By Hils | settembre 29, 2015 - 11:13 pm - Posted in Settembre 2071

Chiosare un numero de La Voce degli Studenti, ormai, è un accattivante trastullo di cui non posso fare a meno neppure dopo il mio ritiro dalla sfera scolastica. Di certo, la mia, non è una Voce di Studente, ma il tono quasi granitico e annoso di un docente in ritiro. Cosa potrei aggiungere di più completo di quanto abbiano già fatto i vostri docenti? Temo nulla, signori. Una volta dissi, con l'aria luttuosa di chi in realtà mostrava il suo nome gaglioffo all'intero corpo studentesco: "Traccheggiare e tergiversare possono apparire, quando la primavera è alle porte, così seducenti e di gran lunga preferibili all'olio di gomito, da renderci tutti schiavi di un vacuo vaticinio." 
In realtà non ero che latore di qualcosa che voi tutti, persino il più inoperoso di voi adolescenti nel pieno delle forze, conservavate nel più profondo dei vostri pensieri. Non sarò qui a nicchiare le mie convinzioni con paroloni altisonanti ma insipide nei contenuti. Per questo limiterò gli arzigogoli e i cavilli, optando per il più chiaro e sibillino dei miei registri linguistici: la lingua di un vecchio.

Il mio pensiero va a Leonard Murray, Lily Morris, ed Elyon Turner. 
Perché ciò che vi unisce superi di gran lunga la genuflessione e la cieca ammirazione verso ciò che è imbrillantinato d'oro dei leprecauni. Compassati siano gli affetti, concitati gli umori. L'acume di Allen Hollowdale e Connor Olsen si spenga soltanto alle calende greche, così come l'impegno di Cosetta campeggi sempre in alto nei vostri cuori di Corvonero.
La dedizione di Catherine Smith, l'orgoglio di Hilary Darcy, la passione di Calypso Von Schuster – riflessi caleidoscopici di ciò che Salazar può offrire, frammenti di nicchia che non pregiudicano i colori di una casata ma li rendono peculiari, personali, imprescindibili. La lealtà di Ivy Hevenge, la tenacia di Hazel Choi. Le espressioni più estreme dell'afflatus umano.
Ad Hortense Lanfrad. Ad Emrys Hansen. Quando il vostro estro supera ogni controllo, è lì che risiede la magia. Ad Evan Miller, Isobel Carrot, Jade Hamilton. Nel coraggio di amare, piangere un docente, scegliere di vestire i panni dell'antagonista per un bene superiore. A Tarazed Conway e il suo topo. Il mio augurio va al mio caro amico Eugene, all'alba migliore che ha accettato di costruire. Al professor Harrenhal, all'ottimo lavoro che in mia assenza ha portato avanti. Alla stima dei nostri studenti nei suoi confronti. A chi mi sostituirà, a chi farà meglio del sottoscritto. A chi sbaglierà, a chi farà fortuna. A Kane Lindstrom, Ian O'John, Sorority Trulock. Al professor Stephen Medicine e alla stima infinita che nutro nei suoi confronti. Ad Erin Seywright. Ad Eusine VanHouten e i suoi viaggi, in cui mi lascia vivere giornalmente. 

Alla redazione de La Voce degli Studenti, spero che il Sacro Baule sputi via il piccolo presente che ha ingurgitato illegalmente qualche mese fa. Intero, magari. All'Eco del Corvo. Alle torri e ai sotterranei. Alle cucine, al campo di Quidditch.
Alla nostra Preside. Alla mia cara amica Loreen Wallace. Alla sua salda e infinita filantropia.
A voi studenti e a voi docenti, nominati e non.
Che il vostro futuro sia costellato di cadute, e che non vi manchi mai la forza di rialzarvi.

Ad Hogwarts,
che non smette mai di essere la nostra prima casa.

Reginald Weetmore

By Anne Burton | - 9:50 pm - Posted in Settembre 2071

Rigurgito di troll, lo so che hai fiondato quella manaccia sudaticcia sull’angolo della pagina per catapultarti sul Quidditich in fondo a La Voce , lo so che quell’aria da completo zombie sbolidato te la sei fatta venire leggendo il titolo di questo articolo. Ivy è contraria alla carta zannuta , dice che “Ognuno deve essere libero di leggere quel che gli pare, il libero arbitrio è …“. La prendiappunti è andata avanti a scricchiolare allegra per un bel po’, ma io mi sono distratta a mirare le freccette ai riccioli di Tommy. Bolidi vostri se volete spendere soldi per nulla. Quindi, per dirvi: io vi ammorbo lo stesso con le ultime notizie del W.W.F.F.B , tanto ci penserà il karkoso a mettervi alla gogna vicino ai bracconieri se ve ne infischiettate delle creature magiche.
Se siete uno di questi soggetti (infischiettosi della natura, teste di nonolopossodiresiamosuungiornalinoscolastico) vi avrebbe fatto bene trovarvi nei meandri della Foresta Rossa il 7 Agosto, all’ evento di sensibilizzazione organizzato dal … non è necessario ripetere, vero? . Le foto trucolente di creaturine innocenti sgozzante e martoriate (le foto grondavano sangue, quasi, non adatte ai debolucci di cuore) , le spiegazioni educative delle magiconchiglie, l’intervento di Cassian Hollowsdale (ex Grifondoro , diplomato dell’Istituto Svarzas all’accademia degli studi antichi e moderni sui draghi) e , poi, quello di una Phoebe White in versione fatata, non sono nulla rispetto alla dimostrazione tangibile della sofferenza degli animali braccati che è seguita dopo. E’ con dimostrazione intendo vedere con i proprio occhi e sentire sulla pelle la fifa che ti fa rizzare il pelo quando i passi dei bracconieri sono troppo vicini, i sensi acuiti, notevolmente, perché è subentrato quel gramosissimo tanfo d’umano, in un luogo in cui si dovrebbe solo percepire l’odore di una terra incontaminata e piena di vita , innocente. Sì, so che negli ultimi tempi avete avvistato un Eusine VanHouten selvaggio galoppare alla volta dei corridoi e martoriarsi con le manine il ciuffo davanti a mò di corno: niente panico, ha solo nostalgia di quella magica ora passata a sventolare la sua chioma unicornesca. O meglio, se si escludono gli ultimi drammatici momenti della sua cattura previa incatenamento. Credo che a nessuno di noi vittime dell’illusione (che ha rievocato scorci di fatti realmente accaduti permettendoci di osservare il tutto dal punto di vista degli animali braccati) abbia molto apprezzato quella parte, soprattutto gli sfortunati che si sono trovati nel corpo delle creature più piccole ed indifese. Savin nei panni di un Moke dev’essersela fatta davvero sotto, mentre una spavalda Sheila- Jarvey ha vomitato ingiuri contro il mannaro che l’aveva adocchiata come uno spuntino. La versione Thestral di Noah Lewis ha fatto la stessa fine dell’unicorno : incatenato e vittima degli incanti dei bracconieri. A tutti è andata meglio che a Shin Solamh, tuttavia, una puffolina piccolina e tenerina* fagocitata da quella che Shin ha definito come una creatura con un solo occhio e dotata di tentacoli, con una bocca fetida e dentatissima. Non è riuscito ad essere più preciso, questa esperienza di premorte deve aver scosso molto la puffola coraggiosa .
Un’esperienza del genere voleva essere pensata per sensibilizzare pure i più estranei e menefreghisti sull’argomento in questione, permettendo di capire come ci si sente ad essere nello scantinato della catena alimentare e la sofferenza di essere predati da umani così rivoltosi da non essere degni neanche di respirare il tuo stesso ossigeno. Schifosi fautori dei traffici neri di tutte le Notturn squallide del mondo magico, la pena perfetta sarebbe quella di far vivere loro illusioni del genere a ruota continua.
Il bracconaggio altera il regolare equilibrio degli ecosistemi, sfruttando illegalmente creature ricercate per le proprietà della loro pelle, come nel caso del Moke o di crine e corna, richiestissimi sul mercato nero come quelli di Unicorno. Avrebbero voluto anche le mie belle corna di Graphorn, ma io ho dato loro un’incornata nei bolidi.

*Non posso dare giudizi obiettivi sulla tenerosità o la grinzaficaggine delle creaturine sopra citate, dato che durante l’illusione non abbiamo potuto vedere i compagni trasformati.

Vaniglia Price. 18 anni a Ottobre, settimina Grifondoro esuberante e dalla parlantina fin troppo spedita. Padre e madre irlandesi, ma abita nella periferia di Londra per evitare che la nonna babbana, fermamente cattolica, tenti (di nuovo) di esorcizzare lei e il fratellino. La sua sfrenata passione per i dolciumi l’ha spinta ha creare la propria industria gelatiera, che manda avanti con orgoglio dal secondo anno. Convinta di attirare clienti grazie ai suoi gusti improponibili , in realtà sono pochi i coraggiosi che li hanno assaggiati. I draghi sono la sua ossessione e sogna di aver un allevamento tutto suo; essere iscritta al WWFFB e giurare di averne visto uno a Hogwarts non fa che incrementare la cosa. Membro del Club di Teatro, quando non è occupata a togliere sotto il naso i libri a Ivy e a rompere i boccini al mondo intero la si può vedere a zonzo con quello che sembra un metamorfogattus, per la frequenza con la quale il suo mantello cambia colore.
By Ivy | settembre 28, 2015 - 11:25 pm - Posted in Settembre 2071

E’ passato esattamente un anno da quando gli ormai soprannominati Sciacalli hanno disseminato terrore sull’Hogwarts Express quel 1° settembre e da lì per tutto il regno magico per la durata di 10 mesi pieni zeppi di eventi che i più non vorrebbero ricordare. Ma io no, non voglio dimenticare, la Welkentosk insegna che ogni momento storico è figlio di qualcosa ed il nostro presente, quest’anno, sarà figlio di tutto ciò a cui non vorremo più assistere e ci impegneremo anche in futuro affinché non accada più. E’ dal tentativo di non voler dimenticare e dall’intenzione di mostrarvi la realtà sotto un’altra luce – la luce di un nuovo inizio – che ho raccolto informazioni su cosa sia successo in giro dopo la vittoria della magia bianca.

San Mungo

Ricordiamo tutti il susseguirsi degli eventi iniziato con la morte di Angelina Bunch, dipendente del Comitato per le Trasfigurazioni Sperimentali del Ministero della Magia, proseguito con il fermo di Aretha Chrissie, nota e stimata Responsabile Amministrativo e Giuridico del San Mungo e terminato in tragedia con la morte di Helene Dalis. A pochi mesi dall’apparente scomparsa dell’ombra oscura che si era insinuata nell’atavica e rinomata struttura della Londra magica, i medimaghi hanno ripreso la normale routine ricominciando ad esercitare al meglio delle loro possibilità e reparando dalle macerie e non solo idealisticamente parlando. E’ stata, infatti, dedicata un’ intera ala alla guaritrice Helene Dalis che ha sempre dedicato anima e corpo al San Mungo – da quel che si dice – ed il destino è stato beffardo con lei. Baltasar Linus, invece, continua ad essere ricercato con una folta coltre di nubilàbus che avvolge la sua scomparsa. Che fine avrà fatto? Tornerà? Se sì, come? Troppi interrogativi a cui, al momento, nessuno sa rispondere.

Hogwarts

“The show must go on”, mi risulta che dicano gli attori (i soci del Club di Teatro potranno confermare o meno le mie parole), e nonostante gli avvenimenti spiacevoli Hogwarts ha dovuto continuare a svolgere normalmente GUFO e MAGO e quest’anno a riaprire i cancelli senza titubanza, a mento alto, anche se effettivamente la fine dei giochi dei cattivi per il castello in quel della Scozia ha consentito un finale migliore, tutt’altro che tragico, dove il bene ha trionfato nelle figure della Preside Loreen Wallace e dei professori Reginald Weetmoore ed Eugene Thofteen. Hogwarts conta gli effetti e le conseguenze di un anno vissuto nel terrore per i vecchi ma anche per i nuovi studenti, tant’è che allo Smistamento quest’aria classica di chi non sa cosa aspettarsi dall’imminente futuro si respirava abbondantemente, tanto dagli studenti quanto dal fronte docenti. Quando ci si brucia si fa attenzione ad avvicinare eccessivamente la mano al fuoco una seconda volta e penso che stia succedendo proprio questo. I controlli, difatti, non accennano a diminuire e con essi i ricordi di quello che è stato, di quegli attimi di smarrimento, di sfiducia e di paura, sensazioni e situazioni che continuano a ridondare fra i banchi, protagonisti dell’introduzione al nuovo anno scolastico da parte dei docenti. Non si sa nulla, però, del fuggiasco Rust Thornton che alcuni hanno visto salpare per mare ma le cui tracce sono sparite.

Ministero della Magia

I fatti che si sono susseguiti hanno dimostrato ciò di cui fino ad ora si aveva solo il vago sospetto, qualcosa che si dice in parecchie occasioni e che adesso non può che essere una conferma: il Ministero della Magia pullula di talpe ed infiltrati. Diverse vicissitudini del passato hanno dato adito alla cosa ma niente ha mai dimostrato quanto in realtà la situazione fosse grave dalle fondamenta e mai fino ad ora si era sentita così forte la necessità di un cambiamento radicale ed irreversibile, un cambiamento richiesto a gran voce come dimostrato, appunto, dall’elezione del nuovo Ministro della Magia che avverrà da qui a breve. La diffidenza generale e l’instabilità dell’organo madre della nostra comunità si respira ovunque, sia dentro che fuori la struttura, sintomo di quanto si debba incidere bene e soprattutto in profondità per estirpare il male che alberga e si dirama lì. Se tali rimostranze partono dalla madre stessa, come potrebbero i figli aspirare ad una stabilità socio-economica-politica? Il collasso della società magica, quindi, sarebbe una logica conseguenza. E’ in vista di ciò che si è corsi ai ripari, con un nuovo inizio che il futuro Ministro della Magia si impegna a promuovere.

Isola di Mornay

La sabbia continua a luccicare dorata sulle esigue spiagge bagnate dalle lente e carezzevoli onde dell’immensa distesa cristallina; le fronde degli alberi secolari continuano a muoversi sinuose, schiave del vento umido a tratti salino che indica loro la via; le distese verdi in primavera e gialle d’estate iniziano ad imbrunire in concomitanza dell’arrivo dell’autunno con il sole che si spegne all’orizzonte sempre più in anticipo, le giornate che si fanno più corte. L’isola di Mornay continua ad essere quella di sempre con qualche pagina in più da aggiungere alla sua storia ed a quella dei suoi capi ed abitanti senza che sia troppo celato qualche risentimento nell’aria, soprattutto sul fronte Goblin, venendo a tratti meno a una promessa del passato sancita da ben più forti ideali. Ma è ancora all’orizzonte quell’isoletta, al di là della barriera tenendola proprio lì a ricordare cosa è accaduto monito di ciò non si vuole ripetere. Le Guaritrici di Saint George sono alla ricerca di un antidoto efficace contro le maledizioni superiori mentre Sir Rothenberg conta i propri errori con rammarico ma sempre a testa alta, fermamente convinto che non permetterà più l’insediamento all’estraneo. Fenice. E il Cavalierato ha un nuovo Maggiore… il suo nome è Robert McReady.

Accademie

Voci raccontano di come le accademie, sebbene siano il fulcro dell’innovazione e sperimentazione magica sotto ogni punto di vista, abbiano goduto di una certa immunità dal fragore degli avvenimenti in tutto il mondo magico. Certo, qualche avvisaglia faceva intendere che nulla sarebbe stato escluso dal cambiamento radicale al quale aspiravano, men che meno le accademie. Qualche strano episodio è stato sì registrato (specialmente in due ben precisi periodi nel corso dei dieci mesi) ma niente di eclatante al punto che si possa pensare e supporre – magari erroneamente dalla sottoscritta – che se le accademie sono davvero il fulcro dell’innovazione e sperimentazione allora l’ascesa del nuovo ordine di cui si parlava in quella scritta al San Mungo che mirava a rovesciare la realtà partisse proprio dal cuore dell’innovazione e quindi dalle Accademie stesse. Non dimentichiamo che ogni settore accademico avrebbe potuto trarre i propri benefici da una simile situazione: l’accademia Fingal per gli ibridi del San Mungo e la trasfigurazione sulle cavie di Skye, l’accademia Futhark e la Sabu per il contributo – così fortuitamente perfetto – per Mornay, l’accademia Hector Tulange per le specie di Mornay e di Skye, l’accademia di pozioni Saint Clouny per lo zuccotto avvelenato di Hogwarts ad Halloween… a tutto sembra esserci un collegamento, sarà davvero così?

Il Giglio nero e le faide interne

Gli Sciacalli hanno parlato di voler rovesciare la realtà ed a questo scopo si include alla perfezione anche la faccenda che ha visto come protagonista il Giglio Nero e, collegata ad essa, l’espediente politico di scozzesi, irlandesi e gallesi su tutte le furie. Dalla scomparsa di Lydia Lamorak sono passati già 9 mesi e tutti, membri della Confraternita del Giglio Nero inclusi, hanno avuto tutto il tempo necessario per ingoiare la pillola per quello che ha acceso (e non nell’accezione positiva del termine) i loro animi al punto da rischiare una ribellione interna al Regno Unito in toto. Il Giglio Nero, impavido, è rimasto all’apparenza calmo e tranquillo, sebbene fosse stato preso di mira – ingiustamente, da quel che dimostrano le prove – anche se lo stesso di certo non si possa dire di quei pubblici cittadini che hanno attirato l’attenzione nei pub in giro per il mondo magico. Il perché si sia arrivati a questa dose di malcontento non penso sia chiaro ai più, neanche alla sottoscritta lo ammetto, però i cattivi sapevano perfettamente come e dove agire… conoscevano i punti deboli della nostra società ed è lì che sono andati ad intercalarsi. L’arrabbiatura non passa dall’oggi al domani e ne sono conscia, però per quale motivo palesare un punto debole quando esso può essere la nostra forza? Collaboriamo tutti per la stessa causa. Rinascita.

Luoghi magici: Cork, Gringott, Hogsmeade e Diagon Alley

Dulcis in fundo, ma non per importanza, i luoghi magici che sono stati scenario dei terribili attacchi a più punti della nostra società. Se Cork piange ancora la dipartita di una delle sue rinomate incantatrici (Fiona Loughlin), Hogsmeade si prepara a ricevere gli studenti di Hogwarts durante gli ultimi fine-settimana del mese, con Diagon Alley che durante il bimestre agosto-settembre ha potuto mettere in saccoccia i galeoni provenienti dai copiosi acquisti pre-scolastici, iniziando così a sopperire seriamente alle copiose perdite subite in quest’ultimo anno. Alla Gringott, dopo la ribellione e chiusura della stessa da parte dei Goblin, è tornata la normalità sebbene alcuni maghi siano ancora riluttanti nel voler lasciare il loro denaro nella banca magica più sicura al mondo, timorosi di non poter arrogare diritti sul proprio denaro come già successo. Nonostante il clima di pace – si spera non solo momentanea – non sembrano venir meno neanche qui (come ad Hogwarts) i controlli ad ampio raggio da parte di auror e forze dell’ordine.

Post fata resurgo (dopo la morte torno ad alzarmi) è il motto della fenice… le hanno tutti reso onore, chi più chi meno, per un nuovo inizio. Non dimentichiamo.

Ivy Hevenge. Settimina grifondoro, 17 anni ma non le piace che le venga ricordato. Figlia di un cavaliere di Mornay e di una babbana, vive nella medesima isola magica ed ha tutte le intenzioni di seguire le orme del padre anche se una regola legata al sesso glielo impedisca; per questo tutto quello che fa ha come finalità quella di essere il cavaliere perfetto, perfetto a tal punto da poter abbattere una regola antidiluviana e sessista. Ed è anche convinta di riuscirci! Poveretta…Si batte affinché le femmine siano al pari dei maschi, sia come opportunità che come considerazione, cosa che trapela anche nei suoi articoli; occupa perennemente la prima fila in aula e mira ad eccellere in tutte le materie. La sua “carriera” da scribacchina è iniziata con un’invettiva nei confronti dei partecipanti al Torneo indetto dai Cavalieri di Mornay. Segue 9 corsi, è stata presidentessa del Probe, presidentessa del Club del Libro e socia del WWFFB scolastico. Adesso ha deciso di concentrarsi solo sui MAGO ed in un articolo ha giurato solennemente di onorare il suo ruolo di Caporedattrice. I due fratelli gemelli Barristan e Lancelot , rispetto a lei, sono il perfetto esempio del famoso “yin e yang” e non perdono occasione per ricordarglielo.
By Hils | - 4:58 pm - Posted in Settembre 2071

Non vi dirò quale sia il reparto cacciatori più forte quest’anno, quale schema di gioco appaia più difficile da mettere in pratica, quale sia la mossa che reputo vincente. I pronostici delle fasce battitori, le mosse che verranno più apprezzate e le formazioni più adatte ad ogni tipo di condizione meteo. Non vi dirò nemmeno che siamo così sportivi da non giocare le partita, da non voler fare il tifo, da evitare gli striscioni e le feste post vittoria, o le veglie di morte che ci vedono frignare davanti all’ennesima pluffa persa. Questo è ciò che vi propinerò per tutto l’anno in queste pagine, quando finalmente sceglieremo di seguire il fischio d’inizio.

Per ora lascio alla Civetta i miei pochi articoli tutti numeri e tattiche avanzate. Vi dirò invece che Chelsea Cavendish è entrata per prima in aula Divinazione – concessa per il nostro breve e intenso rendez-vous – con la faccia di chi ha trovato un molliccio nella tazza di caffè d’orzo. Due appunti da fare, piccole premesse che mi concedo. Uno – quando parlo di rendez-vous parlo di… salotto intellettuale, appuntamento d’opinioni e scambio di idee fra persone che condividono gli stessi interessi. Non parlo di quel tipo di rendez-vous, quindi non siate maliziosi e sappiate che in quel caso non userei i termini “breve ma intenso”. Cioè intenso sì, ma passiamo al secondo punto prima che ci scappi il morto.  E se il molliccio nel caffè d’orzo Chels lo stesse vivendo ogni giorno? Beh, è buffo pensare che possa essere così, ci smonta la bella sensazione di essere bravi amici e quasi ci costringe a dover fare qualcosa. Quello che ho visto guardando il capitano Corvonero, che ha sorriso e ha continuato a disquisire di Quidditch come se niente fosse, è tutto fuorché il viso di uno che ha bisogno di qualcosa da parte degli altri. Tantomeno la pietà. Ci ha raggiunti subito dopo Kimberly Marshall, con quella sua faccina che “Merlino cane, potrei crepare ma sarei sempre terribilmente graziosa in tutto ciò che faccio“, anche lei con in bocca termini tecnici e tattiche di base.
A questo punto della storia dovreste accendere le saggine e far partire i vostri cervellini malati sul finale della vicenda, ma magari rischiereste anche di bagnare la panca a tavola e non sarebbe consono, non a colazione almeno. Quindi smettete di sudare freddo e prendete un sorso di succo di zucca per schiarirvi la gola, senza guardarvi intorno neanche steste leggendo i fotoromanzi di Streghetta Duemila soli in dormitorio.

Siate meno rustichelli, fa tanto terza rivolta dei goblin!
Per la cronaca, la parte intelligente del vostro emisfero cerebrale dominante deve aver intuito il quarto soggetto della sequenza magica dei capitani, quindi fare il nome di Hilary Darcy dovrebbe farvi saltare sul tavolo sventolando La Voce e gridando “ve l’avevo detto! Sono intelligente, tutti quegli anni di crucioverba mi hanno insegnato la via!” Lo siete, Bro, siete intelligenti e arguti. Mettendo da parte le indiscrezioni che potrebbero costarmi la nomea, o una costola, vi annuncio che abbiamo solo mangiato torta di melassa e té corretto con Bevanda della Pace.
Alla domanda “lo vogliamo fare un campionato coi controbolidi?” le risposte sono state corrette, gentili, scherzose e allegre. Hanno detto sì ad allenarsi e vincere, perdere, togliere i capelli dal tappo della doccia – scusate tutti per quello – o centrare il buco del cesso quando si va in bagno – scusate anche per questo; hanno detto sì a portare l`asciugamani pulito, passare la cera sui manici, mettere a posto la pluffa dopo che la squadra ne ha fatto uso, trovare un calzino spaiato sotto la panca dopo un mese, e scoprire in che modo terribile è stato usato da altre squadre che si sono allenate prima di te. Hanno detto sì al puzzo di saponetta rancida e al sudore che macchia i vestiti, hanno detto sì a qualcosa che già avevano tutte. Poi ho chiesto loro di non farlo. Di dire no ai fischi in partita, ai bolidi sui denti, al farlo solo per punti, tifo, gloria personale. A pensare meno alle tattiche e alle casate, a dire no alle zuffe post partita. Di dire no un po’ a tutto quello che diventa sport e non sportivo, capitemi. Insomma, alla fine mi hanno guardato e quel no me l’hanno detto e firmato pure. Non so quando sarà la nostra prima partita o se decideremo alla fine di scendere in campo. Non so fin quando continueremo a dire no.
Ci alleneremo e lo faremo insieme, ogni mese, come Hogwarts. Può bastare?

Tommy O’Flynn. Approdato a La Voce degli Studenti direttamente da Brolandia con lo pseudonimo di Grinzafichissimo Tipo Misterioso, il camuflone irlandese si è fatto conoscere al grande pubblico per la spiccata tendenza verso gli sport estremi quali il lancio del ma…ntello – prima tappa obbligatoria del Tebby Desnudo – e il sollevamento p…ulzelle i cui progressi sono misurati in base alla gamma di acuti lanciati dalle stesse fanciulle. Nel tempo libero – a meno che non sia impegnato a tubare con Ian O’John come uno Jabberknoll al termine della sua esistenza – si ricorda anche di far parte di un giornalino scolastico che delizia con interventi di una sincerità disarmante ed una traduzione necessaria per sopperire al facile slang tribal-irlando-pubbistico di cui si fregia abitualmente. Difficile dire cosa c’è nel suo futuro: persino i fondi di zucca sono evaporati da soli per non dover rispondere!
By Hils | settembre 27, 2015 - 11:46 pm - Posted in Settembre 2071
CONTROEDITORIALE DI TOMMY O’FLYNN

Quando mi chiedono perché io faccia parte de La Voce, non so proprio che rispondere. Non conosco un quarto delle parole che Ivy ha scritto nel suo editoriale e, ne sono certo, non posso informarvi in modo corretto e critico su ciò che mi giunge alle orecchie. Non sono mai stato un patito dei passaparola o delle notizie da prima pagina, sono più un tipo da schedine e risultati delle partite. Ho qualche piccolo problema anche nell’accusare gli altri o nel commentare ciò che ho da offrirvi in maniera pungente (cosa che invece riesce meglio agli scozzesi, a quanto pare). Insomma, io alla fine alzo le spalle e dico che ormai ci sono dentro fino al collo, e nessuno si è mai lamentato della mia brutta faccia sul giornale. O, Merlino cane, almeno fino ad oggi non ne ho avuto notizia. Quando invece mi chiederanno perché io sia Vice Caporedattore di un giornale scolastico, che sia più strano accorpare il mio nome a “giornale” o “scolastico” è un dubbio più che lecito, risponderò che era la cosa più giusta da fare. Mica per tanto, ma mi sento di essere tutto ciò che non è Ivy Hevenge, un po’ la sua controparte imbecille che si fa strada a parolacce e belle immagini per rendere i suoi articoli meno pesanti. O più simpatici. O meno importanti. Ultimamente ho scritto a qualcuno che la gente non vuole conoscere i fatti in sé, ma preferisce dare un’occhiata a come vengano esposti, da chi, in che situazione e in quale luce vengano messi. È facile vedere una sola faccia del galeone, quella che ci fa più comodo. Quella che principalmente vorremmo fosse l’unica e vera faccia o quella che riconosciamo come tale perché viviamo con gli occhi chiusi. Così l’informazione diventa gossip, e in quanto tale non sarà inchiostro su pergamena, ma un insieme di vocette sottili e fastidiose alle spalle. Non sono il Vice Caporedattore che giudica, o sa dirvi quale delle due sia la cosa giusta, corretta, pulita. Gossip o informazione, malelingue o confessione. So che non mi infastidisce comunque, che mi arrivi via posta roba strana o che mi facciano passare per il fesso. Essere chiamato Troll, imbecille, poco di buono, inutile irlandese di provincia. Lo sono, lo sono sempre stato, e non smetterò di esserlo perché ho delle responsabilità più grandi di essere il capitano della squadra di Quidditch. O un settimino, un mago maggiorenne, uno che dovrebbe studiare per i MAGO. Responsabilità che sono decisamente più grandi di essere il Vice Caporedattore de La Voce degli Studenti. Chiunque abbia colto un minimo di indizi o di gossip potrebbe averlo già intuito da solo, e no, non userò questo spazio per smentirlo. Mi impegnerò a prendermi le mie responsabilità, mi impegnerò ad imprecare meno, studiare di più, informare meglio. Non sarò perfetto e non sarò sempre forbito e utile, ma sarò il migliore me che posso offrirvi. Non vogliatemene, bros e fragoline là fuori e qui dentro, per aver parlato di me in questa colonna. Non ho mai pensato fossero esclusivamente grami miei solo per il fatto che avendovi attorno per anni vi considero più vicini a me di quanto dovrebbero esserlo quelli col mio cognome; ne parlo qui, perché in qualche modo siete voi la mia famiglia. Se è quello che volete, parlatene, sparlatene, raccontatelo in giro, lanciate tronchi e fatemi un occhio nero. Parlo di me perché parlo di noi e quel Tommy coraggioso e perfetto che vorrei essere per me e per la persona che amo, per quelli a cui voglio bene, è un po’ la famiglia che mi piacerebbe avere intorno. È un po’ il modello di persona che a gennaio vorremmo essere tutti e di cui vorremmo circondarci per il resto dell’anno. Che poi magari non ci arriviamo ad essere la parte migliore di noi. Che poi magari sbagliamo tutto, continuiamo ad imprecare, iniziamo a far calare la media in Trasfigurazione e ce la prendiamo con La Voce se siamo venuti male in foto. Ruttiamo ancora a tavola e finiamo per essere i soliti imbecilli, nonostante le ottime premesse. Quella parte migliore magari nemmeno esiste, ma io voglio credere che almeno un po’, cercando di raggiungerla, riusciremo ad essere noi stessi. Me lo auguro da solo, e lo auguro a tutti noi.

Magia Oscura nelle placide campagne gallesi?

La piccola comunità magica di Capel Garmon, nel Galles non ha mai avuto popolarità, sebbene la sua storia affondi le radici nei tempi più remoti. A far indicare la località magica sulle mappe è sempre stata infatti solo la locale Capella  che i Babbani considerano una rovina, ma che i maghi e le streghe del luogo hanno utilizzato fino al secolo scorso probabilmente come ritrovo per rituali negromantici. O almeno questo è ciò che è sempre aleggiato nell’aria sebbene non vi siano mai stati reali ritrovamenti o fermi per utilizzo improprio della magia.
Questo perlomeno sino a sei mesi fa, ad occhio e croce, quando nella Cappella Garmon – da cui la località prende anche il nome – pare siano stati ritrovati due fogli di pergamena e strani segni tracciati sul pavimento di ciò che resta della chiesa di un tempo. Se la notizia è saltata fuori solo adesso a distanza di tempo, tuttavia, la ragione si trova nel fatto di cronaca legato a tale macabra scoperta che non ha avuto il risalto meritato all’epoca – complici i mezzi d’informazione impegnati a cercare di stanare gli Sciacalli da sotto i baldacchini d’Inghilterra – ma che necessariamente deve averne ora che il giovane Stephen Kirsby – mago trentenne che ha fatto la scoperta in questione – è deceduto al San Mungo in seguito a contatto con un manufatto maledetto.
Sono solito dire che la curiosità uccise il kneazle e di certo non inizierò a pensarla diversamente adesso che i fatti mi danno conferma, ma certi vasi non andrebbero scoperchiati – meglio sarebbe farlo fare agli altri, al massimo – e per i nascondigli dei Negromanti dovrebbe essere applicata la stessa regola non scritta, visto che il concetto di vita e morte, nel loro caso, non segue proprio la concezione dell’uomo pio, se capite cosa intendo. Pare che Kirsby – comunque – si sia casualmente, non sia mai che Godric ci fulmini trovato a frugare – leggasi: andare alla ricerca di reperti da piazzare sul mercato nero – nella Cappella in questione, rinvenendo due fogli di pergamena che, oltre ad andare distrutti al contatto (e ci sarebbe da capire perché) si sono rivelati anche intrisi di magia oscura con una maledizione da contatto che ha progressivamente fatto collassare tutti gli organi interni del malcapitato. Una cosuccia leggera per tenere lontani i ficcanaso, già. Le indagini ministeriali in tal senso – nel caos che c’era, c’è e secondo come vanno le elezioni ci sarà ancora – hanno scomodato direttamente l’intervento degli Hit Wizard, da quel che il Profeta ci ha fatto sapere mesi fa con un trafileto in sesta pagina, ma sembra che sia stato allertato anche l’Ufficio Misteri, sebbene nessuna notizia in merito sia stata confermata o smentita. Appare ben più certo, invece, che quel che è rimasto delle due pergamene in questione, rappresenti una stella a cinque punte inscritta in un cerchio – niente che vi suoni come nuovo, no? – ma con una figura umana stilizzata disegnata in modo che l’apice della stella – corrispondente alla testa umana disegnata – sia puntato verso il basso.
Un lascito degli Sciacalli? Prove tecniche di novelli aspiranti maghi oscuri? E perché il Ministero della Magia dovrebbe mantenere il riserbo se si trattasse di qualcosa di facilmente spiegabile?

Cedrick Bramwen. Meglio noto come il Selfish, il sestino Serpeverde male amalgamato con il mondo che lo circonda, vive di una strana forma di opposti, secondo la testimonianza di alcuni coetanei che preferiscono restare anonimi. Estremi che ce lo hanno fatto conoscere come un Jobberknoll in piena salute quanto a parlantina ed un Ippogrifo fiero ed altezzoso come comportamento e visione del mondo. Se fosse un detto babbano lo si potrebbe definire come ogni riccio un capriccio, ma considerando che è un purista del lignaggio magico – per la gioia dei verde-argento più radicati – è più comunemente associabile ad un detto tipico dei maghi: uno Shadem per capello. E capelli ne possiede abbastanza da non temere una calvizie precoce. Arrivato a La Voce l’anno scorso dopo una lunga ed attenta militanza tra i lettori del giornale che l’ha portato a studiare il modo di fare e scrivere di ogni scribacchino con appunti nascosti probabilmente nelle folte sopracciglia che si ritrova.

Ammettiamo pure che l’Inghilterra non se la sia passata bene nell’ultimo periodo; c’è stata tanta di quella paura da renderci pazzi, una valanga di morti a non finire e tanti saluti a tutti gli avvoltoi che ci hanno scritto al riguardo. Molti di noi – io compresa – hanno assaporato il male per la prima volta, ce l’hanno ancora ben ficcato nella testa come una scheggia permanente, tant’è che sono stati costretti a cambiare il proprio atteggiamento nei confronti della vita, magari senza neanche accorgersene.
Eppure non sono state di certo poche le lamentele riguardo la vecchia gestione del Ministero della Magia. In ultimo abbiamo la recente gestione della situazione a Stalker Castle (che gramo di nome, sì?) da parte degli abitanti del posto, ribellatisi bellamente a quel gran fusto all’ex Ministro della Magia, Alphius Nightingale, proprio mentre cercava di spiegare i motivi e le ragioni che l’hanno portato a prendere determinate decisioni piuttosto che altre.
Il male ha colpito noi tutti e abbiamo dovuto unicamente fare affidamento sugli Auror, per quanto Morgan Shepard (l’attuale Capo Auror, ndO) si rifiuti categoricamente di rilasciare eventuali interviste.
Ma non solo questo! Viene da chiedersi, spesso, come abbia fatto un infiltrato ad intrufolarsi nel castello. Cara Loreen, stai, per caso, perdendo punti? E’ il caso di pensare ad un nuovo Preside all’interno del castello? Dubbi sul suo non-ritiro ci sono eccome! Non ci ha mica impressionati con la sua ultima trovata, salvando noi tutti dai Crucio e da morte certa. Dov’era, difatti, tutti quei mesi prima? Ovviamente vi sto riportando solo alcune delle voci che ho potuto ascoltare nel castello una volta tornata, così come altre si interrogano sull’inutilità e l’inadempienza di quegli uomini che ci hanno accompagnati a lezione, in giardino, hanno fatto la guardia per noi, si sono alternati nei loro turni di ronda.
Eppure il Ministero, a questo, è già arrivato. Chiunque sia maggiorenne come me sa benissimo che il suo dovere da mago appartenente al Ministero della Magia Inglese è quello di votare l’uomo (o donna) capace di garantire per noi tutti sicurezza e riparo quando qualcuno tenta di sopraffarci. Dei nomi son stati fatti, dei maghi si sono candidati; chiunque dotato di buon senso avrà visto in giro per Diagon Alley, Hogsmeade o altre comunità magiche le locandine di questi candidati d’acciaio, pronti a prendersi ognuno le proprie responsabilità in caso di vittoria. Ed era pure ora!
Ebbene sì, gente, Alphius Nightingale ha deciso di ritirarsi una volta e per tutte. Sarà forse che quella pioggia di ortaggi, in quella cittadina scozzese, ti ha tolto le zucche che hai avuto davanti agli occhi per tutto questo tempo?
Piuttosto! Guardiamo i candidati un po’ più da vicino:
Airdgale O’Byrne: solo quarantacinque anni d’età lo farebbero competere alla volta di ben altri uomini candidatisi, come Marquise Omega Humphrey o Alexandra Lloyd? Su La Gazzetta del Profeta si parla di un uomo dal comportamento istrionico, che tra l’altro non so cosa significhi, ma immagino ci siano parecchi tira e molla con sua moglie (è sposato?), un probabile atteggiamento scherzoso e superficiale nei confronti della vita e, magari, dico magari, la capacità di essere sotto ai riflettori molto a lungo senza annoiare nessuno. Sentendo i pareri di alcuni studenti all’interno del castello, molti hanno deciso di votare lui poiché “sufficientemente giovane”, benché io sia del parere che non conta l’età per far essere migliore un uomo. Io, però, sono soltanto un mezzo per far espandere l’informazione pubblica. In linea di massima gradirebbe fare delle modifiche all’interno del Ministero, scindere dei corpi, rafforzare altri settori, interessarsi maggiormente a determinate cose che Nightingale, a detta sua, ha lasciato perdere.
Alexandria Lloyd: mi piace pensare che sia una donna di ferro, che la sua forza non sia mai stata intaccata dalla perdita del marito che fece scalpore anni fa. Decisa a mantenere il cognome del defunto compagno, la Vedova Velata (famosa per indossare sempre un velo nero quando sceglie di mostrarsi al pubblico) ha mostrato un interesse non indifferente per i ceti più poveri, non risparmiandosi le lamentele dei cosiddetti “ricchi”, vantando anche un certo curriculum ed una certa età alle sue spalle. Il suo lavoro sembra sincero, per il momento, e magari tutto il dolore provato potrebbe renderla più umana, a differenza di chi il dolore non sa neanche cosa sia.
Pericles McClaim: scozzese, diffidente, con un muso lungo, ma tanta voglia di fare. Si dice abbia fomentato la rivolta avvenuta a Stalker Castle. Magari il cognome l’aiuta a stemperare quello che sembra agli occhi di tutti un caratteraccio non indifferente. Ma ci piacciono gli outsiders, niente da fare! Il suo iniziale pensiero sarebbe quello di instaurare un rappresentante per ogni specifica area scelta, in modo tale che il Ministero non scelga di porgere l’attenzione solo a Londra o ad Hogwarts – esempi random – ma abbia un controllo su tutta la situazione magica del territorio. Una bella idea, se ci pensate, dato che molto spesso vi sono condizioni rurali sfavorevoli ed intere cittadine abbandonate. Sempre così, quando l’occhio del Comando Centrale (come lo definiscono i babbani, ndO) non vede a sufficienza.
Marquise Omega Humphrey: ideologie opposte a quelle di Nightingale, un ruolo nel Ministero della Magia già ben noto, da quello che dicono le fonti. Vorrebbe concentrarsi in particolare sul Ministero, il che lo metterebbe in netto contrasto con quanto detto da McClaim e da me riportato in precedenza. Ma si sa: stanno sempre a farsi la guerra tra di loro, i politici. E’ il candidato più anziano alla carica di Ministro, nonché colui che ha lavorato maggiormente nell’ambiente. Il più abile nel parlare, di certo, e sicuramente quello che si sta facendo notare di meno. Forse quello meno pieno di bugie.
Ma si sa: ogni volta che si candida qualcuno alle elezioni, ci sono sempre troppe belle parole che volano come scope durante una partita di Quidditch. La vera sfida è mantenerle, certe promesse!

Per il momento è tutto! Non ci resta che attendere con ansia le elezioni e gli aggiornamenti del 4 ottobre.
Stay tuned!

Oceane Henderson. Meglio conosciuta per aver distrutto le orecchie alla maggior parte del castello a furia di urlare e per essere (stata) ossessionata con Morgana dal suo primo anno. Da un annetto a questa parte sembra si sia calmata e placata, beccandosi una bocciatura in pieno stile e tanta rabbia annessa. Sta per compiere 18 anni, ma sfortunatamente non è mai cresciuta dal metro e un tappo che si ritrova e da quei capelli che la sommergono quasi interamente, dato che non si dà un contegno e non decide mai di tagliarseli. Barboneggia in giro – per il castello o meno – non è una creatura per niente rispettabile e di certo non è un esempio da seguire per i più piccoli. I Serpeverde non sono di certo fieri di lei: è troppo maleducata, perde troppi punti e dice troppe parolacce. Per di più non porta rispetto a nessuno e sembra vivere per il suo unico codice morale, sempre che ne abbia uno. Ci si chiede come mai sia rientrata ne La Voce, dato che mostra un’ignoranza degna di nota. Che sia tutta una facciata e non ami, invece, l’incredibile arte della scrittura?
By Anne Burton | - 10:53 am - Posted in Settembre 2071

Le parole sono importanti. La loro interpretazione e lettura ancora di più, concordo, ma tra tutti questi aspetti continuo ad essere dell'opinione che ciò che conta veramente è l'essere in grado di usarle correttamente, le parole, secondo quelli che sono i propri scopi. La premessa è d'obbligo, le ragioni che mi spingono a farla saranno invece chiare sin dal prossimo capoverso. Ricordate: mai lanciare una sfida a chi è abituato a lanciare tronchi.
Quest'estate – mentre ero intenta ad elaborare il piano numero ventisei per uccidere Tommy senza lasciare evidenti tracce se non un bleah scritto sotto le finestre di casa sua – Philip Noreal si è presentato alla mia porta per – cito – farmi un salutino. Che poi i suoi reali intenti fossero legati alla speranza di vedere Robert è chiaro come il fatto che quella mezza tacca di Aurora Halliwel si tinge i capelli (e pure male), ma al di là di questo l'incauto ex studente di Hogwarts se n'è uscito con la trollata del secolo: Merida, perché non provi a familiarizzare con il Quidditch? Sei la cugina di Robert McReady, qualcosa vorrà pur dire. Vuol dire che mio padre e suo padre sono fratelli, magari? E non che per chissà quale misticismo divinatorio le attitudini di uno debbano trasmettersi all'altro, altrimenti sai i fratelli Hevenge come dovrebbero venir su meglio di come stanno al momento?
Ma, sorvolando su questo, la parola chiave è di certo un altra: familiarizzare. Potrei aver sentito male. Potrei essere alla pari del cervello di Medea Galbraith – scusa cervello mio, non volevo offenderti – ed aver capito una cosa per un'altra passando dal familiarizzare con questo sport al rendere il Quidditch una questione di famiglia. Suvvia, siamo lì, no? In fondo Robert – in questa prospettiva – si è sentito in dovere di passarmi una pila di appunti sul mercato estivo alta quanto il Caposcuola Eusine VanHouten – che carino – peccato che io abbia letto solo i nomi in grassetto e vada molto a braccio, in base a quel che ho visto con i miei occhi ed ai resoconti che mi arrivano per lettera. Tanto ho capito che nel Quidditch la cosa più importante non è quel che dici, ma come lo affermi.
In Scozia, o perlomeno nella mia famiglia, la merenda è sacrosanta – più che altro perché è una crociata riuscire a non farsela scippare dagli altri – ma ho iniziato a volere un po' più bene al Quidditch quando Medora – che, mi vergogno a dirlo, sarebbe stata un ottimo elemento per l'Eco del Cervo – ha sinuosamente lasciato cadere i nomi di Elenoire Glorbander e Krystal James tra un panino imbottito ed una fetta di torta alta tre strati. Nelle famiglie normali una simile affermazione sarebbe passata quasi inosservata, se non per qualche battuta sui francesi o un vecchio autografo della James che Robert non ha ancora confessato di aver contraffatto lui stesso per uno scherzo ormai datato. Nelle famiglie normali va così, nella mia…no. Ewan – il mio cugino bello ed in cerca di moglie, io ve la butto lì – è la persona più seria e pacata che conosco, persino quello un po' più attento alla linea…rità dei discorsi fatti, ma da quando ha realizzato che le due ex studentesse di Hogwarts hanno lasciato entrambe i Kestrels – sua religione – per approdare ai Tornados, ha iniziato uno sciopero della merenda. Sia chiaro, il mio stomaco ha apprezzato almeno sino a quando non sono tornata ad Hogwarts, ma non credo sia una buona cosa anche se qualche settimana più tardi l'informatissima Myra ha tenuto a raggiungermi a Londra poco prima che salissi sull'Hogwarts Express per informarmi che, tra le altre cose, non solo Ewan si sta rimettendo al passo con il suo peso forma – quintale più quintale meno – ma anche che Elisabeth Dark ha felicemente ricostituito l'equilibrio familiare su in Scozia prendendo il posto della sua rivale storica tra le fila dei Kestrels. Il resto del discorso di Myra ve lo risparmio anche perché riguardava più che altro una per niente velata allusione al buon cuore – cuore, certo – della Glorbander che ha deciso di raggiungere suo marito Connelly ai Tornados, paragonato a me medesima che ancora, alla mia veneranda età (sto per piangere, lo giuro) non ho un…fidanzatino, chiamiamolo così. Hortense Lanfrad, ho un vaghissimo sospetto che sia tu l'amica di penna di Myra, ragion per cui ti tengo d'occhio, sappilo.
Digressioni a parte, le parole di Myra davanti all'Hogwarts Express mi hanno realizzare solo a metà viaggio – mentre cercavo di introdurmi nel vagone degli  spillati per salutare (Valen)Tino visto che quest'anno ci hanno separato – che se l'arrivo della Dark tra le file dei Kestrels mi aveva appena restituito la sanità mentale di un cugino, ad essere in pericolo, considerando la perdita di due cercatrici su due nomi fatti da La Civetta dello Sport, sarebbe stato Robert, con tutta probabilità. Nella mia famiglia siamo strani – l'ho già detto? – quindi se volete sapere di che umore siamo basta controllare il quantitativo di cibo consumato nell'arco di una settimana. E' il nostro metro umorale anche se, lo ammetto, il mio unico errore è stato quello di scrivere a Killian, tra tutti i cugini che avrei potuto contattare per farmi sapere come un nerd del Quidditch come Robert possa aver affrontato la progressiva riduzione di velleità di mercato della sua squadra del cuore. Non so se per voi il contenuto della missiva di Killian può avere un qualche senso logico, io ho deciso di copiarla fedelmente parola per parola perché tradurla avrebbe significato perdere del tempo che posso usare per rinchiudere Oceane nel baule…a vita per altro. Poi, insomma, traete voi le vostre conclusioni.

Ehi, stella alpina dei Grampians!
Volevo tranquillizzarti su tu sai chi, cioè visto che mi hai chiesto informazioni in merito non serve che specifichi di chi si tratta, giusto? Metti poi che decidi di usare queste informazioni per l'articolo di cui mi ha parlato la zia Mildred, almeno non corriamo rischi. Come sai, monitorare la dieta di Mr. Roccioso di Burro al momento non è più possibile come un tempo, ma mi ci gioco il kilt sul fatto che il passaggio di Vassil Peev ai Kestrels gli abbia fatto corrugare la fronte e storcere il naso di qualche centimetro. Certo, sempre meglio che riuscire a pronunciare i nomi dei nuovi acquisti delle Forchette (è un nome in codice grinzafichissimo, vero?). Uno si chiama Zigulì Schaetzel o qualcosa del genere, l'altro – che deve essere imparentato con Ismail Fehr, credo – Goku Ozdemiroglu. In pratica la gioia dei commentatori, come puoi immaginare.
Però, Mer, io te lo dico: questo Sebastian Waleystock che Robert nomina qualche volta, io non l'ho ancora capito perché ha appeso la scopa al chiodo. Cioè, ha mai giocato seriamente? Per dire, secondo me non ha fatto un gran lavoro neanche la volta che Ro…tu sai chi l'ha invitato per sistemare la legna, però se è in grado di ricordare ad Angelina Coast che mi aveva promesso una cena…ci siamo capiti. Anzi no, sei ancora piccola! Cancella tutto quello che hai letto. Che poi a me farà più strano non leggere più di Warner Wallace o John Clouds, ma questo è un altro discorso. Medora ti saluta, ma soprattutto mi ha detto se puoi farle avere qualche informazione in più su questa Lila Lamb che è approdata ai Banges e per cui, come ogni volta, ha già preparato le protezioni con all'interno i colori del tartan di famiglia. Sette completi interi, giusto perché con i numeri non si scherza, mi dice.
Come da accordi ho rifornito la dispensa di tu sai chi con il quantitativo solito di un G.R.A.S.S.O. (Grosso Rifornimento Anti Settimana Senza Ognigioia) così possiamo monitorare il suo effettivo stato d'animo. Tu comportati bene e dai una possibilità a quel – cito – stupido troll irlandese per cui mi hai fatto una capoccia tanto quest'estate.

Sapete, le Prendiappunti a volte sono un po' bizzarre e scrivono anche quello che non dici, soprattutto in certi casi. Soprattutto in riferimento a certe persone che scrivono dei Controeditoriali che non mi fanno dormire. Quanto a me, per concludere questo strambo esperimento per cui Noreal pagherà in qualche modo, posso consigliarvi solo due cose essenziali, in un certo senso. La prima è la più ovvia: se volete conoscere seriamente tutte le trattative e le compravendite con cui il Quidditch fa girare galeoni sonanti che i comuni mortali non vedono in una vita, affidatevi a La Civetta dello Sport così siete certi di non sbagliare. La seconda, invece, è più una riflessione personale al termine del mercato dei Troll: il Quidditch sarà anche una questione di stato, per qualcuno, ma non fatelo diventare mai più una questione di famiglia. Almeno per la mia.

 
Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il sesto anno e, come tiene a sottolineare, anche tutti i mondi alternativi inventati da Valentine. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione annuale – per ammissione – sia quella di soppesare le teste altrui per vedere se galleggerebbero più o meno di un tronco cavo. Fiera sostenitrice dell'abbandono delle Terre di Bleah, ogni occasione è buona per prendersela con Tommy… probabilmente solo per il gusto di farci pace subito dopo.
By Ivy | settembre 24, 2015 - 1:26 am - Posted in Settembre 2071

<span class="caporale">R</span>ieccoci qui cari lettori de La Voce degli Studenti, pronti ad affrontare un nuovo anno che ci auguriamo fulgido e ricco di eventi – non tragici magari – che immancabilmente ci impegneremo a riportarvi in maniera oggettiva sotto ogni punto di vista, poiché l’informazione è questo ed il compito della sottoscritta sarà accertarsi di mese in mese che ciò non venga profanato, in alcun modo…avete la mia parola.
Ammetto che la stesura del primo editoriale della carriera di uno scribacchino conferisce una sensazione…strana. Ci si sente insigniti di un peso non indifferente, almeno per quanto mi riguarda. Dopo l’anno scolastico che si è appena concluso mi fa percepire maggiormente il peso di ciò che sono stata chiamata a fare ed ad essere: una portatrice dell’informazione. Ci tengo a precisare e specificare che quest’ultimo appunto prescinde dall’essere la Caporedattrice, naturalmente, perché è insito dell’essere una scribacchina che adempie il proprio dovere come è giusto che sia e come spero sarà d’ora in avanti.
Badate bene, nonostante i protagonisti dello scorso anno siano stati eventi drammatici che hanno messo a dura prova Hogwarts tutta, mi sento di poter affermare a gran voce che fin quando la luce di mille lumos prevarrà, nessun evento dovrà influenzare il proseguimento del nostro cammino, al fine di raggiungere ogni obiettivo senza macigni o paure, senza oscurità o prevaricazioni.
Come abbiamo visto, quando permettiamo alla paura di prendere il controllo di noi stessi, ci annulliamo, diventiamo altro ed altri, schiavi di una padrona che ci conosce meglio di quanto conosciamo noi stessi; è dalla conoscenza e dalla consapevolezza di sé che si può essere in grado di evitare ogni qualsivoglia tipo di incursione altrui, si, anche da parte di signora Paura.
Siamo tornati, dunque, e torneremo ogni anno, in forma oggi più che mai, perché il ricordo delle anime che si sono spente un anno fa non porti altro che grinta e forza di volontà.
Le situazioni avverse ci fortifichino, siano la nostra forza
No Vaniglia, il tuo disordine in dormitorio non è contemplato né incluso in questa visione ottimista della realtà.
La pubblicazione di un giornale non è per nulla facile, sapete? C’è chi disegna, chi anima i disegni, chi legge e rilegge, chi brontola su un risultato non soddisfacente, non sperato, chi è ritardatario nel midollo ma c’è un momento ben preciso, una cosa che preferisco sopra tutto e tutti ed è impagabile: leggere la soddisfazione nei volti di tutti, il giorno dell’uscita. Per i nuovi è un brivido mai provato, qualcosa che fa capolino nella testa e nel cuore e ti dice “ehi, sono qui” e, si sa, le nuove sensazioni captano sempre la nostra attenzione; per i vecchi…è una conferma. La conferma di volerci essere perché di quel brivido non riescono a fare a meno. A tante cose ci si abitua ma quando una sensazione è così forte, non ci si abitua mai; è questo che dovrebbe animare noi tutti, perché una sensazione, un brivido, non diventino un’abitudine ma siano sempre una novità.

Mi auguro che noi giornalisti, portatori di ogni tipologia di informazione, possiamo essere quello che il nostro ruolo ci chiede di essere ma anche quello di cui voi lettori avete bisogno, allargando questo augurio anche ai colleghi della redazione dell’Eco del Corvo. Le ataviche e ridondanti diatribe non fanno per la sottoscritta, dovreste saperlo bene, non starò qui a buttar sterco di drago sulla concorrenza solo per partito preso, perché va di moda.
Ai fatti l’ardua sentenza, a noi non resta che fare il nostro dovere, il resto non deve riguardarci.

Un uomo quest’estate mi ha detto “mi porti qualcuna di queste voci, signorina Hevenge”; ebbene, io sono fiera di non portare qualcuna di queste voci ma LE voci, quelle degli studenti, quest’anno come dal 1980. Buon inizio anno a tutti.

By Anne Burton | settembre 22, 2015 - 5:28 pm - Posted in Settembre 2071

Giuro solennemente di non avere cattive intenzioni! Questa è una delle frasi che – in media – ogni mago e strega al di sotto dell'età scolare impara a ripetere per scampare qualche punizione o, il più delle volte, riuscire a strappare un sorriso ad un'imbestialita madre armata di battipanni animato che ti insegue per casa.
Lo so, sentirmi parlare di punizioni e regole da rispettare non è una novità per nessuno anche se molti si sono stupiti per la spilla che il Corpo Docente mi ha fatto consegnare durante le vacanze estive. Forse la novità maggiore è rappresentata dal vedere il mio nome in fondo alla prima pagina, insieme al resto degli articolisti di questo giornale scolastico. Perché si, sono il primo ad ammetterlo, di cosa può scrivere uno studente all'ultimo anno di scuola i cui unici interessi ruotano attorno a stelle, pianeti e libri gialli? Niente che possa interessare quanto un pettegolezzo o sia reso accattivante con uno stile graffiante e talvolta irriverente, è vero, però sin da piccolo mi hanno sempre ricordato che talvolta le incomprensioni maggiori nascono non solo perché dall'altra parte c'è chi non ascolta o fa finta di non capire, ma anche perché – spesso – basta spiegare tutto un po' meglio, per farsi capire.
E così ho deciso di fare io con questa che, ad Ivy e a voi lettori piacendo, vorrebbe essere un modo per cercare di spiegare il regolamento scolastico in modo che sia un po' più chiaro per tutti, perché io sono più che certo che talvolta le regole non sono rispettate proprio in quanto sembrano scritte in svervegese, mica perché uno ci si mette d'impegno per venir meno al regolamento scolastico stilato per la salvaguardia di tutti noi, giusto? Voglio dire, se esiste una serie di norme che la Preside ed i docenti hanno sottoscritto, come minimo dobbiamo sforzarci di attenerci a quanto stabilito e parlo in primis di coloro che – come me – sono chiamati a controllare il resto degli studenti. Siamo noi i primi a dover dare il buon esempio proprio per onorare al meglio quelle regole con cui, di generazione in generazione, ogni mago o strega passato da Hogwarts ha avuto a che fare. 
A tal proposito, quindi, vorrei iniziare prendendo spunto proprio da una pergamena – anonima e mi spiace che l'autore o l'autrice non mi abbia dato modo di essere riconosciuto/a, ma si è sempre in tempo per questo – che è levitata davanti ai miei occhi qualche settimana fa, più o meno alcuni giorni dopo che in bacheca è comparso l'avviso sul nuovo sistema di posta inter-scolastico proposto da tre miei concasati. Il biglietto – che ho provveduto a controllare cinque o sei volte per riportarvelo fedelmente – recitava così:

Allevare un cospicuo gruppo di topi enfatici, per poi sfruttarli mandandoli in giro per la scuola per inviare bigliettini (anche durante le lezioni) e guadagnandoci sul loro operato non credi che sia contro le regole?

Come prima cosa vorrei porgere i miei più sentiti ringraziamenti a chi ha pensato di farmi presente questa situazione che si è venuta a creare anche perché mi ha permesso di comprendere in che modo – oltre al mio operato da Caposcuola – posso venire incontro alle esigenze degli studenti in materia di regolamento scolastico. In secondo luogo vorrei anche dire grazie perché per me si tratta di una sorta di investitura volendo anche più importante di quella rappresentata da una spilla, proprio perché è qualcosa che arriva da chi vive Hogwarts esattamente come me e… che ci crediate o meno, non sono poi molto abituato ad essere indicato come esempio. A meno che non si stia parlando di quelli da non segnare sull'elenco di invitati alle feste clandestine o, al contrario, di quelli da mettere in cima alla lista dei rompiscatole magari insieme ad Isobel Carrot. Insomma, per una volta che qualcuno mi scrive perché mi ritiene competente in qualcosa, lasciatemi almeno tre secondi di giubilo. O di illusione se il fine ultimo di quel foglietto era un altro… e veniamo a noi, quindi.
Il regolamento scolastico – potete chiedermene una copia durante i pasti, se volete controllare di persona – presenta alcune lacune per quanto riguarda i modi di comunicare all'interno della scuola quindi tecnicamente se tre studenti si mettono a disposizione della popolazione scolastica per facilitare lo scambio di messaggi evitando gli schiamazzi dei gufi, immagino sia qualcosa che vada premiato più che additato come crudele, se il sottinteso del messaggio è questo. Se ci pensiamo un po' su, dopotutto, è preferibile che sia un topo enfatico – addestrato per questo compito – a consegnare la posta piuttosto che uno studente del primo anno convinto con metodi poco carini che magari le busca anche dal destinatario; questo si, sarebbe contro regolamento e, prima ancora, contro il buonsenso che dovrebbe animare ognuno di noi. Inoltre ci tengo a rassicurare tutti per quanto riguarda non solo il trattamento dei topi enfatici in questione, ma anche il presunto lucro che vi è alle spalle. Conosco personalmente Lily Morris, Elyon Turner e Leonard Murray sin da quando hanno messo piede a Grifondoro e posso garantire per il loro operato oltre che per il rispetto del regolamento che riguarda la stessa Sala Comune. Proprio per evitare che i topi enfatici siano stressati o non godano del dovuto riposo, una parte dello spazio comune su nella Torre è stato adibito a zona ristoro e rifornito copiosamente di cibo, acqua e svago per gli stessi postini. Io stesso prometto solennemente dalle pagine di questo giornale di assicurarmi che l'area sia insonorizzata in modo da non arrecare disturbo a chi sta studiando, se dovesse essere necessario. Quanto al compenso che viene richiesto, ammetto che se l'idea fosse stata mia non avrei chiesto alcuno zellino per il servizio, ma non essendoci nel regolamento alcuna voce che riguarda dinamiche del genere, non vedo perché si debba puntare l'indice contro questa iniziativa. 
Non so se chi mi ha scritto sia uno studente del primo anno o meno, ma se non ha ancora avuto modo di avere a che fare con le "usanze" di Hogwarts spero per lui/lei che si renda conto il più tardi possibile di come il commercio tra le mura del castello sia più florido di quanto si possa pensare. Moralmente, ripeto, non è qualcosa che personalmente approvo, ma sino a quando non vi sarà una voce del regolamento che stabilisce come la compravendita di figurine delle Cioccorane, di servizi come questo o persino di compiti sia qualcosa da abolire, nessuno di noi può azzardare alcuna accusa di avidità nei confronti dei quintini rosso-dorati. 
Quindi, volendo riassumere perché sono logorroico anche nello scrivere quello che stabilisce il regolamento scolastico in materia di sistemi di comunicazione in modo da renderlo comprensibile a chiunque si ponga gli stessi dubbi del/la mio/a amico/a di pergamena, possiamo dire che:

REGOLAMENTO SCOLASTICO PER LA POSTA

La posta che arriva dall'esterno di Hogwarts viene controllata minuziosamente prima che essa venga consegnata a colazione in Sala Grande insieme ad una discreta dose di piume, beccate a tradimento o pacchetti che finiscono puntualmente nella colazione. Ne sa qualcosa Erin Seywright per tutte le volte che, senza che io l'abbia fatto di proposito, la civetta della mia famiglia ha rischiato di farle un gavettone di prima mattina. Tra gli studenti – malgrado sia raccomandata la comunicazione verbale così da creare anche uno spirito di condivisione della vita scolastica, non sono comunque vietati altri metodi di trasmissione di lettere o bigliettini – in un caso – o di messaggi animati dalla più alta forma di magia bianca, nel caso in cui si sia in grado di evocare il proprio Patronus. Il regolamento scolastico non è molto approfondito in materia di sistemi di comunicazione all'interno della Scuola considerando che – nonostante i recenti avvenimenti – si pensa sempre che il pericolo venga dall'esterno quindi Hogwarts al momento è praticamente inviolabile per l'introduzione di materiale illecito dal di fuori delle sue mura, ma non vi sono specifiche dirette per quanto riguarda l'interno. Paradossalmente uno studente potrebbe istruire il proprio gatto per la consegna della sua posta personale, senza che questo leda il regolamento scolastico. Allo stesso modo non sono vietate le consegne tramite gufo o altri animali da compagnia, rospi compresi.
Diverso è il discorso che riguarda la retribuzione – e la conseguente ipotesi di lucro – che può essere avanzata in un caso piuttosto che in un altro, senza puntare specificatamente il dito contro qualcuno. Non essendo molto approfondito in materia di messaggistica scolastica, il regolamento non affronta tematiche simili, ragion per cui in questo caso dovrebbe intervenire il buonsenso di chiunque si appresti ad offrire un servizio del genere.

ps: Diventerò ripetitivo a furia di scriverlo, lo so bene e me ne scuso sin da subito. Ma non ho il roast-beef sugli occhi al punto da non accorgermi di quanto io possa risultare pesante, nello scrivere e non solo. Però vorrei davvero che, se qualcuno – come chi mi ha scritto – volesse porre alla mia attenzione qualsiasi cosa pensi non possa essere in accordo con il regolamento scolastico, me lo dica. Me lo scriva, anche, se volesse restare anonimo. Se ci togliamo molti dubbi, il regolamento scolastico sarà più semplice da apprezzare per tutti. No?

Jackson Parker. Scozzese con il kilt di castità, si vocifera che abbia imposto il rispetto delle regole anche alla Piovra Gigante, ricevendo come risposta una doccia gelata e qualche apprezzamento – non recepito come tale – da parte di poche svenevoli studentesse intente a bighellonare sulle sponde del Lago Nero. Creatore inconsapevole di doppi sensi che è il primo a non afferrare come tali, ha fatto del regolamento scolastico una delle sue ragioni di vita, al punto da essere più noto come Il Moralizzatore che con il suo nome di battesimo. Incline a salutare chiunque più volte al giorno come se non ci fosse un domani, se non altro ha finito di far sanguinare le orecchie altrui millantando una parentela alla lontana con Agatha Wickham, errore scaturito probabilmente da tutte le volte che gli viene augurata una morte lenta e dolorosa per aver sabotato feste non autorizzate o coprifuoco non rispettati. Affetto dalla sindrome di sorellanza con gran parte delle sue coetanee e circondato spesso da esponenti di sesso femminile, più che un Billywig che va di fiore in fiore si tratta in realtà di un pianeta interstellare ancora inesplorato. Letteralmente.
By sebbie | settembre 18, 2015 - 11:39 pm - Posted in Settembre 2071

Buonsalve, qui sono io che vi parlo e vi illumino su un argomento poco affrontato dai maghi d’oggigiorno. Cronaca, blablabla, morti, blablabla, bolidate varie che parlano di politica e Ministero della Magia sono davvero all’ordine del giorno! Ma nessuno, piuttosto, si è mai chiesto cosa avviene veramente dopo che un mago muore?

Sono riuscita a ricevere le attenzioni di un fantasma morto circa 50 anni fa. Non pensate male, non vi conviene. Si nasconde come un topo e ha l’aspetto di Riley Stratford appena alzata dal letto. Immagino che non abbiate mai assistito ad una visione del genere, non ve la consiglio, dato che sembra un gatto oramai in visibile stato di decomposizione – parlo di Riley, ovviamente.
Tornando al discorso, dopo ben un mese che sono andata alla sua ricerca, dopo che avevo più o meno scoperto dove si nascondeva quel farabutto, l’ho finalmente trovato!
Potrei narrarvi tutti i miei giorni di ricerca, parlarvi di quanto sia stata coraggiosa ed avventuriera al riguardo, o semplicemente dirvi di quando l’ho intravisto con la coda dell’occhio, in uno dei vicoli più bui di Diagon Alley, che piagnucolava e schizzava via per non farsi vedere nè da me, nè dal mio giovane accompagnatore.
Si tratta del fantasma di Hernest O’Gilley, il padre del proprietario del negozio di Diagon Alley “Obscurus Books“. Per chi ancora non conoscesse questo bel locale, come suggerisce il nome, è una tetra libreria di libri dell’orrore. Si dice che sia nata dalla passione di quest’uomo, Hernest O’Gilley, per tutti i racconti horror possibili, babbani e non, collezionati in una vita e che, alla sua morte, il figlio Thomas abbia deciso di aprire il negozio in sua memoria.
Malissimo, oserei dire. Non sono qui per giudicare le azioni di Thomas O’Gilley, ma penso alla storia di suo padre e dico: davvero?
Hernest O’Gilley era un uomo non troppo alto; avrebbe potuto sfiorare il metro e settanta. Aveva i baffi e la barba sotto il mento. Il suo fantasma indossava una casacca ed un mantello bianchi, ovviamente è un fantasma, non gli puoi vedere i colori! Aveva questo broncio più o meno perenne la prima volta che l’ho visto, così come anche le volte successive quando ha accettato la pubblicazione della sua storia.
Quando muore, l’anima può andare incontro a tre strade differenti: se muore di morte violenta è sicuro diventi un fantasma, dato che ha la necessità di vendicarsi per ciò che è accaduto; in altri casi potrebbe restare tra noi perché ha ancora una questione in sospeso da saldare; oppure sceglie liberamente di non andare oltre.
Ora ve lo dico chiaramente, cari lettori: Hernest O’Gilley era un vigliacco. Decise di non andare oltre perché aveva paura di ciò che sarebbe accaduto dopo. Non era morto di morte violenta, non aveva questioni in sospeso, lui semplicemente aveva paura della mancanza che avrebbe potuto sentire dei suoi cari e dei suoi libri, aveva paura dell’inferno, aveva paura di andarsene dal mondo.
Ecco cosa succede quando un mago muore: puoi decidere se avere paura o meno.
Ho trovato questo fantasma che piangeva e la verità è che lui ha continuato a piangere tutte le volte che ci siamo visti. Si lamentava di essere bloccato in questo mondo, si lamentava che non era andato a trovare suo figlio perché non ne aveva il coraggio e che si sentiva insultato dal suo gesto. “Passare un’intera vita a collezionare libri per poi vederseli sottrarre a quel modo? Scherziamo?!” ha continuato a ripetermi più e più volte, nonostante tutto.
Non so perché abbia accettato a lasciar pubblicare la sua storia, forse perché vuole che il figlio lo vada a cercare. Anche se dovrebbe essere il contrario, in un certo senso. Ai vigliacchi non bisognerebbe dare adito, ma era a me che serviva questa storia, detto molto francamente.
Il cuore di Hernest si spezza ogniqualvolta un libro viene sottratto da quella libreria, ma è anche vero che è stata sua la decisione di restare tra noi maghi viventi, nonostante si nasconda ai nostri stessi occhi. Ha vissuto la Grande Guerra dei Maghi, eppure è ancora qui che piagnucola perché non riesce a dire a suo figlio basta, che va bene così, che quei libri finiranno, prima o poi, così come finirà il suo ricordo a legarlo al mondo terreno.
Non abbandonate le vostre passioni neanche da morti, che gli sciacalli sono ovunque per sottrarvele via. Non scegliete la via che vi sembra più facile per paura dell’ignoto.
Fatelo, il salto, andate oltre. I fantasmi insegnano.
Un saluto prezioso ad Hernest e Thomas O’Gilley, anche se forse non leggeranno mai questi scritti.

Oceane Henderson. Meglio conosciuta per aver distrutto le orecchie alla maggior parte del castello a furia di urlare e per essere (stata) ossessionata con Morgana dal suo primo anno. Da un annetto a questa parte sembra si sia calmata e placata, beccandosi una bocciatura in pieno stile e tanta rabbia annessa. Sta per compiere 18 anni, ma sfortunatamente non è mai cresciuta dal metro e un tappo che si ritrova e da quei capelli che la sommergono quasi interamente, dato che non si dà un contegno e non decide mai di tagliarseli. Barboneggia in giro – per il castello o meno – non è una creatura per niente rispettabile e di certo non è un esempio da seguire per i più piccoli. I Serpeverde non sono di certo fieri di lei: è troppo maleducata, perde troppi punti e dice troppe parolacce. Per di più non porta rispetto a nessuno e sembra vivere per il suo unico codice morale, sempre che ne abbia uno. Ci si chiede come mai sia rientrata nella Voce, dato che mostra un’ignoranza degna di nota. Che sia tutta una facciata e non ami, invece, l’incredibile arte della scrittura?