By vocestudenti | dicembre 25, 2014 - 11:39 am - Posted in Dicembre 2070

Una lezione con il botto quella a cui sono andati incontro gli studenti di uno degli anni più chiacchierati in assoluto: il quarto! Siccome ormai mi hanno relegato simpaticamente alla cronaca sono qui a fare il mio lavoro nel modo più preciso ed attento possibile. Per questo ho deciso di lanciarmi in una coraggiosa avventura al di fuori delle mura della Redazione, in quella bolgia infernale di studenti che girellano per i corridoi. Ebbene sì, miei cari lettori! Mi sono lanciata alla ricerca di chi in prima persona ha subito la terribile lezione impartita ai quartini dal professor Marston e dall'assistente Ambjornsen, che per una volta hanno superato tutti i colleghi in abilità, lanciando un'illusione potentissima che ha gettato i ragazzi in una prova letale. Nulla di nuovo, direte voi, dato che una giornata al castello appare sprecata se un docente non cerca di ucciderci al giorno d'oggi, ma la novità e l'originalità dell'impresa è notevole: gli studenti infatti hanno creduto di partecipare ad una lezione normale e tranquilla del loro anno, con tanto del solito planetario magico del professore che li ha amorevolmente accolti… finché… BOOM! Dopo una recitazione molto di classe della professoressa Ambjornsen, che ha finto una predizione spontanea, la cupola è crollata sulle teste degli studenti, facendo piovere frammenti di vetro e figure di quelli che ai quartini sono apparsi come letali maghi oscuri. Queste figure sconosciute hanno attaccato gli studenti con quelli che a loro sono sembrate maledizioni ed altri incantesimi di magia nera. Deborah McFarland, Allen Hollowdale ed Alex Garden sono svenuti quasi immediatamente e sono stati visti giacere immobili, Nadine Davies è stata incarcerata riportando lievi ematomi su polsi e caviglie, Nick Watson e Sheila Hamilton più di tutti hanno risentito della pioggia di vetri e del bruciore da ferita, Savin Reid è stato pietrificato e Loyr Esseltil è stato schiantato contro la lavagna. La prova degli studenti quindi appare come piuttosto scarsa, è vero, ma a quanto pare lo scopo dei docenti era proprio quello: far capire agli ingenui quartini quanto sarebbero inermi di fronte ad un attacco così violento e quanto dovrebbero mettere la testa a posto.
Queste sono mie personali supposizioni, certo, ma sono comunque supportate da una talpa all'interno del gruppo, di cui ovviamente non specificherò il nome, che ha ipotizzato che la scelta di utilizzare il quarto anno come cavia sia dovuta all'intensa attività di questi ultimi. Che tipo di attività? Ma ovviamente ormonale. Si sa che i quartini hanno ampiamente superato persino gli anni superiori cercando di reagire alla catastrofe imminente con il meritorio ma poco opportuno scopo di ripopolare il pianeta. Nonostante ciò, io personalmente sono andata a cercarli per porre una semplice domanda ad ognuno di loro: la lezione impartita, che effetto ha avuto? Recuperato l'utilizzo comunicativo per la lingua ognuno mi ha risposto in maniera diversa: qualcuno come Watson e la Hamilton ha cercato di vedere gli effetti sul lungo periodo, ammettendo di essere stati traumatizzati dalla violentissima esperienza, ma allo stesso tempo riconoscendo che fosse necessario per prepararsi. Un trauma, quindi, certamente violento ma al quale viene lasciato, con un lieve beneficio del dubbio, il riconoscimento di una sua utilità. Anche Savin Reid è di quest'idea, ma poichè mette in discussione la mia serietà come giornalista e la serietà stessa della Voce mi sento in dovere di riportare le sue parole esattamente come le ha dette, lettera per lettera, così non potrò "rigirarle come mi pare": "ci hanno messo davanti ad una situazione che per quanto grave" pausa di riflessione "poteva anche essere reale. E abbiamo capito che non saremmo pronti in quelle situazioni. Soprattutto ci hanno aperto un po' gli occhi." Mi soffermo solo a specificare che al posto di "poteva" avrebbe dovuto dire "avrebbe potuto" per fare un periodo ipotetico degno di questo nome, ma comunque… Infine abbiamo Nadine Davies e Deborah McFarland che mi sono apparse come quelle senza dubbio più scosse e sconvolte dall'esperienza: nel caso della signorina McFarland consiglio una buona dose di pozione tranquillante, mentre di fronte al comportamento discutibile ed un tantino psicotico di miss Davies mi sento in dovere i consigliarle l'aiuto di uno specialista.
Quindi che cosa è successo ai nostri compagni? Gli è stata impartita una lezione durissima di fronte alla quale hanno reagito in maniera discordante. Personalmente ritengo che i professori abbiano fatto bene a shockarli in questo modo ed anzi spero che in futuro tutti quanti prendano più seriamente la situazione, e che allo stesso modo facciano tutti coloro che, pur non coinvolti in prima persona in questa prova, stanno prendendo lo stato delle cose con eccessiva leggerezza.

Thea Taylor. VI anno corvonero. Diciassettenne nata nel giorno più triste dell'anno -2 novembre- proviene dall'isola di Land's End -popolazione otto gatti ed una vecchina ultracentenaria- martellata 364 giorni all'anno da una fitta pioggia e sovrastata da un cielo grigio ferro. Il 365° di solito grandina. Entra nella Voce degli Studenti perchè la considera un modo efficace di diffondere il suo Sacro Verbo senza rischiare troppo di essere massacrata brutalmente da gente che lei definisce "Di ristrette vedute ed ancora minore cervello" ma che da tutti gli altri potrebbe essere considerata "Semplicemente con i boccini pieni della Taylor e delle sue filippiche incomprensibili". C'è chi dice che la sua voce ed il suo sarcasmo siano graffianti ma ci mette anche del suo il gatto, Sir Baffo, che adora attentare alle caviglie della gente ed anche in generale a tutte le parti del corpo che riesce a raggiungere. Ha deciso di dedicare la propria vita alla Magiarcheologia e segue Aritmanzia con una frequenza sospetta. Pare che sia incapace di provare sentimenti ma c'è chi giura di averla vista sistemarsi gli occhiali e slacciare un bottone delle tremende camicette che porta sempre al passaggio del professor Wenlock.
By Vaniglia | dicembre 23, 2014 - 6:19 pm - Posted in Dicembre 2070

Attacco all’Hogwarts Express da parte di tizi trasfigurati da sciacalli, studenti cruciati, due docenti morti, un barbone stecchito, il curatore del Museo di Storia della Magia scomparso e poi stecchito anche lui. Blablablabla. Si respira un clima così depresso che l’unico modo per tirarsi su il morale sarebbe quello di tuffarsi nella mega fontana di cioccolato comparsa un mesetto fa in Sala Grande. Magari tuffarsi in mezzo al cioccolato  mezza tonnellata di api frizzole, Everdream, MissingColors , Glis, Pallini acidi, Zuccotti di Zucca eh… bhè si avete capito. Qualcuno un tantino più sensibile potrebbe anche provare ad annegare in questo paradiso terrestre. Non sarebbe bellissimo? No, scherzi a parte: ragazzi non provateci a casa. E neanche a scuola.

Image and video hosting by TinyPic

In mezzo a questo clima depresso e lugubre, è bello sapere che c’è qualcuno che non si deprime così facilmente e sa ancora come divertirsi e far divertire (non come il rompiboccini di turno che ti appioppa uno sguardo truce addosso se ti metti a ridere perché “Ti rendi conto la gravità di mettere in moto QUEI muscoli facciali in un momento come questo? Meriteresti di essere messo alla gogna per questo, cioè”). E’ il caso di Hector Wittie, proprietario del DNA Cafè (Day and Night Art Cafè) che lo scorso 29 Novembre ha organizzato la prima edizione del Torneo di Quizard marchio, appunto, D.N.A Cafè. Quattro gruppi di intraprendenti (e probabilmente anche un po’ brilli) maghi si sono scontrati in un SuperQuiz all’ultimo colpo di bacchetta. Campo di battaglia? Cultura generale, incantesimi, le fonti mi riferiscono pure una domanda Hogwarts. I concorrenti, appartenenti alle squadre dei Maridi, Goblin, Elfi e Centauri , combattono strenuamente per conquistare più puffole possibile: una puffola per ogni risposta giusta, due però se la squadra è stata la prima a rispondere. Ogni penalità faceva perdere una puffola alla squadra. Dopo una prima metà gara che ha visto in testa Maridi e Goblin, i Centauri e gli Elfi hanno recuperato terreno rispondendo esattamente alla domanda “Quante armature ci sono nell’Aula Difese delle Arti Oscure?”, creando una situazione di parimerito sia per i primi che i secondi. Solo un breve tentennamento per i Maridi alla seguente domanda “Qual è l’incantesimo che si usa all’ora del tè?” per poi risalire al primo posto in classifica, seguiti da Elfi, Goblin e Centauri. Ed è azzeccando a scegliere le opzioni su “Chi era Urg lo Sporco?” che i Maridi si sono aggiudicati la vittoria. Il premio? Trofei a forma di maridi che la squadra composta da Clarence Colton, l’ex Caposcuola Tassorosso Hypnos Barrach, Ilary e Adam Wilson hanno avuto l’occasione di riempire (e chi lo dice che i trofei sono solo soprammobili prendi polvere?) con i cocktail della casa.  Il locale di Diagon Alley infatti, oltre a essere diviso nettamente in una parte diurna arredata all’antica e che funge da salotto letterario per maghi più o meno acculturati (stile Horklump, per intenderci) e in una notturna che funge da pub, produce una serie di cocktail corretti con piccole dosi di pozioni per il cambiamento di stato. Pozione dell’allegra compagnia, tartagliante, del canto continuo, un avventore distratto potrebbe ritrovarsi femmina da un momento all’altro bevendo una GenderBender. Sembra che gli stessi vincitori durante la gara siano stati più allegrotti del solito. Colpa di un Marry Mate di troppo? Potrebbe darsi.

By vocestudenti | dicembre 22, 2014 - 10:06 pm - Posted in Dicembre 2070

TassorossoSo che qualcuno, non vedendo il mio articolo nel mese di Novembre, aveva sperato di essersi liberato di me. Ebbene no, perchè eccomi qui che scrivo e non un articolo qualunque, ma quello sulla partita Tassorosso – Serpeverde. Cioè, seriamente. Serpeverde è sempre stato un tabù per i Tassi, dato che non ci vincono dai tempi di… Nigel Jarvis e Rygar Connelly? Può darsi. Comunque sia, bellissima partita, piena di colpi di scena e ribaltamenti di fronte. In particolare, ha colpito la tattica con cui Tassorosso ha imbrigliato le Serpi. Siamo tutti contenti della loro vittoria, ad ogni modo. Grifondoro prima nella coppa delle case, Tassorosso in quella del Quidditch.. che sia la fine del predominio Serpeverde (durato fin troppo)? Tutti ce lo auguriamo.
Partita che comincia con una coreografia mozzafiato dei bolidi, che sono andati a disegnare quello che sembra una sorta di cuore molto natalizio con le loro traiettorie di volo. Spettacolo che non è destinato a finire: inizia con la Lamb e la Bustles a centrocampo. La Serpeverde scatta come un felino sulla pluffa e la Tassorosso, astuta, glielo lascia fare, andando ad incollarsi in stile sardina all'avversaria, tentando così di rubarle palla. Peccato che questo rimanga solo un tentativo, in quanto la Lamb decide bene di esibirsi in una buona Reverse-Pass, lanciando l'esordiente Sneaky (meno male che il cognome è più semplice del nome) tutto solo verso l'area dei tassi. Tutti già si aspettavano il primo gol ma, ringraziando Godric, ci pensa Thaboson a chiudere la porta in faccia alla Lamb, che nel frattempo aveva scambiato pluffa al limite dell'area con il suo compagno. Ma non c'è neanche il tempo di esultare per la grande parata del Tassorosso, perchè tutti sono col fiato sospeso per via dei bolidi che stanno scendendo nella zona dove possono disarcionare più gente: il centrocampo. Anche qui tattica perfetta di Tassorosso: la Choi va a difesa della propria cercatrice, Wycliffe va saggiamente a rompere i boccini disturbare Sonn. Quello che ne consegue è che un bolide viene lasciato all'avventura, mentre l'altro subisce più colpi di una pallina di flipper e alla fine chi ha la meglio è proprio il battitore Tassorosso: lo va a colpire verso la povera (ma anche no) e indifesa (c'è da dirlo) cercatrice Serpeverde, la McCollough, che decisamente lo sottovaluta, offrendo alla saggina un trattamento gratuito di barba e capelli. Libera? Macchè: il bolide punta nuovamente la cercatrice Serpeverde e contemporaneamente il boccino decide di far la sua comparsa. Inutile dire che Kim ci si è gettata in anticipo, cosa permessa anche grazie alla saggezza dei due battitori Tassi. I Gialloneri proseguono la loro azione pluffa in mano, con due cacciatrici come la Wood e la Garden che trovano i tempi di gioco meglio d'un orologio svizzero: la Wood protegge pluffa dai cacciatori Serpeverde, la Garden si impossessa della stessa… e via verso gli anelli difesi da Mavi.Serpeverde
Ah, vero. La Grey nel frattempo è riuscita a realizzare finalmente che sta giocando una partita di Quidditch e decide di andare in pressing sulla pluffa. Pressing neutralizzato, peraltro, dai buoni movimenti della Wood. Dall'altra parte, un intraprendente Wycliffe va a disturbare ancora Sonn, che oramai ha preso le misure e salta il tassorosso con una certa facilità, andando a colpire il bolide che  è rimasto vagante ed indirizzandolo verso Kim: ha fatto i conti senza l'oste, si dice in Russia. Una Choi in grande spolvero riceve il bolide, lo indirizza contro la povera McCollough e ringrazia commossa da tanta generosità. Peccato sia talmente commossa da non vedere bene la cercatrice Serpeverde, sparando così a vuoto un bolide che sapeva di grande occasione. Contemporaneamente, però, Wycliffe ha deciso di dare una ritoccata al bolide già diretto contro la cercatrice verdeargento. E ci sarebbe pure riuscito, se non fosse arrivata la nostra AMATISSIMABELLISSIMA caporedattrice Hilary a dare una spallata al ragazzo decisamente irregolare e fallosa e a salvare l'ancora inesperta compagna da una tragica fine. E se credete che la suddetta spallata già di per sè sia scandalosa ed irregolare, signori miei, lasciatevi dire che non avete capito niente. Infatti, la Lamb e la Grey, due rinomatissime carogne patentate (e no, non ho paura nè di loro, nè della loro vendetta), decidono bene di cambiare ruolo all'ultimo momento e di battere i piedi come un bambino, per la serie "Noiononcistoaperdere, weeeeeeeeee!": lanciandosi contro Kim e andando a commettere tanti di quei falli che in una partita di Quidditch non si sono mai visti. E la colpa è anche della Deering, eh, che non fischia niente. Che sia stata corrotta in qualche modo? Possibile, dopotutto queste serpi sono capaci di tutto. Neanche serve dire che Mavi, lasciato al proprio destino, ne prende ben sette da una Bustles che è apparsa in forma smagliante, c'è da riconoscerlo. Ma tanto il placcaggio da parte della Lamb e compagnia bella, dall'altra parte,  non è servito a niente, perchè Kim aveva già preso il boccino.  E dire che sono felice che le Serpi se la siano presa in quel posto è riduttivo. Godo.

Dimitri Leroy. Quinto anno, Grifondoro. Uno dei maghi più belli, famosi e nominati di Hogwarts. Del suo passato non si sa praticamente niente, cosa che ha spinto qualche persona a mettere in giro voci secondo le quali sarebbe figlio di maghi oscuri. Testa calda, ha preso più punizioni lui in cinque anni che tutta la scuola messa insieme, tanto da essere ormai universalmente riconosciuto come un bullo o comunque una persona poco raccomandabile. A detta di molte ragazze il mago più bello del castello: dongiovanni, si dice che nessuna possa resisterlo. Media scolastica alquanto discutibile, a parte in trasfigurazione, nella quale si è scoperto essere particolarmente portato. La sua vera passione è il Quidditch, sport che pratica dal suo secondo anno. Dal suo quinto anno scrive per la Voce degli Studenti a suo dire per "dare un senso alla vita scolastica". Fidanzato con Kimberly Marshall, capitana di Tassorosso, alla quale si dice che abbia rapito il cuore
By Helle7 | - 7:03 pm - Posted in Dicembre 2070

Come “giornalista”, seppur solo di un giornalino scolastico, la deformazione professionale induce a spulciare ogni nuova copia de La Gazzetta del Profeta, a raccogliere indizi su ciò che succede Là Fuori che potrebbero essere collegati alle recenti tristi vicende accadute a Hogwarts. Capitano anche, però, dei momenti in cui siamo “stanchi”, vogliamo far finta che vada tutto bene, lasciare che ci tolgano spazio e aria in nome di un’apparente tranquillità e sicurezza. Siamo stufi di doverci continuamente preoccupare, stare all’erta: vorremmo solo una vita “normale”, per quanto poco sia possibile. Vogliamo credere che, durante una ronda, il massimo che ci possa capitare sia qualche scherzo di Pix. Questo mese non volevo parlarvi, tuttavia, di come con facilità ci si crogiola stupidamente in false sicurezze, né ammonirvi di controllare tutto con fare paranoico, prima che anche le stringhe delle vostre scarpe decidano di strozzarvi in un momento di distrazione. Volevo solo raccontarvi di come, in un modo o nell’altro, anche se si sfugge a certe cose, queste possono trovarvi nel modo più inaspettato.
In questi giorni, ero presa a studiare come una pazza per le ultime valutazioni prima delle vacanze e in altre mille pensieri stupidi, come cosa indossare al Ballo dell’Agrifoglio, riducendo anche un po’ il tempo che di solito dedico alla redazione e non avevo molta idea di quel che stesse succedendo nel mondo magico fuori da queste mura. Stavo facendo una normale ronda con Sonny (Sorority Trulock, come molti di voi sapranno già), quando ci siamo imbattute in un’accesa discussione. Passando davanti al quadro della taverna al piano terra, oltre ai soliti avventori e all’oste maleducato, si erano rifugiate un paio di infermiere provenienti da chissà quale tela, tremanti e spaventate, cui un gruppetto di frati stava offrendo una serie di liquori fatti in casa per rinfrancare lo spirito. A prescindere dalle urla dell’oste che sbraitava contro le bevande introdotte dall’esterno, a scapito del suo esercizio, prestando attenzione si poteva cercare di capire cosa avesse ridotto le due signore in quello stato. A quanto pare, le due infermiere fan parte dello sfondo di un quadro di un noto guaritore del San Mungo, distintosi anche a Hogwarts secoli orsono. 
Ultimamente l’ospedale londinese è stato teatro di innumerevoli stranezze, ma questa volta si cade nel macabro. Carpito tra farfugliamenti e  singhiozzi, sembra che il reparto per le lesioni permanenti da incantesimo sia stato macchiato da un orribile delitto. Il quadro completo è stato ricostruito dalle fughe di notizie che sono giunte alla stampa, anche se molte non collimano con la versione data dalle infermiere dipinte. Vittima una senzatetto di nome Marguerite, a cui sembra sia stato strappato il cuore dal petto, organo di cui si sono perse le tracce. Per quanto l’esecutore materiale sia stato fermato, in realtà i veri colpevoli sono ancora a piede libero. Difatti è stato accertato che Aretha Chrissie, Responsabile Amministrativo e Giuridico del San Mungo, si trovasse sotto la maledizione Imperio, quindi il suo fermo non rappresenta una svolta per le indagini. A scoprire l’efferato omicidio è stata l’infermiera Catherine Birfh, cui sono corsi in aiuto la Guaritrice Responsabile del reparto, Helene Dalis, e altri dipendenti del San Mungo,  Baltasar LinusAgathodaemon MacGillivray e Mycroft Cole. Pare che fossero presenti anche dei ministeriali, tali Malloy e Colton, rivelatisi poi, se le fonti sono attendibili, un Auror e un Hit Wizard. La loro presenza era del tutto casuale? O Marguerite non è stata assassinata per caso e c’è un disegno ben più complesso dietro?
Sta di fatto che, a torto o a ragione, quando si sente parlare di questi fatti che coinvolgono parti del corpo umane, come in questo caso, o animali, come nella vicenda Lamorak, drizziamo tutti un po’ le antenne e facciamo collegamenti spesso e volentieri azzardati, ma che in qualche modo ci riconducono alla strana trasfigurazione degli attentatori dell’Espresso, proprio ora che si avvicinano le vacanze di Natale e molti studenti saranno costretti a usufruire del treno. Sappiamo che la nostra preside si sarà avvalsa di tutte le protezioni necessarie, ma un pochettino di inquietudine ci assale lo stesso.

Helena Ross, 17 anni appena compiuti, sestina e Prefetto Tassorosso, vive a Grove, nell'Oxfordshire. La prima volta che ha messo piede in redazione si pensava fosse muta, ma metterla a suo agio si è rivelato alquanto deleterio per le orecchie degli altri scribacchini. Dovunque si metta a scrivere si possono trovare montagne di pergamene appallottolate, tanto che per mandare in stampa il giornale si è costretti a strapparle i fogli dalle mani. Ha una passione smodata per gli animali e, di conseguenza, per Cura delle Creature Magiche. Tra i suoi sogni, riuscire ad acchiappare un Gillidh e ad allevarlo. Studiosa, con un senso del dovere malsano, dice di non essere portata per lo sport, specialmente a cavalcioni di una scopa.

Se vi aspettate un articolo da gossip pieno di sciocchezze ed esclamazioni/puntualizzazioni su questa o su quella coppia che varcherà la porta della Sala Grande il giorno del Ballo dell'Agrifoglio… Be', innanzitutto avete sbagliato giornale, in seconda battuta avete sbagliato articolo quindi fareste meglio a girare pagina ed infine, sì, avete sbagliato anche scribacchina.
Il Ballo dell'Agrifoglio, checché se ne dica, ha origini antichissime ed oramai il fatto che non gli venga attribuito il giusto peso sminuendolo a "il ballo dove le nuove coppiette si mettono in mostra con vestiti lunghi e mozzafiato che non avrebbero altrimenti modo di indossare al castello, woooow" ha fatto sì che la parte più magica e radicata nel nostro castello della festa venisse oscurata da altro.
L'agrifoglio, sia per noi maghi che per i babbani, ha innanzittutto simbologia taumaturgica e protettiva; ergo, in vista del nuovo anno che si avvicina, regalare dell'agrifoglio al prossimo vuol dire augurargli ogni bene ed è quello che il corpo docenti augura a noi studenti, dedicando la sera prima del ritorno a casa per le feste a questo. Secondariamente – non per importanza, si intende – da qualche libro su Hogwarts e la storia dei fondatori ho letto che l'origine di questo ballo sembra risalire al medioevo, proprio nel primo periodo della nascita del castello di Hogwarts.
Si dice che, per il primo Natale, i quattro fondatori volessero trovare qualcosa che potesse sia avere un significato di un certo tipo per i pochi maghi in erba che a quel tempo si trovavano al castello (ed anche per le loro famiglie chiaramente), che essere rappresentante in qualche modo di quello che loro avevano creato, con la speranza che durasse a lungo nel tempo.
Scelsero l'agrifoglio per via della sua importanza storicamente simbolica ma anche perché, per la sua forma, trovarono in lui il miglior rappresentante di ciò che avevano costruito. Esso è, infatti, composto da quattro foglie verde scuro contornate da del bianco ed appuntite per tutta la superficie, punte atte a tenere ben separata ogni foglia nella propria individualità ma unificate al centro dove spiccano delle bacche scarlatte. Le quattro foglie, banalmente, indicherebbero i quattro fondatori, ogni foglia separata dalla vicina affinché ogni casata fosse a sé stante sebbene l'essere unite al centro rappresentasse proprio l'unica essenza del castello. Per di più, i colori delle foglie magicamente hanno una certa rilevanza: il verde, fra le altre cose, è indice di nascita, di crescita, di comunità e di concretezza; il bianco è il colore della purezza per eccellenza ma anche dell'ordine, della struttura, della moralità, della cooperazione e di ottimismo… Non starò qui a spiegare ogni parola ma mi sembra abbastanza chiaro che questi fossero tutti fini ultimi dei fondatori. Le bacche rosse, invece, proprio perché suoi frutti contenenti gli organi riproduttivi della pianta, erano simbolo di prosperità e con il loro colore acceso propiziatrici di luce e calore. Infine, scelsero di accostare questo simbolo al ballo perché a quel tempo era la migliore rappresentazione di unione, cooperazione e confronto fra tutti i membri della comunità e quindi il modo ottimale per attuare il loro piano. Solo successivamente alla dipartita di Salazar Serpeverde dal quartetto, l'agrifoglio si raffigura con tre foglie anziché quattro.
Tornando però al presente, non si può non tener conto di quello che sta succedendo fra le mura del nostro castello e, soprattutto, di quel che è successo all'ultima festa: ergo la mia domanda – così come quella di molti altri probabilmente – dovrebbe sorgere spontanea: visti i precedenti non proprio piacevoli, è prudente organizzare un simil evento aspettandosi, magari, che per noi studenti sia tutto normale come gli anni passati?
La sottoscritta è combattuta su cosa pensare al riguardo ma, per di più negli articoli, si prova sempre a discernere la parte oggettiva da quella soggettiva ed è quello che farò.
La Ivy soggettiva risponderebbe di no: non si può rischiare sulla pelle degli studenti, non si possono fare tentativi di nascondersi dietro ad un dito, non si può cercare di indorare la pillola, non ci si può aspettare che gli studenti non rivivano quei momenti di terrore di Halloween, non si può pensare che siamo così sciocchi da abboccare a questo tentativo di relax e spensieratezza solo per della musica coinvolgente, degli incanti affascinanti e del cibo prelibato. Tutto ciò è un'offesa per la nostra intelligenza, per la sofferenza di chi ha vissuto gli ultimi mesi in infermeria e per tutti i defunti dentro e fuori queste mura.
La Ivy oggettiva risponderebbe di sì, con le dovute protezioni e minuziose accortezze del caso, perché privarsi della gioia di quelle ore equivarrebbe a far vincere loro e non possiamo permetterlo… E' sufficiente la felicità di qualche attimo, il lumos dei nostri cuori, a scalfire il muro dell'oscurità. E' giusto rispettare le tradizioni, specialmente se esse hanno a che fare con il sogno e le solenni aspettative di qualcun altro, quel "qualcuno" che ha permesso a noi maghi di affermarci nella storia e di avere un posto dove poter crescere e rinvigorirci, in previsione di un futuro in quella comunità che rappresenta al meglio il desiderio di unione e rivalsa dei grandi maghi del passato. Per di più, se è previsto che questa tradizione sia un modo perché il corpo docenti auguri ogni bene per tutti noi, allora non potrebbe essere momento più azzeccato. E' la volontà che nutre e dà forza alla magia che ci scorre dentro.

Infine, termino con qualche riga per gli aitanti cavalieri che invitano le dame a far loro compagnia al ballo. Come dovrebbe comportarsi un cavaliere? Innanzittutto, non si può dimenticare che è un ballo e come tale ha origini antichissime che prevedono precise modalità da rispettare: no, la frase "siamo nel ventunesimo secolo ormai!" non è permessa come scusante proprio per le origini antichissime di cui sopra. Tornando alle modalità, però, procedo elencando qualche punto fondamentale: 1) i cavalieri devono invitare le dame: sono la prima a lottare per la parità dei sessi e dovreste saperlo, ma per certe cose che seguono la tradizione non si può dire di no 2) i cavalieri devono avanzare il loro invito di presenza e non via gufo: è alquanto squallido e poco rispettoso per la dama che ci si nasconda dietro un pezzo di pergamena, oltre ad essere poco mascolino 3) i cavalieri devono presentarsi puntuali se non in anticipo al luogo dell'appuntamento: il ritardo potrebbe far supporre alla dama che non sarete presenti e dar vita a spiacevoli incomprensioni 4) i cavalieri devono indossare abiti in linea con quello delle dame: non è carino che la dama sfoggi un vestito elegante ed il cavaliere non sia all'altezza o viceversa, meglio confrontarsi prima 5) i cavalieri devono portare dei fiori alle dame: i fiori possono essere indice di tante cose e fra queste rientra anche la gratitudine per aver accettato l'invito al ballo 6) i cavalieri devono prendere lezioni di ballo: non è bello che la dama abbia i piedi distrutti né è rispettoso che le loro scarpe, possibilmente nuove, siano rovinate dall'inesperienza altrui 7) i cavalieri devono andare a prendere da bere: non è cortese che sia la dama a lottare al tavolo con tacchi ed abito lungo.

Adesso, dopo avervi tediato – conscia del fatto che tutto ciò vi sembrerà il solito ciarlare di una fanatica – non mi resta che augurarvi buon Ballo dell'Agrifoglio e buone feste a tutti.
Che la magia del Natale sia con ognuno di voi.

Ivy Hevenge. Sestina grifondoro, 16 anni. Figlia di un cavaliere di Mornay e di una babbana, vive nella medesima isola magica ed ha tutte le intenzioni di seguire le orme del padre anche se una regola legata al sesso glielo impedisce; per questo tutto quello che fa ha come finalità quella di essere il cavaliere perfetto, perfetto a tal punto da poter abbattere una regola antidiluviana e sessista. Ed è anche convinta di riuscirci! Poveretta…Si batte affinché le femmine siano al pari dei maschi, sia come opportunità che come considerazione, cosa che trapela anche nei suoi articoli; occupa perennemente la prima fila in aula e mira ad eccellere in tutte le materie. La sua "carriera" da scribacchina è iniziata con un'invettiva nei confronti dei partecipanti al Torneo indetto dai Cavalieri di Mornay. Segue 9 corsi, è presidentessa del Probe, presidentessa del Club del Libro e socia del WWFFB scolastico. I due fratelli gemelli Barristan e Lancelot appena approdati ad Hogwarts la faranno impazzire a breve.
By Anne Burton | - 9:47 am - Posted in Dicembre 2070

La peggior figlia di Morgana che possiate aspettarvi… io l'ho detto. Sapete cosa succede quando si cerca di sfidare una figlia di Morgana caduta dai Grampians e con alle spalle una famiglia di maschi che ti fa capir subito come ragionano? Che la paghi. Ma non in modo – da Troll – di scherzi pesanti o botte che non posso certo dare. L'arma migliore è la tenerezza, l'ha detto qualcuno tempo fa. Immaginate cosa può provare un Tommy Tebaldo O'Flynn mentre si ritrova tra le mani una pagina di giornale di cui ignora l'esistenza. Immaginatelo mentre si ferma in mezzo al corridoio, guarda davanti a sé e poi alle sue spalle. Immaginatelo mentre – in stile cucciolo di carogna selvatica – sorride appena…e poi passa i minuti successivi a rimirare le sue foto mentre quel sorriso s'allarga piano piano. Immaginatelo, perché la mia vendetta per avermi obbligato a pubblica manifestazione di mancanza con quell'articolo a quattro mani, sarà vederlo correre per tutto il castello cercando il vero ammmmoreh della sua vita: me. E calmatevi, donnette, non intendo quella roba che vi fa struggere il cuoricino e far scambiare il meteorismo intestinale per altro. Lui è il mio migliore amico – ho uno strano modo per dimostrarlo, lo so – quindi non esiste amore più grande. Niente bro'. Basta amo'. Scommettiamo?

2 Novembre 2070: Sei uno stupido, O'Flynn e pure dei peggiori. Ti rimpinzi di ogni ben di Tosca senza pensare minimamente a cosa stai ingurgitando. E quindi meriti di restare in infermeria. E meriti anche il disegno animato che ho fatto attorno a questa stupida foto, idiota esattamente quanto te. E' un annuncio di morte con tanto di ceri lugubri neri neri, se non ci dovessi arrivare. Per te è facile, tanto, te ne stai disteso impietrito come  Nathaniel Rodriguez praticamente da quando è nato. Che ti importa, del resto? Le femmine verseranno lacrime – e segretamente magari qualcuna sbircerà anche sotto le coperte, come ti aspetti che succeda – e se mai deciderai di tornare dal regno dei morti, saranno tutte ai tuoi piedi. Qualche Troll del tuo anno continuerà ad impilare compiti sul comodino, credendo ciecamente che nell'al di là che ti meriti, tu possa decidere di tenerti al passo con la Scuola. Fossero almeno compiti svolti potrei scipparli e tenermeli per l'anno prossimo. Ma a te non importa, tanto tu non vedi. Magari ascolti quello che dice chi accorre al tuo capezzale – un'altra ragione per non darti la soddisfazione di vedermi lì – e sotto sotto te la stai ridendo alla grande, per tutte le ca…scate di parole che devi sentire. Sai, credo che dovrei suggerire a qualcuno di cogliere la pluffa al balzo e rubarti un capello corrompendo uno bravo in Pozioni per poi farti apparire nel mezzo della Sala Grande a cena. Potrebbe essere la volta buona che mi libero di Calypso qualcuno che mi sta sulle scatole – morto per la giUoia di riaverti tra i vivi rompiboccini – senza neanche sporcarmi le mani. Hanno persino appena chiuso l'infermeria alle visite, certo che devi puzzare decisamente tanto, se questi sono i risultati. Ma tanto a te che importa? Reggi il veleno peggio di Noreal, fossi in te mi vergognerei, per dire. Ah, sappi anche che alla fine quella che ha sbirciato sotto le coperte sono stata io è stata qualcuna di mia fiducia. La foto di un O'Flynn in camicione d'ospedale vende più di uno Stephen Medicine in tenuta da Guaritore, renditi conto della fuga di cervelli che c'è in questa Scuola.

15 Novembre 2070: E così sei risorto dal meraviglioso mondo di Oz – Ozianti Zuzzurelloni – stando a quello che ha annunciato la Preside Wallace dieci giorni fa; e così dice anche la folla che fa la fila alla porta, pur di vedere colui che è sopravvissuto (fossi in te mi vergognerei ad essere paragonato ad un'occhialuto con la faccia sfregiata). Ora che ci penso, potrei fingere di avere un modo per far scalare loro la fila, ovviamente dietro compenso, procurandomi così un bel gruzzoletto per comprarti una scorta di Dolci Singhiozzini. Li meriteresti tutti, fosse anche solo per le facce che devo osservare in redazione. Hilary mi chiuderebbe nel Sacro Baule se divulgassi la notizia (ops! ndM) ma credo che non abbia mai sprecato così tanto inchiostro e fogli, per cercare di scrivere un editoriale. Vega credo abbia preparato una ventina delle sue bamboline – no, non sono di quelle che voi maschi amate particolarmente – anche se son tutte prive di testa perché qua fuori è ancora in corso il toto assassino. Le quotazioni ti davano più di là che di qua, a proposito, mentre ora si sono spostate più sul cercare di capire quanto ci impiegherà Medicine a cambiare il nome del San Mungo in Saint Stephen of Ireland – dopo la raccolta firme presentata dai tuoi fans – o chi sarà la prossima vittima, magari per il Ballo dell'Agrifoglio. Fai schifo, Tebby. Sono quindici giorni che non ho nessuno da insultare con la stessa carica emotiva che mi suscita la tua vista. Ma non ti fa senso quella robaccia che danno in infermeria continuando a chiamarla cibo? Non ti pesa avere a che fare con la Drybottle per tutto il giorno? Non puoi neanche andare a spiare le oche signorine nel bagno delle femmine, facendo finta di aver perso il senso dell'orientamento. La vedi la faccia da ebete che hai in questa foto? La guardo ogni giorno da quando sei in infermeria perché mi manchi. Ma non di quella mancanza che tasto con mano ogni volta che si fa il tuo nome in presenza di Erin, Sorority, Calypso, Hilary, Morrigan, Kane… porco Godric – pardon – hai anche qualche amico maschio che sospira come una femmina, fatti due domande! Mi mancano i rumori molesti che sai fare mentre tutti siamo in silenzio a scrivere. Mi manca ricevere una felpa in piena faccia perché hai improvvisamente deciso che è il giorno giusto per onorare un Diricawl apparendo come mamma t'ha fatto. Mi mancano un po' anche le Terre di Bleah, ma col cappero che mi  vedrai in infermeria a frignare perché neanche la Morte ti sopporta! Se proprio vuoi vedermi solleva le chiappe e cammina. Giuro che quando ho letto la storia di Lazzaro sembrava un comando grinzafico.

17 Dicembre 2070: Ricordi quando ti ho fatto credere che qualcuno aveva schiantato qualcun altro in Biblioteca, l'altro giorno? Beh, in realtà quella "luce" che hai visto è perché ho ingaggiato una mia coetanea per scattare questa foto a tradimento. In realtà ho preso in ostaggio uno dei suoi adorati libri di Betty Chisholm promettendole la restituzione una volta ottenuta una foto decente. Ed ancora più in realtà quel libro l'ho bruciato e ho trasfigurato la copertina di un altro perciò, ehi Mary, Buon Natale! La tua cultura ringrazia. Ma torniamo a noi o, meglio, a te che sei di nuovo tra i vivi – lo so, a vedere gente del calibro di Emrys Hansen anch'io avrei dei dubbi – ma resti un Troll, Tebby. Anche se sporgi il labbro inferiore o fai lo sguardo da cucciolo. Hai una vaga idea di quanto mi sei mancato a questa Scuola? O ai tuoi amici? Guarda i disastri che hai lasciato in giro, mentre poltrivi in infermeria sognandomi perché sono bella, brava e pure spiritosa, tutto in un unico pacchetto. O'John, per dire,  si è accorto dopo anni che se si tiene un libro in mano per più di tre ore non si va in autocombustione. Calypso invece ha fatto un rituale di scambio con Biancaneve  che, per chi non conosce le storie babbane, è una femmina morta per una mela – vi ricorda qualcuno? – e riportata alla vita da un principe. Praticamente Stephen Medicine è un principe, esatto. Per non parlare di tutti quelli che, con la scusa del trauma che tu avresti dato loro – sarà questo il significato di una botta e via di cui parlano i miei cugini quando cercano di risollevare il morale di miocuginoRobertèsinglebeatachiselopiglia? – hanno colto la pluffa al balzo per visitare le segrete stanze di Thofteen, Harrenhal e la Dalloway. Sei un portatore sano di disastri, Tebby. E non ci ho messo piede, in quell'infermeria, malgrado in molti ci abbiano provato, a trascinarmi lì. NON ho fatto svolazzare niente sino al tuo letto. NON ho fatto recapitare un biglietto di insulti per ogni giorno di degenza e NON ho fatto esplodere alcuna stella filante o coriandolo in giardino. Se un po' ti conosco, tuttavia, immagino che il tuo mononeurone – forse mezzo – si starà chiedendo perché non parlo di quello che ti è successo. Perché non mi sono precipitata ad abbracciarti quando hai rimesso piede in redazione. Perché scappo. In fondo è semplice, però, sai? Fallo un'altra volta e ti stacco direttamente la testa. Prova un'altra volta a farmi perdere la voce per le urla è mi assicurerò personalmente che tu debba passare l'esistenza a trangugiare brodo insipido e succo di zucca. Fammi passare altri giorni a dover chiedere a qualcuno del settimo anno di disilludermi per stare ore in piedi a vederti immobile facendo finta che il tuo essere idiota non meritasse alcuna visita da parte mia e ti prendo a calci sino a quando non ti vengono le chiappe come quelle della Welkentosk. Intese come belle sode, professoressa, ci mancherebbe.
Ti voglio bene, stupido
Mer.

By Hils | dicembre 21, 2014 - 3:00 am - Posted in Dicembre 2070

Prima della pausa natalizia, non ci resta che fare il punto della situazione con gli ultimi due Gran Tremi disputati a Novembre e Dicembre. Piste e condizioni atmosferiche sono state completamente opposte, si può dire, nelle ultime due gare. Per quanto entrambi i percorsi necessitassero di un ottimo controllo del mezzo per svoltare senza incappottarsi, se si considera la posizione degli anelli non mostrano altre somiglianze: che sia tutto studiato dagli organizzatori per dare un livello di difficoltà sempre maggiore ad ogni GT? Non ci resta che restare a guardare i prossimi sviluppi.
Per ora, ci basti concentrarci sui dati concreti che abbiamo in riferimento alle gare di B1. La pista di Novembre, oltre ad essere resa ancora più impervia da un forte vento, non ha mostrato numerosi cambi di quota: almeno l’assenza di pioggia ha fornito una buona visuale ai piloti e la temperatura è stata particolarmente clemente con i Riders. La pista di Dicembre, al contrario, poteva contare sull’assenza di vento ma, sfortunatamente, la scarsa visibilità dovuta alla fitta nevicata e il freddo pungente non hanno dato vita facile ai corridori, soprattutto se si tiene conto dei numerosi cambi di quota con cui hanno avuto a che fare. Un fatto curioso, associato a questa gara, è che la torcia del via sia rimasta accesa di una luce bianca, per dettare ai piloti il percorso che va dall’ultimo anello di un giro fino al primo del giro seguente.
nome immagineWayland Lowenn e Stanis Day hanno commentato entrambe le gare – ormai ci preoccuperemmo se non fosse così – mentre un pubblico sempre più numeroso ha occupato gli spalti dello stadio di Quidditch, non perdendosi d’animo e lottando anche contro il freddo e il gelo pur di supportare i suoi beniamini – tranne che a Dicembre: gli spalti erano un po’ vuoti. Gli studenti di Hogwarts hanno potuto assistere a due gare combattutissime, riempiendo l’aria – quando il vento l’ha permesso – di cori ed incitazioni più o meno amichevoli, ma ricordiamo che lo sport unisce tutti, sì.
Oro e argento assegnati al secondo GT non hanno sorpreso più di tanto, visto che si tratta – rispettivamente – dei rodatissimi Sonn e Bustles, seguiti a ruota da un’ottima Eirich al suo Gran Tremio d’esordio di quest’anno. La Grifondoro ha mostrato grande personalità durante tutto la gara, riuscendo anche a strappare il secondo posto ad Eleanor al ventesimo giro, quando Mius continuava, indisturbato, la sua tranquilla passeggiata al primo posto. Tassorosso e Grifondoro si sono battute alla pari, arrivando anche ad attivare il M.E.R.S. nello stesso istante e contendersi il secondo posto fino alla fine. Dietro di loro, scontro fra top rider: Hollowdale riesce a tenersi dietro la Seywright, combattendo con le unghie e con i denti per tenersi stretto quel suo quarto posto. Il top rider Serpeverde, poi, per conservare il vantaggio e il primo posto, fa in fretta ad utilizzare il M.E.R.S. in modo che gli possa consentire di allontanarsi dalle due in lotta per la seconda posizione. È all’altezza dell’anello 10 che la Bustles riesce ad avere la meglio sulla Eirich, che le rimane ugualmente attaccata alla saggina: niente da fare per la Grifondoro che, in ogni caso, porta in Sala Comune un ottimo terzo posto. Sonn, da parte sua, non è coinvolto in alcuna sfida all’ultimo sangue, ma ottiene il gradino più alto del podio con un enorme distacco dalla Bustles, che si accaparra l’argento. Ma anche la lotta per il quarto posto è sempre più bollente: Allen non riesce a mantenere la posizione, complice anche l’attivazione del N.O.S. da parte della top rider Grifondoro, e le lascia involontariamente il quarto posto, finendo per tenersi stretta la quinta posizione.
nome immagineStessa storia per il terzo GT: Sonn e Bustles sui primi due posti del podio, anche se è la Tassorosso che, questa volta, raggiunge il gradino più alto. I primi giri non hanno visto situazioni eclatanti, ma danni che non hanno fatto risentire troppo il Rider della loro presenza. Si parla della Sphinx, che ha piegato il manico andando a tamponare la saggina di O’John – che sembra aver preso il posto della Grey nel team Serpeverde, Leroy che ha dovuto percorrere un tratto di pista completamente avvolto nella neve e Hollowdale che ha scheggiato il suo manico, dopo essere andato a sbattere contro un mucchietto di neve. L’ultimo giro inizia con una brutta sorpresina per i piloti, diversa dalla scarsa visibilità che li ha afflitti fin dall’inizio, tanto da non vedere nemmeno ad un palmo dal naso durante i preparativi: la saggina completamente ghiacciata. Mentre Mius ed Eleanor possono avere più esperienza dalla loro, dietro – ad occupare le posizioni dalla terza alla sesta, in ordine – Allen, Erin, Dimitri ed Ian si ingegnano per trovare una soluzione al problema della saggina. Leroy si mostra il più inesperto, in questo campo, visto che perde il controllo della scopa e si va a schiantare per terra, concludendo così la sua gara e lasciando un O’John che si lancia all’inseguimento della top rider Grifondoro. Allen non riesce a soffiare l’argento alla Bustles, ma l’attivazione del N.O.S. lo porta decisamente troppo vicino alla saggina della top rider Tassorosso, che non lascia spazio a repliche e si tiene stretto il suo secondo posto: il tutto, mentre Mius si lancia tranquillamente verso la fine del percorso, senza impedimenti di qualche sorta. Erin, dal canto suo, attiva il M.E.R.S. e si riporta in pista alle calcagna di Hollowdale, mentre la Garden è riuscita ad agguantare il sesto posto. Poco prima di imboccare il terzo ed ultimo settore, la saggina si ghiaccia completamente a tutti i piloti, rendendo ancora più difficile la manovra del mezzo. La Bustles, in un impeto, riesce a sorpassare Sonn dopo aver imboccato l’ultimo anello, soffiando il primo posto al top rider Serpeverde mentre dietro di loro la battaglia si infiamma. Nessuno riesce ad utilizzare i bonus, visto che probabilmente il freddo ha intaccato il sistema di attivazione magica, e si trovano tutti alla pari per vedere chi riuscirà a prendere l’ultimo posto del podio ancora disponibile: c’è poco da aspettare prima che Hollowdale risulti colui che è destinato ad accaparrarsi il bronzo, tenendosi dietro un’agguerritissima Seywright fino alla fine. Ottimo debutto per O’John, che festeggia il suo quinto posto, seguito a ruota dalla Garden.

Hilary Darcy. 17 anni ad Aprile, Serpeverde anomala che bazzica nei sotterranei solo per dormire o frequentare Pozioni – dato che è miracolosamente riuscita ad essere ammessa alla classe M.A.G.O.. Nasce a Canterbury da genitori babbani e non ha mai fatto nulla per nasconderlo. Battitrice titolare della squadra di casata e fiera di aver partecipato anche alla scorsa Triquidditch di Durmstrang, contro ogni pronostico. Testarda, impulsiva e amante del fuoco: si dice che, dopo averci quasi rimesso le penne al quarto anno, sia diventato il suo elemento. I progetti per il futuro sono resi più o meno noti dalla scelta dei corsi da seguire dopo la fine del quinto anno, ma il fatto che non abbia ancora abbandonato lo sport forse sta a significare una leggera confusione, complice anche l’essere diventata Caporedattore de La Voce degli Studenti. Il punto chiave è non chiedere, perché si impegna sempre a sviare il discorso per non dare risposte certe a nessuno: solo la Dalloway è la custode della verità.
By Hils | dicembre 20, 2014 - 6:35 pm - Posted in Dicembre 2070

Non voglio mentirvi: questo editoriale è stato uno degli ultimi articoli consegnati per il numero natalizio. No, non è stata svogliatezza la mia, né tantomeno pigrizia o qualsiasi altra cosa simile che possa passarvi per la mente. Non si nasce Caporedattore, purtroppo, e se ci fosse una Guida all’Uso lasciata ai posteri dalla Burton, da Marge o da Leroi l’avrei già trovata e fatta mia Mer, non mi nascondi nulla, vero? Quindi, quale può essere una naturale conseguenza? Che molte volte si è confusi e indecisi su quello che bisogna scrivere. Fare un editoriale basato solo sulle vacanze e sugli auguri è stata la prima opzione scartata: già vista, troppo scontata e se questo fa cilecca posso sempre tenermela buona per l’anno prossimo – sempre che io resti in carica in seguito ad una serie di fortunati eventi. Fare un editoriale in cui si onorano caduti, feriti, soldati, comandanti è stata un’alternativa che mi ha tentata molto, soprattutto dopo l’11 di questo mese. Poi ho pensato, dopo l’ultimo editoriale, che non posso scrivere sempre a Tommy, insomma: ora posso andare in Redazione, sventolargli una piuma sotto il naso per distrarlo da Merida e i suoi disegnini e dirgli quello che devo. Quindi no, scartata anche questa. L’unica cosa utile che mi è venuta in mente è stata quella di leggere gli articoli già consegnati dagli altri scribacchini, i fedelissimi, quelli che sono rimasti con noi per tutti i mesi fin dall’inizio di questo disastroso anno, non abbandonando l’informazione al suo destino – saprete riconoscerli, ne sono sicura. Non sarò qui a citarvi tutti gli articoli, altrimenti vi toglierei il gusto di sfogliare il giornale, ma vi basti sapere che la lettura mi è servita per capire al meglio lo stato d’animo delle persone con cui sarei dovuta stare più a contatto in assoluto, in questi giorni, quando invece sono stata presa da altro. Ho ritrovato in Helle una forza di volontà che finalmente ha imparato a mostrare a tutti: ho sempre saputo che fosse una personcina speciale, ma il regalo di Natale più bello sarebbe che tutti possano rendersene conto e farne così prendere coscienza anche a lei. Vega, ogni volta, ci aiuta a capire quello che succede là fuori, ci apre gli occhi su ciò che sta realmente accadendo nel mondo magico, ma questa volta ci ha anche mostrato uno spiraglio che lascia ben sperare. Grazie a lei, ora anche io posso capire la necessità di questo ballo dell’Agrifoglio, smettendo di vederlo come un modo per dare una seconda possibilità a chiunque abbia già provato a farci fuori in un’occasione simile – try again, buddy! – e, magari, riuscire a godermelo almeno un po’, per quanto abbia altri motivi per essere lì. Merida, cara. Perché scappi sempre? Alla fine ti abbiamo trovata, ti ha ritrovata, ed io mi sono permessa di sbirciare quell’articolo ancora incompleto. Pura curiosità accademica, la mia, niente di più. Prometto di non dilungarmi troppo, altrimenti potrei risultare più logorroica di quanto in realtà sia – è tutta colpa del professore di Babbanologia, ricordiamolo – ma mi piace quel sorriso che hai ritrovato, anche se ti nascondi. Come mi piace anche l’aria che si respira di nuovo in Redazione e non posso che sperare che anche con l’anno nuovo continui ad essere presente. Cosa può fare una presenza in più in uno sgabuzzino allargato magicamente, vero? Non mi resta che lasciarvi alla lettura del nostro numero natalizio, se non l’avete già fatto, con l’augurio di un buon Natale e di un felice anno nuovo e concludo solo con un BENTORNATO, TOMMY! … ops, avevo detto che non l’avrei fatto.

By vocestudenti | dicembre 18, 2014 - 11:19 am - Posted in Dicembre 2070

Non è per caso nè certo per pigrizia che i miei titoli più recenti contengono un Lumos. Perchè c'è troppo buio intorno, troppe cose che avvengono nell'oscurità rendendo estremamente complicato ritrovare i fili che muovono tutto. A volte, però, la luce arriva e non solo in senso metaforico. E credo che, quando questo accade, è bene che sia risaputo. Non per crogiolarci nella convinzione un po' ingenua e allo stesso tempo un po' reale che c'è comunque qualcosa di buono là fuori, ma per ricordarci che ogni tanto qualche vittoria la otteniamo, piccola o grande che sia. Abituarci ad affrontare qualsiasi cosa è giusto, in via ipotetica, anche se all'atto pratico ne ho sentiti parecchi di borbottii sconvolti dopo la discutibile idea del professor Marston e dell'assistente Ambjornsen. D'altronde ognuno affronta i periodi bui a modo suo, sebbene capita di perdere di vista l'obiettivo e cammuffare scherzi da scolaretti con grandi lezioni di vita, e sono certa che Ivy sarà d'accordo con me in merito.
Insomma, una buona notizia ogni tanto non ci distrae come farebbe l'agitarsi convulso sugli spalti di fanciulle grifondoro a caso, agitarsi che personalmente a me farebbe canalizzare solo un Fulmen in direttissima Phil, mi fai sembrare sempre cattiva. No, dicevo, una buona notizia ogni tanto ci serve. Per sapere che c'è un come affrontare questi eventi. Non sempre prestabilito, a volte magari persino casuale, ma c'è. E nel caso della scomparsa di Lydia Lamorak, un come è stato trovato. Vi fornisco il solito riassunto per chi si sta perdendo dietro tutte queste notizie, o peggio, non le sta seguendo proprio. Lydia Lamorak, 25 anni, ex Corvonero, è la nipote di Llwyn Lamorak, proprietaria dell'omonimo allevamento di Ippogrifi nel Pembrokeshire, in Galles. Probabilmente chi segue Cura non avrà trovato nuovo questo nome, di solito è da lì che vengono gli Ippogrifi che vedete a lezione. Lydia è scomparsa la mattina del 2 dicembre, insieme a due ippogrifi dell'allevamento, in seguito ritrovati smembrati. La sua scomparsa, oltre a provocare scompiglio tra gli animali e, ovviamente, tra i suoi parenti, ha anche sollevato un certo polverone. La bacchetta è stata immediatamente puntata contro il Giglio Nero. La famiglia si dice sicura, a causa di intimidazioni passate, che dietro il rapimento di Lydia ci siano loro. I rappresentanti noti del Giglio hanno solo fatto sapere che si dichiarano estranei ai fatti, in un rimbeccarsi di accuse che vede i Lamorak fermi nella loro posizione, a loro volta accusati di lanciare nomi a caso. Eppure, mesi addietro, i Lamorak si erano rifiutati di entrare nei circoli d'affari del Giglio Nero e questa non sembra una coincidenza. La tensione ha persino scatenato risse, come quella del 14 dicembre al Llindir Inn, il pub dove si coordinavano le ricerche: incantesimi e tavoli volati in uno scontro tra allevatori gallesi e scozzesi e due maghi sospettati di appartenere al Giglio, Trevar Morris e Collen Heveydd.
E' ancora tutto da spiegare, da dimostrare e districare, però adesso arriva la buona notizia. Lydia Lamorak, dopo ormai quasi diciotto giorni dalla scomparsa, è stata ritrovata. Molto provata, fisicamente e soprattutto psicologicamente, ma viva. A trovarla uno dei gruppetti di volontari che hanno battuto le brughiere gallesi fin dal 3 di dicembre. E' stato necessario spingersi fino alle paludi più distanti dalle colline Mynydd, dove un agitarsi delle acque malsane ha districato uno strato di piante acquatiche fino a far emergere una cassa. Che cosa è stato ritrovarsi dinanzi a un simile spettacolo ce lo racconta direttamente una nostra conoscenza, Elle McDronick: "Eravamo in Galles per aiutare con le ricerche visto che la notizia della scomparsa di Lydia ci ha colpito molto, ma – parlando per me – non mi aspettavo di trovare nulla. Quindi non immaginerai nemmeno la sorpresa e lo shock quando è emersa questa cassa da un acquitrino, cassa che era anche incantata per rimanere sott'acqua. È stato bruttissimo vedere Lydia lì dentro, pensavamo che fosse morta per di più di una morte orribile, ma quando ha iniziato a respirare mi si è tolto un enorme peso dal cuore. In ogni caso spero che presto Lydia stia bene e che prendano chi le ha fatto questo, non credi anche tu che sia una persona orribile?" Credo che i Lamorak avessero ragione quando hanno parlato di mostri, sì. Dunque qualcuno ha tenuto la ragazza in vita, ma si è anche assicurato che morisse nel caso qualcuno ritrovasse la cassa, dotata di un meccanismo per aprirsi e far entrare acqua in caso di emersione. Restano molte domande sul chi e sul perchè, però si concorda con un altro presente, Bastian Wilkinson: "Sono davvero contento che Lydia sia salva, posso solamente immaginare il sollievo della sua famiglia. Spero solo che torni presto a casa e che possa superare in qualche modo questo brutto momento." Sì, perchè come dicevo su, lo stato attuale di Lydia non è dei migliori. Secondo indiscrezioni, un sortilegio la manteneva in uno stato di semi-coscienza, che si è spezzato quando la cassa è stata aperta. Poteva vedere e udire tutto, in una sorta di sospensione simile ad un coma. Al momento non parla, ma inizia a riconoscere i parenti, che hanno insistito per una convalescenza in casa, permettendo solo alla famiglia e a qualche amico di entrare. Il gallese che ha guidato i volontari, Cedrick Barrys, si è fermato per rispondere alle domande gli Auror, mentre a quanto pare è stato un ragazzo scozzese a prestare il primo soccorso, affrontando insieme agli altri volontari quei terribili momenti in cui sembrava fosse ormai troppo tardi.
La famiglia Lamorak non può che ringraziare tutti i volontari, essere sollevata di come sono andate le cose, ma dubito che la faccenda sarà dimenticata facilmente, ora che gli incantesimi di Scoppio sono stati innescati. E forse suona sciocco, ma adesso con questo spiraglio di luce mi sembra di poter sopportare meglio la frivolezza del Ballo dell'Agrifoglio, mentre finisco di pensare all'acconciatura che farò a Catherine e al vestito con cui canalizzare l'attenzione di Philip. Non dobbiamo abbassare la guardia e metterci a urlare quanto a Natale siamo tutti più buoni io no. Ma neanche vivere nella paura, neanche rinunciare a trovare un come affrontare le tenebre.

Vega Rushton. Serpeverde proiettata sui MAGO, membro del Club del Libro, spirito sempre più polemico, è fermamente intenzionata a cercare di raddrizzare i suoi coetanei finché avrà respiro, prendendosi di fatto un Caposcuolato che non ha avuto sulla carta. Ha lontane origini dalla Repubblica Dominicana dove tuttora vive la bisnonna, ma la famiglia Rushton sta a Canterbury. Si dice che sappia fabbricare bambole voodoo e che abbia un piccolo demone Stalker di nome Baron. Le piace la Storia della Magia – è fierissima della Welkeltosk – ma l'anno scorso ha scoperto una strana passione per l'osservazione del cielo stellato, meglio se attraverso i vetri delle serre. Si è fatta tatuare la costellazione della Lira, incrociata con una P, all'interno del polso sinistro. In seguito agli eventi di settembre è girata voce che il padre volesse ritirarla da scuola, ma lei non ha voluto saperne.
By Anne Burton | dicembre 16, 2014 - 9:49 pm - Posted in Dicembre 2070

Tutto quello che state leggendo non è un articolo da giornalino scolastico. Non è neanche un documentario sulle cronache della Terra di Bleah, che poi sarebbe questa Scuola, nonostante il titolo poco originale che dovete sorbirvi. No. Questo è un sequestro vero e proprio da parte di un faccino dal labbrino triste uno scampato alla morte che deve ancora ricordar bene come si tiene in mano una piuma, ma sa decisamente a meraviglia come si raggiunge lo stanzino delle scope del secondo piano il Quartiere Segreto della TeMer, la famigerata banda di scribacchini maledetti che in occasione di questo rapimento porrà sotto i vostri occhi lo straordinario parterre – giuro che detto da Ivy aveva un significato più nobile – delle tipologie di visite che si possono ricevere quando si giace morenti per ingordigia

Ecco a voi, quindi, il solo ed unico elenco di amici, parenti, conoscenti e bestiole da compagnia di cui ognuno di voi – nessuno escluso soprattutto in qualità di bestie – fa parte. Perché tutti – nessuno escluso – prima o poi varchiamo quella famigerata soglia oltre cui giace un m.i.c.i.o (morto inventato che invece ozia) che nel nostro caso – e SOLO per comodità d'intenti – sarà rappresentato da Thomas Percival O'Flynn e redatto dalla sottoscritta sulla base della traduzione che riuscirò a fare dei suoi disegni. Si, perché a quanto pare Stephen Medicine gli avrà anche ridato indietro la vita, ma la parlantina – almeno con la sottoscritta – è rimasta imbrigliata in qualche Decotto Tiramisù di troppo. Guarda che l'ho visto quel sorrisino beffardo, Tebby. Non sfi-dar-mi.

L'infermiera senza stipendio - Volgarmente detta colei che non sa dove far l'uovo, la strega – ma talvolta anche il mago – che pulisce e sistema mezza infermeria pur di non dirti che hai un aspetto penoso/sei più di là che di qua, arriva persino a sistemare i cuscini di tutta l'infermeria o assaggiare il brodino di pollo insipido pur di rendersi utile. Che poi quel brodino di pollo sia per il tizio nel letto accanto al tuo poco importa. Una buona crocerossina si vede soprattutto nei momenti del bisogno…letteralmente. Le cronache di Bleah riferiscono a tal proposito di una Hortense Lanfrad che – mentre medita ardentemente di far parte de La Voce, io lo so e voi mi aiuterete a convincerla – è arrivata addirittura a svuotare i pappagalli in infermeria. E giuro che non sto scrivendo in codice per sottintendere qualcosa di diverso e di meno ripetibile, visto il Tebby dormiente che potete osservare qui di fianco e la Hortense dall'occhietto fintamente innocente nella stessa rappresentazione grafica. Dicesi pappagallo quel coso in cui i relitti – come è stato O'Flynn – che non si possono alzare dal letto depositano il prodotto della loro vescica. Colloquialmente chiamata pipì, per intenderci e per farla breve. Senza alcuna retribuzione se non per quel "gli dei ti ricompenseranno" che di solito ripetono le nonne o la Drybottle per farsi pulire l'infermeria gratis, le appartenenti a questa categoria le si riconosce facilmente perché quando – dopo ore di lavoro pro bono, con libera interpretazione di questa espressione latina – metton piede fuori dall'inferno…meria sentono di aver dato il loro contributo importante per la Comunità Magica. Quando in pratica l'hanno solo alleggerita da scarti organici. Beate.

 L'osservatore - Labbra serrate ed occhi fissi, generalmente scorda persino che ci sia qualcuno steso nel letto accanto a cui è seduto a meno che il moribondo non avverta che sta per tirare le cuoia o inizi ad elencare compagne di classe e non suddivise in base alla taglia…di cervello. In questo caso il morente è ascrivibile alla categoria degli O'Flynn ozianti e soprattutto sta meno male di quello che si pensa. Ma l'osservatore tutto questo non lo comprende perché lui/lei è racchiuso nel suo mondo e, fancrup a tutti, sta meditando. Cosa, non è dato sapere. A che conclusione possa giungere, tanto meno. Ci sono solo due ragioni che possono stare alla base dell'interruzione volontaria dell'ascetismo dell'osservatore e tra questi la vostra morte non è contemplata, non pensateci neppure. La prima e fondamentale ragione è che lui/lei è arrivato/a al punto focale del suo lungo e contorto ragionamento e, piuttosto che rendervi partecipi della cosa, se ne esce con frasi illuminanti come "Avrei dovuto pensarci prima" o – che poi è la mia preferita –  SupercalifragilisticheperlesottanediRosmilda!" da cui il morente deduce bene che il mondo è un posto bizzarro e tutto sommato vale la pena viverci anche solo per imparare degli scioglilingua. La seconda ragione che spinge un osservatore a considerare quella mano altrui che continua ad agitarsi davanti al suo viso è la minaccia di esser ricoverato/a a sua volta per S.C.A. – stato catatonico avanzato – che per quanto possa concedergli/le maggior tempo per meditare, significa perdere ore di lezioni. Un sacrilegio cui Ivy Hevenge – il top del top degli osservatori – non può certo prestarsi anche perché poi chi può giungere al bandolo della matassa se non lei ed i suoi pensieri? Si dice "ciao", Ivy, comunque. Anche se si parla di un moribondo che non mi ha incluso nelle taglie di… cervello extralarge. Stoico.

 Il logorroico - Può trascorrere in infermeria cinque minuti come sei ore, non importa. Al logorroico bastano quattro secondi e mezzo per saturare l'ambiente di bla. E bla. E bla. L'intento, per carità di Tosca, è di certo dei più nobili – nonostante il pesce rosso sul comodino del letto accanto abbia deciso inaspettatamente di suicidarsi – ma il risultato non sempre è dei migliori, abbiate pietà. Il logorroico è quello che prende alla lettera le direttive del Guaritore di turno che suggerisce di parlare con chi sta in coma, scordando però il fatto che tra "parlare" e "attentato alla quiete pubblica" esiste una differenza abissale almeno quanto passa tra chi vi dice che siete un bel figurino perché gli fate venire i Billywig allo stomaco – fatevi curare, davvero – e chi intende invece ricordarvi che, paragonate alle vostre, il numero delle figurine delle Cioccorane è decisamente esiguo. Mi raccomando: non fatevi spiegare da un logorroico il significato di questa fine metafora o potete dire addio alle vacanze di Natale. Ma se da Allen Hollowdale posso anche aspettarmelo visto che quando non ha nessuno da ammorbare con cui parlare scarabocchia su qualche foglio di pergamena per poter far finta di parlare lo stesso, la variante di logorroico mascherato messa su dalla Caporedattrice Hilary Darcy si avvale dell'arma segreta del logorroico d.o.c. (di origine chiacchierona) ovvero confondere il prossimo mostrandosi decisamente all'opposto, tendenzialmente. Zitto, guardingo ed intento a bighellonare all'esterno dell'infermeria come se avesse paura, in realtà il logorroico sta solo ripassando quelle due o tre…mila righe di discorso che non ha preparato, confidando nel sacro influsso di santa parlantina da Hogwarts, intima amica di Cosetta Corvonero, tra le altre cose.

 Il vendicatore folle - Chi ti ha fatto questo, Thomas? Se siete passati – almeno voi – dall'infermeria nel periodo in cui Tebby Tebaldo si faceva pigramente i suoi sogni (di cui la sottoscritta non vuole saper niente) ed avete sentito pronunciare una frase come questa…BINGO! Avete scovato di certo l'esemplare più rappresentativo del vendicatore folle, colui/colei che usa le "h" aspirate – oltre a sniffarsi pure altro – ed è perennemente sull'orlo di una personale crociata…da procrastinare ogni volta con una scusa differente. Si, perché il vendicatore folle è tendenzialmente quello dei grandi proclami e dei verbi al futuro. Farò. Sarò. Vedrò. Ecco, anche se in quest'ultimo caso avrei qualche suggerimento su cosa veder di fare – siamo ancora su un giornalino scolastico, terrò a freno il mio bon ton scozzese – devo ammettere che, nel contesto, la vita – e l'infermeria – senza questi novelli mezzo Grifondoro mezzo pusillanimi sto consumando il vocabolario aulico di Ivy nell'animo non sarebbe la stessa cosa. E quindi eccoli, i paladini delle domande ovvie. E senza senso. Chi ti ha fatto questo, Thomas? No, per dire, mezzo Troll dagli occhi a mandorla, magari se si sapesse chi ha sbagliato la ricetta degli zuccotti non staremo qui a pettinare i Kelpie, che dici? E soprattutto non ci sarebbe bisogno del salvatore della patria di turno che se ne va in giro con uno scolapasta in testa spaventandosi quando vede la sua ombra sul muro, magari. E' un po' come Dimitri Leroy che se ne andava a zonzo verso la Foresta Proibita per spaccare…tronchi. Che altro vuoi spaccare se non la legna, dopotutto? O, meglio ancora e per cercare di adattarmi a quella matassa rossa che Tebby sta disegnando sulla pergamena – giustamente mentre IO vorrei riuscire a scrivere – per mantenerci su chi si è effettivamente recato in infermeria…Kane Lindstrom. Ora, sorvolando sul fatto che per me la sola vendetta che dovrebbe portare avanti una come la terzina Grifondoro è sull'anagrafe che le ha dato in dono quel cognome, immagino il suo intento – realizzabilissimo – sia quello di trovare il colpevole e finirlo…a suon di doppie punte?

 L'umorista noir - Tipologia di visitatore il cui scopo – sentendosi o meno un Plimpli fuor d'acqua – è quello di mandare alle stelle il picco vitale del gruppetto di piagnoni riuniti attorno al letto del defuntogente, sebbene la maggior parte delle volte si ritrovi invece a mandare a monte (sempre di alture si parla) tutte le belle parole che il logorroico ha tessuto in un'ora e tre quarti di breve visita al capezzale del morente. Mi hai preso in parola con quello zuccotto quando ti ho detto che hai la zucca vuota, O'Flynn. E giù a ridere almeno sino a quando l'umorista non si rende conto che è il solo a sbellicarsi dalle risate a meno che non incontri l'anima pia di turno che mette su un sorriso più simile ad una paresi per non farlo sentire uno sterco di gufo più di quanto già non stia morendo dentro, tanto per restare in tema allegro. Guardalo, quell'OFlynn, non sa più cosa inventarsi per far cadere una ragazza ai suoi piedi. Maschio banale e scontato, monopensiero e batter chiodo fisso. Ehi, non dirmi che gli hai detto che i Cannoni hanno perso. Femmina convinta – tendenzialmente a ragione – che l'universo maschile si alterni solo tra due tipi di bocce. Non è in coma, è andato in tilt per il primo pensiero serio della sua vita. Idiota che non conosce il soggetto in questione. E quindi non sa che è incapace di pensieri seri. No, neanche adesso che mi sta osservando come se debba frignare da un momento all'altro. No, niente bacino per ispirare. Al massimo uno per spirare, tanto l'assonanza è la stessa. E se proprio si vuole scomodare qualcuno della categoria, basta chiedere a Sorority Trulock. Qualcosa io che spio mi dice che avrebbe tanto noir da esprimere. Ma anche da imprimere eh, visto come sembra soffrire di una strana forma di incantesimo d'adesione al rovescio, ultimamente. In fondo. Già mi immagino la scena: Sorority ci sei rimasta male per la morte di Tommy? No, ci sono passata sopra. Ah.

 3 (S)er lagna -  "Ma tutto sommato preferisco che quel veleno – o qualunque cosa sia stata – sia finito a me piuttosto che a qualcuno cui tengo o qualche studente dei primi anni". Tratto da una storia vera, questo sprazzo d'articolo del mese scorso evidenzia al meglio come non importa che tu nasca Grifondoro o lo diventi per osmosi se uno di loro ti alita ripetutamente in faccia, quando il gene della lagna entra in circolo non puoi scappare. Triste. Perennemente con quell'aria da mi è morto il puffskein. Più impegnato a frantumare i bolidi rendere noto al dormitorio, la casata, l'anno scolastico e l'intera popolazione studentesca e non che – misero e tapino bistrattato dagli dei – sarebbe dovuto esserci lui al posto dello sciagurato goloso seriale. Di qualsiasi piaga d'Hogwarts si parli, soprattutto. Il lagner di professione è quello che si batte il petto e devia lo sguardo aspettando segretamente che l'interlocutore lo ricordi così, eroica vittima che prenderebbe al volo il posto del morente del caso. Che poi l'interlocutore lo stia considerando in realtà un sopravvissuto all'ultima cena – light, visto il soggetto – di un Flayer, è qualcosa che quest'anima candida non arriva neppure a contemplare. Accerchiati sin dal mattino dall'aura del vediamo come posso immolarmi alla causa anche oggi, questi soggetti hanno il miglior rappresentante in Philip Noreal che ognuno di voi avrà di certo sentito ripetere almeno 57607908988 volte – con pathos, mi raccomando – DOVEVO ESSERCI IO AL TUO POSTO, TOMMY…compreso il sospiro finale che sennò la frase non rende allo stesso modo, mi raccomando.

 

 2 Il generoso - Lui/lei non chiede permesso, ma come tutti i migliori conquistatori del mondo, inizia la sua scalata allo spazio vitale altrui partendo dal comodino e da bigliettini ben auguranti che poi diventano pupazzetti che poi finiscono per essere libri, riviste non autorizzate e cibo in quantità tale che gli elfi diventerebbero rossi per l'imbarazzo dato dal confronto. Se poi, svegliandovi dal torpore dell'ozio in infermeria vi ritrovate nel vostro baldacchino circondati da tante schifezze che trasudano zuccheri e con accanto a voi Miss Streghetta 2000…state sognando. Il potere del generoso sarà anche abbastanza illimitato, ma ancora i miracoli non sono una sua prerogativa, anche se di certo dirà che ci sta lavorando o tenterà mille ed un modo per giungere comunque allo scopo. E si, magari non avrete il vostro baldacchino ma quattro assi messe in croce che fanno sentire più in una bara che nel dormitorio – dipende da come siete abituati eh – magari non ci saranno proprio leccornie ma due zollette di zucchero posate sulle coperte – vanno benissimo per dei pezzi di Ippogrifo come pensate di essere, no? – e al posto della pin-up di turno una bella gigantografia a grandezza naturale della professoressa Ambjornsen, giusto per essere colui che vi ha mandato alle stelle. A modo suo. E con una latente ironia che ricorda in parte l'umorista noir. Beh, se avete Caleb Harris tra i vostri amici, oltre a dovervi procurare una massiccia dose di incantesimi insonorizzanti, state sicuri che vi troverete circondati da ogni genere di regalo pensabile in men che non si dica o forse anche un lasso di tempo inferiore. Non è di sole canzonette, a quanto pare, che s'intende il Grifondoro, ma anche dell'occupazione selvaggia di comodini, angoli di pavimento, letti d'infermeria e persino i pappagalli – sempre quelli – prima che l'infermiera di turno passi a compiere la sua opera pia della giornata. Si offre anche come accompagnatore musicale degli ingressi dei visitatori, sottofondo struggente per le dichiarazioni che – sarà la morte vicina – diventano una cosa facilissima tra odor di carne in putrefazione e pozioni varie, ma anche come paroliere rap per raccontare alla popolazione studentesca il decorso del Vaiolo di Drago. Mandare un Patronus Messaggero ore pasti. Esclusi perditempo o taccagni.

 1 L'imbronciato - Eppure ero proprio convinta di non aver incluso una categoria del genere, in questo articolo. Davvero, non so come sia potuta apparire di punto in bianco. E quando pensavo di aver interpretato tutto quello che c'era da tradurre, nel pensiero "disegnoso" dell'affetto da mutismo quando gli conviene. L'imbronciato/a. Immagino che questa categoria mi rappresenti appieno. E non lo dico solo perché ho un Tebby Sghignazzante che pasticcia lo spazio di pergamena qui accanto guardandomi dal basso all'alto come se con quella faccia da Innocente Non Perseguibile non gli possa fare male. Si, è vero, lo sono stata. E gli appartenenti alla categoria si distinguono al meglio, con il loro fare perennemente imboccinato. Sei steso in un letto di ospedale mezzo moribondo? Colpa tua che non hai saputo porre un freno alla tua ingordigia. Ci hai quasi rimesso le piume di Grifone? Peggio per te, non MI dovevi mettere in questa situazione. L'imbronciati sono i finti egoisti cui scivola addosso qualsiasi cosa. Sono quelli tutti d'un pezzo – di burro a cento gradi – che, stoicamente, non mettono piede in infermeria. Non chiedono. Se possono non nominano neppure il malcapitato str…ambo mago adolescente che ha deciso di finire in infermeria di proposito, giusto per non farsi traumatizzare dalla Dalloway e dalle sue lezioni altamente letali. L'imbronciato è colui/colei che ce l'ha con il mondo intero che di certo ha qualche colpa. Tutti sono colpevoli, infatti, tranne lui. Chi ha seminato quelle zucche. Chi le ha raccolte. Mielandia che ha avuto la stupida idea di farle diventare zuccotti. Chiunque non abbia mangiato quel dolcetto prima dell'idiota per cui NON si dispera, anche se non si avvicina neppure allo stereotipo del (s)er lagna, visto che non è altrettanto stupido da voler ingerire del veleno al posto di qualcun altro forse. L'imbronciato occupa il tempo che gli altri passano aspettando il loro turno fuori dall'infermeria con altre occupazioni di certo più redditizie ed interessanti, come la stesura di un trattato sui Vermicoli o l'interessantissima biografia di Nick Watson. Spessore: mezza pagina. Costo: vi pago io, guardate. Perché l'imbronciata è così: la peggior figlia di Morgana che possiate aspettarvi.

TeMer. Pseudonimo di TEbby&MERida, due cuori ed uno stomaco e mezzo a prova di zuccotto avvelenato, il mal assemblato duo di scribacchini si fonde in un'unica temibile creatura a due teste e quattro mani che ad ogni intasamento dei bagni maschili del terzo piano – un lasso ti tempo molto breve, quindi – frappone un Lumos Maxima tra il neurone annacquato decisamente die hard che si ritrova e l'universo scolastico che la circonda. Antiche legende – intese come simboli fortunatamente ad interpretazione multipla – narrano che ogni volta che uno studente di Hogwarts appende una pergamena inutile in qualche bacheca, il TeMer guadagna dieci minuti di gloria infame che ben presto si riverserà famelica sulle doppie punte ed i brufoli di ogni adolescente del Regno Unito. Gallesi compresi.