In bocca al Gramo!

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Editoriale

di Lawrence Owen

Editoriale di Maggio. L'Editoriale che chiude un anno, il momento in cui ci si ferma e si volta indietro  a guardare. Cosa? Molto, a ben vedere. Alcuni si fermano a contemplare un anno scolastico, i momenti di felicità e quelli più difficili. Altri, come me, si voltano e tirano le somme di sette anni ad Hogwarts. E' banale scriverlo, quante volte son già state dette queste parole? Eppure, anche se banale, è un dato di fatto: giunti al termine bisogna pur in qualche modo tirare le fila di tutto. Cosa ho imparato? chi ho conosciuto? cos'ho fatto di bello? cos'ho sbagliato? Domande che, si voglia o no, una persona è chiamato a porsi e, nel proprio intimo, a rispondersi. Come si farebbe altrimenti? Tutto scivolerebbe nella superficialità che, lo ammetto, tanto mi piace richiamare in facciata. Com'è bello poter ridere su tutto e tutti senza scendere nel dettaglio, senza accorgersi che dietro le apparenze c'è qualcosa di più difficile da capire, da decifrare, da vivere. Una semplice risata, una pacca sulle spalle, una parolaccia e via, senza problemi, facendo finta di nulla. Ma per quanto può continuare? giorni? settimane? mesi? Il fardello diventa sempre più pesante e, alla fine, bisogna fare i conti con se stessi, con le proprie azioni, giuste o sbagliate che siano. E i M.A.G.O., la promessa di un cambio radicale della propria vita, non reca altro che una richiesta maggiore, una Voce più forte, alta e pressante di queste domande. E così, come altri, mi volto indietro e ripenso. Ripenso al primo giorno che siamo sbarcati dalle barchette che ormeggiano sul Lago Nero. Chi se lo è dimenticato? Chi non ricorda le battute che serpeggiavano tra di noi, alcune per scherno, altre per paura, mentre lo sguardo era rivolto alle placide acque col timore di veder spuntare qualche tentacolo letale della Piovra Gigante? E come dimenticare le parole del Cappello Parlante, il momento in cui, di fatto, il destino di sette anni di scuola sono stati segnati. Una Casata determina tutto: compagni di dormitori, amici di cui fidarsi, valori a cui rivolgersi e una missione in comune con altri. Lo stupore poi dei primi incantesimi, il silenzio attonito dei primi giorni di lezione, quando tutti pendevamo dalle labbra dei Professori, ansiosi e desiderosi di imparare qualsiasi incantesimo, ogni formula e ogni movimento, la voglia di fuggire in Dormitorio ed esercitarsi insieme, il continuo svolazzare della bacchetta, gli errori che ti facevano venir voglia di scomparire nella nuvoletta di fumo che avevi erroneamente evocato, così da nasconderti dalle risate divertite e spontanee dei tuoi amici. Non le sentite quelle Voci, quelle risate? non sono così vive nei vostri ricordi e pensieri? E poi le ore buche dei primi giorni, in giro per Hogwarts, disperati alla ricerca della scala giusta per arrivare al posto giusto. Peccato che si muovano di continuo le scale, eh? I primi giochi, il tentativo di entrare in amicizia con gli altri, di formare i primi legami e, diciamolo, di non sentirsi soli a undici anni, lontani dai genitori e dai fratelli o sorelle. Il bisogno di un segno di amicizia, di qualcosa che possa rendere Hogwarts la tua vera casa. E per chi non lo è ormai? Le prime feste di Hogwarts, la vittoria di una Coppa delle Casate, i festeggiamenti per una vittoria di Quidditch e, perché no, di un semplice compleanno. Le risate durante tutte le colazioni, i pranzi e le cene tutti insieme, seduti attorno alla stessa tavola. Come non considerare parte della propria vita coloro che, per anni, hanno condiviso le tue stesse gioie e paure? La commozione per la morte di due Professoresse, la paura per l'instabilità e la sicurezza, il timore di vagare per Hogsmeade, proprio quando il sogno di poterci andare era esaudito, la paura per i propri cari fuori da Hogwarts, le mattine riuniti tutti insieme in Sala Grande attorno alla Gazzetta del Profeta o al Wizarding Post per assicurarsi che nessuno fosse rimasto ferito o, peggio, fosse morto. E così, voltandomi, vedo i volti di molti ragazzi e ragazze che, come me, hanno vissuto le mie stesse esperienze, che sono stati presenti in molti momenti che considero importanti. Una redazione intera, luogo in cui la differenza di casata non ha importanza, in cui ridere e scherzare insieme è l'unica regola, un'intera casata, alcuni compagni di Quidditch, altri compagni di classe. E a loro va il mio pensiero, in questi ultimi giorni. A loro va il mio grazie per essere stati presenti, per avermi sostenuto, aiutato, sopportato e divertito. Mi piacerebbe poter scrivere i nomi di tutti, di tutti quelli che con me se ne andranno da Hogwarts, di quelli che rimarranno ancora un po' e di chi, invece, mi ha preceduto nel Mondo Adulto. Ma sono troppi, tanto ho ricevuto in questi anni. Per questo li ringrazio, ognuno di loro lo sa e, spero, mi considerano loro amico, qualcuno che, nel bene o nel male, è stato presente. E così torno a guardare al presente, a questo editoriale e al futuro. Ho raccolto molti frutti, benché abbia evitato di soffermarmi sulle cose tristi e gli insuccessi. Anche se una paura, in fondo, rimane costante e presente nel mio cuore ogni giorno: perdere il piacere di scoprire ora dopo ora la magia, la sua purezza e il divertimento che comporta. Dimenticare quant'è bella scoprirla e adattarla ad ogni scopo, applicarla alle situazioni più straordinarie. E, sì, in fondo mi preoccupo che i più piccoli non si rendano conto della bellezza della magia, di quanto sia per noi importante. Grazie.

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Ultime coppe!

Lo ammetto: quel marmocchio – Emrys Hansen – che va in giro nascondendosi nelle armature per completare la sua collezione di schifezze insettarie è una continua fonte di ispirazione per i miei articoli sui duelli. Sapete qual è l'ultima che si è inventato? Si parla però un po' troppo dei vincitori e mai dei vinti. Perché? Perché se sei un povero sfigato nessuno ti considera se non per prenderti ulteriormente in giro, oltre ricordati che hai perso e che quindi sei un loser? Che bambino altruista, immagino il pensiero che va per la maggiore sia proprio questo. Un Corvonero che si prostra verso gli sconfitti   [continua...]

La Redazione

Caporedattore: Anne Burton.
Vice Caporedattore: Lawrence Owen.
Articolisti: F. Airanhart, A. Burton, J. Claythorne, J. Condor, D. Dacbon, G. Lanfrad,  G. Hywel, M. Lowenn, R. MacMillan, D. Milford, R. McReady, S. & J. Muldoon, P. Noreal, L. Owen, V. Rushton, F. Stevens, A. Summerfield, L. Thingread, T. Turner, S. Waleystock,  L. Wright.
Inviati Speciali: Ethan Court, Ismail Fehr.
Fotografia: Harriet Mayfair.
Vignette: Rebby MacMillan.
Impaginazione: Gwendolyn Hywel.