Sento ancora in me il brio della stesura dell’articolo con Kermit ergo temo che questa volta tenterò un approccio diverso per narrare le gesta dei piloti che hanno preso parte a questo sesto GranTremio scolastico. E vi chiederete, ma come è stato fatto un GranTremio durante le vacanze? Ebbene, no, non è stato propriamente così, perché la corsa è stata fatta non appena è stato messo il piede sul suolo di Hogwarts. Avete presente un tocca e fuggi? Ecco, è stato propriamente così, una toccatina al castello e via a fuggire fra gli anelli adibiti per la corsa! Tuttavia, benché abbia affermato di tentare un approccio diverso, ciò non vuol dire che mi distaccherò eccessivamente dalla mia modalità di scrittura ed impostazione di un articolo del genere, statene pur certi. Come dicevo prima, il tutto è risultato essere un tocca e fuggi perché si tratta della sera del 25 scorso. Diciamo che i Top Rider hanno avuto più opportunità di confabulare con gli altri elementi del proprio team grazie alle ore di treno necessarie per il rientro al castello, quindi magari parte dei risultati è stata dovuta a questo. Forse. I piloti al loro rientro sono stati deliziati da una temperatura che, seppur serale, è risultata essere alquanto mite – che ad Hogwarts sia arrivata la primavera? – anche se una debole pioggerellina non ha risparmiato i terreni del castello né gli intrepidi piloti o i tifosi sugli spalti. Tutto nella norma, non preoccupatevi. Ancora una volta ad aggiungersi alla pioggia ci pensa un vento forte che spira da nord a sud in modo che i team si siano dovuti preoccupare non solo di indossare occhialini e tute entrambi imperviati e di scegliere una tipologia di scopa adatta alla pioggia ma anche a calcolare mentalmente in quali parti del percorso fosse più saggio sfruttare la direzionalità del vento o laddove fosse, invece, necessario procedere con estrema prudenza; ci tengo a precisare, tuttavia, che chiaramente a basse quote il vento si faccia sentire meno rispetto alle alte, come abbiamo potuto constatare noi comuni mortali. Infatti durante la camminata in giardino per raggiungere gli spalti il vento non era così forte, un normale venticello insomma, contrariamente invece a quando siamo saliti sugli spalti dove era consistente ed infine alzando gli occhi verso gli anelli lì su ad alta quota durante la corsa abbiamo notato quanto i piloti faticassero a tenere a bada la scopa e chiedendo a loro al termine della gara hanno confermato le mie supposizioni: il vento era un crescendo rossiniano dal basso verso l’alto.
Guardiamo un po’ il percorso… Come rettifili degni di questo nome possiamo notare solo quelli del primo settore (dagli anelli 1 a 7) perché negli altri due settori è vero che siano presenti anch’essi ma sono disposti in maniera tale che i piloti possano sfruttarli poco per accelerare e, contrariamente, adeguatamente per eventuali sorpassi. Ciò lo testimoniano repentini e continui cambi di quota fra un anello ed il seguente inframezzati in un tratto retto e curvature posizionate quasi ad hoc per far sì che, magari i più esperti, siano consapevoli di quanto fosse più adatto puntare sull’accelerazione nella prima parte e sulla furbizia e tattica nelle altre due. Sempre per tornare al discorso “percorso” noteremo sicuramente che questa volta la quota da raggiungere per l'attraversamento di due anelli -dai, solo due, non sono stati poi così cattivi!- è a dir poco v e r t i g i n o s a per un totale di ben sei metri d'altezza maggioritaria rispetto al normale. E nessuno dovrebbe soffrire di vertigini poiché, in caso, penso che non si possa salire neanche su di una scopa, no? Non nego, comunque, che sei metri sotto i piedi non sono pochi e, come si dice in questi casi, meglio non guardare sotto.
I primi giri sono stati di stallo, sono serviti essenzialmente per abituarsi ad un percorso del genere con tutti i suoi pro ed i suoi contro sommati, ovviamente, a quelli della serata. Come volevasi dimostrare e per l'ennesima volta al principio dell'ultimo giro ci si ritrova Septimius Sonn in testa seguito da Amber Meng alle calcagna a cui fa seguito a sua volta una sfavillante Hilary Darcy ben più indietro ed ancora Heert McNails (soprannominato qui sugli spalti come "il moscio") con James Blueberry a terminare il tutto. Ma, attenzione! All'ultimo giro il fragore del pubblico si è duplicato e con ciò anche lo sferzare del vento come si denota, ancora una volta, dalla fatica dei piloti nel percorso. Che sia un caso che l'aumento è avvenuto proprio all'ultimo giro o qui Kneazle ci cova? Io non ho mai ben visto quelle che gli illusi chiamano "coincidenze" essenzialmente perché niente a mio modesto parere avviene per caso e la magia può tutto, sì, proprio tutto. Ad ogni modo, chi non riesce a gestire quello che l'incremento del vento può comportare alla propria scopa non può che soccombere, ringraziando Merlino non letteralmente parlando, alla sua potenza e lasciarsi accompagnare verso i pali degli anelli o gli anelli stessi come succede ai poveri Jamie Devlin e Kerry Dunning, il primo riuscendo fortuitamente ad aggrapparsi al sesto anello senza rischiare la vita, gambe penzoloni nel vuoto a parte, e la seconda che invece va proprio a sbattere contro il settimo anello; la colpa di tutto ciò? L'abbiamo già detto, l'inesperienza può giocare sicuramente a proprio sfavore quando non ci si aspetta cambiamenti di un'entità come quella del vento. Fortunatamente non avvengono altri incidenti anche se per poco il signorino Blueberry nel secondo settore non faceva la fine dei sopracitati ragazzi, forse per la stessa inesperienza o per distrazione, non è dato saperlo. Forse ha visto qualche striscione svolazzare qui dagli spalti per lui ed è andato in brodo di Radigorda, chi lo sa.

Come avevo già detto all'inizio dell'articolo – chiederò a papà se in famiglia c’è qualcuno dotato di Vista o se magari siamo parenti anche lontani con la Heyannir - gli istanti e gli spazi guadagnati durante il primo settore sono stati fondamentali successivamente al secondo settore poiché Sonn, ad esempio, in questo modo si è potuto garantire quell'inattaccabilità (le cui motivazioni ho già spiegato e non è mia intenzione ripetermi) che gli ha permesso di restare lì davanti e di non perdere in alcun modo la prima posizione, sebbene è anche vero che la Meng ci abbia provato in ogni attimo favorevole a sfruttare la scia – e quindi la mancanza del vento già sferzato da essa – ma il tutto è terminato con un niente di fatto perché non è stato sufficiente per sottrarre quella ben più che guadagnata posizione al Serpeverde. E’ vero, la Meng è stata instancabile, ma forse non ha fatto i conti con un Septimius Sonn concentratissimo e che non aveva alcuna intenzione di lasciarla passare, tipo. Sfreccia come un proiettile in quel cielo denso di pioggia, pioggia che nel mentre si sta intensificando di istante in istante e non sembra intenzionata a smettere, anzi. Intanto la Darcy ne approfitta per spingersi più minacciosamente avanti e riesce sì ad allontanarsi da McNails – ancora moscio e dormiente lì in mezzo – ma sicuramente resta troppo indietro ancora per poter aspirare a raggiungere la Meng, figuriamoci Sonn, senza parlare di come per poco non rischi di capitombolare giù dalla scopa all’uscita dell’ottavo anello forse perché la frenata non è stata calibrata… infatti, con un vento del genere, bisogna anche calibrare quest’ultima onde evitare improvvise ed inaspettate derapate della scopa, cosa che infatti succede alla Darcy. E’ per questo che arriva lunga ad insinuarsi nel nono anello e perde terreno prezioso, terreno prezioso che viene immediatamente divorato dal caposcuola grifondoro che, toh, per fortuna si trova a passare da quelle parti; che interessanti combinazioni, non trovate anche voi?
Prima citavo la pioggia che non sembrava intenzionata a smettere… Be’, ecco, non appena Sonn oltrepassa il 15° anello decretando così l’inizio dell’ultimo e decisivo settore, se ne vien giù letteralmente il diluvio tutto d’un tratto, altro che pioggerellina leggera. Ma, come si dice, piloti bagnati fradici piloti fortunati no? Perché, okay i vari incanti impervianti, ma davanti ad un acquazzone di tal genere non so fino a che punto siano utili accessori magici. Ad ogni modo! L’arrivo del diluvio non ha di certo causato l’interruzione del Gt, non ora che si è giunti all’ultimo ed attesissimo settore così come non ha scoraggiato i tifosi, seppur in minoranza rispetto al quidditch ma si sa che la B1 non è pubblicizzata tanto quanto quest’ultimo, che sono rimasti qui ad incoraggiare i loro beniamini. Ed è proprio in questi ultimi anelli che la Meng prova ad attivare il suo M.E.R.S ed a dare il meglio di sé per recuperare il terreno perso e sorpassare il Serpeverde il quale, sebbene i problemi derivanti dall’acquazzone che gli hanno fatto perdere lo sprint iniziale dell’ultimo giro, ha guadagnato troppi e preziosi metri e secondi rispetto alla Corvonero che nonostante la buona volontà non potrà opporsi in alcun modo al taglio del traguardo in seconda posizione. A lei segue una brillante – come già detto – Hilary Darcy in terza posizione che ha stretto i denti per tutta la gara senza mollare mai la presa e recuperando laddove un errore rischiava di compromettere interamente la sua performance odierna.
Certo, devo fare un appunto per questo Gt: sono mancati i colpi di scena. Septimius Sonn aveva già la vittoria in pugno ben prima dell’ultimo giro, la Meng troppo lontana anche solo per sperare di poterlo realmente raggiungere, la Darcy decisamente lontana dai due suddetti avversari, McNails mogio e dormiente dall’inizio alla fine, James Blueberry demoralizzato e poco aggressivo. Il risultato era fin troppo scontato a meno che, ovviamente, qualcuno dei primi due non si fosse schiantato contro un palo o contro un anello e allora non saremmo qui a parlare di penuria di colpi di scena. Ad ogni modo non è mia intenzione augurare il male a nessuno ergo ben fatto a tutti! La bramosia di colpi di scena la mettiamo da parte per le corse ufficiali, quelle fuori da Hogwarts.

Ivy Hevenge. Quartina grifondoro, 14 anni. Figlia di un cavaliere di Mornay e di una babbana, vive nella medesima isola magica ed ha tutte le intenzioni di seguire le orme del padre anche se una regola legata al sesso glielo impedisca; per questo tutto quello che fa ha come finalità quella di essere il cavaliere perfetto, perfetto a tal punto da poter abbattere una regola antidiluviana e sessista. Ed è anche convinta di riuscirci! Poveretta…Si batte affinché le femmine siano al pari dei maschi, sia come opportunità che come considerazione, cosa che trapela anche nei suoi articoli; occupa perennemente la prima fila in aula e mira ad eccellere in tutte le materie. La sua "carriera" da scribacchina è iniziata con un'invettiva nei confronti dei partecipanti al Torneo indetto dai Cavalieri di Mornay. Fa parte del Club del Libro dal primo anno.