By Ivy | marzo 25, 2015 - 12:02 am - Posted in Marzo 2071

Quanti irlandesi, leggendo il titolo, si saranno precipitati a vedere quest'articolo? E quanti, al contrario, avranno storto la bocca e magari aperto questa pagina tanto per vedere che bolidate venivano dette sul giorno di San Patrizio? Ebbene, a tutti quanti auguro una lettura che possa confutare le aspettative iniziali. Innanzitutto questo articolo sarà unico, non tanto per il suo contenuto quanto perché non ho mai avuto intenzione di dare apporto fisso a La Voce. C'è un motivo per cui non mi sono mai offerto come scribacchino e questo motivo si chiama 'Giornalismo'. Ma d'altro canto c'è anche un motivo per cui ora mi ritrovo ad interrompere le mie tradizioni e questo motivo si chiama 'Ivy'. Inoltre non disdegno una distrazione da cose 'brutte e cattive', per cui quale cosa più adatta di una distrazione, per distrarsi?
Distrazione, sì, è questo che maggiormente attira delle festività, per quanto riguarda una grossa fetta della popolazione. San Patrizio, poi. Vogliamo parlarne? Si sa che la prima cosa che viene in mente, a parte vestiti verdi, trifogli e Lepricani, è la gran quantità di alcol che viene consumata. Essere a Dublino durante i festeggiamenti è qualcosa di incredibile: gente mascherata, truccata, vestita, ammantata dal tricolore e poi i pub aperti e gremiti per tutta la notte, le canzoni tradizionali, veloci e melodiose, provenienti da apparecchiature babbane o da piccoli complessi folk, che riempiono l'aria..!
Mi sembra già di sentire alcune persone di mia conoscenza, "è un pretesto per fare baldoria, per ubriacarsi e mandare a fanpluffa il proprio cervello, assieme alla dignità!"
Oh beh, e se vi dicessi che il consumare alcol a profusione durante questa festività non è altro che restare fedeli alle tradizioni storiche? Sì, e non parlo dell'ultimo secolo ma di ben prima. E' infatti da quando fu istituito il giorno di San Patrizio come festività religiosa che viene permesso, per questo unico giorno, di essere sollevati dagli obblighi religiosi di consumare alcol. E quindi sono circa 5 secoli che la gente ne approfitta.
Ma vorrei ricominciare un attimo con ordine, così da vedere con più calma di cosa stiamo parlando.
Lá Fhéile Pádraig è una ricorrenza babbana (è importante tenerlo a mente) e religiosa istituita nel XVII secolo e che interessava inizialmente i credenti che facevano capo ad alcune istituzioni religiose collegate ma distinte tra loro. Si festeggia il 17 Marzo perché è il giorno in cui San Patrizio, nato in isola britannica, probabilmente in Scozia, morì; la ricorrenza in sé vuole inneggiare alla vittoria della religione Cristiana sul Paganesimo.
Ecco. Ora che abbiamo denudato le origini di questa festività, direi che possiamo abbandonarci alle perplessità. Questo giorno viene festeggiato non solo in Irlanda ma anche in molte altre nazioni con minoranza irlandese: nel tempo la figura di San Patrizio è diventata quella del patrono d'Irlanda. Eppure, se ci soffermiamo, questa ricorrenza dovrebbe essere festeggiata solo da chi segue la religione Cristiana, cosa che invece non avviene. Tra l'altro è curioso come la figura di un uomo appartenente ad una cultura estranea all'Irlanda di allora (parliamo di un'Irlanda celtica, del 400/500) sia finito per simboleggiare l'Irlanda stessa, tanto da essere preso come vessillo di patriottismo e rivoluzione. Gli eventi della storia a volte sono bizzarri e controversi, ma c'è anche da considerare che la storia è scritta dai vincitori.
Consideriamo invece un attimo ciò che ha comportato l'azione di quest'uomo così come quella di altri come lui. Prima della diffusione della religione Cristiana, in Irlanda, come anche in altre zone del Nord Europa tra cui pure l'isola britannica stessa, c'era la cultura druidica. Spero che più o meno tutti voi sappiate di cosa sto parlando. Un sistema magico antico e radicato nella natura, di cui tutt'oggi non carpiamo tutti i segreti. Qualcosa di elementare e complesso al tempo stesso. Inizialmente erano i Druidi a detenere il potere nelle nostre terre. Poi, a mano a mano che il Cristianesimo ha preso piede, la situazione s'è invertita, finendo nella tragica persecuzione ed eliminazione dei Druidi stessi. Le popolazioni celtiche che abitavano l'Irlanda non fecero eccezione e, se in alcuni luoghi sono state semplicemente spazzate via e date alle fiamme, in altri si sono fuse con le nuove tendenze e, celate, hanno perdurato fino ad oggi.
Il simbolo del sole celtico è nascosto dietro la croce, sulle tombe; il trifoglio, fiore della fertilità ha dato colore alla Nazione e tutt'oggi, quando si parla di San Patrizio, viene prima in mente l'immagine di un Lepricano, che quella di un uomo santo.
Un caso? O la forza dell'antica magia che, con prepotenza, è rimasta legata ai suoi territori? O forse altro? Forse bisogna dare una seconda possibilità alla figura di Patrizio o, meglio, a Maweyn Succat, il nome con cui nacque. Sappiamo che dopo varie peripezie si convertì e che prese come missione quella di convertire i pagani. Ma sappiamo pure che quello che fece per gran parte del suo operato è stato fondere la cultura celtica con quella cristiana; i babbani gli attribuiscono vari miracoli, ma i nostri storici possono affermare più semplicemente che scorreva sangue magico nelle sue vene. Secondo l'Epistola di Cortio, il terzo dei suoi discepoli, ripresa poi dallo storico Tallius Tembridge, Maewyn venne a contatto con la cultura e con i Druidi Celti, che lo iniziarono ai loro Misteri e, avendo capito che sarebbe comunque avvenuto un cambiamento drastico nell'umanità (i Celti erano grandi divinatori a quanto pare), acconsentirono di sparire dallo scenario pubblico per assicurarsi un futuro nascosto, approfittando della figura del funzionario religioso come scusa. In realtà non se ne andarono mai né smisero mai di stare a contatto con lui. In questo, i Celti sembrano aver anticipato i tempi del Trattato di Segretezza di secoli, pur restando sempre a contatto con la popolazione magica dell'Irlanda.
Da un estratto del discepolo Cortio:

 

Ed egli usava specchiarsi dentro una polla d'acqua pura
bagnata dalla luce lunare. Essi lo richiamavano a sé
[....] Per cui si recava al Pozzo senza fine, che coloro che
non credono nel Segreto hanno sempre associato alla
porta del Limbo. [...] varco del mondo Segreto,
ove trascorreva diverse lune con i Signori della Quercia,
per poi fare ritorno a noi con nuova Saggezza
.

Alcuni studiosi ritengono che il pozzo in questione, che risulta anche tra le leggende babbane, altro non fosse che un passaggio verso il nascondiglio dei Druidi. Anche oggi abbiamo qualcosa di simile, ovvero i Pozzi Comunicanti, sebbene secondo i più sarebbe assolutamente anacronistico attribuire un'applicazione aritmantica ad una popolazione celtica. Forse si tratta semplicemente di un corrispettivo runico di cui poi si è persa la conoscenza. Un altro riferimento è attribuito alla Quercia; secondo le leggende babbane San Patrizio, piantando il suo bastone a terra, diede vita ad una quercia che poi crebbe grande e robusta. Per i Celti la Quercia è simbolo di saggezza e del sapere druidico stesso.
Se volete approfondire questo argomento vi consiglio vivamente di andarvi a leggere "I misteri delle Rune" di Bertha Bootlock, di cui la biblioteca scolastica dispone di un'ottima copia. Comunque sia, anche solo da questa mia breve introduzione ed interpretazione, si può azzardare l'ipotesi che San Patrizio sia stato accettato ed abbracciato da gente appartenente a così tante sfere sociali (babbani, religiosi, maghi…) proprio per la sua figura dalle molteplici facce. E quasi con affetto gli Irlandesi si sono lasciati accompagnare da lui nel tempo, attribuendo a questo giorno significati addirittura opposti ma sempre molto cari.
Sebbene non ci sia possibile sapere la verità esatta, l'approfondimento di questo argomento ha comunque aperto uno scenario complesso e controverso, uno spunto di ragionamento per tante persone, sia irlandesi che non, sia amanti dell'alcol che sobri convinti. Storia e verità spesso non coincidono eppure, attraverso la storia, persistono elementi fino ad arrivare ai giorni nostri, abitando nelle case con noi, accompagnandoci nelle strade durante la festa; elementi antichi che si fondono con il moderno e sventolano davanti ai nostri occhi per ricordarci che siamo figli del caos, di una matassa troppo difficile da sbrogliare ma di cui non siamo in grado di liberarci e senza la quale non saremmo noi.

Allen Hollowdale. Quintino Corvonero. 16 anni a giugno. Non passa inosservato per via dei capelli a-pigmentati e degli occhi color ametista, ma si destreggia alquanto bene con il cervello al punto che non dovrebbe passare inosservato essenzialmente per questo. Ha, infatti, una brillante carriera scolastica (segue ben 10 corsi) ed extrascolastica che lo portano a poter contare sia su una media oscillante fra la O e la E che sui riconoscimenti sportivi di un certo livello, essendo top rider del team di B1 della sua casata e battitore titolare bronzo-blu. Fra gli interessi ed hobby si annoverano il rinomato Probe Litteratus, il Club del Libro, il WWFFB ed il Club di Teatro; ho anche scoperto da poco che è bravo a disegnare sebbene non si definisca un artista. E' attento e diligente, minuzioso e curioso al punto giusto.
By cordonbleh | marzo 23, 2015 - 9:32 pm - Posted in Marzo 2071

Salve gente, qui sono Elyon Turner e Leonard Murray a parlarvi… o, meglio, a scrivervi! Quello che state per leggere non sarà semplicemente "un" articolo de La Voce, sarà L'Articolo. Con la L e la A maiuscole… dici che la Prendiappunti l'avrà capito, Leo?

Questo mese i giornalisti de La Voce hanno deciso di affidarsi ad altri per scrivere gli articoli, forse perché erano stanchi e volevano riposarsi, in ogni caso io ed Elyon siamo stati designati da Lily per scrivere un articolo. Non sono sicuro che sia stata una scelta molto ragionata, visto che non siamo esperti del settore, ma in quanto prima scelta della nostra amica non ci siamo tirati indietro e siamo corsi in suo aiuto.

Sì però non so se effettivamente se lo meritavano, perché non ci hanno voluti far entrare nella redazione, dopo che Leo ha versato tutto il succo di zucca su alcune bozze e io giuro che non l'ho spinto! Quindi vi scriviamo dal dormitorio maschile Grifondoro del IV anno, anche se dobbiamo dire che almeno ci hanno dato una di quelle penne carine che scrivono tutto quello che dici. BANANA AHAHAHAHAH! Non è divertente, Leo?

Comunque, oggi vi parleremo di alcune persone che in questo periodo sono state molto importanti al castello, che si sono fatte notare per diversi motivi (cioè proprio diversi diversi) e tutti ne hanno sentito parlare, o almeno li hanno incontrati per i corridoi.

Sono sicura che tutti voi conoscete il detto secondo cui "È la bacchetta a scegliere il mago", perché ti ci fanno una zucca tanta quando vai a comprare la tua prima bacchetta e dici che tu ne vuoi una rosa e col pon-pon pelucchioso, ma che sia micidiale, con inciso su "Elyon Regina del Mondo", e allora loro ti dicono che non puoi mica scegliertela tu. Per quattro lunghi anni mi sono chiesta perché, ma di recente ci è stata svelata la verità: le bacchette non scelgono a caso il loro proprietario. Non l'avreste mai detto, vero?

No, nessuno l’avrebbe mai detto, eppure la verità è questa.

Adesso, lo sappiamo, vi starete chiedendo cosa c'entrano le bacchette con le persone a cui abbiamo accennato prima. La nostra idea iniziale era immaginare che tipo di bacchette potrebbero avere, ma poi ci è venuto un piano ancora più geniale… E se fossero loro, le bacchette? Quale legno, nucleo e "atteggiamento" avrebbero? Da profani, proveremo a ipotizzare le caratteristiche principali di alcuni esponenti della scuola che, ne siamo certi, conoscerete tutti.

Iniziamo con una studentessa che sembra aver fatto scalpore negli ultimi tempi, per via della sua stupidità strategia… "originale" nella partita di Quidditch contro Grifondoro. Sono sicura che tutti i tifosi abbiano già capito di chi si tratta… e pure quelli che non hanno seguito la partita, visto che se n'è parlato tanto e non nei modi più carini.

Anche se bisogna parlarne bene visto che è una ragazza simpatica e carina, quindi noi non vogliamo dire niente di cattivo.

Sì, sì, certo, niente di cattivo. Naturalmente, avrete già capito che la nostra prima vittima designata è quell'oca giuliva della McFarland. Quella che ha vomitato in Sala Grande, esatto. Che babbea, starete pensando voi. In effetti, lo sto pensando pure io (e pure Leo, anche se non lo vuole ammettere, perché ha un cuore d'oro).

Ci tengo a dire che io non penso sia una babbea né un'oca e lo spiacevole episodio in Sala Grande è stato un incidente, quindi non mi sembra giusto dire così.

Blah, blah, blah. Passando alle cose serie, se Deborah fosse una bacchetta, io riesco chiaramente ad immaginare come potrebbe essere fatta. Il libro che Leo ha preso in biblioteca dice che le bacchette hanno tutte un legno, un nucleo, una lunghezza ed un'elasticità diverse, ma andiamo per ordine. La bacchetta-Deborah è fatta del legno delle scope che le piace cavalcare… … … … … a Quidditch, intendo! Ahahahah, che avevate capito?

Elly cosa dici! No, secondo me è fatta di legno di Betulla, che è un albero molto bello e viene dal nord. Non mi sembra il caso di parlare di cavalcare scope.

Eppure, sembra essere questo il passatempo preferito di Deborah. Verità o sporche menzogne? Lo scopriremo nella prossima puntata o chiedendo direttamente alla Corvonero, nel caso in cui qualcuno di voi fosse veramente interessato. Quel che è certo, è che Deborah sarebbe una bacchetta da 10 pollici e un dito medio, il mio. E soprattutto elastica… anche troppo.

Per quanto riguarda il Nucleo io penso che un capello di fata ci stia bene, insomma per le ragazze carine e simpatiche bisogna sempre pensare ai nuclei carini. Che dici?

Infatti, per le ragazze carine e simpatiche è così, peccato che la McFarland non sia né l'una né l'altra. Per cui, più che il capello di fata (anche se comunque le fate sono delle ochette pure loro, quindi un poco ci starebbe), io avevo pensato come nucleo al sudore dei piedi di una megera dopo un pellegrinaggio di 90 giorni.

Elly non si dicono certe cose, non mi sembra un'anima appropriata. Dì subito alla penna di cancellare.

Eeeeeh, ma purtroppo ce l'hanno data senza la gomma!

Ora, è meglio passare ad un altro studente della scuola, conosciuto per il suo atteggiamento da duro, anche se non mi sembra che sia così macho. Le ragazze lo trovano carino e nessuno capisce perché, insomma solo perché fa finta di fare il ribelle non mi sembra sia un motivo sufficiente e non mi sembra il caso di regalare baci a chiunque, come a San Valentino. Stiamo parlando di Artemis Waleystock, Tassorosso.

Personalmente, trovo che dispensare baci a San Valentino fosse un ottimo business, anche perché (purtroppo) non erano affatto regalati, ma li abbiamo dovuti pagare molto cari, che non mi sono potuta comprare Api Frizzole per due mesi. Era inoltre un'ottima causa, quindi penso che una bacchetta-Peeta sarebbe una bacchetta molto altruista. Legno? Duro.

E molto approfittatrice anche, quello non è essere altruisti.

Ha parlato quello che non mi fa mai copiare i compiti. Waleystock ha sarebbe una bacchetta lunga, tipo 11 pollici, ma se vuoi ti presto anche un pollice dei miei Peeta, tutto quello che vuoi. Indeformabile, come i suoi addominali, con un'indole da poeta maledetto e nostalgico.

Leo, stai bene? Ti sei affogato? Non si è capito bene cos'hai detto, credo che la Prendiappunti non l'abbia scritto…Stavo pensando che l'anima della bacchetta potrebbe essere fatta dalle scaglie dei cuori spezzati alle donzelle. Credo che Waleystock ne abbia collezionati parecchi.

Sto benissimo. Direi di passare ai prossimi candidati che sono molto più interessanti di lui.

In questo caso, è ora di spostare l'attenzione ai "piani alti" della scuola, non so se capite cosa intendo. Esatto, adesso si passa all'analisi degli insegnanti! Ci tengo a sottolineare che nulla di quanto uscirà dalla mia bocca sarà in alcun modo filtrato dal mio cervello: tenetelo a mente, quando mi metterete in punizione fino alla fine della mia miserabile vita.

Comunque, dovete sapere che io e Leo siamo stati così bravi da individuare due persone che, senz'ombra di dubbio, potrebbero essere due “bacchette gemelle”. Se non avete capito subito a chi mi riferisco, vuol dire che avete del succo di zucca negli occhi, perché è proprio impossibile non accorgersi dell'amore scoppiettante tra gli assistenti Hyacintha Outteridge e Leland Hames, due new entries di quest'anno nel corpo docenti.

Aspetta, tu dici davvero che sono anime gemelle? Io pensavo fossero solo grandi amici.

Questa è colpa mia, devo smetterla di lanciarti succo di zucca in faccia a colazione. Quelli si fanno le passeggiate romantiche sulle rive del Lago Nero, secondo me… e si tengono anche per mano, eeeeew! Non fraintendetemi, sono felicissima per loro, soprattutto quando fanno lezione insieme. Certo è che la Outteridge sarebbe uno di quei legni resistentissimi e durissimi che fanno un male cane quando te lo picchiano in testa e nemmeno si spezza; dall'altro lato, Lello non ci penserebbe mai a picchiarci in testa, vero Leo?

Mai e poi mai! Il professor Hames sarebbe più un legno flessibile, che si modella a seconda delle situazioni per fare del bene, insomma lui farebbe di tutto per insegnarci e per proteggerci, e poi ci regala sempre i dolcetti.

Proprio quello che pensavo anch'io! Hames è una bacchetta flessibile, mentre la Outteridge è frigida. Allo stesso modo, lui è una bacchetta di 20 pollici in su da parte dei suoi studenti! Lei è una bacchetta di 80 pollici… strappati a morsi agli studenti che si sono dimostrati incapaci nella sua materia.

Devo ammettere che non è una bella immagine, insomma, è una professoressa rigida, ma non così cattiva. Per quanto riguarda le anime? Tu cosa dici? Per me Hames ha il nucleo di risate dei bambini coi cuori pieni di gioia ed i pancini pieni di biscotti.

Sììììììì! Tutte le risate dei bambini felici! Mentre la Outteridge credo abbia il nucleo delle lacrime piante dagli studenti di fronte alle pagelle di fine anno. Per questo sono bacchette gemelle, capisci? Perché gli studenti sono sempre gli stessi, solo che un in caso ridono felici, nell'altro… Vabè, credi che ci sia materiale a sufficienza per prendermi un'altra T in Difesa? Passiamo avanti?

Secondo me se ti impegni e non fai pazzie puoi prendere persino una A! La prossima volta, magari, ascolta me.

Uff, passiamo adesso all'ultima “coppia che scoppia” che tratteremo nel nostro articolo. Si tratta, in questo caso, di due professori e so che già molti di voi staranno pensando ad Harrenhal e la Dalloway, o alla Belvoir e a Wenlock, ma… mi dispiace deludervi, non prenderemo in esame nessuno di loro. Se prima abbiamo parlato di un rapporto d'amore, quello che prenderemo in esame adesso è più un rapporto di… controverso conflitto?

Diciamo che è più un rapporto di incomprensione, insomma sono due professori eccellenti  (anche se uno è il migliore), però hanno avuto dei diverbi. Stiamo parlando del professor Weetmore e del professor Thofteen.

Entrambi si sono messi in luce negli ultimi tempi per dei motivi che non staremo qui a discutere. Per ulteriori curiosità, vi rimando allo scorso numero de La Voce, in cui c'era un intero articolo su di loro. Quello che ci interessa mettere in luce in queste righe, è che il professor Weetmore sarebbe senza dubbio una bacchetta con un legno nobile, tipo quello di Agrifoglio, di Quercia o di Ciliegio, che sono potenti, giusto Leo? Mi pare che il libro diceva una cosa così. Senza offesa per il professor Thofteen, ma a me mi pare che lui sia più un rametto di rovi, ecco.

Elyon, ma che dici?!

Aaaah, scusa scusa, è vero: a me mi non si dice.

Il professor Weetmore è senza dubbio un legno super potente! Anche il Salice e il Sambuco sono ottimi. Però non è che il prof Thofteen deve essere un ramo di rovi, anche lui ha diritto ad essere un bel legno, tipo il Pino, magari.

AHAHAHAHA ma che dici!? Pino è il mio dentista, Leo, non fare confusione. Ramo di rovi, dicevamo. Inoltre, il professor Weetmore è una bacchetta da 9 pollici e 4 indici, un po' rigida ma ehi, certe volte ammetto che me lo merito. Mentre Thofteen è una bacchetta di 13 alluci di Troll con le unghie incarnite, però sulla flessibilità non giudico perché non lo conosco molto bene, eh!

Ma cosa c'entra il dentista? Guarda che non è carino paragonare Thofteen e gli alluci di Troll, insomma è un buon insegnante io lo conosco bene. Io penso che sarebbe elastico, pronto ad aiutare tutti.

No, no, ho trovato! Rigido come la punizione che mi darà dopo aver letto quest'articolo, che ne pensi? E invece, il nucleo?

Penso che se dici cose intelligenti non ti mette in punizione. Sono sicuro che per Reggy il nucleo sarebbe un po' composto, tipo pelo della barba di Merlino insieme a polvere di coraggio.

Mentre quello di Eugene (forse se lo chiamo per nome pensa che siamo amici, uhm?) potrebbe essere il pelo del naso di un Kelpie! Che si spaccia per un cavallo buono, e invece…

Sicuramente accetterà la tua richiesta di amicizia!

Con somma tristezza vi annunciamo che per questo numero è tutto, signore e signori… e mi sa anche per gli altri, nessuno sano di mente ci chiederà mai più di scrivere un articolo per La Voce da qui fino all'eternità, temo. Ci aspettiamo tanti commenti da parte vostra in bacheca, purché non siano insulti, per favore, perché con quelli sono bravi tutti e io sono più brava di voi. Piuttosto, sono curiosa di sapere: voi che bacchetta siete?

E non credete a tutto quello che ha scritto Elly, perché ogni tanto è un po' cattivella. Comunque se volete dirci qualcosa noi siamo aperti a tutto e speriamo di non essere stati troppo indiscreti o fastidiosi. Alla non prossima!

Hey, io sono stata bravissima, anzi spero che come premio mi lascino tenere questa penna prendiappunti, non è bellissima? Scrive proprio tutto quello che dico! Ciao, ciao, ciaaaao… cacca! Achabalala, blwblwblw, Serpepuzza, i Grifondoro sono i più bel– che fai, Leo? Non toccare quella penna, non portarmela via, NNNOOOOOOOOOO!

Elyon Turner e Leonard Murray. Una sopravvissuta agli zuccotti avvelenati, l’altro che continua a farlo nonostante le torture continue a cui lo sottopongono le sue migliori aguzzinemiche. Una la versione inglese della Dea Kalì, l’altro di Buddha (ma decisamente più atletico). Assoldati dall’ultimo acquisto de La Voce, non hanno saputo dire di no alla loro bff acconsentendo a diventare scribacchini per un mese. Già rinomati per essere i due terzi del Trio più grinzafico della torre Grifondoro e del castello tutto, c’è chi potrebbe aver preso ad additarli nei corridoi da quando sono saliti agli onori della cronaca lo scorso Gennaio guadagnandosi un intero articolo tra queste pagine. E se la maggior parte degli studenti che indossa i pantaloni sembra avere uno strano tic che fa coprir loro il fondoschiena quando vedono all’orizzonte la Turner, quelle che invece portano le gonne non sembrano ancora aver imparato a guardare altrove quando Murray passa.  
By Hils | - 7:26 pm - Posted in Marzo 2071
CONTROEDITORIALE

Sulle sponde del Lago Nero, ho domandato attenzione per la vita. Tra le teche di un'aula poco frequentata, fiducia. Fuori dall'infermeria ho cercato di spronare al dialogo silente. E nel mio ufficio, talvolta, sono stato rimproverato per qualcosa da cui non posso prescindere neanche volendo: me stesso.
Sapete, non voglio far discorsi che iniziano con "quando avevo la vostra età" e finiscono con qualche lezione che si pensa gli adulti debbano dare per forza. Non sempre quello che ci si aspetta da qualcuno che ricopre un ruolo come la docenza è ciò che accade in realtà. Non sempre la vecchiaia – passandomi il termine – porta saggezza, anzi, talvolta è solo più facile che alcune crepe affiorino in superficie e si mescolino con i riflessi tremolanti di una candela. Stanno lì, sotto gli occhi di tutti, ma pur di non vedere quel che si dovrebbe, si continua a chiamare ogni cosa come esperienza o saggezza. Perché la saggezza non è qualcosa che va di pari passo con lo sterile vaneggiar di baratri ed abissi e l'esperienza non corrisponde sempre a rettitudine e libro delle risposte.
I Babbani sono soliti usare un detto: non si può scegliere il modo di morire. E nemmeno il giorno. Si può soltanto decidere come vivere. Ora. Ho sempre pensato che questo sia il modo migliore per percorrere la propria strada e per indicare un percorso anche agli altri, laddove ce ne sia bisogno. Perché, è vero, ci si augura sempre che quello sia un traguardo ben lontano da noi e dalle persone cui vogliamo bene, ma chi va per mare sa che cosa intendo, se pensa anche solo per un momento a quando la bonaccia si tramuta in tempesta perché il vento ha smesso di esser favorevole. E come lo capisci che il vento è cambiato? I miei studenti se lo staranno chiedendo, perché nelle nostre chiacchierate ci sono sempre tanti perché e mille ed una risposta.
Il vento cambia quando i tempi sono maturi, se domandate a qualche vecchio druido non vi dirà niente di meno enigmatico. Il vento cambia quando ti svegli nel tuo baldacchino e così di punto in bianco realizzi che magari devi dirlo, a quella biondina dai lunghissimi capelli, che non sei poi un Troll di montagna e le sue parole non hanno mancato la meta. Il vento cambia quando decidi che la tua strada è tortuosa e ci sarà chi non comprenderà quel che fai o perché, ma c'è un tempo per tutto, anche per la morte. Quando il vento cambia si ha sempre paura e ci si sente destabilizzati. Quel che andava in un verso potrebbe andare nella direzione esattamente opposta e ci si ritrova spaesati, volendo in fuga dal mondo. Reietti, perché i cambiamenti non sono mai compresi, all'inizio. Colpevoli, perché indissolubilmente ognuno è artefice del proprio destino e se ne assume le responsabilità, vorrei che questo messaggio vi fosse sempre chiaro ed imprescindibile.
Soprattutto, però, vorrei che da questo trafiletto che mi è stato concesso dalla Caporedattrice Hilary – non amo i cognomi, sono così impersonali e freddi – giunga a destinazione un semplice e diretto messaggio: quel che va fatto, va portato avanti. E' un credo personale che non ho intenzione di mettere da parte, né ora né mai. Morirei, per ciò che implica, anche se sono più propenso a credere che la morte non sia la nera signora che ci hanno sempre additato come rappresentazione iconografica, quanto un uomo dal passo leggero e la mente sgombra che arriva, lascia una carezza sul volto e cede il proprio calice avvelenato e chi gli siede accanto. Sarebbe un bel modo per andarsene, a stomaco pieno. Certo meglio di un'indigestione di Api Frizzole, per quanto siano da preferire. E per quanto queste righe vogliano in realtà augurare a tutti voi gli anni vissuti da Nicholas Flamel più altri cento. Ti voglio bene, Achernar.

ILLUDIAMOCI

Titolo drastico, ne sono consapevole. Si fa per scherzare – una persona normale scriverebbe questo, giusto per calmare quelli tra voi che già staranno lanciando occhiatacce all'articolo e per rimanere nel tema del mese… ma prima ancora di essere il Giorno dello Scherzo, il primo di Aprile è il mio compleanno, il mio giorno specialissimo, quindi decido io cosa scrivere o meno.
Sono uno scherzo della natura e decido io.
Dunque, dicevamo, si parla di illusioni, che sono diventate ormai il nostro pane quotidiano qui ad Hogwarts, nonché strumento di tortura preferito dai docenti. Ma che cos'è un'illusione, tanto per cominciare?
Si tratta di un incanto abbastanza complesso – che difatti appartiene al programma di Trasfigurazione dei corsi M.A.G.O. – atto a riprodurre attorno a noi ciò che la mente di chi lo casta contiene. A seconda dell'esperienza della strega o del mago e dell'energia magica utilizzata, un'illusione può sembrare tanto veritiera da ingannare i cinque sensi e – nel caso specifico delle nostre lezioni, ahimè – da risultare pericolosa per chi la vive, il quale può rimanere ferito o traumatizzato anche gravemente.
E questa era la definizione che ho ricopiato dal libro mattonoso che ho fregato a Davy (ciao confettino sei bellissimo, ma ora devo tornare a scrivere cose cattive!) Sono consapevole che, se mi fermassi a scopiazzare cose, l'articolo non avrebbe molto senso, giusto? Passiamo allora al secondo punto: quali pro e contro hanno le illusioni se utilizzate come strumento per insegnare la magia a degli studenti al 90% minorenni?
L'opinione comune sostiene che ricreare un ambiente diverso che non sia la solita aula polverosa con i banchi tarlati e la puzza di bestiole (qualcuno dovrebbe spazzare l'aula di Trasfigurazione ogni tanto, ma seriamente!) renda la lezione più avvincente e stimoli la concentrazione degli studenti; allora, siamo onesti e usiamo termini corretti: questo metodo costringe gli studenti a prestare attenzione a quello che li circonda, visto che da ogni cespuglio spuntato dal nulla potrebbe arrivare qualsiasi creatura pronta a colpirli!
A tal proposito, arriviamo subito al primo e più importante punto negativo nell'utilizzo delle illusioni. Professori, assistenti, chiunque sieda dietro una cattedra, mi rivolgo a voi:… ma seriamente, la fantasia la lasciate sul cuscino la mattina? Perché non importa quanto strani o fantastici siano i paesaggi che create, che gli argomenti trattati varino da lezione a lezione, da materia a materia: la solfa è sempre la stessa! Ormai siamo talmente abituati a questo schema di lezioni che ci viene naturale estrarre la bacchetta e stare in guardia quando varchiamo la porta dell'aula e non troviamo la mobilia al suo posto…
Fin qui poco male, direte voi, perché un simile “allenamento” ci insegna ad essere sempre pronti, in qualsiasi situazione. Eppure io mi chiedo ( e magari dovreste anche voi): è giusto insegnarci che dietro ogni angolo si nasconde un pericolo, che ogni creatura che incontriamo ha come unico scopo nella vita quello di sbudellarci e cucinarci per cena? Ecco uno dei più grandi e noiosi difetti della natura umana: pensano di essere sempre al centro dell'universo, che tutto ruoti attorno a loro, che chiunque si trovi sulla loro strada possa essere o qualcuno da sfruttare per trarne beneficio o qualcuno da uccidere a vista, perché pericoloso.
Io sarò anche una quattordicenne che parla tanto e pensa poco, ma anche voi… vi siete mai fermati a riflettere per un momento, per un millisecondo del vostro prezioso tempo, che quella che avete davanti è solo una creatura che voleva tornarsene a casa indisturbata e concludere la sua giornata in pace? Che l'essere che avete incontrato pensa a tutto fuorché a voi? Che quel branco di lupi mannari si è trovato un gruppo di umani urlanti nel proprio territorio e si è spaventato più di quanto voi vi sareste mai spaventati, attaccando di conseguenza, com'era del resto naturale? Forse il problema allora è l'inverso, rispetto a quello che dicevo prima: non tanto la mancanza di fantasia dei professori, quanto forse l'eccesso della stessa, che porta a creare balle di una stupidità indescrivibile!
Ma tornando a noi… si parlava di illusioni, dunque.
Ci illudiamo di ricevere un'istruzione imparziale e completa, in un sistema che ti insegna a conoscere e a prenderti cura delle creature magiche alle otto del mattino e poi ti insegna come farle fuori dopo pranzo; ci illudiamo di vivere in una società in cui ormai i pregiudizi sono roba vecchia e l'integrazione di qualsiasi creatura, magica e non, è all'ordine del giorno.
Perché dovrei prendermela, in fondo? A tutti, me compresa, piace vivere nelle illusioni, che rendono la vita decisamente più facile da sopportare: ci piace pensare che siamo al sicuro in questo castello, che abbiamo amici veri su cui contare, sempre, che qualsiasi cosa facciamo avremo sempre qualcuno che ci vorrà bene per quello che siamo, qualcuno da cui tornare la sera dopo una giornata di cacca.
E allora illudiamoci ancora una volta, scacciamo via tutti questi pensieracci cattivi che quella scema della Lindström ha tirato fuori con scherzi di pessimo gusto questo primo di Aprile; illudetevi e lasciate che queste mie poche righe cadano nel dimenticatoio o nel cestino della carta straccia.
Io, dal canto mio, comincio ad essere un po' stufa di credere alle illusioni…

Kane Lindström. 15 anni a giorni, una cascata di ricci rossi che siamo abituati a veder sfrecciare per i corridoi. Orgogliosa Grifondoro, coraggiosa ragazza amante del fuoco come quello che si vede lampeggiare nei suoi occhi quando si innervosisce o si esalta. Non le ho mai chiesto quali siano le sue intenzioni per il futuro, ma è certo che ci metterà il cuore come fa di solito. Ha tanto da dire e tanto da dimostrare, anche se nell’ultimo periodo la fiammella sembra essersi un po’ spenta. È dotata di una forza d’animo fuori dal comune e sono sicura che presto la rivedremo più in forma di prima.
By Anne Burton | marzo 21, 2015 - 9:21 pm - Posted in Marzo 2071

Ricordo che quando ero piccola, io e mio zio Chet facevamo sempre un gioco che lui chiamava “Dimmi chi sono”, che di per sé è davvero un nome orrendo, e pare anche un gioco noioso. Ma non lo è affatto, posso assicurarlo, perché a volte mio zio lo ha preso così sul serio che ci è rimasto male e non mi ha parlato per giorni. Le regole erano semplici: al proprio turno, bastava trovare in trenta secondi di tempo una parola o un aggettivo o un oggetto che rappresentasse l’altra persona; il primo che non riusciva più a trovare niente da dire decretava la fine del gioco. Perché dirvi tutto questo? Perché un paio di settimane fa, mentre studiavo in Biblioteca, fissavo Nicholas Campbell a qualche tavolo di distanza da me e ho pensato: bolidi, per me Campbell è proprio un Vermicolo! Senza offesa per Mari-Anne e i suoi amici. Tornando a noi, il punto è che da quel momento ho cominciato a guardarmi intorno e a pensare che la radice di Radigorda mi ricorda Hortense, dato che ci fa sempre tanti infusi. O, non so, che Kat per me è una Cioccorana. Non è poi tanto diverso dal gioco che facevamo io e lo zio, con la differenza che non c’è nessuna gara ed è visto in chiave magica. E quindi, l’idea: perché non chiedere in giro per il castello di associare un incantesimo/una creatura magica/runa/qualunquecosadimagico ad un proprio amico? Ebbene sì, è esattamente quello che abbiamo fatto io e la mia sorella acquisita Erin Seywright, signori! Curiosi di sapere qual è stato il risultato?
 

ASHLYN WHITEHEART E CHELSEA CAVENDISH

Partiamo da Ashlyn. "Insomma… è difficile descrivere paragonare una persona a un oggetto, creatura magica o runa così su due piedi, per quanto tu la conosca bene". Non penso di essere d'accordo, io riuscirei a descrivere la mia sistah in cinque secondi, ma le ho dato un po' di tempo. "Comunque sinceramente penso che Chelsea sia similissima a un Keiko. Sai quella specie di drago marino, che però non è un drago?" Ho annuito, ma io ho studiato Cura delle Creature Magiche, chi non l'avesse fatto… beh ha appena imparato qualcosa di nuovo. "Cioè è un po' come lui. Si affeziona raramente, ma farebbe qualsiasi cosa per proteggere chi vuole bene e non è una persona cattiva. O aggressiva. Semplicemente ci vuole del tempo per capire com'è fatta. Però sembrerebbe difficile fare amicizia con un Keiko da quello che dicono i libri, ma penso che sia la creatura che si avvicina di più a lei, e pure la prima che m'è venuta in mente". La mia perplessità è data dal fatto che non apprezzerei la descrizione, perché non mi sembra degno di una migliore amica. Chissà se Chelsea pensa la stessa cosa. "Io penso che Ash sia come un Gillidh cioè, ovviamente molto più bella di un Gillidh però insomma, non stiamo parlando di estetica, comunque sto divagando. Sapete, il Gillidh è…" …la mia mente a questa piccola pausa, ha risposto di botto "totalmente inutile" ma per una volta, conscia del ruolo che ricopro momentaneamente, mi sono ammutolita e ho aspettato che lei continuasse. "Bhe, io non ho mai fatto cura, però chi l'ha fatta ed è almeno al quarto anno lo saprà, coomunque il libro dice che il Gillidh è una creatura magica che appena scoperta può apparire diffidente e scontrosa e Ash è assolutamente così". Mi sentirei di dissentire a questo punto, visto che insomma, conosco Ashlyn da circa tre/quattro anni e con me non è mai stata scontrosa, anzi. E' sempre stata piuttosto tenera e spensierata, ma è anche vero che non ci frequentiamo più spesso come un tempo e le cose potrebbero essere cambiate. Tuttavia, per quanto abbia cercato di tenere a freno la mia lingua, temo che la mia faccia parli per me, perché ho messo su un'aria interrogativa e perplessa che probabilmente ha spinto Chelsea ad aggiungere. "Cioè, lei è tipo un muro, all'inizio, e magari tanta gente non ha voglia di sbatterci contro ripetutamente aspettando che ci sia una minima apertura, uno spiraglio per conoscerla davvero, allora se superi quel confine ti rendi conto che dall'altra parte è spettacolare perché proprio come un Gillidh, se si affeziona a te allora diventa fedelissima e io sono assolutamente sicura che lei per me ci sarà sempre come io ci sarò sempre per lei". A questo punto il mio cuoricino ha avuto un piccolo cedimento perché la dolcezza in generale ha il potere di disarmarmi.
 

JUDE MELLARK E PEETA WALEYSTOCK

Confermo quanto detto dalla mia sistah adorata, Ashlyn e Chelsea sono state carinissime, anche se non batteranno mai me ed Erin, ovviamente. Ma ora passiamo alla prossima coppia! Se parlo di una coppia di amici, maschi, diverse casate, diversi caratteri, diversi…diversi. Insomma, due persone che, onestamente, se non avessi conosciuti già insieme, non li avrei mai messi vicini. Non penseresti anche tu, adorato lettore de La Voce, a Jude Mellark e Artemis Waleystock? Beh, io e la mia sistah abbiamo pensato proprio a loro. “La Pozione CuraFerite” è stata la risposta di Waleystock e quando gli ho chiesto spiegazioni lui ha sorriso, con la sua solita aria sibillina e ambigua, e ha aggiunto "Perchè brucia, fuma, ma alla fine aggiusta tutto". Boh, forse diventerà un guaritore? Ha qualche potere magico sconosciuto in grado di far scomparire i lividi col piensiero? In quel caso sarebbe utile anche a me, dato che ogni santissima mattina mi sveglio con un nuovo graffio in faccia. Ha anche fatto un occhiolino, il signorino Artemis, che onestamente non ho saputo interpretare. Bromance? Oh, molto probabile, perchè la risposta di Mellark alla mia domanda è stata impagabile. "La mia bacchetta. Non una qualsiasi, la mia bacchetta", con tanto di sorrisino sghembo, proprio classico del Serpeverde. Avete presente? Ecco, proprio quello. E io invece mi sono ritrovata a sollevare un sopracciglio perché, insomma. Qui nessun vuol pensar male, ma…la mia bacchetta? "Perché è affidabile ma indipendente. Sa quello che voglio e io so di potermi fidare di lui…E poi Peeta è un tipo non-verbale almeno quanto lo è la mia bacchetta…” …ammetto di aver fatto un enorme sforzo per non scoppiare a ridergli in faccia, e forse se ne sarà accorto perché ha subito aggiunro “Nel senso che parla poco, che pensavi scusa?". Oh, beh, scusa Mellark se abbiamo tutti pensato male.
 

TRIO: LEO, LILY E ELYON

Tornando in sala comune mi sono imbattuta in Lily e ho preso la palla al balzo per farle la domanda di rito: come descriveresti Elyon e Leo? "Leo è si-cu-ra-men-te uno di quei Mittens! Perché te li ritrovi davanti e non puoi non trovarli adorabili. Insomma, lo avete visto quando si scompiglia i capelli per cercare di dare una forma a quel cespuglietto che ha in testa? Una volta io ed Elly abbiamo anche provato a mettergli il gel ma è scappato…" Beh ci posso credere, poverino. Lily ed Elyon insieme farebbero paura anche al più prode Grifondoro e non ho mai avuto dubbio che Leonard non lo sia. "Sì beh, quello che volevo dire è che sembra del tutto indifeso ma è solo apparenza… ehi, non sto dicendo che ti pianti i denti nel collo come i vampiri ma semplicemente anche lui può tirare fuori gli artigli e ZAN! Diventare un pericoloso predatore… Chiedere ad Angus Flynn per credere". Sarei quasi curiosa di porre questa fantomatica domanda ad Angus Flynn. Una volta accantonato Leo, mi giunge la risposta per Elyon. "Per Elyon invece… ecco lei invece credo che non sia possibile associarla ad una sola creatura…" Non posso non concordare perché Elyon è tante bestioline messe insieme, con tanto amore e affetto, s'intende. "Tipo: sicuramente ha qualcosa della Banshee, e i Grifondoro come noi mi capiscono, perché sanno come può farsi sentire in Sala Comune o durante i pasti per farsi passare il vassoio di patate ripiene!" ERIN, SCUSA SE MI PRENDO QUESTO SPAZIO, MA…Elyon, ti dico solo che io ho la ricetta degli elfi. "Ma è più bella come uhm, uno splendido Unicorno! E NON è un Nogtail, come ha osato insinuare la Taylor, che ha evidenti problemi di vista". Sì ha della Banshee il fatto che le sue urla sono leggendarie, un po' quelli di Jackie Oppenheim nei suoi anni d'oro. E sono d'accordo con Lily, ma la Taylor d'altronde porta gli occhiali, quindi capisco i suoi problemi di vista. Magari il San Mungo può fare qualcosa al riguardo e magari curarla dalla sua acidità perenne, ma non credo nei miracoli. "Poi è un po’ un Jarvey… anzi, è un po’ tanto un Jarvey, ma molto più intelligente! Quelli del professor Curtis sono simpaticissimi però. Ehi, posso lanciare un appello? ..lo faccio lo stesso: Settimini! Seguite l’invito del Professore e imbucatevi a Cura… non ve ne pentirete!". Come volevasi dimostrare non ha aspettato un mio consenso, ma non posso non premiare la sua energia per la causa! E ci tengo a dire che sono la prima a dispiacermi per aver lasciato Cura, perché è una materia bellissima, spero che il professor Werne possa perdonarmi e capirmi. Finita la mia opera con lei, mi sono imbattuta nei corridoi in Elyon; anche lei ha preferito parlarmi prima di Leonard e la sua descrizione è stata: "Allora, è molto semplice! Sono sicura che l'avranno notato già tutti, Leo è tenero e morbidoso come un Puffskein, anche se è più roseo, come una Puffola – te l'assicuro, vedessi il suo culetto, è proprio rosa!" Questo dettaglio intimo di Leo me lo sarei risparmiato davvero, dal momento che non conosco nemmeno i numerosi sederi dei miei compagni di squadra che potrei vedere negli spogliatoi a cui invece chiudo gli occhi per concedere loro un minimo di privacy (Erin, scusa se mi intrufolo di nuovo, ma…ti sei persa davvero il fondoschiena di Larry Vedder? Matta). "Ma non solo, Leo è anche tutto rotondo, nel pancino. Secondo me, potrebbe anche rotolare. E poi gli stanno spuntando dei peli, ultimamente, quelli che gli spuntano sempre ai maschi quando diventano grandi. Però credo che la metamorfosi in Puffskein non sia ancora completa, perché io una volta ho provato a "scagliarlo lontano", spingendolo giù dalle scale, ma lui non ha fatto nessun ronzio soddisfatto". Giuro che stavo ridendo e mi sono immaginata quel povero ragazzino alla mercé della Turner e ho provato un po' di pena per lui. Appunto per me: coccolare Leo più del dovuto. "Lils invece non è così facile da classificare. Lei è più come un Còlor Cangiàntis, cambia a intermittenza e a seconda delle persone che la circondano. Quando vuole, sa essere piacevole come un Arefacio in pieno inverno, scoppiettante come un Exco Flagrantis, confortevole come l'Epismendo che le ragazze si sparano in mezzo alle gambe durante il ciclo". Non so dire se ero più esterrefatta o orripilata, fatto sta che scrivevo e avevo gli occhi sbarrati da un sentimento indescrivibile. Di sicuro non vedevo l'ora di terminare quest'intervista prima che potessi sentirmi malissimo o rimanere scioccata ogni secondo di più. "Ma se non le stai simpatico, diventa la Nixies che ti attira con i suoi occhioni da cerbiatta e poi ti fa affogare come un maiale in fondo al mare; in quei casi la paragonerei più a… dei cioccolatini vomitosi. Sono certa che lei capirà" …e se lo capisce lei. Di sicuro io non ho capito. Infine la mia tappa, il mio attimo di relax è stato proprio Leonard. Era intento a mangiare, in Sala Grande, poco distante da dove mi siedo io. E mi è sembrato carino fargli la domanda di rito a cui lui, tra un boccone e l'altro mi ha risposto. "In effetti sono un po' due creature magiche perché sono speciali e hanno anche dei poteri a modo loro". Sì, una ha il potere di sconvolgerti, questo è sicuro. "Per me Lily è come una Pryxie, perché è simile ad una fatina però ha tutte le caratteristiche belle delle fate. Insomma lei parla (e anche tanto), è bella e un po' vanitosa, infatti se qualcuno le dice qualcosa di non carino lei ci rimane male e ci tiene a fargli sapere che non è vero. Ha dei capelli wow, avete visto come sono rossi? Nessuna li ha così belli". Sì i suoi capelli effettivamente catturano l'attenzione, ma almeno li cura nel migliore dei modi, non come pel di carota aka Hamilton. Di sicuro tutti questi complimenti mi hanno un po' incuriosito, che ci sia del tenero? "Però è anche dispettosa e presuntuosa, si offende facilmente se le fai notare qualcosa che non ti piace di lei, ma poi se le sorridi e le dai un bacino tutto si risolve". Finalmente è giunto il momento che il ragazzino descrivesse Elyon. Come la si può descrivere? Io non ne sarei capace. "Elly, invece, è un misto tra un Jarvey e una Pixie. Al primo perché parla ma dice solo parolacce, le dice sempre e si diverte, e diciamo che Elly è un po' così, stupida ma in senso divertente. Ama fare gli scherzi ed esasperare le persone, ecco perché somiglia ad una Pixie". Non credo che vorrei mai essere ritenuta stupida ma in senso divertente, in realtà è proprio la stupidità che m'infastidisce e chi proclama di essere superiore ad altri. Ma qui vado in un altro discorso che non riguarda Leo ed Elyon, sia chiaro. "Si diverte a dare fastidio agli altri e non vede l'ora di poter fare scherzi. Detto così sembrerebbe che siano tutte caratteristiche negative, ma in realtà a me piacciono perché anche se è così esuberante non è mai cattiva, è sempre presente per i suoi amici e poi quando sorride non riesci a non perdonarle tutte le cose che fa". Non è che sembrano, sono caratteristiche negative. Me ne stavo andando, ma Leonard mi ha fermato per dirmi "Ti dico solo un'ultima cosa, chiunque sarebbe felice di avere come amiche queste due creature speciali". Non è che io ne sia tanto sicura, ma ognuno si sceglie gli amici che crede di meritare e se a lui stanno bene loro, chi sono io per distruggere il suo mito?

Beh, credete che sia finita qui, gente? Assolutamente no, perché non è solo gli amici che siamo andate ad intervistare. Se doveste descrivere con qualcosa di magico una persona che non sopportate? Già, il bello sta arrivando proprio ora.
 

EMRYS HANSEN E CATHERINE SMITH

Sono andata ad intervistare probabilmente le due persone che più si odiano in tutta la scuola: Catherine Smith ed Emrys Hansen. “Sonny, eddai" è Cath, ovviamente! "Mi conosci dal primo anno. Perchè mi chiedi proprio di Emrys Hansen?” oh, beh, ora che stai leggendo l'articolo lo sai, Smith! “Un prurite in pieno petto. Ecco come lo definirei ogni volta che se ne esce con uno di quei suoi 'uuh?! sei Catherine Smith, sei femmina, sei stupida". Bolidi, voi non potete capire come lo ha imitato bene. Magari non è esattamente un complimento per Cath, perchè comunque Rys ha una voce abbastanza da maschio (vero, Erin?). Ma sì, ecco, scusa Rys se ho riso quando ti ha imitato. Giuro che ti voglio bene, lo sai! “E' urticante, proprio un prurite che dura da sei anni e non perde mai mai mai la sua efficacia!”. Beh, in effetti non posso biasimarla, Rys quando ci si mette può davvero essere insopportabile! Però bisogna solo prenderlo nel modo giusto, davvero. Anche se lui dice sempre di essere cattivo, non credetegli, non lo è. Ma cosa avrà mai risposto Hansen all'attacco Smith? “Un oggetto magico: presente la clessidra da conversazione? Quella. Nel suo caso la sabbia resta quasi immobile” …povera Cath. “Con un incantesimo… uuh?! Fulmen. Non chiedermi di spiegarti il perché, Rory”. Di sicuro Dimitri non sarebbe molto felice della risposta (ricordate? Quel signore grosso grosso che l’anno scorso ha fatto da giudice al Torneo dei Duellanti! Quanto mi manca). Comunque, torniamo a noi. “Uuh?! Io non studio Rune, tuttavia dato che sono una persona molto intelligente e curiosa so almeno l'abc del significato di qualche runa ee… uuh?! Non lo so: Thurisaz? Non è quella tipo dei nemici?” wow…altro che Sciacalli! “Visto che gli organismi monocellulari ancora non sono creature magiche io direi un noioso Folletto della Cornovaglia”. E okay, direi che Emrys Hansen ha una lunga lista di cose paragonabili a Catherine Smith. Però, spezziamo una lancia a favore del Corvonero, okay? Perché ha anche aggiunto: “Ci tengo a precisare, Rory, che queste risposte sono chiaramente di mio gusto, e del tutto soggettive. uuh?! magari c'è chi può trovare Catherine una bellissima farfalla o semplicemente perfetta come un Expelliarmus, ma a me sta poco simpatica. Ritengo sia una persona…quasi in gamba. Comunque non mi sentivo in vena di dire menzogne in direttissima, tanto questa cosa finirà su La Voce, no? Ecco, meglio ogni tanto dare informazioni oneste”. Quindi, dai, è stato così onesto da ammettere che la trova una persona in gamba nonostante tutto. Sono fiera di te, Rys!

Quando poi Erin mi ha chiesto di pensare ad altre persone che non si sopportano, beh, ammetto di aver pensato a Jane Wright e Riley Stratford. Però, Merlino, c'era un nome, uno solo che avevo proprio davanti agli occhi, come un Fulmen ad intermittenza. Solo che su quel nome, volevo metterci bocca io. Quindi…vai, Erin, chiedici cosa ne pensiamo io e…
 

JADE HAMILTON E SORORITY TRULOCK

…Già, Jade Hamilton. Sì, lui è il nemico giurato della mia sistah e solo questo pensiero lo rende sgradevole ai miei occhi. Non ero molto contenta di parlare con lui, anche se ammetto che ha acquistato dei punti. Il motivo non lo dico, e se ci sono dei curiosi, sanno dove trovarmi. Anche lui è stato trovato in Sala Comune, sciatto come sempre, con quella chioma aggrovigliata e rossa che per un attimo ho pensato di parlare con Kane, pensate voi. Gli ho fatto la domanda e mi ha dato la sua risposta. "Beh, la Trulock. Non basta citare il caramellaio e dire che è come le gelatine tutti gusti più uno.. sempre una sorpresa?". Gli avrei lanciato volentieri contro una fattura, ma le mie mani erano impegnate, quindi si è preso solo un'occhiata di fuoco mentre lui ghignava in quel modo indecente che rendeva la frase offensiva. Sembrava indeciso mentre decideva la cosa più maligna, prima di sorprendermi. "La Trulock è come le bolle bollenti. Quelle gomme da masticare gigantesche, presente? Difficili da mandare giu, e quando le metti in bocca sono ustionanti..Beh, un po’ come lei che devi prenderla a piccole dosi e pure cosi è insopportabile il più delle volte. Ti fanno uscire fumo dalle orecchie ed è un po’ quello che mi succede quando devo averci a che fare, visto che mi fa incavolare all’istante. Sono gomme da masticare davvero insopportabili, e ce ne sono tantissime altre decisamente migliori". A parte che ho dovuto fare qualche correzione perché non tollero il suo linguaggio volgare nel MIO articolo. Ma se avessi potuto strozzarlo, l'avrei fatto ben volentieri. Mi ripetevo: "sguardo chino Erin, tra un po' lo potrai mandare a fanpluffa, tranquilla". E' stato il mio mantra per tutto il momento che ho avuto a che fare con lui. "Ma se la gente continua a mangiarle un motivo ci deve essere no? Per quanto mi riguarda, sono divertenti. E' divertente vedere la Trulock scaldarsi ed esplodere, anche se purtroppo per farlo devo parlarci". Sono sbottata di brutto e per poco non staccavo la testa ad Hamilton, ma almeno ho finito questa estenuante intervista e spero di non rivederlo fino a Giugno. Ma a mitigare l'antipatia di Hamilton è giunta la sistah. Lei è stata la mia ultimissima tappa di questo faticoso viaggio, anche se posso ritenermi abbastanza soddisfatta. Al riparo da occhi indiscreti e nell'intimità del nostro dormitorio, faccio l'ultima domanda a Sonny. "In effetti Hamilton non è facile da definire, perchè è davvero molte cose. Sai quando ci sarebbero così tanti paragoni che alla fine non sai deciderti? Perché lui racchiude in sé l’essenza di qualunque cosa di irritante possa esistere nel mondo magico. Lui è come un Exùlcero, un Incantesimo Repellente per babbani e non, animali, piante, qualsiasi essere vivente. Di sicuro sarebbero migliaia gli incantesimi che vorrei fargli io, prima tra tutti il Silencio, seguito da una lunga serie di altre fatture". Sì Hamilton ispira proprio le fatture. Ma la prima cosa da fare è silenziarlo, un po' come Ian, che ha bisogno di un Silencio quando è arrabbiato o potrebbe andare avanti per ore con brutte cose. "E poi, hai presente le gelatine tuttigusti +1? Tu allunghi la mano e speri vivamente di prenderne una, non so, a mou o a fragola, e invece ti ritrovi quella a sapore di caccola. Poi vai per prenderne un’altra ei sa di biscotto – magari non il migliore biscotto del mondo, però considerando che prima hai mangiato una caccola, beh. Capisci, no? E allora poi ti rilassi, perché pensi che la prossima che prenderai forse non sarà malissimo. E invece? BAM! Ti capita quella che sa di fegato di Barnacae marinato con l’aceto per tre settimane, che per quanto vuoi condirlo coi pomodori è talmente acido che non ce la fai nemmeno a sentirne l’odore. Ecco, questo è Jade Hamilton". Direi che per la sistah, Hamilton è un essere più sgradevole di quanto immaginassi. Non posso concordare, anche se le povere gelatine Tutti i Gusti + 1 potrebbero risentirsi del paragone, ma insomma…non tutte. Solo quelle brutte e cattive che ti capita di mangiare.

Ed eccoci di nuovo a noi. Dato che io ho avuto questo enorme, immenso piacere di dire la mia su una persona universamente riconosciuta come insopportabile, ho pensato di lasciare questo onore anche ad Erin. E chi avrà mai scelto lei?
 

ERIN SEYWRIGHT E SAVIN REID

Sono una coppia di nemici davvero molto stramba. Non so, ho come l’impressione che sotto sotto ci sia qualcos’altro. Partiamo dalla risposta di Savin: “Qualcosa che possa rappresentare la Seywright per me…mmmh…beh, qualsiasi creatura magica sarebbe un complimento troppo grande, pure a paragonarla all’horklump…” e qui già volevo mollargli il libro di Trasfigurazione sul naso, con quel suo ghigno malefico odioso. “E’ un po’ come il bubotubero. Non ti ci puoi avvicinare che esplode e comincia ad urlarti contro senza motivo, ti fa venire l’orticaria al parlarci, è un parassita perchè ad averci a che fare ti ritrovi senza più energie o voglia di vivere, è spiacevole starci vicino, è egoista…e da guardare…”. Porco crup, ma come può essere egoista Erin? Ma, dico, ti senti, Reid? “Beh, sai come è un bubotubero no? Un bubotubero con indosso una orribile maglia con un orsetto, ecco che cosa è. Proprio un bel vedere”. Cosa c’è di strano, direte voi. Beh, c’è di strano che a quanto pare Savin Reid presta molta attenzione a cosa indossa la mia sistah, quando in realtà io ce l’ho qui accanto e nemmeno ricordo se indossa ancora la divisa o è nuda. Che cosa vorrà dire? Che forse il caro Savin guarda Erin più di quanto sembra? Può darsi, già. Erin, al tuo posto indagherei! E ora passiamo proprio alla risposta della Grifondoro. “Descrivere quell'esserino di Reid? Beh direi che il primo paragone che mi viene in mente, sia Morgana. Perché io sono Merlino, ovviamente” grande Erin, così ti voglio! “e lui è il cattivo della situazione, la mia nemesi. Insomma riconosco in lui un rivale degno di nota, fastidioso e fin troppo convinto di sé. Ma non voglio sprecare una figura del genere per lui, anche se lo incarna alla perfezione”. E su questo, non posso che essere d’accordo. “No, ho in mente qualcosa di molto più appropriato” oh, Savin, dovresti vedere che sorrisetto furbo ha messo in faccia ora! “Savin è come la Polemianta. La Polemianta, come tutti sanno, somiglia alle erbacce del giardino. E un po' ci sta, perché Savin è piccolino, magrolino, senza muscoli. Ma ha un cervello, purtroppo. Quella furbizia cattiva. E quando sei in sua presenza non puoi non arrabbiarti, sembra un po' che faccia esattamente come la pianta, che inquina l'aria con delle spore che ti fanno perdere la ragione e provare tutti i sentimenti peggiori del mondo. Quando sono accanto a lui, m'innervosisco molto più facilmente del solito e dimentico anche di essere superiore a lui”. WOHOOO, Savin, ha detto proprio ‘superiore’! “Gli effetti che la Polemianta ha su di noi, a livello fisico è un bruciore intenso agli occhi e una difficoltà nel respirare, e ti posso giurare che Savin fa lo stesso effetto ad ogni essere umano”. In effetti anche a me ha infastidito molto fissare la sua faccia… “Perché ha la capacità di offenderti e di farti arrabbiare che rimani così spaesata da non sapere cosa dire. Eh sì, vorrei appiccare del fuoco sul suo mantello, ma sono un essere umano e non sono in grado di azioni così cattive e premeditate” brava Erin. Ti sei difesa alla grande, direi. Reid, beccati la Polemianta!

Ed ecco che il nostro lavoro finisce qui, cari lettori. È stato davvero divertente per noi andare in giro a chiedere di descrivere altre persone, che fossero amici o no, perché questo ci permette anche di approfondire le persone che abbiamo accanto, no? Magari se ci impegniamo riusciamo a trovare un paragone carino anche per chi non sopportiamo, o uno un po’ meno gentile per le persone a cui vogliamo bene ma che accettiamo comunque. È per questo che lanciamo una sfida: provate anche voi a descrivere con qualcosa di magico o babbano o con una parola le persone che avete intorno. Non dovete per forza dirlo a qualcuno, basta anche solo tenervelo per voi, e magari così riuscite a trovare qualcosa di buono anche in chi vi ha deluso.

Erin Seywright e Sorority Trulock. Sestine, Grifondoro ed entrambe titolari nella squadra di Quidditch, rispettivamente come Cacciatrice la prima, e Portiere e Vicecapitano la seconda. Due autentici vulcani in eruzione, come piace a Godric, entrambe hanno scelto Cura ed Aritmanzia al terzo anno, anche se Erin ha lasciato dopo i G.U.F.O.. Sonny ha dimostrato tempra da Prefetto, portando la spilla per due anni consecutivi, mentre Erin ha incanalato la sua indole poliedrica nella B1, di cui è diventata anche top rider, e nel club di teatro. Chi non le conosce tende a confonderle spesso, dimostrando che in fondo sono sistah a tutti gli effetti. Vi assicuro, però, che mai sentirete Sonny parlare lo Scouse, né vi consiglio di chiedere a Erin informazioni sui metalliferi.
By vocestudenti | marzo 19, 2015 - 12:52 am - Posted in Marzo 2071

Vento leggero e nuvole al cielo: tempo ideale per il Quidditch. Ovviamente i nostri campioni, che si son dati battaglia domenica 15 marzo, non hanno avuto la stessa fortuna. Sono Philip Archibald Noreal, per gli amici "Phillyweed", e questa è la storia di come ho imparato a fare centro col fazzoletto nel cestino.

Come la mia collega Ivy ha fatto qualche numero addietro, anche stavolta è il caso di cominciare la mia cronaca spendendo qualche parola sul tifo: incantesimi, slogan in rima, striscioni ammiccanti; azione, suspense, kilt – sono soltanto alcune delle cose e situazioni che hanno infiammato gli spalti Corvonero. E gli occhi di tutti coloro che hanno cercato scioccamente di cavarseli Vega, pure tu, non guardare, dinnanzi allo spettacolo di Evan Miller in vesti scozzesi – parente tuo, Robert? -, quartino che ha tra l'altro scoperto un modo nuovo di portare i colori di Casata: bronzo e blu ipotermia. Sugli spalti Serpeverde, invece, ha regnato un attonito silenzio smorzato da qualche "cra" ogni qual volta l'ex Vice Preside Powell pronunciava la parola "Cioccorana". Mi sarebbe piaciuto tanto partecipare con loro a quel gioco, ma ero troppo impegnato a prestare l'orecchio alle lamentele di Veg…genti falliti, sì, che avevano scommesso tutti i loro Galeoni su Serpeverde come vincitrice.
Ma vediamo meglio nel dettaglio cosa è accaduto in campo…

 

Formazione Serpeverde
K. Mavi (P), K. Grey, L. Lamb & S. Sonn (Cac), H. Darcy & N. Watson (B), E. McCollough (Cer)

Formazione Corvonero
T. Conway (P), D. McFarland, G. Fletcher & J. Harris (Cac), A. Hollowdale & J. Hongrie (B), A. Whiteheart (Cer)

 

Lila Lamb accoglie il pubblico sventolando un fazzoletto, proprio come una strega d'altri tempi; poi però la Pluffa viene lanciata in aria e l'Illuficium svanisce, restituendoci la Capitana di sempre che parte aggressivamente verso la contesa. A nulla valgono i tentativi di domare la serpe in seno dell'avversaria – Deborah McFarland, naturalmente. Ma io vi giuro che non stavo guardando -, e la settimina può cominciare a confondere gli avversari assieme a Mius Sonn, attraverso una serie di passaggi e traiettorie incrociate che finiscono col favorire il secondo. Septimius tira la pluffa verso gli anelli Corvonero, ma non è l'unico, perché la Lamb sfodera nuovamente il suo fazzoletto e lo lancia verso l'area del Portiere per depistarlo. E tra i due litiganti non c'è nessun terzo a beneficiarne, soprattutto se questo terzo fa di nome Tarazed Conway ed arriva sulla Pluffa in leggero ritardo, garantendo a Serpeverde il primo goal della giornata.
Un altro tipo di difesa sembra però dare i suoi frutti: Jennifer Hongrie si prepara ad intercettare il Bolide colpito da Hilary Darcy, il quale tuttavia la scavalca a causa di una Bludger Jump ben assestata; Allen Hollowdale, schierato a sua volta in posizione di rimpallo, lo spedisce verso l'alto salvando la saggina alla sua Cercatrice. Per ora.
Dopo che l'ennesima Pluffa sbaraglia il povero Conway, Corvonero riesce finalmente a mettere gli artigli sull'agognata palla. Deborah fa il possibile per conservarla, ma deve vedersela – da sola, per giunta, visto che i compagni di reparto vengono tenuti lontano rispettivamente da Mius e Katniss Grey – di nuovo con una carichissima Lamb, stavolta defazzolettata, che, dopo averle rubato la Pluffa, torna a volare verso gli anelli nemici. Sugli spalti intanto, Isobel Carrot sta quasi per finire la voce, quando… finalmente! Il Boccino d'Oro si decide a fare la sua comparsa tra la pioggia scrosciante.
E qui apro una parentesi a mio avviso doverosa sul gioco dei Cercatori, sempre relegato a poche righe conclusive su queste ed altre pagine: sulla carta la favorita sarebbe stata indubbiamente la camaleontica Chelsea Cavendish, la quale potrà anche aver detto addio alla prospettiva di diventare la prossima Miss Tre su Tre, ma che tuttavia continua a vantare un'esperienza non solo maggiore, ma anche più completa di quella dell'avversaria. Le basterebbe esordire anche come Portiere, difatti, per inaugurare un nuovo titolo ufficioso: Miss Quattro Ruoli su Quattro. D'altro canto, Eliza McCollough può contare su un reparto Cacciatori così invasivo e subdolo che manco una schiera di Kneazle ninja addestrati, e da Aurora Abbott in persona!, saprebbe insidiarlo. Lila mi perdoni, io non lo definirei mai e poi mai in questi termini Vega proteggimi, ma è proprio quello che direbbe la mia carissima e simpaticissima e bellissima amica Hortense. A cambiare le… carte in tavola, però, ci ha pensato Ashlyn Whiteheart subentrando in campo al posto della storica amica, e non penso di sbagliarmi, quando dico che nel suo gioco di domenica ho visto un grande desiderio di rivalsa, dopo lo sfortunato esordio da Cercatrice avvenuto durante il suo secondo anno.
Quindi, con queste premesse e questa importante sostituzione di cui tener conto, possiamo continuare la nostra avventura. Mamma dice sempre di scusarsi per l'interruzione, e così faccio: scusate per l'interruzione, sempre se state ancora leggendo.
Verso la fine della partita, un Bolide molto vicino alla posizione del  Boccino minaccia entrambe le giocatrici, ma Hollowdale è lesto e riesce a dirottarlo unicamente contro Eliza. La Capitana Corvonero e la Darcy, intanto, si litigano il secondo Bolide, ma Hilary si sbilancia – forse a causa del maltempo – e permette all'avversaria di spedire la palla verso una vincente Lila, intenta a festeggiare sorseggiando sangue d'aquila per l'appunto l'ennesimo goal. In tutto ciò, un po' si perde l'operato di Nick Watson, che oggi proprio non riesce a brillare e finisce col mancare persino un Bolide. Tra gli ululati di protesta dei Serpeverde, il Boccino si invola in una di quelle traiettorie che i profani definirebbero "alla ca… di Unicorno", ma che io, pur non avendo la presunzione di considerarmi un mostro sacro come Robert McReady – oh, lode a te, Merlino! -, chiamerei piuttosto "picchiata scenografica".
Si sposta qui e là, cercando di stordire le Cercatrici, dopodiché s'arresta di colpo e sembra declamare: "come at me, bro" … giusto per utilizzare un gergo molto caro alla squadra del Grifondoro, eh. E mentre Eliza viene azzoppata a sorpresa dal Bolide mandatole contro da Allen, la Whiteheart può acchiappare indisturbata la pallina d'oro.
"Che scatto felino!", commenta stupito Nathan Powell. "Miao", risponde tristemente in coro la tifoseria Serpeverde.
La partita si conclude con 100-150 per Corvonero ed una congestione per Evan Miller.

Così, questo è quello a cui abbiamo assistito noi temerari che abbiamo sfidato la pioggia, perché io sono uno scribacchino e questa è la seconda regola dello scribacchino – "annusare gli scoop e non la pioggia" – dopo naturalmente "non versare la marmellata sulla pressa".
Una partita dall'esito non proprio scontato, almeno dal punto di vista del risultato finale – dato che, se lo scontro fosse durato di più, Serpeverde avrebbe potuto sperare di vincere comunque a punti; evitandosi una certa Strillettera. Beh, a questo punto direi che non mi resta altro da fare che recarmi nelle Serre: ho qualcuno da consol… Eee direi che ci fermiamo qui, prima dell'arrivo di dettagli scabrosi.
Ciao, mi tolgo la maschera: non sono Phil, sono Hortense Lanfrad che vi faceva un doppio scherzo d'aprile – come i più svegli di voi avranno capito anche senza farsi influenzare da ciò che dice la prima pagina. E adesso giuro che la smetto di fare pure il verso a Merida, mi sfilo i panni da Tassorosso, e vi lascio alle poppe:

PagIelle Opalescenti Per Persone Effervescenti

SERPEVERDE

Kirit Mavi: Haiku. Anelli sporchi / come quei passaggi di Pluffa. / Un po' di tempo per me.
Katniss Grey: Tè con Weetmore. Senza infamia né lode, esattamente come un Earl Grey dezuccherato.
Lila Lamb: Best seller numero 1, categoria romanzi rosa. "Il Boccino si sporse dal ponte della nave: – Adieu, splendor! -, gridò alla ragazza rimasta sulla banchina. Una singola lacrima rotolò lungo la guancia di lei, ma una figura familiare si avvicinò per asciugargliela. – Se ti azzardi a farlo – reagì Lila – ti stacco il braccio a morsi, McFarland -".
Septimius Sonn: Principe Giglio. Ragazze, quando il vostro cavaliere vi regala dei gigli, vi sta dicendo "tu sei la mia regina". E se Lila è stata, almeno per Serpeverde, la regina della partita, chi meglio di lui potrebbe ricoprire il ruolo del suo principe del pressing asfissiante?
Hilary Darcy: Treccia a cascata. Come una bella acconciatura di difficile attuazione: basta una piccola svista, qualche goccia di pioggia, il delicato assalto di una Corvonero dalle grosse braccia… ed è tutto da rifare.
Nick Watson: L'hai sentito!? … non importa, è già sparito. L'ho sentito eccome, invece. Era il suono dei cuori che hai infranto quando hai mancato quel Bolide, Nick!
Eliza McCollough: Bouquet di crisantemi. La Sorellanza delle Cercatrici Tumefatte ti ricorderà con affetto, soldatessa.

CORVONERO

Tarazed Conway: Se sapessi la Plumpton Pass. C'eri vicino, così vicino. Consiglio una terapia di allungamenti e di risvoltini alle maniche, per evitare che ti ci soffi dentro il naso pur di non usare più i fazzoletti.
Deborah McFarland: Oltre Ogni Previsione. Letteralmente. Noi eravamo lì a invocare “pop-pe, pop-pe, pop-pe!”, ma le nostre previsioni sono risultate errate: le uniche Pluffe che ha toccato stavolta Deborah, erano rosse e di cuoio.
Gordon Fletcher: Aspirante Philip Noreal. Sei rimasto in disparte per quasi tutto il tempo, preferendo guardare piuttosto che gettarti nella mischia. Ma mentre eri convinto che nessuno lo facesse, sappi che io ti vedevo. Vega non fare la gelosa
Jackson Harris: Gesto dell'ombrello. Lo stesso che ha dovuto rivolgere ai Cacciatori avversari tutte quelle volte che loro gli hanno soffiato la Pluffa. Almeno così non si è bagnato i capelli.
Allen Hollowdale: Kimberly, ti troverò. Ci sta facendo fuori tutte. TUTTE. Diffidate da quella faccia da bravo ragazzo, perché appena gli darete le spalle, saranno Bolidi amari.
Jennifer Hongrie: Cose che Càpitano. Può essere che l'allievo stia superando la maestra, ma è anche vero che vedersela con la Darcy non deve essere facile. Secondo me può essere fiera di se stessa in entrambi i casi.
Ashlyn Whiteheart: Le hai messe le protezioni? E la sciarpa? Guarda che fa freddo! Voi non immaginate quanto possa essere stressante avere in campo qualcuno della propria famiglia. Soprattutto quando, fallite le aspettative, devi affrontare un mucchio di paragoni e malelingue sul tuo ruolo in squadra. Ma direi che l’altro giorno Ashlyn l’ha dimostrato benissimo, di saper giocare a prescindere dalla presenza di sua sorella.

Hortense Lanfrad. Quintina Grifondoro geneticamente modificata alla nascita per giustificare a) l'ironia nelle situazioni seriose b)le strigliatrici di cavalli a Mornay c) la crociata per la liberazione daei kilt…letteralmente d) l'imbarazzo di Noreal ed e) il gruppo musicale babbano dei Tears for fears, almeno per la prima parte del nome della band. Interpellati sul suo conto, i quadri del castello si sono rifiutati di rispondere per timore che la loro parlata sia oggetto della prossima imitazione che LEI ha già in mente. Nessuno, invece, sa che fine abbia fatto l'ultimo boccino catturato in allenamento, sebbene ci sia chi mormora che l'abbia convinto a scrivere per La Voce al suo posto, esasperata dai miei continui tentativi di averla in redazione. Con l'apparente calma che si respira al castello è lecito sospettare che persino gli Sciacalli si siano arresi alla sua forza: la sua risata vi se…guirà, anche in bagno.
By Anne Burton | marzo 12, 2015 - 9:13 am - Posted in Marzo 2071

 "Sono in vacanza" è quello che continua a ripetermi a gran voce la vostra Caporedattrice ogni Merlino di volta che le chiedo di cosa potrei parlare in questo articolo. Che poi, chiariamolo da subito: non ci credo nemmeno sotto Imperio, che voi vi stiate semplicemente prendendo un mese sabbatico mentre noi facciamo il vostro lavoro! Se poi mi dovessi sbagliare… beh, pazienza. Ad ogni modo, mi chiedo ancora perché vi sto assecondando in questa simpatica "sorpresa" che avete deciso di fare alla popolazione studentesca di Hogwarts. Forse perché sotto sotto l'idea di mettermi alla prova come scribacchina non mi è dispiaciuta, quando Phil è venuto a reclutarmi. O semplicemente perchè è impossibile dire di no ad un Tassorosso, in particolare se la sua ragazza è una Serpeverde che ti sta puntando tutto il set di forchette appena lucidato dagli elfi contro il…naso, tanto per chiarirti le idee su quale deve essere la risposta corretta alla richiesta del suo amato. A discolpa di Phil dico che perlomeno ha chiarito fin da subito che "non devi scrivere di sport se non vuoi" anche perché se non sono ancora riuscita a mantenere la promessa che gli ho fatto – ovvero scrivere almeno una volta per l'angolo del tifoso – un motivo ci deve essere. D'altro canto, il fatto che mi abbia lasciato piena libertà non mi è comunque d'aiuto, visto che capisco solo ora quanto sia difficile trovare un argomento interessante da proporre ad un pubblico esigente come quello del castello. Sono ironica, non preoccupatevi, so bene che scrivendo dell'ultima brillante composizione dei Two Deviations, farei felici un sacco di marmocchie, ma purtroppo non me ne intendo. Appurato che scarterò quel tipo di rubriche per cui abbiamo l'Ego del Corvo, mi resta solo la cronaca esterna della quale però abbiamo pieni gli occhi e le orecchie, sempre se non stiamo accuratamente facendo in modo di autocastarci due o tre Obscuro al giorno, oppure la "cronaca interna", ovvero tutto ciò che succede tra queste quattro mura. In realtà dal primo Settembre credo che sia abbastanza evidente come questi due tipi di cronaca siano diventati quasi un tutt'uno, visto che non basta una scogliera o un enorme Protego Totalum per separarci da quello che succede là fuori. Alla fine – quindi – la cosa più semplice da fare è solo una: tentare di immedesimarmi un po' in qualcuno di voi scribacchini e pensare a qualcosa che la vostra Capa di certo non vi permetterebbe di ignorare. E ciò che è successo più o meno durante la prima settimana di Marzo mi pare che faccia a caso nostro. Quando è stato? Forse il 5, forse il 4 o il 6, poco importa. Io sicuramente ricordo che a quell'ora avevo Erbologia, e mentre tornavo verso il castello non ho potuto fare a meno di notare come il Lago Nero pian piano è diventato sempre più…Nero, appunto. Un fenomeno simile era successo anche qualche mese fa, solo che il colore assunto dalla superficie dell'acqua era Rosso. In entrambi i casi, non sono andata a controllare con l'omniocolo di che bolide si trattasse e l'unica ipotesi plausibile che mi sembra il caso di condividere è quella di chi sostiene che fossero delle alghe affiorate in superficie, in entrambi i casi. Ammetto che anche l'idea del sangue della piovra uccisa dagli Avvincini era molto fantasiosa, come quella della Malefica Seppia gigante improvvisamente approdata al castello per distruggerci col suo inchiostro nero e velenoso, ma per questo ci sono le Acromantule si sa che i marmocchi dei primi anni hanno di certo più fantasia di noi "grandi". D'altro canto, dopo aver assistito a questo spettacolo vagamente inquietante, la situazione non ha accennato a migliorare. Infatti non appena ho varcato il portone d'ingresso, ho subito notato che c'era scompiglio tra i quadri, e per raggiungere l'aula di incantesimi sono stata obbligata ad usare le scale fisse, visto che a quelle mobili piace camb…pardon, a quelle mobili piace bloccarsi. E' incredibile a volte tutto ciò che può succedere durante un cambio dell'ora, non trovate? In questi giorni ho fatto casualmente in modo di incentrare qualcuna delle mie conversazioni su questo argomento, tanto per farmi un'idea e capire che aria tira tra gli studenti. La mia collega di spilla Isobel mi ha detto che fortunatamente si è persa lo spettacolo del Lago Nero-ancora-più-Nero, ma per quanto riguarda le scale mi ha fornito un parere abbastanza in linea col mio "Non è mai un buon segno, quando accade. Insomma, al castello si vivono varie esperienze..e io ho imparato che se le scale decidono di fermarsi…meglio stare allerta" se poi ci mettiamo pure i quadri allarmati, a maggior ragione, aggiungerei! Poi mi ha giusto parlato di qualche furbone che voleva approfittarne per non rientrare in aula, ma mi farò direi i nomi in un altro momento, non temete. Tra questi furboni comunque credo non rientri la piccola terzina tassorosso, la Bermejo, avete presente? "Mio nonno dice che l'elettronicità non è affidabile e che può lasciarti al buio in qualsiasi momento" io mi chiedo perché tutti pensino al mondo babbano quando qualcosa non funziona, davvero. "Forse la magia che fa muovere le scale, dopo tutto questo tempo, era un po' stanchina e aveva bisogno di ricaricarsi. O potrebbe essere stato qualcosa di oscuro, certo, anche quello. Sono sicura, però, che l'ex Vicepreside non abbia niente a che farci, non credo intendesse queste come attività extra-scolastiche. Le alghe non le ho viste, ma ne parlavano tutti e non lo so, se la natura ci sta mandando un messaggio, forse è da stupidi ignorarlo, bisogna solo trovare qualcuno che sia bravo a decifrarlo, credo" ha concluso. Magari è proprio il professor Powell colui che decifrerà i messaggi che provengono dagli abissi del Lago, tanto ormai è lecito pensare qualsiasi cosa! Infine ho provato a fare qualche domanda agli stessi quadri, ma la proverbiale gentilezza di alcuni di loro è evidentemente andata a farsi friggere, perché non mi hanno voluto dire nulla di più dettagliato di ciò che ho sentito per i corridoi. Ma d'altronde si sa che in questo castello viviamo di segreti, nonostante quello che sento ripetere dal primo anno: "Ad Hogwarts hanno orecchie e bocca pure le pietre". A quanto pare ce le hanno solo per ascoltare e divulgare i pettegolezzi più inutili. A cena avete sentito qualche professore parlarci di ciò che è successo? Io ovviamente, no. Tutto è passato ovattato da un Muffliato anche stavolta, come se fossero cose di normale amministrazione, come se su sei anni di permanenza al castello, questo non fosse il primo in cui ogni due o tre mesi il lago decide di cambiare colore, le scale si bloccano, i quadri sono spaventati o il nostro professore di Pozioni perde la vista. Il punto è che noi studenti non crediamo più alle coincidenze o almeno, spero vivamente che sia così. E forse siamo anche un po' stufi di non ricevere spiegazioni, ma solo punizioni che sottolineano quanto siamo disuniti/incompetenti/troll/inserire un altro insulto a caso che comunque andrà bene. Che, per carità, è vero che di Troll ne girano parecchi per i corridoi, ed è giusto che qualcuno glielo faccia presente, ma magari persino per loro sapere la verità nuda e cruda potrebbe essere più motivante di tante strigliate e lavate di capo che vengono fatte a lezione, visto che in linea di massima sembra che entrino da un orecchio ed escano dall'altro…o forse sono solo i GUFO ed i MAGO in avvicinamento che rendono gli studenti particolarmente recidivi, ma penso che questo lo appureremo solo nei prossimi mesi, quando i veri scribacchini rimetteranno mano alle loro piume!

Catherine Smith. Prefetto Serpeverde le cui gesta saranno ricordate negli annali di Hogwarts fosse anche solo per il fare temerario con cui si accosta ai Tassorosso senza farsi intimorire dal rischio di contagio patito da molti esponenti della sua casata. Buona e pacata fin quando non le si fanno girare i boccini, ha manifestato con gli anni un allontanamento dal Quidditch "da spalto" prediligendo sport estremi come il lancio della forchetta, le evoluzioni sullo skateboard e la fuga da La Voce degli Studenti. I quadri del castello narrano che sia diventata abile a tergiversare ogni volta che uno scribacchino prova ad avvicinarla alla redazione del giornale scolastico, mettendo insieme una serie di scuse che i Muldoon definirebbero flashtrollate. Incastrata dal duo cui non puoi dire di no, ha messo da parte la forchetta da dolce evidenziando maggiormente il fare pungente della forchettina per lumache, se capite che s'intende.
By Anne Burton | marzo 11, 2015 - 10:16 am - Posted in Marzo 2071

Mi ha messo in mano una pergamena, una piuma e mi ha detto: fatti venire in mente un argomento e scrivi, ma non trollate, che quelle si leggono ogni giorno in bacheca. Vega Rushton non  ha bisogno di tante parole, per farsi ascoltare, sa decisamente usare i canali giusti e anche se non è Caposcuola – che Calypso Von Schuster è il meglio che potesse capitare ad Hogwarts – in realtà potrebbe ambire al Caposcuolato maschile, per la concretezza che dimostra. Si, ma questo non toglie che il solo argomento su cui scriverei è l'Erbologia, anche se dubito che ci sia qualcuno in grado di arrivare al mio livello o a quello della professoressa Belvoir e l'assistente Skene, quindi ho dovuto cambiare oggetto dell'articolo, in un certo senso. L'Erbologia non è una disciplina adatta a tutti, ma mi è sempre stato insegnato che essa può insegnare qualcosa su tutti, non per niente c'è stato persino chi ha voluto legare ad ogni fiore o pianta magica un significato meno immediato di quelle che sono le sue caratteristiche intrinseche facendo in modo che vengano fuori modi di dire come se son giunchiglie strombazzanti, strombazzeranno o capita a puffagiolo che sono probabilmente i modi di dire più tristi che abbia mai sentito, per inciso. L'Erbologia, come ho già detto, è però accostabile a tutto, compresi i fatti di cronaca scolastica – e non – che la maggior parte delle persone non vedrebbe mai in quest'ottica, ecco perché io sono qui. Non esiste studente in questa Scuola che conosca la materia meglio di me, non solo perché mio padre e mio nonno sono dei luminari della Tulange. Ecco perché sono in grado di spiegarvi almeno quattro recenti casi parlando in erbologese, come direbbero i profani di questo stupendo universo.

Quedatenunca. Stando ai Manuali di Erbologia, la velenosa in questione che appare decisamente di bell'aspetto, dal colore verde grigio-argento e con le radici che si avvicinano molto al colore del sangue d'Unicorno, si sviluppa prevalentemente nelle zone più oscure spiccando rispetto al resto della vegetazione perché si circonda di esemplari di altezza inferiore. Insomma, se ci si limita solo ad osservarla, la Quedatenunca affascina al punto da sentirsi decisamente inferiori ad essa, oltre che osservati costantemente. Si, lo so che state pensando che le piante non possono osservarci e ho deciso di lasciarvi questa superficiale illusione almeno sino a quando non verificherete il contrario da soli, ma dovete sapere che il potere della Quedatenunca è talmente particolare da lasciare una traccia su chiunque le si avvicini, un po' come una patina sui vestiti e la fregatura, se così la si vuol chiamare, sta proprio in questo piccolo particolare. Come accade talvolta quando ci si sofferma troppo ad osservare un esemplare di rara bellezza, infatti, anche la Quedatenunca camuffa le spine che ricoprono il suo gambo – e qualche volta anche parte delle foglie – deviando l'attenzione di chi l'osserva sulla sua regalità, indiscusso fascino e maestria. Ma se si "frequenta" troppo questa velenosa e, soprattutto, ci si lascia graffiare perché troppo ingenui per limitarsi ad osservare gli insegnamenti che può dare, le spine che ricoprono il suo gambo sono in grado di lasciare piccoli taglietti che – instillando il veleno di cui la pianta è costituita – conducono ad una silente agonia per una settimana. Più tre giorni in cui il potere del veleno diventa letale e si muore. Mai fermo, è la traduzione più antica che si trova, del nome di questa velenosa, quando ancora gli studi sulle sue proprietà erano poco conosciuti e molti maghi e streghe lasciavano che invadesse i boschi perché in questo modo i mannari – liberi nelle notti di luna piena – si ferivano e venivano eliminati. Mai fermo, dunque, in un girovagare che allontana ed avvicina dai boschi che uno ha sempre frequentato, in fondo. Mai fermo, in una morte lenta e dolorosa, praticamente una luuuunga lezione di vita.
Ericanto. Neanche la più complessa medimagia è ancora arrivata a creare – e proprio il caso di dirlo – un antidoto in grado di sopperire i devastanti effetti sull'animo umano che questa velenosa, ammantata della sua corazza violacea, è in grado di arrecare. Il bocciolo bianco, simbolo di purezza e giustizia, di luce del sole che si riflette su una lama – come dice la descrizione generale delle armi bianche – si annerisce in realtà, via via che il morbo oscuro e silente si insinua tra le fila armate di una velenosa come l'Eris, che poi è il nome volgare che vien dato all'Ericanto da chi ha poca memoria o dimestichezza con la terminologia botanica. Da voi comuni studiosi superficiali, in pratica.
Occorre più o meno una stagione affinché la maturazione del bocciolo conduca sino all'esplosione finale, con un Giglio Nero – le maiuscole saranno di certo un mio errore grammaticale mentre scrivo – i cui petali sono utilizzati per la preparazione di un'arma letale, inutile provare ad addolcire la pozione. Letale è l'effetto dell'Elisir di Eris, fatale al punto da capovolgere l'essere più innocuo – praticamente un Tassorosso – in qualcosa che ha sempre sognato di essere, anche se non l'ha mai ammesso: un predatore come un serpente, magari.
E sarà pianto e stridore di denti, come ho letto da qualche parte in Biblioteca mentre spiavo qualche coppietta cercavo di capire qualcosa sui Babbani; sarà un inferno in Terra, perché quando l'oscuro inizia a scorrere nelle vene, bastano solo tre sorsi di decotto nella vita, per impazzire. Il solo rimedio che si può tentare, senza isolarsi dal mondo, è quello di una completa sostituzione del sangue infetto, ma la statistica non gioca di certo a favore, in questo caso come in altri contesti. Bisogna essere cavalierio saper bene da chi farsi consigliare, direbbe chi si crede saggio. E tanto poi muore comunque. 

 

Artemide. Più correttamente, in realtà, si dovrebbe parlare di Artemidia – come vuole il nome botanico della specie – classificata tra le Alteratrici di Stato oltre che appartenente alla famiglia delle Mitologiche. Rossa e con petali del tutto simili a pregiata seta, l'Artemidia è nota soprattutto per la sua capacità intrinseca di stimolare ed accrescere l'intelligenza e l'acume di chi l'assume. E' questa la ragione per cui questo fiore è vietato a Scuola così come all'interno di qualsiasi competizione che preveda il ricorso alla propria intelligenza. Il contraltare, in tutto questo, è però rappresentato dalla forte dipendenza che deriva dall'assunzione di questa droga, sebbene il termine che ho utilizzato serva solo a farvi capir meglio a che genere di effetto mi riferisco. Ci sarebbe da fare un discorso ben più ampio, infatti, sulla stessa definizione di droga che descrive qualsiasi sostanza naturale formata da componenti attive a livello farmacologico, così come – pensate un po' – ogni sostanza di per sé è un veleno, lo sapete? Così come la droga che intendete voi sarebbe lecitamente e più correttamente da definire come sostanza stupefacente, infatti, è la dose che fa il veleno, magari se riuscite a ricordarlo sino alla prossima lezione di Pozioni ci fate anche una buona figura. MA dicevamo dell'Artemidia e della dipendenza che crea, stato di cui ci si rende conto inevitabilmente quando non la si vede più così spesso, quando non senti metaforicamente urlare il tuo nome quando le passi accanto o quando quella guida che ti ha sempre dato, non è poi così presente. E ti senti meno intelligente, perché lei ti stimolava ad esser tale. Ti senti abbandonato ed anche un po' allo sbaraglio. E senza un punto di riferimento almeno sino a quando non hai la certezza che presto potrai avere di nuovo la tua dose, non tornerai a lasciarti affascinare da quel rosso e da quel senso di illegalità che l'Artemidia porta con sé. E allora non devi far altro che aspettare che torni, che fiorisca di nuovo – magari – o che, con la sua tempra ed il levarsi sul resto della flora, ti insegni ancora ad essere più acuto e sveglio. Più Artemide a tua volta.

Afrodite. Meglio nota come Aphroditia, si tratta di un arbusto appartenente anch'esso al genere delle mitologiche. Pur non superando il metro di altezza, questa Pianta da Rimedio – immagino che la corrispondente dea si stia rotolando giù dall'Olimpo per l'associazione tra il suo nome e la denominazione – possiede svariati utilizzi, tutti intrisi di migliori e non cattive intenzioni, nonostante i pareri negativi di chi la denigra non ritenendola degna dei colori che Madre Natura le ha assegnato. Anzi, c'è direttamente chi arriva a sostenere che l'Afrodite possieda essenzialmente e soltanto delle proprietà diuretiche…praticamente alcuni sostengono che come esponente della famiglia delle mitologiche faccia ca…ntare la vescica, diciamo così. In realtà questo arbusto è noto sin dall'antichità anche come antinfiammatorio e depurativo, oltre che valido aiuto per tutte quelle situazioni in cui c'è da digerire qualcosa che – come una strilettera quando non te l'aspetti – sconvolge un po' l'equilibrio cosmico, per chi crede a queste cose. L'Afrodite, in pratica, ridistribuisce i disturbi in modo che la totalità dell'organismo possa eliminare una parte delle scorie piuttosto che lasciare il compito esclusivamente ai reni o al fegato, se capite cosa intendo. Bandita dal Quidditch – qualcuno vocifera sia per sua spontanea iniziativa – e poco accostabile a condizioni patologiche in cui vi è un elevato valore di tossicità, l'Afrodite sembra prediligere il numero cinque che, come qualcuno mi ha ben spiegato l'anno scorso, in Aritmanzia è il numero che corrisponde all'aria. Sarà per questo che se devo pensare all'Afrodite, l'immagino sempre sulla cima dell'Olimpo. Oh, è il nome che lo reclama.

Jared Jabberwock. Quartino Serpeverde che ha capito molto presto come funzionano le cose nei Sotterranei, nello specifico che Vega Rushton non è solita mettere il punto interrogativo alla fine di una domanda. Nonostante la chioma appariscente, evita il palcoscenico e i ruoli da primo piano tanto amati dai suoi coetanei senza troppe speranze. In generale apre la bocca quando ha qualcosa di rilevante da dire, soprattutto quando è rilevante per se stesso, e per sfoggiare conoscenze che dall'alto del suo piedistallo nessun altro avrebbe. L'erbologia viene portata sul palmo di una mano quasi quanto Catherine Smith è usata per mostrare al mondo come la natura è una maestra dell'inganno, anche se probabilmente non vi spiegherà mai davvero come si fa a distinguere un grazioso Frullobulbo da un Tranello del Diavolo.