By vocestudenti | ottobre 30, 2013 - 7:08 pm - Posted in Ottobre 2069

… ovvero il resoconto del ballo di Halloween. Intendiamoci, non è esattamente il titolo più evocativo che avrei potuto scegliere per un giornaletto scolastico, ma mi andava di celebrarmi un po' dal momento che sto svolgendo del lavoro a un orario indecente e per una testata che NON è la mia. Sì, avete letto bene, La Voce degli Studenti non avrà mai Kermit Knightsbridge del tutto! MAAI. Certo, se per questo Trolling Snob volesse offrirmi uno stage estivo potrei anche considerare lontanamente l'idea… ma ad ogni modo, siccome avevo acconsentito a collaborare con La Voce, e l'alternativa per il 31 sera era rimanere in dormitorio a piangere perché tutti i miei amici hanno finito Hogwarts lasciandomi sol… stupida Penna Prendiappunti amante del dramma, non ho gli occhi pieni di lacrime! Dicevo: siccome l'alternativa era lasciare il posto a qualcuno che, ritenendo Halloween solo una gara di costumi, non si accorge di star pubblicizzando commercianti di abiti, dolci e pozioni per l'aspetto, ho deciso di scendere in campo molto prima del previsto. Che non si dica mai che lo sto facendo soltanto per evitare la revisione approfondita del mio articolo e poter dire ciò che voglio, dati i tempi ristretti che mi costringono a scrivere di notte, al posto di rannicchiarmi nel letto che tradizionalmente è sempre stato di Vandenberg, pensando a quanto è stato cattivo ad abbandonarmi con Wilson e le sue lozioni puzzolenti.
Uhm, stavolta ho come la sensazione di aver dimenticato di fare qualcosa…

Vabbè. Cominciamo col dire: ma voi siete riusciti a entrare nella Sala Grande? No perché io prima sono stato sballottato tra armature, asce di gommapiuma e cuscini-fantasma su una scala estremamente viscida (se i Grifondoro, nell'ideare questo scherzo, stavano cercando di accopparmi… beh, HANNO FALLITO MISERAMENTE, HA!), e una volta arrivato nella Sala d’Ingresso me la sono dovuta vedere con la Palude Portatile installata dai miei concasati; e come se a quel punto ciò non bastasse, mentre cercavo di scrollarmi dalla gamba Jared Jabberwock, l’ingresso mi è stato ulteriormente sbarrato da una schiera di ampolle volanti. Per fortuna che Joe Condor (anche se poi mi è stato riferito che in realtà si trattava di Braden Rothenberg vestito da Goblin. Aiuto, a chi devo credere? La somiglianza era impressionante) mi ha spiegato che per passare dovevo prima fermarmi a votare i miei costumi preferiti, e così ho smesso di cercare di sfruttare le ali da diavolo semoventi di Ashlyn Whiteheart come spartiacque. MAAA… ecco, un paio di domande su questa scelta organizzativa: e se io ad esempio avessi tenuto il costume segreto per fare una sorpresa ai miei amici (CHE MANCO UNA VOLTA MI HANNO SCRITTO DA LA' FUORI, OH)? Oppure, se prima di arrivare alla festa, non mi fossi guardato attorno? Eh? EH? Probabilmente avrei votato persone a casaccio, ed è quello che secondo me hanno fatto in molti, almeno a giudicare dai risultati finali. Ma a questo ci arriveremo più avanti…
Vi dicevo. Dopo mille tribolazioni, siamo stati accolti da uno sciame di pipistrelli origami e zucche dalle espressioni arcigne, ben diverse dall'allegro travestimento con cui Helen Wood si è presentata alla festa; vistosi lampi e tuoni squarciavano un soffitto già di per sé colpito da una scrosciante pioggia scozzese, generando un ambiente davvero molto evocativo. Sarei un troll a non complimentarmi coi decoratori della sala, benché abbia trovato le carcasse di animali morti un po' di cattivo gusto. In ogni caso, una volta che la serata è entrata nel vivo e che hanno smesso tutti di scambiare Stephen "Martin Miggs" Medicine per la versione magra del professor Oven, c'è stato un convergere di persone affamate nei paraggi del ricco buffet. Ed è stato lì, con un calice di Burrobirra allo zenzero in mano, che ho potuto osservare esemplari particolari come Elyon Turner esordire con la frase "RUBO AI RICCHI PER DARE AI POVERI!", prima di lanciarsi addosso a un luccicante Connor Olsen che si stava facendo i fatti suoi. Lo so, a leggerlo così sembra la trama di qualche commedia radical chic da teatro magico indipendente, ma vi aiuto a fare un po' di chiarezza nel caso non sapeste niente di folklore babbano (male, malissimo) o di romanzi per streghe adolescenti (cosa che vi auguro). La grifondoro non era infatti travestita da lepricano o asticello come ha pensato subito qualcuno, bensì da Robin Hood, ovvero un eroe popolare che a suo dire rubava denaro soltanto per aiutare le classi meno abbienti (PFFFF, CERRRRTO! Nice try, but fail); mentre il corvonero non stava cercando disperatamente di diventare una Falce d'argento, ma semmai il vampiro Edoardo del roman… libr… di quella roba, insomma, che al Ghirigoro viene venduta con il titolo di I love your Fangs. Meglio lui che me, in ogni caso. Poco più in là ho però dovuto far ricorso a tutte le mie mosse migliori per sfuggire alle code finte di qualche costume, in particolare a quella da maride di Isobel Carrot quando ha incitato una compagna a muoverla, cito testualmente, "A SPIRALEEE", sul ritmo dell'ormai noto motivetto di Caleb Harris. Quella è stata una grandissima delusione, tra l'altro. No, non sto ancora parlando del costume della terzina, ma proprio dell'intrattenimento musicale della serata: rap ad Halloween per la seconda volta di fila, senza neppure una ghost track? Mah, sappiate che questa al mio paese si chiama por-no-gra-fi-a. Davvero, avrei preferito di gran lunga vederci Loyr Esseltil su quel palco, visto che ho sentito un gruppo di primini parlarne in termini di genio musicale. Oh, in realtà non ho idea di chi sia tale Loyr Esseltil né quale genere faccia, ma penso che chiunque, anche il cappello stregato di Alex Garden che fa i gargarismi, sarebbe riuscito a fare meglio di quel ragazzino artificialmente costruito per piacere alle ragazzine o agli amanti dei biscotti.
En passant vi segnalo anche la presenza di Jane Wright vestita da… studentessa di Corvonero? Ho scordato di chiederle, preso com'ero a massaggiarmi le mie povere orecchie non più vergini, se per caso il suo costume fosse coordinato con quelli di Jeremy Claythorne e Merida McReady, vestiti rispettivamente da Eco del Corvo e piuma di corvo (o corvo piumato?). A giudicare da quello che la tassorosso stava urlando e dagli schiaffi con cui ha continuato a tormentare il suo compagno, suppongo che quella scenetta volesse essere una metafora per rappresentare le difficoltà che la Casa di Corvonero ha dovuto affrontare a causa del giornalismo, o qualcosa di comunque riconducibile a qualche antico dolore. Comunque stavo scherzando, Jane, tranquilla! Io ti ho capita benissimo, così come ho compreso la signorina Effie Thirlwall! Non proprio a fondo come avrei voluto fare, ma meglio di niente. Uhm. Ecco, ora mi sono distratto e mi sento un po' come Leroi Gordon che si presenta ad una festa di Halloween dimenticando il costume, solo che io il costume non ce l'avevo per premeditazione. AHHH, ECCO: signore, sappiate che ho apprezzato molto il vostro anticonformismo. Un po' più conformista di loro ma comunque unico nel suo genere è stato invece Septimius Sonn, che con un colpo di saggina ha spazzato via il ricordo di tutti i vecchi travestimenti da personaggi delle fiabe babbane riportando in auge quelle di Beda il Bardo. Il suo costume da stregone dal cuore peloso, difatti… difatti… No, ora che ci penso bene, Mius non era esattamente l'unico del suo genere (Kerry Dunning, Hortense Lanfrad e Eoghan Donegal gli hanno fatto compagnia, con la loro versione dei tre fratelli dell'omonima fiaba), ma resta comunque il fatto che quello del mio concasato fosse un buon costume, per palpare con nonchalance le compagne. Non so se sia per colpa delle sue mani che Calypso VonSchuester a un certo punto è scoppiata in lacrime, ma visto che la Serpeverde ha trascorso tutta la serata a fare cose inquietanti come sorridere, parlare pacificamente con Katherine De La Parker o guardare Hypnos come se con lei avesse davvero qualche chance… beh, quella è l'ultima cosa di cui mi preoccuperei. 
A sproposito di zucchero. Se c'è una cosa di cui NON ringrazio il duo musicale Candy & Heart (oltre di avermi rovinato l'infanzia, naturalmente), è il fatto di aver ispirato i provocanti travestimenti di Tommy O'Flynn e Ian O'John; col termine "provocanti" ovviamente intendevo dire "che provocano turbamento" ed anche isteria, se si tratta della professoressa Welkentosk - ma diciamo che per una volta non la biasimo: anche a me scoccerebbe, se mi capitasse di ritrovarmi su un palco assieme a un ragazzo che emette versi, un altro vestito da donna e un terzo coi pantaloni calati (trattasi sempre di Caleb Harris. Lo vedete che basa il suo successo sugli ormoni ululanti delle streghe?).
Comuuunque, arrivati a questo punto la scaletta mi imporrebbe di elencare i costumi vincitori d'ogni categoria, cosa che durante la cerimonia ha fatto proprio la docente di Storia, ma alla fine non credo che lo farò. No. Il punto è che non me li ricordo se tutta o quasi la scuola era presente alla festa diventa abbastanza inutile ripeterli, specie quando la persona che sta scrivendo non condivide la maggior parte dei risultati. Prendiamo Hilary Darcy e Catherine Smith, ad esempio; della loro manticora sono riuscito a individuare appena il passaggio, visto che O'Jynn e O'Flohn si sono gettati (gettate?) su di loro con la stessa foga di chi sta cercando di ottenere l'ultima patata del vassoio. SI, L'HO SCRITTO APPOSTA, CONTENTI? Anche se… beh, dall'alto dei miei diciotto anni, devo dire che mi interessa poco provare il brivido dell'illegalità. E poi io ho bisogno di una strega più matura, colta quasi quanto me e che soprattutto non ascolta trashate come Harris, quiiindi a mio avviso la Darcy e la Smith non meritavano il premio per la categoria "Zucche Sexy", semmai quello di "Miglior Coppia". Uhm, ora che l'ho detto mi suona un po' strano e non so perché. Prima di voltare pagina, sappiate solo che per qualsiasi errore trovato all'interno di questo articolo potete incolpare Heert ed Elle, visto che prima di venire qua a scrivere li ho aiutati a liberarsi un po' dai loro costumi di gelatina, e lo sanno tutti che mangiare troppi dolci fa male. Cosa che non avrei dovuto fare, se qualcuno di voi li avesse mangiati di più durante la festa, quindi in parte dovrete incolpare anche voi dell'insuccesso di questa cronaca. I complimenti potete invece rivolgerli a me stesso, eh! 
Da "Londra" è tutto, ancora una volta felice incasso per Zonko!

Kermit Knightsbridge, che non ci ha voluto dire dove abita, Serpeverde, classe 2069/2070, benché sia nato un anno prima rispetto a molti dei suoi attuali compagni di corso; non fateglielo notare troppo, a meno che non vi interessi ascoltare la storia della sua vita in chiave melodrammatica. Dietro a un primo strato di stordito che ha perennemente bisogno d’una Ricordella, cela un oscuro lato vittimistico, pedante e, soprattutto, peSante. E’ appassionato di musica (buona musica, direbbe lui) e ascoltava la tua band del cuore ancora prima che essa esistesse. Il mondo del giornalismo non sembra interessarlo granché, e può essere che sia questo il motivo per cui faccia tanto il prezioso e non perché sembri essere allergico a qualsiasi cosa somigli vagamente a un gruppo. Potreste ricordarlo per la sua collezione di maginchiglie, o per quella volta che fece cantare le armature di un corridoio ai fini della riuscita di una serenata.
By Stephen Medicine | ottobre 29, 2013 - 12:30 pm - Posted in Ottobre 2069

Settimini a confronto

 

Ho capito da tempo che cercare di infondere un po’ di buon gusto negli studenti di questa scuola è come regalare perle ai porci. Quando ero più piccola cercavo di spiegare cosa andasse di moda al momento e che pozioni di bellezza usare, ma nessuno sembrava interessato, visto che ad Hogwarts tutti pensano di essere i più grinzafighi e se ne fregano della realtà. Ricordo che per un breve periodo ho pensato di aver trovato un Lumos in un graziosissimo gruppo chiamato FBY. Era stato fondato da Juliet Lucky, Alice Darcy, Michelle Edwards e Sharon Peterson. Però non è andato avanti. Certi gruppi hanno vita breve. Tutti i geni sono incompresi. Sono però alla fine del mio corso di studi e dopo attenta riflessione ho deciso di provare un’ultima volta a illuminare le menti di voi altri studenti ed anche quelle di qualche adulto che ci legge.
Sono nata in una famiglia purosangue che da decenni si occupa di vestire i maghi e le streghe. In origine l’attività di famiglia si chiamava “Stratchy”, poi è diventato “Stratchy & sons” ma ora che i figli hanno avuto altri figli ed il numero di negozi è aumentato in giro per la Gran Bretagna ed il mondo, abbiamo cambiato nome in “Stratchy, sons & grandsons”. Si può quindi dire che io sia cresciuta tra gli abiti da mago e da strega all’ultimo grido e che sappia quel che dico quando parlo di capi d’abbigliamento. Infatti mi piange il cuore quando vedo la “babbanizzazione” del modo di vestire dei miei compagni. Non capiscono come si possa essere comunque comodi e alla moda anche restando fedeli alle tradizioni del mondo magico e non capiscono neppure che è importante rispettarle perché ci caratterizzano e ci differenziano dal mondo dei non maghi. E’ proprio su questo concetto che fonderò questa rubrica. Lo so che alcuni storceranno il naso pensando che La Voce degli Studenti si possa trasformare nel giornale delle cornacchie, ma non è così. Non lo faccio neppure per far pubblicità ai vestiti dei negozi di famiglia, come qualcuno potrebbe credere. Lo faccio per la stessa ragione per cui nei negozi di famiglia non vendiamo abiti Babbani: noi non siamo Babbani
Ho deciso che inizierò con gli studenti del settimo anno. Sono i miei compagni di classe. Ho sotto gli occhi come si vestono praticamente ogni giorno da sette lunghi anni. Purtroppo non posso descrivervi lo stile di ognuno di loro, perché il Tassofesso che dirige il mio giornale non mi dà più di una pagina per il mio articolo. Però vi farete un’idea degli elementi. Ne sono certa.
Cominciamo dall’abbigliamento maschile. E’ obiettivamente meno complesso sia da analizzare che da consigliare.
Nella mia classe esistono fondamentalmente tre categorie di maschi. Quella che va per la maggiore è il nero o grigio e bianco. I massimi esponenti del settore sono i Caposcuola Serpeverde Ferdinand Wilson e quello Tassorosso Hypnos Barrach. Il primo quando non indossa la divisa è allegro come la Graveyard il giorno in cui abbiamo fatto esplodere per errore un suo barile pieno di Vermicoli. Quelle toppe sulle maniche delle sue giacche color cane fuggente non si possono proprio guardare. Io glielo dico sempre: “Ferdinand, sei un bel ragazzo. Dovresti trovare qualcosa che stia bene con il tuo colorito da meticcio indiano o quel che sei. Poi… il nero sfina e tu già sembri una stampella, andiamo!” Lui solitamente non la prende bene e continua a vestire come prima, ma io non demordo e magari a sentirselo dire pubblicamente il consiglio produce i risultati sperati. Hypnos è un pochino meno smorto. Cioè… quando deve vestirsi elegante ha la stessa verve del Professor Gray, ma per lo meno ha alcuni felponi babbani e rovinati di colori un po’ più accesi. Anche se i jeans addosso ad un mago non si possono vedere. Anche a lui ho dispensato qualche consiglio in passato. Non ne ha fatto tesoro, ma essendo un Tassofesso non mi aspettavo niente di diverso. A questa categoria di maghi, sia che vesta in una maniera ibrida come Ferdinand sia che indossi capi esclusivamente Babbani come Hypnos io suggerisco di continuare con il loro stile da partecipante ad una veglia funebre, ma con l’aggiunta di accessori vezzosi. Qui sotto potete vedere un completo pantalone, giacca e gilet che mia madre sta vendendo tantissimo. Forse non avrei dovuto trasfigurare le foto per modificare la faccia dei modelli con quelle dei miei compagni, ma volevo che vedessero come sarebbe stato indossare abiti da mago. Ritoccare le foto con la magia non è cosa per me. I modelli si sono anche fermati e non so come farli ripartire. Va bè, lasciamo perdere. Dicevo ad Hypnos e Ferdinand  che quel completo con l’aggiunta di una cravatta vaporosa rossa può fare bella mostra di sé. Ora non dico che entrambi debbano comprare questo stesso completo, ma dovrebbero tenere a mente il consiglio: accessori vistosi. Tutte le ragazze sanno che possono fare la differenza.
La seconda è una categoria d’abbigliamento maschile a parte, ma proprio a partissima. Ho deciso di chiamarla “Heert McNail“. Se avete buttato un occhio su di lui quando non indossa la divisa scolastica so che avete già capito perché ha una sua classificazione particolare. E’ un bambino speciale lui. Io credo, e dopo sette anni di prove a favore ne ho raccolte parecchie, che Heert si vesta al buio. Ognuno si diverte come crede, naturalmente, ma è impossibile che qualcuno che accenda la luce quando decide cosa mettersi o cosa comprare possa scegliere roba simile. Solo in questo modo si possono spiegare le magliette giallo fluorescente o blu elettrico: le sceglie perché si vedono anche al buio. A lui non ho mai dispensato consigli di moda. Credo sarebbe tempo perso e poi non riesco a guardarlo una seconda volta dopo aver visto cosa si è infilato addosso. Essendo questa rubrica un inno al tempo perso, però, oggi ci provo. Caro Heert e soggetti maschili a lui accomunabili che spero siate veramente pochi, dovremmo fare di questo tuo coraggio e menefreghismo dell’opinione altrui il tuo cavallo di battaglia. Ti propongo quindi uno stile magico alternativo come quello che vedi nella foto qui accanto: tuniche dai colori sgargianti e dalle fantasie ardite. Abbiamo uno stilista che fa esclusivamente capi di questo genere. I tessuti sono molto belli, il taglio estremamente accurato e le linee sono… meravigliose. Solitamente i suoi clienti sono maghi ricchi ed eccentrici e tu potresti unirti a loro. Parlerò di te allo stilista. Gli dirò che sei restato affascinato dai suoi abiti e gli chiederò se è interessato ad una linea giovanile a cui tu potresti fare da modello nella vita vera. Sono certa che andrà pazzo per l’idea.
La terza ed ultima categoria è quello dei maghi che si ricordano di essere maghi. Ciao, Gis! Hai visto il brugo che cresce alle pendici della collina vicino alla capanna del Guardiacaccia? L’hanno piantato ai tempi del preside Dippet. Ecco, guarda il brugo e smettila di leggere. Sami Medicine è universalmente riconosciuto come bello e cretino. Quindi senza fermarci a pensare alle sue facoltà mentali e senza farci domande sul come sia potuto finire a Corvonero, parliamo di come veste. Lui, sì! Abiti da mago eleganti dai colori variegati e di un finissimo stile. I Medicine saranno anche degli spocchiosi palloni gonfiati, ma sanno da chi farsi vestire. Perchè ovviamente lo vestono. Non posso credere neppure per una frazione di secondo che quel buon gusto sia farina del sacco di Sami. In fondo sua madre scrive per un giornale di moda e sua cugina Vinnica è universalmente nota per essere cretina come lui, ma di buon gusto. Quindi, maschi, guardate Sami Medicine e capirete come si veste un mago.
Nella compagine femminile le cose sono un po’ più complesse, come sempre, ma in alcuni casi qualcosa accomuna i due generi. Elle McDronick, infatti, non è solo Caposcuola Grifondoro come Heert, ma fa anche parte della categoria a parte “Heert McNail”. Mentre Amber Meng sembra desiderare ardentemente l’anonimato come Hypnos e Ferdinad, visti i colori spenti o scuri che predilige indossare. Secondo me Elle si veste anche lei al buio e via dicendo. Solo che lei non usa abiti fluorescenti, ma preferisce i disegni geometrici su tessuti dai colori comunque accesi. Se li abbinasse con gusto, capi di questi tessuti sarebbero anche una scelta apprezzabile, ma di gusto è alquanto scarsa. Se proprio devo trovare qualcosa di positivo nel suo modo di vestire, c’è che le piaccia indossare cappelli. Anche se è tutto sommato una novità. Ha iniziato con l’arrivo del Professor Harrenhal al castello. Lui ha detto che lei è la sua studentessa preferita e io lo so perché: se l’è lisciato per bene da subito, cominciando ad indossare cappelli. Professore, io li indosso da prima. Non si faccia fregare. Comunque, preferenze discutibili a parte, ad Elle suggerirei un corpetto veramente interessante che ho messo nell’immagine qui accanto. Anche in questo caso stregandola perché la faccia della modella sembri quella della Grifondoro. Disegni geometrici come piacciono a lei, ma molto meno psichedelici. Lo sfondo rosso, poi, dovrebbe essere di suo gradimento. Ho notato la gonna a palloncino che ha indossato qualche tempo fa e credo che le maniche a palloncino potrebbero non spaventarla troppo. Certo, ci vuole un po’ di coraggio, ma lei, come Heert, ce l’ha. Altrimenti il loro stile non si spiega, a meno di essere completamente incoscienti.
Diversamente dai consigli dati ai maschi anonimi, in Amber scorgo qualche barlume di speranza. Ho notato che la Corvonero indossa un cappottino rosso durante i fine settimana ad Hogsmeade che è molto carino nella sua Babbanicità. Una versione adatta ad una strega potrebbe essere una mantella rossa con ricami dorati che è arrivata in negozio giusto all’inizio di questa stagione. Lo stilista l’ha abbinata ad una camicetta bianca, un corpetto lavorato di pelle ed una gonna rossa, ma si può sempre comprare unicamente la mantellina con cappuccio. Guardate come sta bene nella foto.
Allontanandomi un poco dall’analisi del modo di vestire dei miei compagni, vorrei attirare l’attenzione su un capo che sembra piacere praticamente a tutte: i leggings. Negli ultimi tempi, chi prima chi dopo, li ho visti addosso a tutte. Ad alcune stanno bene per carità. Ne sono un esempio Rosalie Kole e Katrine Warren che hanno il fisico adatto. Altre, invece, tra cui io, non possono proprio permetterseli, visto l’eccesso di fianchi. Io li trovo molto Babbani, quindi non li userei mai, ma per chi non ne possa fare a meno ho alcune dritte per renderli contemporaneamente più adatti ad una strega e nascondere forme non proprio perfette e rotolini di ciccia a vista. Innanzitutto il tessuto: ci sono dei leggings in pelle di Nero delle Ebridi che sono molto graziosi. In abbinamento, in negozio abbiamo dei bustini da cui pendono lunghi tratti di tessuto più o meno coprente. Nella foto qui accanto ne potete vedere un esempio. Lo so, starete pensando che sono fissata con i bustini e le giacchette, ma sono un must per la stagione autunno-inverno ’69/’70. Quindi fatene largo uso.
Per ora chiudo qui. Altrimenti non mi ci sta il pezzo nella pagina e non voglio che quello che dirige il MIO giornale metta mano ai miei pezzi sforbiciandoli. Vi anticipo solamente che il prossimo mese mi occuperò degli studenti del sesto anno. Quindi in campana, ragazzi. Io vi osservo.

 

Britney QuillsE’ una settimina Serpeverde. Veste spesso e volentieri di rosa e fuxia. Ha le ossa grosse, dice lei. Altri dicono sia grassa, altri ancora che abbia sangue di gigante. Va forte negli incantesimi domestici. E’ profondamente romantica, ma ha dovuto imparare a nasconderlo. Le piace il gossip e, pur sapendo che a La Voce degli Studenti non è ben visto, non riesce a non farne almeno un po’ in ogni suo articolo. Sogna di sposare un buon partito e mettere al mondo tanti figli. E’ sempre a caccia di appuntamenti nella speranza di incontrare l’anima gemella. Se siete maschi, l’avete conosciuta ed ancora non vi ha chiesto di uscire: preoccupatevi, vuol dire che siete ripugnanti.
By vocestudenti | ottobre 27, 2013 - 10:49 pm - Posted in Ottobre 2069

Questo mese, com'è evidente, il contro editoriale è stato affidato a me e per prima cosa vorrei tanto ringraziare il grande capo LeKing che è stato così grinzafighissimo da concedermi questo miticissimo pezzo. Grazie amico, sei proprio un grande, ricordami che ti devo una canzone a tua scelta durante la MiloDiffusione!

Ma tornando a noi, mentre stavo leggendo i vecchi contro editoriali per farmi un'idea di cosa avrei dovuto scrivere ho subito notato che nessuno dei miei predecessori era un Corvonero come me. Poi ho iniziato a fare un piccola ricercuccia sugli scribacchini Corvonero degli ultimi tempi e gli unici che ho trovato sono Rebby  e Frederick, cosa che sinceramente mi ha sconcertato un po' e contemporaneamente messo tristezza perchè ho notato la profonda divisione che c'è tra Corvonero e non-Corvonero. Quello che voglio dire è che è un peccato che la maggior parte dei Corvetti si privi deliberatamente della possibilità di far parte di un progetto come quello della Voce degli Studenti. Perchè alla fine far parte di un giornalino scolastico (che sia la Voce o l'Eco) non significa solamente scrivere degli articoli di cui magari non interessa niente a nessuno, ma è una questione di cooperazione interna, cameratismo tra colleghi e magari anche amicizie. Perchè anche se è divertente mettersi e scrivere questo o quel pezzo (cosa che probabilmente vorrò fare dopo la mia uscita da Hogwarts da professionista; ma tranquilli, abbiamo ancora due meravigliosi anni insieme e quindi nessuno pianga prematuramente!) la cosa più bella del far parte della Redazione è che ho la possibilità di stare insieme ad un sacco di persone che probabilmente non avrei conosciuto così bene come ho la possibilità di fare ora. Quindi precludendosi la possibilità di entrare nella Voce molti miei compagni di Casata non hanno la possibilità di fare delle conoscenze spettacolari, di incontrare l'amore della loro vita o anche di scoprire il loro arcinemico! Credo che ormai abbiate capito che questo mio contro editoriale è diventato un appello contro le ghettizzazioni che avvengono tra le varie casate, ma non fraintendetemi, non pretendo che il castello sia invaso dall'amore reciproco e che tutti siano amici di tutti come molto teneramente Heert McNails ha esposto nel suo biglietto in bacheca, ma che non ci siano stupidi pregiudizi riguardanti alle diverse Casate. Ovviamente tutti possiamo avere a che fare con una persona che proprio non reggiamo, ma che almeno ci siano dei motivi seri e che riguardino degli atteggiamenti o delle cose che ci danno fastidio nell'altro, non perchè quell'arpia è una Serpescema e io sono una Grifolagna troppo correttaNon voglio tirare troppo per le lunghe con questa filippica pro-integrazione, capisco che quest'articolo è presto stato abbandonato o peggio usato come fondo della gabbietta per i vostri gufi, ma continuo a sperare che quelli di voi che hanno iniziato di leggere e sono stati così coraggiosi di terminare questo pezzo pensino almeno un pochino alle mie parole. Dai, fate contento il MiloMeister, questo Convotronfio del crup!

By Anne Burton | - 3:22 pm - Posted in Ottobre 2069

è giallo attorno al cadavere ritrovato ad Hogsmeade

Sono le sette e mezzo della mattina del primo novembre 2069, devo ancora finire di districare quel che resta dei miei capelli dopo che qualcuno ci ha buttato sopra della pozione collante e me ne sto qui con ancora addosso il mio grinzafico costume di Timmom – mascherarsi da mutaforma è la cosa più semplice, credetemi, nonostante tutti continuino a chiederti chi stai impersonando – a cercare di mettere insieme i pezzi frammentari che Jeremy - non chiedermi più di mascherarmi con te - mi ha lasciato appuntati su una pergamena. O almeno credo che fosse lui visto che ha vaneggiato su congiunzioni astrali del tutto strambe prima di andare a far colazione, visto che abbiamo lavorato tutta la notte siam qui da molto presto, stamattina. Tutto per garantirvi un giornale fresco di stampa. La notte di Halloween, come vi avranno ripetuto sino alla nausea, rappresenta il momento in cui il regno dei morti e quello dei vivi si sfiorano fin quasi ad unirsi. Nel caso di Maureen Huges, però, questa folkloristica coincidenza non ha rappresentato solo la classica messa in scena di qualche burlone con schizzi di succo di pomodoro e gelatina di un rosso cupo come farebbero i Babbani più fantasiosi.
Risale infatti a non più di due ore fa – perchè noi de La Voce siamo sempre sul pezzo e io non voglio sapere come abbia fatto Jeremy a venire a conoscenza della notizia – il ritrovamento del corpo di una donna sui quarant'anni la cui pelle è apparsa ustionata in diversi punti anche se prevalentemente sugli annessi cutanei, primi fra tutti i capelli che – cito testualmente le parole che leggo (parolone!) su questi appunti – non fanno certo parte del costume scelto per Halloween. Stando alle primissime ricostruzioni dell'accaduto, infatti, sembra che la vittima – la cui identità e stata appurata dai documenti all'interno della borsetta che portava con sè e svuotata al suo fianco – si stesse recando a qualche festa a tema, vista la ricorrenza in questione, sebbene non sia stato possibile – ovviamente – stabilire né il luogo di destinazione né se la strega fosse in compagnia di qualcuno al momento della tragedia, anche perché nel punto in cui è stato ritrovato il corpo vi sono diverse orme rese ancora meno marcate viste le piogge che caratterizzano sempre la stagione. Dalle prime testimonianze di chi ha rinvenuto il cadavere, comunque, le generalità della vittima non fanno parte di alcun elenco delle due principali feste del villaggio magico appena fuori i cancelli di Hogwarts, ma visto che la strega in questione non risiede ad Hogsmeade è altrettanto certo che Maureen Huges si trovasse da queste parti per una ragione specifica, non ci vuole di certo un Auror per spiegarcelo.
Stando allo stato in cui è stato ritrovato il cadavere ed in base alle prime parole rilasciate dal medimago accorso sul posto insieme agli Auror – almeno quelli non impegnati qui al castello durante la serata di ieri – le indagini sono orientate sulla magia oscura e, più precisamente, riconducono l'arresto cardio-respiratorio fatale per la vittima, all'utilizzo di un Trasnètul (sempre che si chiami così) prolungato che, come direbbero i McReady più veraci, le ha fritto qualsiasi cosa friggibile all'interno di un organismo umano. Presumo, quindi, che per un guaritore i segni lasciati da magia oscura di questo genere siano decisamente inconfondibili vista la rapidità con cui la notizia ha preso piede, valicando i cancelli di Hogwarts sin da subito. Come potete ben capire, però, al momento ogni notizia è del tutto frammentaria e quasi inconcludente, fatta eccezione per le generalità della vittima e per la sua descrizione fisica, anche se voglio sperare che davanti ad un fatto del genere vi importi davvero poco che la strega in questione avesse dei biondi capelli color del grano e fosse mascherata da una qualche sottospecie di Lethifold. Quel che è certo, dopotutto, è che parte del corpo docente del castello sarà di certo sconvolto non appena verrà a conoscenza dell'identità della donna ritrovata sulle sponde del Lago Nero, versante Hogsmeade. Salvo clamorose smentite – e non credo sia questo il caso – infatti, la strega in questione dovrebbe essere nata nel 2030, esattamente come gran parte degli assistenti presenti ad Hogwarts in questo momento.
Si è trattato di un'aggressione finita male anche se il denaro all'interno della borsetta non è stato toccato minimamente? O dovremmo parlare di un omicidio premeditato ed intenzionale lasciando che siano le forze dell'ordine a frugare nell'esistenza privata della strega? La vittima conosceva il suo aguzzino, forse? E perchè nella parte interna del suo costume è stato rinvenuto un singolare pezzo di vetro di forma quasi sferica e leggermente "aperto" ad una delle estremità? Queste – ed altre – sono tutte domande cui dovranno rispondere le autorità competenti non appena le indagini raggiungeranno qualche punto fermo. Di mio, per il momento, posso dirvi che mi è passata qualsiasi voglia di andare a spaventare qualcuno perchè ora che Halloween è passato non se lo aspetta nessuno. Oggi Hogwarts e l'intera comunità magica si sono svegliate con una nuova vittima per cui versare delle lacrime. Magari tra queste persone ci sarà anche chi si è macchiato di una colpa del genere e questa, tra tutte le cose, è quella che mi manda più in bestia.

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il quarto anno e, come tiene a sottolineare, anche il corso di Cura delle Creature Magiche, Jer compreso. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione principale – per ammissione – è quella di salvare il mondo magico da Betty Chisholm ed i suoi romanzi.
By Ivy | ottobre 26, 2013 - 12:09 pm - Posted in Ottobre 2069

Novembre è alle porte e con ciò anche l'esordio del campionato scolastico di Quidditch che vedrà, come ogni anno, le quattro casate a confronto sportivamente parlando, con un'unica nobile aspirazione: la vittoria della Coppa di Quidditch.
Le squadre sono altresì motivate, come ogni anno d'altra parte, e benché andare a curiosare gli allenamenti altrui se non autorizzata non faccia parte del mio modus operandi, pedinare i correnti capitani mi è permesso, no?
Sapere anticipatamente cosa aspettarsi durante le prime partite del campionato è il sogno di ogni tifoso, per non arrivare impreparato sugli spalti ovviamente, per cui il nostro dovere di giornalisti è anche quello di preannunciare quello che si vedrà in campo fra meno di un mese, orientativamente. Ma non andrò a chiedere la formazione al completo di ogni squadra, no, questo no, il fattore sorpresa gradirei mantenerlo in codesto caso altrimenti non si avrebbe l'entusiasmo dei nuovi ingressi in squadra ed in campo, non credete anche voi? Potrei anche divulgare la formazione Grifondoro ma non lo farò per quanto già detto.

Mi sono documentata a dovere in questi anni in cui provenivo dalla sovrana e beata disinformazione per il Quidditch e di questo profana ed adesso posso affermare quanto segue…
Inizio dicendo che quest'anno avremo a che fare con delle squadre giovani, considerando i componenti ovviamente. Per quanto non siano note le quattro formazioni non serve essere dotati di Vista o del terzo occhio per fare qualche veloce calcolo!

I Tassorosso dovranno fare a meno del validissimo ex capitano Rowena Abyss, della Heyannir e della sua chiamiamola dote di ricoprire ogni ruolo in campo, del signorino Connelly sparito dal castello e della signorina Sheridan che ha fatto la stessa fine di quest'ultimo. Qualora i più esperienti confermassero anche quest'anno, si tratterebbe solo della Williams (capitano) e del Capo Gordon; è vero, altre promesse potranno dare una spinta alla squadra, una sorta di marcia in più, ma sarà realmente sufficiente? Lo vedremo, non amo mettere paletti al Fato.
I Serpeverde, a mio modesto parere, sono quelli messi meglio in quanto ad ipotetica formazione, poiché rispetto all'anno precedente non hanno perso nessuno, Vandenberg escluso. Ergo, semmai dovessero confermare tutti, sarebbero più avvantaggiati di una squadra Tassorosso, ad esempio, che si è dovuta metter su non dico tutta ma quasi; per di più possono -qualora confermassero, ovviamente – vantare di presenze come la Landrad (capitano), la Bennett, la Lamb (fra i veterani) e di molte altre promesse che l'anno scorso anno permesso a codesta squadra di vincere la Coppa di Quidditch.
I Corvonero, al pari dei Serpeverde, hanno perso solo Trott anche se… che perdita! Ricordate l'ultima sua azione nell'ultima partita dello scorso anno? A dir poco strepitosa, sensazionale. Commenti a parte, anche se hanno dovuto salutare il loro capo-reparto, a conti fatti, non stanno messi così male con presenze come la Whiteheart S., la Davies, la Meng e la Hongrie certo, anche per loro conferma inclusa, si intende.
I Grifondoro non si può dire che siano messi bene come le due suddette fortunate squadre, visto che già durante il corso dell'anno scorso hanno perso dei componenti fondamentali (mi riferisco a Bradenbilius Rothenberg ed a Luys Thingread) ma sicuramente non male ai livelli dei Tassorosso. Hanno perso il capitano Seth Lucky e la signorina Lowenn, ma possono contare su una formazione perlopiù d'esperienza con elementi come la Silverstongue (capitano) ed il signorino Vedder. Gli altri li considererei di esperienza intermedia, benché non possano essere catalogati propriamente come novellini, ecco.
Per quanto i pronostici, senza conoscere le quattro formazioni nella loro interezza, siano poco affidabili, ad occhio e Gebo direi che si possa pensare che i Tassorosso siano avvantaggiati nella difesa, con Gordon alla mazza e la Williams agli anelli. I Serpeverde sono messi bene un po' ovunque, devo dire, perché in difesa hanno la Bennett, all'attacco il trenosenzasosta Lila Lamb e la Lanfrad per la cattura del boccino dorato che, come ben tutti sapete, determina la vittoria. I Corvonero sono maggiormente equamente distribuiti, in quanto a punti di forza, rispetto ai Serpeverde, potendo contare su un veterano in ogni reparto. I Grifondoro non possono che affidarsi alla fantasia ed alla grinta del loro capitano, nonché capo reparto, ed all'esperienza di Vedder… le due punte (posteriore ed anteriore) di attacco e difesa brillano.
In sintesi, a questo punto, direi che si può avere già un'idea a primo impatto su quello che accadrà fra qualche settimana ma, come già detto prima, non amo mettere paletti al Fato… quindi chi vivrà vedrà.
Come preannunziato nelle primissime battute di codesto articolo, sono andata un po' in giro a chiedere ai capitani qualche informazione/curiosità sulle attuali squadre e sui loro ruoli di capitani.

Il premio "Capitan Leone" va sicuramente alla signorina Silverstongue con il suo continuo ribadire quanto lotterà con le unghie e con i denti per la sua squadra ed il titolo, battendosi come solo una guerriera farebbe, ma anche per l'eccitazione e la febbrile voglia di mettersi in gioco che ho denotato dall'inizio alla fine dell'intervista. Contrariamente ad altri. Inoltre si è premurata di precisare quale sia il ruolo di un capitano: non solo una nomina ed una fascia ma un onere da convidere con l'intera squadra al fine della vittoria della stessa.
"Chiaramente spero di portare in campo dei giocatori competitivi… tutti mi hanno dato modo di aspettarmi grandi cose, lo spirito c'è, vedremo poi quali saranno i risultati. Possiamo batterci per il titolo e state pur certi che lo faremo" Nicole dixit, a testimonianza di quanto siano affidabili le mie suddette parole. Attenzione popolo sportivo di Hogwarts, qui abbiamo una leonessa!
Il premio "Capitan Esperiente" va invece alla signorina Lanfrad per la sensazione che effondeva nel rispondere alle domande della sottoscritta e per le parole che ha speso sugli altri capitani e sulle squadre "rivali". Tutte espressioni e modi di porsi degni di chi ha dalla propria una certa esperienza, esperienza che sente – come dire – pesante anche sulle spalle.
"Sinceramente l'unica cosa che aspetto con furore è la partita contro Tassorosso, giusto per vedere se Leroi continua a migliorare a vista d'occhio" Queste alcune delle parole della signorina Lanfrad e, guardando il calendario del campionato scolastico, il suo desiderio sarà avverato a Dicembre… chissà, magari varrà anche come un bel regalo di Natale!
Il premio "Capitan Speranza" va, infine, alla signorina Williams per l'aura di speranza, di ottimismo e di positività che la circondava, in grado di influenzare perfino me. Per questo sono sicurissima che riuscirà ad incutere questa tranquillità e positività anche alla sua squadra!
Ha riconosciuto ed ammesso le impervie in cui quest'ultima si trova, con onestà e modestia, senza per questo smettere di essere fiduciosa che qualcosa potrà anche cambiare con il tempo; né ha ritenuto necessario sminuire il lavoro e l'impegno altrui pur affermando il suo fiducioso punto di vista.
"La squadra quest'anno è formata da molte persone giovani ma non per questo sono da sottovalutare, confido nelle capacità di ognuno e sono certa che potranno crescere e migliorarsi nel corso degli allenamenti e delle partite. [...] per il resto sarà il tempo a svelarci le altre cose" e qui abbiamo la signorina Williams che, come vedete è immensamente speranzosa e fiduciosa della sua squadra. Questo, a mio modesto parere, è uno dei migliori modi per iniziare un capitanato, la fiducia nei componenti della propria squadra.
E fin qui i capitani sono tre… sul quarto, in seguito al suo comportamento alquanto scortese con la sottoscritta, non è mia intenzione parlarne. O almeno, se vuole farlo qualcun altro, prego, io non lo farò di certo. Parlar bene o male di qualcuno non è importante, l'importante è che se ne parli… è per questo che io non lo farò, per non renderlo importante e per non imbruttire il mio articolo con il suo nome. E poi non sia mai che un nome così importante vada a finire su della carta igienica, nono, quindi faccio la persona altruista – quale sono ovviamente – e non ne parlo. Mi dispiaccio solo per i Corvonero, perché la Sorte è stata proprio sfavorevole per loro in codesta assegnazione del capitano.

Dalla scribacchina Ivy Hevenge al momento è tutto… che le mie informazioni vi siano state almeno un po' utili, cari lettori! Non ci resta che attendere con ansia l'inizio del campionato scolastico per fornirvi informazioni maggiormente affidabili e soprattutto dettagliate.

Ivy Hevenge. Quartina grifondoro, 14 anni. Figlia di un cavaliere di Mornay e di una babbana, vive nella medesima isola magica ed ha tutte le intenzioni di seguire le orme del padre anche se una regola legata al sesso glielo impedisca; per questo tutto quello che fa ha come finalità quella di essere il cavaliere perfetto, perfetto a tal punto da poter abbattere una regola antidiluviana e sessista. Ed è anche convinta di riuscirci! Poveretta…Si batte affinché le femmine siano al pari dei maschi, sia come opportunità che come considerazione, cosa che trapela anche nei suoi articoli; occupa perennemente la prima fila in aula e mira ad eccellere in tutte le materie. La sua "carriera" da scribacchina è iniziata con un'invettiva nei confronti dei partecipanti al Torneo indetto dai Cavalieri di Mornay. Fa parte del Club del Libro dal primo anno.
By vocestudenti | ottobre 25, 2013 - 10:06 pm - Posted in Ottobre 2069

Vorrei subito fare una veloce precisazione per i lettori maliziosi: quest'articolo non parla di quel tipo di bacchette tipicamente maschili, no no carissime lettrici, qui sto veramente parlando di catalizzatori, quindi non fate brutti pensieri, okay? Qualche giorno fa ero in biblioteca a fare una ricerca per un compito di Storia della Magia e per errore invece di prendere il libro sui Mangiamorte che mi serviva, mi è passato tra le mani questo libro intitolato The Wand. Come potete ben immaginare ha attratto la mia curiosità e invece di fare la ricerca per Rosmilduccia mi sono messo a leggerlo, scoprendo cose moooolto interessanti sulle bacchette. Cioè vi rendete conto che la bacchetta che vi ha scelto racconta molto di voi e della vostra personalità? Scoperto ciò ho iniziato a fare una piccola indagine, indagine con cui voglio mostrarvi le mie scoperte.
La prima bacchetta che voglio analizzare è questa: Biancospino, 11 pollici e 3/4, flessibile, nucleo con crine di Kelpie al suo interno. I celeberrimi fabbricanti di bacchette Olivander e Gregorovitch concordano nel dire che il Biancospino è un legno piuttosto contraddittorio, intrigante e complesso, mentre del crine di Kelpie si dice che sia un nucleo che, oltre ad essere abbastanza raro, ama l'avventura e sperimentare cose nuove e diversi tipi di magia. Non si lega facilmente a maghi e streghe noiosi, vuole qualcuno con una personalità frizzante, ma che in ogni caso deve avere molto carattere per riuscire a domare questo nucleo. Non so voi, ma questa bacchetta mi ricorda molto la sua proprietaria Katherine KatMiao DeLaParker, ragazza complessa ed intrigante, ma al tempo stesso giocosa e forte. Non fatevi ingannare da quel suo bel visetto da bambolina, è una tosta!
Veniamo ora al Castagno, 10 pollici e 1/2, rigida, anima con polvere di fata. Il proprietario di questa bacchetta è particolarmente dotato nei rapporti con le creature magiche, topi enfatici compresi, e con le piante che tanto piacciono al papino di LuysLovah e a quella gran MILF appassionata di erbette della Belvoir. Ma il Castagno è un legno che assorbe molto della personalità del suo proprietario e che cambia molto rispetto al nucleo al suo interno – che in questo caso è la polvere di fata – falsamente reputato poco magico. La polvere di fata nonostante le sue magie scenografiche tende ad essere un po' furbetta, cioè non si fa problemi a cambiare padrone  se quello nuovo si dimostra migliore del precedente, un po' come i maghi e streghe che possiedono bacchette con questo nucleo tendono ad essere un po' approfittatori. Possessori di bacchette con anima di polvere di fata non vergognatevi, non è per forza una brutta cosa cercare di mettersi nella migliore posizione possibile! Homo homini lupus diceva qualcuno! Ammetterete anche voi che questa sembra proprio una bacchetta dal padrone verde-argento (o al massimo di Emrys Hansen) ed è con gioia che vi comunico quindi che il padrone di questa bacchetta è Riley PifferaiaDiTopiEnfatici Stratford. Persone che le sono vicine potranno confermare che la sua bacchetta la rispecchia molto, non è vero Oscar?
Hypnos HoUnSecondoNomePretenzioso Barrach e Joe CavalierServenteDiRenne Condor oltre ad essere entrambi al settimo anno hanno più di quanto sembri in comune. Chiedendo loro come è fatta la propria bacchetta (continuo a pregare che non siate maliziosi) sono rimasto piacevolmente sorpreso nello scoprire che i due possiedono stesso nucleo e stesso legno. Per questo ora vorrei scavare a fondo nella loro personalità per scoprire i motivi per cui una bacchetta di Pero con scaglie di Maride li ha scelti entrambi. Ora chiudete gli occhi e cercate di dimenticare le evidenti differenze fisiche e di Casata e focalizzatevi semplicemente sul carattere dei due settimini. Sono buoni e generosi? Gentili, sempre disponibili con il prossimo e buoni di cuore? Affidabili e senza sbalzi d'umore da lunatici degni della McDronick? Li avete riconosciuti Joe e Hypnos in questa descrizione, vero? Sono proprio i due settimini che nonostante le differenze hanno un carattere molto simile ed è per questo che il buon Olivander sette lontani anni fa ha venduto due bacchette praticamente uguali.
E' veramente fantastico scoprire così tanto dei propri compagni solamente per mezzo delle loro bacchette. Vi lascio con un consiglio a parer mio geniale:  se c'è qualche ragazzo/a che volete capire meglio, andate in biblioteca a darvi una lettura a The Wand… Comprenderlo sarà un gioco da folletti!

Milo Welsh. Corvonero, diciassette anni a Dicembre. Il ragazzo ha sempre dichiarato di essere il regalo che sua madre e suo padre hanno fatto al mondo, visto che anche lui come un altro personaggio famoso è nato a cavallo tra il 24 e il 25 Dicembre. Sarà stato un fatto di emulazione del signore famoso col barbone (che no, non era Albus millemilanomi Silente), ma anche il ragazzo ha deciso di dover essere famoso a tutti i costi e così aiutato dal suo ammiccamento facile, il sorriso pronto e dalla sua parlantina senza fine Milo è diventato il MiloMeister. Scribacchino de La Voce dal suo secondo anno ha dovuto fare una pausa non desiderata dalla scrittura al quarto visto che Dalila, per i suoi voti bassi, l'aveva messo in punizione, ma dopo il quinto anno preso come pausa di riflessione, il MiloMeister ha finalmente ritrovato la via per La Voce. Il ragazzo ha deciso che quest'anno sarà il suo anno, tra il ritorno in redazione e l'aver resuscitato la sua MiloDiffusione. Quindi, ragazze, guardatevi bene dall'essere ammaliate dai suoi famosi ammiccamenti e dalla sua cavalleria, il MiloMeister è tornato!
By Leroi Gordon | - 7:25 pm - Posted in Giugno 2068, Ottobre 2069

La nuova responsabilità che mi è stata affidata come Caporedattore, il fatto di dover trovare autonomamente una questione interessante da condividere con tutti gli studenti di Hogwarts, mi ha fatto pensare ai tempi in cui non ero costretto ad una tale torturante e amletica incertezza – per chi non conoscesse Amleto, deve sapere che il personaggio è passato alla storia per una sua specifica qualità (o difetto): un'assoluta e indomabile indecisione. Quindi, dalla constatazione che, quando ancora ero soltanto un semplice scribacchino, avevo sempre materiale di cui scrivere e la riuscita di un articolo non dipendeva dalla disponibilità di risorse che veniva soltanto da me stesso, sono arrivato a concludere che questa mia condizione sia frutto dell'ostinata resistenza ai cambiamenti, una caratteristica che riguarda molti di noi. Un tenace e caparbio rifiuto verso un cambiamento si manifesta in molti modi: con un blocco, fisico perfino, di inerzia e inattività che dalla mente si propaga al corpo, oppure con una reazione violenta e, per alcuni suoi coloriti tratti, quasi irrazionale oppure con un veloce adattamento preceduto da una lieve e stuporosa sospensione di sorpresa. Tutti noi attraversiamo, prima o poi, notevoli cambiamenti nella nostra vita. I ragazzi del primo anno hanno dovuto adattarsi, in questo mese, a nuove abitudini, nuovi riti e consuetudini, tipiche della vita in comune che caratterizza la nostra scuola e sicuramente non tutti vi sono riusciti secondo le stesse specifiche modalità. Sono certo che ancora qualcuno di loro si perde per la scuola. È ovvio che ognuno di noi, così come nella velocità e nella cadenza della camminata, possiede anche una propensione al cambiamento di diverso tipo; così, cambiare casa e abitudini da un giorno ad un altro può risultare semplice come respirare per alcuni e difficile come tentare di scalare una montagna per altri. L'unica cosa certa è che il cambiamento, quando avviene, non può essere arrestato e, anche quando tale evento è passato, o le condizioni precedenti sono state ripristinate – penso ad esempio ad una guarigione da un braccio rotto e la ripresa della salute – ciò che è avvenuto ha lasciato il segno. Se questo nuovo tratto nel grande dipinto che è la nostra vita ci pare ben fatto e a proposito, considereremo quell'accadimento come un naturale corso degli eventi. In caso contrario, avremo sempre l'impressione che una parte di noi sia stata sfregiata. Anche se, io penso, spesso o almeno per eventi minimi e di ambigua definizione – penso ad esempio alle nuove entrate nel corpo docenti: difficile stabilire se questi nuovi acquisti siano validi o meno – tale impressione è errata. Ad esempio, la preferenza che avevamo accordato ad un vecchio insegnante non dovrebbe pregiudicare la valutazione di colui che gli è subentrato. Potrebbe darsi che i cambiamenti – con le dovute distinzioni del caso, certo non pretendo che traumi catastrofici vengano annoverati tra gli eventi "positivi"; in tal caso non dovremmo nemmeno chiamarli "cambiamenti" ma "tragedie" – siano sempre per il meglio, considerando quanto le persone abbiano opinioni molto diverse tra loro. Alle volte, i cambiamenti sono tanto positivi, che ci si chiede come possano essere stati rimandati tanto a lungo. Ad esempio, il fatto che Powell sia ora vice-Preside penso sia una delle migliori notizie che si siano avute da molto tempo: se la Preside l'avesse saputo, che la nuova carica gli avrebbe conciliato una disposizione d'animo tale da indurlo a liberare per la scuola uno stuolo di cappelli mordaci, con grande diletto (e forse mancate sessioni di studio) da parte degli studenti, forse sarebbe stata indotta a concedergli un tale ruolo in tempi precedenti. E io avrei evitato una Z in Difesa contro le Arti Oscure. Certe decisioni si rivelano ottime, anche se in un primo tempo erano sembrate follia e io mi sento abbastanza sicuro di me nel suggerirvi di abbracciare i cambiamenti, quali che essi siano. Magari per Halloween, invece che il vostro solito costume da Megera, potreste sempre provare a vestirvi da Puffola Pigmea o da Crup. Male non farebbe, soprattuto ad alcuni.

By vocestudenti | ottobre 23, 2013 - 6:16 pm - Posted in Ottobre 2069

Se vi state chiedendo perché uno come me, che alla festa “pagana” qual è Halloween non ha mai creduto, nonostante sia il primo a credere alle divinità pagane, sia qui seduto in redazione a scrivere proprio su questa, beh, effettivamente non è che io vi sappia dare una risposta vera e propria. Il massimo che posso darvi come spiegazione è un laconico perché noi scribacchini dobbiamo essere versatili e capaci di scrive di tutto, ma so che non vi sarà sufficiente ma il problema è che non l’ho ancora capito nemmeno io. Tra l’altro, sommerso da palline di fogli accartocciati qui intorno, continuo a chiedermi anche il fine di questa festività, che da un giorno all’altro ti fa prendere un colpo al cuore e che potrebbe seriamente danneggiare i neuroni di qualcuno solo per un fantasmino arrangiato con un lenzuolo che improvvisamente casca sulle teste dei passanti. Insomma, non è così bello far paura, secondo me, e sono il primo a non voler incutere terrore a nessuno disse quello con la spilla al petto, sì. In ogni caso, pareri personali a parte, Halloween è una delle feste più amate in quasi tutto il mondo, celebrata sia tra babbani che tra maghi; e vi assicuro che tra le due categorie di persone, non saprei dirvi, ad oggi, chi se la cava meglio a spaventare. Perché i babbani ne fanno di cose tremende, quasi cattive, con quel loro trick or treat? che daneggia case e spesso anche altro; ecco perché converrebbe sempre andare in giro con un pacco di dolcetti, durante tutto il giorno dell’ultimo di ottobre. nome immagine Però ho notato una differenza tra i babbani e i maghi che mi sembra non di poco conto. La comunità magica, infatti, e specialmente le piccole cittadine come Hogsmeade, che ruota intorno ad una scuola piena di ragazzini, si attrezza molto di più in quanto a decorazioni, luminarie, scherzi e stratagemmi atti a terrorizzare dei poveri undici / dodicenni, mentalmente molto più fragili di chi architetta tutto ciò; e che io sia fulminato, visto che non riesco proprio a scrivere in modo oggettivo, ma continuo a guardare soggettivamente gli avvenimenti e a pensare che non sia giusto, da parte di qualcuno fra i più grandi, o da parte dei proprietari di Zonko’s, spaventare delle matricole o dei bambini in giro a fare spese con i genitori con un’apparizione di uno spirito, lo spirito dei giocattoli, a minuti alterni, nel corridoio principale e più gettonato del negozio. Che poi i bambini, ai nostri giorni, vedano più film horror che cartoni animati ( cose babbane e non solo, sì ), questa è un’altra storia, seppure non proprio trascurabile. In ogni caso, ad Hogsmeade questo mese proprio Zonko’s è uno dei negozi ad essere più attrezzato di questi fenomeni sovrannaturali di dubbia natura che ancora continuo a non comprendere come vengano fatti, anche con la magia, ma son cose, in grande accoppiata con Mielandia. E se nel negozio di giochi ( più o meno pericolosi, o puzzolenti, volendo ) abbiamo lo spirito dei giocattoli che terrorizza poveri pargoli indifesi con i suoi capelli sporchi, le sue occhiaie e i giocattoli appesi alle orecchie, in quello di dolci più amato da ogni mago e strega del mondo magico abbiamo le zucche disilluse: ciò che resta visibile di queste zucche sono i dolci al loro interno, mentre la sagoma arancione è camuffata da incantesimi di disillusione particolarmente efficaci. Sono zucche tentatrici, perché piene zeppe di dolci appetitosi e strapieni di zuccheri, ma non appena chiunque vada per calare la mano, interessato all’acquisto e già con l’acquolina che gli sale sulle labbra, ansioso di gustare una Cioccorana a caso, che zac!, loro ti mordono. E mordono anche in modo violento, eh, senza fare male, ma nel giro di un nanosecondo trovarsi la mano imprigionata in una di queste stregonerie (appunto) non è proprio la fine del mondo per chiunque sia ancora un pochino sano di mente.  Sono quattro, se non erro. O cinque. Comunque, nessuna provata per esperienza personale, ma visto che mi trovo… No, il weekend è passato, non posso più dire di avervi avvisato, ma chiunque abbia sperimentato sulla propria mano questa grandissima bolidata emozione può tranquillamente passare dalla bacheca e lasciare un post-it appena sotto l'annuncio della Voce, sarei davvero contento di iniziare una riabilitazione psicologica insieme a voi.
Perfino Scrivenshaft si è messo a vendere piume decorate. Decorate in tutte le maniere; di sicuro la vendita di piume arancioni sarà triplicata nel giro di una settimana, e su questo non ci piove. Ma vendere inchiostro rosso come ”sangue per vampiri” non ha prezzo; o meglio, sì, un prezzo ce l’ha, e anche particolarmente elevato, ma a quanto pare mamme e papà non si sono fatti problemi a dispensare ai propri pargoli qualche galeone in più per Halloween, motivo per cui anche questo sangue fasullo perfetto per scrivere è andato a ruba nel giro di pochissimi giorni. In più, piume con la punta a forma di zucca hanno preso il sopravvento in tutto il negozio, tanto quanto pergamene decorate, vendute a blocchi, simili al vecchissimo Libro Dei Mostri, che non appena vengono sfiorate iniziano a smangiucchiare carta e sbriciolarla un po’ ovunque, e non si calmano finchè… no, non si calmano mai. nome immagine Al contrario di quel libro a cui, per quanto ne so, o meglio, per quanto ho letto, si calmava e smetteva di spargere fogli e foglietti un po’ ovunque, o mozzicare le mani del padrone (bastava che il proprietario gli facesse delle carezze), queste pergamene non sono fatte per scrivere o per prendere appunti, sono dei semplici  e troppo costosi  scherzi da comprare al compagno di banco sfortunato e credulone di turno, con il volto di un qualsiasi animaletto da passeggio, o simili, e la crudeltà di un mannaro che viene fuori non appena ci si poggia la piuma sopra.
Chi se la cava un po’ più decentemente, invece, è Madama Piediburro, che si è limitata a delle sobrie cioccolate calde di colore arancione (ma sempre fatte di pura cioccolata fondente, ottime come al solito), e dei tranquillissimi decori in stile Halloweeniano, con un amico scheletro che apre la porta a chiunque desideri entrare e fa anche un bell’inchino. Niente di particolarmente macabro per questo sobrio localino, ecco. I Tre manici di scopa provvedono a fornire come servizio musicale, invece, una banda di zucche – probabilmente scolpite da un artista di zucche, finemente, visto che fanno la loro bella figura; il problema è la musica, che ogni tot di tempo (non sono riuscito bene a capire ogni quanto) viene intervallata da note horror o perfino da una marcia funebre. Giusto per non far salire l’ansia, eh.
Per la Stamberga Strillante penso che non ci fosse davvero bisogno di addobbi in occasione di questa “festività”, e non ho avuto il piacere di recarmi nemmeno alla Testa di Porco o all’ufficio postale, mea culpa.
Per quanto mi riguarda, posso solo dire che, come al solito, trovo un po’ esagerato tutto questo movimento per una festicciola pagana che non ho mai amato, ma siccome l’ho già detto, e ho già espresso il mio parere negativo in merito, penso che sia ora di qualche commento positivo. E’ bellissimo vedere che gente di qualunque età prende così sul serio le giornate che precedono il trentuno ottobre, e che grandi e piccini si divertano (spaventandosi, ma anche queste son cose) in modo così grande nel vedere scheletri passeggiare come se niente fosse per la strada. Ah, sì, ho dimenticato; all’ingresso della cittadina credo di aver visto la decorazione più bella fra tutte e vi giuro che batte anche la cioccolata arancione di Madama Piediburro, l’unica che mi è piaciuta oltre questa: uno spaventapasseri con la testa scolpita a forma di zucca che sembrava si muovesse e girasse su se stesso insieme al vento – che naturalmente, era completamente assente – ma in realtà era animato da qualche strano incantesimo, e che ad ogni persona che si ritrovava a passare dalle sue parti dedicava una macabra risata, mentre sopra di esso c’era un cartello che recitava, a caratteri lampeggianti, Halloween Town.
Happy Halloween to everyone.
Ps.: non abbiate paura di me, io non mordo. Nemmeno ad Halloween. Giuro!

Hypnos Barrach. 17 anni, Caposcuola Tassorosso. Originario di Edimburgo, Scozia – di sicuro qualcuno lo avrà notato dal leggero accento quando parla –, ha una forte passione per il greco antico e il latino che studia per conto proprio, nonché per la mitologia greca. Non è raro vederlo più che disponibile a dialogare con i più piccoli e anche ad insegnare loro qualcosa sulla mitologia se si mostrano interessati. Probabile rimpianto della squadra di Quidditch della sua casata, dal momento che non ne fa parte nonostante ottimi risultati in Volo, dispensa sorrisi cortesi in giro e sembra al di sopra del concetto stesso di “litigio”; ha una parola buona proprio per tutti, insomma. Nonostante ottimi risultati scolastici ai G.U.F.O, sembra intenzionato e deciso a rivolgere il proprio sguardo al futuro nell’ambito dell’Astronomia e nello specifico dell’Osservatorio Accademico Håkon.
By Lawrence | - 5:47 pm - Posted in Ottobre 2069

Hogwarts, 7 Ottobre 2069

Chi mi ha comprato ha deciso di prendermi di colore verde e argento. Subito dopo mi ha trasformato con l'uso della magia, modificandomi e rendendomi forte, agile, scattante e furbo. Ho iniziato a saltellare a grandissima velocità per tutta la scuola e devo dire che l'ho trovata molto bella e allegra, almeno in un primo momento. Gli ampi corridoi, le grandi vetrate, le pareti in pietra solida, le scale imponenti. Ma i guai sono iniziati quasi subito, un'ombra cupa s'è affacciata sulla mia giovane e innocente esistenza, il nemico mi aspettava dietro l'angolo, ogni angolo! Perchè tutti mi davano la caccia e volevano farmi male? Sapete la tortura di passare la vita a sentire i pensieri miseri, tristi e banali che passano per una testa? Ho ricevuto pugni e strappi, son stato appeso con le mollette, rinchiuso e minacciato. Hanno provato a incantarmi e drogarmi con strani intrugli e strane pianticelle. E' una vita grama, questa. E come difesa ho avuto solo la mia velocità e la forza dei miei morsi. Ringrazio il Vice Preside, Nathan Powell, per la vita che mi ha cortesemente donato.

Tratto da: Diario di un Cappello Vivente.

La mia etica è abbastanza in difficoltà in questo momento perchè, a scrivere il vero, mi sarebbe piaciuto molto catturare uno di questi cappelli magici, benchè possa risultare forse odioso per le prede in questione. E ci ho anche provato, ma son stato sfortunato. Mi sto ancora chiedendo perchè nonostante la lunga attesa in Dormitorio non ho visto nessuna traccia del cappello. Eppure il piano era perfetto, forse non avevo considerato il fatto che i cappelli mordevano ma non parlavano e quindi non potevano sapere la Parola d'Ordine. Confidavo troppo nella magia, evidentemente. Ma vi illustro brevemente le mie intenzioni. Quando avete finito di leggere chiudete anche gli occhi e immaginatevi come dovevano andare le cose, ma non chiudeteli prima o non riuscirete a leggere!

Dormitorio del terzo anno di Grifondoro. La porta è aperta per lasciar entrare il cappello, i letti a baldacchino sono deserti, io sono nascosto sotto le coperte, completamente, con solo un angolino libero per permettermi di guardare quel che mi circonda. Al centro c'è una pedana con una molla sotto, incantata per avere uno slancio maggiore. Esattamente sopra c'è una sostanza appiccicosa che ho preso nella serra numero due, attaccata al soffitto. Il cappello entra, salta sulla molla e finisce attaccato alla colla. Io esco, salto anche io sulla molla e finisco con la testa dentro il cappello. E un bel bernoccolo. Ma per la gloria bisogna saper soffrire, questo si sa.

Non era perfetto? Però non ha funzionato, non è arrivato nessun cappello, quindi vi siete immaginati qualcosa che è solo immaginario e irreale. Però altri sono stati più fortunati e di loro devo scrivere! Infatti ho assistito a qualche cattura, mentre altre me le sono fatte spiegare dai quadri, dai fantasmi o da altri studenti che hanno assistito alla scena. Il primo è stato Sami Medicine, il ragazzo di Giselle Lanfrad, avete presente? Il nipote di Powell, per intenderci. E' andato in giro per un giorno intero a caccia di uno dei cappelli e le ha provate tutte: prima ha evocato una gabbia, ma il cappello s'è accartocciato ed è sgusciato fuori prima ancora che il Corvonero potesse dire abracadabra. Quindi s'è disilluso e ha teso un agguato in giardino, armato di una mazza. Ecco, questa non mi è piaciuta molto. Non è stato un combattimento leale e il cappello ne ha sofferto, poverino. Ed è stato anche un incitamento alla violenza contro gli oggetti animati. Insomma, son stato felice di vedere, dalla finestra dietro la Torre dell'Orologio, il cappello fuggire all'interno del grande portone d'ingresso. Infine ha optato per l'evocazione del Patronus. Una piccola zuffa e il cappello era appoggiato allegramente sulla sua testa, inerme. 

Hogwarts, 8 Ottobre 2069

Ho visto la fine di un mio amico, di uno dei cappelli con cui sono nato e ho iniziato a scoprire Hogwarts. C'era poca gente in giro, ero appena sfuggito ad una bambina nei sotterranei. Mi ha attaccato una molletta, una molletta! Mi ha fatto male, cosa credeva? Ha mai provato a schiacciarsi un dito da qualche parte? Pensa che sia divertente? E come se non bastasse mi ha fatto volare di qualche metro in altezza, io che soffro le vertigini! Ho provato a difendermi, ho iniziato a mordere in continuazione, ma era difficile, aveva delle mani strane, resistenti, ricoperte da una sostanza dal cattivo gusto. Ma all'improvviso son caduto e son riuscito a fuggire… e ad assistere alla fine del mio caro amico. Sono arrivato troppo tardi, non sono riuscito a metterlo in guardia contro il pericolo di altre due bambine. C'era del cibo, buon cibo per terra. Patate e pollo, insieme a delle carote che sono state evitate, giustamente. E lì, dietro l'angolo, il pericolo in agguato. Un cappellino rosa appoggiato a terra, con uno strano disegno sopra. Non so per quale motivo ha attaccato e non è fuggito, ma è finito dritto nella trappola: un'ombra è comparsa da dietro l'armatura e ha calato con forta il cappello sopra la testa della bambina sdraiata. Ho pianto tanto, è stata una serata triste.

Tratto da: Diario di un Cappello Vivente.

E' stata la cattura di Cappy da parte di Hortense e Kerry. Senza di me, state leggendo bene. Non mi hanno avvisato, hanno fatto tutto da sole. Senza di me. Da sole. Mi hanno lasciato a cena, ad attenderle, per poi arrivare trionfanti con Cappy in testa e… l'altro cappello rosa pure. Cappy è ormai legato a Cappya, senza non si lascia indossare e la notte va sempre a dormire accanto a lei. Una storia commuovente, sotto un certo punto di vista. Però poi penso che tenta sempre di mordermi e quindi non mi commuovo affatto, ecco. E' un cappello molto molto scortese. Sputacchia pure, vi rendete conto? E mette in disordine il baule. Non il mio, quello di Kerry. E l'han catturato senza di me. Da sole. 

Hogwarts, 13 Ottobre 2069

Son rimasto solo io, i miei amici mi hanno abbandonato. Ho visto Cap sfuggire a cinque trappole di fila, con agilità e astuzia, tra le grida d'esultanza e di incoraggiamento di quadri, fantasmi e alunni stessi. E' riuscito a sfuggire, a mettersi in salvo fino a quando… due contro uno, non è corretto. Ha combattuto fino alla fine, ha morso, ha cercato di sganciarsi dalle mani degli avversari, ha lottato per non bere uno strano intruglio dall'aspetto vomitevole, ma quando ho sentito l'urlo di esultanza, quel grande Sophie! Complimenti Gallagher!, ho capito che era la fine. L'idea che i due siano corsi in infermeria a farsi curare non mi ha reso più felice e non ha alleviato la mia pesantezza alla visiera. E forse si vedeva la mia tristezza, anche quegli esseri che si muovono su due gambe devono averla intesa. E infatti mi si sono avvicinati pronunciando parole strane, era certamente una trappola. Tranquillo, fidati di me, non avere paura. Dopo aver visto i miei amici fare quella brutta fine? Mi credete così ingenuo? Non ho sensi di rimorso per aver quasi staccato un dito. Ho accolto con sollievo la vista del sole che calava e il riposo in compagnia di Hat. Ma al mio risveglio non c'era più, era sparito pure lui. L'ho cercato a lungo ma ormai mi son rassegnato all'evidenza: son rimasto solo in questa Hogwarts, circondato da nemici.

Tratto da: Diario di un Cappello Vivente.

Ho cercato a lungo informazioni sulla fine di questo Hat e ho scoperto che la sua cattura è stata ad opera di Elle e Heert. Purtroppo non sono riuscito a capire come han fatto a catturarlo, le versioni sono contrarie tra loro ma, da quel che ha scritto Powell, non dev'essere stato molto avvincente. Anche se si sa che il Professore non fa molti complimenti, quindi sono personalmente convinto che in realtà i miei due Caposcuola sono stati supermegaultra bravi e non hanno fatto alcun male a Hat durante la cattura!

Hogwarts, 15 Ottobre 2069
Mi chiamo Hatty, sono l'ultimo della mia specie. Sente la fine giungere anche per me. Lenta e inesorabile.

Tratto da: Diario di un Cappello Vivente.

Mi si è stretto il cuore nel leggere queste righe sul Diario di un Cappello Vivente. Ho immaginato gli ultimi momenti di solitudine e di stanchezza di quello che ormai considero come amico, ma che appartiene ad Alex Garden. Mi son fatto spiegare come ha fatto a catturarlo e son felice di sapere che non ha sofferto in alcun modo, benchè possa immaginare la paura e la disperazione di quegli attimi. Alex era insieme a Reid e ha pensato di creare una scatola sopra il cappello, trasfigurarla in un materiale resistente e poi addormentarlo con dei fagioli soporiferi. S'è addormentata anche la Tassorosso, a dire il vero. Ha voluto condividere la sorte del suo cappello, è stato veramente nobile, leale e giusto. Fortuna, almeno, che c'era Reid a rimanere sveglio e a metterle il cappello in testa. Almeno così le sofferenze del mio amico sono finite. Può cominciare una nuova vita, sperando che sia migliore della prima.

Eoghan Donegal. Grifondoro e di origini irlandesi e babbane va fiero della sua discendenza e tende spesso a constatare la grande stranezza di tutti i maghi, come se lui non lo fosse e non studiasse ad Hogwarts. Molto loquace, anche fin troppo, risiede quasi costantemente nel Sacro Baule dove, si dice, tiene nascosto un altarino con alcune fotografie di Harriet Mayfair, sua insegnante di fotografia all'interno della Redazione e suo erede. Studioso, prende voti alti per rendere felici i genitori benchè sia alquanto stordito e si perda molto spesso in un bicchiere d'acqua. I Casi Umani sono certamente la sua materia preferita e proprio a loro dedica ogni anno la sua squadra di FantaQuidditch. Tende a credere a chiunque, sia per ingenuità che per educazione, per non offendere il prossimo e per una sostanziale incapacità nel comprendere come gira il mondo.
By alec | - 3:55 pm - Posted in Ottobre 2069

Sollevi la mano chi, tra voi, non si è mai chiesto perché quando si scelgono le materie si opta spesso per Antiche Rune. Innanzitutto, se qualcuno se lo stesse domandando, non ho usato un inizio identico a quello di Merida nello scorso numero per mancanza di fantasia ma perché in qualche modo quello di cui voglio parlare riprende il suo articolo sugli assistenti che dopo quasi due mesi abbiamo imparato a conoscere almeno un po’ (o almeno dovremmo). E la mia domanda su Antiche Rune è perché è del suo assistente che parlo, Gabriel Langdon; so che qualcuno se lo chiede davvero che utilità abbia la materia, che poi è perché avete questo dubbio che non la seguite, immagino, ma gli studenti del mio anno e del settimo potranno sicuramente dirvi che un senso da qualche parte c’è, specialmente dopo l’ultima lezione che abbiamo fatto insieme.
Per chi non segue la materia, o per i più piccoli che ancora non si ricordano tutti i nomi, il professor Langdon è quello… beh, diciamo che penso sia il più grande degli assistenti, ecco! E visto che Merida di lui non ha parlato l’ultima volta no, non voglio dire che ti sei dimenticata!, accenno qualcosa io. Quest’anno ognuno ha la sua e lo abbiamo visto: sfere di cristallo compagne per la vita, abitudini strane, vestiario. Langdon non so se abbia qualcosa di altrettanto particolare, come è stata invece la prova a cui ci ha sottoposto!
Studenti di quarto e settimo anno sono stati divisi e messi di fronte ad un percorso nella giungla (incantata, eh!), fatto di indizi runici e piccole prove: un ripasso attivo delle cose che avevamo fatto, una specie di caccia al tesoro con le rune! Una voce ci dava degli indizi e poi dovevamo lavorare tutti insieme per risolverli e proseguire – non so bene come fosse la prova dei più grandi, ma penso fosse una cosa molto simile, comunque, anche perché poi ci siamo incrociati verso la fine.
Quando abbiamo concluso, l’oggetto che il professore ci aveva detto di cercare è stato ritrovato e qui sono sicuro che i Serpeverde sapranno meglio degli altri di cosa parlo, visto che Ian O’John mi ha confermato che la statuetta data dal professor Langdon starà per tutto il mese di Ottobre da loro.
Quest’oggetto, che porta delle rune incise sul piedistallo  e sotto la base, dovrebbe aiutare a mantenere un’atmosfera di armonia e anche in un sacco di cose come trovare accordi più facilmente tra tante persone, o fare pace. E penso che metterla in Sala Comune in effetti sia la cosa migliore – magari la Sala Grande era meglio, ma in effetti la statuetta non è grandissima, quindi forse lì eravamo troppi e l’effetto si perdeva? – quindi, se avete litigato con qualcuno non è che sto facendo un appello a qualcuno in particolare, eh o volete organizzare qualcosa e siete in tanti, io approfitterei del mese in cui la statuetta è nella mia Sala Comune! Anche perché farà un po’ per uno (anche se non mi ricordo bene a chi tocca a Novembre, so solo che a Natale è da noi), quindi meglio approfittare.
Però attenzione! Come ha detto il professor Langdon dopo la prova, e lo diciamo per chi non c’era, non è che la statuetta fa miracoli: per esempio se non siete proprio tipi da… risolvere con le parole i litigi, ecco, non penso che fare quello che dovete fare davanti alla statuetta vi cambi qualcosa; poi potete provare, non dico di no, ma credo che se per sbaglio rompete qualcosa di quell’oggetto c’è chi se ne lamenterà. E non parlo di chi ancora non ha avuto l’occasione di tenerla in Sala Comune, insomma, ci siamo capiti. Oppure, se siete talmente tanto arrabbiati che nemmeno il signor Tucker può darvi un calmante efficace in infermeria, non c’è molto da sperare che le rune vi aiutino… anche se non penso che ci siano cose così gravi, no? A meno che proprio non vi piace la statua – che oddio, in effetti non è proprio bellissima da vedere, ecco – ma mica dovete guardarla però, quella funziona lo stesso e sennò arrangiatevi, oh.
Sentendo qualche chiacchiera nei corridoi, mi pare che qualcuno abbia chiesto se per “armonia” si poteva intendere un po’ tutto: non solo placare le discussioni, aiutare a prendere delle decisioni, ma anche calmare proprio un posto? Beh, ora io non sono un esperto, ma penso che la statuetta non possa rendere un corridoio più silenzioso… comunque ve lo so dire dopo le vacanze, che sarà stata da noi a Grifondoro dove metà dei concasati sono un po’ delle scimmie urlatrici quindi se c’è silenzio si nota c’è sempre un sacco di chiacchiericcio. Anche perché penso che se avesse anche questa funzione, la biblioteca dovrebbe avere una decina di statuette come minimo (e la bibliotecaria sarebbe più felice, credo).
Tuttavia posso assicurare che con le persone funziona davvero, perché ho sentito da qualche Serpeverde che ci sono state delle riappacificazioni in questo mese, cosa di cui magari il professore sarà contento visto che immagino l’intento fosse anche fare gruppo, un po’ come ci siamo ritrovati a fare a lezione (e non solo con lui, ma anche tipo con il professor Baker che pare ci tenga particolarmente). In fondo è vero che non si può sempre andare tutti d’accordo, ma nelle casate ci rimaniamo per tutto l’anno scolastico praticamente, che è davvero un sacco di tempo e penso che alla fine riuscire a stare in “armonia” non sarebbe male; e credo anche che la statuetta fosse un po’ una prova, una dimostrazione – e il professore infatti lo aveva detto, che sperava ci aiutasse ad apprezzare di più la materia – che le rune possono essere molto più potenti di quanto sembri se non si sa bene come usarle. Magari uno non è nemmeno portato, però in effetti io non conosco incantesimi con la bacchetta che facciano lo stesso effetto sperando di non aver appena ammesso di aver scordato pezzi di programmi passati, e invece le rune ci riescono se uno sa come usarle.
Quindi sì, sicuramente qualcuno quando ha dovuto scegliere le materie facoltative si è chiesto cose come “ma rune a che serve?” o “e che si fa con i sassolini e le rune?” giuro, io c’ero… beh, si può fare anche questo!
Certo, speriamo che non ci siano anche statuette che fanno altre cose o ne influenzino di particolari, perché avrei un po’ paura a lasciarle in giro nelle Sale Comuni… ma sono sicuro che il professor Langdon questo non lo permetterà, vero? Vero, professore?

Alec Harris. Inglese, quattordicenne appartenente a Grifondoro e altro nuovo acquisto della redazione. Onesto e coraggioso ( a momenti alterni, direbbero alcuni ), è “uno dei gemelli Harris”: qualcuno sostiene che ci sia un modo per distinguerli, e che questo risieda nel sapere che Alec è quello che ha sempre con sé un libro, di qualsiasi cosa parli, o che visita più spesso la biblioteca; legge molte cose, ma pare che non abbia un particolare amore per materie pratiche come Pozioni – e Volo, come tutti i suoi coetanei ricorderanno dal primo anno, probabilmente. Forse non ha ancora compreso quale sarà la sua carriera accademica post-diploma, o forse sì e semplicemente non lo ha detto, visto il suo essere piuttosto riservato e impacciato all’inizio, specie con i più grandi. Se lo vedete con un pacco di biscotti in mano e basta… attenzione, distinguerlo da Caleb sarà difficile! Bisognerà fare attenzione anche in redazione, non si sa mai che si scambino: magari per riconoscerlo basta un test di canto rap?