By Stephen Medicine | aprile 27, 2009 - 9:46 pm - Posted in Aprile 2065
Ancora agonia prima della fine o morte certa?
 
Qualcuno potrebbe pensare che io stia per scrivere questo pezzo esclusivamente per vendicarmi dell’articolo della O’Neil nel primo numero dell’anno de L’Eco del Gufo. Il che è vero. Non potrebbe esserci niente di più falso. La scomparsa di un giornale scolastico dalla vita del castello di Hogwarts tocca molti. Alcuni perché ne saranno felici ed altri perché potrebbero dispiacersene. Non occuparsene sarebbe un grave torto nei confronti di chi legge la Voce degli Studenti.
C’era una volta un non ancora parzialmente lupacchiotto che decise che i Corvonero dovevano avere un luogo speciale in cui dire ciò che gli andava e tronfiarsi delle proprie azioni ed opinioni senza che nessuno delle altre Case potesse mettere loro il bastone tra le ruote. La colpa di questo penso che nessun altro se la voglia assumere. Il suo nome per intero è Francis Roines. Forse manca qualche secondo nome, ma si fa per scrivere.
È andato avanti per anni raccogliendo intorno a sé giornalisti più o meno bravi, sino a quando non è saltato fuori che i suoi stessi redattori lo volevano retrocedere di grado. Pensare di metterlo da parte è stata a mio modesto parere un’alzata di ingegno che non credevo possibile, visto il gruppo di menti meno che illuminate di cui si parla. Non era quindi solo La Voce degli Studenti a ritenerlo un pessimo direttore.
Roines, ovviamente, se la prende. Anziché comportarsi da ragazzo maturo e accettare di rendersi utile senza dirigere lui il tutto, decide di mettere su il broncio. Pare volesse far uscire un secondo giornale Corvonero in contemporanea con quello che per un numero è stato L’Ego del Gufo. Sì, perché non ha permesso ai suoi di usare il nome del suo giornale. Ringraziando Merlino, questo non è successo. Non voglio neppure immaginare un mondo dove ai Corvonero è permesso di avere due giornali da cui elogiarsi e sparlare degli altri.
Probabilmente fiaccati da questa terribile lotta intestina, che in altri termini può essere descritta come quella rottura di Boccini di Roines che si lamenta, i redattori del giornale hanno fatto marcia indietro e gli hanno restituito il suo giornale.
Mossa peggiore non avrebbero potuto fare!
La Austen era evidentemente il collante e un pilastro di quel giornalaccio utile solo per foderare le gabbie dei gufi. Infatti è stata lei la fortunata sostituta del Caposcuola Corvonero, e, a quanto si dice in giro, neppure voleva quel posto. Mettetevi nei suoi panni! Le offrono un posto che non vuole, le fanno mettere su un numero che va anche piuttosto bene, cioè riscuote un certo successo a scuola. Poi ci ripensano e la mettono da parte. Mi sarei imboccinata anche io! Oddio, forse io non sono l’esempio giusto, visto che non è esattamente difficile farmi arrabbiare. Diciamo che si sarebbe imboccinata anche la Midlee. Infatti la Austen lascia la redazione ed è la rovina. Non c’è stato più un numero decente, anche se decente è una parola grossa per loro, visto che non ne hanno mai avuto uno di numero decente. Forse, però, è meglio dire che quasi non c’è stato più un numero. Sono usciti due volte in tutto l’anno e avevano qualcosa come quattro articoli per numero.
I giornalisti sportivi hanno deciso di mettere su un loro giornale, fregandoci anche il nostro redattore sportivo, ma vabbè, sono scelte di vita e Jarvis è libero di fare un po’ quel che gli pare.
La Trott dopo un articolo non esattamente entusiasmante su quanto sia poco seria la Chloe, il che non è esattamente una notizia sconvolgente, ha smesso di farsi sentire. Sia ringraziato Merlino bis, in questo caso!
Della Iceglance non si ha più traccia e persino Parker e Pole si sono fatti latitanti.
Insomma, una tragedia annunciata.
Tutti ricorderete le toccanti parole sull’unità della Casata Corvonero sbandierata dalla O’Neil. Be’, non è che questa unità sia durata tantissimo, eh! Due numeri e neppure particolarmente belli e poi: “Ciao, ciao, Eco!”. Stendiamo un velo pietoso su questo e mi avvicino al punto principale che mi ha spinta a scrivere queste righe. A me manca L’Eco del Gufo. Sì, avete letto bene, razza di Troll nani e meno dotati mentalmente. Un altro punto di vista, per quanto fazioso e discutibile, è una realtà che è sempre meglio  trovarsi ad avere. Una controparte con cui potersi confrontare non è mai un male se non si sfocia nella lite vera e propria. Sono lontana dal dire che ciò che leggevo mi piacesse, ma con mio stesso rammarico mi manca.

foto
Quei tre o quattro scomparsi tornino a far sentire la loro voce tra le mura del castello. Oppure unitevi a noi e discutiamo dalle stesse pagine, mettendo in piazza punti diversi tra cui i lettori possano discernere il meglio. Lo so che a molti dei giornalisti sopracitati mancano pochi mesi per uscire da Hogwarts, ma un articolo in più è sempre meglio di niente.  
Ora la finisco che mi sto facendo schifo da sola a spronare chi scriveva quella roba lì a tornare a far danni, ma andava fatto e poi così faccio innervosire il nostro direttore e questo non è mai un male.
 
Sunny Sputinc
 
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By vocestudenti | - 7:46 pm - Posted in Aprile 2065

Se sentite vibrare il terreno potrebbe essere il sussurro della terra; o semplicemente Eugene Reynolds che corre nella Sala Grande per l’ora di pranzo!

Miei adorati lettori,
vi ringrazio per tutto l’interesse che state rivolgendo alla mia umile rubrica, ma soprattutto vorrei fare un caloroso saluto a Cintia Lewis, studentessa di Corvonero, rimasta leggermente ustionata alla mano, mentre eseguiva il rito divinatorio che vi ho illustrato il mese scorso!
Mia cara Cintia, dovevi anche capirlo che mettendo sulla fiamma un pezzo di pergamena di 2 cm ti saresti subito bruciata le dita!
Ma passiamo a noi. Questo mese vi andrò ad illustrare un altro rito divinatorio che ha sempre a che vedere con i quattro elementi, in particolare vedremo come divinare i segni datici dall’ARIA!

aria

L’arte di leggere il futuro nell’aria, nel vento, nei suoi moti e nelle sue forme viene chiamata AEROMANZIA. La divinazione di questo elemento è spesso usata per rispondere a domande generiche, riguardanti la vita dell’uomo. Non rispecchia, quindi, la divinazione di un dato sentimento presente nell’essere umano, come poteva essere quello del Fuoco e l’Amore.
Purtroppo i riti che riguardano l’Aeromanzia hanno sempre bisogno di un altro elemento che gli faccia da "assistente", il più delle volte viene usata l’Acqua ma anche il Fuoco non viene disprezzato. Questo perchè il riuscire a divinare i singoli spifferi d’Aria sarebbe alquanto impossibile.
Quello che vado ad illustrarvi adesso è il rito base per eccellenza, che può essere utilizzato per dare risposta a qualsiasi domanda generica che avete per la testa. È davvero semplice, questa volta non ti puoi bruciare, Cintia! Andate in un luogo aperto, il giardino è perfetto, con un recipiente di rame pieno di acqua, aspettate che l’acqua nel recipiente torni ad essere immobile (ogni singolo movimento potrebbe modificare l’esito del rito!). Formulate a voce alta la domanda alla quale v’interessa sapere esito, a questo punto dovete solo osservare i movimenti che l’aria provocherà sulla superficie dell’acqua.
In base a come verrà mossa l’acqua ci saranno diversi esiti, va anche aggiunto che potrete interpretare le varie sfumature in base alla vostra sensibilità
Le risposte base sono queste:

  • Se l’acqua rimane immobile: i desideri non si avvereranno.
  • Se l’acqua ha solo un breve fremito: buon auspicio per il vostro futuro.
  • Se sulla superficie dell’acqua si formano dei cerchi: arrivo di guadagni.
  • Se sulla superficie dell’acqua si formano dei triangoli: arrivo di grandi vantaggi.
  • Se sulla superficie dell’acqua si formano delle ondulazioni: troverete nel vostro futuro intrighi e rivalità.
  • Se le onde si incrociano: sciagura e perdita.
  • Se sull’orlo del recipiente si forma una schiuma: arrivo di malattie.

Come per il rito precedente, se doveste riscontrare dei risultati diversi da quelli da me elencati, non esitate a mandarmi un gufo in redazione, sarò lieta di rispondervi!
A proposito di gufi, ecco arrivato l’angolo della posta.
Serpetta Crudele ci scrive:

Premetto che odio questo stupido giornale, la tua stupida rubrica e tutti quei troll di montagna che la leggono, ma mi chiedevo se fosse un qualcosa da divinare il fatto che durante la giornata mi sento come sfiorare da qualcosa che mi passa velocemente accanto. Cosa potrebbe essere?
Vi odio tutti,
Serpetta Crudele

Mia cara Serpetta Crudele, grazie per tutti i tuoi complimenti in generale, quello che hai scritto ha sicuramente dei lati negativi. Ciò che ti sfiora potrebbe essere lo spirito del vento che vuole annunciarti che qualcosa di negativo arriverà nella tua vita. O semplicemente è la pessima mira di una delle tante persone che odi e che si vorrebbe vendicare su di te lanciandoti qualsiasi cosa addosso! Schiantesimi compresi!

Il nostro appuntamento per questo mese è giunto al termine miei cari amici, ringrazio tutti coloro che ci seguono e spero vivamente che qualcuno di voi riesca a centrare in pieno Serpetta Crudele!
Al prossimo numero!

Lucy Perry

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By vocestudenti | - 4:42 pm - Posted in Aprile 2065

Strage nella tranquilla cittadina

La casa di ChambersLa casa di Chambers

Tragico evento verificatosi nel tardo pomeriggio del 20 aprile in una comunità magica di discrete dimensioni di Ackerley. Attorno alle sei e trenta, quando la maggior parte delle persone era in giro – chi per finire le proprie commissioni, o chi stava lasciando il posto di lavoro – un individuo che rimaneva chiuso in casa da diversi anni, identificato poi col nome di Weldon Chambers, scende nella piazza sulla quale si affacciava la sua piccola finestra tenuta sbarrata per lungo tempo. Non c’è voluto molto per creare il caos più totale.
«Quell’essere! Ha iniziato a urlare all’improvviso contro un gruppo di bambini, strappandosi una ciocca di capelli molto grande, un orrore! E meno male che sono fuggita in tempo!». Stando a quanto raccontato da chi è riuscito a rimanere nascosto, il signor Chambers ha dato un incredibile sfoggio di maestria e potenza magica, ovviamente facendo vertere il tutto in negativo. Ha stregato con la maledizione Imperius due persone – Nicholas Timpleton e Angela Darrel, ora in ottimo stato – che a loro volta hanno radunato con lo stesso metodo di Chambers un devoto esercito di una dozzina di elementi, che hanno letteralmente fatto strage di chiunque si trovasse a passare di lì, lasciando illesi i due bambini contro i quali Chambers continuava ad inveire. Nel giro di poco tempo – circa due minuti – riferisce un anziano del posto, è arrivata una squadra di Auror che, accerchiando silenziosamente il manipolo di persone che spargevano morte e dolore accanto a loro, sono riusciti a fermare la spietata serie di incantesimi. «Era rimasto poco e niente da colpire! Il monumento principale della piazza… bam! In mille pezzi! E il museo di boccali incantati per Burrobirra… bam! In mille pezzi! Tutto in mille pezzi! E poi c’erano rimaste solo poche persone: tutte in terra, ovviamente! Credo di aver visto qualcuno fare finta di essere morto, e così ho fatto anche io, ed è così che mi sono salvato la pellaccia!» continua a riferire Daniel Dooley, l’anziano che ha riferito a proposito dell’arrivo degli Auror.
Il signor Chambers è stato catturato e stordito immediatamente e, nonostante sia ancora in attesa di un processo, è inutile pensare ad altro: finirà ad Azkaban. Le dichiarazioni ufficiali riferiscono che si porta sulla coscienza ben sette morti, dodici feriti e due bambini traumatizzati a vita, aggiungerei. Infatti, i due bambini erano stati la causa scatenante di quest’evento che ha colpito per sempre la storia della comunità magica di Ackerley. Chambers continua a ripetere che se lo meritano, non dovevano parlare di lui in quel modo. Tutto ciò assume però un significato praticamente nullo, in quanto è dimostrato che la sanità mentale è qualcosa di cui Chambers ha solo un lontano ricordo. Il Ministero sta provvedendo ad inviare fondi per sostenere le famiglie colpite da quest’immane tragedia, mentre coloro che erano stati colpiti dagli Imperius di Chambers e quelli che aveva incantato sono tenuti in osservazione al San Mungo, ma saranno rilasciati a breve.
Spesso si è concentrati sull’attività dell’Ordine del Sigillo di Fuoco, o di altre sette più o meno conosciute, mentre è ovvio che il pericolo può manifestarsi in qualunque luogo, anche a discapito dei più piccoli e inermi. I due piccoli bambini – dei quali non è noto il nome – hanno visto una strage compiersi davanti ai loro occhi, sono ancora adesso in stato di shock, e purtroppo dubito che torneranno ad essere esattamente come prima.

Clovis O’Gilead
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By Stephen Medicine | - 11:45 am - Posted in Aprile 2065
Le Stelle Infuocate a Durmstrang salgono al comando della classifica del campionato. Peccato che mentre per loro la stagione quidditchistica si ferma qui, per Aquile e Orsi ci sia ancora una partita e la sfida tra le due teste di serie della scuola di magia nord europea sia ancora completamente aperta.
A Beauxbatons sono gli Angeli a chiudere la loro stagione con all’attivo 680 punti. Anche per loro, però, la prima posizione è quanto mai incerta. Servirebbe da parte dei Cigni della Borgogna una partita che mostrasse capacità che sinora questa squadra non ha fatto vedere, ma visti i miglioramenti nelle file dei Boccini c’è poco da sperare per le squadre di d’Amboise e Longebalai.
 
Bärengewaltsame vs Adler von Wind 230-140
 
Formazioni:
Bärengewaltsame: P. Krause (P), J. DERGURAR (B), K. Bludgerson (B), J. Dahl (Cc), M. Zeeman (Cc), H. Richter (Cc), S. Rohlfs (Ce).
Adler von Wind: T. Ek (P), D. Gaarder (B), O. Koski (B), S. Agnarsson (Cc), V. Voldstrand (Cc), A. Paikkala (Cc), R. SIGTHORSSON (Ce).
 
ViljenViljen Voldstrand,
Cacciatore dei Adler von Wind
Questa partita era attesa come la più importante di tutta la stagione quidditchistica della scuola nord europea e non ha deluso le aspettative.
La Sigthorsson non ce l’ha fatta! È questo l’evento principale della partita. Ha giocato come sempre in maniera egregia, ma DerGurar e Bludgerson sembravano essere scesi in campo esclusivamente per lei. Non le hanno lasciato un attimo di respiro e questo ha avuto il suo peso quando è arrivato il momento della cattura del Boccino. Rohlfs ha potuto giocare con una oggettiva calma e una visuale libera sul campo. Lo stesso invece non si può dire del capitano delle Aquile che, se non era impegnata a schivare un Bolide, o anche due delle volte, doveva cercare la pallina dorata con l’ingombro dei suoi Battitori intenti a proteggerla. Il Cercatore degli Orsi si è tenuto lontano dall’avversaria di reparto per tutto il tempo, facendo in modo che i Bolidi intercettati dagli avversari schierati in difesa della Sigthorsson potessero essere recuperati dai suoi Battitori molto prima che potessero diventare anche solo lontanamente pericolosi e venissero rispediti contro la ragazza. Ha avvistato per primo il Boccino ed è riuscito a guadagnare un vantaggio che si può tranquillamente definire incolmabile, mentre l’islandese si trovava dall’altra parte del campo e per giunta alle prese con un Bolide sfuggito a Kolski e lanciatole contro da DerGurar. Insomma, da questo lato la partita non ha sicuramente lesinato in emozioni.
Questo eccezionale spiegamento di gioco intorno al capitano delle Aquile ha fatto però sì che il gioco con la Pluffa si svolgesse in un clima molto più rilassato del solito per una partita dove a caccia di Bolidi ci sono i due Battitori migliori della scuola. Il trio Agnarsson, Voldstrand e Paikkala ha potuto fare il proprio gioco senza grossi impedimenti visto che senza la copertura dei suoi Battitori, i Cacciatori degli Orsi si mostrano molto meno abili di quanto sembrassero negli scorsi incontri, finendo con un punteggio parziale di 8 Pluffe infilate contro 14.
 
I migliori in campo
  • Portiere: Torgny Ek. Per le numerose parate che hanno consentito di arginare il distacco finale nel punteggio.
  • Cacciatore: Viljen Voldstrand. Per aver messo a segno da solo tante Pluffe quanto l’intera squadra avversaria.
  • Battitore: Jans DerGurard. Per l’incontenibile, ma allo stesso tempo lucida, aggressività che ha saputo portare in campo.
  • Cercatore: Resyeg Sigthorsson. Perché è riuscita ad arrivare illesa a fine partita nonostante tutto ciò che le veniva lanciato contro.
 
Drachen von Durmstrang vs Sterne von Feuer 70-470
 
Formazioni:
Drachen von Durmstrang; K. Milev (P), R. BLAGA (B), G. Lovinescu (B), D. Nikolin (Cc), V. Peev (Cc), E. Vazov (Cc), J. Cioran (Ce).
Sterne von Feuer; T. VONAHNEN (P), I. Teller (B), W. Lem (B), D. Zapolska (Cc), C. Gabor (Cc), Z. Miciński (Cc), L. Kapuściński (Ce).
 
Si sarà compreso che ho una gran simpatia per Peev e Blaga. Le motivazioni sono presto dette: sono indubbiamente entrambi molto bravi, ma relegati a fondo classifica da una squadra di molto sotto la media della scuola. Questo dovrebbe bastare a renderli simpatici agli occhi di molti. Anche perché, nonostante le sconfitte disastrose, riescono sempre a fare quel qualcosa che li rende degni di nota.
In una partita in cui era auspicabile non riuscire ad infilare una sola Pluffa tra gli anelli delle Stelle, vista la presenza del miglior portiere della scuola tra le fila avversarie, Peev riesce in un’impresa che non è riuscita neppure a Voldstrand, che è il miglior Cacciatore di Durmstrang, o almeno quello che realizza di più. Infatti sono 7 i goal segnati a VonAhnen dal Cacciatore dei Draghi, mentre Voldstrand si è fermato a 6. Certo, se si confrontano a questi 7 miseri goal i 32 effettuati dalla squadra avversaria si potrebbe essere tentati di riderne, ma se ci fosse qualcosa di divertente vi assicuro che sarei il primo a decidere di farvene partecipi. No, non c’è niente di cui ridere nel gioco di Vassil Peev che va a goal nonostante abbia contro ogni probabilità di farlo. I complicati schemi di squadra di VonAhnen portano, comunque, Zapolska a segnare un numero di volte pari a più del doppio di Peev, mentre Gabor  ne segna uno in più e Miciński si ferma ad uno in meno.
Del resto della squadra dei Draghi, come detto, solamente il suo capitano ha fatto il proprio dovere e forse anche qualcosa in più visto la velocità di volo con cui si muove per il campo e la potenza che mette in ogni colpo ai Bolidi. Una simile prestazione fiaccherebbe in breve tempo anche il campione più allenato e talentuoso che ci sia. Blaga è ancora piuttosto giovane e infatti ne risente arrivando agli ultimi minuti di partita molto più lento di quanto non fosse quando ha iniziato ed anche molto più debole. Tanto che il suo Bolide scoccato al momento giusto per fermare la corsa di  Kapuściński verso la cattura del Boccino risulta fiacco e piuttosto facile da evitare per un Cercatore di esperienza qual è il settimino delle Stelle. Cioran ancora un volta non si rende neppure conto che la corsa della partita ha avuto il via e quando il compagno di reparto avversario ha già tra le mani la pallina dorata deve ancora capire quel che è successo. Se c’è una critica da fare a Blaga è ovviamente la mancanza di controllo sul dispendio di energie, ma nient’altro.
 
I migliori in campo
  • Portiere: Thorild VonAhnen. Per il solito controllo del gioco impeccabile, sia tra i suoi anelli che nel dare il via agli schemi di sua invenzione con le rimesse in campo.
  • Cacciatore: Dominik Zapolska. Per l’esorbitante numero di goal effettuati.
  • Battitore: Raou Blaga. Per il suo gioco più che degno di nota e apprezzamento.
  • Cercatore: Lorenz Kapuściński. Per la cattura del Boccino.
Classifica Campionato
960
Sterne von Feuer

840
Adler von Wind

780
Bärengewaltsame

370
Schlangenrot
180
Drachen von Durmstrang
 
Classifica Marcatori
37
D. Zapolska (Sterne von Feuer)

35
V. Voldstrand (Adler von Wind)

18
C. Gabor (Sterne von Feuer)

18
V. Peev (Drachen von Durmstrang)

16
M. Zeeman (Bärengewaltsame)

15
A. Paikkala (Adler von Wind)

11
I. Herzen (Schlangenrot)

11
Z. Miciński (Sterne von Feuer)

11
E. Snitchenko (Schlangenrot)

9
J. Dahl (Bärengewaltsame)

8
H. Richter (Bärengewaltsame)

4
V. Voldstrand (Adler von Wind)
1
D. Nikolin (Drachen von Durmstrang)

Cygnes de la Bourgogne vs Anges des Pyrenees 20-210

Formazioni:
Anges des Pyrenees: K. Bonnet (P), J. Carré (B), S. Aubert (B), R. LONGEBALAI (Cc), C. Picard (Cc), B. Morel (Cc), H. Dupuis (Ce).
Cygnes de la Bourgogne: M. D’AMBOISE (P), B. Lemaire (B), J. Gauthier (B), J. LaGlasse (Cc), C. Marchand (Cc), M.S. Joly (Cc), D. Marin (Ce).
 
MyrandeMyrande d’Amboise,
Portiere dei Cygnes de la Bourgogne
Sarà che, come direbbe la Glorbander, sono un rozzo irlandese, ma questa partita non mi ha entusiasmato per niente.
Longebalai non ha avuto nessun bisogno di ricorrere ai suoi virtuosismi con la scopa. I Battitori dei Cigni non l’hanno impensierito neppure per un attimo in tutti i 35 minuti di gioco. D’Amboise svolge bene il suo compito e riesce a tenere testa ad un giocatore di altissimo livello e ai suoi compagni di squadra la maggior parte delle volte in cui questi si avvicinano ai suoi anelli. Con una LaGlasse in sottotono però non c’è storia, vista la coppia di Battitori che si ritrovano gli Angeli e le capacità del loro capitano. La Bonnet non è neppure lontanamente brava quanto la d’Amboise, ma non deve sforzarsi più di tanto per riuscire a controllare gli assalti avversari, che sono veramente pochi alla fine dei conti.
Insomma, l’esito a me è parso scontato sin da subito. Perché ho  visto gli impedimenti che Marin si trovava a dover affrontare con Carré e Aubert che lo tenevano impegnato ogni volta che era loro possibile senza trascurare di facilitare il gioco dei loro Cacciatori e la relativa tranquillità del volo a bordo campo della Dupuis, più piccola e veloce di lui. Che infatti recupera il Boccino come da copione e chiude il match portando la sua squadra a vincere con un grosso vantaggio.
Per riuscire a recuperare sui Boccini gli Angeli avrebbero dovuto fare molto meglio e, da come sono usciti dal campo, nonostante la vittoria, anche loro sembrano esserne perfettamente consci.
 
I migliori in campo
  • Portiere: Myrande d’Amboise. Nonostante la stagione non eccezionale della sua squadra fa capire il perché il ruolo di capitano sia andato a lei. Gioca bene e perde con classe.
  • Cacciatore: Romain Longebalai. Per goal effettuati nonostante la bravura del portiere avversario.
  • Battitore: Jacques Carré. È indubbiamente il Battitore che impegna maggiormente la squadra avversaria, con i suoi colpi ad effetto e i suoi dritti potenti.
  • Cercatore: Hélène Dupuis. Per la cattura del Boccino.
Classifica Campionato
680
Anges des Pyrenees
630
Vifs de la Normandie
160
Cygnes de la Bourgogn
Classifica Marcatori
28
R. Longebalai (Anges des Pyrenees)
12
J. LaGlasse (Cygnes de la Bourgogne)
10
C. Picard (Anges des Pyrenees)
8
I. SouafleDeVent (Vifs de la Normandie)
6
A. Lions (Vifs de la Normandie)
4
M. Lions (Vifs de la Normandie)
3
C. Marchand (Cygnes de la Bourgogne)
1
M.S. Joly (Cygnes de la Bourgogne)
Anche per questo mese dai campi di Beauxbatons e Durmstrang, si fa per dire, è tutto. Il prossimo mese si chiuderanno i campionati e sapremo per certo le classifiche finali e i migliori dei due diversi campionati secondo i docenti delle due scuole, e quindi chi con ogni probabilità Hogwarts si troverà ad affrontare a settembre. Spero non vi siate scordati che è per questo che ho tenuto d’occhio per tutto l’anno le loro partite.
Stephen Medicine
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By Lottie | aprile 26, 2009 - 5:56 pm - Posted in Aprile 2065

Raramente sentiamo parlare dell’Accademia Femminile di Salem, la scuola di magia e stregoneria della città americana divenuta tristemente famosa per innumerevoli processi – quasi sempre seguiti da una condanna a morte – a vere o presunte streghe; fondata nel diciottesimo secolo per l’interessamento della già esistente Associazione delle Streghe di Salem (gruppo esclusivamente femminile che tentava di proteggere le donne dalle accuse di stregoneria, vere o presunte che fossero), l’Accademia si è mantenuta sempre femminile e sempre piuttosto tradizionalista, imponendo alle studentesse una rigida disciplina e molta accortezza, probabilmente, almeno i primi tempi, semplicemente per difendersi da eventuali nuove accuse.

salemL’entrata principale dell’Accademia

«Probabilmente è nata per questo, l’Accademia Femminile di Salem» scrive Fanny Varens, storica magica e professoressa di Storia della Magia nel primo triennio della scuola. «Nel 1692, durante il periodo di isteria collettiva che portò all’impiccagione di venti persone per accuse di stregoneria, le uniche ad essere realmente dotate di poteri magici probabilmente erano le tre sorelle Floct, ragazzine fra i nove e dodici anni che ancora non riuscivano a controllare bene i loro poteri. Nel 1693 la Corte che si proponeva di giudicare i casi di magia nera fu sciolta, ma la signora Floct e le sue vicine temevano che potesse ripetersi ancora una cosa del genere, che a farne le spese fossero le loro figlie: per questo, mascherandolo agli occhi dei Babbani come associazione filantropica di cucito, si cominciò ad insegnare a tutte le ragazze dotate di un qualche ascendente magico come controllare i propri poteri, come usarli per difendersi in caso di assoluta necessità. La scuola si è mantenuta nel secolo successivo, anche se rischi di nuove simili inquisizioni erano molto bassi; probabilmente fu il Ministro della Magia americano a chiederlo espressamente all’Associazione, perché nel Massachusetts non c’erano scuole simili a Hogwarts e bisognava per forza spostarsi fino nel Vermont». L’Accademia Femminile di Salem è infatti arrivata ai nostri giorni, pur con molte critiche: molti studiosi e pedagogisti europei la paragonano semplicemente ad una scuola per signorine, dove imparare le buone maniere e le arti muliebri; malgrado i risultati ottenuti dalle studentesse degli ultimi anni in Erbologia e Storia della Magia, il pregiudizio resta. «Probabilmente perché non ammettiamo i ragazzi a scuola» diceva appena lo scorso anno Cristalia Wyldeck, l’appena novantaduenne (festeggia il compleanno in febbraio) Preside. «Ed evidentemente gli uomini si sentono minacciati da questo, quindi cercano di convincersi che una scuola senza di loro abbia evidentemente un insegnamento compresso. Ma gli incresciosi fatti avvenuti nel passato a Salem c’hanno convinto che è impossibile, sia pure esclusivamente per una questione di decoro, far studiare insieme bambine e bambini – inoltre, la scuola nacque per le femmine e per loro la teniamo in piedi».
Eppure, qualche giorno fa qualcosa è cambiato e la dimenticata Accademia Femminile di Salem è tornata agli onori della cronaca per qualcosa di diverso dall’annuale convegno di Storia Magica organizzato ogni primavera nei locali della scuola: fra i futuri iscritti al primo corso del prossimo anno ci sarà un bambino. Derek Gillian, dieci anni compiuti e fratello di Annie, frequentante invece il quinto anno, sarà il primo maschio a varcare i cancelli della scuola di Salem; per niente turbato da questo inaspettato privilegio, alle domande dei giornalisti arrivati a Salem per intervistarlo risponde con un’alzata di spalle e torna a giocare al computer insieme ai suoi amici. «Derek è stato ammesso all’Accademia in via del tutto eccezionale» precisa sua madre, che non è una strega ma ha un negozio di fiori sul corso principale e due bambini dotati di poteri magici in seguito ad una relazione con un mago. «Ha problemi di cuore piuttosto seri, e io non me la sentivo di mandarlo a studiare nel Vermont da solo. Tanto meno poteva iscriversi alla SMM, la Scuola Militare Magica, l’unica da queste parti e che è un po’ la controparte maschile dell’Accademia di Salem, nessun Guaritore con un minimo di cervello gli avrebbe mai firmato il certificato di sana e robusta costituzione richiesto». La signora Gillian, quindi, ha incontrato la Preside Wyldeck, spiegandole la situazione: poteva forse negare, in accordo con i suoi principi pedagogici e con la sua idea di cultura per tutti, l’istruzione ad un bambino malato? In un primo momento i maligni effettivamente dicono che sì, la Preside Wyldeck avrebbe voluto negare l’istruzione ad un bambino malato, ma che siano state le streghe dell’Associazione a votare a favore dell’ammissione di Derek a scuola: dopotutto, come specifica la loro portavoce, Accademia e Associazione sono nate per aiutare i bisognosi, dove c’è scritto che i bisognosi siano solo di sesso femminile?
Derek Gillian quindi a settembre comincerà la scuola a Salem, vicino alla famiglia e al Guaritore che lo segue fin da quando era bambino, senza troppi traumi e senza nessun rischio. I pedagogisti di tutto il mondo, ad essere sinceri, non sono tanto convinti che questa soluzione sia una bella pensata: l’equilibrio del bambino potrebbe seriamente venir compromesso, dicono, a studiare in un ambiente esclusivamente femminile, il suo rapporto con la madre potrebbe diventare una dipendenza vera e propria, l’autostima del ragazzino sarebbe enormemente minata e altre catastrofiche conseguenze. Mabel Wyanne, professoressa di Cura delle Creature Magiche a Salem, però, fa parte di chi vede gli aspetti positivi della cosa: «L’ammissione eccezionale di Derek potrebbe essere il primo passo verso una scuola di magia mista, in cui maschi e femmine studiano insieme, in cui la tradizione continua a farsi sentire, ma contemporaneamente si adatta al secolo in cui vive».

 Charlotte Midlee

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By Alcy | - 11:53 am - Posted in Aprile 2065
Mi è successa una cosa a dir poco terrificante: ho dimenticato il mio calderone nell’aula di Pozioni dopo l’ultima lezione tenuta con Warren. Il fatto è che entrare lì dentro per recuperarlo e imbattermi nella sua assistente non rientra nelle mie più ambite aspirazioni. Sì, lo so, alcuni di voi potrebbero suggerirmi un bel "Accio", ma io ho avuto come l’impressione che se ne accorgerebbe comunque di un calderone svolazzante con incise sopra due enormi lettere in sgargianti colori rosso ed oro con le mie iniziali (idea della mia nonna strega). Quindi ho dovuto cercare una modalità alternativa per poter sperimentare in cucina in attesa di infilarmi di nascosto tra i quintini alla loro prossima lezione. Queste poche ore senza il mio fidato strumento sono state all’inizio strazianti, ma poi mi sono ingegnata e ho deciso di utilizzare le braci nel caminetto presente in Sala Comune. Sapete, ho visto un sacco di volte cucinare carne alla griglia fuori in giardino da mio padre, quindi ho pensato che non doveva essere così difficile.

A parte alcuni esperimenti decisamente nerastri e cancerogeni ecco a voi le ricette più riuscite.

Accorgimenti in generale

  1. Il fuoco deve avere un diametro di circa 50 cm, quindi è perfetto quello nei caminetti delle Sale Comuni. O almeno, sicuramente quello di Grifondoro è perfetto. E deve avere braci in abbondanza (non le fiamme, solo le braci);
  2. Come spiedini useremo rami verdi appuntiti e ben scortecciati, su cui cucinare salsicce, scamorze e pane. Direi che il parco della scuola è piuttosto fornito. Non provate a prendere rami dal Platano Picchiatore.
  3. Vi sconsiglio di provare le ricette nei seguenti casi:
    1. Caposcuola o Prefetti in giro;
    2. uno dei due Muldoon tra i piedi;
    3. primini incuriositi in Sala Comune;
    4. Battitori che non hanno altro posto dove provare le loro "mosse speciali".

Cucinare delle banane sulle braci

split Banane al cioccolato

 

Ingredienti:

  • Banane;
  • cioccolato.

Fate un taglio lungo la buccia di ogni banana e schiacciatevi dentro, accuratamente, dei pezzetti di cioccolato. Mettete la banana nella brace, aiutandovi con un incanto di lievitazione, per 7 minuti, poi aprite la banana e mangiatela con un cucchiaino.

Banane al limone

Ingredienti:

  • Banana;
  • zucchero;
  • succo di limone.

Mettete una banana matura a cuocere nella cenere, con tutta la buccia. Dopo aver aspettato circa 20 minuti sarà diventata tutta nera. Toglietela dal fuoco stando attenti a non scottarvi (potete anche usare il Féu Résistez). Aprite la banana facendo attenzione a non sporcarvi perché il "nero" è cenere, e fidatevi di me quando dico che sporca veramente tanto. Cospargetela di zucchero e succo di limone e mangiatela sempre con l’aiuto di un cucchiaino.

Nel numero di maggio aggiungerò le ricette più complesse, che sto ancora sperimentando, a base di salsicce e patate.

Alcyone Webber

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By Alfred_Lewis | aprile 24, 2009 - 8:58 pm - Posted in Aprile 2065

Alla fine di una lezione di Incantesimi, la scorsa settimana, ho chiesto alla professoressa Carmichael se per lei non era troppo seccante ricevermi un giorno nel suo ufficio per rispondere a qualche domanda per la Voce. In questi mesi avevo avuto modo di notare che è una persona ragionevole, oltre ad un’insegnante degna di questo nome. Credevo che che se la fosse presa per quella volta che le ho chiesto di venire a dare un’occhiata nella sala comune Serpeverde perché avevo combinato un bel casino sulla cappa del camino, esercitandomi con il Rocciascarpa. Non mi aspettavo invece che fosse addirittura felicissima di rispondere alle mie domande, come ha detto lei stessa. Quando sono passato dal suo ufficio, una strana voce metallica, simile alla sua, stava leggendo dei compiti da correggere, guarda caso del settimo anno. Non li ho mica guardati, eh. Be’, forse solo un’occhiata casuale (Roines ha preso meno di Hargreaves, io mi preoccuperei).

Lewis: Erano i nostri compiti quelli? So che sembra che ho fatto confusione con quei due incanti, però… Userò la Prendiappunti così non perdo niente, l’ha vista a lezio… Cioè, sì ecco, la uso a lezione. Le faccio giusto qualche domanda, se ne trova una insensibile me lo dice e io… Mmh, okay. Lei dove è nata, di dove è originaria? 

Sì be’, quella sull’insensibile era una mia nota, non avrei dovuto leggerla e la Prendiappunti non avrebbe dovuto segnarla. Stupido aggeggio.

Lysithea: Sì, erano i vostri compiti e avrà la valuzione insieme a tutti gli altri. Gradisce del tè? Prego, si serva. Non voglio metterla in imbarazzo versandoglielo io. Sono più che sicura che se sa maneggiare una mazza da battitore, sa anche versarsi del tè. Ovviamente il professor Powell mi ha riferito che sa farlo. Si calmi, davvero. Non è importante. Sono nata a Cork, in Irlanda. Ha presente? La cittadina famosa per i suoi Incantantori, neanche a farlo apposta.

Si è versata il tè da sola come se niente fosse, come se sapesse perfettamente quando smettere di versare e dove si trovava di preciso il fondo della tazzina. Con tutto il rispetto, è stato quasi inquietante vederla.

Lewis: Ah certo, non chiedevo di sapere la valutazione… Sì be’, Powell avrà parlato per orgoglio, non sono questa gran cosa con la mazza… da battitore, ecco. Certo, Cork. Pare che molti nativi di lì si associno agli Incantatori, è una sorta di tradizione, di legame storico con il gruppo. Quindi è nata da maghi? E poi quale scuola ha frequentato? Hogwarts, magari? E come si è trovata? Voglio dire, era tanto diversa rispetto a come è ora? Insomma, è ancora giovane, magari non è cambiato granché.

bolide

Lysithea: Non sia modesto, su. Il professor Powell sa quello che dice, anche se magari può sembrare di parte. Esatto, signorino Lewis. Molti degli abitanti di Cork si identificano con loro, ancora oggi. Sì, i miei genitori erano entrambi maghi, anche se nessuna delle due famiglie è completamente purosangue. Ormai, è difficilissimo incontrarne una che lo sia da sempre. Ho frequentato Hogwarts, ero nella casata dei Grifondoro. So che questo mi farà diventare la sua professoressa più odiata, ma il Cappello Parlante ha voluto così. Sa che le dico? Era molto simile a come è ora. La scuola è una di quelle cose che non cambiano mai. E le assicuro che non sono poi così giovane, ne sono passati di anni da quando l’ho frequentata.

Ha riso molto in quest’intervista, devo dire. Non di quelle risate di quando ti prendono per i fondelli, questo è decisamente un punto a suo favore.

Lewis: Professoressa, può chiedere a chiunque, la modestia non è davvero il mio forte. Già, è difficile, così dicono.

È seguito qualche scambio di opinioni sulla faccenda dei purosangue e le Case di Hogwarts ma, visto che lei è d’accordo e che il giornalista sono io, quella conversazione resterà tra me e la professoressa. Un mio paragone con certi prosciutti di cinghiale scozzese, però, l’ha fatta ridere di nuovo.

Per me lei sa il fatto suo e non lo dico perché sta correggendo i nostri compiti. Tornando alla scuola… Come si è trovata? Nel senso… Be’, devo chiederglielo, in fondo lei se l’aspetta di sicuro. Come si è trovata con il suo problema, diciamo, agli occhi? E… che cos’è? Ce l’ha da bambina o cosa?

Lysithea: Mi fido della sua sincerità. È una semplice malformazione che ho dalla nascita. In questo momento lei per me è un’ombra sfocata, così sfocata che è difficile distinguerla dalle altre. [Con calma assurda, come se niente fosse.] All’inizio è stato difficile, lo ammetto. Ma più passavano gli anni, più ho capito che non era colpa mia, che non potevo modificare la mia condizione e che, invece, dovevo abituarmi a conviverci. Ho compensato con tutti gli altri sensi, più sviluppati della norma. Non si può sentire la mancanza di qualcosa che non si è mai avuto. E, per me, questa cosa è la vista.

Lewis: Non riesce a distinguermi dalle altre ombre? La sa una cosa? Quasi quasi tutto questo la rende migliore di molti altri. Voglio dire, se potesse vedermi… Be’, non sono un belvedereokayandiamoavanti. Mi sembra che ci sia riuscita ad abituarsi. Be’, immagino saprà che gira qualche battutina sul fatto che nei corridoi vada a sbattere contro le armature… Non le dico io queste cose, eh. Comunque so che non è vero. Ma quanto tempo ci è voluto ad arrivare a questo livello? Per abituarsi a muoversi e soprattutto usare la magia senza poter vedere? Scommetto che Pozioni non le piaceva granché, eh?

Lysithea: So che dietro di lei c’è un armadio e nell’angolo lì un baule, ma solo perché ho studiato la stanza e sono abituata a starci. Non perché li distinguo nettamente. Sono sicura che non è così, signorino Lewis. Deve sapere che noi docenti fingiamo di non sapere le cose, ma in realtà le sappiamo eccome. Sono convinta che se non fosse un bel vedere, la signorina Austen non starebbe con lei. E da questo può capire che sono perfettamente a conoscenza delle varie battutine che circolano. Ero preparata anche a questo quando ho accettato di lavorare ad Hogwarts. Ci sono voluti anni di pratica per abituarmi a muovermi, ma quella è stata la cosa più semplice. Alla fine, ho sempre vissuto così, anche a casa mia quando ero piccola. Ogni volta che mi trasferisco in un posto nuovo, ci vuole qualche giorno perché capisca il luogo, ma alla fine penso che la cosa sia utile. Le armature della scuola ne saranno state contente. Per la magia ci è voluto un po’ di più. Anni di pratica e di esercizio. Ho viaggiato molto per affinare la mia tecnica, per aumentare l’affinità tra me e la mia forza magica. È quello che cerco di insegnare anche a voi. Ah, non si preoccupi se ha versato del tè.

Ho scoperto che abbiamo in comune alcune cose, riguardo a Pozioni, ma sono faccende che non vi interessano. Si è accorta persino che avevo versato del tè per sbaglio nel piattino. No, dico, questa donna è fenomenale. Non perché mi ha messo E all’ultimo compito, ovviamente.

Lewis: Wow, io riesco ad inciampare nel comodino del dormitorio anche se è lì da sette anni. Ah… ah b-be’, ho altre qualità e… Di sicuro ha molta forza di volontà, non è da tutti rimboccarsi le maniche e imparare a vivere in modo… leggermente diverso, diciamo. Le faccio una domanda tecnica, per così dire, visto che riguarda anche una notizia che si è saputa di recente. Che ne pensa dei nuovi incantesimi a difesa del castello? Magari ha contribuito o qualcuno le ha chiesto consiglio? Stavolta possiamo sperare che vada tutto liscio? Almeno per qualche mese, poi io me ne vad… Coff.

Lysithea: Se vuole le insegno come fare a ricordarsi la disposizione dei mobili, ma mi rendo conto che spesso è un fattore genetico l’essere maldestri. Pensi che danno sarebbe stato se lo fossi stata io! Sì, ho contribuito anche io, con l’Incantesimo d’Allarme intorno alle mura del Castello. Così come hanno contribuito anche altri professori, Keaton, Spellman, e la maggior parte degli altri.

A questo punto ha preso una pausa bella lunga e non mi ci è voluta un’illuminazione per capire che era indecisa su quanto dirmi. Ho deciso di riportare per intero perché anche voi, stupide zucche vuote che non siete altro, lo sappiate. E niente allarmismi, il primo che entra urlando nel mio dormitorio lo trasfiguro in un riccio.

bolide

Lysithea: Vuole la verità, signorino Lewis? Non sono sicura che andrà comunque tutto liscio. Per quanto possiamo proteggerci, per quanto possiamo impegnarci, essere vigili, per quanti Auror mettiamo alle nostre porte, non credo che andrà tutto liscio neanche stavolta. Sono entrati in passato, e lo faranno ancora se vogliono, per quanto noi proviamo ad opporci. Ma lei non si preoccupi. Siamo preparati anche a quest’evenienza.

Lewis: Mmh, sarebbe stato troppo bello, no? Io spero che siano davvero tutti preparati, lo spero tanto. Le difese scattano in simultanea, sì? Non è che nei Sotterranei arrivano dopo? Sa, stiamo più in basso e… E alle torri pure arrivano subito?

Lysithea: Davvero, stia tranquillo. Non succederà niente di brutto a nessuno studente, Sotteranei o torri che siano. L’allarme parte ovunque, allo stesso volume, udibile da ogni parte del Castello.

È un allarme che parte ovunque, quindi se sentite qualcuno gridare, stridere, imprecare e compagnia bella, niente panico: sono gli Elfi Domestici in uscita libera o il gruppo dei Senza Testa che fa le prove per lo spettacolo di fine anno.

Lewis: Okay, le faccio solo un’ultima domanda, qualcosa di meno… opprimente, diciamo. Non credo che risponderà davvero, però io ci provo. Da quando è venuta ad insegnare qui ha sviluppato qualche preferenza? Qualche studente più partecipativo? O più brillante? O che apprezza di più perché la fa ridere?

Il mio pollice scatta ad indicare casualmente me stesso, tipo messaggi subliminali visivi. Di certo non l’ho influenzata grazie a questo. Lei, ancora una volta, non riesce a non sorridere. E di seguito lo ammette pure.

Lysithea: Invece penso proprio che le risponderò, con un’altra domanda, magari. In questi mesi, lei ha notato preferenze da parte mia? Ci sono molti studenti molto portati, ma questo non vuol dire che gli altri non lo siano. Il professor Spellman mi aveva fatto un quadro generale delle classi, e più o meno si sono rivelate veritiere, tranne qualche raro caso. Ritengo che lei sia un ottimo studente, signorino Lewis. Partecipativo, s’impegna molto, almeno nella mia materia. E sì, mi fa ridere più di altri. Se non c’è altro, magari è meglio che vada, così riesco a finire di correggere il suo compito.

Lewis: No, non mi sembra. È giusta e non regala niente a nessuno. Be’, studiare Incantesimi con lei è leggermente diverso rispetto a studiarli con lui.

Visto? VISTO? La faccio ridere, e senza bisogno che veda le mie orecchie. Ovviamente c’è da ammettere che tra fissare per due ore Spellman e fissare la Carmichael c’è una bella differenza, ed ognuno interpreti come vuole.

È stata gentile a rispondermi, io… lo apprezzo molto. La lascio al compito… Ah, quei due incanti invertiti… Sì be’, lo sa.

Ha strizzato l’occhiolino almeno due volte durante l’intervista. All’inizio ho pensato ad un tic, poi man mano che la conversazione andava avanti ho capito che era un modo per mettermi a mio agio e farmi capire che non ha particolari preconcetti su di me. Non credo sia solo perché non può vedermi. Penso piuttosto che sia vero che spesso chi nasce con qualcosa in meno è capace col tempo di sviluppare qualcosa in più, che magari la rende anche una persona migliore.
Sappiamo tutti com’è il colore verde. Lo sappiamo a tal punto da dargli un significato, quasi un’identità che poi resta lì attaccata e non si scolla neanche se interviene Merlino in persona. C’è invece chi non ha la benché minima idea di cosa corrisponda alla sola parola "verde", che sia un colore, un filo d’erba, una Casa di Hogwarts o il colorito di chi ha una crisi di vomito. Potrebbe sembrare una grave mancanza, una lacuna che rappresenta una menomazione in una vita normale. Forse in parte è così, e le soluzioni sono fare la lagna o adattarsi e andare avanti. Dall’altra, non poter vedere il verde, come non poter distinguere qualunque altra cosa, permette di fare una passo che non sottovaluterei: lasciar perdere il colore e badare solo a sentire le persone.
E poi, in fondo la vista non sempre basta. Chiedetelo alle armature del corridoio di Incantesimi, credo che almeno un paio di loro abbiano ancora l’impronta della mia faccia stampata sulla corazza. Ma sono grave io o qualcuno continua a spostarle?

Alfred Lewis

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By Vincent Stars | - 3:35 pm - Posted in Aprile 2065

Totalmente perso nel tempo!

nome immagineE dire che mi avevano detto circa cinque anni fa che stavo per partire per un posto tranquillo e magico, dove le mie serate sarebbero state sempre e solo tranquille, sommerso da compiti et similia. MA COSA?! Ok, naturalmente i compiti mi sommergono, soprattutto ora che ci sono i G.U.F.O. ed io ho il tempo così razionato che ormai per andare in bagno il mio corpo è una specie di orologio svizzero. Appena chiudo un libro, un leggero stimolo mi congeda dallo studio. Però, oltre queste sottigliezze, devo dire che di “serate tranquille” qui a Hogwarts ne ho conosciute veramente poche. Che siano per i dolori dopo gli allenamenti, o i traumi dopo le lezione di Aritmanzia con Marshall o anche un orologio salterello che ti porta chissà dove mentre tu stai per andare a scaccolarti in fondo al corridoio che porta alla Biblioteca, proprio dietro la statua di Gaio Pullus, l’inventore dell’Incantesimo Gracchiante. E sono già due volte che mi capita. Qualcuno ha anche detto che “tra il gruppetto di sfortunati”, partito per il viaggetto nelle dimensioni del passato, ci sia qualcuno che porta sfiga. E non pensate minimamente che sia io! Tsk! La prima volta che ho fatto conoscenza con questo bellissimo orologio, che alla prossima apparizione sarà colpito con un Reducto collettivo, mi ha trasportato via nel tempo insieme a dei compagni di studio, direttamente nell’epoca della guerra di Troia. Cioè, l’ho saputo dopo che si trattavano di avvenimenti inerenti a quell’episodio storico, prettamente trattato nei libri di mitologia Babbana. Allora Heathcliff aveva accanto a sé un altro Heathcliff. Non dico che sono sorpreso di vedere un gemello accanto ad un altro essere umano, visto che in redazione abbiamo un chiarissimo esempio di gemelli omozigoti rompi boccini classe prima. Però mi incuriosì l’atteggiamento che assunse la copia esatta di Gordon: diciamo che mi ricordava molto i modi di fare della nostra docente di Astronomia. E pensare che ad una folata di vento ho potuto constatare che entrambi, sotto la tunica candica, avevano un’apparecchiatura nuova di zecca, luccicante e ben lustrata. Ho pensato solamente che la botta presa, cadendo di testa nella sabbia, mi avesse fatto male visto che poi parlavo con una Tess invisibile agli occhi di tutti tranne che ai miei. Ok, forse la Serpeverde è un po’ bassa, ma non invisibile. Le hanno tirato un brutto scherzo! Non si fa visto che comunque lei potrebbe essere la tizia che toglie Medicine davanti ai piedi della mia Krystal! Questa volta invece l’orologio salterino, dopo il solito tremore pazzesco della terra che mi ha fatto ficcare le dita un po’ troppo a fondo nel naso mi sono ritrovato in quello che è tutt’oggi il Colosseo di Roma. L’ho saputo dalla Wolf, che dice di essere particolarmente brava in Storia della Magia, anche se la Heller di sicuro mi preferisce perché sono pacioccone, francese e ho i capelli che le ricordano quelli veri del nostro Vicepreside. Tornando a noi, mi sembrava d’essere sugli spalti di un campo da Quidditch, solo che tutti coloro che erano intorno a me sembravano essere appena usciti dal bagno con un lungo asciugamano messo in trasversale a coprire le parti intime del corpo. Con me sul palchetto d’onore c’era una Serpeverde qualsiasi che mi ha chiesto gentilmente di non fare il suo nome. Naturalmente rispetto quello che la ragazza mi ha chiesto. Anche perché, essendo del settimo anno, mi può fare degli incanti che mi farebbero sparire dalla faccia dalla terra e poi con quel cappello… Ehm, sì. Comunque alla fine ci siamo ritrovati ad assistere ad un macabro spettacolo: nell’arena del Colosseo si stavano tenendo delle gare di gladiatori (Wolf n.d.r.) e c’era tanto sangue! Aguzzando la vista poi ho scorto, con notevole stupore, che a combattere c’erano Dalis, quello delle famiglia che ha l’apparecchiatura in basso, e Darsel contro due omoni giganteschi che dal palchetto sembravano quasi più alti di me. Non che ci vorrebbe Golia per superarmi, ecco. Alla fine, così come siamo arrivati a Roma, siamo tornati a Hogwarts ed io mi sono ritrovato ancora una volta con le dita nel naso, notevolmente sconvolto dal fatto che a Roma molte donne mi facevano delle carezze nell’interno coscia, senza sapere il perché naturale e il motivo di questo gesto. Forse un saluto dell’epoca. Solo che quando l’ho fatto ad un vecchio signore che era accanto a me, ho avuto il dubbio che mi avrebbe ucciso con trentatré coltellate se gli fosse stato possibile.

Vincent Stars

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By Lottie | - 9:13 am - Posted in Aprile 2065

Il cassetto degli oggetti smarriti

Penso che dare una sbirciata nel cassetto degli oggetti smarriti, giù in portineria, sia una delle cose più interessanti da fare nei giorni piovosi. Certo, ovviamente se ci vai con la morte nel cuore perché ti sei appena reso conto di aver perso la tua maglietta preferita, o il quaderno su cui hai scritto la ricerca che preparavi da una vita e che guarda caso devi proprio consegnare il giorno dopo, non è affatto divertente: trattenendo il fiato, ti limiti a passare in rassegna tutte le stramberie in esso contenute, pronto adesclamare di sollievo (o a gridare di disperazione, a seconda dei casi) non appena termini la ricerca. Eppure, posso assicurarvi che arrivare in portineria e chiedere alla signora Mabelle, una delle custodi, di poter dare una sbirciata nel cassetto degli oggetti smarriti non perché tu abbia perso qualcosa, solo devi scrivere un articolo per “La Voce degli Studenti” e per una volta ti sembrava carino parlare non di cose scomparse, ma di cose ritrovate, è veramente divertente; certo, nel mentre che lei prende la bacchetta magica e lo apre con una serie di complicatissimi movimenti del polso, ti becchi qualche occhiata di compatimento da parte dei presenti, ma questi sono dettagli insignificanti.
mirtillaIl cassetto degli oggetti smarriti, almeno apparentemente, è un normalissimo cassetto di legno, esattamente come tutti gli altri cassetti di legno nello schedario della scuola, in portineria; anche se non ci fosse scritto sopra, a lettere dorate e vagamente scolorite, strizzando gli occhi si riconoscerebbe ugualmente, in quanto è però l’unico ad essere un po’ ammaccato. «Colpa di un ragazzo» dice la signora Mabelle, tornando a sedersi e facendomi cenno con la mano che posso andare a curiosare. «Un paio d’anni fa venne qui, aveva perso la sciarpa della squadra del cuore il giorno prima, ma non riuscì a trovarla: per la frustrazione, quindi, tirò un pugno al cassetto. Delinquente, avrei voluto si fosse rotto la mano!» Tuttavia, il colpo esterno pare che non sia passato all’interno; nemmeno si vedrebbe, del resto, in quanto sullo schedario è stato applicato un incantesimo Allargante&Allungante, che lo rende infinito agli occhi dell’osservatore. Chi è capitato da quelle parti, saprà che gli oggetti sembrano galleggiare nel vuoto e che, ogni tanto, capita che uno di loro riconosca il proprietario, balzando fuori da solo. «Non sempre funziona» commenta la signora Mabelle, a cui un paio di boxer leopardati da ragazzo finiscono in testa, non appena io faccio per vedere più da vicino un incredibile braccialetto cangiante. «Quest’ultima parte va ancora perfezionata, evidentemente».
In effetti, i reperti fra cui mi sono divertita a frugare sono molto variegati: braccialetto cangiante e boxer leopardati non meglio identificati a parte, la mia attenzione è stata subito attratta dalla quantità industriale di Ricordelle che sono finite lì dentro. Piccolissime da perdersi nel palmo di una mano, ma anche gigantesche da non riuscire a stringere in un pugno, molte di loro hanno il nome del proprietario addirittura appiccicato sopra con un’etichetta adesiva: non li riporto perché non trovo divertente denigrare in pubblico gli smemorati, ma confesso di aver riso da sola per una buona mezz’ora, perché effettivamente è ironico – e non una buona pubblicità per questo articolo – vedere gente che si dimentica di avere una Ricordella che dovrebbe aiutarli appunto a ricordarsi (a ricordarsi almeno di avere una Ricordella, ecco). Successivamente, mi sono imbattuta in qualche libro di scuola – disgraziatamente su nessuno di questi c’è il nome, altrimenti mi avrebbe fatto piacere riportarli ai proprietari, ma posso consigliare chi solitamente fa merenda con pane e burro sul libro di Aritmanzia di venire a dare un’occhiata – e in un paio di diari segreti, rigorosamente incantati in modo da risultare bianchi per chiunque non sia il proprietario o per chi, eventualmente, non abbia tempo da perdere a cancellare le pagine con un Rivelatore (che, fra parentesi, è veramente una cosa turpe da fare). Ci sono anche molti articoli di abbigliamento, alcuni tanto ripugnanti e fuori moda che ringrazio il cielo siano stati perduti dai proprietari, altri tanto belli e qualche volta pure della mia taglia da farmi desiderare di ritrovarne uno; curioso è il caso della fedina in oro bianco, su cui è stato scritto a caratteri runici un L.S. e un S.L e che pare sia dimenticata lì da un pezzo, ma io continuo a sperare che qualcuno torni a reclamarla. Insomma, non sarebbe bello se i due nel mentre si fossero lasciati e prendessero questo ritrovamento fortuito come segno inequivocabile che devono stare insieme? Esattamente come la signora Mabelle spera che qualcuno torni a prendersi l’uovo verde acqua che ogni tanto sussulta e su cui stanno già iniziando a formarsi le prime crepe, visto che ci tiene a far sapere che deve lavorare e che non avrà per niente tempo di occuparsene.

Charlotte Midlee

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By Mic Parker | aprile 20, 2009 - 9:46 am - Posted in Aprile 2065

La gara di solidarietà per McBryant si è trasformata nel più grande sondaggio d’opinione degli ultimi anni

Non è mia abitudine tornar a parlare di eventi già raccontati, analizzati e sviscerati a sufficienza in un precedente articolo. Stavolta devo invece venir meno a questo mio proposito, visto l’enorme interesse suscitato dalla colletta di beneficenza per i parrucchini di McB. Mai in così tanti prima d’ora mi avevate fermato per i corridoi del castello tranne le rare volte in cui mi si voleva affatturare con fatture più o meno menomanti come dopo l’uscita dell’ultimo numero della Voce. Così alla fine mi sono deciso a tener nota delle preferenze sullo stile che secondo voi si addice meglio al nostro amatissimo professore di Storia della Magia. Posso partire dalla semplice e scontata considerazione che la maggioranza degli interessati si è dimostrato essere di sesso femminile. Si sa che da sempre sono le ragazze che perdono tempo e spendono Falci dietro a delle sciocchezze come la moda, i vestiti e tutti gli altri artifici che dovrebbero farle sembrare più carine (per lo meno questo è il loro proposito) e che nella maggioranza dei casi, invece, le lascia esattamente come prima se non addirittura più brutte. Giusto per il dovere di cronaca, quindi, riporto che il 97% del campione preso in esame appartiene al genere femminile. Le poche eccezioni dell’altro genere possono essere riassunte con pochi nomi che vi faranno capire immediatamente il tenore degli psicopatici a cui ci si riferisce: Justin-svitato-più-che-mai-Parker (e no, non è mio parente!), Mark-la-tinta-ha-raggiunto-i-neuroni-Harvarest, Yibisco-so’-figo-so’-bello-so’-fotomodello-Emmeth, Relena-tremila-cognomi-O’Neil… Ah no, quest’ultima mi dicono sia una donna. Partendo quindi dall’assunto che a dare una preferenza sono state sostanzialmente quelle matte della ragazze, da una analisi pur minimamente approfondita scopriamo che a seconda degli anni e delle casate si sono delle preferenze interessanti che meritano un commento.
podio

L’intero sotterraneo Tassorosso ha espresso in massa la preferenza per l’Hellerism. Forse perché la parrucca della Heller è alla fin fine quella che fa meno schifo addosso a McB oppure perché alle brave, buone e fesse discendenti di Tosca sembrava la scelta più neutra ed innocua. O magari per entrambi i motivi. Fatto sta che questa loro preferenza ad un occhio attento può invece suggerire un’altra riflessione: i Tassi si confermano degni della loro nomea e quindi permettono di sfatare tutte le recenti voci secondo le quali il Cappello Parlante iniziava a dare i numeri nello smistare gli studenti.
Le cornacchie della Torre Ovest invece hanno fatto registrare una frattura rispetto alla consueta e sbandierata unità di Casata. Se il settimo anno ha votato in massa per il Trotthair (e la spiegazione qui è fin troppo facile: la nomea sulla nota acidità del dormitorio femminile Corvo del settimo è risaputa anche dai quadri e dai fantasmi, dai Sotterranei alla torre di Astronomia, e quindi la loro era una scelta quasi obbligata pur di sfottere un po’ la lingua più biforcuta dell’intero castello), le studentesse dei primi anni hanno mostrato una spiccata preferenza per l’Hellerism mentre agli ultimi anni è risultato inequivocabilmente vincente il Jamaican Style. Il primo e secondo anno hanno certo cercato di ingraziarsi i docenti, anche se forse sortiranno invece l’effetto contrario, mentre le studentesse più grandi sono state certo influenzate dalla spiccata preferenza della White per il prefetto Serpeverde. O meglio, sono state sommerse di chiacchiere inutili da quella svampita che gira con una lucciola appresso (o forse è una fata, voci insistenti dicono sia invece un Gorgoschiocco Luccicoso, per eventuali informazioni rivolgetevi al Parker matto) e quindi alla fine, prese per sfinimento, sono venute a cercarmi per farmi presente la loro "sincera" opinione.
Gli eredi di Salazar si sono buttati in massa sul Jamaican Style, più che altro per prendere in giro Mayson e, ancor più, il Vicepreside. Per dovere di cronaca devo assolutamente riportare qualche commento anonimo: «Quel fallito di Syd si è stufato di portare in testa lo scopettone con cui Lachian si pulisce la bava e ora spera di rifilarlo a McBryant», «Secondo me quella cosa è viva. Giuro che l’ho vita muoversi da sola! Non è che si può verificare se è in grado di strozzare il Vicepreside? Sono disposto anche ad aiutarlo…», «Mayson e McBryant adesso possono emigrare assieme in qualche paese del sud. Nessuno sentirà la loro mancanza». Mancherebbero ora i voti delle Grifondoro, ma sinceramente non ci tengo per nulla ad avvicinarmi a quelle lagnose e quindi mi sono ben guardato dal trovarmi a tiro di fattura da una di loro. Riassumento infine il conteggio dei voti possiamo vedere una prevalenza di stretta misura dell’Hellerism sul Jamaican Style. Entrambi ben distanti dal Trotthair.
Il tassofesso mode ha invece raggiunto la ragguardevole cifra di: 1 voto. Indovinate di chi?
Dai corridoi del castello il vostre sempre aggiornato,

Michael Parker

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