Una lezione con il botto quella a cui sono andati incontro gli studenti di uno degli anni più chiacchierati in assoluto: il quarto! Siccome ormai mi hanno relegato simpaticamente alla cronaca sono qui a fare il mio lavoro nel modo più preciso ed attento possibile. Per questo ho deciso di lanciarmi in una coraggiosa avventura al di fuori delle mura della Redazione, in quella bolgia infernale di studenti che girellano per i corridoi. Ebbene sì, miei cari lettori! Mi sono lanciata alla ricerca di chi in prima persona ha subito la terribile lezione impartita ai quartini dal professor Marston e dall'assistente Ambjornsen, che per una volta hanno superato tutti i colleghi in abilità, lanciando un'illusione potentissima che ha gettato i ragazzi in una prova letale. Nulla di nuovo, direte voi, dato che una giornata al castello appare sprecata se un docente non cerca di ucciderci al giorno d'oggi, ma la novità e l'originalità dell'impresa è notevole: gli studenti infatti hanno creduto di partecipare ad una lezione normale e tranquilla del loro anno, con tanto del solito planetario magico del professore che li ha amorevolmente accolti… finché… BOOM! Dopo una recitazione molto di classe della professoressa Ambjornsen, che ha finto una predizione spontanea, la cupola è crollata sulle teste degli studenti, facendo piovere frammenti di vetro e figure di quelli che ai quartini sono apparsi come letali maghi oscuri. Queste figure sconosciute hanno attaccato gli studenti con quelli che a loro sono sembrate maledizioni ed altri incantesimi di magia nera. Deborah McFarland, Allen Hollowdale ed Alex Garden sono svenuti quasi immediatamente e sono stati visti giacere immobili, Nadine Davies è stata incarcerata riportando lievi ematomi su polsi e caviglie, Nick Watson e Sheila Hamilton più di tutti hanno risentito della pioggia di vetri e del bruciore da ferita, Savin Reid è stato pietrificato e Loyr Esseltil è stato schiantato contro la lavagna. La prova degli studenti quindi appare come piuttosto scarsa, è vero, ma a quanto pare lo scopo dei docenti era proprio quello: far capire agli ingenui quartini quanto sarebbero inermi di fronte ad un attacco così violento e quanto dovrebbero mettere la testa a posto.
Queste sono mie personali supposizioni, certo, ma sono comunque supportate da una talpa all'interno del gruppo, di cui ovviamente non specificherò il nome, che ha ipotizzato che la scelta di utilizzare il quarto anno come cavia sia dovuta all'intensa attività di questi ultimi. Che tipo di attività? Ma ovviamente ormonale. Si sa che i quartini hanno ampiamente superato persino gli anni superiori cercando di reagire alla catastrofe imminente con il meritorio ma poco opportuno scopo di ripopolare il pianeta. Nonostante ciò, io personalmente sono andata a cercarli per porre una semplice domanda ad ognuno di loro: la lezione impartita, che effetto ha avuto? Recuperato l'utilizzo comunicativo per la lingua ognuno mi ha risposto in maniera diversa: qualcuno come Watson e la Hamilton ha cercato di vedere gli effetti sul lungo periodo, ammettendo di essere stati traumatizzati dalla violentissima esperienza, ma allo stesso tempo riconoscendo che fosse necessario per prepararsi. Un trauma, quindi, certamente violento ma al quale viene lasciato, con un lieve beneficio del dubbio, il riconoscimento di una sua utilità. Anche Savin Reid è di quest'idea, ma poichè mette in discussione la mia serietà come giornalista e la serietà stessa della Voce mi sento in dovere di riportare le sue parole esattamente come le ha dette, lettera per lettera, così non potrò "rigirarle come mi pare": "ci hanno messo davanti ad una situazione che per quanto grave" pausa di riflessione "poteva anche essere reale. E abbiamo capito che non saremmo pronti in quelle situazioni. Soprattutto ci hanno aperto un po' gli occhi." Mi soffermo solo a specificare che al posto di "poteva" avrebbe dovuto dire "avrebbe potuto" per fare un periodo ipotetico degno di questo nome, ma comunque… Infine abbiamo Nadine Davies e Deborah McFarland che mi sono apparse come quelle senza dubbio più scosse e sconvolte dall'esperienza: nel caso della signorina McFarland consiglio una buona dose di pozione tranquillante, mentre di fronte al comportamento discutibile ed un tantino psicotico di miss Davies mi sento in dovere i consigliarle l'aiuto di uno specialista.
Quindi che cosa è successo ai nostri compagni? Gli è stata impartita una lezione durissima di fronte alla quale hanno reagito in maniera discordante. Personalmente ritengo che i professori abbiano fatto bene a shockarli in questo modo ed anzi spero che in futuro tutti quanti prendano più seriamente la situazione, e che allo stesso modo facciano tutti coloro che, pur non coinvolti in prima persona in questa prova, stanno prendendo lo stato delle cose con eccessiva leggerezza.

Thea Taylor. VI anno corvonero. Diciassettenne nata nel giorno più triste dell'anno -2 novembre- proviene dall'isola di Land's End -popolazione otto gatti ed una vecchina ultracentenaria- martellata 364 giorni all'anno da una fitta pioggia e sovrastata da un cielo grigio ferro. Il 365° di solito grandina. Entra nella Voce degli Studenti perchè la considera un modo efficace di diffondere il suo Sacro Verbo senza rischiare troppo di essere massacrata brutalmente da gente che lei definisce "Di ristrette vedute ed ancora minore cervello" ma che da tutti gli altri potrebbe essere considerata "Semplicemente con i boccini pieni della Taylor e delle sue filippiche incomprensibili". C'è chi dice che la sua voce ed il suo sarcasmo siano graffianti ma ci mette anche del suo il gatto, Sir Baffo, che adora attentare alle caviglie della gente ed anche in generale a tutte le parti del corpo che riesce a raggiungere. Ha deciso di dedicare la propria vita alla Magiarcheologia e segue Aritmanzia con una frequenza sospetta. Pare che sia incapace di provare sentimenti ma c'è chi giura di averla vista sistemarsi gli occhiali e slacciare un bottone delle tremende camicette che porta sempre al passaggio del professor Wenlock.