Buone vacanze!

L'ultima cosa che farò in questo stanzino troppo piccolo e polveroso, sarà smettere di ridere per quello che ho pensato per concludere questo capitolo della mia vita. Poi uscirò davvero da questa redazione prima che l'ultimo numero de La Voce degli Studenti dell'anno scolastico 2067/2068 emerga dalla pressa che sto guardando in questo momento. Ci sarà ancora una volta il mio nome, in cima ad ogni pagina, così come in calce all'editoriale… agli editoriali. Già. La cosa più importante che tutti quanti voi mi avete insegnato è capire chi sono e chi voglio essere da qui in avanti: qualcuno che continuerà a spiazzarvi dopo esserci riuscita per sette anni. E ce l'ho fatta ancora una volta, mi ci gioco Noreal e Wright che fanno capolino dal sacro baule. Mentre me ne sto seduta alla mia scrivania, nel silenzio totale che in questo posto si respira solo di notte, è come se potessi sentire i commenti di ciascuno di voi ancora prima che La Voce venga sfogliata dopo la lettura del presunto editoriale. Asociale, acida, antipatica e qualche termine poco ripetibile… sono solo alcuni degli aggettivi che mi hanno accompagnato in questi anni trascorsi tra le pareti di un castello che ne ha viste e vissute più di quanto ciascuno di noi possa anche solo immaginare. Sono solo tre delle carinerie che mi porto dietro, soprattutto da quando ho preso parte alla realizzazione deL giornale scolastico, sarà che non aver Puffskein sulla lingua nel dire le cose come stanno non è proprio la scelta azzeccata per farsi voler bene dagli studenti. Sarà che non mi è mai interessato essere la beniamina di nessuno, anzi. Tre aggettivi, ma potrei anche continuare con un elenco che – da solo – completerebbe l'editoriale. Sono il sunto di quello che sono? No. Sono quello che ho sempre mostrato e voi avete visto? Si. Potrei partire da questa considerazione per riscrivere passo passo tutto quello che avete già letto prima che i caratteri si mischiassero sotto i vostri occhi – Gwen è un'impaginatrice eccezionale, malgrado tutto – visto che non rinnego niente di quell'altro editoriale. Non è stato scritto di proposito per mascherare questo, assolutamente no. Quella è Anne Burton. Questa è Anne Burton. Forse un giorno il concetto di sfumature sarà chiaro anche a voi, ma fortuna-
tamente per allora sarò lontana da qui e non potrò dirvi se avete ragione o torto su di me. Mai come ora ho trovato difficile lasciare delle righe che siano in grado di parlare al posto mio per esprimere quello che si prova… nell'andar via, la verità è soltanto questa. Vedo alcuni dei miei coetanei in preda a crisi di nostalgia che io non sento. Mi rendo conto che qualcuno di loro si ferma ad osservare particolari del castello, corridoi che sono entrati nel quotidiano di ciascuno, arazzi che tutti abbiamo maledetto almeno una volta e persino un quadro speciale che in fondo è l'emblema di come nessuno riesca a lasciare davvero questo castello, neppure io, anche se non vede l'ora di correre fuori da Hogwarts per dimostrare… niente. La vita là fuori non è di certo come ce la immaginiamo ora che siamo sospinti da un Pousikus di intraprendenza e voglia di fare. È fatta di altri studi, di notti sui libri e di maledizioni verso gli elfi che non sono lì a pulirti casa o prepararti il pranzo e la cena. È fatta di lavoro – se si ha la fortuna di trovarne uno – in cui devi iniziare di nuovo come l'ultima ruota dell'Hogwarts Express e non conta se sei il figlio illegittimo della Graveyard o la bulla del settimo anno. Si riparte da zero e nonostante sia quello che molti tra noi – me compresa – non vedono l'ora di sperimentare, rimpiangeremo questo posto, almeno una volta e per le ragioni più dispearate. E ricorderemo, si. Lawrence ha scritto un bell'editoriale basandosi proprio su questo concetto: il ricordo. Sapete come la penso in merito, quindi eviterò di ripetermi, ma questo
non significa che non abbia anche io dei frammenti sparsi per Hogwarts, schegge di vita che se messe insieme determinano quella che sono, quello che ciascuno di voi è, se solo ci riflettete un poco. L'importante è non farsi invischiare troppo, per questo bisogna tenerli sospesi ed incantati con la magia che abbiamo imparato a padroneggiare e con gli errori che abbiamo giurato di non fare mai più. E nonostante tutto mi rendo conto di avere anch'io dei ringraziamenti da fare… a modo mio. Ringrazio il portone d'ingresso che ho varcato il primo Settembre di ogni anno e le schiene che ho fissato e seguito sino alla Sala Grande, emulando in silenzio studenti più grandi e capaci di me. Ringrazio uno sgangherato stanzino del sesto piano che è stato la mia prima vera casa insieme a venti gatti e un po' di vernice. Ringrazio un Gargoyle manipolato che mi ha mostrato come le apparenze ingannano e l'inganno può insinuarsi in tanti modi diversi. Ringrazio i docenti che non ci sono più, vittime di ciò che dovrebbe farci riflettere, più che avere un atteggiamento passivo ed indifferente. Ringrazio la voglia di volare che – seppur provata – ha ancora la tenacia di accompagnarmi sino alla fine. Ringrazio la mia dodici pollici e mezzo che è cresciuta con me in questi anni facendomi vedere lingue di fuoco, scintille colorate e la possibilità di creare una mia realtà. La ringrazio soprattutto perchè mi ha insegnato che tutto quello che il mio catalizzatore manifesta, arriva e dipende da me. La magia è in me. La magia è in voi, qualsiasi siano i vostri trascorsi o la storia che vi accompagna. Prendere coscienza di tutto questo è al contempo il ringraziamento più grande e l'insegnamento più solido che ho tratto da questi sette anni e lascio tra questi corridoi, senza parafrasare quanto è già stato detto tra le pagine de La Voce. Non abbiate paura, ma siate consapevoli. Lasciatevi affascinare e coinvolgere, ma ricordate che non avete nulla da dimostrare a nessuno, se non a voi stessi. Mi appresto a varcare di nuovo quel portone troppo grande ed imponente con la certezza, stavolta, che se mai capiterà di nuovo non sarò più una studentessa di Hogwarts, ma una strega che continuerà a sputare sangue per arrivare dove vuole. Vi faccio lo stesso augurio.

CAMBIO AI VERTICI

Vuoi sapere chi guiderà la Voce il prossimo anno?
Leggi il controeditoriale a pagina 3

VITA DA STAR(S)

"Quattordici centimetri, e ho detto tutto. La mia bacchetta attuale misura quattordici centimetri e la trovo molto rigida al tatto, ma per quanto spinga non riesco proprio a tapparvi i buchi…"
Segui le avventure di Harriet Vincent a pagina 3

ESAMI
2067/2068
Si prega cortesemente di non vegetare in biblioteca oltre l’orario consentito

di Joe Condor & Sebastian Waleystock a pagina 6

Triwizard's over

Mercoledì 30 maggio. Tutto è iniziato nel lontano Novembre e così ora l'ultima – in ordine di tempo – edizione del Torneo Tremaghi finisce, anche se ovviamente manca ancora la cerimonia di chiusura con la premiazione della delegazione vincente. In quest'ultima prova, come nelle precedenti, non si può dire che ci siano stati ragazzi che si sono impegnati di più o di meno rispetto agli altri perchè davvero tutti (persino il nostro carissimo Nathanael) hanno cercato di dare il massimo per la propria squadra. Tuttavia, non è bastato: la delegazione francese, prima che finisse la prova, si è trovata dimezzata in seguito alle uscite di scena di Winkler e di Aurelie. La delegazione inglese, dal canto suo, ha rischiato la perdita di Lawrence praticamente sul finire ed infine la delegazione crucca ha rischiato parecchi danni fisici per alcuni dei suoi campioni. In sostanza… tutti si sono impegnati di più, ma ne sono comunque usciti pesantemente martoriati, cosa prevedibile trattandosi della terza prova di un simile Torneo. Nel nostro piccolo, possiamo dire che gli organizzatori hanno decisamente esagerato… non è vero, Marg?
Sul serio qualcuno ha pensato che noi saremmo usciti con l'ultimo numero il ventotto maggio senza che Giselle ed io parlassimo della fine del Torneo che abbiamo seguito e commentato fin da prima della nomina dei Campioni? Avrebbe significato lasciare incompleto un lavoro, oltre che lasciare l'ultima parola all'Eco con una cronaca parziale e superficiale di tutto quanto. Ma non esuliamo dal tema, perché per l'ultima volta i soli protagonisti di questo articolo saranno i dodici campioni. Quelli che hanno sbattuto il muso tutto l'anno per cercare di sopravvivere in questa Tremaghi e di lavorare in squadra per lo stesso motivo, passando attraverso l'enigma del cilindro, le prove di squadra e quelle individuali. Ci hanno perso tempo… Continua a pagina 2

Ballo dei Magandi
Balli, formaggio e futuri disoccupati, a pagina 12

7 YEARS HAS GONE SO FAST
di Anne Burton a pagina 10

SALUTI
Voce alla Voce, la capo ci saluta a pagina 5

Ai settimini della Voce, dalla redazione, a pagina 11

Foto di redazione 
a pagina 7

Lettere dai giornali
La futura carriera degli scribacchini di Hogwarts, a pagina 8

Tasso - Corvo
150 a 50

Cronaca e pagelle di R. McReady
a pagina 15

GRAN TREMIO
DEL REGNO UNITO

Hogwarts spopola!

A pagina 14 trovi il dettagliato resoconto di Philip Noreal

 

 

Fantastic… anNo

Vincitori e vinti visti da Philip Noreal a pagina 16

Proviquidditch

Qualche indiscrezione arrivata alla piuma di R. McReady a pagina 13