E così è arrivata anche la mia ora! Il momento di farvi sentire la mia melodiosa e armoniosa voce che descrive in modo chiaro la strada da me intrapresa, quello che ho deciso di fare della mia vita fuori dal castello.
In un momento di modestia mi sono chiesta quanto di quello che scrivo possa essere utile ai lettori della Voce: non posso certo paragonare la mia carriera post MAGO a quella di Robert McReady o Gregor Darsel. Ah! Forse quest'ultimo non ha scritto un Che Voce ti dai? Errore della redazione; di sicuro la sua voce è bassa e profonda e non stridula e acuta come quella della Burton. E comunque vale sempre la pena di nominarlo in un articolo.
Dorothy MilfordCon queste premesse possiamo iniziare a parlare di me. Un attimo che rileggo la premessa. Scusate, rileggendo la prima frase mi sono accorta che forse potrebbe dare adito a fraintendimenti. Non è giunta quella mia ora, non ancora.
Bene, Che Voce mi do? La mia è flautata e armonica come il canto di una fenice. E se purtroppo non ho gli stessi poteri di guarigione delle lacrime della fenice, per lo meno sono brava a risorgere dalle mie ceneri.
Uscita da Hogwarts, il mio primo pensiero è stato quello di trovare un'occupazione consona alle mie abilità che potesse piacermi. Dipingermi le unghie di colori cangianti non rientra nelle categoria delle occupazioni. E nemmeno sospirare davanti ai poster di quel pezzo di Ippogrifo di Darsel che tengo in camera può rientrare tra i lavori. Ma se il lavoro nobilita l'uomo e rende economicamente indipendenti le donne, fare ciò che si ama è il primo passo per vivere bene. E quindi, cosa amo fare nella vita? Unghie multicolore a parte, il mio sguardo è caduto su un paio di cose che tengo incorniciate in camera, nei piccoli spazi non occupati dai poster già sopra citati. L'articolo della Voce degli Studenti del numero di giugno con i saluti della redazione ai settimini e una foto ricordo della cerimonia di giuramento di fine leva dei Cavalieri di Mornay. Il cavalierato, ahimé, non fa per me. Per quanto vi assicuro che far parte di quelle schiere mi sarebbe piaciuto assai, sono troppo bionda e troppo femminile. Ma la somma dell'articolo della Voce e della foto della cerimonia mi hanno fatto venire un'idea brillantissima: continuare con la carriera di giornalista. E così, armata dei vecchi numeri della Voce, di un curriculum aggiornato e profumato (ho usato un inchiostro del colore e dell'essenza del glicine) e del mio sorriso più solare, mi sono presentata nella redazione del giornale che più mi attraeva: La Civetta dello Sport.
Gli articoli della rubrica di cucina non sono stati nemmeno letti, mentre il pezzo sulla cerimonia di Mornay e il resoconto della partita di Fuga da Azkaban sono stati presi in considerazione e… scartati. Pare che io sia troppo "leggera" e che "mi perda in commenti inutili che non interessano a nessuno". Ho fatto un lungo discorso serio su quanto io ami il Quidditch e i giocatori, ho anche provato a fare il nome di mia sorella Isabel, che gioca a Gobbiglie negli Scarlet Sparrows e scrive pure lei in un giornale, ma niente! A quanto pare sono sicuri che io adori i giocatori più di quanto ami lo sport. Solo perché non ricordavo che gli anelli sono quattro per ogni squadra e non due. O sono tre?
Quindi come la fenice che risorge, ho provato a cambiare strada e, ripreso il mio bellissimo curriculum color glicine e i miei articoli, ho cambiato redazione. Guida ai Manici di Scopa e Quattroscope però non sono stati certo più accoglienti della Civetta. L'incaricato alle assunzioni di Quattroscope è stato comunque così carino da indirizzarmi verso riviste e redazioni di taglio più leggero e femminile.
Eccomi quindi qui, dopo aver fatto inutili tentativi presso il Profeta e il Wizarding Post e uno stage di quattro mesi da MagiModa. Oggi scrivo per il Settimanale delle Streghe. Sono solo un'apprendista ma sto iniziando a capire il mestiere e nell'ultimo mese potete vedere anche le mie iniziali in calce agli articoli di cucina e ai sondaggi. Nel prossimo numero ho scritto un pezzo di pettegolezzi, se volete ci leggiamo là!

Dorothy Milford. Ex storica bionda della redazione della Voce, ora bionda giornalista nel Settimanale delle Streghe. Ha seguito le orme della sorella Isabel ed è entrata nella Voce giovanissima. Ha svolto degnamente il ruolo di tappa buchi scrivendo la rubrica di cucina per quasi due anni e aiutando in redazione laddove servisse. È stata la ragazza di Rob durante il suo quinto anno, per qualche settimana. Non è una sportiva, ma ama gli sportivi. Possiede una maglietta in ricordo della vincita della delegazione della squadra di Quidditch di Hogwarts al TriQuidditch con la scritta personalizzata "I ♥ IL capitano" che metteva spesso in redazione per infastidire la Burton. Non c'è articolo in cui non nomini quel pezzo di Ippogrifo di Darsel. Lo faceva nella Voce e lo fa nei suoi nuovi articoli. Ad Hogwarts era nella casata di Grifondoro, adora i fil di menta interdentali, i bei ragazzi e gli smalti colorati, non necessariamente in questo ordine.