… ovvero il resoconto del ballo di Halloween. Intendiamoci, non è esattamente il titolo più evocativo che avrei potuto scegliere per un giornaletto scolastico, ma mi andava di celebrarmi un po' dal momento che sto svolgendo del lavoro a un orario indecente e per una testata che NON è la mia. Sì, avete letto bene, La Voce degli Studenti non avrà mai Kermit Knightsbridge del tutto! MAAI. Certo, se per questo Trolling Snob volesse offrirmi uno stage estivo potrei anche considerare lontanamente l'idea… ma ad ogni modo, siccome avevo acconsentito a collaborare con La Voce, e l'alternativa per il 31 sera era rimanere in dormitorio a piangere perché tutti i miei amici hanno finito Hogwarts lasciandomi sol… stupida Penna Prendiappunti amante del dramma, non ho gli occhi pieni di lacrime! Dicevo: siccome l'alternativa era lasciare il posto a qualcuno che, ritenendo Halloween solo una gara di costumi, non si accorge di star pubblicizzando commercianti di abiti, dolci e pozioni per l'aspetto, ho deciso di scendere in campo molto prima del previsto. Che non si dica mai che lo sto facendo soltanto per evitare la revisione approfondita del mio articolo e poter dire ciò che voglio, dati i tempi ristretti che mi costringono a scrivere di notte, al posto di rannicchiarmi nel letto che tradizionalmente è sempre stato di Vandenberg, pensando a quanto è stato cattivo ad abbandonarmi con Wilson e le sue lozioni puzzolenti.
Uhm, stavolta ho come la sensazione di aver dimenticato di fare qualcosa…

Vabbè. Cominciamo col dire: ma voi siete riusciti a entrare nella Sala Grande? No perché io prima sono stato sballottato tra armature, asce di gommapiuma e cuscini-fantasma su una scala estremamente viscida (se i Grifondoro, nell'ideare questo scherzo, stavano cercando di accopparmi… beh, HANNO FALLITO MISERAMENTE, HA!), e una volta arrivato nella Sala d’Ingresso me la sono dovuta vedere con la Palude Portatile installata dai miei concasati; e come se a quel punto ciò non bastasse, mentre cercavo di scrollarmi dalla gamba Jared Jabberwock, l’ingresso mi è stato ulteriormente sbarrato da una schiera di ampolle volanti. Per fortuna che Joe Condor (anche se poi mi è stato riferito che in realtà si trattava di Braden Rothenberg vestito da Goblin. Aiuto, a chi devo credere? La somiglianza era impressionante) mi ha spiegato che per passare dovevo prima fermarmi a votare i miei costumi preferiti, e così ho smesso di cercare di sfruttare le ali da diavolo semoventi di Ashlyn Whiteheart come spartiacque. MAAA… ecco, un paio di domande su questa scelta organizzativa: e se io ad esempio avessi tenuto il costume segreto per fare una sorpresa ai miei amici (CHE MANCO UNA VOLTA MI HANNO SCRITTO DA LA' FUORI, OH)? Oppure, se prima di arrivare alla festa, non mi fossi guardato attorno? Eh? EH? Probabilmente avrei votato persone a casaccio, ed è quello che secondo me hanno fatto in molti, almeno a giudicare dai risultati finali. Ma a questo ci arriveremo più avanti…
Vi dicevo. Dopo mille tribolazioni, siamo stati accolti da uno sciame di pipistrelli origami e zucche dalle espressioni arcigne, ben diverse dall'allegro travestimento con cui Helen Wood si è presentata alla festa; vistosi lampi e tuoni squarciavano un soffitto già di per sé colpito da una scrosciante pioggia scozzese, generando un ambiente davvero molto evocativo. Sarei un troll a non complimentarmi coi decoratori della sala, benché abbia trovato le carcasse di animali morti un po' di cattivo gusto. In ogni caso, una volta che la serata è entrata nel vivo e che hanno smesso tutti di scambiare Stephen "Martin Miggs" Medicine per la versione magra del professor Oven, c'è stato un convergere di persone affamate nei paraggi del ricco buffet. Ed è stato lì, con un calice di Burrobirra allo zenzero in mano, che ho potuto osservare esemplari particolari come Elyon Turner esordire con la frase "RUBO AI RICCHI PER DARE AI POVERI!", prima di lanciarsi addosso a un luccicante Connor Olsen che si stava facendo i fatti suoi. Lo so, a leggerlo così sembra la trama di qualche commedia radical chic da teatro magico indipendente, ma vi aiuto a fare un po' di chiarezza nel caso non sapeste niente di folklore babbano (male, malissimo) o di romanzi per streghe adolescenti (cosa che vi auguro). La grifondoro non era infatti travestita da lepricano o asticello come ha pensato subito qualcuno, bensì da Robin Hood, ovvero un eroe popolare che a suo dire rubava denaro soltanto per aiutare le classi meno abbienti (PFFFF, CERRRRTO! Nice try, but fail); mentre il corvonero non stava cercando disperatamente di diventare una Falce d'argento, ma semmai il vampiro Edoardo del roman… libr… di quella roba, insomma, che al Ghirigoro viene venduta con il titolo di I love your Fangs. Meglio lui che me, in ogni caso. Poco più in là ho però dovuto far ricorso a tutte le mie mosse migliori per sfuggire alle code finte di qualche costume, in particolare a quella da maride di Isobel Carrot quando ha incitato una compagna a muoverla, cito testualmente, "A SPIRALEEE", sul ritmo dell'ormai noto motivetto di Caleb Harris. Quella è stata una grandissima delusione, tra l'altro. No, non sto ancora parlando del costume della terzina, ma proprio dell'intrattenimento musicale della serata: rap ad Halloween per la seconda volta di fila, senza neppure una ghost track? Mah, sappiate che questa al mio paese si chiama por-no-gra-fi-a. Davvero, avrei preferito di gran lunga vederci Loyr Esseltil su quel palco, visto che ho sentito un gruppo di primini parlarne in termini di genio musicale. Oh, in realtà non ho idea di chi sia tale Loyr Esseltil né quale genere faccia, ma penso che chiunque, anche il cappello stregato di Alex Garden che fa i gargarismi, sarebbe riuscito a fare meglio di quel ragazzino artificialmente costruito per piacere alle ragazzine o agli amanti dei biscotti.
En passant vi segnalo anche la presenza di Jane Wright vestita da… studentessa di Corvonero? Ho scordato di chiederle, preso com'ero a massaggiarmi le mie povere orecchie non più vergini, se per caso il suo costume fosse coordinato con quelli di Jeremy Claythorne e Merida McReady, vestiti rispettivamente da Eco del Corvo e piuma di corvo (o corvo piumato?). A giudicare da quello che la tassorosso stava urlando e dagli schiaffi con cui ha continuato a tormentare il suo compagno, suppongo che quella scenetta volesse essere una metafora per rappresentare le difficoltà che la Casa di Corvonero ha dovuto affrontare a causa del giornalismo, o qualcosa di comunque riconducibile a qualche antico dolore. Comunque stavo scherzando, Jane, tranquilla! Io ti ho capita benissimo, così come ho compreso la signorina Effie Thirlwall! Non proprio a fondo come avrei voluto fare, ma meglio di niente. Uhm. Ecco, ora mi sono distratto e mi sento un po' come Leroi Gordon che si presenta ad una festa di Halloween dimenticando il costume, solo che io il costume non ce l'avevo per premeditazione. AHHH, ECCO: signore, sappiate che ho apprezzato molto il vostro anticonformismo. Un po' più conformista di loro ma comunque unico nel suo genere è stato invece Septimius Sonn, che con un colpo di saggina ha spazzato via il ricordo di tutti i vecchi travestimenti da personaggi delle fiabe babbane riportando in auge quelle di Beda il Bardo. Il suo costume da stregone dal cuore peloso, difatti… difatti… No, ora che ci penso bene, Mius non era esattamente l'unico del suo genere (Kerry Dunning, Hortense Lanfrad e Eoghan Donegal gli hanno fatto compagnia, con la loro versione dei tre fratelli dell'omonima fiaba), ma resta comunque il fatto che quello del mio concasato fosse un buon costume, per palpare con nonchalance le compagne. Non so se sia per colpa delle sue mani che Calypso VonSchuester a un certo punto è scoppiata in lacrime, ma visto che la Serpeverde ha trascorso tutta la serata a fare cose inquietanti come sorridere, parlare pacificamente con Katherine De La Parker o guardare Hypnos come se con lei avesse davvero qualche chance… beh, quella è l'ultima cosa di cui mi preoccuperei. 
A sproposito di zucchero. Se c'è una cosa di cui NON ringrazio il duo musicale Candy & Heart (oltre di avermi rovinato l'infanzia, naturalmente), è il fatto di aver ispirato i provocanti travestimenti di Tommy O'Flynn e Ian O'John; col termine "provocanti" ovviamente intendevo dire "che provocano turbamento" ed anche isteria, se si tratta della professoressa Welkentosk - ma diciamo che per una volta non la biasimo: anche a me scoccerebbe, se mi capitasse di ritrovarmi su un palco assieme a un ragazzo che emette versi, un altro vestito da donna e un terzo coi pantaloni calati (trattasi sempre di Caleb Harris. Lo vedete che basa il suo successo sugli ormoni ululanti delle streghe?).
Comuuunque, arrivati a questo punto la scaletta mi imporrebbe di elencare i costumi vincitori d'ogni categoria, cosa che durante la cerimonia ha fatto proprio la docente di Storia, ma alla fine non credo che lo farò. No. Il punto è che non me li ricordo se tutta o quasi la scuola era presente alla festa diventa abbastanza inutile ripeterli, specie quando la persona che sta scrivendo non condivide la maggior parte dei risultati. Prendiamo Hilary Darcy e Catherine Smith, ad esempio; della loro manticora sono riuscito a individuare appena il passaggio, visto che O'Jynn e O'Flohn si sono gettati (gettate?) su di loro con la stessa foga di chi sta cercando di ottenere l'ultima patata del vassoio. SI, L'HO SCRITTO APPOSTA, CONTENTI? Anche se… beh, dall'alto dei miei diciotto anni, devo dire che mi interessa poco provare il brivido dell'illegalità. E poi io ho bisogno di una strega più matura, colta quasi quanto me e che soprattutto non ascolta trashate come Harris, quiiindi a mio avviso la Darcy e la Smith non meritavano il premio per la categoria "Zucche Sexy", semmai quello di "Miglior Coppia". Uhm, ora che l'ho detto mi suona un po' strano e non so perché. Prima di voltare pagina, sappiate solo che per qualsiasi errore trovato all'interno di questo articolo potete incolpare Heert ed Elle, visto che prima di venire qua a scrivere li ho aiutati a liberarsi un po' dai loro costumi di gelatina, e lo sanno tutti che mangiare troppi dolci fa male. Cosa che non avrei dovuto fare, se qualcuno di voi li avesse mangiati di più durante la festa, quindi in parte dovrete incolpare anche voi dell'insuccesso di questa cronaca. I complimenti potete invece rivolgerli a me stesso, eh! 
Da "Londra" è tutto, ancora una volta felice incasso per Zonko!

Kermit Knightsbridge, che non ci ha voluto dire dove abita, Serpeverde, classe 2069/2070, benché sia nato un anno prima rispetto a molti dei suoi attuali compagni di corso; non fateglielo notare troppo, a meno che non vi interessi ascoltare la storia della sua vita in chiave melodrammatica. Dietro a un primo strato di stordito che ha perennemente bisogno d’una Ricordella, cela un oscuro lato vittimistico, pedante e, soprattutto, peSante. E’ appassionato di musica (buona musica, direbbe lui) e ascoltava la tua band del cuore ancora prima che essa esistesse. Il mondo del giornalismo non sembra interessarlo granché, e può essere che sia questo il motivo per cui faccia tanto il prezioso e non perché sembri essere allergico a qualsiasi cosa somigli vagamente a un gruppo. Potreste ricordarlo per la sua collezione di maginchiglie, o per quella volta che fece cantare le armature di un corridoio ai fini della riuscita di una serenata.