Quanti irlandesi, leggendo il titolo, si saranno precipitati a vedere quest'articolo? E quanti, al contrario, avranno storto la bocca e magari aperto questa pagina tanto per vedere che bolidate venivano dette sul giorno di San Patrizio? Ebbene, a tutti quanti auguro una lettura che possa confutare le aspettative iniziali. Innanzitutto questo articolo sarà unico, non tanto per il suo contenuto quanto perché non ho mai avuto intenzione di dare apporto fisso a La Voce. C'è un motivo per cui non mi sono mai offerto come scribacchino e questo motivo si chiama 'Giornalismo'. Ma d'altro canto c'è anche un motivo per cui ora mi ritrovo ad interrompere le mie tradizioni e questo motivo si chiama 'Ivy'. Inoltre non disdegno una distrazione da cose 'brutte e cattive', per cui quale cosa più adatta di una distrazione, per distrarsi?
Distrazione, sì, è questo che maggiormente attira delle festività, per quanto riguarda una grossa fetta della popolazione. San Patrizio, poi. Vogliamo parlarne? Si sa che la prima cosa che viene in mente, a parte vestiti verdi, trifogli e Lepricani, è la gran quantità di alcol che viene consumata. Essere a Dublino durante i festeggiamenti è qualcosa di incredibile: gente mascherata, truccata, vestita, ammantata dal tricolore e poi i pub aperti e gremiti per tutta la notte, le canzoni tradizionali, veloci e melodiose, provenienti da apparecchiature babbane o da piccoli complessi folk, che riempiono l'aria..!
Mi sembra già di sentire alcune persone di mia conoscenza, "è un pretesto per fare baldoria, per ubriacarsi e mandare a fanpluffa il proprio cervello, assieme alla dignità!"
Oh beh, e se vi dicessi che il consumare alcol a profusione durante questa festività non è altro che restare fedeli alle tradizioni storiche? Sì, e non parlo dell'ultimo secolo ma di ben prima. E' infatti da quando fu istituito il giorno di San Patrizio come festività religiosa che viene permesso, per questo unico giorno, di essere sollevati dagli obblighi religiosi di consumare alcol. E quindi sono circa 5 secoli che la gente ne approfitta.
Ma vorrei ricominciare un attimo con ordine, così da vedere con più calma di cosa stiamo parlando.
Lá Fhéile Pádraig è una ricorrenza babbana (è importante tenerlo a mente) e religiosa istituita nel XVII secolo e che interessava inizialmente i credenti che facevano capo ad alcune istituzioni religiose collegate ma distinte tra loro. Si festeggia il 17 Marzo perché è il giorno in cui San Patrizio, nato in isola britannica, probabilmente in Scozia, morì; la ricorrenza in sé vuole inneggiare alla vittoria della religione Cristiana sul Paganesimo.
Ecco. Ora che abbiamo denudato le origini di questa festività, direi che possiamo abbandonarci alle perplessità. Questo giorno viene festeggiato non solo in Irlanda ma anche in molte altre nazioni con minoranza irlandese: nel tempo la figura di San Patrizio è diventata quella del patrono d'Irlanda. Eppure, se ci soffermiamo, questa ricorrenza dovrebbe essere festeggiata solo da chi segue la religione Cristiana, cosa che invece non avviene. Tra l'altro è curioso come la figura di un uomo appartenente ad una cultura estranea all'Irlanda di allora (parliamo di un'Irlanda celtica, del 400/500) sia finito per simboleggiare l'Irlanda stessa, tanto da essere preso come vessillo di patriottismo e rivoluzione. Gli eventi della storia a volte sono bizzarri e controversi, ma c'è anche da considerare che la storia è scritta dai vincitori.
Consideriamo invece un attimo ciò che ha comportato l'azione di quest'uomo così come quella di altri come lui. Prima della diffusione della religione Cristiana, in Irlanda, come anche in altre zone del Nord Europa tra cui pure l'isola britannica stessa, c'era la cultura druidica. Spero che più o meno tutti voi sappiate di cosa sto parlando. Un sistema magico antico e radicato nella natura, di cui tutt'oggi non carpiamo tutti i segreti. Qualcosa di elementare e complesso al tempo stesso. Inizialmente erano i Druidi a detenere il potere nelle nostre terre. Poi, a mano a mano che il Cristianesimo ha preso piede, la situazione s'è invertita, finendo nella tragica persecuzione ed eliminazione dei Druidi stessi. Le popolazioni celtiche che abitavano l'Irlanda non fecero eccezione e, se in alcuni luoghi sono state semplicemente spazzate via e date alle fiamme, in altri si sono fuse con le nuove tendenze e, celate, hanno perdurato fino ad oggi.
Il simbolo del sole celtico è nascosto dietro la croce, sulle tombe; il trifoglio, fiore della fertilità ha dato colore alla Nazione e tutt'oggi, quando si parla di San Patrizio, viene prima in mente l'immagine di un Lepricano, che quella di un uomo santo.
Un caso? O la forza dell'antica magia che, con prepotenza, è rimasta legata ai suoi territori? O forse altro? Forse bisogna dare una seconda possibilità alla figura di Patrizio o, meglio, a Maweyn Succat, il nome con cui nacque. Sappiamo che dopo varie peripezie si convertì e che prese come missione quella di convertire i pagani. Ma sappiamo pure che quello che fece per gran parte del suo operato è stato fondere la cultura celtica con quella cristiana; i babbani gli attribuiscono vari miracoli, ma i nostri storici possono affermare più semplicemente che scorreva sangue magico nelle sue vene. Secondo l'Epistola di Cortio, il terzo dei suoi discepoli, ripresa poi dallo storico Tallius Tembridge, Maewyn venne a contatto con la cultura e con i Druidi Celti, che lo iniziarono ai loro Misteri e, avendo capito che sarebbe comunque avvenuto un cambiamento drastico nell'umanità (i Celti erano grandi divinatori a quanto pare), acconsentirono di sparire dallo scenario pubblico per assicurarsi un futuro nascosto, approfittando della figura del funzionario religioso come scusa. In realtà non se ne andarono mai né smisero mai di stare a contatto con lui. In questo, i Celti sembrano aver anticipato i tempi del Trattato di Segretezza di secoli, pur restando sempre a contatto con la popolazione magica dell'Irlanda.
Da un estratto del discepolo Cortio:

 

Ed egli usava specchiarsi dentro una polla d'acqua pura
bagnata dalla luce lunare. Essi lo richiamavano a sé
[....] Per cui si recava al Pozzo senza fine, che coloro che
non credono nel Segreto hanno sempre associato alla
porta del Limbo. [...] varco del mondo Segreto,
ove trascorreva diverse lune con i Signori della Quercia,
per poi fare ritorno a noi con nuova Saggezza
.

Alcuni studiosi ritengono che il pozzo in questione, che risulta anche tra le leggende babbane, altro non fosse che un passaggio verso il nascondiglio dei Druidi. Anche oggi abbiamo qualcosa di simile, ovvero i Pozzi Comunicanti, sebbene secondo i più sarebbe assolutamente anacronistico attribuire un'applicazione aritmantica ad una popolazione celtica. Forse si tratta semplicemente di un corrispettivo runico di cui poi si è persa la conoscenza. Un altro riferimento è attribuito alla Quercia; secondo le leggende babbane San Patrizio, piantando il suo bastone a terra, diede vita ad una quercia che poi crebbe grande e robusta. Per i Celti la Quercia è simbolo di saggezza e del sapere druidico stesso.
Se volete approfondire questo argomento vi consiglio vivamente di andarvi a leggere "I misteri delle Rune" di Bertha Bootlock, di cui la biblioteca scolastica dispone di un'ottima copia. Comunque sia, anche solo da questa mia breve introduzione ed interpretazione, si può azzardare l'ipotesi che San Patrizio sia stato accettato ed abbracciato da gente appartenente a così tante sfere sociali (babbani, religiosi, maghi…) proprio per la sua figura dalle molteplici facce. E quasi con affetto gli Irlandesi si sono lasciati accompagnare da lui nel tempo, attribuendo a questo giorno significati addirittura opposti ma sempre molto cari.
Sebbene non ci sia possibile sapere la verità esatta, l'approfondimento di questo argomento ha comunque aperto uno scenario complesso e controverso, uno spunto di ragionamento per tante persone, sia irlandesi che non, sia amanti dell'alcol che sobri convinti. Storia e verità spesso non coincidono eppure, attraverso la storia, persistono elementi fino ad arrivare ai giorni nostri, abitando nelle case con noi, accompagnandoci nelle strade durante la festa; elementi antichi che si fondono con il moderno e sventolano davanti ai nostri occhi per ricordarci che siamo figli del caos, di una matassa troppo difficile da sbrogliare ma di cui non siamo in grado di liberarci e senza la quale non saremmo noi.

Allen Hollowdale. Quintino Corvonero. 16 anni a giugno. Non passa inosservato per via dei capelli a-pigmentati e degli occhi color ametista, ma si destreggia alquanto bene con il cervello al punto che non dovrebbe passare inosservato essenzialmente per questo. Ha, infatti, una brillante carriera scolastica (segue ben 10 corsi) ed extrascolastica che lo portano a poter contare sia su una media oscillante fra la O e la E che sui riconoscimenti sportivi di un certo livello, essendo top rider del team di B1 della sua casata e battitore titolare bronzo-blu. Fra gli interessi ed hobby si annoverano il rinomato Probe Litteratus, il Club del Libro, il WWFFB ed il Club di Teatro; ho anche scoperto da poco che è bravo a disegnare sebbene non si definisca un artista. E' attento e diligente, minuzioso e curioso al punto giusto.