By vocestudenti | settembre 26, 2012 - 8:32 pm - Posted in Settembre 2068

Ho sempre pensato che i pericoli che i diplomati trovano fuori da queste mura, alla conclusione dei sette anni, fossero un po' ingigantiti dai professori. Non li ho mai sottovalutati, sia chiaro, perchè sottovalutare qualcosa è sempre stupido e io, grazie a Merlino, ho un cervello pensante che sono portata ad usare – perchè il difficile non è averlo, ma usarlo, come dice la nostra nuova grande capa. Però, insomma, se mi avessero raccontato che uno dei primi pericoli qui fuori è essere investiti da una macchina volante, non so se ci avrei creduto.
Eppure è successo, il 20 settembre, a metà pomeriggio. Spero che ne siate già informati tramite il Profeta, perchè per quanto mediocri siano alcune sue rubriche, la cronaca è sempre attenta. Vi faccio un rapido sunto nel caso in cui vi siate persi la faccenda nell'ansia di andare a proporre il vostro nome per la Triquidditch. Una macchina volante è giunta a gran velocità nel cielo di Diagon Alley e, nel mezzo di una cauta manovra di rallentamento, ha avuto degli evidenti problemi tecnici ed è precipitata, entrando di muso nell'atrio del palazzo dei giornali. L'auto, in seguito identificata come di proprietà di Nereus Dalloway, direttore di Trasfigurazione Oggi, era dotata di incantesimi di protezione, perciò l'intervento magico dei presenti in strada ha solo rallentato – ma non fermato – la sua corsa. Due giornalisti presenti nell'atrio sono stati ricoverati al San Mungo. Ma se il nome di una, Mrs Petunia Twinkle, non dice molto tranne che agli abbonati di Trasfigurazione Oggi, immagino non farete fatica a dare un volto all'altro nome, che è quello di Robert McReady, concasato di noi Serpeverde, qui redattore sportivo e là fuori neoredattore della Civetta dello Sport. Comatoso per tre giorni a causa di un trauma cranico, vi posso confermare che si è svegliato pochi giorni fa, anche se con un offuscamento della memoria recente. Come già ipotizzato da Lewis sul Profeta, abbiamo ora la conferma che il San Mungo ha inviato un avviso agli obliviatori del Ministero, che si suppone si metteranno presto all'opera sulla memoria di Robert.
Perchè? Perchè c'è la possibilità che, essendo il più vicino al portone nell'atrio, possa aver visto chi c'era nell'auto. E' certo, infatti, che chiunque vi fosse nell'abitacolo ha fatto in tempo a smaterializzarsi prima dell'arrivo dei primi soccorsi. Quel che ancora non è chiaro è chi vi fosse effettivamente alla guida. Gli indizi portano verso Roland Carlysle, giornalista di TO e attualmente scomparso, ma la domanda cruciale è: era solo nell'auto? E da cosa è stato provocato il bagliore all'interno dell'abitacolo, visto da diversi testimoni, bagliore in seguito al quale la macchina ha iniziato a sbandare a mezz'aria? Possibile che questo giornalista, gettato in un qualche stato di panico dal ricordo della morte del figlio, possa aver deliberatamente accelerato verso il palazzo dei giornali? Ho posto questa domanda ad una nostra conoscenza, autore dell'articolo sul Profeta e che, credo di aver capito, sta seguendo i suoi sviluppi. "E' escluso. Perchè avrebbe dovuto farlo? Suo figlio è morto cinque anni fa, è vero, e deve essere stato tragico per lui, era il suo unico figlio", ha risposto Alfred Lewis. "Ma da qui a far schiantare un macchina… Non lui. E' successo qualcosa lì dentro e spero vivamente che le forze dell'ordine non trattino Carlysle come un terrorista oscuro da stanare a suon di sortilegi. Innocente fino a prova contraria, non è così?" In effetti ci chiediamo tutti in che direzione Shaymys Rosebud, responsabile del caso, farà proseguire le indagini. Roland Carlyle è un mago uscito di senno per il dolore e da catturare a tutti i costi, o una vittima in pericolo da ritrovare? Certo, in entrambi i casi non sarebbe consigliabile far passare troppo tempo. Se è libero, potrebbe sempre rifarlo, mentre se è prigioniero, lo sarà per molto? Intanto non è arrivata nessuna dichiarazione dalla famiglia in Irlanda, che si è chiusa nel riserbo in attesa del prosieguo delle indagini. Si può immaginare il loro stato d'animo.
Ma immaginiamo anche cosa deve essere stato per i signori McReady, vedere l'unico figlio ad occhi serrati dentro un incantesimo runico. A quanto pare, il San Mungo non ha mai visto tanti maghi in kilt in una sola settimana. Il clan dei McReady-Barrie, infatti, si è mobilitato subito in seguito all'incidente e ora preme sul Ministero perchè chiunque abbia provocato l'incidente sia fermato. Il fatto che Robert si sia svegliato li rende solo più pazienti, ma gli scozzesi hanno la testa dura e presto o tardi riprenderanno ad insistere per sapere la verità. Insomma, c'è stato un certo via vai all'ospedale, ma quel che è certo è che non tutti i visitatori sono passati dalla Stregaccoglienza. Pare infatti che il Patronus di un'altra nostra vecchia conoscenza, il tirocinante guaritore Stephen Medicine, abbia richiamato la sicurezza per fermare un uomo in camice da guaritore ma che nè lui nè altri ricordavano come dipendente dell'ospedale. L'unica cosa che si sa è che si trattava di un uomo di colore ma, come dire, nel Regno Uniti siamo in tanti. Il misterioso figuro è sparito dopo aver assistito, così pare, al risveglio di Robert. Ma anche qui si incrociano tante domande. Era solo un curioso di passaggio o magari un finto giornalista? Voleva accertarsi che lui ricordasse o il contrario? Era Dorothy sotto Transmuto? O ci stiamo agitando per niente? Be', niente, c'è qualcuno che va in giro ad investire la gente per aria. Attendiamo il corso delle indagini e intanto buona ripresa a Rob. Philip ha detto Mi è giunta voce che il risveglio non è stato così brutto.

Vega Rushton
 

By Stephen Medicine | - 11:58 am - Posted in Settembre 2068

uno sport sottovalutato

Immagino che per la maggior parte di coloro che leggeranno quest'articolo l'introduzione risulterà scontata e noiosa. Per questo consiglio a chiunque sappia già in cosa consiste il gioco delle Gobbiglie di saltare direttamente al prossimo capoverso. Non vi perderete niente. Io non lo conoscevo e ne sono rimasto affascinato. Si gioca su una pista accidentata, piena di dossi, cunette, fossi o semplici avvallamenti del terreno, più ostacoli vari ed eventuali come corde o pareti con un solo pertugio in cui passare. Le squadre sono formate da sei giocatori, e ognuno di loro mette in campo cinque Gobbliglie, una a testa per ognuna delle prime cinque serie di lanci: lo scopo del gioco è praticamente raggiungere la fine del percorso. Durante la partita, però, si possono catturare le Gobbiglie avversarie, semplicemente toccandole. La particolarità magica del gioco sta nel fatto che, colpendole in maniera troppo violenta, le palline incantate esplodono in diverse maniere, la più nota delle quali è il rilascio di un gas intossicante. Sono però note anche Gobbiglie che rilasciano piccoli fulmini ed altre che contengono un liquido che rende il campo di gioco una sorta di pantano e corrode le palline che vi passano sopra. Quest'ultima Gobbiglia è alquanto discussa, perché i giocatori si lamentano del fatto che ad essere penalizzato non è solo chi ha colpito la Gobbiglia con troppa forza, ma anche chi verrà dopo. Il Club Ufficiale delle Gobbiglie del Ministero della Magia replica dicendo che anche il gas di Gobbiglia in alcuni casi viene respirato da tutti i giocatori, ma nessuno si è mai sognato di metterlo in discussione per questo. Se volete la mia opinione, capisco il disagio per chi gioca… però ho visto una partita con delle Gobbiglie a liquido corrosivo e da spettatore trovo che siano una grinzafigata. A parte le polemiche, comunque, il succo della questione è che se una Gobbiglia esplode le difficoltà aumentano notevolmente. Tornando a noi: ogni Gobbiglia colpita, che vale un punto, viene catturata ed esce dal gioco; quelle che sono fatte esplodere invece valgono due punti per l'attribuzione della vittoria, ed ovviamente sono perse perché non possono essere più lanciate. Una volta messe in campo tutte e 60 le Gobbiglie – 30 per squadra – si procede a mandarle avanti, e la squadra che chiude per prima il percorso si aggiudica cinque punti chiudendo la partita. Ok, capisco che leggendo queste frasi non veniate galvanizzati, ma… è bello, ve lo assicuro.

Ho fatto quest'incipit per raccontarvi del torneo di Gobbiglie organizzato come ogni anno dal Club Ufficiale delle Gobbiglie del Ministero. Io non ho avuto modo di vedere neppure una partita a causa della scuola prima, visto che il torneo ha avuto inizio ad Aprile, e dei prezzi dei biglietti poi, quando avrei potuto invece andarci. Ho però letto tutto sull'argomento ed ho parlato con alcuni dei giocatori che vi hanno preso parte. Non sono "preziosi" come quelli del Quidditch o di Broomula1 e passano più o meno tutti a farsi una partitina con i signori che giocano a Gobbiglie al Paiolo Magico. Non voglio dire che i giocatori di Quidditch e di Broomula1 siano dei palloni gonfiati che snobbano i fan o che so io. Solo che non sono tanto abbordabili, ecco. Non mi è mai capitato di andare al Paiolo Magico durante le pause dal lavoretto che ho trovato alla Gelateria Fortebraccio e trovarci uno di loro come invece è successo per i giocatori di Gobbiglie. Ci andavo spesso per lo più perché mi piace guardare le partite amatoriali, ma anche perché ho pensato che sarebbe potuto essere interessante scrivere un articolo con le opinioni dei giocatori, che ho intervistato senza che loro lo sapessero.

La fase di qualificazione alle semifinali del torneo è stata molto combattuta con qualche problema di salute ed alcune scorrettezze. Per fortuna queste ultime non hanno pagato e le squadre qualificate per le semifinali erano la quintessenza della correttezza e dello spirito sportivo. Ho incontrato al Paiolo Ian O'Connor in compagnia di Miranda Bromley il pomeriggio del 3 Agosto. Sono due giocatori della squadra dei Myrtle Monkeys, che insieme ai Purple Peacocks, i Golden Goats e gli Orange Orcas si sono qualificati per giocare le semifinali proprio il sabato successivo. Al che la mia prima domanda è stata pressoché obbligata:
Io: voi non fate tipo… ehm… un ritiro o qualcosa di simile?
Ian: «Toh, guarda, Miranda, un fan curiosone. Abbiamo iniziato a giocare a Gobbiglie in questo buco puzzolente» 
Tom: «Buco puzzolente sarà casa tua, mangiatore di caccole di Troll»
Ian: «Andiamo, Tom. Lo dicevo con affetto! Ci passiamo prima di ogni partita importante. E' una specie di rito propiziatorio.»
Tom: «Spero che perdiate.»
Effettivamente le scimmie hanno perso, ma non credo che Tom abbia fatto il malocchio o che so io. Anche perché mentre chiedevo una cosa alla Bromley, gli altri due facevano pace.
Io: cosa pensa della giornata di torneo che si è svolta a Tinworth?
Miranda: «Mi spiace per la sorte toccata ai Blue Bears. Non avevano molte speranze di superare le qualificazioni, quindi non vedo perché qualcuno avrebbe dovuto far in modo che si beccassero la trollinfluenza. Forse qualche fan arrabbiato, ma non credo qualche altra squadra. E' stato invece antipatico il comportamento dei Silver Swans, anche se far di tutta l'erba un fascio non mi è mai piaciuto. Non sono tutti e sei degli sporchi imbroglioni ma, si sa… chi va con lo zoppo impara a zoppicare. Hanno usato un incantesimo di scambio tra occhi degli avversari e Gobbiglie. Che cosa orribile! Invece il gran successo delle Orche secondo me è in parte opera della buona sorte: Reynolds sa giocare, ma lui ed i suoi non sono poi così bravi. Credo proprio che le semifinali mi daranno ragione.»
Effettivamente la Bromley non aveva tutti i torti. Le Orche non hanno superato le Golden Goats in semifinale. La partita, però, sembra essere stata abbastanza equilibrata. Una cosa che non è successa nella sfida tra le Scimmie di O'Connor e Bromley ed i Purple Peacocks. Certo, la Bromley ha dato prova di carattere e capacità, ma nel complesso non c'è stata storia. I Pavoni sono stati grandi con Carroll che ha catturato cinque Gobbiglie in un colpo solo. Però sto precorrendo i tempi. Ho incontrato Eugene Reynolds nella sala Gobbiglie del Paiolo dopo l'eliminazione delle sue Orche dal torneo e non mi sono fatto scappare l'occasione di fargli alcune domande.
Io: è deluso per essere uscito dai giochi?
Eugene: «Deluso? Assolutamente no. Erano anni che le Orche non arrivavano così avanti e, senza falsa modestia, è tutto merito mio. Certo, qualcuno ha insinuato che il migliore in campo della mia squadra sia stato Mark… sai, Webber. Però se lui è bravo e tutto merito mio e dei miei allenamenti e… di chi è quella Piuma Prendiappunti?»
Io: Ehm… mia… io… sto pensando di entrare ne La Voce degli Studenti. Margareth mi ha detto che deve parlarne con gli altri giornalisti, ma che probabilmente ce la posso fare. Così…
Eugene: «oh… allora… sì, insomma, Mark è bravo. Sarebbe comunque bravo, ma io lo faccio allenare tanto quindi è per questo che è stato così bravo. Salutami quelli della Voce. Mi manca la redazione, ci sono stato bene. C'erano un paio di giornaliste che mi facevano il filo, ahah!»

Quindi, in conclusione, ad aggiudicarsi la finale a York sono stati i Purple Peacocks e le Golden Goats. Robert McReady ha definito l'incontro "una finalissima come non se ne vedevano da molti anni", e io non lo metto in dubbio neppure nei miei sogni più vividi. Se non bastasse l'appassionante resoconto fatto dal giornalista, infatti, ci sarebbero comunque le parole sull'evento che hanno rilasciato Alys Fair, una studentessa del secondo anno di Grifondoro, e Catherine Smith, anche lei del secondo ma tra le fila di Serpeverde, quando ho chiesto loro cosa gliene fosse parso. Mi sono sembrate le più adatte, visto che hanno assistito alla partita ed hanno anche consegnato ai capitani i set di Gobbiglie per l'incontro.
Alys: «Uh, che cosa stai dicendo? Ah la finale delle Gobbiglie giusto?! Mi sono divertita tantissimo ed è dire poco visto che mi hanno anche scelta tra tanti ragazzini per portare il set di gobbiglie alle Capre. Squadra per cui tenevo, è stato davvero fantastico! Insomma la squadra per cui mia nonna teneva e anche io stava vincendo alla grande, anche se alla fine quei maledetti Pavoni hanno rimontato purtroppo. Mi sono divertita un sacco a sentire i cori di tutta la gente e soprattutto anche io urlavo come una matta, tanto che il giorno dopo mi è venuto mal di gola e non riuscivo quasi più a parlare. Comunque anche se non abbiamo vinto posso dire che è stata un'esperienza fantastica e mi piacerebbe rifarla! »

Catherine: «Oh, la finale del Gobstone? Mi sono divertita un sacco! Sai, era la prima volta che assistevo dal vivo ad un evento del genere. Era strapieno di gente! E sfortunatamente mi hanno pure estratto per portare il set di Gobbiglie al capitano della squadra dei Peacocks. Avevo paura di cadere ad ogni passo e di rovesciare le Gobbiglie in testa a chissà chi! Però insomma, dopo questo primo momento è andato tutto bene! Mi sono goduta alla grande la partita, e non ti dico i cori che ogni tanto venivano urlati dalle tifoserie. Assolutamente geniali! Il "baciateci la ruota" urlato dalla Burton a mio parere è stato il meglio! Io stavo dalla parte dei Pavoni, ovviamente! Sono stati davvero bravissimi a rimontare, e poi l'ultimo tiro! Mi ricordo ancora l'ansia di quel momento. Fino alla fine non siamo riusciti a capire chi avrebbe vinto. Ci hanno lasciato col fiato sospeso fino all'ultimo secondo!» 

I Pavoni hanno vinto una competizione serrata che ha visto le Capre in vantaggio per parte dell'incontro venire poi raggiunte e superate dagli avversari. La chiaccherata fatta con Joanne Collins e Marcus Crook al Paiolo è stata decisamente meno tecnica di quanto mi aspettassi. Io speravo in qualche dettagli che fosse sfuggito anche a McReady, così da fare una sorta di Scoop, però non è successo nulla di simile. Erano insieme, ad indicare che sono amici e che non hanno posato per La Civetta dello Sport con McReady solo come trovata pubblicitaria. Lei continuava a sorridere tantissimo, mentre lui sembra tanto avere la stessa faccia dei Campioni Tremaghi di Hogwarts alla consegna della Coppa a Durmstrang. Cercava di non far vedere che gli rodeva tantissimo.
Io: quali sono le vostre impressioni su questo Torneo di Gobbiglie e soprattutto sulla finale?
Joanne: «Abbiamo vinto e qualsiasi cosa sia andata male passa in secondo piano. Mio padre finalmente la smetterà di prendersi gioco di me perché la squadra ha smesso di vincere dopo che lui ha mollato. Non c'è prezzo per un risultato simile.»
Marcus: «Io invece comincio a credere che la storia di variare un po' l'effetto esplosivo delle Gobbiglie anche nelle competizioni ufficiali non sia per niente da scartare. Non so più quanto gas di Gobbiglia ho inspirato in vita mia. Cioè, io sono fatto così. Non ci riesco a lanciare le mie palline in maniera delicata. Devo distruggere le altre!»
Joenne: «Su, su, Marcus! Non starci ancora a rimuginare.» E qui ha guardato me come se mi avesse visto realmente per la prima volta. «Tu chi sei, ragazzino?»
Io: lei chi pensa che io sia, signorina?
Mi guardava come se pensasse che volessi soffiarle il titolo o qualcosa del genere, così tra un balbettio e l'altro me la sono svignata e tanti saluti. Spero di riuscire a vedere una partita ufficiale l'anno prossimo. Magari me la faccio pagare dalle casse della Voce!

Mius Sonn

By Anne Burton | settembre 25, 2012 - 5:36 pm - Posted in Settembre 2068

Oh, che bello, direte voi. Siamo rientrati a scuola, finalmente. Si ritrovano i compagni, si ritrovano fidanzatini e fidanzatine, si ritrovano compiti e professori, si ritrovano regole su regole e… no, suvvia. Non c'è bisogno di piangere. Che se vi smocciolate addosso potreste macchiare la vostra bella divisa andando ad intaccare quello splendido color sorcio morto che dicono vada un c… tanto di moda, quest'anno. Si, sono sarcastica, ovviamente. Ma già che siamo qui e che sinceramente non muoio dalla voglia di scrivere nulla perché ho sonno ma devo, che la scadenza incombe e poi mi scassano i boccini, un tema vale l'altro. Quindi parliamo di moda, ecco. E partiamo proprio da questa cosa orrenda che ci obbligano ad indossare a lezione! Ora, io vorrei dire, ma sinceramente a quanti di voi PIACE l'abbigliamento omologante e squallido che il corpo docente, nella sua depressione generale, ci impone? Queste gonne a pieghe che, Godric benedetto, non sono più IN da almeno un secolo. E il gilet da mettere sopra la camicia, nemmeno mio nonno lo usa più, siamo seri. Per non parlare di queste stupide cravatte… passi per i maschietti, ma un bel foulard per le fanciulle, no? Insomma, svecchiamo un po' la cosa. Non so voi ma a me personalmente si torcono le budella a dovermi mettere addosso la stessa roba tutte le mattine, ormai è diventata una cosa esasperante. Vogliamo mettere la libertà di scegliere il colore, di abbinarci questo o quell'accessorio, di decidere quanta pelle mostrare al mondo? Mi sono presa la briga di chiedere un parere ad un paio di persone, già che c'ero, giusto per dimostrare che è qualcosa che tutto questo piattume cromatico che ci ammorba non turba solo la sottoscritta, ma che è un'opinione condivisa anche da altri. Rebby MacMillan, Corvonero del sesto anno, ad esempio mi scrive:

"IL GRIGIO E' UN MALEDETTO COLORE ORRIBILE. È TRISTE E FA UN SACCO SCHIFO. Io penso che dovremmo girare per il castello sempre con le bacchette sguainate, così da lanciare Vestis a caso su chi si veste male. Tipo la polizia della moda. Ho anche il motto perfetto: PERCHE' COLORATO E' BELLO!. Allora, no. Già che uno è triste tipo me adesso e poi si vede circondato da gente vestita di grigio. O di nero. O coi colori di casata… che sono belli, eh, però… basta. Vediamo sempre quelli. perché nessuno prende spunto da me e comincia a vestirsi con tutti i colori dell'arcobaleno? Me lo chiedo da quando ho messo piede qui dentro sei anni fa. Dai ragazzi, non è difficile. Fatelo per me, aiutatemi a portare un po' di allegria in questo mortorio monocromatico, si dice così, no? Uniti riusciamo, divisi cadiamo. Dicono. Questo è."

E, giusto per rispondere a chi ha da ridire sulla mia STUPENDA collezione di braccialetti, la sopracitata Rebby conclude con un Post Scriptum a tema. "P.S. Gli accessori vanno bene solo se fanno chiasso, come i tuoi braccialetti bellissimi!!". Tsk. Almeno qualcuno apprezza. Ma lei non è la sola a vederla come me. Anche Victoria Jines, Serpeverde del quarto anno, si è presa la briga di rispondermi con due righe, ed afferma:

"Io non capisco proprio, cara Tequila Turner, come fanno certe signorine a vestirsi con queste divise grigio topo. Che, poi, i topi fanno pure schifo. Pensa un po' com'è il grigio topo! Io direi di andare dalla Preside con quella che ti ha regalato la bellissima maglietta rosa fluo e disegnare nuove divise. Come si chiama? Vinnilica? Quindi, per i Grifondoro farei una divisa così: scarpe rosso fuoco, calze gialle, gonna rossa con fiocchettini gialli. Magari lasciamo la camicia così com'è per tutti. Se vuoi, io ho due paia di calze gialle bellissime! Tassorosso e Corvonero sono così tristi, che gli va bene anche il grigio topo. I primi sono dei topi, perché brutti. I secondi sono topi da biblioteca… quindi brutti! Andiamo ai Serpeverde. Va beh, si sa che questi sono quelli che si vestono meglio. Ma l'hai mai vista Amber Wolf? Anche con il grigio topo è bellissima. Però secondo me starebbe meglio con un bel verde fosforescente, tipo quello che ho io. Sì, in effetti potrei pensare di far comprare a tutte le studentesse Serpeverde delle calze verdi fosforescenti. Per non parlare dei fiocchi! Se mi pagano qualche zellino, li creo per tutti. Basta che non mi dicono di farli neri o grigi. Solo colori vivaci! E non disturbi, cara Tequila Turner. Quando si parla di moda, io sono sempre pronta a dare consigli a chi non sa vestirsi. Mentre si sa che io sono una persona cool. Meno grigio. Più fosforescente. See u later."

Vabbè, tolti gli apprezzamenti personali sulle varie Casate che io non necessariamente condivido, per il resto non posso che quotarla, cioè. Basta! Tra un obbligo e l'altro, lasciateci almeno decidere se portare la camicia dentro o fuori dai pantaloni. Lasciateci liberi di avere una nostra identità anche in questo campo, come dovrebbe essere. Dopotutto siamo studenti, non soldati ed il concetto di divisa dovrebbe essere stato superato da molto tempo. La moda è un diritto inappellabile ed ognuno deve avere la facoltà di decidere la propria, scuola o non scuola. Ecchebolide.

Tequila Turner

By vocestudenti | - 3:51 pm - Posted in Settembre 2068

 

Sì, Anne Burton non è più una studentessa di Hogwarts.
No, T in condotta non può sparire con lei.

Quindi… eccoci qui. Col ritorno ai dormitori si torna anche a commettere qualche "quasi invisibile" comportamento da Troll, che non può certo passare inosservato: degno di noTa, appunto. Anche perchè, suvvia, cosa sarebbe la scuola senza un po' di pepe, mh?! Dimostrare educazione, rispetto e senso del dovere?! Umpf, quando mai! Come sempre, tuttavia, c'è stata una meravigliosa macedonia (Marg questo è in tuo onore) di casate, a tal punto che nessuno può tronfiamente dire "Oh, la cosa non mi riguarda".

No perchè, purtroppo, prima o poi ci si casca tutti, volenti o nolenti. Chi per bullismo, chi per strane deviazioni mentali (sì, Filargon, se te lo stai chiedendo, mi sto riferendo a te… ma solo perchè dopo tutti quegli Accendio uno dopo l'altro la tua mente non può non aver subito danni, dai!), chi per passare il tempo… insomma, ognuno ha le sue motivazioni e ognuno può essere il prossimo a finire quissopra.

Ovviamente, si inizia dal più giovane!

1. Tutti gli studenti del Secondo Anno, constatate a malincuore le loro enormi lacune a riguardo delle basi da applicare nella pratica delle Pozioni, saranno caldamente costretti a seguire delle ripetizioni tenute dalla signorina G. Lanfrad, in date e orari che sarà lei stessa a comunicare loro. Che tengano presente l'eventualità di risarcire di loro tasca eventuali altri futuri danni che arrecheranno al materiale scolastico. 

Octavius Oven

Ragazzi dai! Fondamentali… di POZIONI! Penso che persino il neo Prefetto Filargon (sempre nei miei pensieri, sì) sappia che deve riempire il calderone, prima di metterlo sul fuoco. Anche perchè, per quanto magica possa essere la magia, il peltro non ha ancora acquisito la capacità di trasformarsi in acqua da solo. Poi, se il vostro intento era quello di creare una sorta di pappina insulsa, molto simile alle creme di bellezza saggiamente usate da Dupret, profumata di bruciato…potevate dirlo subito!

2. Lo studente Kevin Mordey si presenta come recidivo nei suoi atti e duro di comprendonio: pertanto, oltre alla sottrazione di quaranta punti alla casa di Corvonero per atti di bullismo sugli studenti più piccoli, sarà costretto a portare con se un collare in cuoio che gli impedirà di commettere altre oscenità del genere. In quanto studente non solo soggetto a severe punizioni gli anni passati, ma persino alla bocciatura di corso, ogni qualvolta un qualche atto di bullismo dovesse contro ogni mia previsione presentarsi di nuovo, sarà la casa di corvonero tutta a dover pagare le conseguenze del suo compagno con la decurtazione di quaranta punti ogni volta. L'incolumità dei nostri studenti è importante e di certo non posso permettere ad una testa calda qualsiasi – che dell'intelletto dovrebbe fare la sua guida, teoricamente – di minarla.

Zayve Mystes

E' il caso di dirlo: il Troll perde le caccole, ma non il vizio. Anche se, suvvia, addirittura un collare del genere?! Ok le punizioni normali, ma qui penso che il WWFB avrebbe da ridire e probabilmente renderà l'esemplare di T Mordey una specie protetta, in modo tale che non rischi più sopprusi del genere e sia libero di praticare il suo atteggiamento poco consono come gli pare. Anche se, soffermandosi a pensare al collare, non è poi tanto fuori stile "Mystes", anzi. 

3. I Signorini Luys Thingread ed Albert Vandenberg, con la gentile presenza della signorina Rosalie Kole, appertenenti rispettivamente alle casate di Grifondoro e Serpeverde, sono chiamati a seguire dei corsi tenuti dal sottoscritto, Sir Reginald Iberius Percival Weetmore II di Wiltshire, Sir Inglese, Ordine di Merlino Prima Classe, sul comportamento civile da perseguire quando si è in presenza di altre persone. Non sono ammessi nell'Aula di Trasfigurazione lancio di pallette di gomma o travestimenti quando non esplicitamente richiesto. Inoltre, per essere sicuro che il concetto di umiliazione che la signorina Kole ha impartito alla signorina Meng sia chiaro alla Serpeverde, i due signorini dovranno aiutarla a svolgere il lavoro abituale che gli Elfi Domestici portano a termine ogni giorno nei miei appartamenti, compreso il lavaggio degli indumenti personali. Sperando che questo porti i tre ad assumere un comportamente confermo più a dei lords o ladies, rinnoverò la punizione ogni qual volta usciranno dai ranghi.

Sir Reginald I. P. Weetmore

Per la serie: loro sì che sanno come fare buon'impressione con i nuovi docenti! Per lo meno hanno dimostrato fegato nello svolgere l'intero litigio in presenza di Weetmore e senza starsi a nascondere dietro un compagno random. Anche perchè Albert non avrebbe avuto problemi, ma la vedo ardua per Luys trovare qualcuno che riesca a celarlo, grosso modo. Inoltre, scommetto la mia piuma da scribacchina che tante studentesse hanno interpretato la nota unicamente con la seguente visione: Luys, a torso nudo, vestito solo con un paio di pantaloni neri e un papillon. E magari con tutti i riccioli ingellati, perchè no!

4. Lo studente Sami Medicine non ha ancora compreso che, in questa scuola, ricopro il ruolo di Docente di Difesa contro le Arti Oscure e di Vice Preside. A causa della sua difficoltà di comprensione, insolita per un Corvonero, che dovrebbe essere anzi lesto nell'apprendimento, si ostina a rivolgersi a me con l'appellativo di Nath. Per questo motivo mi vedo costretto a scrivere questa nota di demerito, con la decurtazione di dieci punti alla sua Casata. La decurtazione di punti, inoltre, avverrà ogni volta che lo studente si appellerà in modo non consono nei miei confronti. 

Nathan Powell

Questa l'ho riportata, ma non commento per ovvi e legittimi problemi di conflitto d'interessi.

5. La studentessa Elsbeth Yurath, che sempre si è dimostrata portata e interessata alla Divinazione, ha improvvisamente decretato che ci si può spacciare finti possessori della Vista, arrivando al punto di inventarsi liberamente le cose, perchè tanto nessuno si potrà mai accorgere del fatto che sono completamente fasulle. Per ora dieci punti in meno e questa nota, ma se si rivelerà ancora radicata in quest'erronea credenza puerile sarò costretto a prendere ben altri provvedimenti.

Alphonse Gordon Dupret

Oh Elsbeth suvvia! Come ti sei permessa di dire una simile verit- ehm… castroneria in presenza del professor Dupret?! Sarai forse una di quelle studentesse che segue il suo corso unicamente per cercare di accaparrarsi eleganti vestiti gratis, anzichè essere mossa da una corposissima Vista interiore?! Di certo il tuo "sacrificio" passerà come "L'unica cosa che si è sentita di dire fino ad oggi durante le ore di Divinazione".

Salù. 

Giselle Lanfrad

By Anne Burton | - 2:01 pm - Posted in Settembre 2068

Direttamente dal quartier generale della Sala Trofei… no, è inutile, il fatto di avere Sean e Jericho che fanno la guardia alla porta per il protocollo quarantaquattro kneazle in fila per tre barra N di nascondino, non fa sì che possa usare un incipit del genere. Però sono davvero nella stanza dei trofei, eh. E non è la prima vol… ete sapere perché sono passato di qui? Beh, come prima cosa ovviamente l'ho fatto per Robert McReady che si sta facendo coccolare dalle infermiere del San Mungo, così mi ha detto Sean. O era Jericho. Vabbè, uno dei due. E prima che qualcuno possa obiettare sul fatto che l'ex responsabile della sezione sportiva de La Voce non è più al castello, vorrei far presente a chi l'ha scordato che esiste un quadro formato da tante tessere animate che rappresentano alcuni ex settimini tra cui Robert. Ora, in teoria io sono passato per chiedere un c… iao Robert, sai che ci sono in giro dei malpensanti che credono che io sia qui per farmi scrivere l'articolo sul mercato di Lega da un pezzo della tua personalità? Diglielo che sono in gr… azie grazie… signorin… signor… E SMETTETELA DI PARLARE TUTTI INSIEME! Ecco, dimmi tu se devo chiedere ai gemelli di evocarmi una scatola per nascondermi cercare di ripararmi da tutto il trambusto che stanno facendo quei tizi lì. Sì, perché il primo che mi dice ancora una volta che il Quidditch non è seguito più come un tempo… gli impedisco di entrare nel baule, sia chiaro. Il baule è mio! Ma dicevo… sono finito qui perché devo parlare del mercato che ha riguardato la Lega Britannica solo che non ho pensato al piccolo particolare che in questo quadro non c'è solo la personalità di Robert, ma anche quella di altri tredici ex studenti, non so se mi spiego. Così, se Anne Burton ha liquidato il tutto con un acido "Noreal ancora qui stai? I Montrose schiacceranno i pipistrelli come ogni anno e vinceranno ancora e ancora" diverso è stato il discorso per gli altri. La prima voce squillante che ho sentito è stata quella di Christine Berry e no, non voleva commentare l'arrivo di Agnarsson ai Falcons e neanche quello di Dag Gaarder ai Bats. Non voleva neanche sapere come sta la sua parte di macedonia, in effetti. Christine Berry è una che ama il Quidditch nella sua totalità, ossia fa il tifo per tutti e per nessuno, eppure quando le ho fatto presente che tale Ismail Fehr è il battitore titolare dei Catapults penso che abbia iniziato a rivedere le sue preferenze. Ma foooorse è solo una mia impressione, già già. Persino Gwen si è emozionata quando ha saputo dell'ingaggio del turco da parte della sua squadra del cuore, del resto. Che poi, voi non avete idea di cosa si prova nel riferire a degli oggetti animati che chi li ha generati ha ottenuto un posto in squadra! Prendete la tessera Juliet Lucky, per esempio. Sapere di essere il portiere di riserva dei Bats ha generato una serie di squittii gioiosi sormontati solo dai gridolini di gioia di Alice Darcy seguita a ruota da Layla Took, ovviamente. E da Cerfield che – sta ancora brilliant, rassicuriamo tutti – bofonchiava qualcosa di simile ad una minaccia, più o meno. E qualcuno potrebbe magari chiedersi che ne sarà ora del tifo per i Puddlemore che la Lucky condivideva con l'ex capitano dei canarini, ma in effetti anche Joe Greywood – per la gioia dei gemelli che ci tengono a dirsi contenti della sua guarigione dal tifo - adesso dovrà fare un pensierino sulle sue preferenze visto che i Kestrels (spaccano!) l'hanno scelto come battitore titolare. Si, praticamente al termine del mio discorso il quadro è esploso visto che ben quattro dei soggetti rappresentati sono stati contattati da altrettante squadre. Sulla sponda dei campioni di Lega in carica, infatti, a far compagnia all'arrivo di Gelika Teporsky, si è fatto timidamente strada anche l'ex Caposcuola Grifondoro Sebastian Waleystock. Come riserva cacciatore ma è comunque un inizio… saltellante almeno quanto avrebbe voluto fare Rosalie Goldflower che – ho dedotto – è una sostenitrice dei Montrose anche lei esattamente come l'ex Caporedattrice de La Voce, se non fosse che la Burton più che alla gioia si è lasciata andare alle minacce. E alle richieste di farle incontrare Mitea. Non mi pare che la tessera Robert abbia gradito, ma questa è un'altra storia, si, anche perché non di sola ex Hogwarts sono fatti i Kes… gli acquisti di mercato. Devon Laury - in visibilio per l'ingaggio della Lucky – si è informato anche sulle Arpie (non c'è tanto di nuovo se non l'acquisto di Memeruwe dai Bats) così come Lawrence Owen nella sua parte di personalità lasciata al castello – lui vi guarda, Serpeverde! – oltre ad augurare ogni ben di Salazar – libera interpretazione – a Dragos Marea per il suo futuro tra le Vespe, ha voluto anche chiedere qualche informazione sulle quotazioni di FantaQuidditch, come se potesse partecipare direttamente da un quadro, si. Cloo Harrington ed Isabella Flannery, visto il loro passato da cheerleader, invece, hanno preferito bombardarmi di domande sulle coreografie delle diverse tifoserie e su schemi che, mi rinchiudo nel baule per scontare la mia colpa, non ho capito per niente. Però sono sicuro del fatto che la Cloo del quadro si sia dispiaciuta sentendo che Serway – portiere dei Puddlemore – ha concluso la sua carriera nel Quidditch e questo spiace anche a me così come i ritiri di Poltree, Memphis, Nixon, Al Sahaid, Baldwing, Tunder, Lengley e – non volevo dare io questa notizia al Robpezzetto di quadro – anche il portiere dei Wanderers, Jean Butz. Anche se ora inizio a capire perché Robert – quello vero – mi ha lasciato il poster di Butz a fine anno: lui lo sapeva già, ecco. Come sempre, però, anche quest'anno sarà il campo – e Vinnica Heyannir - a dirci chi avrà fatto le scelte di mercato più azzeccate e chi invece no. Per quanto mi riguarda so solo di aver rimediato un grosso mal di testa con tutte queste voci diverse che si sovrappongono tra di loro. E, soprattutto, ho capito una grande verità: il protocollo di sicurezza quarantaquattro non ha la barra N di nascondino, ma quella di Nessuno Nota Noreal Nascosto Nella Necropoli dei Neodiplomati? Seaaaaaan! Jerichoooo! Qualcuno mi faccia uscire di qui per favoooooreee… 

Philip Noreal

By vocestudenti | settembre 23, 2012 - 10:22 pm - Posted in Settembre 2068

Vita da assistente

di Erzsebeth Dalloway

L

a verità è che se state leggendo questo simpatico giornalino studentesco vuol dire che avete del tempo libero e che non lo state impiegando con un proficuo ripasso teorico e pratico delle materie nelle quali non siete ancora riusciti ad emergere. Non me ne vogliano per questo la signorina Lowenn e la signorina Mayfair che, anzi, mi hanno piacevolmente stupita quando, con i loro bei faccini più o meno sorridenti, mi hanno chiesto di dare il mio contributo per il numero di questo mese. E' sempre cosa buona e giusta far circolare un po' di carta stampata che dia spunti di riflessione ai lettori e, se questo può sembrare in conflitto con quanto affermato in apertura, mi permetto di approfondire meglio l'argomento.
Quando vivevo in questo castello come studentessa non più di dieci anni fa, quindi la Voce era già da molte generazioni uno dei punti di riferimento per tutti coloro che volevano tenersi informati sui fatti più svariati, oltre che per gli appassionati di origami. Non c'era mese in cui qualche ottimo articolo non fungesse da base per discorsi e dibattiti interessanti ed è bello constatare che ciò è rimasto invariato nel corso degli anni. Ora come allora, tuttavia, alcune discussioni sanno infiammare tanto gli animi da distogliere l'attenzione dei più da ciò che di realmente importante questa scuola ha da offrire. Non fraintendetemi, credo che coltivare i propri interessi – la lettura, lo sport, il giornalismo e quanto altro – sia eccellente per arricchire il proprio bagaglio personale, ma ancor più fermamente ritengo che sia importante focalizzarsi sull'obiettivo primario, ovvero creare le solide basi per un futuro appagante e stabile, ricco di prospettive e opportunità, senza lasciarsi eccessivamente distrarre da cose secondarie. Ai tempi della scuola non ho mai impiegato il mio tempo a scrivere per un giornale, ma oggi lo faccio volentieri, sperando che questo possa risultarvi utile in qualche modo. Molte persone sostengono che la voglia di insegnare sia una vocazione innata e che la presenza o meno di questa vocazione influenzi radicalmente la capacità di farlo. Prima dell'anno scorso non mi ero mai soffermata ad approfondire questa ipotesi con maggiore attenzione, considerandola non solo fuori dalla mia sfera di competenze ma anche da quella dei miei interessi. In tutta onestà, non ho mai pensato che sarei tornata in questo castello, ma devo ammettere di non aver avuto alcuna esitazione nell'accettare il ruolo di Assistente di Difesa Contro le Arti Oscure offertomi dal professor Powell, e per motivare un simile "entusiasmo" non posso fare a meno di vagliare anche l'ipotesi di cui sopra. Come alcuni di voi forse già sapranno, uscita da Hogwarts ho intrapreso subito gli studi e quindi la carriera Auror presso il Ministero della Magia Inglese. Lavorare sul campo è sempre stata per me una delle aspirazioni più lodevoli, il modo più concreto ed efficiente di dare il proprio contributo, ma questo mio parere personale non vuole togliere nulla al merito di chi decide di incanalare le proprie energie in settori più teorici. Quello che agli occhi dei più è un semplice lavoro – e non mi riferisco esclusivamente a quello da me scelto ma a qualsiasi lavoro, compreso quello dello studente – infatti, raramente si rivela essere solamente un mezzo di sostentamento o un dovere a cui adempiere. E' necessità di intervento, bisogno di occupare un posto e ovviamente, in conformità con l'inevitabile legge del do ut des, richiede di norma tanti sacrifici quanti sono gli insegnamenti che può impartire. Che ci si trovi ad affrontare un compito d'esame, una pila di scartoffie o una missione ad alto rischio poco cambia perché, per quanto contesti diversi implichino il far ricorso ad abilità diverse, ogni singolo avvenimento non porta ad altro se non al fare appello alla capacita di reazione individuale. Determinazione, dedizione e ambizione sono fra le cose più importanti che si possano imparare quando si affrontano continue sfide, piccole o grandi che siano; impedire agli ostacoli di essere paralizzanti e sapere invece sfruttarli come spinta per andare costantemente oltre; metabolizzare la paura e trasformarla in prudenza. Potreste imbattervi nell'occasione di imparare a prevenire gli errori come in quella di comprendere che a volte non si può evitare di commetterne, e il compito di quelli che voi chiamate insegnanti non è di preservarvi da queste eventualità ma di darvi quanti più mezzi possibili per affrontarle. Condividere con qualcuno la propria esperienza non significa affatto fornirgli sicurezze e garanzie, ma permettergli di rapportarsi ad eventi che non ha vissuto in prima persona, concedendogli la facoltà sviluppare un proprio parere personale e condividerlo a sua volta. In definitiva, non credo si smetta mai di apprendere qualcosa, anche quando si abbandona il luogo in cui si comincia a farlo, ovvero la scuola.
Questo mi porta ad un'unica conclusione, volendo tornare all'argomento iniziale di tale ragionamento: insegnare non può essere in alcun modo un innatismo. Non tanto perché dubito dell'esistenza di una vocazione che possa spingere qualcuno a voler condividere il suo sapere – questo sarebbe assurdo – quanto più perché alla base di una simile volontà ci deve essere qualcosa da poter insegnare, ovvero qualcosa che è stato appreso col tempo e con l'esperienza. Fondamentalmente è questo il principale, se non unico, motivo per cui sono lieta che il professor Powell mi abbia chiesto di tornare fra queste mura: se riuscirò ad insegnarvi qualcosa che va oltre le semplici nozioni che troverete sui libri scolastici – cosa che, come ho potuto constatare, sembrano voler fare anche tutti gli altri validissimi professori che avete a vostra disposizione – sarò soddisfatta. Il che non vuol dire che dovete trascurare i libri, sia chiaro. Anzi, da bravi, mettete da parte il giornale e tornate a studiare.

Controeditoriale

di G. Lanfrad

E'

fondamentale precisare una cosa, per chi è la prima volta che legge la Voce: il controeditoriale deve andare "contro" a quanto scritto nell'editoriale. Ma come si può andare "contro" a Margareth Lowenn?! Io ho un mio modo personale.
E' qui, ferma con il foglio bianco sulla scrivania, intenta a fissare il guazzabuglio che c'è in redazione, in attesa di avere l'illuminazione da scribacchino. L'occhiata che ha appena rivolto a Mius non è delle migliori effettivamente e assomiglia molto a quelle che rivolgeva a quel portentoso lato b del Campione Tremaghi, Dragos Marea: un misto tra lo sconforto più totale e l'estasi. Ora è naturale chiedersi: starà forse intravvedendo qualcosa del crucco nel Serpeverde?! Il quesito passa in secondo piano, però, ci si può tranquillamente accorgere che la stessa occhiata la rivolge anche al nostro Sacro Baule. Ora. Dire che la questione sta diventando preoccupante è dire poco e la risposta è solo una: forse sta semplicemente pensando a come quest'anno sia iniziato in modo diverso dall'anno scorso. Mancano gli stranieri, effettivamente. Mancano i vincitori, come mancano i vinti. Perchè sì, lo ammetto senza troppi problemi: non avere la possibilità di sfogarsi su Nathanael quest'anno sarà particolarmente sconfortante.
Però, suvvia, in fondo ogni anno, il primo settembre arriva sempre qualcuno di nuovo. Qualcuno che, nonostante sia inglese, nonostante abbia sentito fantastici o pessimi racconti su Hogwarts, nonostante abbia la famiglia ormai radicata in una casata particolare da generazioni, è comunque straniero. Eppure, non neghiamolo, questi piccoli undicenni non ricevono la stessa accoglienza di Dragos e il suo marmoreo "compagno". Chi vi assicura che tanti anni fa, lo stesso Marea non fosse un esserino piccolo, gracile, apparentemente invisibile? Eppure guardate dov'è arrivato.
A te, studentello che t'atteggi da gran grinzafico solo perchè hai superato lo smistamento da uno o due anni, dico di riflettere…perchè il piccino, che snobbi e che magari arrivi addirittura a sfruttare, potrebbe tranquillamente batterti in un apparentemente stupido indovinello, esattamente com'è capitato a due terzine qualunque, qualche anno fa, che, in gara con quartini e quintini, sono state le uniche a superare una qualunque prova di logica. Attenzione, quindi, perchè potrebbero arrivare a tenervi testa senza il minimo problema. E a quel punto, tutta la vostra grinzaficaggine andrebbe a farsi un giro in moto con la Mystes. E a te, primino che sei appena arrivato, dico ugualmente di riflettere… perchè non sempre chi ti dimostra freddezza lo fa perchè è annoiato dalle lezioni di Dupret e non sa in che altro modo occupare il tempo. Ovviamente, non tutto ciò che vola è obbligatoriamente magico… ma naturalmente questo lo scopriremo più avanti. Bentornativenuti.

By vocestudenti | - 8:48 pm - Posted in Settembre 2068

"Inquietante" è tutto ciò che mi sento di dire in merito. Per l'articolo e la nostra fotografia post-Rituale dello Scambio. Sul serio, c'è del disagio. Da queste esperienze, e non solo, ho tristemente concluso che se Hogwarts decide di cambiarti i connotati… lo farà sicuramente, che tu sia al I o al VII anno. No escaaape.

Settimo anno. Da sempre, almeno in teoria, i più grinzafichi della scuola solo per il fatto che essendo i più grandi dovrebbero comandare incontrastati. Dico dovrebbero, perché pare che quest'anno nessuno ci prenda molto sul serio; nemmeno uno in redazione che abbia detto "oh, facciamo un articolo sui magandi", come gli anni scorsi. Cioè, ditemi voi. Quindi ci tocca cantarcela e suonarcela, abbiate pazienza, anche se io e Harriet siamo qui a scrivere – non per autogloriarci, o corvotronfiarci come pare vada di moda dire in giro – per un motivo un po' più specifico che non dipende assolutamente da noi. E' già da un paio di giorni che – noi settimini della classe di Difesa, quantomeno – non riusciamo ad evocare i nostri Patronus, e dire che da sempre il suo pesciolino gioca ad acchiappapluffa con il mio Fwooper! In realtà il contrario ma, direte voi, a noi che importa? Beh, io dico che dopo mesi di fatiche, veglie, digiuni forzati e lezioni supplementari con Powell, non riuscire più a far uscire un Patronus farebbe alterare chiunque di voi. Perciò insomma stiamo cercando di ritrovare la nostra felicità perduta, se qualcuno volesse aiutarci nel percorso purificatore, e quale miglior occasione per parlare proprio di tutto il settimo anno, abbiamo pensato? Qualcuno lo deve pur fare, e d'altronde siamo proprio affiatate qui o non riusciremmo a capeggiare una banda di scribacchini urlanti. Ancora una volta dimostreremo la nostra estrema sintonia, in barba a Merlino, e perciò ora lascio la parola penna proprio a lei, la mia compagna di avventure.

Tanto per, non mi avete ancora incantato: io ancora non ci credo a questa storia della Vice-caporedattrice. Non vedo perché debba aver accettato non solo un incarico di questo tipo ma anche il ruolo di giornalista in sé; per quel che ne posso sapere, tutti i vecchi articoli firmati a mio nome che mi sono stati mostrati come prova potrebbero anche esser stati modificati con la magia. E sai cosa? Secondo me ci stanno proprio fregando, perché non hanno trovato nessuno che volesse parlare del nostro anno o che potesse farlo meglio di noi. Voglio dire, non mi ricordo niente, ma sono sicura che insieme abbiamo trascorso tante belle avventure. Guarda questa foto datata l'anno scorso, ad esempio. Come eravamo grinzafiche. Alla faccia vostra! Comunque direi che possiamo cominciare dai Ronzodoro, che a quanto pare hanno vinto l'ultima Coppa delle Case. Ecco, i tuoi bordini della divisa sono rossi, quindi questo vuol dire che sei una di loro. Come ti sembrano dall'interno? A me paiono silenziosi e deprimenti. A parte quel tipo che ogni tanto fa delle facce strane, come se volesse ammiccare… Seth Lucky, esatto! Ma sicuramente deve essere un qualche tic nervoso, perché lui ha proprio l'aria da bravo ragazzo che ama solo la sua famiglia.


Ovvio, chi può parlare del settimo anno meglio di quelle che ci vivono tutti i giorni? Certo, questo discorso si potrebbe fare se non avessimo una momentanea e totale amnesia su gran parte dei nostri ricordi, ma la storia delle Caporedattrici è vera. Anche tu lo sei, per quel che mi riguarda, perchè la cosa del Vice è inutile quindi tanto vale dire che lo siamo entrambe. Tanto siamo in sintonia e… oh, sì, questa foto è bellissima e sicuramente è stato un bellissimo momento. Mi piacerebbe ricordarlo meglio, ma accontentiamoci. Menomale, comunque, che ti sei informata già tu per queste cose burocratiche: pensa che ieri sera non sapevo la parola d'ordine e ho dovuto fermare almeno una quindicina di persone prima di trovare un concasato che la sapesse; silenziosi in quel caso, sì. Deprimenti… abbastanza, dato che hanno più o meno la memoria di un pesce rosso. Che uno dei colori di Casata sia il rosso proprio per questo motivo? Ahhh Seth, lì, ho capito di chi parli! E' un tipo a posto anche se ha la mania del provolamento; l'ho beccato che ci provava con cosa lì, quella con gli occhi cangianti e l'aria spenta… Luthien Melwasul! Lei sì che ha l'aria di una ragazza felice, probabilmente era solo un po' in imbarazzo per le avances del concasata. Eppoi ha una C sul petto: un tizio – sempre un mio concasato, almeno credo, che si chiama Darren – mi ha detto che vuol dire Cavia. Lui è un altro dall'aria triste, forse non vuole fare la cavia e ce lo costringono, sarebbe veramente crud… Harriet, aspetta, ma anche tu sei una cavia! Anche se sei Sempreverde – come gli alberi, no? – quindi vuol dire che non perdi mai le foglie. Deduco che voi quindi siate persone assolutamente solari e spensierate, mi confermi quest'impressione dall'interno?

Cavia! Ecco cosa voleva dire! Anche se in questi due lunghi giorni di mandato non è che abbia notato grandi differenze fra noi e voi semplici studenti. Ok, è vero, ho ritrovato tardi il foglio con scritti gli orari dei girotond… no… delle… delle onde che le Cavie devono fare ogni sera e quindi non ho partecipato agli ultimi incontri, ma non credo di essermi persa granché: infatti ieri ho finalmente trovato il famoso Bagno dei Perfetti al secondo piano e, lasciatelo dire, non ne vale proprio la pena. C'è solo acqua di scarico ovunque, un fantasma che piange e due ragazzini che quando sono entrata le stavano raccontando una barzelletta. Qualcosa a proposito di un Animagus e un Gargoyle ubriaco… Oh, sì, noi Sempreverde siamo quelli più attivi del castello, infatti ci tengono rinchiusi nei sotterranei nel tentativo di sopprimere la nostra irriverenza e il nostro estro, però non ci avranno mai. Altrimenti per quale altro motivo avrei stretto la spalla di Alicia Austen mentre eravamo in quella specie di cella? Sicuramente Powell deve avermi chiesto di tenere letteralmente a freno la sua esuberanza, anche se quando lei se ne è accorta non mi è sembrata affatto contenta – strano. Di sicuro è un tipo molto fisico, è anche così alta! Una di quelle che durante le partite di Quidditch si sgolano fino a perdere la voce. O magari ci gioca pure, a Quidditch. In dormitorio ho provato a chiedere a quella ragazza dall'aria sveglia, Elsbeth, se si ricordasse da chi era composta la nostra squadra, ma non è stata molto d'aiuto. O dici che stavo parlando con Elisabeth Brooks? Aiuto. Ma non è colpa mia, sono loro ad essere tutte così… bionde, e rosa! E' facile confondersi. In verità non credo di avere molti amici, nel mio Dormitorio, a parte naturalmente Anthony Kingstone che è una Cavia come me e quindi deve essere un tipo okay e popolare. Hai visto come lo guardava Powell a fine lezione? Uno sguardo così fisso… scommetto che è il suo studente preferito. Tornando alla Austen, comunque, mi è appena venuto in mente che lei fraternizza un po' con il nemico. Ieri pomeriggio l'ho intravista in biblioteca assieme a Rowena Abyss… e naturalmente anche lei stava urlando – cioè, a un certo punto ha emesso una specie di ululato, e devo dire che era proprio ben fatto. Secondo te è per questo che li chiamano Pettirosso? perché sono bravi a imitare i rumori della foresta? 

Mi sembra chiaro che tu non abbia amici nel tuo Dormitorio solo perché non capiscono la tua arte; quelle altre rosa di cui mi rifiuto di voler ricordare i nomi, comunque, hanno l'aria di essere persone veramente monotone e smorte. Ci penso io a te, tranquilla. Per quanto riguarda i Pettirosso, credo tu abbia ragione: quindi sono loro i cattivi della situazione? No perché Rowena mi sembrava una tipa a posto, anche se con la sua stazza probabilmente sarebbe in grado di stendere entrambe con un pugno. A proposito pensa se sapessero imitare anche altri animali oltre a quello, tipo i gorilla, sarebbe una cosa veramente un sacco carina! Quella bionda figlia di un Ciclope – ha un occhio in più se non ho capito male, anche se non so dove lo tenga nascosto – pure sembra molto molto pericolosa. Vinnica Heyannir, probabilmente una sorta di bulla della situazione che addirittura dà del tu ai docenti. E nessuno l'ha ancora punita, quindi penso proprio che abbiano paura di lei… non fa una piega, in quella Casata sono perfidi e cattivi. Eppure il giallo è un colore così bello! Provo tanta pena per le Cavie di lì, tali Oxter McTroy e Katrine Warren. Credo gestiscano uno strano traffico di sostanze non meglio identificate, voci di corridoio dicono che abitino dentro le cucine – ma dopotutto come biasimarli se tentano solo di sopravvivere in mezzo ad un mondo crudele. Schiavizzano anche gli Elfi, combattiamo per la loro libertà! Degli Elfi, non delle Cavie eh, dal momento che entrambi si aggirano con gli occhi sgranati e spiritati come se avessero appena visto McLies sgridare uno studente o la Mystes distribuire caramelle. Credo mi serva più tempo per analizzarli, e la cosa mi preoccupa… non sei d'accordo? Più o meno quanto mi preoccupano i Puntonero, che ora per esclusione dovrebbero essere quelli buoni e un po' anche fessi, solo che allora non capisco l'attinenza con il nome. A meno che non siano così morbidi da farsi mettere i piedi in testa con facilità; in gergo, essere schiacciati. Hai sentito qualcosa sul loro conto?

Shh! Potrebbero sentirti! O leggerti, insomma. Beh, in effetti di sicuro ti leggeranno… ma quello che volevo dire è che il giallo non è un colore carino, bensì un signor colore. Il colore della morte, degli occhi del Basilisco. Il colore supremo che non deve essere nominato! … ma allora non era più sensato chiamarsi Canarini? Non fatemi del male, vi prego. Vabè, dato che ormai siamo in ballo… balliamo: confermo che Vinnica è una bulla. Non è per fare la spia, ma l'ho beccata che infilava la mano nella tasca posteriore dei pantaloni di Oscar Trott. Gli stava rubando i soldi, un classico. Però non li definirei automaticamente sfigati, anzi. Perché se tu strizzi un punto nero quello viene fuori, e a parte la rivalità coi Pettirosso mi sembra che tutto il castello li adori. Guardati intorno, anche qui in redazione ci sono un sacco di fotografie di quelli che scrivono per Quel Giornale LàPhilip mi ha detto che si chiama così, anche se io avevo capito che il nome corretto fosse L'Oca – su quel pannello decorativo che somiglia a un bersaglio per le freccette. Che poi: L'Oca del Corvo. E' un nome così romantico! Mi sa che la loro Casa è un po' anticonformista e libertina, in caso contrario dubito che sarebbero così fieri d'essere portatori sani di foruncoli. Non mi sembra che Sarah Medicine abbia molti brufoli, in realtà, ma con un cognome del genere avrà sicuramente in dotazione degli anticorpi pazzeschi, e avrà trovato il mondo di passarli ai suoi compagni. Come la mononucleosi, no? Solo che in questo caso un bacio ti farebbe guarire. Beh, ora è chiaro perché tutti vogliono essere un Puntonero, se è vero che non fanno altro che saltare le lezioni e sbaciucchiarsi tra loro. Bolide. L'Oca del Corvo. Il solo nome mi scioglie. Deve trattarsi di una raccolta di poemi che parlano di amore puro, sincero e platonico. Procuramene subito un numero, voglio dedicare una poesia a quel ragazzo che mi sta fissando intensamente come se avessi una ciglia nell'occhio e lui non vedesse l'ora di togliermela.

Facciamo che me ne procuro due – non so perchè continuino a passarci delle palline accartocciate, dovremmo farli smettere di disturbarci nella nostra creazione – così uno lo tengo io per quel ragazzo con un sorriso tenerissimo, la risatina da puffskein e l'andatura tartarughina. Che… notato come si somigliano, poi? Anche se non ho ancora capito chi dei due fa l'alter ego cattivo, anche se di cattivo qui dentro non abbiamo nessuno, siamo un giornalino pacifico e assolutamente altruista: pensa che Leo e Vega mi hanno raccontato che abbiamo pure il baule utile ad ospitare gli scribacchini che vagano nella notte! Ma come, non era Oca del Corvo? Bolide, mi cade un mito 'ett. Romanticissimi, si, è un nome che ti fa venire gli occhi a cuoricino anche se non ho ben capito come mai le foto che abbiamo qui in redazione siano piene di spuntoni e freccette… sicuramente è l'unico modo per tenerli attaccati alle pareti, che mica ci priviamo di adorarli. Potremmo entrare in crisi mistica se non fossero lì a ispirarci, o qualcosa del genere. E comunque ho notato che nemmeno Jackie MacGregor soffre di acne, quindi credo proprio che la tua teoria sugli anticorpi regga; ma se usa qualche sostanza strana, spero per lei che non sfrutti animali o creature, mi sembra un po' troppo fissata e mai vorrei che maltrattasse gli animali per scopi personali. Non so che dirti, ma quando la sento urlare contro quei cosi tenerissimi chiamati puffskein – credo – non so mai se se li voglia sbaciucchiare o sia felice di avere nuova merce sottomano. Una cosa comunque è certa: niente brufoli, magari semplicemente sono davvero portatori sani. In tutti i sensi: ad esempio Adam Wilson e Leigh Melville mi sembrano due tipi a posto, anche se hanno quei ricciolini che sembrano animati di vita propria e dirti "ehi, pettinaci, ehi pettinaci, ehi… pettinaci". Una cosa veramente imbarazzante, dal momento che non abbiamo mai imparato un incantesimo utile alla causa e i due sembrano aver brutalmente litigato con i loro pettini. Magari è una forma di ribellione, tanto per tornare al carattere libertino di cui parlavi, e che non possiamo comprendere appieno dall'alto del nostro spirito profondamente depresso o entusiasta. Dopotutto, ognuno ha le sue usanze e negli ultimi due giorni ho capito ben poco. 

… ora ci capisco anche meno, se possibile, perciò mi asterrò dal commentare. E non posso che concordare con la mia collega, a parte per la foto che trovo sempre bellissima. Inoltre non sono sicura che si possa incolpare Hogwarts per questa faccenda. Una cosa è certa, però: è stata la prima ed ultima volta che ci avete viste scrivere bene dell'EcOca, bbbbrividi. Però i due giorni di confusione ormai sono finiti… peccato, vero? 

Harriet Mayfair & Margareth Lowenn

By Anne Burton | settembre 21, 2012 - 3:11 pm - Posted in Settembre 2068

Un corridoio del primo piano, una sera dopo cena. Un anfratto nei sotterranei, luogo congeniale per spettri ed illusioni tetre. Una costruzione sospesa nel tempo e nello spazio, fuori dalle finestre un tramonto che sfuma di rosso le fiamme ed il sangue versato a ripetizione. Non è la trama di un nuovo romanzo di Agatha Wickhamla sola che si possa riconoscere come giallista, sia chiaro – e non è neppure un pretesto che ho usato per tornare tra queste pagine che state sfogliando. E' Hogwarts o, meglio, è la storia di una comunità magica che scorda in fretta, questo mi è stato detto. Una comunità magica che tratta un argomento come quello dei roghi e della caccia alle streghe come un mero argomento scolastico, utile solo a far guadagnare magari un buon voto con la Welkentosk. Non sono la paladina della giustizia, lo sapete bene e non ho mai fatto niente per mostrarmi diversamente, ma a proposito di tutto questo ho ancora una storia da raccontarvi. L'ho promesso a mio modo. L'ho promesso per chi si ritrova in una situazione simile, sebbene questi tempi siano ormai passati, per nostra fortuna. Nascere in un certo periodo storico vuol dire tanto, non dubitatene mai.  Eppure tutta questa storia l'ho appresa tra gli stessi corridoi che percorrete ogni giorno. Tutta questa vicenda trasuda da quelle stesse pareti su cui posate la schiena nei momenti di pausa. Tutta questo rincorrersi di eventi e drammi non ha coinvolto solo me, lo dico subito, ma non farò i nomi di chi ha visto ciò che ho osservato io. Ognuno porta con sé i segreti che vuole, mettiamola in questo modo. O mi voglio prendere il mio isolato angolo egoistico, come penserà la maggior parte di voi. Ma questo è ciò che ho messo insieme cercando di far combaciare quelli che erano biglietti intrisi di odor di fumo e morte. Non ho certezza della linearità con cui li riporto, ma spero sia chiaro ciò che raccontano…

Non doveva allontanarsi troppo, non avrebbe mai dovuto farlo. Quel contatto, le dita con quel manufatto, ogni cosa veniva solleticata. Ogni percezione. Ma il primo cambiamento, avvenne all'interno del petto. Un focolare così familiare, così dolce, sopito da tempo immemore. Forse proprio dall'alba dei tempi. Ben presto, però, ebbe modo di rendersi conto che non era soltanto un enorme dono, ma un'enorme responsabilità. Avrebbe dovuto morirci, con quel segreto. Un segreto che apparteneva solo a lei e che strinse al petto come il più prezioso dei tesori. Piccola, ingenua eppure, inconsapevolmente, già molto saggia. – Io posso aiutarti… – sorrise, lo baciò sulle labbra, gli impose le mani sulla frattura. E si concentrò. – sai che cos'è? – le disse, osservandola negli occhi. Non vi fu alcuna risposta se non – l'inferno nelle tue mani – Sgranò gli occhi e sorrise, sorrise di un sorriso luminoso, rinato. Speciale. Che fosse l'antitesi d'ogni avvenimento che, di lì a seguire, avrebbe sconvolto ogni equilibrio? – E mi accetteresti, anche al di là delle normali aspettative? – ciò che ne seguì fu un lungo bacio, carico di tacite promesse. Promesse che, poi, non vennero mantenute affatto. C'è tempo per ogni cosa, per ogni preparazione. Ma non si è mai abbastanza preparati al peggiore degl'incubi. La volontà era ferrea, gli intenti lodevoli, eppure nulla di ciò bastò a legare alle dita un che di migliore.  - Di chi stai parlando? – pupille scure nelle pupille scure, pane nero in farina di ghianda e carne cotta alla buona, scevra d'ogni sapore; – Di me – rispose. E nella sincerità, commise il più grande degli errori. Parole e preghiere non bastarono. Il respiro, il fiato, il desiderio, la vita.. avrebbe voluto salvarla da ciò che l'attendeva. Ma era debole, era stupida e religiosa. La osservò negli occhi con uno strano sorriso, sussurrando al vento – ringraziami, tesoro, è da lui che ti sto liberando -. La guardò, la fissò, la ascoltò urlare… e la lasciò morire. Furono stragi. Incontrollate incursioni. Furono fiamme e coltelli. Spade. Forconi. Lamenti. E null'altro più. Tuoni, pioggia, lacrime, labbra al sapore di ferro. Denti imbrattati. Perché? perché? – Hai la febbre. – unica ammissione che avrebbe voluto spogliare ogni consapevolezza. – Stai solo delirando, tesoro. E' normale, stai tranquilla. – una carezza sulla fronte, che forse scottava molto più al tatto di lei, che alla realtà. Anche la febbre trascinava con se quell'alone di paura. Una malattia mortale come nessuno ricorda. Fiaccole accese, torce nella notte che zampillavan vivaci nell'ombra del cielo adombrato, spoglio di luna e stelle. Chi era, il vero mostro? Dov'era la pietà degli uomini? Un respiro affannoso, occhi che spaziarono nel buio, labbra dischiuse e sentore d'anima strappata via. Non v'era coraggio che potesse prepararla a questo. Non v'era amore in cui potesse sperare. Corde, resina, odore d'uno spazio che avrebbe ben presto perduto. Uno sguardo, e… – Perdonami… – sorrise – …e muori. – E tu, tu che stai leggendo, dimmi un po'. L'hai mai visto l'inferno, così da vicino?

Non so il suo nome, ma so che aveva lunghi capelli color del fuoco ed occhi verdi e vividi pieni di vita e meraviglia. Non so il suo nome, ma so con certezza che ha dovuto rivivere la propria morte infinite volte. Tradimento. Furia. Fiamme ed un rogo che l'ha attesa ed avvolta. Silente, Hogwarts, ha custodito questo segreto sino a quando non ha trovato orecchie pronte a recepire ed occhi capaci di vedere senza dimenticare. Non è stato il mio caso, tranquilli. Resto sempre la Manticora che tanto vi manca quest'anno, ne sono CERTA. Ma se per una strana disgrazia della vita – perché così la vedrete – qualcuno di voi dovesse mai sentir parlare dei Mangiacenere, nell'osservare i loro occhi chiusi da filo metallico e pasti a base di cenere consumati nello scenario più desolante e tetro che potete immaginare… non scordate che essere quello che si è non è così semplice. Non per tutti.

Anne Burton

By Anne Burton | settembre 20, 2012 - 4:17 pm - Posted in Settembre 2068

Non so quanti tra voi potranno dire la stessa cosa ma… io c'ero. Ai Mondiali di Quidditch che si sono tenuti in Russia, ovviamente, a cosa pensate che potessi riferirmi visto il titolo? Come molti fra voi – ho intravisto le Serpeverde Alice Leary e Katniss Grey, ad esempio – anche io mi sono accampato nello spiazzo lasciato a disposizione dell'organizzazione del Mondiale. E come molti tra voi ho potuto ammirare – si, ammirare – la Capitana della squadra Tassorosso, Rowena Abyss, aggirarsi per le tende all'imbrunire con la compagnia di una bottiglia di idromele e la voglia di vivere appieno l'evento con lo spirito di fratellanza che si dovrebbe avere in questi casi, un po' come i duecentosessantatre parenti di Ismail Fehr che sono accorsi in Russia, in pratica. E forse ne ho anche scordato qualcuno. Il Mondiale è ormai stato archiviato da più di un mese, lo so, e di certo non farò uno scoop rivelandovi che Big Mom Ireland – come è stata affettuosamente rinominata la squadra dell'Irlanda del Nord – ha vinto la competizione in una finale lampo che ha avuto qualche strascico di malumore e di… singolarità, diciamo così. Proviamo però per un momento a riavvolgere il filamento di ricordi e catapultiamoci al primo giorno dei Mondiali, quando sulla carta ogni squadra aveva ancora la possibilità di afferrare il boccino tra le dita. Quattro gironi abbastanza equilibrati hanno caratterizzato la prima fase del mondiale con risultati più o meno sorprendenti e azioni al limite del batticuore da interrogazione di Difesa, per farvi capire meglio come sono andate alcune partite. Che poi, se nessuno avrebbe mai scommesso uno zellino su squadre come il Messico o l'India un motivo ci sarà e non è certo dovuto al clima russo, Robert McReady (rimettiti presto, amico) potrebbe confermare visto che mi ha detto più volte che rispetto al clima delle montagne scozzesi lì in Russia si stava più che bene… e se lo dice lui io ci credo, ci mancherebbe devo andare a leggergli l'articolo davanti al quadro prima della stampa. Dicevo… se da un lato restano le cosiddette squadre puffskein – morbidose e poco problematiche – di certo la fase a gironi è andata di lusso per le formazioni del Regno Unito. Inghilterra, Galles ed Irlanda del Nord, infatti, si sono distinte all'interno del proprio girone avanzando alla fase successiva con tutte le migliori speranze del mondo anche perchè la nostra Lega di Quidditch è di certo la più ambita dell'intero mondo magico, diciamoci la verità. Alle squadre del Regno Unito si sono poi aggiunte l'Estonia – Taanpaa, Oper e Valmiera vi dicono niente? – gli Stati Uniti, il Giappone, l'Australia e la ben nota Svezia cui il mercato britannico ha appena "scippato" Agnarsson, giusto per gradire ed aggiungerlo al battitore dei Montrose, InnersonSorpassata la fase a gironi, le nazioni che si sono viste contrapposte nei quarti e nelle semifinali del Mondiale, hanno dato vita a partite che non sono durate – in media – più di un'ora e mezzo, con bolidi assassini andati a segno (ne sa qualcosa la Coast che ha visto il retrotreno della propria saggina colpito in pieno da un bolide ad effetto di Innerson) o interventi al limite dell'immaginabile, come la doppia respinta su due bolidi differenti da parte di Kreater in Giappone – Svezia, quarto di finale in cui gli svedesi hanno iniziato a credere davvero in una possibile vittoria del Mondiale. Eliminata l'Inghilterra dalla scena mondiale – non letteralmente, inutile che i gallesi esultino – il quartetto che si è affacciato alle semifinali ha quindi evitato lo scontro tra le due nazioni superstiti del Regno Unito – Irlanda del Nord e Galles – ma allo stesso tempo ha condannato la squadra di capitan Bount a dover cedere il passo agli svedesi dopo uno strenuo confronto a distanza tra Innerson e Rush passato in secondo piano solo per la pioggia di gol che ha caratterizzato l'incontro (680-390 ndP). Più agevole, almeno sulla carta, la semifinale che ha visto l'Irlanda del Nord opposta all'Australia, sebbene la realtà dei fatti ha dimostrato tutto il contrario visto che non solo – a guardar le pagelle del giorno dopo – gli australiani si sono distinti alla grande, ma, se si escludono i 150 punti da boccino, il gioco di pluffa è stato abbastanza equilibrato. Svezia – Irlanda del Nord è stata quindi la finale designata per i Mondiali di Russia del 2068. Una finale lampo, come ho già detto, peculiare più per l'assenza di gioco di bolidi – Innerson e Roe avevano speso tanto nelle partite precedenti o non volevano scoprirsi troppo in vista del campionato di Lega Britannica? – che per picchi di estro o giocate proverbiali. Se il gioco di pluffa, anche se sterile anch'esso, ha premiato maggiormente gli svedesi, però, ad Athlone sono bastati dodici minuti di gioco per avere la meglio sul boccino. Se poi aggiungo che, invece, è stato un duello estenuante per la conquista del boccino a dare il terzo posto in classifica alla nazionale australiana direi che il resoconto dei Mondiali di Russia è praticamente concluso. Poi, certo, magari ci sarebbe da spendere due paroline su una coppia di ragazzi dai capelli rossi che ha dato il via ad una invasione di campo mimata dal tentativo di invitare a cena Athlone – o fare in modo che lo stesso cercatore diventasse loro parente, non ho capito bene – ma per parlare dettagliatamente di questa invasione di campo seguita da un tripudio di verde – e di presenze note ad Hogwarts con i nomi di Syd Mayson, Phoebe White e Krystal James, tanto per farne qualcuno – dovrei essere stato coinvolto nella stessa. Ed io, lo giuro sull'affetto che provo per l'ex assistente di Incantesimi, non potrei mai invadere il campo di Quidditch in una finale mondiale urlando KESTRELS SPACCANO invece l'ho fatto, vi pare?

Philip mondiale Noreal

By vocestudenti | - 2:34 pm - Posted in Settembre 2068

Raphael è nel baule, ma questa è comunque tutta opera sua, tanto che è stato premiato con ben due ore di permanenza nel Santo Baule, il che per un novellino è decisamente un grande vanto. Per questo motivo è stato poi impossibilitato a commentare la sua opera d'arte, che l'ha spremuto fino all'ultimo granello di energia ma… come direbbe Frederic zuccherino Stevens – a proposito, dove bolide si è cacciato?! – le opere d'arte hanno un loro particolare fascino e commentarle le rovinerebbe, specie se l'autore inizia a commentarsi da solo, finendo nell'autoglorificazione, o peggio nella corvotronfiaggine. Che sì, è una malattia altamente dannosa e contagiosa, quindi probabilmente il signorino nominato poco fa è semplicemente in quarantena preventiva per via della sua provenienza. Io, in barba ai canoni dell'arte e tante altre belle cose, un commentino lo voglio fare. Perché questa tavola è in fondo profondamente poetica e problematica: un primino – come tutti lo siamo stati – che si ritrova trapiantato in un mondo assolutamente sconosciuto, a doversi confrontare con la Casata alla quale è stato assegnato, e di cui dovrà tenere alto il nome. Il dormitorio dovrebbe essere in una torre; e okay. Si era anche scritto tutto su una pergamena; e va bene. L'essere beccati con una certa classe e l'acume nel non accorgersene; e ci sta. Il fatto che qualcosa che non aveva considerato sia impossibile. Pure. Spero di non dovervi spiegare in altro modo che uno più uno fa due, ma secondo voi ha tenuto alto l'onore della sua futura Casata? Ad ogni modo benvenuti, primini, e soprattutto non preoccupatevi o scoraggiatevi perché se non avrete la geniale idea di andarvene in giro da soli di notte in un castello a voi del tutto ignoto non vi accadrà nulla di male. A meno che non siate destinati a vivere nella torre Ovest, e a quel punto avete tutta la nostra comprensione.