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Cara Voce degli Studenti,
per quanto tutto questo possa andar contro gli ultimi editoriali che ho scritto, mi sento in dovere di accettare la banalità – per una volta – e rivolgermi direttamente a te che compi la bellezza di novantatre anni, ma nonostante tutto resti sempre colei che prende nota di ogni cosa affinché nulla si perda.
Ne hai viste tante, con gli anni, questo è in genere ciò che ti viene riconosciuto ad ogni 28 aprile che si rispetti e si fa quasi a gara a chi ricorda più fedelmente ogni passaggio della tua esistenza, al di là di copie ingiallite conservate con cura nell'archivio del Sacro Baule. C'è chi preferisce tirar fuori gli anni di proibizionismo di McBryant, chi – anche a distanza di quasi un decennio – rievoca battaglie condotte all'interno del castello, le stesse che inchiostro nero e polpastrelli umidi hanno portato all'attenzione di tutti, più volte. Ci sono i nostalgici del Torneo Tre Maghi che riuscirebbero a citare a memoria tutte le cronache di cui ti sei fatta tramite, durante quei mesi, per non parlare di chi – più cavallerescamente – si concentrerebbe maggiormente sul ricordare in quante occasioni queste pagine ci hanno visto giusto, in un modo o nell'altro e sugli argomenti più dispearati.
E poi ci sono io.
E io dico che ne hai viste tante – sì – è fuori da ogni discussione provare anche solo a sostenere il contrario, ma allo stesso tempo ne hai visti tanti, in questo (quasi) secolo di esistenza. Ricordi lo scapestrato ragazzino dai capelli biondi che pensava di cambiare il mondo con dei dolci? E quell'editoriale difficilissimo da scrivere anche per chi ha sempre avuto fama di essere un menefreghista verde-argento che non pensava che a se stesso ed al proprio tornaconto? Sì, sono certa che conservi gelosamente ognuno di questi ritratti – se così li vogliamo chiamare – disponendoli sui (ri)piani

 

della realtà che più si addicono al contesto che ci si ritrova a vivere. Perché, in fondo, ciò che ti rende quel che sei non sono parole messe in fila dagli articolisti di turno né lo è l'orientamento che il giornale segue a seconda di chi vi è al comando. Non sono neppure gli eventi che – attraverso di te – restano come indelebile testimonianza per i posteri. No, sono le persone che metti in comunicazione, talvolta forzandole ad avere a che fare le une con le altre, a fare la differenza e rendere te – tra tutti – IL giornalino scolastico, sin da quel lontano 1980. Non ho mai avuto l'opportunità di conoscere Archibald Sinclair se non per quel pezzo di passato comune tra lui e mio cugino Robert, ma grazie a te – durante la cerimonia a Mornay – è stato come vedere un vecchio amico raggiungere un risultato sperato. Seguendo le opportunità che tu sola sai concedere, ho avuto la mia prima cotta adolescenziale per quel Caporedattore che mi ha infine ispirato per metter piede in redazione anche se non sapevo scrivere di sport come mio cugino, sempre quello.
Ne hai visti tanti, l'ho detto. Mentre in testa alla redazione sono passate le personalità più disparate – talvolta fulminee, in altri casi più durature – tu hai resistito agli scossoni. A chi ti voleva veder sparire dall'orizzonte informativo. A chi preferisce un altro genere di letture, più leggero e, perché no, vicino ad un certo lato del quotidiano scolastico. Sei stata tu a resistere? O questo è ciò che hai lasciato credere a chi ha retto la baracca pensando che fossi tu a farlo? Perché io credo che le cose siano andate esattamente così. Perché vanno tuttora… così. Sprono gli articolisti a rispettare i tempi di consegna trincerandomi dietro "La Voce degli Studenti" e l'eventuale oltraggio che non possiamo permetterci di compiere, ai suoi danni. Ma sono io, a non volere tale oltraggio. Ripenso alle Caporedattrici – rigorosamente femmine – che mi hanno preceduto ed è con loro che devo confrontarmi. Loro che devo cercare di onorare al meglio per non interrompere la scia. Loro che non devo deludere.
E allora capisco ogni cosa o forse è solo l'età che mi fa essere così spavalda da credere di aver compreso ogni cosa: siamo noi. La Voce degli Studenti siamo noi. Non un'entità astratta, noi. E abbiamo dunque una responsabilità ben più grande di quello che pensiamo, è vero. Ma allo stesso tempo facciamo anche parte di qualcosa che né la fine di un capitolo lungo sette anni né novantatre anni di esistenza possono mutare: famiglia.

Complevoce, pagina 2

  

  


Controeditoriale, pagina 3

Qua la mano!
di C. Marmaduke, pagina 3

 

 

Hogwarts

 

Indovina chi viene a cena
di J. Burtons, pagina 4

Don't grow up, it's a trap
di A. Hollowdale, pagina 5

La contesa elementale di Hogwarts
di S. Hollins, pagina 6

Miss&Mr Sfera di Cristallo
di C. Marmaduke, pagina 7

 

 

CRONACA

 

Confederazione delle mie brame…
di M. McReady, pagina 8

 


 

Quidditch&co.

Anche il Quidditch ha le sue uova
di M. McCohen, pagina 9

 

Svago, pagina 10

La Redazione
Caporedattore: Merida McReady.
Vice Caporedattore: Allen Hollowdale.
Articolisti:  J. Burtons, T. Cox, S. Hollins, A. Hollowdale, K. Lindstrom, C. Marmaduke, M. McCohen, M. McReady, T. Patel, J. Pearse.
Inviati speciali: /
Fotografia: Charlie Marmaduke.