By Hils | maggio 24, 2015 - 11:52 pm - Posted in Maggio 2071

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By Anne Burton | maggio 22, 2015 - 9:55 am - Posted in Maggio 2071

Hogwarts, svegliati. E' primavera!
Non era questo il risveglio che avevo in mente con l'incipit dell'ultimo articolo che ho scritto, non servirebbe neanche specificarlo, in realtà. Ma un domani questo foglio di pergamena finirà nella pressa insieme a tutti gli altri e per quanto il vuoto assoluto possa rispecchiare lo stato d'animo dell'intera Comunità Magica a seguito dei fatti di cronaca di fine Aprile, una scribacchina deve aver sempre qualcosa da dire, altrimenti non si potrebbe definire tale.
Non voglio però scrivere di quello che è successo. Ci sono valide piume – in questo giornale – che sapranno render meglio tutto ciò che per la sottoscritta è solo un cumulo di adrenalina che è diventata troppa ed ingestibile, quel giorno come anche ora, a distanza di tempo seguendo eventi che mi toccano inevitabilmente da vicino. Mi concentrerò quindi su quello che ho visto in queste settimane, una lenta processione di genitori e/o tutori legali alternata alla mutazione di quelle persone che frequenti ogni giorno, compresa me stessa. Perché sì, signori, tutti fronteggiamo le avversità in modo diverso e talvolta… estremo. E quindi eccomi qui, direttamente dalle Terre di Bleah e vedova – per questa volta – del grinzafichissimo tipo misterioso che ha sempre fatto impennare le statistiche sulla lettura dei miei articoli. Tebaldus non c'è, rassegnatevi. Potete comunque scaricare le vostre proteste su Modhi Halvorsen, reo di aver sostituito un assassino un docente che ha scelto personalmente di andarsene, tra le altre cose. Ma veniamo a noi: le più quotate tipologie di reazione alle sciagure per il 2071 sono risultate:

10 – Formài un lago: Candidata come seria rivale del Lago Nero per il quantitativo di lacrime versate in modo inarrestabile anche a distanza di settimane dagli ultimi avvenimenti di cronaca scolastica, l'esponente tipica della categoria ha gli occhi perennemente lucidi, una scorta di fazzoletti che ha sostituito i libri da infilare nella tracolla ed un fastidioso – ma dico fa-sti-dio-so – tirar su con il naso che fa quasi rimpiangere il fatto che nessuno parli più di quei cerchi comparsi in diversi punti del castello, ormai. Alla lacrima facile non importa, del resto, che vi siano diversi dettagli poco chiari – almeno per noi individui minimal dry –  l'importante è trovare un motivo che possa alimentare e giustificare ancora l'aspetto sfatto, l'attaccamento morboso al cuscino o alla spalla di qualche povero ed ignaro adolescente medio che, credetemi, è il probabile futuro uomo della vostra vita, se vi sta pazientemente accanto anche se non gli date… corda preferendo invece continuare a parlare dei morti. I turbanti di Jeremy pianeti dicono: su Marte non c'è acqua – sareste utili con il vostro piagnisteo – ma fa tanto caldo. Prendetelo in considerazione per le vacanze estive.

9 – The sound of silence: Mangia. Magari lascia intendere di non dormire a sufficienza – ma le pareti del dormitorio a stento contengono il forte russare – ha lo sguardo perso verso un orizzonte indefinito, ma se non altro lascia comprendere al prossimo di non esser stato/a mummificato/a come vittima sacrificale per riportare indietro gli arti persi durante le lezioni di miss Johanna Churchill. Se l'andamento demografico di una simile razza ha evidenziato un calo esponenziale dopo i primi due giorni da quel trenta di aprile, tuttavia, c'è ancora qualche recidivo esponente che vorrebbe istigare il prossimo ad un veloce corso di comprensione di gesti, cenni o movimenti di occhi e mento. In pratica vorrebbe renderci tutti dei piccoli "Bro" e "Sis" che comunicano solo Tosca sa cosa flettendo il sopracciglio di due centimetri piuttosto che tre, una differenza fondamentale, badate bene. Per non soffermarci troppo – poi – sull'estremo pathos che lo star zitti dovrebbe richiamare. Guarda, sono troppo sopraffatta dai miei sentimenti per trovare le parole. No, quella al massimo è dislessia, credetemi. Si è comunque liberato un buco nero lungo la Via Lattea, mandare gufo ore pasti… ma non aspettatevi che ritorni.

8 – Ti diffindo in due: Rassegnatevi: neanche gli spuntini che tenete sotto il baldacchino per gli improvvisi attacchi di fame notturna, possono dirsi al sicuro, nel momento in cui quel tenero Asticello del/della vostro/a compagno/a di dormitorio si trasforma nel più raro esemplare di Basilisco che vorrebbe uccidere chiunque incontri lungo il tragitto necessario per arrivare sino alla Presidenza. Che sia un genitore o uno studente, infatti, l'esperienza insegna che ci si dovrebbe preoccupare sin da quando un cucciolo d'uomo inizia a fare un uso spropositato di concetti come "farsi giustizia" o "rimettere tutto al suo posto". E' in questo preciso istante, infatti, che il topo enfatico inverte il movimento della ruota nel cervello di questi soggetti tramutandoli in cavalieri di Mornay anche se non conoscono neppure la differenza tra un pugnale ed uno stiletto (io sì, grazie Robert e torna presto che ho ancora diverse lezioni da apprendere). Il combattente occasionale, tuttavia, ha almeno il pregio di inventare nuovi e talvolta bei proclami che, se si sorvola sul fatto che la maggior parte delle volte servono più che altro a mostrarsi rebel in&out, possono anche essere riciclati per quando ci sarà da lottare per il voto di Difesa Contro le Arti Oscure a fine anno. Le stelle comunque non escludono che possiate allenarvi con qualche meteorite in collisione con la terra o forse quella è più la Welkentosk che fa jogging la mattina, scusate.

7 – Ho pensato cose che voi umani…: Che voi la vediate o meno, c'è sempre una ragione dietro ogni cosa. Che sia la morte di un docente, la fuga di un altro o il pollo bruciato che vi hanno fatto trovare a pranzo, state sicuri che il ragionamento – o Jerry, il vostro amico immaginario – vi condurrà passo dopo passo verso la verità. Che casualmente in questo caso porta sino alla Presidenza – sommo centro del potere e quindi dell'inganno – ed altrettanto fortuitamente non lascia scampo ad equivoci: siamo stati ingannati, sempre comunque e da chiunque possa essere accostabile al concetto di "potere". Tommy è stato avvelenato dal Ministro della Magia che non poteva competere con cotanta bellezza (sto scherzando, non montarti la testa), le acque del Lago Nero sono diventate rosse per un sottile messaggio da mandare a quegli spocchiosi Goblin e a dire il vero quella che viviamo non è la realtà, ma il sogno… di chi la mattina ha mangiato un Nundu ed ora si domanda se dovrebbe usare una pozione digestiva o è meglio sdraiarsi sotto il Platano Picchiatore aspettando che passi. O che la cospirazione globale decida di farlo fuori una volta per tutte. Sono da sempre una fiera sostenitrice del risveglio intellettuale dei cervelli, oltre che del porsi mille ed una domanda, ma – davvero – vi assicuro che non c'è alcuna Pozione del Guardone mescolata al succo di zucca a colazione. Ed in ogni caso non è così che funziona. Persino i pianeti hanno paura di allinearsi, con voi.

6 – L'epidemia delle doppie punte: "Merida?" "…oh" "Dormi?" "No, stavo cercando di capire cosa provano le creature che vanno in letargo" "Ah. Ma, pensavo, come prendono il controllo di te, questi Sciacalli? Perché sento uno strano borbottio allo stomaco" "Quelli sono i fagioli, tranquilla". Io ve lo devo dire: gli Sciacalli si prenderanno il merito di aver fatto molte più vittime di quelle che effettivamente cadranno sotto i loro aliti pesanti. Il contagio ha già avuto inizio ad Halloween, in fondo, quando il consumo di zuccotti all'interno del castello è sceso vertiginosamente. No, non sto parlando di quelli auto prodotti dai cuochi provetti dell'E.A.T – che sono immangiabili a prescindere – quanto della psicosi che ha creato diversi ipocondriaci convinti non solo di essere costantemente esposti ai tentativi degli Sciacalli di fare adepti (posso spiegar loro che in genere, casomai, vorrebbero dei soggetti intelligenti?) ma anche di aver addosso tutti i sintomi, soprattutto dopo il cruento e veramente triste fatto di cronaca accaduto al San Mungo. I cari e vecchi starnuti che un tempo venivano imputati ad un banalissimo raffreddore, ora sono il preludio alla tomba o quasi. Per non parlare delle doppie punte o dei brufoli. Pare che la nuova frontiera delle Maledizioni senza Perdono vi si inculchi nella testa proprio così. Venere, lungi dal trovarsi nel vostro segno, prima di scappar via ha lasciato un solo consiglio: LASCIATEMI DORMIRE!

5 – Cos'hai fatto venerdi scorso?: Alter ego di colui che urla alla cospirazione, il colpevolista è in fondo un animaletto sociale che ha bisogno di attenzione, cura ed un abbraccio. Magari di quelli belli stretti subito dopo aver sudato per tre ore con gli allenamenti di Quidditch, almeno ci leviamo il problema. L'esemplare si riconosce velocemente non solo perché ha puntato il dito anche contro le armature lungo i corridoi, ma anche – o soprattutto – perché per lui/lei tutti siamo colpevoli di qualcosa, compreso/a se stesso/a. Anzi, il caso più estremo prevede che la colpa sia quasi unicamente sua perché se fosse andato a disturbare il professor Weetmore quel pomeriggio, se avesse scambiato qualche parola in più con Thofteen, se avesse corso più velocemente o si fosse lanciato da subito sul cortile di Trasfigurazione… non sarebbe cambiato niente, ma è difficile farlo comprendere a chi cerca di sopravvivere alle perdite dovendo trovare per forza un colpevole, talvolta senza che quello che appare a tutti come tale lo sia per lui. Gli avi scozzesi, nel mio clan come in altri, dicono che se una goccia è destinata ad arrivare a valle lo farà anche se un cavallo alato la sottrae dal corso d'acqua. Magari ci impiegherà di più, ma se deve andare così, in qualche modo, è così che andrà. Giove e Saturno vi raccomandano comunque di smetterla di prendervela anche con loro.

4 Accalappiatrice di Erumpent a ore tre: Il dolore, si sa, provoca le reazioni più disparate. C'è chi piange. Chi ti manda a fancrup anche solo per aver detto "Buongiorno" e chi – una su un milione ma l'ho trovata io – si convince che il modo migliore per superare un evento traumatico sia quello di… trovarti un compagno. E non sto parlando di qualcuno che ti aiuti con tutta la Trasfigurazione che hai lasciato in arretrato prima che quell'inquietante Rust Thornton facesse la sua comparsa. E neanche di quella specie di iniziativa in cui abbracciare il prossimo, no. Può capitare che qualcuno – il cui nome inizia per H e finisce per tense perché di inquietudine si parla, in fondo – si convinca proprio radicalmente che il modo migliore PER TE di andare avanti sia quello di trovare la tua metà della mela, così TU ti sentirai meno sola e triste anche se il problema è il SUO. Tutto chiaro, no? Sorelle, non allarmatevi, vi sto avvisando per tempo. Se doveste aprire un libro di Storia della Magia con all'interno la foto del fratello di Evan Miller, non date di matto. Se nel bel mezzo di un complicato esercizio di reazioni pozionistiche una vocina squarcia il silenzio per domandarvi che ne pensate dell'improbabile accoppiamento tra la sottoscritta e Iagan voi annuite, date una sonora pacca sulla spalla a costei e dimenticate ogni cosa subito dopo. Prometto di ricambiarvi il favore quando sarà il vostro turno. Il vuoto affettivo lasciato da una dipartita o due va riempito – d'accordissimo – ma perché proprio io ci sono tanti di quei modi, come darsi alla poesia, alle canzoni depresso-melodiche, ai libri di… no, a tutto c'è un limite. Mercurio vi strizza l'occhietto complice, è vero, ma non per sorreggervi e sostenervi in questa vostra campagna umanitaria, davvero. E' più probabile che sia rimasto accecato anche lui dall'ultimo atroce accostamento che avete ipotizzato. Però se nella ricerca salta fuori il nome del professor Wenlock io Mercurio ha detto che si rimangia tutto, lo giuro!

3 – E' morto qualcuno, e quindi?: Li riconoscete subito, gli str…ambi appartenenti a questo genere umano. Sono quelli che se qualcuno gli vomita davanti hanno come sola preoccupazione quella di non sporcarsi le scarpe. O che non si pensi che anche a loro capitano queste brutte cose. Insomma, sto parlando di tutti coloro che se ne fregano di quello che succede attorno continuando ad andare avanti imperterriti lungo la propria via dribblando gli eventuali cadaveri che ostacolano il loro incedere. Qualcuno sostiene che sia anche questo un modo di affrontare un trauma, lo so. Io mi sono invece offerta volontaria per rimarcar loro al meglio il concetto di trauma. Una mazza da Quidditch trasfigurata in pietra dovrebbe esser sufficiente, credo. Ad ogni modo, se con le altre tipologie di reazione che ho provato ad elencare in questo articolo riesco a trovare una chiave di lettura che tutto sommato me le rende comprensibili, in questo caso giuro che non ce la faccio, tanto che al posto di Morrigan non vivo senza Kane Andersson io a quello sgorbietto verde argento di Jared Jabberwock avrei fatto molto di peggio, dopo alcune frasi che gli ho sentito pronunciare. Puoi essere un essere unicellulare che non ha completato alcuno sviluppo, ma comportarti da centro dell'universo non ti rende certo più interessante, anzi. Pure i pianeti ti ci manderebbero… in orbita.

2 – Prima o poi la smetteranno di ammazzare tutti: Non può esserci sfumatura delle reazioni umane che non contempli lui o lei, gli sdrammatizzatori seriali, coloro che assistono alla tragedia, l'assorbono smembrandola pezzo dopo pezzo e ti restituiscono una realtà in cui esiste sempre una morale della favola. Anche quando tu vorresti solo urlare o possedere un'arma di distruzione di massa che cancelli ogni cosa, magari solo la tua memoria dell'evento. Non è detto che per questi soggetti la vita debba essere tinta di rosa pastello e colma di vogliamoci bene, amico. Semplicemente – l'ho capito avendo a che fare con alcuni dei più pericolosi ricercati per tale "delitto" – se qualcosa di veramente brutto è accaduto, probabilmente non c'è modo di porvi rimedio neanche se vai a farti prendere a sberle dal Platano o se provi a smuovere Coraline Thofteen dall'aula di suo zio. La realtà non cambia, tutto qui. E allora sì, servono anche quelli che vorresti strozzare quando fanno una battuta noir che implica la morte. Servono perché la capirai dopo, la loro importanza. Quando sarai impegnato/a ad osservare impaurito/a il colpevolista, chiederti sin dove è disposto a spingersi il combattente o quanto ancora frignerà colei che ha la lacrima facile. Lo capisci dopo, mentre loro – semplicemente – cercano di farsi forza così anche se vorrebbero un Reparo per la realtà, soprattutto quella che neanche l'oroscopo poteva prevedere.

1 – La Merida McReady: Non mi vedi, mi nascondo dietro una piuma. Non mi senti, stranamente nell'ultimo periodo non sono di molte parole anche se vorrei essere altrove, magari con mio cugino. Non puoi annusarmi, perché non profumo come il resto del giornalino scolastico di questo mese. Non c'è tristezza, in quello che scrivo. Non c'è rabbia e neanche quel misto di nostalgia ed interrogativi che potrai trovare non appena volterai pagina e questo nonostante ciò che sto passando, come altri familiari dei rapiti. Non c'è rispetto, certamente una delle valutazioni sarà anche questa e lo credo anch'io. Ma non è il rispetto che cerco, né che intendo dare. Non come lo intende la maggior parte, se non altro. Vorrei… distrarre. Vorrei che leggendo anche solo sbadatamente questo articolo fossi indotto ad alzare il naso dal giornale scolastico e ti guardassi attorno. Quante di queste tipologie riconosci in chi ti circonda? Ma, soprattutto, da quanto non osservi i tuoi compagni di classe, i concasati… gli amici? Non ti viene il dubbio che magari possa arrivare un giorno in cui, semplicemente, può esser troppo tardi? Ivy ha scritto un valorosissimo articolo, dovresti leggerlo più volte. Lily ha cercato di fare di una pagina di giornale un piccolo pensatoio portatile. Io? Io vorrei solo che non perdessi la propensione a guardarti attorno, smettendo di ascoltare sempre e solo i demoni che ti si dibattono dentro. Io vorrei solo che capissi che la vita prosegue e se qualcosa non ti torna – in tutti i sensi – devi solo capire come affrontarla. Non esistono "se" in questi casi.

ps: si avvisano tutti i maniaci membri del WWFFB che per la realizzazione di questo articolo non è stato torturato alcun animale da compagnia, anzi, i carlini del professor Oven mi sono sembrati particolarmente propensi ad inscenare il loro matrimonio. Assistente Medicine, ci faccia un pensierino…

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il quinto anno e, come tiene a sottolineare, anche il corso di Cura delle Creature Magiche, Jer compreso. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione principale – per ammissione – al momento sia quella di allargare lo stanzino della redazione o a far fuori qualcuno dei nuovi arrivati perchè sta provando in ogni modo a convincere Hortense Lanfrad a varcare quella stessa porta.
By cordonbleh | - 12:16 am - Posted in Maggio 2071

Quando si hanno quindici anni, le uniche morti di cui si dovrebbe parlare sono quelle che si trovano nelle pagine dei libri di storia o nei racconti degli eroi, reali o di fantasia che siano. Non di quelle dei propri professori né tantomeno di quella del proprio Capocasa, eppure quest’anno ci ha sfiorato per ben tre volte, da fin troppo vicino e con quel verde che di speranza sa ben poco.

I quindici anni io volevo passarli a farmi venire il mal di pancia per le scorpacciate di api frizzole e cioccorane, non a preoccuparmi che quello che ci fosse nel mio piatto potesse mandarmi su un letto dell’infermeria o peggio. Io volevo passare le notti a restare sveglia a parlare con la mia migliore amica di quanto quel ragazzo fosse carino quando sorride in quella maniera un po’ distratta, non della paura di morire dentro le mura che da anni ci insegnano essere la nostra casa e la nostra famiglia.
Ed ora invece mi ritrovo qua a scrivere di qualcosa che è più grande di me ma da cui non posso e non voglio astenermi, anche se io i quindici anni li volevo ricordare per tutto tranne che per la morte del mio Capocasa.

  “Quando il vento cambia si ha sempre paura e ci si sente destabilizzati” ha scritto il Professor Thofteen su queste pagine, ed il mese scorso il vento è cambiato con una tale rapidità ed irruenza da farmi vacillare come mai mi era successo prima, proprio come la banderuola sul tetto di casa quando arriva la bufera. Se il vento cambia, non ci resta che adeguarci alla sua nuova direzione oppure, perché no, opporci restando fedeli a quella di sempre. C’è chi cerca di capire quale essa sia e fa come ci hanno insegnato da piccoli: inumidisci il polpastrello e capirai da che parte l’aria soffia - diceva sempre Nonno – e ha deciso che è quella la direzione giusta; qualcun altro invece è ancora in balia delle raffiche di vento e stenta a leggere la bussola che ha tra le mani; altri, infine, hanno lo sguardo puntato sull'ago che indica la direzione di sempre.

L’aria è un portentoso mezzo di trasporto: veicola i suoni, gli odori ed anche i messaggi, scritti su pezzetti di pergamena e lasciati svolazzare via lontano da noi, un po’ come quelli che mi sono arrivati quando ho chiesto un aiuto per ricordare il nostro Professore. Sapete qual è il bello dei messaggi anonimi? Che così è pressoché impossibile puntare un dito accusatorio contro i loro mittenti. E lo sapete quanto sia difficile difendere coloro e quello in cui si crede, ché “non è semplice guardare a nord, quando la bacchetta vi indica il sud”?

  "Quando ero al terzo anno, una volta sono passato nell'ufficio di Weetmore dopo le lezioni per chiedere delucidazioni sul Feravèrto. Ho trovato il professore in piena pausa tè ma non sembrava scocciato per l'interruzione. Anzi, mi ha invitato ad unirmi e mi ha offerto un ottimo earl grey. Ha fatto pure portare su dalla cucina alcuni dolcetti e poi siamo stati a parlare dell'utilizzo dell'incantesimo. La cosa che mi ha colpito è che non mi è sembrata una chiacchierata con un professore, per via dei toni colloquiali. Anche se il suo modo di parlare era sempre farcito di frasi e aneddoti antiquati (tipo "non vedevo una lezione di questo tipo da quando la professoressa McGranitt, sì proprio lei, pace alla sua anima, trasfigurò in babbuini tutti gli studenti del suo corso, e in banane il coro di Hogwarts. Cantarono Dio Salvi La Regina per un mese, dopo quella volta") era bellissimo sentirlo parlare! E aveva sempre qualche gesto premuroso con cui incoraggiarmi… Mi manca molto."

  "Potrei raccontarti di quando ci accompagnò al Complemorte di Harold Heckett e Pix definì il suo naso "a pinna di squalo", o di qualcosa di ben più recente, della festa… ma farebbe troppo male. Vorrei condividere un altro tipo di ricordo. Volevo trasfigurare un oggetto in animale, ma non in uno qualsiasi, in un jobberkoll. Ovviamente sarebbe stato impossibile, avrei ottenuto un semplice uccello e, al livello in cui ero, piuttosto malmesso. «La pratica fa il mago», queste le parole che mi disse il Professor Reginald Weetmore. Ti confesso che credo sia uno degli insegnamenti più preziosi che io abbia ricevuto, fino ad ora, in questa Scuola. Non si tratta di ambire a delle E oppure a dei punti in clessidra, che alla fine dell'anno verrà svuotata. Esercitarsi per migliorare se stessi, le proprie abilità e riuscire in quell'incanto che sembrava così insormontabile, questo è il vero arricchimento e soddisfazione. Ma comunque, i punti Intuito-Arguzia-Maestria del Professore rimarranno un altro dei miei ricordi."

  “Ci sono tanti ricordi del professor Weetmore che potrei condividere, tutti per lo più legati alle sue lezioni impeccabili di Trasfigurazione. Ma quello che alla fine ho scelto di raccontarti riguarda più che altro quello che mi ha insegnato riguardo la "magia" più in generale, e di ciò che è in grado di fare. E' un ricordo sempre legato ad una lezione, sia chiaro, ma era una di quelle lezioni un po’ strane, in cui lui apparentemente non era in aula con noi, e in meno di un fulmen siamo finiti in un'illusione, una di quelle che ti confondono, ti destabilizzano, che ci mostrava uno scenario tremendamente simile a quello di… poche settimane fa. Il cortile di trasfigurazione distrutto, così come tante altri parti del castello, perché le difese di Hogwarts erano deboli come non mai. Ma poi, con un "pop" sono comparse tante persone, e ognuna di queste si è affiancata ad uno noi. Nonostante non le conoscessimo beh, era una sensazione strana. Ci sembrava di poterci fidare di loro. Io mi sono ritrovata accanto un maghetto poco più piccolo di me, tremendamente vivace. Per farla breve, noi con queste persone avevamo il compito di provare a ricostruire ciò che era stato distrutto. Solo a fine lezione abbiamo capito chi fossero. Weetmore, non si sa come, era riuscito a dare un volto alle nostre bacchette, alla nostra magia. Il mio cedro, il ciliegio, l'acero, con le loro rispettive anime, erano a fianco a noi, per aiutarci e insegnarci persino nuovi incantesimi. E beh, mi piace ricordarlo così, il professor Weetmore. Con la sua imprevedibilità, con le sue parole che avevano sempre un significato più profondo di ciò che voleva far sembrare. Tra gli appunti poi ho trovato anche questa frase, pronunciata giusto a fine lezione: "Perché anche in tempi oscuri, un mago o una strega non saranno mai soli, signori”. Beh mi piace pensare che se fosse qui, ce lo ripeterebbe anche ora fino alla nausea, signori.” 

 “Il professore era una persona magnifica! Io l'ho potuto conoscere solo in questo anno e mezzo al castello ma mi rimarrà sempre nel cuore. Metteva sempre i bisogni degli studenti e della sua casa al primo posto, come quando Dupret ha tolto quei 50 punti a un Grifondoro, non ricordo chi… Il professor Weetmore non ci ha messo molto ad andare contro un collega per difendere un SUO alunno. Era un figlio di Godric e l'ha sempre dimostrato nonché uno dei professori più buoni, uno tra i più disponibili anche solo per una chiacchierata e ha sempre dimostrato a tutti quanto tenesse al suo lavoro e apprezzasse l'impegno dei suoi studenti. Lui sarà sempre parte di Hogwarts e lo stesso castello lo sa, noi lo sappiamo e vivrà in noi e negli insegnamenti che ci ha dato.”

 “Senti se gli altri hanno bisogno che qualcuno gli ricordi che il professor Weetmore non era una mostro, son solo degli idioti del gramo. Che vuoi un racconto strappalacrime su quanto fosse una brava persona? È inutile! Tutti in questi anni abbiamo avuto modo di vederlo quanto fosse un grand’uomo, quanto si è sempre mostrato gentile con noi. La nostra sicurezza è sempre stata al primo posto e abbiamo visto cosa ci ha guadagnato… pochi grazie e l’etichetta di “mostro”. Chiunque lo ritenga un traditore, un mostro e che adesso che non c’è più sente di poter dormire col Protego abbassato, può andarsene a fangramo.”

  “Non posso riportare un ricordo preciso del professor Weetmore, perché la verità è che non ne ho: non ho vissuto momenti particolari con lui, occasioni degne di essere trascritte, proprio perché la presenza di Reginald Weetmore rendeva piacevole e speciale anche la più comune e noiosa delle giornate. Un uomo i cui principi morali erano antichi e saldi, come le mura di questo castello, docente competente e pieno di risorse, capace di coniugare il suo immenso bagaglio culturale con un savoir-faire che faceva sentire ogni suo studente apprezzato, stimolato, ma soprattutto a casa. Tra le sue innumerevoli qualità, ce n'è una che più di tutte mi ha spinto in questi sette anni a sceglierlo come guida ed esempio: la sua umanità. Mortale, umano, come tutti noi. Una persona imperfetta che nella sua vita ha commesso sbagli ed errori di giudizio, sempre tuttavia indirizzati verso quello che il suo cuore e la sua mente ritenevano "il bene superiore". Indegno e meschino sarebbe sputare sentenze sulla tomba di un uomo che non sarà mai più in grado di difendersi e di rivelarci le motivazioni che si celavano dietro i suoi gesti. Lasciamo quindi che il sospetto e la paura si tramutino in un monito per i giorni a venire, e custodiamo gelosamente nel nostro cuore ciò che di più bello il professor Weetmore ci ha lasciato, affinché possa scaturire da noi come un luminoso Patronus per rischiarare giornate più buie.”

  Vorrei condividere con la Voce alcuni miei ricordi del nostro capocasa, partendo dal presupposto che per me è stato come un padre, fino alla fine. Era un uomo buono, un uomo integro, coraggioso. Un vero figlio di Godric, in altre parole. Sono sempre stato uno dei migliori in trasfigurazione ed è grazie a lui che fin da quando è arrivato ha sempre trasmesso l'amore per quello che faceva. Prendevo delle lezioni speciali di trasfigurazione da lui, oramai lo conoscevo bene e per questo mi RIFIUTO CATEGORICAMENTE di credere che sia passato al lato oscuro.

  “Era estremamente gentile e paziente. Vedeva qualcosa in ognuno di noi. Dubito che qualcuno abbia dimenticato la sua teiera suicida che zompettava per tutta la cattedra o il forte odore di the che riempiva l’aula. Al mio primo anno, quando l’orario me lo permetteva, andavo un po’ prima a lezione per chiedergli degli animali, del perché stessero nelle gabbie, e soprattutto di quella teiera magica. Undici anni, natababbana, piena di domande… be’, è sempre stato disponibile.”

  “«La modifica la deve pretendere, signorina Hevenge. La deve conquistare, la deve portare a termine. Nessun ideale è sbagliato in partenza. Il suo è tanto corretto quanto scomodo, in verità. E necessita non solo di ostinazione, ma di una voce che sappia farsi sentire. Lei deve rafforzare la sua voce, signorina. Non c`è più tempo per nascondersi dietro le mura di un castello e lei lo sa bene, quindi la prego. Si faccia sentire… Pretendere, non reclamare. Sostenere, non arrogare». Condivido con voi il ricordo di questa conversazione e mi farò sentire, per il nostro Capocasa e per l'uomo che era. Saprò lottare per ogni cosa ed ascolterò me stessa, perché non è debolezza ascoltarsi. E ricordate sempre… Pretendere, non reclamare. Sostenere, non arrogare.”

  “L'anno scorso sono andata nel suo ufficio, per fare il colloquio di orientamento e decidere che materie continuare dopo i GUFO. Ho sempre pensato di essere una persona abbastanza decisa e determinata nelle proprie scelte e ammetto di essermi presentata da lui convinta di avere già le idee chiare. Cosa avrei fatto dopo Hogwarts, che materie seguire, che voti prendere. E' stato lui che in un unico incontro mi ha fatto aprire gli occhi e scoprire che in realtà intorno a me avevo tantissime possibilità che non avrei mai preso in considerazione se lui non me le avesse mostrate con la sua solita gentilezza. Da quella volta ho deciso che non avrei mai più fatto l'errore di precludermi tutte le strade possibili che si aprono davanti a me. Quello che è certo è che qualcosa la farò, perché lui aveva fiducia in me, sono stata solo troppo stupida ed orgogliosa per capirlo, a volte. In quell'occasione gli ho fatto una domanda che lo scorso anno mi ha assillata davvero per molto tempo. Non sono mai stata una studentessa modello, le mie uniche E sono nelle mie due materie preferite e continuavo a chiedermi: perché hanno scelto me come prefetto e non Ivy? Lei è intelligente, è determinata, è esattamente quello che Godric Grifondoro si aspetterebbe. Quando l'ho chiesto a Weetmore sai cosa mi ha risposto? «Il giudizio dei professori, per quanto riguarda la mia visione dei doveri di un prefetto, non si basa soltanto su una lista di E in pagella. È anche vero che reputo la signorina Hevenge un ottimo esempio di studentessa. Sarebbe stata una sfida, affidarle la spilla? No di certo. E con questo non dubito delle sue capacità, vi credo fermamente, invece. E sono altrettanto sicuro che la sfida che la spilla porta con sè, può giovare più a lei che non alla signorina Hevenge. Se si scegliessero i giocatori di Quidditch come si sceglie un prefetto, sarei il primo a volere che la signorina Hevenge sfidasse i suoi limiti, e la prenderei in squadra». E quindi, Ivy, se il prossimo anno volessi unirti in squadra saresti la benvenuta.

  “C'era quella lezione, quella… della fiaba, te la ricordi, no? Della storia di Riccioly d'Oro. Ci ha fatti addormentare e siamo finiti nella storia di Riccioly d'Oro, quella con i tre troll, uno Minuscolo, uno Grande e uno Grandissimo; e quello Minuscolo aveva tutte le cose minuscole, quello Grande tutte grandi e quello Grandissimo tutte grandissime… adesso non mi ricordo bene com'era. E Riccoly d'Oro non era una bambina, ma un mezzogigante con i peli – e neanche biondi, hehe. Comunque, lo scopo della lezione era rimettere a posto quei dettagli della fiaba che erano sbagliati, in modo tale che potesse proseguire correttamente fino alla fine. Weetmore continuava a farci tornare indietro, all'inizio della storia, fino a quando non abbiamo capito cosa fare. Solo allora l'aula è tornata come prima, come se non ci fossimo mai mossi da lì. Io ero al primo banco e lo guardavo, perché prima di finire nell'illusione mi aveva sgridata; subito dopo, però, ha detto una cosa che sembrava stesse parlando proprio con me, te lo ricordi? Ha detto che a volte è indispensabile assecondare la favola, e non contrastarla. E quando ci ha dato i compiti ci ha detto "Non deludetemi". Fino alla fine credo di averlo deluso, sai? Continuavo a ripetergli che doveva morire per noi.”

  “Reginald Weetmore era più di un semplice professore. Reginald Weetmore era come un maestro, quasi un nonno. Per me era una guida, sin dal primo anno mi ha sempre aiutato a superare gli esami, a capire cosa vuol dire essere un mago per bene e un vero Grifondoro. Era un appassionato di Trasfigurazione e ce lo dimostrava sempre, perché quando faceva lezione era sempre contento di poter spiegarci le cose. Era un vero lord, e ho sempre voluto diventare come lui da grande, anche se non sono così bravo ed educato. Mi ha sempre ricordato Merlino, il grande mago, non so nemmeno io perché, ma per me sarà sempre come Merlino, buono e magico. Lo ricordo buono, perché con me lo è sempre stato, anche quella volta che per sbaglio uno studente più grande facendo un incantesimo mi ha fatto piombare in aula, Reggy mi disse di stare calmo che non era successo niente. Sapeva sempre cosa dire e cosa fare, ed era il miglior esempio di Grifondoro che si potesse desiderare. L'ultima volta che l'ho visto era felice, gli abbiamo organizzato una festa di compleanno a sorpresa e siamo riusciti a non farci scoprire. Mi era sembrato un modo carino per festeggiare, per fargli capire che noi saremmo stati sempre dalla sua parte, perché non poteva deluderci. Voglio solo dirti le cose belle e ricordare le cose belle, perché è giusto ricordarlo al meglio.” 

  “Durante il secondo anno, al posto di fare lezione, il professor Weetmore ci portò al Complemorte di Harold Hackett. Mi ricordo ancora come faceva la canzone con la quale il Quartetto dei fantasmi ci accolse, «Sir Reginaldo e il secondo anno, poca arguzia e tanto danno», forse perché si è rivelata essere molto profetica. Al terzo anno invitò invece il suo amico attore, il Goblin Gunci, per darci una dimostrazione piuttosto buffa di come si derattizza magicamente un'aula. È grazie a lezioni del genere, grazie alla passione per la sua materia che Weetmore ha sempre dimostrato, e che è riuscito a trasferirmi, che io adesso ho un'ottima media in Trasfigurazione… da rovinare, mio malgrado, tutte le volte che prendo in mano la bacchetta. Non raccontiamoci bugie. E' successo, dispiace, a volte anche i piccoli errori hanno conseguenze dannose. Lo ricorderò sempre come il mio Mr Weetmore.” 

  “Il Professor Weetmore è stato un uomo che non ha mai giudicato nessuno di noi per quello che era. Non ha mai cercato di dirmi cosa è giusto e cosa sbagliato imponendomelo, ma mi ha sempre spinto a ragionare. Quante volte ti è capitato di infilarti in un'aula in un momento in cui non c'era una lezione? Per studiare, magari. Una delle più belle lezioni che ho fatto con lui è stata l'anno scorso, quando ci ha spiegato i demoni Stalker, che sono invisibili, nel caso tu non lo sappia, a meno che chi li ha invocati non voglia farli vedere. Sai cos'è successo alla fine della lezione? Ha fatto apparire decine di Stalker in tutta l'aula, ad ogni angolo, e sorrideva. Hai presente quel suo sorriso, quello saputo di chi ha visto molto? Ebbene, lui aveva visto molto nel corso degli anni, eppure non ha mai giudicato nessuno o ci ha trattati diversamente. Questo era Reginald Weetmore.”

C’è una cosa che si impara nelle prime lezioni di Trasfigurazione e che è il fondamento di tutta la materia: la perfezione molecolare si raggiunge quando l’oggetto di partenza ha acquistato proprietà ed aspetto di ogni singola particella dell’oggetto di arrivo. A diventa, sì, B nell’aspetto interiore ed esteriore ma dopotutto è e rimarrà per sempre A.

  Non importa l’uomo di arrivo che ci ha salutato, io voglio ricordare chi è stato negli anni passati, con quell’impeccabile aplomb che non è stato intaccato neppure quando si è ritrovato davanti un gruppo di ragazzini urlanti che lo hanno investito di urla ed Exco Flagrantis a volontà, con i coriandoli impigliati nella barba candida e stelle filanti a penzolare sul naso non proprio alla francese. Ecco chi voglio ricordare. Ecco il Professore che mi manca.

Lily MorrisNata e vissuta da che ha memoria in compagnia dei cinque corgie (Gin, Sherry, Whiskey, Brandy, Vodka) della nonna appena fuori Birmingham, infesta la torre Grifondoro da ben quattro primo settembre. Tendenzialmente la gente sembra pensare che il Trio di cui fa parte sia un’unica entità inseparabile, e c’è chi dice che condividano un neurone in tre, chi che vivano in perenne simbiosi. La leggenda vuole difatti che possa perdere tutta la linfa vitale e rinsecchirsi se sta più di un’ora lontana dai due suoi migliori amici. Estimatrice degli esponenti in cui i cromosomi X ed Y si sono combinati in maniera piuttosto piacevole alla vista, pare abbia una lista misteriosa su cui di tanto in tanto qualche nome viene spuntato, motivo per cui gira voce che sia entrata in redazione per avere una scusa in più per avvicinare la popolazione maschile degna di nota… non giungono smentite in merito dalla diretta interessata. È possibile che una volta passata a miglior vita si impegni ad infestare uno dei bagni maschili della scuola, imitando Mirtilla Malcontenta.
By Anne Burton | maggio 21, 2015 - 5:20 pm - Posted in Maggio 2071

C'era una volta la pace, la serenità e tante altre belle sensazioni di cui si è soliti riempire i romanzi d'appendice o le storielle da raccontare ai bambini la sera, mentre si prega che prendano sonno il prima possibile. Nei libri di Storia della Magia – la cui lettura sarebbe talvolta preferibile a quella di certi racconti – le cose non vanno proprio in questo stesso modo e di certo si è più avvezzi a leggere di teste che cadono, metaforicamente o meno, rovesci della cosiddetta medaglia e – soprattutto – Ministeri della Magia le cui fondamenta traballano. E' stato così ai tempi dell'Oscuro Signore, dell'ascesa del Sigillo di Fuoco e – ahimè, direbbe qualcuno – lo stesso accade anche in questi giorni, mentre i proclami degli Sciacalli annunciano l'arrivo di un nuovo ordine che spazzerà quanto di conosciuto esiste nella nostra Comunità Magica, per istituire un modo totalmente diverso di vivere il nostro tempo.
L'efficienza dimostrata in questi mesi dagli appartenenti a questa, come chiamarla, setta oscura, lasciano presagire che il nuovo ordine delle cose sarebbe di certo più certosino ed attento ad ogni possibile sfumatura, ma mi rendo conto che con queste parole rischio di scandalizzare i più piccoli o tutti i convinti sostenitori filo ministeriali che ancora non credono o si illudono che in fondo, con quanto successo al San Mungo una settimana fa e nel resto della Comunità Magica nell'ultimo mese, il signor Ministro della Magia non potesse far nulla più di quello che non è stato fatto.
La libertà di espressione e parola mi consente di dissentire da chi cerca di salvare il non salvabile che gira attorno al palazzo governativo londinese, ma a differenza di qualcuno che evidentemente riesce a dar libero sfogo ad ugola o piuma solo per partito preso, mi faccio forza di quelli che sono semplici fatti capitati sotto gli occhi di tutti, praticamente, lasciando a voi lettori il giudizio finale su quello che sta succedendo nella nostra carissima Comunità Magica. Vi chiedo solo di cercare di immedesimarvi in quel che scrivo ed in come lo scrivo, prima di additarmi come ragazzino che ancora deve conoscere il mondo.
C'è caldo, oggi, al San Mungo. La mamma continua a dire che devo cercare di trattenermi, magari provare a saltellare prima su un piede e poi sull'altro. Magari così mi passa. Io lo so che non è colpa di quella Spruzzalitosi, lo sfogo che ho. Ho mangiato le fragole, anche se mi fanno venire un prurito peggio di quando metto il maglione che mi ha regalato la nonna per Natale. Non gliel'ho detto, sennò finisco in punizione da qui a quando sarò pronto per andare ad Hogwarts come Betty. Spingono – ma quand'è il nostro turno? – ed il mago alla mia destra puzza di tabacco e naftalina. O come si chiama quella roba babbana che usano per conservare i vestiti. Wow, grinzafico! Finalmente qualcuno ha messo in funzione la radio… o forse no. Mamma, si è liberato un posto a sedere, che bello. O forse… no. C'è silenzio, ma come quello che si sente d'inverno – a casa – quando il lago ghiaccia ed il nonno giura che tutto quello che diciamo si sente fino in Irlanda. Quel silenzio che non è tale, ma solo il lungo tendersi di una goccia d'acqua verso il basso. Ancora e ancora fino a che – plop – si rompe. Mamma, mi fa male la mano. Mamma, perché mi stai spingendo via? Oh. Urlano. Tutti. Gridano e corrono, ma non c'è spazio. La mamma mi copre con il suo mantello, ma i piedi li vedo e sono tanti. Una mano. Mamma, la signora è caduta, non la aiutiamo? Oh. Qualcuno vicino a me sta pregando, magari funziona così per farsi assistere prima degli altri. Ora ci provo anch'io. Mi dicono sempre che i bravi maghi le bugie non le dicono, ma a me ogni tanto qualcuna scappa. Se ammetto di aver rotto io il vaso di fiori posso andare a casa prima? Piangono. Ed urlano ancora. Forse non è proprio così che funziona. Ho paura. Le fragole, le fragole. Le. Fragole. Scusa. Non lo faccio più. Davvero. Non ho niente, mamma, andiamo via. Per favore. Sssh. Provo a spostare il mantello. Ssshh. Quella bambina dai boccoli rossi non smette di piangere e tirar su con il naso. E poi… oh. Oh. Quelli son brutti. La faccia, mamma, guarda la faccia. Va bene, sto zitto. Torno sotto il mantello. Il buio a volte fa meno paura della luce del giorno. Mamma?
Ci sono ventitrè storie diverse che reclamano una spiegazione. Ventitrè. Guaritori che esercitavano la loro professione. Semplici membri di questa Comunità Magica. Senza dubbio la colpa è degli Sciacalli. Sicuramente il braccio che reggeva le bacchette mentre la pelle altrui si lacerava o disidratava sotto l'influsso di incantesimi oscuri, appartiene a loro. Al Ministero, invece, cosa dovrebbe spettare? Un grazie perché il numero delle vittime non è stato più alto? Un plauso perché UNO Sciacallo è – forse – stato catturato?
Grazie… no.

Cedrick Bramwen. Meglio noto come il Selfish, il quintino Serpeverde male amalgamato con il mondo che lo circonda, vive di una strana forma di opposti, secondo la testimonianza di alcuni coetanei che preferiscono restare anonimi. Estremi che ce lo hanno fatto conoscere come un Jobberknoll in piena salute quanto a parlantina ed un Ippogrifo fiero ed altezzoso come comportamento e visione del mondo. Se fosse un detto babbano lo si potrebbe definire come ogni riccio un capriccio, ma considerando che è un purista del lignaggio magico – per la gioia dei verde-argento più radicati – è più comunemente associabile ad un detto tipico dei maghi: uno Shadem per capello. E capelli ne possiede abbastanza da non temere una calvizie precoce. Arriva a La Voce dopo una lunga ed attenta militanza tra i lettori del giornale, studiando il modo di fare e scrivere di ogni scribacchino con appunti nascosti probabilmente nelle folte sopracciglia che si ritrova.
By Vaniglia | maggio 20, 2015 - 3:14 pm - Posted in Maggio 2071

La Broomula1 è la sorella sfigata del Quidditch, come ci ha ricordato Lily nel numero scorso, e assicuro che tutto l’inesprimibile amore che posso provare per i cuscini giganti non basta per obliviare le ere geologiche un pomeriggio  passate sulla Civetta dello Sport a leggermi gli articoli di Leopold Clubaboso e Ivan Arioso , zeppi di giochi di parole degni di Streghetta2000 e capaci di rendere uno sport adrenalinico una noia gramosa. Fatto sta che i miei adorati compagni di redazione mi hanno scassato i bolidi  flamorato affinchè scrivessi il resoconto di questa stagione di B1 quindi se non piacerà neanche ai Frullobulbi di vostra nonna incolpate Phil: è lui che ha il compito di scrivere le cose noiose, non io.                                                                                                                                                                                                                                                         Image and video hosting by TinyPic

Dopo il bromercato estivo la stagione di B1 e GT2 si apre con nuovi top-rider e vari cambiamenti drastici di regolamento. La domenica i piloti di B1 partono secondo le prove del sabato e non più della classifica generale. Diversi i provvedimenti anti-babbani: sabato allenamento per sole due ore, ordine gran tremi sorteggiati due settimane prima e per la GT2 sono un nox anche le date delle gare. C’è da sospettare che l’ufficio reclami della Res.Co sia stato sommerso da schiere di obliviatori che si sono scassati bolidi e controbolidi di fare presenza fissa ai gt. Solo due piloti (+ una riserva ) per la GT2, ragion della scomparsa della Lowenn e Oscar Trott dalla lista di riders di GT2. Altra postilla: i piloti di B1 infortunati sono sostituiti da altri della GT2 che non compaiono in classifica ma aggiungono punti alla Cos. Co d’appartenenza.Image and video hosting by TinyPic

Dopo un inizio col Bombarda Maxima per MoonTrimmer e FireboltDoom, a cui appartengono rispettivamente le pilote Athena Mazonakis e Andrè Morel, prima in classifica, subentra la SilverArrow, Cas.co partita in una sfigatella ottava posizione ( diciamo pure che era l’ultima, bah…). Tutto merito del nuovo acquisto della Silver, l’albanese Arben Hexha passato sotto muffliato fino al secondo incontro di GT , e che appena al terzo si trova a strappare il secondo posto alla Morel con un parimerito di 21 punti. Anche Amber Meng, Corvonero neodiplomata, promette bene: dopo appena quattro prove riesce a far guadagnare alla TinderBlast il primo posto in classifica, mentre Scopalinda Race (con la vincita della Wandsworth del gran tremio di Ungheria) risale faticosamente al quinto posto. L’ascesa della Meng continua imperterrita a scapito di Hexha, tanto da far pensare a una futura vittoria della GT2 (ma… shh! Non è ancora sicuro!). E’ superata solo da Olimpia Capomastro, che in appena due gare riesce ad aggiudicarsi il primo posto per la Nimbus Team.

Image and video hosting by TinyPicCampionato bollente e pieno di sorprese anche per la B1 che parte con la Barmoral prima in classifica e NimbusTeam a farla da padrona con FireboltDoom, mentre Scopalinda è sola soletta all’ultimo posto, consolata solo dai lievi miglioramenti delle gare a seguire, ma nonostante alcune brillanti prove di Virginia Williams e della Wandsworth di riserva (Danya) non è ancora riuscita a superare il quarto posto. Dal canto suo la OakshaftSpeed si mantiene sempre al secondo-terzo posto, sotto la onnipresente prima NimbusTeam. I riders  ottengono risultati altalenanti e non sempre ottimi. Peggio per la Rising Comet, rasenta sempre il fondo classifica nonostante alcune prove per  nulla male di Ingrid Zabriskie Jr. e Dragomir Pogrebinyak. Le regine indiscusse di questo campionato sono Meredith Stevens e Christine Berry, il niphlora all’occhiello del NimbusTeam e la principessa celtica di FireboltDoom. Se la Stevens ha un posto abbastanza fisso ai vertici della classifica insieme alla Barmoral, la principessa celtica sgomita e stringe i denti fino a arrivare quarta in classifica piloti, sotto il collega James. E. Airborn.  30 punti la separano dalla vetta (e 63 mancano alla FireboltDoom) ma è un risultato niente male per essere impegnata anche con gli studi all’Accademia Fingal: di sicuro Scopalinda si starà diffidando i bolidi per aver perso un pilota del genere. 

Se non volete perdere i vostri galeoni come oro di lepricani con il Fantaquid… ops, ho sbagliato lato della scopa, e non avete battuto una calderonata bella forte da poppanti vi consiglierei di puntare su NimbusTeam. O su FireboltDoom se siete dei maghi coraggiosi.

Ringrazio la mia bella cavaliera dall'armatura dorata per il sostegno morale, anche se ha rotto i boccini come al solito quando la mia prendiappunti si è impossessata della faccia di Ivan Arioso: eppure le pluffe e la faccia da Curupira gli stavano così bene.

Aggiornamenti all'ultimo sputo di Billwig: il campionato è finito! Proprio mentre i miei colleghi in redazione decidevano di fare un'uscita accorpata maggio+giugno. Voi comunque potete leggere l'articolo fino a "…. la faccia da Curupira gli stavano così bene", andare a scommettere qualche galeone sui probabili vincitori, e ricordarvi infine di leggere queste righe sotto lo sguardo ammiccante della Berry. E sbattere la testa contro al muro e fare un OHHHHH di sorpresa! Non ringraziatemi: è il nostro lavoro di scribacchini. La stagione di B1 si è conclusa con… sorpresa! Meredith prima in classifica, seguita dalla Barmoral, Airborn e Berry. NimbusTeam re indiscusso, già dall'inizio del campionato. Che bolide. Come sono prevedibili. NimbusTeam che ha vinto anche la GT2: Wandsworth, Capomastro e Meng. Io speravo anche un po' in Hexha, ma quella testa di trollobolide si è limitato ad un inutile boom iniziale.

Vaniglia Price. 17 anni a Ottobre, sestina Grifondoro esuberante e dalla parlantina fin troppo spedita. Padre e madre irlandesi, ma abita nella periferia di Londra per evitare che la nonna babbana, fermamente cattolica, tenti (di nuovo) di esorcizzare lei e il fratellino. La sua sfrenata passione per i dolciumi l’ha spinta ha creare la propria industria gelatiera, che manda avanti con orgoglio dal secondo anno. Convinta di attirare clienti grazie ai suoi gusti improponibili , in realtà sono pochi i coraggiosi che li hanno assaggiati. I draghi sono la sua ossessione e sogna di aver un allevamento tutto suo: essere iscritta al WWFFB e giurare di averne visto uno a Hogwarts non fa che incrementare la cosa. Membro del Club di Teatro, quando non è occupata a togliere sotto il naso i libri a Ivy e a rompere i boccini al mondo intero la si può vedere a zonzo con quello che sembra un metamorfogattus, per la frequenza con la quale il suo mantello cambia colore.