Tutto quello che state leggendo non è un articolo da giornalino scolastico. Non è neanche un documentario sulle cronache della Terra di Bleah, che poi sarebbe questa Scuola, nonostante il titolo poco originale che dovete sorbirvi. No. Questo è un sequestro vero e proprio da parte di un faccino dal labbrino triste uno scampato alla morte che deve ancora ricordar bene come si tiene in mano una piuma, ma sa decisamente a meraviglia come si raggiunge lo stanzino delle scope del secondo piano il Quartiere Segreto della TeMer, la famigerata banda di scribacchini maledetti che in occasione di questo rapimento porrà sotto i vostri occhi lo straordinario parterre – giuro che detto da Ivy aveva un significato più nobile – delle tipologie di visite che si possono ricevere quando si giace morenti per ingordigia

Ecco a voi, quindi, il solo ed unico elenco di amici, parenti, conoscenti e bestiole da compagnia di cui ognuno di voi – nessuno escluso soprattutto in qualità di bestie – fa parte. Perché tutti – nessuno escluso – prima o poi varchiamo quella famigerata soglia oltre cui giace un m.i.c.i.o (morto inventato che invece ozia) che nel nostro caso – e SOLO per comodità d'intenti – sarà rappresentato da Thomas Percival O'Flynn e redatto dalla sottoscritta sulla base della traduzione che riuscirò a fare dei suoi disegni. Si, perché a quanto pare Stephen Medicine gli avrà anche ridato indietro la vita, ma la parlantina – almeno con la sottoscritta – è rimasta imbrigliata in qualche Decotto Tiramisù di troppo. Guarda che l'ho visto quel sorrisino beffardo, Tebby. Non sfi-dar-mi.

L'infermiera senza stipendio - Volgarmente detta colei che non sa dove far l'uovo, la strega – ma talvolta anche il mago – che pulisce e sistema mezza infermeria pur di non dirti che hai un aspetto penoso/sei più di là che di qua, arriva persino a sistemare i cuscini di tutta l'infermeria o assaggiare il brodino di pollo insipido pur di rendersi utile. Che poi quel brodino di pollo sia per il tizio nel letto accanto al tuo poco importa. Una buona crocerossina si vede soprattutto nei momenti del bisogno…letteralmente. Le cronache di Bleah riferiscono a tal proposito di una Hortense Lanfrad che – mentre medita ardentemente di far parte de La Voce, io lo so e voi mi aiuterete a convincerla – è arrivata addirittura a svuotare i pappagalli in infermeria. E giuro che non sto scrivendo in codice per sottintendere qualcosa di diverso e di meno ripetibile, visto il Tebby dormiente che potete osservare qui di fianco e la Hortense dall'occhietto fintamente innocente nella stessa rappresentazione grafica. Dicesi pappagallo quel coso in cui i relitti – come è stato O'Flynn – che non si possono alzare dal letto depositano il prodotto della loro vescica. Colloquialmente chiamata pipì, per intenderci e per farla breve. Senza alcuna retribuzione se non per quel "gli dei ti ricompenseranno" che di solito ripetono le nonne o la Drybottle per farsi pulire l'infermeria gratis, le appartenenti a questa categoria le si riconosce facilmente perché quando – dopo ore di lavoro pro bono, con libera interpretazione di questa espressione latina – metton piede fuori dall'inferno…meria sentono di aver dato il loro contributo importante per la Comunità Magica. Quando in pratica l'hanno solo alleggerita da scarti organici. Beate.

 L'osservatore - Labbra serrate ed occhi fissi, generalmente scorda persino che ci sia qualcuno steso nel letto accanto a cui è seduto a meno che il moribondo non avverta che sta per tirare le cuoia o inizi ad elencare compagne di classe e non suddivise in base alla taglia…di cervello. In questo caso il morente è ascrivibile alla categoria degli O'Flynn ozianti e soprattutto sta meno male di quello che si pensa. Ma l'osservatore tutto questo non lo comprende perché lui/lei è racchiuso nel suo mondo e, fancrup a tutti, sta meditando. Cosa, non è dato sapere. A che conclusione possa giungere, tanto meno. Ci sono solo due ragioni che possono stare alla base dell'interruzione volontaria dell'ascetismo dell'osservatore e tra questi la vostra morte non è contemplata, non pensateci neppure. La prima e fondamentale ragione è che lui/lei è arrivato/a al punto focale del suo lungo e contorto ragionamento e, piuttosto che rendervi partecipi della cosa, se ne esce con frasi illuminanti come "Avrei dovuto pensarci prima" o – che poi è la mia preferita –  SupercalifragilisticheperlesottanediRosmilda!" da cui il morente deduce bene che il mondo è un posto bizzarro e tutto sommato vale la pena viverci anche solo per imparare degli scioglilingua. La seconda ragione che spinge un osservatore a considerare quella mano altrui che continua ad agitarsi davanti al suo viso è la minaccia di esser ricoverato/a a sua volta per S.C.A. – stato catatonico avanzato – che per quanto possa concedergli/le maggior tempo per meditare, significa perdere ore di lezioni. Un sacrilegio cui Ivy Hevenge – il top del top degli osservatori – non può certo prestarsi anche perché poi chi può giungere al bandolo della matassa se non lei ed i suoi pensieri? Si dice "ciao", Ivy, comunque. Anche se si parla di un moribondo che non mi ha incluso nelle taglie di… cervello extralarge. Stoico.

 Il logorroico - Può trascorrere in infermeria cinque minuti come sei ore, non importa. Al logorroico bastano quattro secondi e mezzo per saturare l'ambiente di bla. E bla. E bla. L'intento, per carità di Tosca, è di certo dei più nobili – nonostante il pesce rosso sul comodino del letto accanto abbia deciso inaspettatamente di suicidarsi – ma il risultato non sempre è dei migliori, abbiate pietà. Il logorroico è quello che prende alla lettera le direttive del Guaritore di turno che suggerisce di parlare con chi sta in coma, scordando però il fatto che tra "parlare" e "attentato alla quiete pubblica" esiste una differenza abissale almeno quanto passa tra chi vi dice che siete un bel figurino perché gli fate venire i Billywig allo stomaco – fatevi curare, davvero – e chi intende invece ricordarvi che, paragonate alle vostre, il numero delle figurine delle Cioccorane è decisamente esiguo. Mi raccomando: non fatevi spiegare da un logorroico il significato di questa fine metafora o potete dire addio alle vacanze di Natale. Ma se da Allen Hollowdale posso anche aspettarmelo visto che quando non ha nessuno da ammorbare con cui parlare scarabocchia su qualche foglio di pergamena per poter far finta di parlare lo stesso, la variante di logorroico mascherato messa su dalla Caporedattrice Hilary Darcy si avvale dell'arma segreta del logorroico d.o.c. (di origine chiacchierona) ovvero confondere il prossimo mostrandosi decisamente all'opposto, tendenzialmente. Zitto, guardingo ed intento a bighellonare all'esterno dell'infermeria come se avesse paura, in realtà il logorroico sta solo ripassando quelle due o tre…mila righe di discorso che non ha preparato, confidando nel sacro influsso di santa parlantina da Hogwarts, intima amica di Cosetta Corvonero, tra le altre cose.

 Il vendicatore folle - Chi ti ha fatto questo, Thomas? Se siete passati – almeno voi – dall'infermeria nel periodo in cui Tebby Tebaldo si faceva pigramente i suoi sogni (di cui la sottoscritta non vuole saper niente) ed avete sentito pronunciare una frase come questa…BINGO! Avete scovato di certo l'esemplare più rappresentativo del vendicatore folle, colui/colei che usa le "h" aspirate – oltre a sniffarsi pure altro – ed è perennemente sull'orlo di una personale crociata…da procrastinare ogni volta con una scusa differente. Si, perché il vendicatore folle è tendenzialmente quello dei grandi proclami e dei verbi al futuro. Farò. Sarò. Vedrò. Ecco, anche se in quest'ultimo caso avrei qualche suggerimento su cosa veder di fare – siamo ancora su un giornalino scolastico, terrò a freno il mio bon ton scozzese – devo ammettere che, nel contesto, la vita – e l'infermeria – senza questi novelli mezzo Grifondoro mezzo pusillanimi sto consumando il vocabolario aulico di Ivy nell'animo non sarebbe la stessa cosa. E quindi eccoli, i paladini delle domande ovvie. E senza senso. Chi ti ha fatto questo, Thomas? No, per dire, mezzo Troll dagli occhi a mandorla, magari se si sapesse chi ha sbagliato la ricetta degli zuccotti non staremo qui a pettinare i Kelpie, che dici? E soprattutto non ci sarebbe bisogno del salvatore della patria di turno che se ne va in giro con uno scolapasta in testa spaventandosi quando vede la sua ombra sul muro, magari. E' un po' come Dimitri Leroy che se ne andava a zonzo verso la Foresta Proibita per spaccare…tronchi. Che altro vuoi spaccare se non la legna, dopotutto? O, meglio ancora e per cercare di adattarmi a quella matassa rossa che Tebby sta disegnando sulla pergamena – giustamente mentre IO vorrei riuscire a scrivere – per mantenerci su chi si è effettivamente recato in infermeria…Kane Lindstrom. Ora, sorvolando sul fatto che per me la sola vendetta che dovrebbe portare avanti una come la terzina Grifondoro è sull'anagrafe che le ha dato in dono quel cognome, immagino il suo intento – realizzabilissimo – sia quello di trovare il colpevole e finirlo…a suon di doppie punte?

 L'umorista noir - Tipologia di visitatore il cui scopo – sentendosi o meno un Plimpli fuor d'acqua – è quello di mandare alle stelle il picco vitale del gruppetto di piagnoni riuniti attorno al letto del defuntogente, sebbene la maggior parte delle volte si ritrovi invece a mandare a monte (sempre di alture si parla) tutte le belle parole che il logorroico ha tessuto in un'ora e tre quarti di breve visita al capezzale del morente. Mi hai preso in parola con quello zuccotto quando ti ho detto che hai la zucca vuota, O'Flynn. E giù a ridere almeno sino a quando l'umorista non si rende conto che è il solo a sbellicarsi dalle risate a meno che non incontri l'anima pia di turno che mette su un sorriso più simile ad una paresi per non farlo sentire uno sterco di gufo più di quanto già non stia morendo dentro, tanto per restare in tema allegro. Guardalo, quell'OFlynn, non sa più cosa inventarsi per far cadere una ragazza ai suoi piedi. Maschio banale e scontato, monopensiero e batter chiodo fisso. Ehi, non dirmi che gli hai detto che i Cannoni hanno perso. Femmina convinta – tendenzialmente a ragione – che l'universo maschile si alterni solo tra due tipi di bocce. Non è in coma, è andato in tilt per il primo pensiero serio della sua vita. Idiota che non conosce il soggetto in questione. E quindi non sa che è incapace di pensieri seri. No, neanche adesso che mi sta osservando come se debba frignare da un momento all'altro. No, niente bacino per ispirare. Al massimo uno per spirare, tanto l'assonanza è la stessa. E se proprio si vuole scomodare qualcuno della categoria, basta chiedere a Sorority Trulock. Qualcosa io che spio mi dice che avrebbe tanto noir da esprimere. Ma anche da imprimere eh, visto come sembra soffrire di una strana forma di incantesimo d'adesione al rovescio, ultimamente. In fondo. Già mi immagino la scena: Sorority ci sei rimasta male per la morte di Tommy? No, ci sono passata sopra. Ah.

 3 (S)er lagna -  "Ma tutto sommato preferisco che quel veleno – o qualunque cosa sia stata – sia finito a me piuttosto che a qualcuno cui tengo o qualche studente dei primi anni". Tratto da una storia vera, questo sprazzo d'articolo del mese scorso evidenzia al meglio come non importa che tu nasca Grifondoro o lo diventi per osmosi se uno di loro ti alita ripetutamente in faccia, quando il gene della lagna entra in circolo non puoi scappare. Triste. Perennemente con quell'aria da mi è morto il puffskein. Più impegnato a frantumare i bolidi rendere noto al dormitorio, la casata, l'anno scolastico e l'intera popolazione studentesca e non che – misero e tapino bistrattato dagli dei – sarebbe dovuto esserci lui al posto dello sciagurato goloso seriale. Di qualsiasi piaga d'Hogwarts si parli, soprattutto. Il lagner di professione è quello che si batte il petto e devia lo sguardo aspettando segretamente che l'interlocutore lo ricordi così, eroica vittima che prenderebbe al volo il posto del morente del caso. Che poi l'interlocutore lo stia considerando in realtà un sopravvissuto all'ultima cena – light, visto il soggetto – di un Flayer, è qualcosa che quest'anima candida non arriva neppure a contemplare. Accerchiati sin dal mattino dall'aura del vediamo come posso immolarmi alla causa anche oggi, questi soggetti hanno il miglior rappresentante in Philip Noreal che ognuno di voi avrà di certo sentito ripetere almeno 57607908988 volte – con pathos, mi raccomando – DOVEVO ESSERCI IO AL TUO POSTO, TOMMY…compreso il sospiro finale che sennò la frase non rende allo stesso modo, mi raccomando.

 

 2 Il generoso - Lui/lei non chiede permesso, ma come tutti i migliori conquistatori del mondo, inizia la sua scalata allo spazio vitale altrui partendo dal comodino e da bigliettini ben auguranti che poi diventano pupazzetti che poi finiscono per essere libri, riviste non autorizzate e cibo in quantità tale che gli elfi diventerebbero rossi per l'imbarazzo dato dal confronto. Se poi, svegliandovi dal torpore dell'ozio in infermeria vi ritrovate nel vostro baldacchino circondati da tante schifezze che trasudano zuccheri e con accanto a voi Miss Streghetta 2000…state sognando. Il potere del generoso sarà anche abbastanza illimitato, ma ancora i miracoli non sono una sua prerogativa, anche se di certo dirà che ci sta lavorando o tenterà mille ed un modo per giungere comunque allo scopo. E si, magari non avrete il vostro baldacchino ma quattro assi messe in croce che fanno sentire più in una bara che nel dormitorio – dipende da come siete abituati eh – magari non ci saranno proprio leccornie ma due zollette di zucchero posate sulle coperte – vanno benissimo per dei pezzi di Ippogrifo come pensate di essere, no? – e al posto della pin-up di turno una bella gigantografia a grandezza naturale della professoressa Ambjornsen, giusto per essere colui che vi ha mandato alle stelle. A modo suo. E con una latente ironia che ricorda in parte l'umorista noir. Beh, se avete Caleb Harris tra i vostri amici, oltre a dovervi procurare una massiccia dose di incantesimi insonorizzanti, state sicuri che vi troverete circondati da ogni genere di regalo pensabile in men che non si dica o forse anche un lasso di tempo inferiore. Non è di sole canzonette, a quanto pare, che s'intende il Grifondoro, ma anche dell'occupazione selvaggia di comodini, angoli di pavimento, letti d'infermeria e persino i pappagalli – sempre quelli – prima che l'infermiera di turno passi a compiere la sua opera pia della giornata. Si offre anche come accompagnatore musicale degli ingressi dei visitatori, sottofondo struggente per le dichiarazioni che – sarà la morte vicina – diventano una cosa facilissima tra odor di carne in putrefazione e pozioni varie, ma anche come paroliere rap per raccontare alla popolazione studentesca il decorso del Vaiolo di Drago. Mandare un Patronus Messaggero ore pasti. Esclusi perditempo o taccagni.

 1 L'imbronciato - Eppure ero proprio convinta di non aver incluso una categoria del genere, in questo articolo. Davvero, non so come sia potuta apparire di punto in bianco. E quando pensavo di aver interpretato tutto quello che c'era da tradurre, nel pensiero "disegnoso" dell'affetto da mutismo quando gli conviene. L'imbronciato/a. Immagino che questa categoria mi rappresenti appieno. E non lo dico solo perché ho un Tebby Sghignazzante che pasticcia lo spazio di pergamena qui accanto guardandomi dal basso all'alto come se con quella faccia da Innocente Non Perseguibile non gli possa fare male. Si, è vero, lo sono stata. E gli appartenenti alla categoria si distinguono al meglio, con il loro fare perennemente imboccinato. Sei steso in un letto di ospedale mezzo moribondo? Colpa tua che non hai saputo porre un freno alla tua ingordigia. Ci hai quasi rimesso le piume di Grifone? Peggio per te, non MI dovevi mettere in questa situazione. L'imbronciati sono i finti egoisti cui scivola addosso qualsiasi cosa. Sono quelli tutti d'un pezzo – di burro a cento gradi – che, stoicamente, non mettono piede in infermeria. Non chiedono. Se possono non nominano neppure il malcapitato str…ambo mago adolescente che ha deciso di finire in infermeria di proposito, giusto per non farsi traumatizzare dalla Dalloway e dalle sue lezioni altamente letali. L'imbronciato è colui/colei che ce l'ha con il mondo intero che di certo ha qualche colpa. Tutti sono colpevoli, infatti, tranne lui. Chi ha seminato quelle zucche. Chi le ha raccolte. Mielandia che ha avuto la stupida idea di farle diventare zuccotti. Chiunque non abbia mangiato quel dolcetto prima dell'idiota per cui NON si dispera, anche se non si avvicina neppure allo stereotipo del (s)er lagna, visto che non è altrettanto stupido da voler ingerire del veleno al posto di qualcun altro forse. L'imbronciato occupa il tempo che gli altri passano aspettando il loro turno fuori dall'infermeria con altre occupazioni di certo più redditizie ed interessanti, come la stesura di un trattato sui Vermicoli o l'interessantissima biografia di Nick Watson. Spessore: mezza pagina. Costo: vi pago io, guardate. Perché l'imbronciata è così: la peggior figlia di Morgana che possiate aspettarvi.

TeMer. Pseudonimo di TEbby&MERida, due cuori ed uno stomaco e mezzo a prova di zuccotto avvelenato, il mal assemblato duo di scribacchini si fonde in un'unica temibile creatura a due teste e quattro mani che ad ogni intasamento dei bagni maschili del terzo piano – un lasso ti tempo molto breve, quindi – frappone un Lumos Maxima tra il neurone annacquato decisamente die hard che si ritrova e l'universo scolastico che la circonda. Antiche legende – intese come simboli fortunatamente ad interpretazione multipla – narrano che ogni volta che uno studente di Hogwarts appende una pergamena inutile in qualche bacheca, il TeMer guadagna dieci minuti di gloria infame che ben presto si riverserà famelica sulle doppie punte ed i brufoli di ogni adolescente del Regno Unito. Gallesi compresi.