Chiosare un numero de La Voce degli Studenti, ormai, è un accattivante trastullo di cui non posso fare a meno neppure dopo il mio ritiro dalla sfera scolastica. Di certo, la mia, non è una Voce di Studente, ma il tono quasi granitico e annoso di un docente in ritiro. Cosa potrei aggiungere di più completo di quanto abbiano già fatto i vostri docenti? Temo nulla, signori. Una volta dissi, con l'aria luttuosa di chi in realtà mostrava il suo nome gaglioffo all'intero corpo studentesco: "Traccheggiare e tergiversare possono apparire, quando la primavera è alle porte, così seducenti e di gran lunga preferibili all'olio di gomito, da renderci tutti schiavi di un vacuo vaticinio." 
In realtà non ero che latore di qualcosa che voi tutti, persino il più inoperoso di voi adolescenti nel pieno delle forze, conservavate nel più profondo dei vostri pensieri. Non sarò qui a nicchiare le mie convinzioni con paroloni altisonanti ma insipide nei contenuti. Per questo limiterò gli arzigogoli e i cavilli, optando per il più chiaro e sibillino dei miei registri linguistici: la lingua di un vecchio.

Il mio pensiero va a Leonard Murray, Lily Morris, ed Elyon Turner. 
Perché ciò che vi unisce superi di gran lunga la genuflessione e la cieca ammirazione verso ciò che è imbrillantinato d'oro dei leprecauni. Compassati siano gli affetti, concitati gli umori. L'acume di Allen Hollowdale e Connor Olsen si spenga soltanto alle calende greche, così come l'impegno di Cosetta campeggi sempre in alto nei vostri cuori di Corvonero.
La dedizione di Catherine Smith, l'orgoglio di Hilary Darcy, la passione di Calypso Von Schuster – riflessi caleidoscopici di ciò che Salazar può offrire, frammenti di nicchia che non pregiudicano i colori di una casata ma li rendono peculiari, personali, imprescindibili. La lealtà di Ivy Hevenge, la tenacia di Hazel Choi. Le espressioni più estreme dell'afflatus umano.
Ad Hortense Lanfrad. Ad Emrys Hansen. Quando il vostro estro supera ogni controllo, è lì che risiede la magia. Ad Evan Miller, Isobel Carrot, Jade Hamilton. Nel coraggio di amare, piangere un docente, scegliere di vestire i panni dell'antagonista per un bene superiore. A Tarazed Conway e il suo topo. Il mio augurio va al mio caro amico Eugene, all'alba migliore che ha accettato di costruire. Al professor Harrenhal, all'ottimo lavoro che in mia assenza ha portato avanti. Alla stima dei nostri studenti nei suoi confronti. A chi mi sostituirà, a chi farà meglio del sottoscritto. A chi sbaglierà, a chi farà fortuna. A Kane Lindstrom, Ian O'John, Sorority Trulock. Al professor Stephen Medicine e alla stima infinita che nutro nei suoi confronti. Ad Erin Seywright. Ad Eusine VanHouten e i suoi viaggi, in cui mi lascia vivere giornalmente. 

Alla redazione de La Voce degli Studenti, spero che il Sacro Baule sputi via il piccolo presente che ha ingurgitato illegalmente qualche mese fa. Intero, magari. All'Eco del Corvo. Alle torri e ai sotterranei. Alle cucine, al campo di Quidditch.
Alla nostra Preside. Alla mia cara amica Loreen Wallace. Alla sua salda e infinita filantropia.
A voi studenti e a voi docenti, nominati e non.
Che il vostro futuro sia costellato di cadute, e che non vi manchi mai la forza di rialzarvi.

Ad Hogwarts,
che non smette mai di essere la nostra prima casa.

Reginald Weetmore