Pozionando

Così, è infine tornato il mese preferito da quanti di voi sono animati dalla follia d’amore: febbraio. Colgo l’occasione, nel mio spazio riservato da caporedattore, per esprimere un mio modesto parere sulla questione. Inutile dirvi che tutto quel rosa, rosso palpitante e coriandoli, stelle filanti di carta colorate drappeggiate come una specie di baldacchino, mi ha dato un po’ di nausea. Meno male che soltanto il 14 viene monopolizzato da queste effusioni emotive, e che nel resto del mese possiamo essere normali, anche se pure quest’anno i segnali di un’imminente stagione dell’amore si sono fatti sentire tramite tambureggiamenti armonici, sfarfallii di ciglia e occhiate languide lanciate da una parte all’altra dei corridoi come se fossero stati aeroplani di carta (una mi deve aver colpito in un occhio, che fastidio. E non era nemmeno diretta a me!). Non ho mai capito perché bisogna essere così inutilmente dolci e stucchevoli quando l’amore si trova sempre nelle piccole e più inaspettate cose quotidiane. Del resto, uno dovrebbe amare sempre la propria compagna – o compagno, se si tratta di una donzella – non aspettare un Santo protettore degli innamorati per far discendere su di noi la benefica e miracolosa luce della passione! Ci sono un sacco di cose che durante l’anno si possono fare, invece di trovare nel 14 febbraio l’occasione giusta per farsi perdonare di tutti i torti e le canagliate che abbiamo fatto alla nostra dolce metà, sicuri che ci perdonerà. Ad esempio, regola generale vorrebbe che fossimo fedeli, sempre, non unicamente nell’unica occasione ufficiale per festeggiare l’amore universale, oppure che dovremmo sempre far stare bene la nostra controparte, rincuorarla quando è abbattuta e sentire i suoi sfoghi quando è arrabbiata (con il mondo, non con noi. Voglio dire, io come uomo non potrei stare impassibile nel farmi schiaffeggiare, se non sapessi che me lo sto meritando). Il fatto che sia stata fissata questa ricorrenza mi fa sospettare che le ragazze non si siano mai sentite abbastanza amate da noi uomini. Capisco che nel Medioevo non avessimo una grande considerazione del gentil sesso – e soprattutto i babbani non sembravano particolarmente portati al rispetto
verso le fanciulle, considerando come abbiano bruciato in rapporto molte più streghe che maghi, in certe occasioni – ma c’è anche da dire che proprio dalla cavalleria, nata approssimativamente all’inizio di quel periodo, vengono attinti i più saldi precetti di buona condotta di noi gentiluomini verso le nostre gentildonne: ad esempio aiutarle a scendere e salire da cavallo, o alternativamente dalla carrozza, o ancora da un qualsiasi mezzo di trasporto, tipo scopa, Nottetempo e cavalli alati, difenderle sempre e comunque con l’uso di spada – o bacchetta – dedicare loro componimenti poetici – anche se sconsiglierei alle ragazze di pretenderlo, visto che alcuni di noi non sono particolarmente dotati nella materia letteraria – fare loro regali, che vanno dai classici mazzi di fiori – meglio se non gerani zannuti, si sa che nel linguaggio dei fiori significano “morte certa” – ai dolci – con il rischio di essere accusati di volerle fare ingrassare – fino ai gioielli – sempre apprezzati, anche se non tutti possono permetterseli. Immagino che, tuttavia, qualcuna potrebbe umilmente sottolineare che erano usi, appunto, cavallereschi, legati a maghi e streghe di alto lignaggio e che le povere ragazze di campagna dovevano accontentarsi che il loro uomo per dichiararsi regalasse loro un fagiano appena catturato. Io a questo punto mi permetto di dire che state comunque esagerando, care ragazze – e cari ragazzi che siete talmente accecati dalla vostra pazzia d’amore da fare tutto quello che le vostre ragazze vi chiedono: posso capire la pretesa di essere rispettate tutto l’anno, ma non la pretesa di avere un contentino in San Valentino nel caso in cui l’affetto che sentite di meritare non vi venga concesso. Date retta a Capo Leroi, non cambierà niente, anche se il vostro ragazzo vi regalerà un bel mazzo di rose, ma non vi ha nemmeno fatto gli auguri al vostro compleanno. I casi sono due: o lasciarlo, con il rischio di suscitare in lui un inaspettato e rinnovato interesse nei vostri confronti (che, a occhio, durerà finché non tornerete insieme) oppure tenervelo così finché non vi lascerà lui. L’amore è una cosa complicata, come l’apertura dei barattoli sottovuoto, la preparazione della Pozione Comparaurica, il Quidditch, e in generale ogni aspetto della nostra esistenza. Semplificarlo in una ricorrenza annuale, piena dei soliti cliché romantici, come l’appuntamento al lume di candela, e ridurlo ad una serie di comportamenti rituali e quasi scaramantici non renderà la vostra futura relazione più semplice. Non so se sia il caso di consigliare la totale abolizione di San Valentino – temo la lapidazione delle frange estremiste dell’amore-a-tutti-i-costi – ma voglio comunque gridare al mondo la mia opinione in merito: se ci si ama, lo si fa ventiquattro ore su ventiquattro e sette giorni su sette. Ho finito, andate in pace e amatevi!

Controeditoriale

di M. McReady, pagina 2


Vita da assistente

di S. Medicine, pagina 2

Hogwarts

  Il meteo prevede… duelli intervallati a schiarite
di G. Lanfrad, pagina 3

Master Cauldron
di V. Rushton, pagina 4

Il Probe (E)Litteratus
di T. Conway, pagina 5

Anche gli studenti anelano il sole
di M. McReady, pagina 6

Cronaca

Mi sorge un dubbio…
di M. McReady, pagina 7

Il Popolo dell'Alba
di V. Rushton, pagina 8

San Cioccolatino
di S.& J. Muldoon, pagina 9

Mr&Miss Eco
di J. Claythorne, pagina 10 
Mago è bello
di B. Quills, pagina 11

 

Quidditchari famosi di T. O'Flynn, pagina 13

 

B1 of us, terzo GT di H. Ross, pagina 12

Lega di Quidditch
di P. Noreal, pagina 14

 

Fantaquidditch di P. Noreal, pagina 15

 

La Redazione

Caporedattore: Leroi Gordon.
Vice Caporedattore: Giselle Lanfrad.
Articolisti:  H. Barrach, J. Claythorne, T. Conway, H. Darcy, E. Donegal, L. Gordon, A. Harris, I. Hevenge, G. Lanfrad, M. McReady, P. Noreal, T. O'Flynn, B. Quills,
H. Ross, V. Rushton, M. Welsh, S. White.
Inviati Speciali: Stephen Medicine, Sean & Jericho Muldoon.
Fotografia: Eoghan Donegal.
Vignette: Leroi Gordon.
Impaginazione: Gwendolyn Hywel.