Nella stesura di questo articolo non è stato torturato alcun estremo amante degli sport – e mi sto sforzando da morire per non chiamare tali soggetti con il nome che spetta loro – in modo da trasferire le sue somme conoscenze ai miei neuroni e farmi scrivere il pezzo del secolo, come prima cosa vorrei tranquillizzarvi su questo punto. E no, le sbavature che vedete ogni tanto non dipendono dai sobbalzi che sono costretta a fare ogni volta che Noreal cerca di uscire dal sacro baule dove l'ho confinato la pressa si mette in funzione da sola perché Gwen ha deciso che questo è un buon sistema per tenerci vigili e ricordarci che la scadenza per la consegna degli articoli è vicina.
Tecnicamente… un mese fa la nostra carissima Vice Caporedattrice al secolo nota come Giselle Lanfrad mi ha chiesto un favore. Ed altrettanto teoricamente… le ho detto che nelle mie vene scorre il sangue dei McReady – dopotutto – e quindi non avrei di certo avuto problemi a prendere il suo posto sugli spalti per assistere al Gran Tremio scolastico. Dite che avrei dovuto specificare che mi stavo riferendo alla caratteristica di famiglia di trovare sempre una soluzione a tutto? Perché da come Giselle è andata via dalla redazione – saltellando come se fosse appena stata punta da uno sciame di Celestini – credo abbia pensato più a… come dire… la propensione sportiva di mio cugino, Robert McReady. Chiariamo: io sono quella sveglia, in famiglia, quindi diciamo che teoricamente io ero lì a prendermi secchiate d'acqua per guardare dei Troll quei bravissimi studenti che si son dannati l'anima per riuscire a vincere o a non farsi sorpassare. Praticamente ci ho mandato un secondino armato di prendiappunti e occhietti reattivi. Il risultato è stato… beh, ecco… magari non potrò concorrere per un posto a La Civetta dello Sport, ma di certo è un pezzo più variegato rispetto a quello che avrebbe scritto Philip se solo glielo avessi permesso fosse stato disponibile.
Pioggia simile a sassi è quella che ha accolto gli studenti in pista quella sera, l'ho già detto e almeno su questo siamo sicuri. Che poi il tracciato del percorso fosse particolarmente ostico lo si è visto praticamente dall'inizio, quando il Caposcuola Corvonero Justin Herres e la cacciatrice Serpeverde Katniss Grey hanno deciso di osservare da vicino uno la saggina dell'altra. Tanto clamore, qualche movimento sugli spalti – date retta a me, era solo per supplire al freddo – ma fortunatamente tutto si è aggiustato per il meglio… e quindi Septimius Sonn e miss Amber Meng hanno pensato bene che non fosse più il caso di concedere l'attenzione del pubblico ai due concasati, replicando lo scontro di poco prima e moltiplicandolo di qualche livello di gravità. In molti – compreso il mio fido osservatore – hanno pensato che il GT stesse per perdere uno dei protagonisti, quando entrambi i ragazzi sono andati a sbattere contro il ferro dell'anello incriminato. Sembra che qualcuno dagli spalti si sia lasciato andare anche ad un "Septimius Son…orus" inneggiando all'impatto appena verificatosi, ma la fortuna bravura di entrambi i piloti – ma davvero si devono chiamare in questo modo? – ha fatto sì che entrambi potessero continuare la gara tutto sommato in buono stato. No, a dire il vero il secondino mi ha detto che la Meng pareva tarantolata al punto da sfrecciare tra gli anelli come se non esistesse un domani o avesse alle calcagna Brie che provava a farle qualche domanda sulla sua vita privata, ma evidentemente la Corvonero – così come il "rivale" verde-argento – non si è fatta minimamente condizionare da quanto successo, visto che – oltre alla rimonta sino alla terza posizione di un'agguerrita figlia di Tosca come Eleanor Bustles – il suo assedio costante le ha permesso di eguagliare il miglior tempo di Sonn, ma anche di presentarsi all'ultimo giro praticamente ad un soffio dal sestino Serpeverde. E, mi hanno detto, non era di certo la prima volta che l'invasata la rappresentante del Probe ha combinato qualche scherzetto allo studente più piccolo, nonostante – alla fine – il tempo più veloce sia stato conteggiato allo stesso verde-argento.
La magia dell'ultimo giro – così dicono quelli che stanno appollaiati sugli spalti come una Fenice sul trespolo – è qualcosa di lontano dalla mia comprensione, anche perché a me avrebbe divertito maggiormente vedere Jamie Devlin inventarsi un percorso tutto suo e non infilare gli anelli per un atto di ribellione al sistema o Elle McDronick troppo impegnata a raccomandare a Joe Condor di coprirsi bene perché faceva freddo per rendersi conto che più che un colpo di vento avrebbe dovuto calcolare un colpo di anello, per dire. Ma immagino che lo spettatore medio – al pari dei lettori che si accontentano di quel giornaletto lì – muoia più per un… com'era il termine che ha scritto la prendiappunti? Un'accelerazione tardiva almeno come il cervello di Sorority Trulock, si, che – nel settore iniziale del percorso – ha fatto esultare i Corvonero neanche fosse stato varato un decreto scolastico che stabilisce l'apertura perenne della Biblioteca. Wroooam! Septimius ha cercato di amministrare il vantaggio che ha accumulato durante l'intera gara, ma lo stesso verde-argento ha rischiato di vedersi in…curvato contro qualche anello. Sono una fine e metaforica umorista, lo so. Alle spalle dei due leader della classifica piloti, del resto, la tenace terzina Tassorosso ha avuto vita facile per gran parte del tracciato, guardinga e concentrata a sperare che qualcuno di quelli davanti commettesse qualche errore…ehm, ci fosse una situazione a lei propizia. I giornalisti imparziali immagino che la direbbero così.
Per esigenze familiari non posso parlare eccessivamente male dei discendenti di Salazar, quindi non ripeterò tutto quello che la prendiappunti ha scritto su Sonn e sui suoi tentativi di tenere a freno l'arrembante recupero della Meng. Non scriverò neppure che cercare di regalare alla bronzo-blu una maschera di bellezza a base di fango, acqua e non voglio sapere che altro, non è qualcosa che farebbe un gentiluomo – si, so di averlo appena scritto, in realtà – ma devo dire che, almeno nella parte centrale del tracciato, questo espediente degno della casata di appartenenza del sestino, ha impedito alla settimina Corvonero di portare a termine un tentativo che… WOW, di certo sarebbe stato azzardato, ma grinzafico da morire. Mi dicono che ogni tanto bisogna inserire frasi del genere, per cercare di suscitare pathos e partecipazione nel lettore. In pratica la Meng pare abbia provato a schizzare davanti al sestino agendo dal basso, in una traiettoria volta cogliere di sorpresa il Serpeverde, oltre che il sistema circolatorio di quelli che hanno assistito alla scena dagli spalti. Sfortunatamente per la settimina, però, la furbata di Sonn ed il suo impegnarsi al massimo nonostante la provata condizione delle saggine a fine gara, le hanno soffiato la possibilità di portarsi in prima posizione.
A questo punto spero che qualcuno – ma anche no – possa spiegarmi cos'è questo benedetto M.E.R.S. che ho visto scritto dalla prendiappunti. No, Noreal, non sto parlando con te. Ho capito che non è un acronimo di Merida E' Rigorosamente Stupenda – anche se è qualcosa che preferisco – ma la mia ignoranza poca dimestichezza con questi cosi che chiamano sport non mi fa andare oltre. E visto che siamo praticamente in uscita con il giornale, immagino che resterà un mistero. L'articolo non si finisce da solo, del resto. Finire è proprio il termine più corretto, tuttavia, per indicare l'ultimo ed estremo tentativo della Corvonero per sopravanzare il verde-argento. Tentativo forse troppo precipitoso – si si, gli urletti che vedo scritti qui mi fanno credere questo – visto che il sestino non solo ha fatto in modo di chiuderle l'ingresso all'anello tal dei tali – aborro i numeri, perdonatemi – ma l'ha anche costretta ad una brutta frenata ai limiti del forse cado, forse no, come si direbbe usando un linguaggio tecnicissimo, certo. In pratica? Svanito il tentativo di infilare Sonn allo spied…tra due anelli, la gara si è conclusa lì, con gli ultimi anelli infilati in scioltezza da parte del sestino verde-argento ed una Eleanor Bustles che ha avuto come unica preoccupazione quella di dover assumere probabilmente un po' di Decotto Tiramisù subito dopo la gara.
A livello di classifica, però, la vittoria di Sonn ha scombussolato ulteriormente i piani della Meng, questo è indubbio, non solo per aver interrotto la scia positiva della settimina. Per quanto riguarda i piloti, infatti, il sestino con questo GT si è portato a due lunghezze dalla Meng – 48 a 46 punti, il loro distacco – ma ha fatto balzare anche, ed ulteriormente, il team verde-argento nella classifica di casata. Insomma, quando manca ancora non so quanto alla fine del campionato scolastico di B1 ed anche all'articolo di Ivy sul sesto GT, le due cose che ho imparato sono: dire di "no" a Giselle se dovesse chiedermi di nuovo un simile favore e dar ragione ad Amber quando urla Azkaban. Si, lo so che era un qualche comando indirizzato alla sua saggina, ma per me prendersi secchiate d'acqua per rischiare di sfracellarsi contro un anello è davvero qualcosa da prigione. Sob.
Sento ancora in me il brio della stesura dell’articolo con Kermit ergo temo che questa volta tenterò un approccio diverso per narrare le gesta dei piloti che hanno preso parte a questo sesto GranTremio scolastico. E vi chiederete, ma come è stato fatto un GranTremio durante le vacanze? Ebbene, no, non è stato propriamente così, perché la corsa è stata fatta non appena è stato messo il piede sul suolo di Hogwarts. Avete presente un tocca e fuggi? Ecco, è stato propriamente così, una toccatina al castello e via a fuggire fra gli anelli adibiti per la corsa! Tuttavia, benché abbia affermato di tentare un approccio diverso, ciò non vuol dire che mi distaccherò eccessivamente dalla mia modalità di scrittura ed impostazione di un articolo del genere, statene pur certi. Come dicevo prima, il tutto è risultato essere un tocca e fuggi perché si tratta della sera del 25 scorso. Diciamo che i Top Rider hanno avuto più opportunità di confabulare con gli altri elementi del proprio team grazie alle ore di treno necessarie per il rientro al castello, quindi magari parte dei risultati è stata dovuta a questo. Forse. I piloti al loro rientro sono stati deliziati da una temperatura che, seppur serale, è risultata essere alquanto mite – che ad Hogwarts sia arrivata la primavera? – anche se una debole pioggerellina non ha risparmiato i terreni del castello né gli intrepidi piloti o i tifosi sugli spalti. Tutto nella norma, non preoccupatevi. Ancora una volta ad aggiungersi alla pioggia ci pensa un vento forte che spira da nord a sud in modo che i team si siano dovuti preoccupare non solo di indossare occhialini e tute entrambi imperviati e di scegliere una tipologia di scopa adatta alla pioggia ma anche a calcolare mentalmente in quali parti del percorso fosse più saggio sfruttare la direzionalità del vento o laddove fosse, invece, necessario procedere con estrema prudenza; ci tengo a precisare, tuttavia, che chiaramente a basse quote il vento si faccia sentire meno rispetto alle alte, come abbiamo potuto constatare noi comuni mortali. Infatti durante la camminata in giardino per raggiungere gli spalti il vento non era così forte, un normale venticello insomma, contrariamente invece a quando siamo saliti sugli spalti dove era consistente ed infine alzando gli occhi verso gli anelli lì su ad alta quota durante la corsa abbiamo notato quanto i piloti faticassero a tenere a bada la scopa e chiedendo a loro al termine della gara hanno confermato le mie supposizioni: il vento era un crescendo rossiniano dal basso verso l’alto.
Guardiamo un po’ il percorso… Come rettifili degni di questo nome possiamo notare solo quelli del primo settore (dagli anelli 1 a 7) perché negli altri due settori è vero che siano presenti anch’essi ma sono disposti in maniera tale che i piloti possano sfruttarli poco per accelerare e, contrariamente, adeguatamente per eventuali sorpassi. Ciò lo testimoniano repentini e continui cambi di quota fra un anello ed il seguente inframezzati in un tratto retto e curvature posizionate quasi ad hoc per far sì che, magari i più esperti, siano consapevoli di quanto fosse più adatto puntare sull’accelerazione nella prima parte e sulla furbizia e tattica nelle altre due. Sempre per tornare al discorso “percorso” noteremo sicuramente che questa volta la quota da raggiungere per l'attraversamento di due anelli -dai, solo due, non sono stati poi così cattivi!- è a dir poco v e r t i g i n o s a per un totale di ben sei metri d'altezza maggioritaria rispetto al normale. E nessuno dovrebbe soffrire di vertigini poiché, in caso, penso che non si possa salire neanche su di una scopa, no? Non nego, comunque, che sei metri sotto i piedi non sono pochi e, come si dice in questi casi, meglio non guardare sotto.
I primi giri sono stati di stallo, sono serviti essenzialmente per abituarsi ad un percorso del genere con tutti i suoi pro ed i suoi contro sommati, ovviamente, a quelli della serata. Come volevasi dimostrare e per l'ennesima volta al principio dell'ultimo giro ci si ritrova Septimius Sonn in testa seguito da Amber Meng alle calcagna a cui fa seguito a sua volta una sfavillante Hilary Darcy ben più indietro ed ancora Heert McNails (soprannominato qui sugli spalti come "il moscio") con James Blueberry a terminare il tutto. Ma, attenzione! All'ultimo giro il fragore del pubblico si è duplicato e con ciò anche lo sferzare del vento come si denota, ancora una volta, dalla fatica dei piloti nel percorso. Che sia un caso che l'aumento è avvenuto proprio all'ultimo giro o qui Kneazle ci cova? Io non ho mai ben visto quelle che gli illusi chiamano "coincidenze" essenzialmente perché niente a mio modesto parere avviene per caso e la magia può tutto, sì, proprio tutto. Ad ogni modo, chi non riesce a gestire quello che l'incremento del vento può comportare alla propria scopa non può che soccombere, ringraziando Merlino non letteralmente parlando, alla sua potenza e lasciarsi accompagnare verso i pali degli anelli o gli anelli stessi come succede ai poveri Jamie Devlin e Kerry Dunning, il primo riuscendo fortuitamente ad aggrapparsi al sesto anello senza rischiare la vita, gambe penzoloni nel vuoto a parte, e la seconda che invece va proprio a sbattere contro il settimo anello; la colpa di tutto ciò? L'abbiamo già detto, l'inesperienza può giocare sicuramente a proprio sfavore quando non ci si aspetta cambiamenti di un'entità come quella del vento. Fortunatamente non avvengono altri incidenti anche se per poco il signorino Blueberry nel secondo settore non faceva la fine dei sopracitati ragazzi, forse per la stessa inesperienza o per distrazione, non è dato saperlo. Forse ha visto qualche striscione svolazzare qui dagli spalti per lui ed è andato in brodo di Radigorda, chi lo sa.
Come avevo già detto all'inizio dell'articolo – chiederò a papà se in famiglia c’è qualcuno dotato di Vista o se magari siamo parenti anche lontani con la Heyannir - gli istanti e gli spazi guadagnati durante il primo settore sono stati fondamentali successivamente al secondo settore poiché Sonn, ad esempio, in questo modo si è potuto garantire quell'inattaccabilità (le cui motivazioni ho già spiegato e non è mia intenzione ripetermi) che gli ha permesso di restare lì davanti e di non perdere in alcun modo la prima posizione, sebbene è anche vero che la Meng ci abbia provato in ogni attimo favorevole a sfruttare la scia – e quindi la mancanza del vento già sferzato da essa – ma il tutto è terminato con un niente di fatto perché non è stato sufficiente per sottrarre quella ben più che guadagnata posizione al Serpeverde. E’ vero, la Meng è stata instancabile, ma forse non ha fatto i conti con un Septimius Sonn concentratissimo e che non aveva alcuna intenzione di lasciarla passare, tipo. Sfreccia come un proiettile in quel cielo denso di pioggia, pioggia che nel mentre si sta intensificando di istante in istante e non sembra intenzionata a smettere, anzi. Intanto la Darcy ne approfitta per spingersi più minacciosamente avanti e riesce sì ad allontanarsi da McNails – ancora moscio e dormiente lì in mezzo – ma sicuramente resta troppo indietro ancora per poter aspirare a raggiungere la Meng, figuriamoci Sonn, senza parlare di come per poco non rischi di capitombolare giù dalla scopa all’uscita dell’ottavo anello forse perché la frenata non è stata calibrata… infatti, con un vento del genere, bisogna anche calibrare quest’ultima onde evitare improvvise ed inaspettate derapate della scopa, cosa che infatti succede alla Darcy. E’ per questo che arriva lunga ad insinuarsi nel nono anello e perde terreno prezioso, terreno prezioso che viene immediatamente divorato dal caposcuola grifondoro che, toh, per fortuna si trova a passare da quelle parti; che interessanti combinazioni, non trovate anche voi?
Prima citavo la pioggia che non sembrava intenzionata a smettere… Be’, ecco, non appena Sonn oltrepassa il 15° anello decretando così l’inizio dell’ultimo e decisivo settore, se ne vien giù letteralmente il diluvio tutto d’un tratto, altro che pioggerellina leggera. Ma, come si dice, piloti bagnati fradici piloti fortunati no? Perché, okay i vari incanti impervianti, ma davanti ad un acquazzone di tal genere non so fino a che punto siano utili accessori magici. Ad ogni modo! L’arrivo del diluvio non ha di certo causato l’interruzione del Gt, non ora che si è giunti all’ultimo ed attesissimo settore così come non ha scoraggiato i tifosi, seppur in minoranza rispetto al quidditch ma si sa che la B1 non è pubblicizzata tanto quanto quest’ultimo, che sono rimasti qui ad incoraggiare i loro beniamini. Ed è proprio in questi ultimi anelli che la Meng prova ad attivare il suo M.E.R.S ed a dare il meglio di sé per recuperare il terreno perso e sorpassare il Serpeverde il quale, sebbene i problemi derivanti dall’acquazzone che gli hanno fatto perdere lo sprint iniziale dell’ultimo giro, ha guadagnato troppi e preziosi metri e secondi rispetto alla Corvonero che nonostante la buona volontà non potrà opporsi in alcun modo al taglio del traguardo in seconda posizione. A lei segue una brillante – come già detto – Hilary Darcy in terza posizione che ha stretto i denti per tutta la gara senza mollare mai la presa e recuperando laddove un errore rischiava di compromettere interamente la sua performance odierna.
Certo, devo fare un appunto per questo Gt: sono mancati i colpi di scena. Septimius Sonn aveva già la vittoria in pugno ben prima dell’ultimo giro, la Meng troppo lontana anche solo per sperare di poterlo realmente raggiungere, la Darcy decisamente lontana dai due suddetti avversari, McNails mogio e dormiente dall’inizio alla fine, James Blueberry demoralizzato e poco aggressivo. Il risultato era fin troppo scontato a meno che, ovviamente, qualcuno dei primi due non si fosse schiantato contro un palo o contro un anello e allora non saremmo qui a parlare di penuria di colpi di scena. Ad ogni modo non è mia intenzione augurare il male a nessuno ergo ben fatto a tutti! La bramosia di colpi di scena la mettiamo da parte per le corse ufficiali, quelle fuori da Hogwarts.
Forse qualcuno di voi ricorderà un articolo della voce redatto da Helena Ross e pubblicato nell'ottobre dello scorso anno a proposito di un certo Henry Attorney, cito testualmente "ricercatore autonomo di 55 anni, diplomatosi all'Accademia Fingal di Trasfigurazione Avanzata delle Isole Ebridi". La fine dell'articolo recitava: "Di sicuro non rimarrò stupita se in seguito il caso venisse riaperto, nel frattempo, chi vivrà vedrà." Una frase che ora come ora ha il sapore di una profezia, visto che il caso è stato effettivamente ripreso in mano dal Wizengamot e il processo di appello si è concluso con la scarcerazione di Attorney, anche se non con una sua assoluzione formale. Gli eventi salienti del colpo di scena che riguarda Attorney sono stati pubblicati dalla Gazzetta del Profeta, il giorno dopo la conclusione del processo.
L'uomo, che nella sua rocambolesca e un po' goffa fuga dagli agenti del ministero aveva scagliato alcuni pericolosi incantesimi finendo per ferire qualche passante e causare numerosi danni alle strutture, aveva già subito un altro processo per danni e resistenza all'arresto, che lo ha infine privato di ogni bene, sia pecuniario, sia immobile. La confisca della sua abitazione era avvenuta essenzialmente per quel motivo. D'altro canto, per l'accusa di omicidio, la sentenza aveva determinato un ergastolo. È stato l'intervento di un oscuro benefattore a chiedere un nuovo processo e la conseguente riapertura del caso.
Evidentemente, come la nostra scribacchina Helena, il salvatore di Attorney non credeva del tutto nella sua colpevolezza ed anzi credeva fermamente nella sua innocenza: molte circostanze, come la nostra stessa scribacchina aveva notato, avevano qualcosa che non quadrava, nel calcolo complessivo fatto per giungere al giudizio dell'imputato. In base a quanto è emerso dal processo di appello, che si è tenuto il 15 aprile, e da quanto è riportato sulle carte processuali, i testimoni, residenti di Notturn Alley, non erano attendibili e il loro interrogatorio è stato effettuato con notevole leggerezza e imprecisione; l'anziana vicina di casa ha visto, sì, rientrare Attorney ad un' "ora tarda", ma comunque un'ora prima rispetto all'avvenuto omicidio, cioè Attorney sarebbe tornato a casa alle due di notte, prima di commettere l'omicidio alle tre. Nulla vieta che l'accusato sia uscito di nuovo, senza essere visto dalla signora ed aver fatto quello di cui lo si imputa.
In fin dei conti, ad esclusione dello strano comportamento tenuto da Attorney durante il processo e nel momento del suo arresto, sul quale non si è mai fatta del tutto luce, l'unica vera e inconfutabile prova a suo carico è quella della bacchetta, che è stata comunque ritrovata nelle sue mani e non sulla scena del delitto, visto che infatti l'ha utilizzata per tentare la fuga. Come aveva chiarito Helena nel suo esauriente – anche se del tutto controcorrente, rispetto all'opinione comune – articolo: "Il Profeta non chiarisce tuttavia se la suddetta bacchetta sia stata ritrovata sul luogo del delitto o nelle mani del legittimo proprietario. In entrambi i casi, comunque, non si può escludere il fatto che possa essere stata sottratta ad Attorney per commettere l'omicidio."
Devono essere stati gli stessi dubbi espressi dalla nostra scribacchina che hanno indotto i membri del Wizengamot ad accogliere, prima di tutto, la richiesta di appello e in secondo luogo ad accettare un cambiamento nelle modalità di pena, cambiandola da detentiva a pecuniaria. È proprio su questo punto che nascono i misteri più fitti: chi ha pagato l'ingente somma di 95.000 galeoni per liberare un riconfermato condannato, visto che Henry Attorney era del tutto privo di risorse? Si può ragionevolmente ritenere che sia una persona facoltosa eppure incredibilmente discreta, visto che nessuna informazione è trapelata su questo punto. È possibile che, come suggerito da Helena, il signor Attorney sia rimasto coinvolto in un traffico clandestino e che il suo "datore di lavoro" abbia deciso, per qualche oscura ragione, di liberarlo? Oppure dietro al ricercatore autonomo esperto in linguaggi antichi c'è qualcun altro, un amico molto potente? Se è così, allora è possibile che il signor Attorney si è trovato stretto tra i conflitti di potere di due frangenti opposti? Oppure è a conoscenza di qualche segreto che non vuole svelare e che ora, nella sua forma fisica, è nelle mani di chi lo ha liberato? Ancora, se questo segreto esiste, è uno strumento a favore o contro la persona che si è prodigata per liberare Attorney? Tuttavia, se l'ipotesi del segreto fosse attendibile, si potrebbero spiegare i molteplici comportamenti insoliti adottati dall'ormai libero ricercatore. A questo punto, un'altra domanda: è un segreto tanto oscuro da non poter essere usato per potersi scagionare, poiché condurrebbe alla morte? Molte domande rimangono ancora insolute. C'è da dire che se il Wizengamot ha preso una tale decisione lo ha fatto perché esisteva un ragionevole dubbio sulla colpevolezza dell'accusato. Forse, in conclusione, non conosceremo mai tutta la verità.
Vi siete mai soffermati a pensare che una tappa importante della nostra vita di maghi e streghe cade proprio in un anno in cui ci troviamo tra i proverbiali due fuochi? Cosa voglio dire? Be', alla fine del quinto anno ci sono i GUFO, al settimo i MAGO, i due fuochi. Al sesto in via molto teorica si può tirare un sospiro di sollievo perchè sì, ovvio, ci sono i regolari esami di fine anno, ma non c'è un esame fondamentale per la nostra vita. Ci avete creduto? Invece certo che c'è ed è l'esame di smaterializzazione. E' quasi crudele non lasciarci un attimo di respiro e non è vero che lo sto ricordando per far venire un colpo a Philip.
E dunque dicevamo, il corso di smaterializzazione. Noi sestini abbiamo affrontato un paio di lezioni, finora, e a nostra discolpa si potrebbero dire tante cose, a partire dal fatto che nessuno riesce mai a materializzarsi al primo colpo per finire facendo notare quante distrazioni ci procuriamo semplicemente stando tutti insieme nella stessa stanza e senza un docente di polso – come la Welkentosk, tanto per fare un esempio casuale – che ci tenga d'occhio. E' anche un problema di occhi, in effetti, ecco perchè vi consiglierei di staccarli da Brooklyn e Calypso, di tanto in tanto, e anche da me. Soprattutto, i miei occhi sono più in alto rispetto a dove guardate. Concentrazione, quindi, e non intendo sui muscoli di Mius, come ha fatto notare Giselle nell'editoriale. Destinazione, Determinazione e Decisione, come non manca di ripeterci ormai da un paio di mesi mrs Churcill, così come l'inizio di svariati aneddoti la cui fine non scopriremo mai, temo. Mi raccomando a non fraintendere: Destinazione, non pensate alle cucine o all'ufficio di Stephen Medicine, tornando in tema di sorrisi che stendono, già, come un appuntamento al buio vicino al Platano Picchiatore; Determinazione, non quella che mettete incrociando le dita e mormorando tra voi "non interrogare me, non interrogare me!" quando il professor Weetmore scorre il registro; Decisione, qualcosa di un po' più convinto del "sì, la gabbietta del mio gufo la pulirò domani, non è così sporca".
In ogni caso, siamo solo all'inizio e spaccarsi è normale e non si deve temere, l'infermiera Drybottle è pronta a intervenire. Sì, ma andatelo a dire al mix di arti di Brooklyn Ashton, William Grantham, Davy Hughes e a quelli di mio cugino Edward. Sulla gonna della mia divisa c'è ancora una macchia di sangue che non riesco a togliere. E poi, anche se ormai abbiamo fatto l'abitudine a vedere ogni sorta di schifezze a lezione di Difesa, non è che sia uno spettacolo particolarmente confortante vedere in giro l'orecchio spaiato di Heathcliff Reidmann, o le dita di Myron e quelle dei piedi di Hazel Choi. Ma poi, insomma, io ci tengo ai miei capelli e alle braccia di Phil quindi non so come la prenderei se un tentativo di smaterializzazione mi facesse lo scalpo com'è successo a Jade Hamilton. E, Calypso, dai, perdi più capelli mentre dormi che non durante quell'oretta nei cerchi. Non siete autorizzati a farmi notare che non ho parlato di me, sono una giornalista seria e non ho problemi a dirvi che ho lasciato mezzo sopracciglio indietro. Be' forse anche un polpaccio, forse, ma non è detto che non fosse un'ombra dovuta alle calze.
Insomma, le nostre facce dopo questi primi tentativi sono un po' perplesse, come potete vedere da una delle foto che Eoghan ha scattato, profondendosi poi in scuse perchè trova maleducato immortalarci in momenti di sconforto. Per quanto mi riguarda lo sconforto è solo passeggero. Un mucchio di maghi e streghe imparano a smaterializzarsi, perchè non ci dovremmo riuscire? Magari non a tutti riuscirà in modo perfetto, continuerete a perdere sopracciglia e dita per un po', ma pensate che questa è una delle cose che ci proietta là fuori – non materialmente, non ci si può smaterializzare a Hogwarts, non me lo fate ripetere sempre. Vedrete che impareremo a sparire, ma soprattutto a riapparire tutti interi. Preferibilmente non vicino al Platano Picchiatore.
Anne Burton e Robert McReady
La Voce, come dovreste sapere ormai, non va mai in vacanza. Ecco perché la redazione è stata ben felice di offrirmi la PrendiAppunti per le vacanze di Pasqua, durante le quali sono tornata a casa e ho intervistato i nostri due vincitori del concorso di questo mese, che sono Anne Burton e Robert McReady. Purtroppo non avevo i fondi per offrir loro il pranzo, visto che la redazione ha fornito solo una piuma che scrive da sola Phil, non mi devi dare dei soldi, sul serio, ma il nostro incontro è stato comunque abbastanza costruttivo, per entrambe le parti. Come prima cosa, è il caso di mostrarvi come le votazioni sono effettivamente andate, come sono stati distribuiti i vostri voti e con che vantaggio i nostri due vincitori si sono aggiudicati il titolo.
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Si può ben vedere come i due ex-Serpeverde abbiano vinto con uno scarto considerevole: forse anche grazie alla propaganda messa in atto da Catherine Smith, anche se non confido che siano stati tutti Serpeverde a votare i due vincitori. Ormai sono quasi due anni che i vari Burton, McReady, Took, Tess, Laury e Williams ci hanno lasciato e la casata ha perso davvero molto, in tutti i sensi. Non crediate che siano solo quelli delle altre casate a poter fare gruppo solo perché sono amiconi e vanno d’accordo con tutti: l’essere uniti – a modo nostro – è una cosa che non ci è mai mancata e in questi ultimi tempi abbiamo visto solo una perdita di credibilità crescente, a partire da quelli che frequentano gli ultimi anni. Non parlo di tutti, non generalizzerei mai, e forse sto anche andando un po’ fuori tema, visto che sono partita semplicemente da un pensiero: i Serpeverde, secondo me, non hanno votato per i Serpeverde. Non tutti, perlomeno. Comunque, in fin dei conti, il voto è segreto e chiunque ha preso parte a questa votazione sa chi ha scelto e per quale motivo. Penso che sia ora di lasciar spazio alle parole dei vincitori e tenere le mie considerazioni per il prossimo editoriale.
Vi ricordo che Mr e Miss Là Fuori, secondo i termini del concorso, si riferisce agli ex-studenti che vengono ancora ricordati all`interno del castello e che sopravvivono meglio degli altri … là fuori, appunto. Pensate che la descrizione sia adatta a voi?
Robert: Io ho una domanda. Che siamo ricordati è indubbio, sarebbe stato una notizia il contrario. Ma come avete stabilito, da lì dentro, come sopravviviamo noi qua fuori? Avete puntato su di noi più che su altri, ecco come. Be`, una ventina di voi ha puntato su di noi. In ogni caso, se l`avete fatto, vuol dire che la descrizione è adatta a noi. Oppure che abbiamo avuto più pubblicità. Comunque ecco la risposta seria… Penso di sopravvivere meglio di quegli altri in lista? Naah. Sopravvivo, ho uno scopo, e questo è grandioso di per sé.
Anne: Davvero ti interessa sapere che criterio hanno scelto?
Robert: Mi incuriosisce, non è detto mi interessi. Le opinioni che mi interessano sono di pochi.
Anne: Per quanto mi riguarda non poteva esser diversamente, soprattutto per la fascia d`età presa in considerazione. Certo, c`è chi guadagna di più o chi ha già concluso gli studi. C`è anche chi può campare di rendita e/o ha sfornato cinque figli e un matrimonio. Ognuno ha le sue priorità… si dice così, giusto? Bene, per le priorità che mi sono prefissata direi che non potrei volere niente di diverso, in questo momento.
Indubbiamente ognuno ha le sue priorità: d’accordissimo con lei.
Robert: Qualche galeone in più non lo schiferei, ma ehi, ho vinto senza averli.
Allora, visto che è uscita anche la storia della pubblicità … Non so chi tu abbia votato, Rob, ma dovete sapere che a scuola è partita la propaganda. Catherine ha appeso lo striscione proprio per voi due, poi è comparso anche quello per Sebbie Sebastian ed un altro foglio patriottico per i Tassorosso. Vi aspettavate di vincere, considerando la concorrenza? E con uno scarto così ampio, in più?
Anne: Chiunque con un poco di cervello si sarebbe autovotato. O, meglio, chiunque con un poco di cervello e un minimo di spirito critico non poteva che fare il mio nome, ecco perché io ho votato i vincenti.
Robert: Una propaganda feroce, vero? Uguale uguale a quella per gli insegnanti? Carino.
Vabbè, gli insegnanti li abbiamo ogni giorno sotto gli occhi, ci valutano … è normale che più di qualcuno ci marci su queste cose.
Anne: I docenti danno voti e punti, è normale che la pubblicità sia maggiore. Io al massimo posso garantire altri generi di punti, ma non credo siano altrettanto desiderabili.
Robert: Anche se guardando qui ( ndr ho passato loro il foglio con i risultati delle votazioni ) i Tassorosso mi sembrano poco patriottici. I miei voti sono saliti dopo quella chiacchierata con Curtis, vero? Vi ho arruffianato un po` con tutta quella prestanza. Ah sì, e c`erano gli ippogrifi. Uhm. Be` aspettarsi di vincere, non ci stavo pensando molto, ma in generale sperare di vincere è quasi come aver…
Anne: Chi son state le altre in lizza? ( ndr ha dato un’occhiatina anche lei al famoso foglio con i risultati )
Robert:… aver già vinto, tipo.
Anne: Tira fuori la James, la Mayfair ed il serg Layla Took ed il resto si commenta da solo. Voglio dire… i Tassorosso sono stati pubblicizzati in gruppo, sul serio? Neanche in un concorso deL giornale scolastico riescono a spiccare per individualità, fan quasi tenerezza. Ripeto. Se la concorrenza è questa no, non mi stupisco. Parte di quei nomi è stato fatto per la fama data da un gioco in cui si rincorrono delle sfere più o meno simpatiche. Mentre gli altri sono di due Serpeverde, il che sottolinea ancora una volta come i risultati giungano sempre con gli stessi colori. Certo, la Smith non poteva certo perdere l`occasione di fare la ruota. L`aver inserito anche il mio nome è tanto di guadagnato per me, a quanto pare.
Robert: E` una nostra fan. Dovremmo scegliere un motto, tipo… Pavone sempre in alto. No, questo non lo scrivere, è sconveniente.
Non l’ho scritto, giuro.
Anne: Tu invece chi hai votato? Anche questo è sconveniente, davanti a tutti… Forse.
Il voto è segreto, sarebbe sconveniente dire davanti ai nostri lettori chi reputo i miei Miss e Mister Là Fuori.
Robert: Non ha votato noi.
Anne: Parla per te. Di certo ha votato me, mi rifiuto di credere che abbia scelto uno di questi nomi, non è vero… Cara? Puoi anche non scriverlo, se vuoi. Ma è amica di Seb, magari ha votato lui.
Verissimo. Magari ho votato Sebbie, ecco.
Robert: Hai votato Seb solo perchè è tuo amico? Non è un bel complimento.
Io continuo a non dare nulla per certo, comunque.
Se vi hanno votato, oltre al timore rispetto che si prova verso di voi, vuol dire che ha lasciato il segno anche la carriera che avete voluto intraprendere. Volete parlarne un po`? Così, anche quei pochi che non vi hanno scelto, possono capire il perchè vi siete guadagnati il titolo in palio questo mese.
Robert: Scozzese, giornalista sportivo e cavaliere, per parafrasare la mia coccorana. Ne hai comprate, vero? Scozzese non è una carriera, è più che altro questione di stile. Gli sport magici piacciono a tutti, sarà per questo che è considerato così grinzafico scrivere per la Civetta. E se non è grinzafico Mornay, tranne quando ti pieghi in due a osservare meglio la tua colazione, non so che altro. Se è per la carriera che mi avete votato, il meglio che potete fare è seguirla. Che mi hanno votato, tu abbiamo appurato che non l`hai fatto.
Ho quelle di tutti i Serpeverde, si ( ndr si parla delle Coccorane ) e sono più portata a seguire una carriera un tantino diversa dalla tua.
Anne: Vuol dire che, lavorando in un negozio di pozioni, avrei potuto avvelenarli… Che è diverso. Conto le cicatrici dei brutti visi che passano per La Mela Avvelenata. E mi alleno ad incantare quadri aspettando la fine dell`Accademia. Non escludo un lavoro alla Gringott, in futuro. O qualche studio in Egitto. Il vostro assistente di Aritmanzia potrà di certo darmi qualche dritta, se non ricordo male sui suoi trascorsi. Sto pianificando su ciò che è sempre stata la MIA materia, in pratica.
Robert: Le dritte sicuramente le riceverà, se non sa darle.
Gli studenti di Hogwarts hanno dimostrato di essere affezionati a voi, in qualche modo, quindi saranno curiosi di sapere qualcosa in più riguardo le vostre carriere. Avete dei progetti per il futuro che vi va di condividere? Anche se Anne ha già risposto.
Robert: Vorrei fare pratica di fantino. Quella che i fantini sono pesi piuma è una leggenda metropolitana.
Anne: Comunque si, penso anch`io che gli studenti di Hogwarts nutrano molto affetto, nei miei confronti. Perlomeno quelli che hanno imparato ad usare un Diffindo come Salazar comanda. Gli altri immagino che dovranno accontentarsi della solita sfilza di nomignoli che hanno provato a darmi durante la scuola. Ma non penserai davvero che venga a dire i miei reali progetti davanti ad una Prendiappunti, giusto? Poi dovrei distruggerla ed uccidere te per esserne stata testimone…HAHA ( ndr sì, rideva sul serio )
Prima di liberarvi della mia presenza e prima di ringraziarvi per il tempo che avete dedicato a me e ai nostri lettori – nel nostri siete inclusi anche voi due, ovviamente – vi chiedo solo un`ultima cosa. La PrendiAppunti è tutta per voi: volete dare un messaggio agli studenti che ci leggeranno? Un incoraggiamento, un consiglio, un insulto, quello che volete.
Anne: Questa l`hai copiata dalle mie interviste.
Si impara sempre dai migliori.
Robert: L`insulto mi sa è già preso. Saprete sempre quando ne vale la pena. Perciò, non mollate. Vi aspettiamo qua fuori a braccia aperte.
Anne: Smettete di essere tanti Billywig all`interno di uno sciame, suona abbastanza poetica o filosofica, come frase da Là Fuori? Perché è quello che penso e vedo. Maghi e streghe fatti con lo stampino. C`è il buonista imperante, come il tuo Caporedattore. E c`è quello che ha tatuato in fronte "guardami. Ubbidiscimi. O ti schianto". Patetici entrambi. Il primo continuerà a credere che la luce non ha ombre. Il secondo quasi certamente non vincerebbe neanche con il suo riflesso allo specchio. Preferisco lasciare una domanda, quindi: cosa fai ogni giorno per essere tu e non uno degli altri studenti della scuola? Mi fate davvero così prevedibile da usare un insulto solo perché è la prima cosa che avete pensato entrambi? Avete ancora molto da imparare, lasciatevelo dire.
Ancora una volta, ho ringraziato entrambi i nostri vincitori prima di lasciarli tornare a lavoro e loro ci hanno lasciato con qualcosa su cui riflettere, giusto?
Lasciate che vi introduca il concorso di questo numero: Mr&Miss Pergamena! Avete la possibilità di votare e scegliere i giornalisti che per voi sono sul serio con la G maiuscola, chi vi fa appassionare di più con i suoi articoli, chi vi fa divertire maggiormente. Del resto, tutti loro lavorano per voi, per darvi qualcosa da leggere e commentare insieme, per raccontare fatti che altrimenti vi perdereste per strada e non verreste mai a sapere. Avanti, tutti hanno un preferito – o meglio due: fateci sapere chi sono i vostri!
Una delle prime cose che si apprendono, quando si entra a far parte della redazione de La Voce, è che T in Condotta è stata creata e portata avanti da Alfred Lewis e Michael Parker. Immediatamente dopo vieni a sapere che questa rubrica è sempre stata portata avanti da qualche discendente di Salazar. Certo, questo almeno sino a quest'anno, quando la presenza di pochi verde-argento in redazione ha fatto sì che questa diventasse un po' la rubrica di chiunque volesse cimentarsi nei commenti alle note di demerito. Ognuno con il suo stile. Ognuno con la sua dose di derisione o condanna o solidarietà o intento di redenzione. Io ve lo dico subito: prendermi sulle spalle questa rubrica per un solo numero è già un fardello pesante, per una come me. Non per il veleno eh, quello lo posso trovare facilmente, ma proprio per chi ha avuto cura di questa rubrica in pianta stabile. Per fortuna, ecco, sono conscia del fatto che il grosso di T in Condotta in realtà lo fate voi con le vostre note di demerito rimediate a lezione e questo mi fa tirare almeno un sospiro di sollievo, forse anche due.
Per il resto, la cosa che mi ha emozionato maggiormente sapete qual è? Sapere finalmente com'è che qui in redazione si rimediano documenti che dovrebbero restare quantomeno privati ed insiti esclusivamente nel rapporto docente-studente. No, non ci provate. No, non vi dirò di certo quello che avviene. Altrimenti poi dovrei uccidervi e mi serve che mi leggiate, prima. O forse anche poi, chissà…
1. Faccio presente alla signorina V. Cassidy, studentessa femmina del secondo anno Serpeverde, che non è affatto spiritoso o interessante che millanti in aula di avere grosse conoscenze sull'arte della mummificazione portata avanti dagli antichi egizi, soprattutto se la stessa studentessa femmina fa il giro dei banchi vantandosi di aver addirittura trovato il modo di accostarsi ad un esempio vivente di mummia che cammina quando ha incontrato la ministeriale che deve preparare gli studenti più grandi per l'esame di smaterializzazione. Di questo passo, del resto, la sola cosa cui la studentessa femmina rischia di avvicinarsi è una T di Troll, ma anche di Tomba. Magari in questo modo il suo cervello – da femmina – arriverebbe a capire la battuta, cosa che non reputo di certo possibile.
Rosmilda Welkentosk
Sarò anche ancora arrabbiata con la docente di Storia della Magia per aver portato in gita a Mornay quasi tutte le classi tranne la mia, ma non posso di certo esimermi dal darle ragione, in questo come in altri casi. Non solo, infatti, la Serpeverde si è mostrata poco carina nei confronti della signorina sarà zitella, no? Johanna Churchill, ma anche reso ancor più palese come non abbia capito niente, in realtà, dell'argomento stesso della lezione. Nessuno che abbia un minimo di conoscenze storiche, dopotutto, potrebbe mai accostare il risultato di rituali antichi e suggestivi come quelli della mummificazione, con la nonna non riconosciuta della Graveyard, ehm, con la dipendente del Ministero della Magia. Voglio dire, in questo caso più che di mummificazione si potrebbe parlare di Denti del Drago… nooo?
2. Mio malgrado mi vedo costretto a scrivere una nota di demerito per Hamish… mi scuso, per il signorino H. Falconer, appartenente al IV anno Grifondoro. Non mi sembra didatticamente corretto che – durante la lezione introduttiva sulle alteratrici di status – continui a paragonare ogni caratteristica dei Cespugli Farfallini al docente di Astronomia Paul Marston accompagnando, inoltre, il tutto con ironici movimenti del capo che dovrebbero indicare la… come dire… folta capigliatura del collega. Trovo oltremodo poco consono affermare che, come le foglie di un Cespuglio, anche i capelli del docente si muovono anche in assenza di vento creando un suggestivo effetto ondeggiante.
Zevran Thingread
Io l'ho sempre detto. No, non mi sto riferendo alla massa di capelli che il docente di Astronomia si porta dietro e con cui credo rischi di morire soffocato ogni volta che prende sonno. Sto parlando proprio dello studente oggetto di questa nota di demerito. Che Hamish non sia un esemplare di essere umano con tutte le rotelle al posto giusto credo sia ormai di dominio pubblico. Che sia animato anche da una forma di istinto suicida nei confronti dei docenti è qualcosa che persino io, che ci condivido le ore di lezione, apprendo solo ora. Voglio dire… cosa gli ha fatto credere che fosse simpatico o carino parlare di grandi masse di capelli con il docente di Erbologia, quando proprio lo stesso professor Thingread sta evidentemente iniziando quella tragica fase si stempiamento che per un uomo rappresenta la fine reale dell'adolesc… della maturità?
3. Evidentemente la studentessa del sesto anno Calypso VonSchuster ha momentaneamente battuto la testa contro il banco per il pisolino che si è concessa durante la lezione del sottoscritto per farneticare conclusioni che con l'Aritmanzia hanno a che fare più o meno come l'appartenenza del numero zero all'insieme dei numeri naturali. Il millantato Rituale della Vista che asserisce di possedere innatamente è infatti non solo impossibile dal punto di vista pratico, ma tiene erroneamente conto della runa della necessità che, nel caso della studentessa suddetta, si riduce esclusivamente ad un unico bisogno: quello di rimediare alla T che le ho appena conferito.
Lok Wenlock
Immagino di dover iniziare a ringraziare Tosca per avermi salvato dal seguire Aritmanzia. Non mi sto riferendo alla complessità della materia o, meglio, non solo a questo lato della disciplina, quanto proprio al dover interpretare persino il modo di parlare di chi la insegna. Credo di aver capito in qualche modo il senso di una simile nota, ma non chiedetemi di entrare nello specifico perché – per quanto mi riguarda – mi basta sapere di possedere la vista… intesa come uno dei cinque sensi che mi permette di accorgermi di quando le scale cambiano direzione, per dire. Preferisco quindi non addentrarmi nella diatriba che il professor Wenlock pare aver instaurato con quella Serpeverde così simpatica e talmente a modo che… di certo si farà fare i compiti da qualcuno, come le capita spesso. Me l'ha detto Noreal, qualora servisse. Perché immagino che possedere il Rituale della Vista per lei significhi questo, no? Averci visto decisamente lungo, nello scegliersi gli zerbini…
4. Donc per quanto – visto il tempo che sono ici – io abbia ormai compresò la lingua anglais… inglesè non capisco perchè la signorina Elle McDronick dopo aver sentito l'argomento della lesssione di Divinazione si sia messa in piedì per fare il giro della classe augurando a tutti i presenti un… come si dice heureux in inglese che lo scordo semprè? Felicè Pasquà. Il mio intento era quello di far loro un ripassò di un argomentò del sesto anno come l'Auguromanzia, mais oui! Ma questò significà capire i metodi divinatori non fare gli augurì a tutti, parbleu!
Alphonse Dupret
Io non so bene come far capire al docente di Divinazione che le sue note sono illeggibili non è tanto colpa dell'argomento in questione o del fatto che esso sia magari – ma anche no – fraintendibile, visto il nome che porta con sé, se la studentessa del settimo anno si è mostrata così poco vicina all'argomento in questione. Immagino sia come cercare di insegnare le buone maniere a Lila Lamb o pretendere che Oceane Henderson inizi a rendersi conto per davvero che no, non è la figlia illegittima di Morgana. Praticamente una missione persa in partenza, me ne rendo conto. Se proprio devo trovare una sorta di pseudo giustificazione per il comportamento della Grifondoro, tuttavia, immagino che… ecco, sì… no, è inutile. Neanche il fatto di stare con Joe Condor può salvarla, stavolta.
Che altro dirvi, al di là di ciò che avete potuto leggere con i vostri occhi ed oltre le lamentele che di certo avrete da fare per i miei commenti alle note di demerito che ho scelto per questo numero della rubrica? Immagino che potrei proporre qualche giustificazione per gli studenti coinvolti, ma mi avvicinerei troppo allo stile di Eoghan Donegal. Potrei anche dirvi che potete tutti andare a fanpluffa, ma senza l'acidità tipica di Anne Burton non penso di poter ottenere lo stesso effetto. Potrei metter su qualche scenetta in pieno scambio di battute come avveniva con il duo Lewis-Parker ma, diciamocela tutta, il mio intento è quello di imprimere un mio stile in tutto quello che scrivo. Quindi, se ne avete riconosciuto una traccia anche in questo pezzo, significa che il mio dovere in fondo l'ho fatto. E che potete scamparvi una nota di demerito, per questa volta. Almeno da parte mia, s'intende.
Avrei voluto che veniste ricoperti da un fumo color pervinca all'apertura di questa pagina, ma mi è stato categoricamente proibito da Merida, che ha minacciato morte e distruzione sul mio cammino se mai avessi fatto una cosa del genere. Quindi prendetevela con lei se il massimo che vi è capitato è stato un verdino smorto color caccola di Troll in primavera. Lo so che è passato di moda secoli fa, ma più avanti capirete. Comunque, cari lettori dell'unico bellissimo giornalino scolastico, torniamo a noi. Vi sarà certamente capitato di avere la sensazione di esservi dimenticati di qualcosa; compleanni, ingredienti per qualche pozione, come si impugna una piuma decentemente, o quell'incantesimo preciso che vi farà assumere una capigliatura da far ingelosire le Sirene… insomma, la lista è pressoché infinita, a ognuno lascio il tempo di pensarci. Ciò che è certo, però, è che a tutti succede almeno una volta. Magari pure nei momenti meno opportuni; Urano si prende beffardamente gioco di noi, che ci volete fare.
Ad ogni modo, l'altro giorno ero in redazione con questo dubbio che mi assaliva, e a un certo punto è arrivato uno dei nostri barbagianni informatori con una letterina molto interessante. Chi bolide se ne importa, direte voi, ma ora ci arrivo. Il signor Leopold Coleridge ci ha spedito una lettera per invitarci ad un evento molto particolare. Questo signore è infatti il nipote dell'inventore della Ricordella, della quale invenzione ad aprile ricorre l'anniversario ennesimo. Sfortunatamente – ha ribadito più volte con aria mortificata nella lettera – non si ricordava con precisione assoluta l'effettivo numero di anni che sono passati da quando suo nonno – l'illustre Graham Coleridge ex capo dell'Ufficio per il Controllo dell'Attrezzatura Magica – brevettò la prima Ricordella, ma solo che accadde ad aprile. Esattamente come, chiamatela ironia della sorte o come volete, si è dimenticato di mandarci l'invito in tempo. Giacchè il gufo è arrivato praticamente il giorno stesso dell'evento, ossia il venti di questo mese. Immagino che tutti voi conosciate l'oggetto di cui stiamo parlando, o quantomeno la versione standard inventata probabilmente un centinaio di anni fa o poco più (a naso immagino siamo in quell'ordine di grandezza); la pallina di vetro che si riempie di fumo rosso se il proprietario si è dimenticato qualcosa. Sembra una banalità, ma sono certo che abbia salvato il collo a non pochi maghi e streghe nel corso del tempo. L'evento comunque si è svolto nella via principale di Diagon Alley, addobbata per l'occasione con tante strutture in vetro piene di fumi cangianti e molto colorati. L'effetto scenico era notevole, come ci è stato raccontato dagli informatori, tanto che si è creata una vera e propria passeggiata "coperta", al margine della quale c'erano numerosi banchetti sui quali era possibile trovare ogni genere di oggetto che fosse in tema con la festeggiata principale, la Ricordella madre di tutte le ricordelle. Ogni stand era dedicato ad una fetta di popolazione. Per gli amanti del nuovo vi erano tutti i prototipi della famiglia delle ricordelle, spiegati dagli esperti nei minimi particolari: come ad esempio la ricordella che emette fumi di diversi colori a seconda dell'ambito in cui risiede ciò che è stato dimenticato, quella che cambia improvvisamente la propria temperatura per suggerire quanto vicini si sia all'oggetto, o quella che inizia a rimbalzare da ogni parte. Un pubblico più conservatore avrà certamente apprezzato il tavolo dove veniva spiegato l'esatto funzionamento del modello base, ovviamente migliorato nel corso degli anni. Vi era addirittura, per i più piccini, la possibilità di entrare in una ricordella enorme e andare ad emettere fumo e scintille addosso a tutti quanti.
Ma quello commemorativo non era l'unico intento di questa iniziativa! Vi era anche un'interessantissima – poi i gusti sono gusti, logicamente, non siate guerriglieri come il caro Marte vorrebbe – conferenza sulla storia della Ricordella e sul perchè si sia resa così necessaria nel corso degli anni. Una grande sensibilizzazione sul tema della perdita di memoria, in particolar modo l'aspetto magico della faccenda cioè sull'abuso dell'incantesimo della memoria. Abbastanza spesso gli obliviatori devono intervenire, per i più svariati motivi, e modificare o cancellare ricordi; il problema emerge quando si abusa dell'incantesimo Oblivion, e quando a farlo non sono le persone a cui spetterebbe la competenza. Non sono pochi i casi, tutt'oggi, di incantesimi andati male che hanno comportato un danno irreversibile per la memoria di chi li ha subìti. Ovviamente il Ministero tiene sotto controllo simili movimenti, ma altrettanto ovviamente non sempre può impedire il verificarsi di simili eventi, e deve essere stato interessante ascoltare l'esperienza diretta di chi ha vissuto cose simili. Voci di corridoio dicono che lo stesso Coleridge fu vittima di un Oblivion andato storto che gli provocò una continua e permantente perdita di memoria a breve termine e che a quanto pare lo spinse a voler trovare un rimedio a tutto ciò. Mercurio mi dice che la cosa non può essere ereditaria, ragionevolmente, ma che lavorando ogni giorno con simili cose è possibile che tutta la discendenza si trovi a fare i conti con questo difettuccio prima o poi. Il che spiegherebbe davvero tante cose. Che i misteriosi maghi che si divertono a obliare la gente – pare che ultimamente vada di moda – siano proprio dipendenti del caro signore e creatori delle ricordelle? Non mi spingo a simili accuse, le troverei quantomeno ingiuriose, tuttavia siamo in un periodo di allineamento cosmico e le riflessioni non sono mai troppe!
E voi, lettori, ricordatevi di non dimenticarvi mai le cose essenziali. Tipo dotarvi di una ricordella, se ancora non ne avete una, o di quotare il pervinca come nuovo colore di questa primavera. Mi raccomando.
I GIORNATA II GIORNATA III GIORNATA IV GIORNATA V GIORNATA VI GIORNATA
STATISTICHE La primavera porta con sé il disfacimento di ogni entusiasmo legato a qualche concorso, mi piace pensarla in questo modo. Anche perché difronte ad un assenteismo quasi totale come quello che ho potuto riscontrare nell'ultimo mese, non potrei dire altro che non mi faccia sentire un vermicolo peggio di quelli che scampano la morte per finire nell'allevamento dell'ex docente di Difesa, Anassibya Graveyard. |
Meno tre. E' questo il quantitativo di giornate che mancano, da qui al termine del Campionato di Lega. Ancora tre turni – o forse anche meno – e sapremo quale squadra potrà fregiarsi del titolo di campione, con tutto ciò che questo comporta. Sarà tempo di bilanci, di conclusioni da trarre. Di nuove strategie di mercato e, magari per qualcuno, anche di addii. E dire che sembra ieri che ci affacciavamo su questo Campionato, con tutte le aspettative che ogni tifoso – sia che possa nutrire delle speranze di trionfo, sia che sappia bene come andrà – ha messo da parte durante l'estate. Nel frattempo, però, qualcosa è successo – al di là dei carissimi messaggi del professor Dupret in bacheca – e precisamente due giornate di Campionato che hanno stravolto abbastanza la classifica con cui ci siamo lasciati nello scorso numero. Se dopo l'ottava giornata, infatti, Gazze ed Arpie veleggiavano fianco a fianco occupando la prima posizione in classifica, ci ritroviamo ora – a soli tre turni dalla meta finale – con Elisabeth Dark e compagnia in un primato solitario laddove i Magpies si son fatti agguantare dai più arrembanti Kestrels in una rimonta che vede gran parte della responsabilità nelle due sconfitte di Mitea & co. con formazioni meno abbordabili di quello che si potesse pensare. Se la nona giornata è troppo indietro nel tempo per cercare di rendervela appetibile con una cronaca posticcia, però, a rigor di logica e come dovere di scribacchino devo comunque far presente che la vittoria degli Arrows proprio sulle Gazze ha il sapore di quattro minuti di apnea, in pratica neppure il tempo di riscaldare del tutto il proprio posto a sedere o rendersi conto delle effettive formazioni in campo. Cito esclusivamente questo fatto ad ennesima dimostrazione di come il Quidditch sia uno sport che non smetterà mai di stupirci o di inventarne una per tenerci con il fiato sospeso, un po' come assistere ai magici assist della Glorbander o i tiri dalla distanza della O'Neil, se capite cosa intendo. |
VII GIORNATA VIII GIORNATA IX GIORNATA X GIORNATA XI GIORNATA XIII GIORNATA
CURIOSITA' Nella tipologia di scommettitore attraverso le schedine, esistono due tipi di soggetti che si approcciano a questa "pratica". |
Pasqua è arrivata e, come ogni festività che si rispetti, è stata fonte d'ispirazione per mille trovate pubblicitarie e sfruttata per incrementare gli affari, eppure c'è da ammetterlo, alcune di queste pensate sono proprio carine. Per l'occasione anche lo staff di "Dream & Eat" s'è inventato qualcosa. Per chi non lo conoscesse, è un locale in piena Diagon Alley in cui qualsiasi pezzo dell'arredo può essere mangiato; non solo è commestibile, ma nessuno vi guarderà male se siete particolarmente affamati e i camerieri sono obbligati a riportarvi il bicchiere perchè mentre aspettavate la vostra ordinazione avete ceduto al finissimo cioccolato extra fondente pralinato di cui era fatto. L'unica cosa a cui dovete stare attenti è di non ordinare più di quanto il vostro stomaco riesca a contenere senza farvi rotolare a terra in preda alle convulsioni, perchè la più piccola briciola d'avanzo implicherà il pagamento di quel fantastico copri abat jour alla vaniglia e il wafer al cocco che componeva lo schienale della sedia del vostro vicino e che avete sgranocchiato con tanta leggerezza. I frequentatori abituali del Dream & Eat già conoscono l'esistenza dello speciale menù Sfida creato dalla proprietaria, Dulcibella Heanes, e, si dice, cucinato appositamente da lei ogni volta che qualche sprovveduto tenti di ingurgitare enormi quantità di cibo sia salato che dolce pagando il prezzo tutto sommato irrisorio di 4 galeoni, che duplica qualora l'avventore non riesca a terminarlo, anche non degnando di uno sguardo nient'altro, nemmeno i tovaglioli – commestibili anche loro, certo.
Non sembrerà quindi una novità la gara a chi mangia più uova di cioccolato indetta per il giorno di pasquetta e svoltasi sull'acciottolato di Diagon Alley di fronte al locale. Dopo previo pagamento di una quota d'iscrizione, i partecipanti si son trovati davanti una serie di uova di cioccolato di dimensioni crescenti. Poche le regole: assolutamente bandita la magia per far sparire cioccolato in più e ogni uovo assaggiato era necessariamente da terminare, ponendo quindi il dilemma sulla resistenza dei concorrenti, inducendoli a pensarci due volte prima di sgagnare l'uovo successivo. Molto carina l'idea di inserire sorprese di valore crescente nelle uova, offerte dai negozi di Diagon Alley sponsor dell'evento, ma solamente al vincitore, un tal Ephisteus Horowitz, è stato concesso di portare a casa ciò che aveva trovato, mentre agli altri sono state requisite e alcune vendute a chi lo desiderasse. E' controverso quanto cioccolato abbia davvero mangiato Horowitz prima di star male, c'è chi sostiene 4 Kg ma non c'è alcuna certezza. L'iniziativa ha subìto diverse critiche, sia per la regolamentazione che non prevedeva limiti d'età e ha permesso così l'iscrizione di un bambino che è stato ricoverato al San Mungo, sia per l'"incitamento allo spreco, a modelli alimentari dannosi e a uno stile di vita irrispettoso e ignorante", come ha riferito una passante. Il bambino è stato trasportato in ospedale dopo essere stato recuperato dal tetto di Fortebraccio, dov'era finito per aver mangiato troppo ChocoFrizz rispetto al suo peso corporeo, un uovo di cioccolato alle api frizzole dal sapore discutibile. Diversi i casi d'indigestione e un concorrente ha anche rischiato di soffocare, prima che uno spettatore lo salvasse con un Anapnèo.
Decisamente più innocuo e apprezzato quasi all'unanimità l'articolo sfoderato invece da Fortebraccio: le uova di gelato al cioccolato. Infatti qualcuno ha storto un po' il naso alla vista di quelle contenenti innocui pulcini di gelato di un gusto a scelta, mentre qualcuno ha commentato che dopotutto non c'era tutta questa gran differenza con le cioccorane o le chocolate beasts del WWFFB, eppure contro queste due non si è mai scagliato nessuno.
E così è arrivata anche la mia ora! Il momento di farvi sentire la mia melodiosa e armoniosa voce che descrive in modo chiaro la strada da me intrapresa, quello che ho deciso di fare della mia vita fuori dal castello.
In un momento di modestia mi sono chiesta quanto di quello che scrivo possa essere utile ai lettori della Voce: non posso certo paragonare la mia carriera post MAGO a quella di Robert McReady o Gregor Darsel. Ah! Forse quest'ultimo non ha scritto un Che Voce ti dai? Errore della redazione; di sicuro la sua voce è bassa e profonda e non stridula e acuta come quella della Burton. E comunque vale sempre la pena di nominarlo in un articolo.
Con queste premesse possiamo iniziare a parlare di me. Un attimo che rileggo la premessa. Scusate, rileggendo la prima frase mi sono accorta che forse potrebbe dare adito a fraintendimenti. Non è giunta quella mia ora, non ancora.
Bene, Che Voce mi do? La mia è flautata e armonica come il canto di una fenice. E se purtroppo non ho gli stessi poteri di guarigione delle lacrime della fenice, per lo meno sono brava a risorgere dalle mie ceneri.
Uscita da Hogwarts, il mio primo pensiero è stato quello di trovare un'occupazione consona alle mie abilità che potesse piacermi. Dipingermi le unghie di colori cangianti non rientra nelle categoria delle occupazioni. E nemmeno sospirare davanti ai poster di quel pezzo di Ippogrifo di Darsel che tengo in camera può rientrare tra i lavori. Ma se il lavoro nobilita l'uomo e rende economicamente indipendenti le donne, fare ciò che si ama è il primo passo per vivere bene. E quindi, cosa amo fare nella vita? Unghie multicolore a parte, il mio sguardo è caduto su un paio di cose che tengo incorniciate in camera, nei piccoli spazi non occupati dai poster già sopra citati. L'articolo della Voce degli Studenti del numero di giugno con i saluti della redazione ai settimini e una foto ricordo della cerimonia di giuramento di fine leva dei Cavalieri di Mornay. Il cavalierato, ahimé, non fa per me. Per quanto vi assicuro che far parte di quelle schiere mi sarebbe piaciuto assai, sono troppo bionda e troppo femminile. Ma la somma dell'articolo della Voce e della foto della cerimonia mi hanno fatto venire un'idea brillantissima: continuare con la carriera di giornalista. E così, armata dei vecchi numeri della Voce, di un curriculum aggiornato e profumato (ho usato un inchiostro del colore e dell'essenza del glicine) e del mio sorriso più solare, mi sono presentata nella redazione del giornale che più mi attraeva: La Civetta dello Sport.
Gli articoli della rubrica di cucina non sono stati nemmeno letti, mentre il pezzo sulla cerimonia di Mornay e il resoconto della partita di Fuga da Azkaban sono stati presi in considerazione e… scartati. Pare che io sia troppo "leggera" e che "mi perda in commenti inutili che non interessano a nessuno". Ho fatto un lungo discorso serio su quanto io ami il Quidditch e i giocatori, ho anche provato a fare il nome di mia sorella Isabel, che gioca a Gobbiglie negli Scarlet Sparrows e scrive pure lei in un giornale, ma niente! A quanto pare sono sicuri che io adori i giocatori più di quanto ami lo sport. Solo perché non ricordavo che gli anelli sono quattro per ogni squadra e non due. O sono tre?
Quindi come la fenice che risorge, ho provato a cambiare strada e, ripreso il mio bellissimo curriculum color glicine e i miei articoli, ho cambiato redazione. Guida ai Manici di Scopa e Quattroscope però non sono stati certo più accoglienti della Civetta. L'incaricato alle assunzioni di Quattroscope è stato comunque così carino da indirizzarmi verso riviste e redazioni di taglio più leggero e femminile.
Eccomi quindi qui, dopo aver fatto inutili tentativi presso il Profeta e il Wizarding Post e uno stage di quattro mesi da MagiModa. Oggi scrivo per il Settimanale delle Streghe. Sono solo un'apprendista ma sto iniziando a capire il mestiere e nell'ultimo mese potete vedere anche le mie iniziali in calce agli articoli di cucina e ai sondaggi. Nel prossimo numero ho scritto un pezzo di pettegolezzi, se volete ci leggiamo là!
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