Non è passato poi molto tempo da quando le notizie di cronaca ci hanno fatto ripiombare ancora una volta nel terrore, dopo quanto accaduto sull'Hogwarts Express. Non è trascorsa che una settimana o quasi, infatti, da quando gli sciacalli – come ormai la stampa ha preso a chiamarli – hanno colpito ancora, anche se stavolta l'obiettivo non è apparso neppure come tale visto che nulla è stato portato via dal Museo di Storia della Magia di Dufftown, oggetto delle loro ultime e macabre attenzioni. Un luogo neanche poi tanto lontano da Hogsmeade, a voler essere pignoli e senza che ci sia alcun legame con quanto successo sul treno che ci ha riportato a Scuola ai primi del mese. E sebbene il recente comunicato che sospende le visite ad Hogsmeade per non meglio specificati motivi di sicurezza abbia fatto storcere il naso non solo alla sottoscritta. In fondo si è trattato solo dello stesso metodo di assalto. Solo della medesima e sprezzante predilezione per incantesimi oscuri o magari d'impatto, come sosterrebbe qualcuno che non si fa remore a sminuire quella che è e resta una forma di magia che non promette certo niente di buono, mai ed in ogni sua forma.
Tralasciando comunque la notizia in sé – di cui mi auguro che abbiate letto e vi siate informati – non c'è alcuna prova evidente che quei balordi stessero cercando qualcosa a Dufftown – ma del resto che cosa potevano volere anche da un gruppo di mocciosi che sta facendo ritorno ad Hogwarts per iniziare un nuovo e noioso anno scolastico? – se non per il dettaglio che riguarda la scomparsa del curatore del Museo – Thomas Lawrence Greembow – sparito in fondo insieme al mistero che avvolge l'edificio di Dufftown da quel venti di Settembre e che, mi ci gioco la collezione di figurine delle creature introvabili, darà modo di far parlare di sé anche nell'immediato futuro. I Babbani usano il detto non c'è due senza tre, i membri della mia famiglia preferiscono ricorrere ad un vecchio modo di dire scozzese che, per quanto poco ripetibile, sottolinea come una volta che si assapora un piatto che piace, lo si consuma sino in fondo. Con tutto ciò che si può lasciare intendere dopo una frase del genere. Nel più stretto riserbo, intanto, il Ministero continua a fare quadrato e le notizie che sono trapelate sono più scarne di un mio compito di Storia della Magia, quando la Welkentosk decide di farci di queste graditissime sorprese a lezione. Ma la verità, in tutto questo, ci è stato insegnato che trova comunque qualche via per venire a galla e di certo si può anche solo immaginare quello che è il clima dalle parti di Londra, in questi giorni più che mai. Due Auror hanno perso la vita a Dufftown, due maghi che prestavano servizio per questa comunità magica. Come i docenti che sono morti sull'Hogwarts Express, non hanno fatto niente di male se non il proprio lavoro. Come Oven e Langdon non si sono macchiati di alcuna colpa, se non quella di aver creduto in questa Comunità Magica e nel volerla difendere ad ogni costo.
E come i professori che non occuperanno la loro cattedra, anche loro lasciano un vuoto che – in questo caso – si è tinto ancor di più delle tonalità fosche e nere come la morte. Come la morte, si. Perché sebbene non ci siano voci che confermano (né smentiscono) quanto riportato dal Profeta nei giorni immediatamente successivi all'assalto al museo, è lecito supporre che neppure la morte sia stata lieve con Clayton Keshawn, l'Auror deceduto a Dufftown insieme al collega Andrew Corow. O, meglio, che non lo sia stato chiunque si è introdotto al San Mungo con il preciso scopo di…non si sa con certezza. Notizie confusionarie – e di certo messe a tacere sia da Winnifred Wilbeforce che dalla controparte ministeriale – raccontano infatti di una sparizione sospetta durante o al termine dell'autopsia che ha certificato il decesso dell'Addestratore del Dipartimento Auror. Solo che a sparire non è stata la cartella clinica, il referto che attestava la morte del soggetto o qualche ferro del mestiere – passandomi il termine – ma…il fegato. No, non sto usando una metafora per sottolineare l'immenso coraggio del mago originario di Cork. E non sto neanche cercando di insinuare il dubbio che l'asportazione sia stata necessaria per documentare qualche studio sull'abuso di alcool nei soggetti maschi sopra i quarant'anni. Purtroppo no. Sebbene nessuno confermi, infatti, sembra che la strega incaricata dell'autopsia e della sistemazione del corpo prima che lo stesso fosse reso alla famiglia di Keshawn, si sia dovuta allontanare per un principio di incendio nella stanza attigua a quella in cui stava eseguendo l'autopsia. O perlomeno si dice che la guaritrice sostenga che ci fosse del fumo che a questo punto ha funto da diversivo, non ci vuole un genio a capirlo visto come sono andate le cose e visto che, al rientro, la donna si è resa conto che non solo qualcosa non andava, ma la stanza ed il tavolo su cui si trovava il cadavere non erano come li aveva lasciati. La stampa non ha saputo dare ulteriori informazioni in merito, sebbene ci sia comunque chi parla di una cucitura ad altezza dell'organo asportato fatta in fretta e furia – volutamente o meno – al punto da tracciare netti contorni a zig-zag senza preoccuparsi di nascondere la macabra trafugazione.
E a noi, compreso chi vi scrive, resta invece sempre il solito pugno di Billywig di chi si domanda il perché di un simile gesto senza trovare alcuna risposta, come se già non bastasse l'orrore dell'ennesima vita spezzata da balordi senza scrupoli il cui fine ultimo resta ignoto probabilmente persino alle autorità. E quindi a noi, studenti che ciondolano per i corridoi illudendosi sempre meno che il buio non oltrepasserà mai le mura del castello in cui ci troviamo, non resta davvero che fare il possibile per tenerci informati e vigili. Perché se chi sa non può difendersi con libri e giornali – come sostengono quelli pronti a sfoderar la bacchetta senza magari sapere che fare – chi si mantiene volutamente all'oscuro di quel che accade non comprende neanche da dove arriverà la minaccia, ecco la verità.

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il quinto anno di Hogwarts e, come tiene a sottolineare, anche il corso di Cura delle Creature Magiche, Jer compreso. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli, sebbene la sua missione principale – per ammissione – al momento sia quella di allargare lo stanzino della redazione o a far fuori qualcuno dei nuovi arrivati perché sta provando in ogni modo a convincere Hortense Lanfrad a varcare quella stessa porta.