumetto che sto leggendo. La conosci?" Eleanor McLeod, vuoi ancora venire alla festa di Halloween con me? L'invito è ancora valido, se poi mi presti quel fumetto. Ultima, ma non per importanza, è la dichiarazione di un mio concasata di cui non faccio il nome per la sua incolumità non rovinare la sorpresa a nessuno "Io… mi vesto da sopravvissuto!" mi ha confessato "Perché una volta la professoressa Merlmemblose mi ha quasi strozzato, sai? Con la cravatta! E però sono sempre vivo, ecco. E ogni giorno che vado a lezione sopravvivo e allora siccome l’oroscopo l’altro giorno aveva detto di festeggiare i successi, io mi vestirò da sopravvissuto della Merlmemblose! Con tutto il sangue e tutti gli stracci addosso e il viso sporco e delle pozioni sui vestiti, per farlo capire, ecco. Si può fare, no?" Certo che si! La professoressa Merlmemblose è una donna così di spirito, d'altronde, e io non ho fatto il tuo nome quindi se proprio sei indeciso, sei sempre in tempo per cambiare idea. Stai sereno, amico…e Buon Halloween a tutti!

 

Jayden Burtons. Scozzese, Serpeverde, Sestino. Amante delle regole da poter infrangere, ma sempre ben attento a non andare in braccio ai guai. Ha un fratello grifondoro, si, ma non ditelo in giro. Osserva e studia tutto ciò che lo circonda, non si pone mai problemi a dire la sua, ma pecca in pigrizia. Si dice che sia uno dei maggiori ricercati del WWFFB scolastico per la sua conclamata incapacità di portare a termine qualsiasi tipo di incantesimo di trasfigurazione, soprattutto se si lavora con gli animali. Un topo non è destinato ad essere una tazza da tè, e grazie a Salazar, da quest'anno non sarà più costretto a perdere tempo con quegli esperimenti. Lo si può vedere zitto e concentrato solo davanti ad un calderone, e non perchè la Merlmemblose l'ha silenciato. Ama le pozioni più di qualsiasi altra cosa, e non è raro trovarlo in qualche angolo dei sotterranei, a mescolare qualche strano intruglio fumante. E' entrato in redazione perchè quando gli ricapita di stare agli ordini di un Capo Scozzese?
By vocestudenti | ottobre 18, 2016 - 3:48 pm - Posted in Ottobre 2072

Per due falci un Asticello mio padre comproòòò! E venne il kneazle, che si mangiò l'asticello, che al mercato mio padre compròò! E venne il crup… la so tutta, sapete? Il mio papà me la cantava sempre da piccolo ed era lunghissima, lui conosce pure tutte le varianti con la Manticora, il Dissennatore e la Morgana – la Morgana è lo stadio più temibile, eh, io penso che è perchè era una strega malvagia, ma papà ha sempre detto che me l'avrebbe spiegato quand'ero più grande. Pensate che abbia perso il filo? INVECE NO. Adesso ho un nuovo metodo per non perdermi quando scrivo, faccio prima una scaletta. Di legno, incantata perchè mi batta sulle dita quando divag… AHI! Ehm ecco, sì, il Mercato dei Troll. Chi non ha mai sentito parlare dello Shrat, che è poi la parola "mercato" in trollese? Mi ero trascritto tutta la storia della fondazione dello Shrat, però Merida mi ha chiesto se davvero pensavo di scrivervi quel popo' di roba nell'articolo e quindi ho capito che non dovevo. Scriverò un articolo a parte per lei, così è contenta!

Ecco, in realtà non è tanto il Mercato o la sua storia, quanto le sue aperture straordinarie! A detta di papà – che ha un banco di vino speziato proprio accanto al banchetto di prenotazioni del teatro magico, nella quarta traversa della seconda via a gomito dopo il banco di tele… così se qualcuno là fuori vuole andarci ha un'indicazione precisa… sì, dicevo, a detta di papà questa decisione di aprire al pubblico senza gettone sta già dando i suoi frutti nel rilancio dell'economia. Insomma, il mercato è gestito per lo più dai goblin e pattugliato dai troll – oltre che dai nostri Auror, certo – in più è multietnico, per cui ci sono creature e stranieri, perciò non devo dirvelo io che sotto Humphrey le cose sono andate piuttosto male. Molti banchi erano stati costretti a chiudere, tanta gente aveva paura di andarci e l'allegro vocio che si accende ogni sabato si stava pian piano spegnendo.
Ma adesso il Mercato è più vivo che mai! Le coordinate vengono pubblicate ogni venerdì sul Profeta, Wizarding Post ed Enchanted Express, così chi non ha uno dei gettoni d'ingresso può comunque accedere. Ovviamente la sicurezza non può mai mancare, per questo ogni nuovo frequentatore del Mercato viene registrato ed è vietato girare Disillusi. Ma vale la pena sottostare a qualche piccola regola, perchè la strada dello Shrat è tre volte Diagon Alley, ci sono tantissime merci strane che normalmente troveresti chissà dove, come il banco costruttore di Wikea, o i punti di prenotazione della Terroutour, dei teatri magici e del Volippodromo di York.
Però c'è da stare attenti a girare nel mercato, perchè si trova su un nodo spaziale ed è facile perdere l'orientamento, soprattutto se pensi di essere sicuro di aver visto il banco dei tessuti di Josafat a dodici gradi a est rispetto al banco di Madama Swamp – quella che ha uno zombie per facchino – o che il riparatore di retrotreni di scope che hai visto a destra del terzo gomito della via ederata è identico a quello che hai visto a sinistra del… be', avete capito. Mai fidarsi delle direzioni, al Mercato dei Troll. Ma a parte questo piccolo inghippo, è davvero davvero utile farsi un giro lì ogni tanto e se proprio vi perdete, basta alzare la bacchetta e arriva la sicurezza interna. L'hanno intensificata da quando quel giornalista, Roland Carlysle, è stato tenuto prigioniero proprio in uno dei magazzini del Mercato. C'era un covo di contrabbandieri lì, sapete?
Ma è sicuro adesso lì, i goblin fanno un controllo serratissimo sui magazzini, quindi se per caso vi serve un posto dove mettere a deposito roba, quello fa al caso vostro! Senza autorizzazione lì non entra nessuno, ma davvero davvero, non come la nostra Foresta Proibita che ci entrano tut… cioè signora preside Welkentosk, signora, in realtà si perdono, non lo fanno apposta, davvero. O vanno a cercare la piuma che hanno perso e quindi sì, ecco. Al Mercato dei troll invece non si perde niente, ecco! E se perdete cose durante la vostra visita, ovviamente c'è il banco oggetti smarriti! Me lo ricordo bene, quand'ero piccolo, ancora senza bacchetta e mi perdevo, a papà bastava andare lì per ritrovarmi e il banco oggetti smarriti si trova precisamente…  dai, Jayden, che cosa brutta da dire che peccato che mi ritrovava sempre! Adesso ho perso il filo e anche la mia scaletta… no che non è stata fatta uccidendo Asticelli, Jacqueline.
Dai, non andate in stampa, devo ancora finire! Devo aggiungere il motivo per cui tra le regole del Mercato c'è "non dare da mangiare ai troll!". Dai, fatemelo scrivere, dai dai dai da

Charlie Tobias Marmaduke. La principale sorgente di chiacchiere nella classe del sesto anno e forse anche dell'intera Sala Comune Tassorosso, ha passato l'estate a fare la posta al Palazzo dei Giornali, a scrivere lettere ai suoi amici e ad autoinvitarsi a casa loro per improvvisare gare gladiatorie tra marionette fabbricate con scarti di vecchi calderoni. Il Galles ha tirato un sospiro di sollievo ora che è tornato a scuola, cosa che non si può dire dei Club scolastici, che tendono a chiudere le iscrizioni quando lui chiede se c'è ancora posto. Nella sua orbita girano sempre promemoria di carta incantata, nuvole di polvere buiopesto e una macchina fotografica usata che di tanto in tanto lo colpisce in testa senza motivo, almeno a suo dire. Il suo approccio con le ragazze si è spostato da "ti faccio un pupazzo con un mio vecchio calzino?" a "ti faccio un portapiume con un mio calzino nuovo?" e lui lo ritiene un grosso passo avanti.
By Anne Burton | ottobre 17, 2016 - 10:41 am - Posted in Ottobre 2072

Avete visto? Non è poi così difficile riprendere con i ritmi scolastici senza che questo porti con sé rigidi decreti o l'obbligo di indossare la divisa scolastica anche durante il fine settimana. E si, certo, ci son state delle modifiche al regolamento che avrebbero mandato in crisi anche Jackson Parker prima di poter essere accettate per quello che sono, ma – ehi – in fondo riguardano più gli insegnanti ed il personale scolastico di questa Scuola di Magia quindi, per una volta, possiamo anche tirare un cosiddetto sospiro di sollievo.
Durante questo mese ci sono arrivati dei commenti anche per quanto riguarda questa rubrica in particolare, ovviamente. Voci più o meno certe – ma sicuramente più di quel che potrete trovare sull'Eco del Corvo – ad esempio, vogliono farci sapere che il Runoku è molto apprezzato da chi frequenta il corso di Antiche Rune; certo, magari cercare di risolvere lo schema durante l'ora di lezione non è proprio qualcosa che dovremmo promuovere, ma visto che le voci dicono che persino l'assistente di tale materia ha chiesto suggerimenti per non sbirciare la soluzione posta in fondo alla pagina… magari uno strappo si può anche fare.
Strappo, per l'appunto, come quello che ha rovinato alcune copie deL giornale scolastico nel momento in cui svenevoli studentesse si son rese conto della presenza di un disegno che rappresentava l'assistente di Cura delle Creature Magiche Devon Laury; si presume – a Lumos – che tale atto vandalico sia dovuto all'impellente bisogno di usare il disegno come segnalibro per non perdere il filo dell'interessantissimo capitolo di Storia della Magia da studiare o per appendere lo stesso al baldacchino nel tentativo di liberarsi dagli incubi. La nostra Caporeddatrice fa sapere che dietro adeguato compenso è possibile chiederle qualsiasi ritratto si voglia.
Lo Svago, del resto, si sa che decisamente uno dei pochi argomenti – insieme ai pareri sul docente di Incantesimi Spooner - in grado di far incontrare anche soggetti che, in condizioni normali, non avrebbero di certo trovato argomenti di conversazione. In effetti è anche quello che può succedere ad avere a che fare con qualcuno che scrive per l'Eco… no, ok, questo in effetti sarebbe troppo anche per un momento di relax come quello offerto da questa rubrica!

                         

  

                    Un Runoku è uno schema da riempire con una serie di Rune che 
                    compaiono una sola volta in ciascuna riga, colonna e riquadro 3×3

    

 

Soluzioni