Hogwarts, 7 Ottobre 2069

Chi mi ha comprato ha deciso di prendermi di colore verde e argento. Subito dopo mi ha trasformato con l'uso della magia, modificandomi e rendendomi forte, agile, scattante e furbo. Ho iniziato a saltellare a grandissima velocità per tutta la scuola e devo dire che l'ho trovata molto bella e allegra, almeno in un primo momento. Gli ampi corridoi, le grandi vetrate, le pareti in pietra solida, le scale imponenti. Ma i guai sono iniziati quasi subito, un'ombra cupa s'è affacciata sulla mia giovane e innocente esistenza, il nemico mi aspettava dietro l'angolo, ogni angolo! Perchè tutti mi davano la caccia e volevano farmi male? Sapete la tortura di passare la vita a sentire i pensieri miseri, tristi e banali che passano per una testa? Ho ricevuto pugni e strappi, son stato appeso con le mollette, rinchiuso e minacciato. Hanno provato a incantarmi e drogarmi con strani intrugli e strane pianticelle. E' una vita grama, questa. E come difesa ho avuto solo la mia velocità e la forza dei miei morsi. Ringrazio il Vice Preside, Nathan Powell, per la vita che mi ha cortesemente donato.

Tratto da: Diario di un Cappello Vivente.

La mia etica è abbastanza in difficoltà in questo momento perchè, a scrivere il vero, mi sarebbe piaciuto molto catturare uno di questi cappelli magici, benchè possa risultare forse odioso per le prede in questione. E ci ho anche provato, ma son stato sfortunato. Mi sto ancora chiedendo perchè nonostante la lunga attesa in Dormitorio non ho visto nessuna traccia del cappello. Eppure il piano era perfetto, forse non avevo considerato il fatto che i cappelli mordevano ma non parlavano e quindi non potevano sapere la Parola d'Ordine. Confidavo troppo nella magia, evidentemente. Ma vi illustro brevemente le mie intenzioni. Quando avete finito di leggere chiudete anche gli occhi e immaginatevi come dovevano andare le cose, ma non chiudeteli prima o non riuscirete a leggere!

Dormitorio del terzo anno di Grifondoro. La porta è aperta per lasciar entrare il cappello, i letti a baldacchino sono deserti, io sono nascosto sotto le coperte, completamente, con solo un angolino libero per permettermi di guardare quel che mi circonda. Al centro c'è una pedana con una molla sotto, incantata per avere uno slancio maggiore. Esattamente sopra c'è una sostanza appiccicosa che ho preso nella serra numero due, attaccata al soffitto. Il cappello entra, salta sulla molla e finisce attaccato alla colla. Io esco, salto anche io sulla molla e finisco con la testa dentro il cappello. E un bel bernoccolo. Ma per la gloria bisogna saper soffrire, questo si sa.

Non era perfetto? Però non ha funzionato, non è arrivato nessun cappello, quindi vi siete immaginati qualcosa che è solo immaginario e irreale. Però altri sono stati più fortunati e di loro devo scrivere! Infatti ho assistito a qualche cattura, mentre altre me le sono fatte spiegare dai quadri, dai fantasmi o da altri studenti che hanno assistito alla scena. Il primo è stato Sami Medicine, il ragazzo di Giselle Lanfrad, avete presente? Il nipote di Powell, per intenderci. E' andato in giro per un giorno intero a caccia di uno dei cappelli e le ha provate tutte: prima ha evocato una gabbia, ma il cappello s'è accartocciato ed è sgusciato fuori prima ancora che il Corvonero potesse dire abracadabra. Quindi s'è disilluso e ha teso un agguato in giardino, armato di una mazza. Ecco, questa non mi è piaciuta molto. Non è stato un combattimento leale e il cappello ne ha sofferto, poverino. Ed è stato anche un incitamento alla violenza contro gli oggetti animati. Insomma, son stato felice di vedere, dalla finestra dietro la Torre dell'Orologio, il cappello fuggire all'interno del grande portone d'ingresso. Infine ha optato per l'evocazione del Patronus. Una piccola zuffa e il cappello era appoggiato allegramente sulla sua testa, inerme. 

Hogwarts, 8 Ottobre 2069

Ho visto la fine di un mio amico, di uno dei cappelli con cui sono nato e ho iniziato a scoprire Hogwarts. C'era poca gente in giro, ero appena sfuggito ad una bambina nei sotterranei. Mi ha attaccato una molletta, una molletta! Mi ha fatto male, cosa credeva? Ha mai provato a schiacciarsi un dito da qualche parte? Pensa che sia divertente? E come se non bastasse mi ha fatto volare di qualche metro in altezza, io che soffro le vertigini! Ho provato a difendermi, ho iniziato a mordere in continuazione, ma era difficile, aveva delle mani strane, resistenti, ricoperte da una sostanza dal cattivo gusto. Ma all'improvviso son caduto e son riuscito a fuggire… e ad assistere alla fine del mio caro amico. Sono arrivato troppo tardi, non sono riuscito a metterlo in guardia contro il pericolo di altre due bambine. C'era del cibo, buon cibo per terra. Patate e pollo, insieme a delle carote che sono state evitate, giustamente. E lì, dietro l'angolo, il pericolo in agguato. Un cappellino rosa appoggiato a terra, con uno strano disegno sopra. Non so per quale motivo ha attaccato e non è fuggito, ma è finito dritto nella trappola: un'ombra è comparsa da dietro l'armatura e ha calato con forta il cappello sopra la testa della bambina sdraiata. Ho pianto tanto, è stata una serata triste.

Tratto da: Diario di un Cappello Vivente.

E' stata la cattura di Cappy da parte di Hortense e Kerry. Senza di me, state leggendo bene. Non mi hanno avvisato, hanno fatto tutto da sole. Senza di me. Da sole. Mi hanno lasciato a cena, ad attenderle, per poi arrivare trionfanti con Cappy in testa e… l'altro cappello rosa pure. Cappy è ormai legato a Cappya, senza non si lascia indossare e la notte va sempre a dormire accanto a lei. Una storia commuovente, sotto un certo punto di vista. Però poi penso che tenta sempre di mordermi e quindi non mi commuovo affatto, ecco. E' un cappello molto molto scortese. Sputacchia pure, vi rendete conto? E mette in disordine il baule. Non il mio, quello di Kerry. E l'han catturato senza di me. Da sole. 

Hogwarts, 13 Ottobre 2069

Son rimasto solo io, i miei amici mi hanno abbandonato. Ho visto Cap sfuggire a cinque trappole di fila, con agilità e astuzia, tra le grida d'esultanza e di incoraggiamento di quadri, fantasmi e alunni stessi. E' riuscito a sfuggire, a mettersi in salvo fino a quando… due contro uno, non è corretto. Ha combattuto fino alla fine, ha morso, ha cercato di sganciarsi dalle mani degli avversari, ha lottato per non bere uno strano intruglio dall'aspetto vomitevole, ma quando ho sentito l'urlo di esultanza, quel grande Sophie! Complimenti Gallagher!, ho capito che era la fine. L'idea che i due siano corsi in infermeria a farsi curare non mi ha reso più felice e non ha alleviato la mia pesantezza alla visiera. E forse si vedeva la mia tristezza, anche quegli esseri che si muovono su due gambe devono averla intesa. E infatti mi si sono avvicinati pronunciando parole strane, era certamente una trappola. Tranquillo, fidati di me, non avere paura. Dopo aver visto i miei amici fare quella brutta fine? Mi credete così ingenuo? Non ho sensi di rimorso per aver quasi staccato un dito. Ho accolto con sollievo la vista del sole che calava e il riposo in compagnia di Hat. Ma al mio risveglio non c'era più, era sparito pure lui. L'ho cercato a lungo ma ormai mi son rassegnato all'evidenza: son rimasto solo in questa Hogwarts, circondato da nemici.

Tratto da: Diario di un Cappello Vivente.

Ho cercato a lungo informazioni sulla fine di questo Hat e ho scoperto che la sua cattura è stata ad opera di Elle e Heert. Purtroppo non sono riuscito a capire come han fatto a catturarlo, le versioni sono contrarie tra loro ma, da quel che ha scritto Powell, non dev'essere stato molto avvincente. Anche se si sa che il Professore non fa molti complimenti, quindi sono personalmente convinto che in realtà i miei due Caposcuola sono stati supermegaultra bravi e non hanno fatto alcun male a Hat durante la cattura!

Hogwarts, 15 Ottobre 2069
Mi chiamo Hatty, sono l'ultimo della mia specie. Sente la fine giungere anche per me. Lenta e inesorabile.

Tratto da: Diario di un Cappello Vivente.

Mi si è stretto il cuore nel leggere queste righe sul Diario di un Cappello Vivente. Ho immaginato gli ultimi momenti di solitudine e di stanchezza di quello che ormai considero come amico, ma che appartiene ad Alex Garden. Mi son fatto spiegare come ha fatto a catturarlo e son felice di sapere che non ha sofferto in alcun modo, benchè possa immaginare la paura e la disperazione di quegli attimi. Alex era insieme a Reid e ha pensato di creare una scatola sopra il cappello, trasfigurarla in un materiale resistente e poi addormentarlo con dei fagioli soporiferi. S'è addormentata anche la Tassorosso, a dire il vero. Ha voluto condividere la sorte del suo cappello, è stato veramente nobile, leale e giusto. Fortuna, almeno, che c'era Reid a rimanere sveglio e a metterle il cappello in testa. Almeno così le sofferenze del mio amico sono finite. Può cominciare una nuova vita, sperando che sia migliore della prima.

Eoghan Donegal. Grifondoro e di origini irlandesi e babbane va fiero della sua discendenza e tende spesso a constatare la grande stranezza di tutti i maghi, come se lui non lo fosse e non studiasse ad Hogwarts. Molto loquace, anche fin troppo, risiede quasi costantemente nel Sacro Baule dove, si dice, tiene nascosto un altarino con alcune fotografie di Harriet Mayfair, sua insegnante di fotografia all'interno della Redazione e suo erede. Studioso, prende voti alti per rendere felici i genitori benchè sia alquanto stordito e si perda molto spesso in un bicchiere d'acqua. I Casi Umani sono certamente la sua materia preferita e proprio a loro dedica ogni anno la sua squadra di FantaQuidditch. Tende a credere a chiunque, sia per ingenuità che per educazione, per non offendere il prossimo e per una sostanziale incapacità nel comprendere come gira il mondo.