So perfettamente quanto il titolo dello stesso, e quindi l'argomento, possa essere fraintendibile per via della posizione che ricopro al riguardo ma vi assicuro che non sarà una captatio benevolentiae per portar magia alla mia bacchetta…essenzialmente perché non ne ho bisogno – non è questo il mio scopo –  in secondo luogo perché non lo farei mai neanche sotto tortura e per finire, ma sicuramente non per importanza per carità giammai, non penso che la nostra carissima&bravissima Caporedattrice mi avrebbe permesso la stesura di un simile articolo.
E' codesto il motivo per il quale l'impostazione che ho pensato di adoperare e sviluppare è atta a garantire una visione oggettiva di ambedue i soggetti e soprattutto un'angolazione a 360°. Mi premurerò, infatti, di elencare i pro ed i contro di ambedue i Club educativi per dimostrare alle malelingue passate presenti e future che non è tutto oro quello che luccica e che il mio ruolo di Presidentessa non implica necessariamente essere di parte; quest'ultimo, per quanto mi riguarda, non comporta minimamente un'alterazione, un mutamento, una metamorfosi di ciò che si è, ma si tratta solo di qualcosa in più, di un arricchimento sotto ogni punto di vista, né più né meno.
Ma ora passiamo alla parte clou dell'articolo iniziando dai pregi:

  • Club del Libro:

- Mediamente selettivo. E' richiesta una media non troppo alta per prendervi parte il che permette ad una buona fetta di studenti del castello di partecipare senza discriminazione alcuna. Un decoroso comportamento ed abbigliamento è altresì consigliato, ma ritengo che ciò non sia doveroso solo per l'appartenenza a questi club ma per una questione generale di ritegno e rispetto altrui.
- Cultura cartacea di ogni tipologia ed appartenenza storico-temporale. Essendo un club educativo fondato sulla cultura letteraria è chiaro che inglobi tutte le correnti letterarie, dalla poesia alla novella, dal romanzo ai saggi; per di più permette di viaggiare nel tempo alla ricerca di riferimenti del passato nel presente e viceversa ed avere, così, piena consapevolezza di ciò che fu e che potrebbe essere.
- Tavola imbandita di cibi e bevande. Per alcuni tale caratteristica potrebbe anche essere né un pregio tanto meno entusiasmante e la sottoscritta, ad esempio, fa parte proprio di quest'ultima categoria MA non nego che il fatto di poter conversare fra una fetta di torta alla melassa ed una tazza di thé stimoli la conversazione stessa. D'altra parte, si sa, i grandi castelli del passato accoglievano ospiti per un thé pomeridiano al fine di conversare su piani politici e quant'altro.
- Dialogo e scambio d'opinioni. Conversare stimola l'intelligenza inoltre avere un attivo scambio di opinioni porta ad avere una concezione più ampia di ciò che riguarda quell'argomento trattato nel testo, poiché il diverso punto di vista fra due soggetti che guardano lo stesso oggetto è determinante; il fatto che ci si possa confrontare, quindi, permette anche una crescita, il che non può essere indifferente.
- Impegno medio. L'impegno previsto è quello di un solo giorno a settimana, periodo durante il quale si deve ultimare la lettura di un libro fra quelli consigliati.
- Estremamente vicino al mondo Babbano e di ataviche radici. Ci si preoccupa di citare ANCHE qualche lettura del mondo Babbano giusto per tener fede al legame fra i due mondi che tale Club consente, se si pensa che il fondatore è anche un rinomatissimo scrittore fra i Babbani. Per di più, tanto più un'iniziativa è radicata indietro nel tempo, quanto più è funzionale ed il motivo di ciò è semplice. Se essa dopo tanti anni continua ad essere praticata è perché ha un senso, c'è chi la segue e chi tramanda di anno in anno il lavoro di qualcun altro, il che aiuta a renderla sempre più variegata perché ogni Presidente è diverso dal precedente e sarà diverso dal successivo. Chiaramente se fosse stata un'iniziativa campata in aria sarebbe stata facilmente sostituita con altro, cosa che invece non è successa.

  • Probe Litteratus:

- Crème de la crème. Solo gli studenti con una media pari o superiore alla O/E possono vantare di farvi parte e dico "vantare" perché è da sempre stato un Club dedicato alla creme de la creme di Hogwarts, agli studenti modello sotto ogni punto di vista, scolastico e comportamentale, il che non può che rappresentare un pregio per questo club. Niente distrazioni, niente chiacchere inutili, niente basilari lacune da far recuperare a tizio o a caio poiché, avendo tutti delle perfette nozioni di base, non è necessario rallentare purché tutti siano al pari.
- Confronto a 360°. Il confronto è su ogni aspetto scolastico – dalle Pozioni alla Difesa Contro le Arti Oscure, dall'Astronomia alla Storia della Magia – e non, tant'è che l'anno scorso abbiamo parlato di lingue magiche e di leggi ataviche o meno. Tutto ciò è chiaro che garantisca quell'ampia visione di ogni cosa che ci circonda che sia essa scolastica o meno. Naturalmente si parlerà sempre di confronto costruttivo, sensato e ben argomentato poiché l'affermazione di una verità assoluta ed irremovibile non è costruttiva e come tale non produrrà nulla di simile.
- Supporto e sostegno reciproco di ogni partecipante. Come già detto quando mi riferisco al "sostegno" parto dal presupposto che alla base nessuno ha lacune da dover colmare perché non si parla di gruppo studio o di gruppo di recupero ma del Probe Litteratus. Chiaramente, laddove fosse necessario un sostegno ed un supporto che sia esso magico o fisico, potrà contare sempre su ogni componente del Club durante gli incontri o fuori dagli orari degli stessi. Checché se ne dica siamo una piccola famigliola anche noi, senza eccessive o esagerate pretese chiaramente.
- Approfondimento di argomenti scolastici e scambio di nozioni. E' un gruppo che mira all'evoluzione, al divenire della nostra dote cardine (la magia, per quelli un pelino tardi ad afferrare) affinché si riesca ad estrarre la sua essenza più intima e con essa fare grandi cose – o almeno tentare – e questo spazio è concesso dagli approfondimenti degli argomenti scolastici. Lo scambio di nozioni è utile affinché la differenza di anno d'appartenenza, a livello conoscitivo, non sia un fattore discriminante; noi, al contrario, lo vediamo come un aspetto accrescitivo visto che il quintino impara dal settimino ed il settimino affina la sua conoscenza al riguardo. E' uno scambio puramente equo, nessuna competizione se non sana, le capacità di apprendimento in un verso o nell'altro dipendono dal soggetto e, touché, noi possiamo solo essere felici ed orgogliosi se un quintino impara la preparazione di una pozione della gara di pozioni del settimo anno.
- Inventiva ed originalità. L'essere originali ed avere un'inventiva di un certo tipo potrebbero sembrare dei doveri ma, no, non è così. Sono dei pregi che vengono fuori da ogni soggetto che ne fa parte, sarà per la suddette motivazioni, sarà perché ci si sente stimolati a dare sempre di più, fatto sta che sembra quasi che i cervelli dei soggetti si evolvano e partoriscano…favole, spettacoli mozzafiato. Ricorderete tutti lo scorso spettacolo di fine anno, no? Ecco, parlo proprio di quello. Spettacolo.
- Note curricolari. Ebbene sì. Sembra strano ma l'appartenenza a tali gruppi, specialmente di codesta fama come il Probe, concede delle importanti note curricolari da non sottovalutare in alcun modo. Non è facile, infatti, tener fede ad un simile impegno e riuscire a garantire la minima media necessaria per farne parte.

Ed ora passiamo ai difetti:

  • Club del Libro:

- Selettività. Per quanto non sia eccessivamente selettivo, sì, la selettività può essere anche un difetto laddove ci siano soggetti che non rendano scolasticamente parlando, ma che poi a conti fatti sarebbero perfetti (migliori di chi ha tutte E!) per questo Club.
- Interessi legati per lo più agli scritti di libri. Gli interessi non possono non essere legati agli scritti dei libri poiché è la natura stessa del Club anche se questo fa sì che sia un difetto (o limite che si voglia) poiché si tende ad interessarsi ad una determinata tipologia di lettura e mettere da parte magari  quelle più attuali come i saggi moderni della Storia della Magia o i giornali che, seppur perlopiù ritoccati qui e là, sono pur sempre fonte di cultura. E' solo una diversa forma, ma la sostanza è la stessa.
- Argomenti di conversazione "limitati". Essendo un Club del Libro non potrebbe essere diversamente, tuttavia è un limite, un difetto, sebbene sensato; infatti, se si va a disquisire del libro "i segreti di Merlino" non ha senso che dal nulla sopraggiunga un discorso sulle difficoltà di preparazione della pozione sperimentale per i sestini. Gli argomenti di conversazione ruoteranno sulle trame dei libri, sulle lezioni che vogliono infondere, sui riferimenti storico-politici e culturali ma niente che superi questo valico altrimenti si andrebbe a snaturare il Club stesso.
- Essere considerato poco serio. In giro per i corridoi odo frasi come "ah, un primino al Club del Libro, certo, è poco serio" magari solo perché si leggono libri e si offrono cibo e bevande ad un incontro, si dice. E' vero, si potrebbe puntare ad aumentare la considerazione che gli studenti hanno del Club ed integrare la propaganda dello stesso, ma al momento resta comunque un difetto, la mancata considerazione.
- Impegno, seppur minimo. Seppur non eccessivamente dispendioso, essendo un'attività extra-scolastica è pur sempre tempo sottratto allo studio, al ripasso serale, alle uscite con gli amici o all'eventuale recupero. E, naturalmente, lo studio è necessario se si vuole rientrare in quella soglia minima di media necessaria per farne parte.
- Vastità degli scritti da trattare. Il riferimento è chiaramente alla vastità a livello temporale degli scritti da trattare; abbiamo secoli e secoli di scritti da cui poter attingere per i nostri incontri (se si pensa che la scrittura nacque fra il 3500 ed il 3100 a.c) e spesso, per la vastità e la mancata cernita, materialmente è impossibile dar spazio a delle tipologie di scrittura piuttosto che a delle altre ed irrimediabilmente si tralascia qualcosa che per la Presidentessa potrebbe non essere importante, ma che per un altro membro lo è.

 

  • Probe Litteratus:

- Selettività. Se è un difetto per il Club del Libro che conta una mediocre selettività allora non potrebbe essere altrimenti per il Probe dove la media necessaria è veramente da selezione. Non ci si può fare nulla, possibilmente ci sono soggetti che scolasticamente rendono poco, ma che hanno stoffa da vendere…in quel caso non è questo il club che fa per loro.
- Crème de la crème. Codesto aspetto potrebbe comportare problemi riferiti al fatto che essendo un'elite si potrebbe tendere a chiudersi all'interno di essa ed a non avere rapporti, "mentali" ed umani, con tutto ciò che non la include; tutto ciò porterebbe ad un grave errore di valutazione perché limiterebbe i soci che vivrebbero come in una campana di vetro e nessuno dovrebbe essere limitato in alcun modo né sottratto dalla realtà che ci circonda.
- Impegno costante e di un certo tipo. Non possiamo nasconderci dietro un dito, il Probe è un impegno costante e rigoroso, sia nel mantenimento di quella media adeguata per farne parte sia per il percorso stesso che esso prevede. Gli incontri non durano tanto e non sono così assidui ma essendovi anche la parte pratica l'impegno, magico e fisico, è necessario e deve essere costante.
- Rigore. Il rigore ed il rispetto delle regole è fondamentale perché si tratta di studenti di un certo tipo e con una certa nomea, già dal Presidente che deve essere accettato dal corpo docenti al completo; si è ricorso più volte il nome "creme de la creme" e non è un caso. Non sembra siano ammessi errori o ripensamenti, tipo.
- Livello alto. Se si fa parte di un Club del genere non ci si può adagiare sugli allori, e a livello comportamentale – come già detto – e a livello scolastico. Anche durante gli incontri non si può permanere con la testa fra le nuvole altrimenti, oltre a non essere adeguato per se stessi, non lo è neanche per gli altri del gruppo perché ci si ridurrebbe ad essere un peso per gli altri e questo va contro ogni regola del gruppo.
- Superbia. Anche questo è un problema ricorrente, sebbene non dovuto al Club in sé ma ai soggetti che ne fanno parte; tuttavia, ahimé, spesso si accosta questa chiamiamola caratteristica alla nomea dei probisti facendola diventare a tutti gli effetti un difetto sebbene, permettetemi, sia una considerazione opinabile.

Se dovessi davvero concludere con le riflessioni come per ogni articolo sottrarrei spazio agli altri colleghi scribacchini e non è il caso; vi invito, pertanto, semplicemente a leggere e rileggere i vari pregi e difetti di ambedue i Club per poter capire che non è tanto il Club in sé, il pregio o il difetto nello specifico, perché l'aspetto fondamentale di tutto è e sarà sempre il soggetto che affronta un simile percorso…siamo noi i fautori del nostro destino e lo saremo sempre.

Ivy Hevenge. Sestina grifondoro, 16 anni. Figlia di un cavaliere di Mornay e di una babbana, vive nella medesima isola magica ed ha tutte le intenzioni di seguire le orme del padre anche se una regola legata al sesso glielo impedisce; per questo tutto quello che fa ha come finalità quella di essere il cavaliere perfetto, perfetto a tal punto da poter abbattere una regola antidiluviana e sessista. Ed è anche convinta di riuscirci! Poveretta…Si batte affinché le femmine siano al pari dei maschi, sia come opportunità che come considerazione, cosa che trapela anche nei suoi articoli; occupa perennemente la prima fila in aula e mira ad eccellere in tutte le materie. La sua "carriera" da scribacchina è iniziata con un'invettiva nei confronti dei partecipanti al Torneo indetto dai Cavalieri di Mornay. Segue 9 corsi, è presidentessa del Probe, presidentessa del Club del Libro e socia del WWFFB scolastico. I due fratelli gemelli Barristan e Lancelot appena approdati ad Hogwarts la faranno impazzire a breve.
By vocestudenti | - 10:37 am - Posted in Settembre 2070

Non me l'ero immaginato così il ritorno al castello per il mio settimo anno, e non perchè non ho avuto quella Spilla. Sì, mi dispiace, non sono mai stata una persona modesta, non vedo perchè iniziare a esserlo ora. Ma le prospettive cambiano. Il professor Oven e il professor Langdon erano insegnanti, non Auror nè simili figure, e neanche Capocasa eppure quando c'è stato bisogno loro hanno agito e senza che ci fosse alcuna Spilla appuntata sul loro petto, se non quella che raffigura un tasso, un serpente, un leone ed un corvo riuniti intorno a una H. Questo è un pensiero per loro, senza scendere in troppe banalità, e un appunto per voi. Nel momento in cui ho detto a mio padre che non mi sarei ritirata da scuola per nessun motivo al mondo, ho sigillato un patto con quella che è la mia seconda casa. Dimostratevi degni di questa scuola, e con questo non voglio dire che non si deve vivere la nostra età, ma che lo si deve fare guardando oltre l'infimo obiettivo di una festa clandestina, di una bravata che vi fa solo sembrare ingenui o di presunzioni che farebbero esplodere cento mollicci da quanto fanno ridere.
Là fuori sono in pochi a ridere, temo, ed è il caso con questo di introdurre l'articolo. Trovo ironico che sia proprio io a scrivere di questa notizia, dopo essere giunta alla conclusione, lo scorso anno, che la Vista non è qualcosa a cui ci possiamo affidare con cieco abbandono. Eppure non si può negare che i Veggenti – o quelli che sono convinti di Vedere – esistono. Si potrebbe dire che esistono due categorie: quelli che hanno la Vista e quelli che dicono di averla. Il professor Dupret dice di averla, secondo la sua stessa dichiarazione, ma ho rispetto degli insegnanti e non entro nel merito. Ci sono altri maghi che dicono di averla, e uno di questi è Eliphas Fibster, 55 anni, piuttosto noto per la sua capacità di andare vicino alla giusta predizione, senza però azzeccarla mai. Tempo fa l'Enchanted Express pubblicò uno speciale su di lui, per raccogliere tutte le predizioni che, a suo dire, interpretate in un certo modo sarebbero state veritiere. Come ad esempio il fatto che avesse sbagliato il nome del Ministro della Magia solo perché Nightingale era arrivato quasi a pari voti con la strega che lui aveva indicato ed i numeri avevano interferito con la sua visione, ma tecnicamente lui aveva visto tutto. Come aveva visto la vittoria dell'Inghilterra agli ultimi mondiali e aveva solo detto che gli Uzbeki avrebbero creato problemi, non che avrebbero vinto. Come avrete intuito, è un uomo a cui piace parlare ambiguo. Ecco perché giornali del calibro del Wizarding hanno seri dubbi sulla sua ultima visione, mentre il Profeta l'ha gridata ai quattro venti. L'avrebbe avuta qualche giorno fa, addirittura in un ascensore del Ministero della Magia, nel tardo pomeriggio del 23, alla presenza di Auror e altro personale ministeriale. Tremori, occhi bianchi, smorfie del viso, amnesia post-visione, un repertorio noto, non fosse per il fatto che Fibster prima ha urlato coprendosi gli occhi e poi ha iniziato a graffiarsi la faccia, fino a disegnare qualcosa sul pavimento con il suo stesso sangue. La natura di questi disegni è segreto ministeriale al momento, né la signora Jillian Heller, dell'Ufficio Relazioni con i Goblin ed ex assistente di Storia della Magia, ha voluto – o probabilmente potuto – rivelare altro. La sua riluttanza, però, mi fa pensare che non tutti abbiano preso Fibster poco sul serio. Che sia qualcosa collegato al Ministero della Magia o alla situazione che stiamo vivendo?
Ammetto che il dubbio mi è venuto e non solo per questo episodio che ha visto Fibster come protagonista. Nonostante il Profeta tenda spesso al sensazionalismo, sfogliando la copia di ieri ho trovato qualcosa di curioso: dopo la "visione" di Fibster, altri Veggenti hanno contattato il Ministero. Tutti abbastanza spaventati, tutti che dicono di aver avuto dei flash, dei sogni, delle visioni, che vedrebbero un pericolo annidarsi all'interno delle gerarchie ministeriali. Le teorie su infiltrati al Ministero non sono nuove e in passato non è stato solo il Cavillo a ipotizzarle. C'è dunque qualcosa di vero? O se è tutto un voler mettersi in mostra da parte dei Veggenti, perché il Ministero non rende noto cos'ha disegnato Fibster? Per non generare ulteriore panico in una situazione già difficile, sarebbe la classica risposta. Non voglio fare il Gramo della situazione, ma in tutto questo io non ci Vedo niente di buono.

Vega Rushton. Serpeverde proiettata sui MAGO, membro del Club del Libro, spirito sempre più polemico, è fermamente intenzionata a cercare di raddrizzare i suoi coetanei finché avrà respiro, prendendosi di fatto un Caposcuolato che non ha avuto sulla carta. Ha lontane origini dalla Repubblica Dominicana dove tuttora vive la bisnonna, ma la famiglia Rushton sta a Canterbury. Si dice che sappia fabbricare bambole voodoo e che abbia un piccolo demone Stalker di nome Baron. Le piace la Storia della Magia – è fierissima della Welkeltosk – ma l'anno scorso ha scoperto una strana passione per l'osservazione del cielo stellato, meglio se attraverso i vetri delle serre. Si è fatta tatuare la costellazione della Lira, incrociata con una P, all'interno del polso sinistro. In seguito agli eventi di settembre è girata voce che il padre volesse ritirarla da scuola, ma lei non ha voluto saperne.
By Anne Burton | settembre 23, 2014 - 6:33 pm - Posted in Settembre 2070

Non è passato poi molto tempo da quando le notizie di cronaca ci hanno fatto ripiombare ancora una volta nel terrore, dopo quanto accaduto sull'Hogwarts Express. Non è trascorsa che una settimana o quasi, infatti, da quando gli sciacalli – come ormai la stampa ha preso a chiamarli – hanno colpito ancora, anche se stavolta l'obiettivo non è apparso neppure come tale visto che nulla è stato portato via dal Museo di Storia della Magia di Dufftown, oggetto delle loro ultime e macabre attenzioni. Un luogo neanche poi tanto lontano da Hogsmeade, a voler essere pignoli e senza che ci sia alcun legame con quanto successo sul treno che ci ha riportato a Scuola ai primi del mese. E sebbene il recente comunicato che sospende le visite ad Hogsmeade per non meglio specificati motivi di sicurezza abbia fatto storcere il naso non solo alla sottoscritta. In fondo si è trattato solo dello stesso metodo di assalto. Solo della medesima e sprezzante predilezione per incantesimi oscuri o magari d'impatto, come sosterrebbe qualcuno che non si fa remore a sminuire quella che è e resta una forma di magia che non promette certo niente di buono, mai ed in ogni sua forma.
Tralasciando comunque la notizia in sé – di cui mi auguro che abbiate letto e vi siate informati – non c'è alcuna prova evidente che quei balordi stessero cercando qualcosa a Dufftown – ma del resto che cosa potevano volere anche da un gruppo di mocciosi che sta facendo ritorno ad Hogwarts per iniziare un nuovo e noioso anno scolastico? – se non per il dettaglio che riguarda la scomparsa del curatore del Museo – Thomas Lawrence Greembow – sparito in fondo insieme al mistero che avvolge l'edificio di Dufftown da quel venti di Settembre e che, mi ci gioco la collezione di figurine delle creature introvabili, darà modo di far parlare di sé anche nell'immediato futuro. I Babbani usano il detto non c'è due senza tre, i membri della mia famiglia preferiscono ricorrere ad un vecchio modo di dire scozzese che, per quanto poco ripetibile, sottolinea come una volta che si assapora un piatto che piace, lo si consuma sino in fondo. Con tutto ciò che si può lasciare intendere dopo una frase del genere. Nel più stretto riserbo, intanto, il Ministero continua a fare quadrato e le notizie che sono trapelate sono più scarne di un mio compito di Storia della Magia, quando la Welkentosk decide di farci di queste graditissime sorprese a lezione. Ma la verità, in tutto questo, ci è stato insegnato che trova comunque qualche via per venire a galla e di certo si può anche solo immaginare quello che è il clima dalle parti di Londra, in questi giorni più che mai. Due Auror hanno perso la vita a Dufftown, due maghi che prestavano servizio per questa comunità magica. Come i docenti che sono morti sull'Hogwarts Express, non hanno fatto niente di male se non il proprio lavoro. Come Oven e Langdon non si sono macchiati di alcuna colpa, se non quella di aver creduto in questa Comunità Magica e nel volerla difendere ad ogni costo.
E come i professori che non occuperanno la loro cattedra, anche loro lasciano un vuoto che – in questo caso – si è tinto ancor di più delle tonalità fosche e nere come la morte. Come la morte, si. Perché sebbene non ci siano voci che confermano (né smentiscono) quanto riportato dal Profeta nei giorni immediatamente successivi all'assalto al museo, è lecito supporre che neppure la morte sia stata lieve con Clayton Keshawn, l'Auror deceduto a Dufftown insieme al collega Andrew Corow. O, meglio, che non lo sia stato chiunque si è introdotto al San Mungo con il preciso scopo di…non si sa con certezza. Notizie confusionarie – e di certo messe a tacere sia da Winnifred Wilbeforce che dalla controparte ministeriale – raccontano infatti di una sparizione sospetta durante o al termine dell'autopsia che ha certificato il decesso dell'Addestratore del Dipartimento Auror. Solo che a sparire non è stata la cartella clinica, il referto che attestava la morte del soggetto o qualche ferro del mestiere – passandomi il termine – ma…il fegato. No, non sto usando una metafora per sottolineare l'immenso coraggio del mago originario di Cork. E non sto neanche cercando di insinuare il dubbio che l'asportazione sia stata necessaria per documentare qualche studio sull'abuso di alcool nei soggetti maschi sopra i quarant'anni. Purtroppo no. Sebbene nessuno confermi, infatti, sembra che la strega incaricata dell'autopsia e della sistemazione del corpo prima che lo stesso fosse reso alla famiglia di Keshawn, si sia dovuta allontanare per un principio di incendio nella stanza attigua a quella in cui stava eseguendo l'autopsia. O perlomeno si dice che la guaritrice sostenga che ci fosse del fumo che a questo punto ha funto da diversivo, non ci vuole un genio a capirlo visto come sono andate le cose e visto che, al rientro, la donna si è resa conto che non solo qualcosa non andava, ma la stanza ed il tavolo su cui si trovava il cadavere non erano come li aveva lasciati. La stampa non ha saputo dare ulteriori informazioni in merito, sebbene ci sia comunque chi parla di una cucitura ad altezza dell'organo asportato fatta in fretta e furia – volutamente o meno – al punto da tracciare netti contorni a zig-zag senza preoccuparsi di nascondere la macabra trafugazione.
E a noi, compreso chi vi scrive, resta invece sempre il solito pugno di Billywig di chi si domanda il perché di un simile gesto senza trovare alcuna risposta, come se già non bastasse l'orrore dell'ennesima vita spezzata da balordi senza scrupoli il cui fine ultimo resta ignoto probabilmente persino alle autorità. E quindi a noi, studenti che ciondolano per i corridoi illudendosi sempre meno che il buio non oltrepasserà mai le mura del castello in cui ci troviamo, non resta davvero che fare il possibile per tenerci informati e vigili. Perché se chi sa non può difendersi con libri e giornali – come sostengono quelli pronti a sfoderar la bacchetta senza magari sapere che fare – chi si mantiene volutamente all'oscuro di quel che accade non comprende neanche da dove arriverà la minaccia, ecco la verità.

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il quinto anno di Hogwarts e, come tiene a sottolineare, anche il corso di Cura delle Creature Magiche, Jer compreso. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli, sebbene la sua missione principale – per ammissione – al momento sia quella di allargare lo stanzino della redazione o a far fuori qualcuno dei nuovi arrivati perché sta provando in ogni modo a convincere Hortense Lanfrad a varcare quella stessa porta.
By Helle7 | - 1:32 pm - Posted in Settembre 2070

Purtroppo nell'ultimo mese il San Mungo s'è trovato un grosso surplus di lavoro, anche se sicuramente avremmo preferito che i professori Octavius Oven e Gabriel Langdon fossero ora a far compagnia al professor Lucas Fitzroy, nonostante le sue condizioni gravissime. Non è certo un invito a condividere il suo stato di sofferenza, ma se occupassero due letti in più d'ospedale sarebbe forse un messaggio di speranza e smorzerebbe un poco  l'atmosfera cupa che aleggia per il castello, malgrado i tentativi del personale di Hogwarts di risollevare gli animi e infondere coraggio. Speriamo che, nonostante tutto, il professor Fitzroy possa riprendersi e tornare a insegnare Cura delle Creature Magiche il prima possibile.

Per quanto i guaritori siano abituati a vederne di tutti i colori, verso l'inizio del mese si è verificato quello che sembra un caso di avvelenamento da spore, e che ha rischiato di infettare guaritori, pazienti, tirocinanti e anche visitatori, tra cui due ex studenti di Hogwarts da relativamente poco tempo, i neomagati  Heert McNails Amber Wolf. Alla loro presenza, e a quella dei guaritori Chadwick Tucker e Mycroft Cole, nonchè dell'accademico Eric Chesterfield,  della Stregaccoglienza di turno e di una coppia di mezza età, di cui però non siamo riusciti a risalire ai nomi, si è materializzato nell'atrio d'ingresso un uomo-albero in stato confusionale completamente ricoperto di corteccia, con rami e foglie che gli spuntavano da tutto il corpo. L'ex caposcuola Grifondoro ha dato subito sfoggio delle doti su cui si è basato tanti anni fa il Cappello Parlante per lo smistamento, ed è intervenuto con un Incantesimo delle Pastoie, dal momento che la Wolf stava per beccarsi un ramo incontrollato in piena faccia, mentre i due guaritori sono accorsi in soccorso all'uomo. Di fatto, Amber è stata colpita ugualmente, e ci tiene a sottolineare quanto sia stato doloroso, mentre l'uomo-albero, tra sbattacchi di rami, ha liberato una polvere brillante che ha raggiunto sia la ragazza che i due guaritori i quali han raccontato di aver sentito improvvisamente la pelle farsi più ruvida, secca e tesa. Con grande prontezza Tucker ha dato l'allarme e ha liberato le vie respiratorie dell'uomo e della Wolf, dando direttiva agli astanti di non respirare, mentre Cole si prodigava per limitare la diffusione delle presunte spore velenose.

Fortunatamente altri guaritori – opportunamente protetti con incanti Testabolla – sono intervenuti subito dopo, bloccando la trasmutazione in alberi e facendo tornare i coinvolti allo stato originale. L'uomo albero ha raccontato di essere in vacanza e di stare passeggiando per delle rovine, quando ha iniziato a sentire i primi sintomi. Che la strana polvere brillante fosse costituita davvero da spore non se ne ha la certezza; sicuramente al San Mungo l'avranno già studiata, etichettata ed avranno preso misure per eventuali casi futuri. Quel che risulta interessante è però comprendere se appartenga a piante spontanee o se invece faccia parte di qualche protezione per le rovine, sempre che esse siano tali e non appaiano dei ruderi per magia. Chissà cosa si nasconde in quel luogo, peccato che non abbiamo informazioni su dove si trovasse in vacanza l'uomo. Nessuno ci dà la certezza che questo genere di vegetazione velenosa sia stata piantata per uno scopo, né che non si tratti di una qualche fattura trasfiguratoria in cui incorrerebbe chiunque tentasse di avvicinarsi troppo a qualcosa di prezioso, forse.

Non sappiamo se ci sono delle indagini in corso per vederci un po' più chiaro, o se per il momento il fatto è stato giudicato irrilevante,  dato che la comunità magica ha ben altre preoccupazioni, come sappiamo. Il caso, comunque, ricorda molto quello di Caius Hansen, liberatosi da una trasfigurazione in albero proprio nel parco di Hogwarts un anno e mezzo fa, circa, ma a parte l'affinità della forma trasfiguratoria dei due uomini, non sembrano esserci elementi in comune.

Nonostante questa particolare vicenda si sia risolta per il meglio, però, il San Mungo ha dovuto fronteggiare episodi ben più gravi e dai risvolti tragici, come il decesso di Edmund Flogart, un senzatetto conosciuto in Diagon Alley come "l'Allampanato", sopravvenuta dopo un'aggressione in cui parte degli organi interni sono stati pietrificati e danneggiati irrimediabilmente. Non ci si capacita del motivo di tanta violenza gratuita, aggravata dal fatto che Flogart non abbia potuto neanche difendersi, essendogli stata requisita la bacchetta da tempo. Edmund non era ricco, era benvoluto da tutti e attirava le simpatie di chiunque con il suo topino enfatico e gli origami alla babbana che donava ai bambini.

Alla luce degli ultimi avvenimenti, ci si rende conto che, nonostante i dipendenti del San Mungo siano abituati ad avere i casi più disparati tra le corsie, tanta violenza immotivata concentrata in così poco tempo, che sia per un attentato in grande stile o apparentemente fine a se stessa, come nel caso di Flogart, possa lasciare i nervi scossi anche al guaritore più esperto, soprattutto quando con il proprio prezioso lavoro, che richiede davvero molta forza d'animo e dedizione, sembra invece di non riuscire a far nulla di utile per la comunità magica.

Per quanto forse nessuno di loro leggerà queste mie quattro righe raffazzonate in qualche modo, il mio appello è, seppure sia molto difficile all'atto pratico da parte di noi studenti, far sentire la nostra vicinanza a questi uomini e donne che forse abbiamo sempre dato per scontati, e che invece sono indispensabili per la comunità magica e non solo visto che ogni giorno si adoperano per salvare vite o rendere meno dolorose situazioni più o meno gravi che potrebbero colpire ciascuno di noi da un momento all'altro. Non lo dico per creare falsi allarmismi; Hogwarts, come ci è stato ribadito più volte nel corso di questi anni, è uno dei luoghi più sicuri dell Regno Unito, con tutte le sue misure di protezione ed ora anche Auror e cavalieri di Mornay a proteggere i suoi abitanti (per inciso, tra l'altro, è molto più facile riconoscere l'operato di queste due categorie, che quello silenzioso  e "dietro le quinte" dei guaritori). Tuttavia, come accaduto recentemente, basta che una lampada si stacchi dal suo supporto per dare il via ad un incendio nelle serre, scatenare il panico e riempiendo i posti in infermeria.

Credo quindi sia legittimo anche solo ringraziare simbolicamente Chadwick Tucker come rappresentante dei suoi colleghi, ad esempio, anche se magari non siamo mai neanche andati in infermeria  a chiedergli un Decotto Tiramisù.

Helena Ross, 17 anni a dicembre, sestina e Prefetto Tassorosso, vive a Grove, nell'Oxfordshire. La prima volta che ha messo piede in redazione si pensava fosse muta, ma metterla a suo agio si è rivelato alquanto deleterio per le orecchie degli altri scribacchini. Dovunque si metta a scrivere si possono trovare montagne di pergamene appallottolate, tanto che per mandare in stampa il giornale si è costretti a strapparle i fogli dalle mani. Ha una passione smodata per gli animali e, di conseguenza, per Cura delle Creature Magiche. Tra i suoi sogni, riuscire ad acchiappare un Gillidh e ad allevarlo. Studiosa, con un senso del dovere malsano, dice di non essere portata per lo sport, specialmente a cavalcioni di una scopa.
By vocestudenti | settembre 22, 2014 - 9:12 pm - Posted in Settembre 2070

Come tutti voi certamente saprete quest'estate si è svolta la massima celebrazione di quella brutale attività sportiva che – ben lungi dal temprare mente e corpo ma semplicemente celebrando capacità fisiche che solo pochi privilegiati possono vantare – infiamma ad ogni modo i cuori di molti fra i membri meno istruiti ed educati della nostra Comunità Magica: la Coppa del Mondo di Quidditch. Questo Torneo raduna folle acclamanti di maghi da tutto il mondo. Essi invece che discutere e lavorare per il bene ed il futuro del popolo magico o per la preservazione della cultura che ci viene tramandata dal passato preferiscono passare il loro tempo in attività molto meno edificanti. Tipo a prendere il sole in attesa di accalcarsi come branchi di scimmie sudate sulle gradinate di enormi sprechi di fondi pubblici. Pagano addirittura cifre da capogiro per ammirare quattordici sprechi di capacità magiche a cavallo di un manico di scopa che si divertono a rincorrere palle di diversi colori o tirarsi addosso sfere di cuoio e metallo con il solo scopo di fracassarsi le ossa.
Se pensate che già questo sia da considerare deplorevole allora preparatevi a ben di peggio! Se invece già state considerando di farvi forti della possibilità di accartocciare questo articolo per buttarlo via e rifuggire dalle vostre responsabilità perché avete fatto parte di quella folla, prestatemi ancora un po' di attenzione: non è del Quidditch in se che voglio parlare, né di quanto la Coppa del Mondo sia un'occasione sprecata; non voglio neanche lamentarmi perché un tale raduno di maghi sarebbe impossibile da raccogliere per una cosa come il Museo del Faraoni del Cairo o il Festival del Teatro magico, no! Desidero scagliarmi contro l'ondata di patriottismo che la vittoria riportata dalla "nostra" – le virgolette sono doverose perché io non sento alcun senso di appartenenza a quella compagine – squadra ha suscitato in gran parte del popolino. Un tripudio di bandiere con la gloriosa Croce di San Giorgio si sono affacciate alle case dei maghi ed hanno letteralmente invaso Diagon Alley. I bagordi nei numerosi pub che si affacciano sulla strada principale erano strapieni di gente che sembrava avesse appena avuto notizia di un parto plurigemellare da quanta era la gioia.
Io ovviamente ero disgustata da tutto ciò e pur considerate che non sono affatto ultrapatriottica come quel piccolo lord di James Blueberry o come il venerabile professor Weetmore. La cosa mi ha fatto invece pensare a come sia incredibile il fatto che una vittoria non nostra possa renderci così fieri. Davvero basta appropriarci di un titolo così futile come quello di Campioni del Mondo – di cosa poi? di uno sport che non porta certo frutti – ottenuto tra l'altro senza il minimo sforzo da parte nostra, per scatenare in tutti noi una tale euforia? La cosa mi ha decisamente allucinato. Tanta esplosione di vitalità per il Quidditch e poi lasciamo liberamente che il lavoro di tantissime brave persone, per le quali davvero dovremmo essere orgogliosi, vada del tutto dimenticato. Quindi questo è un appello per chiunque si sia sentito più inglese dopo questa vittoria, per chiunque abbia dipinto la faccia di rosso e bianco magari senza sapere recitare l'incipit della Magna Charta o senza aver mai sentito uno stralcio del discorso del 4 giugno 1940 in corrispondenza di una delle guerre più orribili che il mondo magico e babbano abbiano mai affrontato, con quale coraggio vantate una vittoria non vostra, per un paese del quale non sapete neanche un minimo di fondamenti?

Thea Taylor, VI anno Corvonero. Diciassettenne nata nel giorno più triste dell'anno – 2 novembre – proviene dall'isola di Land's End (popolazione otto gatti ed una vecchina ultracentenaria) martellata 364 giorni all'anno da una fitta pioggia e sovrastata da un cielo grigio ferro. Il 365° di solito grandina. Entra ne La Voce degli Studenti perché la considera un modo efficace di diffondere il suo Sacro Verbo senza rischiare troppo di essere massacrata brutalmente da gente che lei definisce "di ristrette vedute ed ancora minore cervello" ma che da tutti gli altri potrebbe essere considerata "semplicemente con i boccini pieni della Taylor e delle sue filippiche incomprensibili". C'è chi dice che la sua voce ed il suo sarcasmo siano graffianti ma ci mette anche del suo il gatto, Sir Baffo, che adora attentare alle caviglie della gente ed anche in generale a tutte le parti del corpo che riesce a raggiungere. Ha deciso di dedicare la propria vita alla Magiarcheologia e segue Aritmanzia con una frequenza sospetta. Pare che sia incapace di provare sentimenti ma c'è chi giura di averla vista sistemarsi gli occhiali e slacciare un bottone delle tremende camicette che porta sempre, al passaggio del professor Wenlock.
By Hils | - 8:48 pm - Posted in Settembre 2070

Il giorno in cui nonno Percival ci trascinò al funerale di nonna Riòna, mia sorella Petulia continuava a ripetere – ed era ancora troppo giovane per capire – che era una fortuna, per noi, che la vecchia fosse crepata. Ci inseguiva con la scopa e ci tirava i capelli, nascondeva i nostri giochi e ci costringeva a pulire il giardino. Broth il barbuto rimbeccò 'Tulia con un'occhiata da nogtail, brontolando che in Irlanda non si parla mai male dei morti, perché altrimenti essi torneranno a perseguitare il maldicente per non essere dimenticati.

Non penso serva La Voce degli Studenti per avvisarvi di Oven e Langdon. Stecchiti come nonna Riòna, su un treno pieno di studenti. Quelli sono già cena per i vermi, e ancora qualcuno piange. Io vorrei dirglielo, a quelli che frignano: vorreste forse qualcun altro al posto loro? Magari, che ne so, vostra sorella al primo anno, o il vostro ragazzo che stava al cesso perché non la teneva più. Un docente grinzafico come Harrenhal, o la vecchia col carrello, con tutti i dolci dietro. Mi perdoni, preside Wallace, se stravolgo il suo bel discorso, ma nessuno vorrebbe il privilegio di incontrare quei due, e lo sappiamo tutti. Come faccio a parlare bene di loro, dopo averli maledetti ogni giorno della mia permanenza a scuola? Come vi posso dire che Oven barilotto era il padre che non ho mai avuto, o che Langdon era il docente migliore di tutti? Mi hanno detto "Thomas, scrivi tu un articolo di commemorazione per i docenti?" Sì, certo. Ma io una commemorazione non so nemmeno cos'è. E se è solo parlar bene di loro, io mi rifiuto. Lascio la piuma ad Ivy Hevenge, che di certo conosce tante bellissime parole più eleganti di "cesso", e può tener alto l'onore di due docenti crepati. I morti non ti sentono, se sono morti per davvero. 

E allora nemmeno parlar male ha senso, se non posso essere sgridato. Se non posso vedere quella botte di Oven diventare paonazzo e soffiare su quei baffoni neri e unticci. O se non posso vedere la faccia scheletrica di Langdon contrarsi per la rabbia e stringere gli occhi come se stesse in bagno, pur di farmi paura. Che idiozia, una commemorazione. Sappiamo tutti che erano due teste di crup, due teste di crup geniali nelle loro materie, due teste di crup che hanno fatto il loro dovere e lo hanno fatto bene. Ma sempre teste di crup restano, e punitemi pure per averne parlato male.

Ma magari quello che dice Broth il barbuto è vero, e torneranno a perseguitarmi per non essere dimenticati. E ringraziate me, quando sul treno ci verranno ad urlar contro passando attraverso i vagoni come se niente fosse, perché magari sono così teste di crup da abboccare pure al mio stupido tentativo di farli restare.

 
 
 
Tommy O'Flynn. Approdato a La Voce degli Studenti direttamente da Brolandia con lo pseudonimo di Grinzafichissimo Tipo Misterioso, il camuflone irlandese si è fatto conoscere al grande pubblico per la spiccata tendenza verso gli sport estremi quali il lancio del ma…ntello – prima tappa obbligatoria del Tebby Desnudo – e il sollevamento p…ulzelle i cui progressi sono misurati in base alla gamma di acuti lanciati dalle stesse fanciulle. Nel tempo libero – a meno che non sia impegnato a tubare con Ian O'John come uno Jabberknoll al termine della sua esistenza – si ricorda anche di far parte di un giornalino scolastico che delizia con interventi di una sincerità disarmante ed una traduzione necessaria per sopperire al facile slang tribal-irlando-pubbistico di cui si fregia abitualmente. Difficile dire cosa c'è nel suo futuro: persino i fondi di zucca sono evaporati da soli per non dover rispondere!
By Vaniglia | - 6:47 pm - Posted in Settembre 2070

Diciamo no ai mantelli da Potterscemi

Non esistono parole in nessuna lingua umana per descrivere la gioia e l'esaltazione di un un qualsiasi studente in procinto di lasciarsi alle spalle chilometri e chilometri addietro il luogo in cui ha annegato di sudore metà tomi della biblioteca e passato notti insonni prima del fatidico esame di Pozioni, magari a preparare l'ennesimo Distillato Sviante (se è un secchione) oppure ha combattuto con tutto sé stesso la battaglia persa in partenza del naturale abbassamento delle palpebre quando ha già  speso tutto il proprio patrimonio  in merendine marinare (se è uno normale). Per questo è possibilissimo che non abbiate visto delle impronte lunghe e strette muoversi e scomparire ,seguite dalle scritte animate "The Deville in Demiguise" e "Beware of" su un muro della stazione di Hogsmede, anche se, per quanto possiate essere stati impegnati ad oziare non potete non aver notato le altre millemila impronte a Diagon Alley ed in moltissimi altri villaggi magici. Le impronte animate, in realtà, si sono rivelate fin da subito un indovinello del W.W.F.F.B che durante quest'estate ha portato avanti una campagna contro l'utilizzo della pelliccia dei Demiguise per fabbricare mantelli dell'invisibilità.

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I Demiguise (detti più comunemente Camufloni) sono degli enormi scimmioni dalla pelliccia morbidosa  e dagli occhioni così dolci capaci di farti venire il diabete se hai la sfortuna di guardarli mente stai sgranocchiando un gufo di zucchero filato, e così tristi da ritrovarti senza più alcun gufo a cui staccare la testa, perché ormai saranno corsi fiumi e fiumi di la…sudore freddo a scioglierlo. Sono creature che fuggono l'uomo (ragion per cui questa scena non si verificherà, per la gioia dei vostri guaritori) ed il solo fatto di vivere  in Estremo Oriente dovrebbe farvi capire che il poverino non cerca rogne perché di problemi ne ha già per conto proprio; i piccoli di Camuflone – infatti – sono destinati a vivere senza madre che muore durante il parto per le enormi dimensioni del cucciolo. La loro maggior condanna però è quella di diventare invisibili non appena si sentono minacciati. Ecco, questo ha fatto sì che schiere di figli di M…Melanzana, dessero inizio ad una strage che continua ancora, dato che gli idioti che comprano mantelli dell'Invisibilità sono molti, molti di più di quelli che uccidono direttamente i Camufloni. E' proprio per sensibilizzare l'opinione pubblica che il W.W.F.F.B si è servito di un noto volto dello spettacolo per la sua campagna: Martin Alistair Shearsmith sarà stato molto felice di denudarsi per una causa così nobile, immagino, nonché di dimostrare al mondo che che un Disilludo potrebbe salvare la vita a molte vittime dell'idiozia umana. Non tutti, soltanto quella dei Potterscemi. Contemporaneamente alla campagna Disilludo, Londra e Hogsmede sono stati tappezzati di manifesti (sarebbe più corretto dire enormi gigantografie che quando sei convinto di averne fin sopra i capelli te le ritrovi anche del Paiolo) della pergaminazione "One Hundred and One Demiguises", presentata al pubblico al Teatro Comstock di Londra il 27 Luglio. Sinceramente quando Martin all'inizio dello stage di teatro ci aveva comunicato che avremmo assistito alla proiezione di OHOD, non avrei mia immaginato che sarebbe stato un evento così importante…beh,importante di sicuro perché l'intero ricavato finanzierà la salvaguardia dei Camufloni a sostegno di pene più severe per i bracconieri (tipo la condanna ad inalare l'alito puzzone finché hanno fiato nei polmoni) , ma non credevo che si sarebbero stati così tanti sostenitori e damerini tirati a lucido (e invece sì figli di M…Melanzana, avete le cartucce contate!). Prima della proiezione sono saliti sul palco Lucullus Amory (fondatore del W.W.F.F.B), l'attrice che ha interpretato Crudelia – e di cui non ricordo il nome - Martin e Phoebe White/Mayson (l'hanno presentata come Mayson, ma sono convinta che il suo cognome fosse White), nota attivista del W.W.F.F.B. Dopo un breve discorso di ringraziamento ai presenti a ai disegnatori che hanno lavorato alla pergaminazione è iniziata la proiezione e… bolidi, che grinzaficata! Gli attori sono tutti bravissimi e non ci si può Image and video hosting by TinyPicche sciogliere in cioccolata calda alla vista di  quella carrellata di Camufloni dolcissimi… ehi,vi ho già detto troppo, se volete sapere la storia dovete comprare la pergaminazione perchè un Camuflone muore squartato ogni volta che guardate OHOD a sbafo (2 Galeoni e 11 Falci presso tutte le sedi del W.W.F.F.B.).

Dopo la proiezione  noi ragazzi del Club di Teatro diamo stati condotti nel backstage, ma non eravamo i soli: Hazel Choi, attuale settimina Tassorosso, avendo risolto l'indovinello ha potuto assistere allo spettacolo ed aver accesso al "dietro le quinte". Ci ha spiegato che lo zero presente sulle impronte animate in lingua runica è il Demiguise, infatti "Demiguise" era proprio la soluzione all'indovinello: a dir poco cervellotico.

Tirando le somme, la première di OHOD sembra farci sperare bene per il futuro di quei Camufloni che sono ancora vittime di un bracconaggio barbaro e totalmente inutile, i fondi raccolti di sicuro aiuteranno al creare o mantenere oasi di Camufloni già  esistenti e sopratutto… a dare pene più crud… giuste ai bracconieri che osano compiere simili scempi su creature indifese. Per ora dal W.W.F.F.B. è tutto, vi terremo aggiornati.

Vaniglia Price. 17 anni a Ottobre, sestina Grifondoro esuberante e dalla parlantina fin troppo spedita. Padre e madre irlandesi, ma abita nella periferia di Londra per evitare che la nonna babbana, fermamente cattolica, tenti (di nuovo) di esorcizzare lei e il fratellino. La sua sfrenata passione per i dolciumi l’ha spinta ha creare la propria industria gelatiera, che manda avanti con orgoglio dal secondo anno. Convinta di attirare clienti grazie ai suoi gusti improponibili , in realtà sono pochi i coraggiosi che li hanno assaggiati. I draghi sono la sua ossessione e sogna di aver un allevamento tutto suo. Essere iscritta al WWFFB e giurare di averne visto uno a Hogwarts non fa che incrementare la cosa. Membro del Club di Teatro, quando non è occupata a togliere sotto il naso i libri a Ivy e a rompere i boccini al mondo intero, la si può vedere a zonzo con quello che sembra un metamorfogattus, per la frequenza con la quale il suo mantello cambia colore.
By Anne Burton | - 11:04 am - Posted in Settembre 2070
L'ANGOLO DEL TIFOSO

Questo è l'ennesimo esperimento sociale che propongo dalle pagine del giornalino scolastico con cui avete imparato a conoscermi. A differenza dei precedenti – graditi o meno – però, questo sarà l'ultimo, a meno che io non concluda questo settimo anno senza ottenere i M.A.G.O. cui ambisco; in questa sciagurata ipotesi, infatti, dovrete sopportarmi per un anno ancora, una ragione in più per convincermi a studiare come si deve, giusto?
Il titolo di questo angolino che ho intenzione di ritagliare ogni mese all'interno del resoconto sull'andamento del Campionato di Lega immagino chiarisca al meglio quello che è l'intento cui mi sottopongo e su cui, soprattutto, vorrei puntare l'attenzione, ovvero i tifosi in erba e quelli che si avvicinano al Quidditch magari per la prima volta, magari scegliendo la propria squadra del cuore per mille ed una ragione. Si, sono sempre io, il vecchio sentimentale anche in queste cose, ma per dimostrarvi come sostenere la propria squadra o sentire di appartenervi sia in realtà una scelta di fede, ho deciso di mettermi io stesso a nudo – non proprio come intenderebbe Vinnica Heyannir se fosse ancora a scuola – e rivelare per la prima volta quello che è il mio credo sportivo anche se probabilmente non interessa a nessuno. Nei prossimi mesi, infatti, mi piacerebbe che mi scriveste per raccontarmi cosa significa per voi tifare per una squadra e come e perché vi siete accostati ad una determinata compagine di Quidditch. Non si vince niente, lo dico subito, se non la possibilità di buttar giù due righe che possano spiegare a chi legge com'è nato il vostro tifo e far capire anche che lo sport – quello sano – si sviluppa da basi semplici come uno striscione che inneggia alla propria squadra del cuore, ad esempio.
Mi chiamo Philip Noreal e frequento il settimo anno ad Hogwarts. Nonostante mi sia avvicinato alla sezione sportiva del giornale sin da quando ho varcato la soglia della redazione, però, son rimasto nell'ombra per diverso tempo e così è stato anche per il mio tifo. Credevo di non potermi confrontare con mostri sacri come Vincent Stars e Robert McReady e probabilmente anche con le squadre da loro sostenute. E così non ho mai ammesso apertamente la mia predilizione per i Puddlemere United…o almeno non l'ho confessato sino a questo momento, certo. Ho deciso di fare outing, come si dice in questi casi, anche perché Taanpaa ha appena compiuto un gesto che un tifoso non vorrebbe vedere mai, andandosene alle Vespe e da oggi credo che il mio animo di tifoso abbia una piccola crepa in più, anche se non importa a nessuno.
Perché tifare per lo United, vi starete chiedendo. E probabilmente non avrete neanche tutti i torti, stando alle considerazioni che normalmente fa chi, non si sa per quale motivo, crede di poter stilare una sorta di classifica delle squadre più "meritevoli" di avere una tifoseria. Perché i Puddlemere United, quindi. Non ho storie epocali dalla mia, a dire il vero. La prima volta che sono andato a vedere una partita di Quidditch non era per sostenere Longebalai ed Orwell e non posso dire neppure che le radici del mio tifo risalgono l'albero genealogico della mia famiglia sino ai tempi che furono perché mia madre è una fiera sostenitrice delle Harpies, lei ed il suo animo femminista. No, non ho di queste storie da raccontare, mi spiace. Ho iniziato a simpatizzare per lo United più o meno al quarto anno ed immagino che la spinta decisiva me l'abbiano data proprio i lettori di questo giornale, oltre che la maggior parte degli studenti con cui ho avuto a che fare. In mezzo alla guerra epocale tra Gazze e Pipistrelli da una parte e simpatizzanti dei Kestrels più per la propaganda dei Muldoon o per la presenza di ex studenti di Hogwarts che per reale convinzione, scegliere una via alternativa mi è sembrata la cosa migliore. E non me ne sono mai pentito. Probabilmente non rischiamo di vincere il Campionato di Lega, ma forse questo è uno dei maggiori vanti per sostenere una squadra come quella di Capitan McKie e non perché chi non si aspetta niente gioisce con poco – come si potrebbe facilmente sostenere – quanto perché il clima che si respira è disteso, senza pressioni da parte della stampa ma comunque goliardico. Perché voi dovreste tifare per i Puddlemere United, invece? Beh, fondamentalmente perché li tifo io. No, scherzo. Diciamo che chiunque abbia visto giocare Samuel Roe o Graham Orwell non si deve di certo porre una domanda come questa, tanto per iniziare. Bolidi che arrivano con una precisione chirurgica, boccini catturati con il cardiopalma anche senza essere annoverati tra le schiere degli dei come accade ai più quotati Mitea o Coast. Se poi vi servono altre ragioni posso elencare le novità, da Harals Jensen strappato ai Bats a quel Florin Taanpaa che invece Puddlemere l'ha lasciata anche se credo con una buona dose di rimpianto e soprattutto di ricordi piacevoli. 
Lo so, non sono molto bravo a convincere le persone, in questi casi, anche se la verità è che in fondo non voglio neanche farlo. Credo che ognuno debba scegliere la propria squadra non perché gli viene suggerita da altri, ma perché in quei colori rivede se stesso e nel sentire la formazione prima che le squadre entrino in campo gli si stringe il cuore, tutti i rumori attorno diventano ovattati e viene la pelle d'oca. Modo migliore per descrivere perché sono un tifoso dei Puddlemere United non riesco proprio a trovarlo, scusate.
E voi, invece?

Il Campionato di Lega non è ancora iniziato, eppure le premesse che hanno riguardato il mercato estivo lasciano presagire un grande rimescolamento di carte – non ancora concluso nel momento in cui andiamo in stampa – che darà sicuramente del materiale di prima qualità agli appassionati così come a chi è chiamato a scrivere su qualche testata giornalistica. Nel mio piccolo – conscio di come il prossimo anno sarà il primo da lettore di questa stessa sezione de La Voce – cercherò di non farvi mai mancare un commento quanto più oggettivo e particolareggiato di quello che riguarda la Lega Britannico-Irlandese ed eventuali concorsi annessi, ma senza per questo perdere quell'animo curioso che mi ha sempre portato a pormi – e rigirare a voi – le domande più disparate.
Prima di iniziare qualsiasi analisi in merito agli stravolgimenti del mercato estivo, però, credo sia doveroso da parte mia esprimere un ringraziamento accorato e dovuto a quelli che per qualcuno sono semplicemente nomi che compaiono negli articoli di settore, ma che per chi ama questo sport e lo segue da tempo, saranno sempre delle stelle, anche se hanno illuminato cieli che non si avvicinano al nostro tifo. Sto parlando di giocatori come Terry Homley, Rotuwe E'Tombo, Alexander Zedler o Tricia Spencer. Mi sto riferendo alla sensazione di abbandono nel non veder più sfrecciare Billy Fletcher o Zemlij Ljutevartsk, magari per sfuggire ad un bolide di Hasan Heça. Tutti questi no, non devono essere considerati solo dei nomi, ma dei maghi e delle streghe che ci hanno regalato attimi di pura magia, magari anche senza ricevere gli onori che avrebbero meritato, e che oggi – giunti al termine delle loro carriere sportive – ci permettono di poter raccontare di loro a chi verrà dopo e si domanderà com'erano o cosa avevano di speciale. A parte la fortuna di guadagnarsi da vivere volando, certo. Giocavano a Quidditch e, senza che i bacchettoni pronti a puntare il dito su guadagni da favola e vita semplice possano aprir bocca, mi hanno fatto sognare e credere che un'ora di evasione dalla realtà (spesso anche meno, dannato boccino!) valga i loro soldi e la vita "semplice" che si dice abbiano. Quindi GRAZIE per tutti questi anni, davvero.
E poi…poi ci sono altre notizie, quelle che dividono le tifoserie e ribaltano le considerazioni che si avevano verso questo o quel giocatore almeno sino a due giorni prima. Se c'è chi ha appeso definitivamente la scopa al chiodo, infatti, lo stesso non si può dire per altri che – semplicemente – hanno cambiato panorama preferendo i classici "altri lidi", come direbbero i Babbani. Come i più attenti tra voi ricorderanno, l'anno scorso uno degli abbandoni più clamorosi – e risentiti – è stato quello di Dirk Hargreaves ai Bats, "saluto" che in molti sostengono sia costato tanto alla squadra irlandese nonostante l'inserimento di un pezzo da novanta come la Liece. Quest'anno – ed i temporali in arrivo in quel di Scozia lo dimostrano – nuvoloni bassi e densi si aggirano invece attorno a Montrose, laddove un fuggitivo Jurgen Innerson ha lasciato una lunga scia di pianti e capelli strappati, a quanto pare. Certo, a dirla tutta bisognerebbe sottolineare i trentaquattro anni del battitore fresco acquisto delle Vespe a fronte dell'estro dei vent'anni di Dragos Marea chiamato a completare lo scambio tra le due squadre, ma se a Montrose avevano già storto il naso per l'arrivo di Dakota Bird, di certo la partenza di Innerson non contribuisce a creare un clima disteso, dopo (e nonostante) la vittoria dello scorso Campionato di Lega. Di contro, seguendo lo spostamento dell'ex Capitano delle Gazze, non si fatica a constatare come la squadra che più di tutte ha messo mano al portafoglio è stata proprio quella di Wimbourne che in un sol boccone ha fatto suoi anche Cyrene Xanthi – sempre dai Magpies – ma soprattutto Caterina Bragagni e Florin Taanpaa che saranno anche sulla via del declino, ma garantiscono sempre un certo effetto se affiancati nella stessa formazione.
Altro trasferimento di peso è stato anche quello dell'ex battitore dei Falcons Maris Valmiera approdato in quel di Kenmare con buona pace, si fa per dire, di Joe Greywood estromesso dalla squadra titolare da quel che si dice. E anche se è fuori discussione che dovendo scegliere tra Greywood e Nigel Yarvis la scelta verta sul più esperto e rodato. Profumano invece di campionato estero gli innesti di Augustyn Vrawdeunt – battitore in arrivo alla corte dei Falcons dalle Fiandre – ed Emilce Laprovittola che si è trasferita invece dal Sud America direttamente a Holyhead.
Dopo la deludente stagione dell'anno scorso, qualcosa si è mosso anche dalle parti di Ballycastle e non ci si poteva aspettare altro considerando l'innalzarsi della protesta della tifoseria dei Pipistrelli. Se lo scambio tra Juliet Lucky – fuori per gran parte dello scorso campionato a causa della gravidanza che l'ha resa mamma di uno splendido bimbo – e Riedle Streitmorge non ha ancora fatto sbilanciare nessuno in un verso o nell'altro, però, l'arrivo di Jarmila Fogarty dai Pride e la cessione di Emil Hallfredsson agli Arrow hanno fatto si che alcune frange della tifoseria abbiano manifestato apertamente il loro disappunto, sebbene lo stesso non sia ancora sfociato in alcuna contestazione aperta.
Quest'estate – ed il ritiro di Capitan Homley – ha portato aria di rivoluzione anche a Wigtown, laddove la squadra del mio amico Robert si è aggiudicato qualche scambio più o meno favorevole, a seconda dei punti di vista e dell'umore del momento, direi. Se l'arrivo di una nebulosa Anna Repin, stando al suo rollino di marcia dell'anno scorso, non lascia presagire nulla di ottimistico, infatti, la cacciatrice – ed ex Harpies – Jordan Zaccheus promette bene vista la sua giovane età ed il dinamismo mostrato durante i primi allenamenti. Certo, le Mannaie dovranno mettere in conto il tempo necessario ad ammortizzare una simile rifondazione dalla base, ma questo è pressapoco lo scotto che pagheranno anche altre squadre toccate in modo più o meno evidente da ritiri e cessioni. Ne sanno qualcosa a Banges, ad esempio, terreno d'approdo per Rowena Abyss dopo la parentesi ai Pride che sono sicuro l'ex Tassorosso vorrà buttarsi alle spalle quanto prima. E ne sanno qualcosa a Falmouth, soprattutto, sebbene questo riferimento mi sia utile fondamentalmente per introdurre il paragrafo più succulento per un giornale scolastico: gli ex settimini.
Primo della lista – anche se non per bravura, concedetemelo – è sicuramente Sami Medicine per il quale in pochi avremmo scommesso in una carriera legata a questo sport. E' vero, il rampollo della famiglia Medicine ha comunque intrapreso gli studi al San Mungo come da tradizione "dinastica", ma vederlo rincorrere dei bolidi anche fuori dal castello ammetto che è una prospettiva che avevo scartato a priori, così come un eventuale interesse da parte dei Bats che alla fine l'hanno ingaggiato per davvero. Decisamente più talentuosa – e non credo tarderà a mostrarlo al mondo – l'ex cacciatrice Grifondoro Nicole Silverstongue per cui il destino ha fatto aprire le porte di Falmouth, come già anticipato dalla necessità di nuovi innesti e forze vitali.
Se tra le cacciatrici che hanno lasciato il castello Niamh Davies solcherà i cieli delle Catapulte con buona pace e tanti auguri da parte dei suoi ex compagni di squadra e non solo, però, il duello a distanza tra miss ti acchiappo tutti i boccini Giselle Lanfrad e la coetanea e funambolica Amber Meng appare invece destinato a riproporsi in futuro. Entrambe le ex studentesse di Hogwarts sono infatti state scelte da formazioni di tutto rispetto come lo United per quanto riguarda la discendente di Salazar e niente di meno che le Harpies se si parla della Meng. Dopo gli innesti degli anni scorsi, del resto, la nostra Scuola ha dimostrato di coltivare e accrescere anche il talento nelle retrovie, laddove Sylvia Whiteheart ha fatto suo l'ingaggio da parte dei Banges, andando a raggiungere la Abyss che di certo saprà consigliarla su come ci si senta ad impattare contro un Campionato vero e proprio.
Se nuovi stravolgimenti di mercato sono stati annunciati per i prossimi giorni – prima che il mercato si chiuda definitivamente – è già chiaro che sin da queste prime mosse ci sono tutte le premesse di sorta per assistere ad una sfida entusiasmante e ricca di colpi di scena. O perlomeno questo è ciò che tutti gli innamorati del Quidditch si augurano, compreso il vostro zio Phil.

Philip Noreal. Tassorosso fino al midollo e nativo di Hartlepool (Durham), frequenta l'ultimo anno. Responsabile della sezione sportiva e Vice Caporedattore del giornale, ha promesso ai lettori di non far mai mancare loro la verità, soprattutto dopo gli avvenimenti di inizio anno scolastico. Sulla divisa, ad altezza del cuore, del filo animato ricama alternativamente una O ed una L proprio in segno di commemorazione. Continua a chiedere consigli al quadro dei magati '68 in Sala Trofei anche se si vocifera che non siano più le dritte sportive ad interessargli, quanto quelle semplici regole di vita che lo rendano un buon mago ed un bravo ragazzo. Non ha mai dichiarato sul serio la sua squadra di Quidditch preferita sino a quest'anno, al contrario del suo interesse per Vega che non è mai stato in grado di nascondere. Adepto del sacro baule, per questo motivo ha imparato a scrivere bene anche al buio.
By vocestudenti | settembre 20, 2014 - 10:05 am - Posted in Settembre 2070
CONTROEDITORIALE DI ALEC HARRIS

Ho sempre guardato ai controeditoriali dei miei colleghi, fin dall’anno scorso, chiedendomi non tanto come si potesse scriverne uno, ma come si riuscisse a farlo quando in realtà non c’è davvero qualcosa per cui andare “contro” a quel che il Caporedattore scrive nel suo editoriale. Quando le tue idee sono molto simili alle sue, per esempio, o quando come in questo caso il pensiero comune non solo in redazione, ma in tutta la Scuola e la comunità magica, è quanto l’accaduto sull’Espresso di Hogwarts sia stato crudele, sbagliato, inaspettato. E su questo Hilary ha già detto tutto, e qualsiasi cosa io aggiungessi, non sarebbe che un ripetere inutile e poco interessante, per voi che leggerete questo numero. Oppure non farei che accrescere quell’ansia che si respira ovunque, dalle sale di ritrovo ai corridoi, persino all’aperto nei giardini. E mi sono detto: posso andare contro questo, nel mio piccolo. Non ho la pretesa di rassicurare nessuno su cosa succederà domani o tra un mese, non potrei farlo nemmeno volendo. Però posso raccontare ai più piccoli, che di Hogwarts forse stanno avendo niente più di un vago assaggio, quello che io conosco e ricordare ai miei compagni quello che Hogwarts è sempre stata, anche se al ritorno ci è sembrata irriconoscibile.
L’abbiamo sempre chiamata “casa”, perché lo è: passiamo e passeremo qui sette anni, ogni giorno, con le stesse persone e in ogni occasione. Ci saranno gli amici, i quasi-fratelli e le quasi-sorelle, le figure di riferimento (docenti e non); si condivideranno le risate, i litigi, le lacrime. Sembra tutto scontato, ma mai come ora mi rendo conto quanto ci sembri impossibile credere a questa normalità che sembra esserci stata tolta. Ma non è così. Hogwarts è molto più che il posto che ci accoglie a Settembre per lasciarci andare via mesi dopo, più del treno che viene preso d’assalto. Questa Scuola, questo luogo è sempre stato speranza, in tutti i significati che si può dare a questa parola: di avere un proprio posto, di avere accanto alcune delle persone più importanti, di trovare la propria strada. Hogwarts è futuro, per tutti noi, lo è stato per chiunque abbia messo piede nei corridoi in cui passiamo ogni giorno.
E so che non bastano due parole su un giornale scolastico per convincere chi ha visto cose orribili, specialmente chi è rimasto coinvolto sul treno. Non posso e non voglio dire “andrà tutto bene” con leggerezza, come se scriverlo fosse tutto ciò che serve a renderlo una verità assoluta. Ma una cosa che possiamo fare c’è, una cosa che tutti sappiamo e che possiamo assicurare ai più piccoli sapendo di non mentire c’è: tutto quello che avete visto, che avete passato, che stiamo passando… Hogwarts non è solo questo, la magia non è solo questo.
Dobbiamo crederci come lo hanno fatto il professor Oven e il professor Langdon. Hanno creduto nella magia e in tutti noi, e hanno dato la vita per questo. Da qui, ricominciamo.

Solo ora, nel silenzio del dormitorio, il mio cuore ha ripreso a battere normalmente. Non era esattamente questo ciò che mi aspettavo prima della partenza da King Cross, quando ho salutato i miei genitori da un finestrino del treno e che ho osservato fino a vederli divenire nient'altro che due puntini in lontananza sul binario 9 3\4. Lungo il viaggio in treno ho ricordato i racconti di mio padre, del suo smistamento, della vita nel castello e dell'atmosfera magica che lo permea dai più remoti sotterranei fino alla punta della torre di Astronomia. È bastato un istante, un esplosione, e tutto si è dissolto; urla, frastuoni, panico, la cruda realtà risveglia l'intero convoglio, succede tutto così in fretta, poi è solo silenzio. I più fortunati – tra cui anche io – che non hanno assistito con i loro occhi all'accaduto, si chiedono terrorizzati cosa sia successo, ben presto si fa luce. Arrivati ad Hogsmeade, trapelano le prime voci, si parla di assasinio, veniamo tranquillizzati, ma la situazione è troppo tragica, qualche primino sviene pure, a me poco manca. Nessuno riesce a darsi pace, nonostante i sette assassini con i volti da sciacallo se ne siano già andati. I più sconvolti giurano pure che le carrozze con cui partiamo da Hogsmeade siano trainate da cavalli alati, probabilmente sono ancora sotto shock. La cerimonia non c'è stata, dopo il toccante discorso della preside Wallace siamo stati smistati, senza applausi, cori e calorose strette di mano, sotto il cupo soffitto della Sala Grande. I ricordi di mio padre sono così lontani dalla realtà, così sbiaditi, si sono spenti nella mia testa come le candele della tutt'altro che accogliente Sala Grande. Siamo solo alla prima notte e già fatichiamo tutti a dormire, e neppure la Sala Comune sembra essere un posto sicuro. Il silenzio la fa da padrone e pure il Barone Sanguinario sembra rattristato dall'accaduto, nonostante sia meno pallido di molti studenti sbiancati dalla paura. La perdita della cerimonia e di tutti i festeggiamenti per me e per tutti gli altri primini è sicuramente una piccolezza se paragonata alla perdita, per tutta la comunità magica, di due onorevoli maghi che hanno perso la vita oggi sull'Hogwarts Express e dai quali non avrò modo di apprendere alunchè: il professor Octavius Oven e il professor Gabriel Langdon. Siamo tutti vicini alle famiglie ed ai feriti che torneranno al più presto ad Hogwarts dopo qualche giorno al San Mungo. La sorveglianza è stata intensificata così come le misure di sicurezza magica, non si respira affatto la magica sensazione che ho a lungo sognato prima di partire; c'è aria di guerra, nonostante ancora non si conosca il nemico dal momento che l'attacco non è ancora stato rivendicato da alcuna setta o organizzazione, ma si è certi che il nemico è armato fino ai denti e vuole far capire che non va sottovalutato e che non ha alcuno scrupolo. Le domande adesso sono molteplici: colpiranno ancora e dove? Hogwarts è un posto sicuro? Attualmente non abbiamo risposte, ma il Ministero sta dispiegando un notevole numero di Auror per far fronte ad eventuali nuovi attacchi e per garantire, nei limiti del possibile, un anno scolastico tranquillo e senza più intoppi. Come ha ricordato nel suo discorso la preside Wallace, è in casi come questi che l'unione fa la forza, in primo luogo tra la mura amiche della propria Sala Comune, ma anche e soprattutto tra diverse casate, senza dimenticarsi però della sana competizione per la Coppa delle Case o il Campionato scolastico di Quidditch. Colgo dunque l'occasione per auguare a tutti un felice, si spera, anno scolastico e spero che potrete leggere ancora articoli da me firmati proprio qui su La Voce degli Studenti.

Keaton Llywelyn, primo anno, Serpeverde. Dubliner e Irlandese DOC, fortunatamente non scrive con l'accento che lo caratterizza, quelle rare volte che parla. Scricciolo biondino e palliduccio, ha un gatto nero che gli fa da ombra e si acciambella ovunque, pure sopra le pergamene della scrivania in Redazione! Ultimo acquisto de La Voce, con i suoi 11 anni abbassa notevolmente l'età media degli scribacchini. Si aggiunge alla ciurma fin da subito e, armata la mancina di una piuma ben inchiostrata, si ritaglia uno spazio sul mensile scolastico. Entra a far parte della redazione seguendo le orme del padre e per potersi esprimere come meglio di riesce: scrivendo. Visto che spesso non caccia una parola si spera che si possa formare al meglio fin da giovane, come nuova generazione promettente.

 

By Anne Burton | settembre 18, 2014 - 6:00 pm - Posted in Settembre 2070

"EHI MCREADY! E' BELLO RIVEDERTI AD HOGWARTS!" Fino a stamattina non avevo alcuna idea sull'articolo da proporre alla nuova Capa della redazione. Poi, mentre rientravo dalla lezione di Cura delle Creature Magiche con il professor Werne Curtis ho sentito qualcuno che urlava queste parole e…ho capito che in realtà si parlava di mio cugino, quello grinzafico con la cotta di maglia ed una spada al suo fianco. Così, colta da un Fulmen sulla via per la Gringott, ho realizzato che ora più che mai in questa foresta proibita di Scuola serve un vademecum per non farsi trovare impreparati come successo a quelli del sesto anno durante la lezione focosa di Erbologia o per non capire Corridori per Sopoforosi (sono entrambi fagioli, per chi ancora si sta chiedendo che genere di intruglio io abbia bevuto ndM).
Sorvolando comunque sul fatto che anche per me è davvero un piacere rivedere i vostri musi lunghi la mattina a colazione o trovare nuove facce che spuntano da dietro la pressa ogni volta che mi ci avvicino – non c'è un tetto massimo di scribacchini, da protocollo Muldoon? – preferisco concentrarmi maggiormente su quello che tutti abbiamo vissuto in prima persona il giorno del rientro ad Hogwarts, rendendomi al contempo conto che – a ben vedere – non siamo affatto pronti ad evitarci la fine del budino di zucca quando incontra Julian Harlow ed il suo essere a dieta da due giorni contando anche domani. Insomma, il mio intento è quello di cercare di fornirvi qualche indicazione per sapervela cavare davanti al pericolo, ma non solo. 
Non mi dilungherò, lo dico subito, anche perché Ivy ed Hilary sono entrambe in redazione e non voglio far da postina se dovessero comunicarsi qualcosa a vicenda, ma fondamentalmente vorrei che alcuni concetti fossero chiari, soprattutto dopo quanto successo alla serra numero sei (per inciso, professoressa Belvoir, io non credo affatto alle voci di corridoio che dicono che una sua inadempienza ha reso il terreno più fertile all'incendio che è scoppiato) 

- Auror non è un acronimo di Attenzione! Urge Ricoverare Orde di Ragazzini: Saranno anche dei Casi Umani, ma qualche volta la millenaria trovata dei discendenti di Salazar di darsela a gambe non è poi così disdicevole, anzi, qualcuno la considererebbe anche furba, forse anche io. Quando vi trovate davanti ad un Troll, per esempio. Si, intendo anche le creature magiche che portano questo nome, ma soprattutto la stazza in questione. Ora, vostra madre potrà anche avervi detto sin da quando eravate nella culla che sarete i futuri Potter che il Mondo Magico attende da una vita, ma la verità è che se non possedete almeno un decimo dei neuroni dell'ex Preside Granger non vi servirebbe comunque a molto. Date quindi retta a chi è stanco di vedere bacchette che fuoriescono dai foderi alla velocità con cui la VonSchuster cambia serv…izio di piume e pergamene per prendere appunti, certo. Date retta soprattutto al buonsenso di chi vi fa presente che, per quanto a tutti (o quasi) piacerebbe essere i salvatori della Scuola, semplicemente…non ne saremo in grado. Intralceremo chi è chiamato a proteggerci e saremo buoni solo a riempire l'infermeria molto ma molto velocemente. La prima regola, quindi, direi che è quella di chiudere i libri delle favole – ma non quelli scolastici – ed iniziare ad allenare…il cervello, che di muscolosissimi adolescenti ne abbiamo abbastanza, da queste parti, e prima o poi si accorgeranno anche che a furia di gonfiarsi la materia grigia ha assunto le dimensioni di un'Ape Frizzola. Per il resto credo basti ricordare che persino un Fulmen può fare una strage se ci si scorda di chiudere gli occhi.

-I funghi velenosi non cambiano le proprie macchie: Non so bene se questo sia più un detto del mio clan, della Scozia o se è esteso a tutta la comunità magica del Regno Unito, ma poco importa visto che il suo senso dovrebbe essere lampante per tutti: non è sempre vero che le apparenze ingannano, ma non date per assodato neppure il contrario. A tal proposito vorrei portare alla vostra attenzione un piccolo accorgimento utile in molte situazioni. Se, ad esempio, qualche sconosciuto (ma non solo) vi fa domande che vi sembrano più strambe o curiose persino di quelle che si possono trovare nei test di Storia della Magia – non li saprò mai elencare tutti i capi della rivolta dei Goblin, è inutile – raccontatelo a qualche docente. Certo, a meno che non vi abbiano appena chiesto di poter copiare i vostri compiti perché in questo caso, malgrado la richiesta possa sembrarvi del tutto assurda – e quasi certamente ve lo siete sognati – magari non è proprio producente dirlo ai professori…ecco. Correlato a questo consiglio è quello di dimostrare una parlantina come si deve non solo per commentare i colori di capelli sfoderati da Davy Hughes o la vostra verve fatale nel conquistare le femmine (sappiamo tutti che basta mettersi d'accordo con una ragazza per farvi vincere la scommessa con i camufloni dei vostri amici, tranquilli). Se – metti il caso – vedete qualcuno che si sta comportando in un modo come dire…illecito, magari non è il caso di fare conversazione come davanti ad una tazza di cicuta tè con la Outerridge, no? E non è neanche auspicabile che ve ne usciate con furbissime esclamazioni come: "cosa sta facendo?" o "non dovrebbe trafugare delle pozioni, lo sa?". MA NON DIRMI! Ecco, in questo caso c'è una sola cosa che dovete fare: chiamare qualcuno. Confido nel vostro record di assordamento collettivo quando vedete un finto ragno di Halloween sul vostro banco, magari. O, per i signori maschietti, va bene anche la versione allupata che accompagna il passaggio di qualche bella signorinella per i corridoi. Evitiamo invece i grugniti che propinate di solito alla sottoscritta, si. 

- Psyco Zoo: Ai più attenti non sarà di certo sfuggito il riferimento ai Lips – e se non sapete chi sono potete anche andare a far compagnia alla Piovra Gigante – e ad una delle loro hit del passato. Ai più attenti, del resto, non sarà neanche sfuggita la paranoia collettiva che si aggira per i corridoi del castello da quando quei maghi oscuri hanno assaltato il treno o il museo di Dufftown. E' una psicosi, ormai. E se quei balordi (sto imparando ad usare termini ripetibili) avevano il volto di sciacalli…chiunque esca da una lezione di Trasfigurazione o voglia provare l'ebrezza di trasfigurarsi un pezzo del corpo, sappia che rischia quantomeno di essere additato in mezzo al corridoio e circondato in men che non si dica da almeno almeno tre bacchette. Tutto questo per la gioia del WWFFB che immagino stia per lanciare una nuova campagna delle sue a favore della salvaguardia dei cuccioli di sciacallo brutalmente rovinati e compromessi da questo copyright dei cattivoni. Sono una sostenitrice delle Creature Magiche, ma non una fanatica, grazie. Il problema però resta, come dicevo. E non siamo neanche arrivati ad Halloween quando immagino che la psicosi dell'oscuro che si annida dietro maschere animalesche raggiungerà l'apice. Il mio consiglio pratico, in questo caso, è quello di cercare di farsi contagiare il meno possibile, più che di cercare di cambiare i connotati di chiunque intralci il vostro vagare per i corridoi alla ricerca di una cospirazione interplanetaria. Anche perché, voglio dire, è vero che male che vada il tutto può finire con una risata collettiva, ma lasciate in pace la povera Mary Nicole Thompson. Lo giuro, la sua non è una maschera!

- Mamma, mi sono preso una cotta: Ebbene si, sono lontani i tempi in cui queste tenere parole venivano confidate indistintamente da maghi e streghe vogliosi di rendere partecipi i genitori di quanto succedeva nel loro immenso cuoricino. Ora, fondamentalmente, una frase del genere significa LETTERALMENTE essersi presi qualcuno che – per somma grazia ricevuta – è uscito indenne da un incendio – magari dopo aver dimostrato al mondo che non serve essere dei discendenti di Godric per essere in prima linea a prendere una leggera tintarella fuori stagione – ma comunque di quel colorito nero grigiastro che non profuma di cespugli farfallini. Però vi chiedo: qual è la prima cosa che si impara dal fuoco? Su, non è difficile…inizia per "b" e finisce per "rucia", già. Ragione in più per non cercare di fare le torce umane volontariamente o provare a portare qualche fiammella a casa come un souvenir, ne converrete. E ragione in più per imparare un'altra grande novità: l'acqua combatte il fuoco. Lo so, potrebbe essere una notizia traumatica per chi pensa di poter domare un incendio con un controllo elementale – le statistiche dicono che il cervello è la prima parte che viene colpita dagli effetti del fumo, da oggi – o per chi decide che se le fiamme non bastano un po' di pezzi di vetro conficcati a mosaico siano trend, però è quello che succede. E magari dovremmo imparare a non bercela tutta…l'acqua. Parlo dell'acqua.

Immagino che ci sarà chi mi rinfaccerà di non aver rispetto né per quello che è successo né per quanti, su quel treno o altrove, ci hanno rimesso la vita. Non ho la pretesa di piacere a tutti e di certo non ho intenzione di scrivere su questo giornalino scolastico per quanto riguarda quello che i recenti avvenimenti hanno lasciato in me. Sinceramente, reputo che ci sia qualcuno di molto più adatto sia per rendere omaggio al professor Oven ed al professor Langdon - un Tebby è per sempre, non l'ho in fondo mai scordato - ma se io, con il mio fare schietto e sarcastico, posso evitare che qualcuno si metta nei guai per degli atti di incoscienza mascherati da pseudo coraggio, le critiche me le prendo tutte e sono le benvenute. 

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il quinto anno e, come tiene a sottolineare, anche il corso di Cura delle Creature Magiche, Jer compreso. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione principale – per ammissione – al momento sia quella di allargare lo stanzino della redazione o a far fuori qualcuno dei nuovi arrivati perchè sta provando in ogni modo a convincere Hortense Lanfrad a varcare quella stessa porta.