Eravamo rimasti in tre: Io, Billy, e Gegè. Buongiorno amici signori lettori, bentornati alla rubrica di Frederic l'acculturato (anche se la puzzona Burton non vuole chiamarla così dicendo che cultura già è noiosa di suo, ma è solo gelosa di non essere famosa come il signorino Stevens… ma presto ci libereremo di lei bwhahahah…) coff, no penna… hai sentito male, correggi l'ultima cosa, ho detto: ''ma presto ci nutriremo di lei bwahaha'' Sì, in effetti suona molto meglio. Dunque, prima di iniziare con l'argomento di questo mese volevo mandare un massaggio alla signorina Burton Puzzona, un messaggio che la signorina Bianca McTroy non mi ha assolutamente ordinato di dire in cambio di zuccherini e grattini, no lei non c'entra proprio niente nemmeno se ha dato un piccolo acconto al signorino Frederic. Ammetto che questa confessione mi fa anche un pochino schifo, ma la signorina Bianca McTroy non mi ha assolutissimamente detto di dirti, signora Burton Puzzona, che: ''Ti ama''. Bene, ora che ho fatto la mia buona azione quotidiana posso procedere con l'argomento tanto atteso; che squillino le trombe, che suonino i tamburi, che resuscitino i pupazzetti decapitati dalla Burton, si da inizio a:

La Rubrica di Frederic L'Acculturato

Oggi, amici lettori, farò una recensione di un libro insieme al mio fedele compagno Gegè (per chi se lo stesse chiedendo è un cane di pezza che ho tenuto nascosto alla Burton, mettendolo nel mio dormitorio… Che mente geniale che ho). Il libro – che non ho naturalmente letto ma che faremo finta non sia così -  narra di una storia drammatica, spaventosa e terrificante con un che di enigmatico; omicidi, assassini, morti sospette e racconta… EHY, qui dice di essere adatto da cinque anni in su… Uff, ma perché il signorino Milo Welsh quando deve fare i suoi bisognini non rimette i miei finti libri al loro posto, santo zuccherino! Va bene amici lettori per l'occasione mi adatterò e dopo una lettura del libro (che non ho ovviamente fatto) e di altri giornali che danno una dettagliata recensione, recensirò – a mia volta – il libro da cinque anni in su; beh, penso possano valere le stesse cose già scritte, no? Un libro CARICO, amici lettori, di una storia drammatica, spaventosa e terrificante con un che di enigmatico; omicidi, assassini, morti sospette e racconta la storia di… i tre porcellini…? Ok questo è troppo… Dopo una consultazione veloce con la mamma sono riuscito a far giungere ad Hogwarts un libro cattivissimo, orribilissimo, mostruosissimo, terrificantissimo e si tratta diiii… ma perché ce l'hanno tutti con me? La mamma deve essersi sbagliata e mi ha inviato Le fiabe di Beda il Bardo. Vabbè, amici lettori, purtroppo la merce è poca e per questo numero dovremmo accontentarci, dato che non ho proprio idea di dove trovare altri libri (ndr in biblioteca direte voi… ma non posso entrarciiii… la signora cattivissima bibliotecaria mi ha fatto una foto a tradimento e dopo averla messa all'entrata, ha scritto sotto: ''io qui non posso entrare''; quella brutta puzzona) e ho già scritto metà articolo. Quindi, amici signorini fans, improvviseremo… Sì, dai, ci può stare, molti possono non conoscere questa stupenda raccolta di classici ed è qui, amici signori lettori, che interviene il vostro giornalista preferito, andando a raccontarvi, qualche piccolo aneddoto per incuriosirvi maggiormente. Che cosa sono le Fiabe di Beda il Bardo? Una raccolta di mini-favole che, se proprio devo essere sincero, non mi piacciono nemmeno un po'. Sono brutti come la signora Burton Caporedattrice e puzzano come il professore assistente Gregor Darsel (se guardate con attenzione hanno anche lo sguardo da pazzo di quel professore strano che fa le lezioni con gli animali). Lo scopo di queste fiabe è quello di condurre verso una riflessione finale al termine delle interazioni tra i personaggi. Per questioni di tempo vi racconterò quella che mi è piaciuta di più, anzi anzi, quella meno brutta: 

La fonte della buona sorte: Ci sono quattro maghi, ad uno manca il cuore, ad un altro il coraggio, ad un a… Ah no scusate amici lettori, mi sto confondendo. Però i personaggi sono sempre quattro, tutti i personaggi soffrono di qualcosa, chi di mal di pancia, chi di mal di testa, chi non ha mai assaggiato gli zuccherini; insomma i motivi sono vari e decidono di dirigersi verso la fonte della buona sorte. Tuttavia, poco prima di raggiungerla devono superare un ostacolo che porta loro a sacrificare qualche parte di sé. Ora, non ricordo bene cosa sacrificano, ma per dare suspense alla storia, drammaticità, spaventosità, enigmaticità e tutti quelle cose che ho detto prima, diremo che i protagonisti sacrificano parte del loro corpo. Chi un braccio, chi una gamba, chi la sua scorta personale di zuccherini (sigh ndF). Sacrificando parte del loro corpo si rendono conto di aver saziato la fame di un mostruosissimo Goblin con la faccia da clown che sbuca dal nulla assieme ai suoi amichetti che decidono di mangiarsi tutti e quattro. WAAAAAH SIIIIII, TERRIFICANTE. ECCO IL LIBRO CHE FA PER VOI, AMICI LETTORI. Io credo che la morale della storia sia: Non dare un braccio a chi ti chiede una gamba, oppure una gamba a chi ti chiede una lingua. Tu cosa ne pensi Gegè? (ndr per i miei amici lettori, notifico che il mio orsacchiotto è d'accordo col sottoscritto). Ad ogni modo, la storia riportata potrebbe non coincidere del tutto con quella reale, non lo direi mai; purtroppo la signora puzzona Burton mi dice non raccontare cretinate o cose false per fare ascolti, quindi sono costretto a dire sempre la verità.

Un saluto

Frederic – il Beda – Stevens (con la partecipazione di Gegè – il Bardo – pupazzo)