La peggior figlia di Morgana che possiate aspettarvi… io l'ho detto. Sapete cosa succede quando si cerca di sfidare una figlia di Morgana caduta dai Grampians e con alle spalle una famiglia di maschi che ti fa capir subito come ragionano? Che la paghi. Ma non in modo – da Troll – di scherzi pesanti o botte che non posso certo dare. L'arma migliore è la tenerezza, l'ha detto qualcuno tempo fa. Immaginate cosa può provare un Tommy Tebaldo O'Flynn mentre si ritrova tra le mani una pagina di giornale di cui ignora l'esistenza. Immaginatelo mentre si ferma in mezzo al corridoio, guarda davanti a sé e poi alle sue spalle. Immaginatelo mentre – in stile cucciolo di carogna selvatica – sorride appena…e poi passa i minuti successivi a rimirare le sue foto mentre quel sorriso s'allarga piano piano. Immaginatelo, perché la mia vendetta per avermi obbligato a pubblica manifestazione di mancanza con quell'articolo a quattro mani, sarà vederlo correre per tutto il castello cercando il vero ammmmoreh della sua vita: me. E calmatevi, donnette, non intendo quella roba che vi fa struggere il cuoricino e far scambiare il meteorismo intestinale per altro. Lui è il mio migliore amico – ho uno strano modo per dimostrarlo, lo so – quindi non esiste amore più grande. Niente bro'. Basta amo'. Scommettiamo?

2 Novembre 2070: Sei uno stupido, O'Flynn e pure dei peggiori. Ti rimpinzi di ogni ben di Tosca senza pensare minimamente a cosa stai ingurgitando. E quindi meriti di restare in infermeria. E meriti anche il disegno animato che ho fatto attorno a questa stupida foto, idiota esattamente quanto te. E' un annuncio di morte con tanto di ceri lugubri neri neri, se non ci dovessi arrivare. Per te è facile, tanto, te ne stai disteso impietrito come  Nathaniel Rodriguez praticamente da quando è nato. Che ti importa, del resto? Le femmine verseranno lacrime – e segretamente magari qualcuna sbircerà anche sotto le coperte, come ti aspetti che succeda – e se mai deciderai di tornare dal regno dei morti, saranno tutte ai tuoi piedi. Qualche Troll del tuo anno continuerà ad impilare compiti sul comodino, credendo ciecamente che nell'al di là che ti meriti, tu possa decidere di tenerti al passo con la Scuola. Fossero almeno compiti svolti potrei scipparli e tenermeli per l'anno prossimo. Ma a te non importa, tanto tu non vedi. Magari ascolti quello che dice chi accorre al tuo capezzale – un'altra ragione per non darti la soddisfazione di vedermi lì – e sotto sotto te la stai ridendo alla grande, per tutte le ca…scate di parole che devi sentire. Sai, credo che dovrei suggerire a qualcuno di cogliere la pluffa al balzo e rubarti un capello corrompendo uno bravo in Pozioni per poi farti apparire nel mezzo della Sala Grande a cena. Potrebbe essere la volta buona che mi libero di Calypso qualcuno che mi sta sulle scatole – morto per la giUoia di riaverti tra i vivi rompiboccini – senza neanche sporcarmi le mani. Hanno persino appena chiuso l'infermeria alle visite, certo che devi puzzare decisamente tanto, se questi sono i risultati. Ma tanto a te che importa? Reggi il veleno peggio di Noreal, fossi in te mi vergognerei, per dire. Ah, sappi anche che alla fine quella che ha sbirciato sotto le coperte sono stata io è stata qualcuna di mia fiducia. La foto di un O'Flynn in camicione d'ospedale vende più di uno Stephen Medicine in tenuta da Guaritore, renditi conto della fuga di cervelli che c'è in questa Scuola.

15 Novembre 2070: E così sei risorto dal meraviglioso mondo di Oz – Ozianti Zuzzurelloni – stando a quello che ha annunciato la Preside Wallace dieci giorni fa; e così dice anche la folla che fa la fila alla porta, pur di vedere colui che è sopravvissuto (fossi in te mi vergognerei ad essere paragonato ad un'occhialuto con la faccia sfregiata). Ora che ci penso, potrei fingere di avere un modo per far scalare loro la fila, ovviamente dietro compenso, procurandomi così un bel gruzzoletto per comprarti una scorta di Dolci Singhiozzini. Li meriteresti tutti, fosse anche solo per le facce che devo osservare in redazione. Hilary mi chiuderebbe nel Sacro Baule se divulgassi la notizia (ops! ndM) ma credo che non abbia mai sprecato così tanto inchiostro e fogli, per cercare di scrivere un editoriale. Vega credo abbia preparato una ventina delle sue bamboline – no, non sono di quelle che voi maschi amate particolarmente – anche se son tutte prive di testa perché qua fuori è ancora in corso il toto assassino. Le quotazioni ti davano più di là che di qua, a proposito, mentre ora si sono spostate più sul cercare di capire quanto ci impiegherà Medicine a cambiare il nome del San Mungo in Saint Stephen of Ireland – dopo la raccolta firme presentata dai tuoi fans – o chi sarà la prossima vittima, magari per il Ballo dell'Agrifoglio. Fai schifo, Tebby. Sono quindici giorni che non ho nessuno da insultare con la stessa carica emotiva che mi suscita la tua vista. Ma non ti fa senso quella robaccia che danno in infermeria continuando a chiamarla cibo? Non ti pesa avere a che fare con la Drybottle per tutto il giorno? Non puoi neanche andare a spiare le oche signorine nel bagno delle femmine, facendo finta di aver perso il senso dell'orientamento. La vedi la faccia da ebete che hai in questa foto? La guardo ogni giorno da quando sei in infermeria perché mi manchi. Ma non di quella mancanza che tasto con mano ogni volta che si fa il tuo nome in presenza di Erin, Sorority, Calypso, Hilary, Morrigan, Kane… porco Godric – pardon – hai anche qualche amico maschio che sospira come una femmina, fatti due domande! Mi mancano i rumori molesti che sai fare mentre tutti siamo in silenzio a scrivere. Mi manca ricevere una felpa in piena faccia perché hai improvvisamente deciso che è il giorno giusto per onorare un Diricawl apparendo come mamma t'ha fatto. Mi mancano un po' anche le Terre di Bleah, ma col cappero che mi  vedrai in infermeria a frignare perché neanche la Morte ti sopporta! Se proprio vuoi vedermi solleva le chiappe e cammina. Giuro che quando ho letto la storia di Lazzaro sembrava un comando grinzafico.

17 Dicembre 2070: Ricordi quando ti ho fatto credere che qualcuno aveva schiantato qualcun altro in Biblioteca, l'altro giorno? Beh, in realtà quella "luce" che hai visto è perché ho ingaggiato una mia coetanea per scattare questa foto a tradimento. In realtà ho preso in ostaggio uno dei suoi adorati libri di Betty Chisholm promettendole la restituzione una volta ottenuta una foto decente. Ed ancora più in realtà quel libro l'ho bruciato e ho trasfigurato la copertina di un altro perciò, ehi Mary, Buon Natale! La tua cultura ringrazia. Ma torniamo a noi o, meglio, a te che sei di nuovo tra i vivi – lo so, a vedere gente del calibro di Emrys Hansen anch'io avrei dei dubbi – ma resti un Troll, Tebby. Anche se sporgi il labbro inferiore o fai lo sguardo da cucciolo. Hai una vaga idea di quanto mi sei mancato a questa Scuola? O ai tuoi amici? Guarda i disastri che hai lasciato in giro, mentre poltrivi in infermeria sognandomi perché sono bella, brava e pure spiritosa, tutto in un unico pacchetto. O'John, per dire,  si è accorto dopo anni che se si tiene un libro in mano per più di tre ore non si va in autocombustione. Calypso invece ha fatto un rituale di scambio con Biancaneve  che, per chi non conosce le storie babbane, è una femmina morta per una mela – vi ricorda qualcuno? – e riportata alla vita da un principe. Praticamente Stephen Medicine è un principe, esatto. Per non parlare di tutti quelli che, con la scusa del trauma che tu avresti dato loro – sarà questo il significato di una botta e via di cui parlano i miei cugini quando cercano di risollevare il morale di miocuginoRobertèsinglebeatachiselopiglia? – hanno colto la pluffa al balzo per visitare le segrete stanze di Thofteen, Harrenhal e la Dalloway. Sei un portatore sano di disastri, Tebby. E non ci ho messo piede, in quell'infermeria, malgrado in molti ci abbiano provato, a trascinarmi lì. NON ho fatto svolazzare niente sino al tuo letto. NON ho fatto recapitare un biglietto di insulti per ogni giorno di degenza e NON ho fatto esplodere alcuna stella filante o coriandolo in giardino. Se un po' ti conosco, tuttavia, immagino che il tuo mononeurone – forse mezzo – si starà chiedendo perché non parlo di quello che ti è successo. Perché non mi sono precipitata ad abbracciarti quando hai rimesso piede in redazione. Perché scappo. In fondo è semplice, però, sai? Fallo un'altra volta e ti stacco direttamente la testa. Prova un'altra volta a farmi perdere la voce per le urla è mi assicurerò personalmente che tu debba passare l'esistenza a trangugiare brodo insipido e succo di zucca. Fammi passare altri giorni a dover chiedere a qualcuno del settimo anno di disilludermi per stare ore in piedi a vederti immobile facendo finta che il tuo essere idiota non meritasse alcuna visita da parte mia e ti prendo a calci sino a quando non ti vengono le chiappe come quelle della Welkentosk. Intese come belle sode, professoressa, ci mancherebbe.
Ti voglio bene, stupido
Mer.