In direttissima da un posto orripilante e puzzolente che per comodità chiameremo redazione dell'Eco, anche se ovviamente non siamo davvero nella redazione di quel-giornale-là, né ci siamo mai stati né ci andremo mai, a meno che non facciano qualcosa per migliorare il cambio dell'aria e aggiungano caramelle alla menta piperita al posto di quella roba all'anice che tengono nel secondo cassetto del…
ATTENZIONE! Questa non è una notizia di prima mano, ovviamente, perché come potremmo saperlo noi? Però per una serie di circostanze che comprendono un'armatura decapitata, un batacchio a forma di corvo con il singhiozzo, una balla di fieno che rotolava sulla scala che porta al corridoio di Trasfigurazione (ma solo il venerdì, gli altri giorni migra verso il corridoio di Rune) e la nostra innata capacità di trovarci al posto giusto nel momento sbagliato o al posto sbagliato nel momento giusto, abbiamo saputo questa notizia e non possiamo fare a meno di riferirla in questo giorno sacro dedicato agli scherzi.
Sapete già che i Corvonero sono belli strani, che chiamano giornale due pergamene appiccicate con bava di Streeler (come ci ha detto Juliet Lucky) e che si riuniscono per pregare il dio Eco, secondo la testimonianza più che degnissima di fiducia di Frederic Stevens. Ecco, di recente era uscita fuori un'altra loro stranezza: qui dove siamo nella loro "redazione" tengono appese ai muri tutte le foto di tutti quelli che hanno scritto per l'Eco. Cioè, questa cosa fa rabbrividire ancor più che trovarsi di fronte Azrael Mistral appena sveglia, ribattezzata zio George da noi del V – per via dei baffi spioventi, sapete, le ricrescono ogni notte. Anche a noi sta iniziando a crescere la barba ma quando le chiediamo consiglio ci minaccia di aizzarci contro Kairi Cooper e quindi… Uh, dicevamo delle foto dell'Eco. Le foto di tutti tuttissimi, eh, persino quelli che non sono più a scuola. Lawrence Owen dice che è una pratica macabra e che spera tanto che Mortimer Gray veda quelle pareti tappezzate di fotografie, così gli ricordano i suoi posti di lavoro e lo portano a stabilirsi nella Torre Corvonero. Be', anche noi abbiamo le foto di tutti i giornalisti passati e presenti, ma le teniamo negli annuari, con quello a parte per i Caporedattori, non le teniamo in giro in redazione, altrimenti nessuno riuscirebbe a scrivere con tutte quelle persone che salutano, fanno pernacchie o fanno gestacci contro la macchina fotografica.
Perché vi stiamo raccontando tutto questo? Perché qualcuno, di cui non conosciamo assolutamente l'identità, questa notte è entrato nella redazione di quel-giornale-là per ristrutturare un po' il tutto. Tutte quelle inquietanti foto dei redattori sono state sostituite con altre – molto più simpatiche, ci dicono, ma noi non possiamo certo averle viste – di animali rimescolati, o meglio ibridati, come l'ex caporedattore Lewis – baciamo le mani – ci ha spiegato quando gli abbiamo chiesto un parere sulle foto scelte… Cioè, quando abbiamo ipotizzato le foto che ignoti sabotatori dell'Eco avrebbero scelto, si capisce.
La nostra preferita, o meglio, quella che sicuramente sarebbe stata la nostra preferita se avessimo potuto vederla – ma non le abbiamo mai viste quelle foto, ripetiamo – è quella dell'Aquifoca, una foca con la testa di aquila che dorme beatamente, come facevano i Corvonero quando l'Ignoto Sabotatore è entrato in quella redazione poco ventilata che si ritrovano. Non siamo sicuri che l'Aquifoca sia stata messa al posto della foto di Andreij Becket o di Alexsandra Wolf, comunque doveva essere qualcuno dal sedere piuttosto grosso, perché pare che le foto siano state scelte per ranologia… fanologia… analogia, sì! Non sappiamo di preciso chi dei due abbia il sedere più grosso, abbiamo di meglio da fare che fissare i loro sederi, ma probabilmente la cosa non passa inosservata se l'Ignoto Sabotatore l'ha notato. Poi abbiamo, al posto della foto di Niamh Davies, un Coccocane, praticamente un cane tappissimo con la testa di un coccodrillo e una parrucca rossa, che tenta di arrampicarsi su un albero per sfuggire a una famiglia di conigli. Stiamo ancora cercando di capire cosa avessero di tanto terribile i conigli. Erano mannari? Avevano il vaiolo di Drago? Il morbillo di Thestral? Erano vermicoli trasfigurati da conigli? Erano i frontini pelosi che si mette in testa Vinnica Heyannir? A proposito, da quale animale pensate che siano stati fatti quei frontini? Perché secondo noi non è pelo animale, assomiglia più a ciuffi di capelli bianchi di Sebastian Waleystock, ne perde un sacco nel bagno dei Prefetti. Ma questo resta tra noi, o tra noi e voi, o tra voi e… Ecco, era una di quelle cose che non dovevamo dire. Pooooi! Più in là sulla parete c'è un Gattofante di un azzurro assai pallido, pochi dubbi sul fatto che sia al posto di Rebby MacMillan, per cui ormai l'azzurro cianotico è diventato il colore distintivo, come ci dice sempre suo fratello Steve MacMillan. Anche se scrive per quel-giornale-là, visto che noi pensiamo sempre al bene degli altri, le vorremmo consigliare di mangiare più carne rossa, o di non andare più a lezione di Rune, perché gli altri del IV potrebbero iniziare a non notare più la differenza tra lei e la professoressa Rousier. E noi non crediamo che Rebby MacMillan possa attraversare una parete senza farsi niente, ma se dovesse scoprire come si fa speriamo ce lo venga a dire! Ancora, al posto della foto di Jackie MacGregor è stata messa quella di una Canguzebra che lancia un pallone da rugby (il rugby è un gioco babbano, che somiglia a un altro gioco babbano, piuttosto noioso, dove quindici persone corrono dietro a una sola palla, formata da una vescica di maiale, e tentano di lanciare questa palla oltre una sbarra gridando come se li avesse punti un Billywig). Bisogna ammettere che c'è una certa differenza tra Jackie MacGregor e la Canguzebra, e cioè le corna al posto dei capelli, ma potrebbe sempre lanciare una nuova moda o farsi lanciare un freesbee zannuto e riportarlo, noi l'abbiamo provato ed è divertente! Eccetto, forse, per le zanne del freesbee. Per Sylvia Whiteheart, la sostituzione è avvenuta con un Lemupicchio, cioè un picchio grosso quanto una pluffa con la faccia e gli occhi a palla di un lemuro, impegnato ad abbracciare un altro Lemupicchio che tenta di dargli fuoco con la punta di una bacchetta incandescente. Ci dicono che alcune ragazze – puah! – apprezzino molto gli abbracci – puah! – ma essere abbracciati da una ragazza con gli occhi a palla che ti fissano è un'immagine che, ne siamo certi, ci bloccherà definitivamente la crescita. Per l'Ipposcimmia abbiamo un'altra scelta doppia, dato che si è adattava facilmente sia ad Adam Wilson che a Oscar Trott. La faccia e i capelli di una scimmia ci stanno tutti e poi hanno quell'aria da ippopotamo sonnolento ogni volta che sbadigliano, e in quelle occasioni si vedono anche i pezzi di verdura incastrati nei denti, proprio come gli ippopotami. Andate a guardare i loro denti, è il modo migliore per scoprire dove finiscono ogni volta le coppe in più di sformato di radicchio che spariscono dalla Sala Grande! E per concludere, un esemplare di Gufagnello con quell'espressione sempre indefinita che ormai si è stabilita sulla faccia di Sami Medicine. Davvero, quando lo guardi non capisci se c'è qualcuno in casa e non è affatto divertente, con lui è troppo facile attaccargli la scritta gawk* sulla schiena e la scritta kick me sul fondoschiena, come i cugini scozzesi fanno nel taily day, il secondo e ripetiamo secondo giorno di aprile dedicato agli scherzi. Gli scozzesi sì che sanno festeggiare il Pesce d'aprile!
Insomma, le pareti dell'Eco sono talmente tappezzate di facce che non è possibile raccontarvele tutte. Anche perché dobbiamo uscire da qui andare da Dorothy Milford a restituirle lo Spioscopio che aveva in tasca. E poi Anne – non possiamo chiamarla per nome – Burton dice sempre che siamo troppo logofobici… lefigobici… logorroici, sì! Cioè parliamo tanto. Forse. Vi riferiamo giusto di un'ultimissima foto, che più che un ibrido è un trio addomesticato, secondo la definizione di Margareth Lowenn. Tra le "vecchie glorie" dell'Eco, infatti – vecchie di sicuro, glorie non sappiamo, anche se in generale Gloria non è un brutto nome, avevamo una zia di terzo grado che si chiamava Mercy, che in effetti non centra con Gloria ma… Ah, dicevamo! Sì, il vecchio trio, sì così va meglio, Austen in Lewis-Trott-O'Neil, la cui foto è stata sostituita da una di gruppo che rappresenta la loro essenza più profonda, corrispondente al numero ventidue, come ci ha spiegato il nostro nuovo zio acquisito, Jericho Rootword. Stiamo ancora facendo ipotesi su chi sia quale scimmia, ma in caso aveste consigli ci trovate in Sala Comune Tassorosso il martedì e giovedì, in Sala Comune Grifondoro il mercoledì e venerdì, in Sala Comune Serpeverde il lunedì, nelle cucine il sabato. In Sala Comune Corvonero non ci andiamo, ovviamente. La domenica ci riposiamo, e quindi ci trovate in sala professori infermeria.
KESTRELS SPACCANO!
Sean & Jericho Muldoon
*[Nota della redazione: il gawk è lo "sciocco" nei giorni di pesce d'aprile in Scozia.]
[Nota dei Muldoon: sappiamo per certo che l'Ignoto Sabotatore rivorrebbe indietro le sue foto, ma se non sapete come fare, datele pure a noi!]