Berry CHRISTmas

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Editoriale

di Anne Burton

Caro Salazar Natale fa che la Burton ci rimetta la muta di serpente almeno nella seconda prova del Torneo Tre Maghi… Lo so, vorreste scrivere anche questo nelle letterine che vi affrettate ad ultimare prima di Natale, sperando che la prossima sia la volta buona per liberarvi di me, così non dovrete più andare a piangere dietro qualche lapide dell'assistente di Difesa o non avrete più bisogno di passar interi pomeriggi a chiedervi come sia possibile che l'abbonata all'infermeria non abbia rimediato neppure un graffio. Premurosi e carini nello spendere del tempo a pensarmi e comprare tanti gadget per supportarmi -potrei avere un mancamento per troppo zucchero nel sangue, sicuro- ma non è certo di me che voglio parlare in questo editoriale e, per quanto si possa pensare il contrario, neppure del Torneo, già. Natale! Non sentite l'atmosfera che si respira per il castello? Non vedete come siamo tutti fondamentalmente più buoni? Le punizioni sono triplicate, Darsel se la prende con gli studenti dei primi anni e persino Vincent Stars è riuscito a scrivere due righe di punizione, se non è bontà questa! E quindi -copiando spudoratamente da una delle settemila copie che Ginny ha lasciato in dormitorio- Caro Salazar Natale… fa che questa consapevolezza di come anche il finto buonismo possa venir smascherato resti a lungo su questo castello. Fa che i mangiaranocchie si rendano finalmente conto di aver fatto pena ed i crucchi la smettano di credere che "quello sztava skappando da noi, da!". Fa che le orde di studenti impazziti per aver appena appreso come decorare oggetti e luoghi inciampino nelle loro stesse decorazioni liberandoci dalla loro presenza in modo che anche chi è costretto a stare al castello sotto prigionia -come la sottoscritta- non debba vedere certi scempi ogni giorno. Caro Salazar Natale dammi il potere per incendiare tutte le letterine che ho trovato abbandonate per il castello, oltre quelle che ho già fatto sparire. In fondo non mancheranno a nessuno ed almeno, spero, anche i più illusi la smetteranno di convincersi che le cose caschino dall'alto senza che uno se le vada a cercare. E, vi assicuro, ne ho lette e sentite davvero di tutti i colori, dal primino che chiedeva di diventare un giorno come Joe Greywood -stai messo male, marmocchio, fidati- a quelli che, reggetevi forte, desiderano tanto veder l'Ego dei pennuti risollevarsi dal pantano… siamo alla fantasia più sfrenata, converrete. Ma -del resto- davanti ai comportamenti tenuti anche dagli adulti non è che ci si possa poi meravigliare, in effetti, tanto che in fin dei conti credo che vi sia un unico augurio di buone feste che posso farvi. Non è amorevole, non è buonista e non è neanche classicamente natalizio -scontato e banale- ma rispecchia appieno quello che è il mio pensiero ogni volta che metto piede fuori dal dormitorio ultimamente: vi auguro tempo. Tempo per capire che docenti ed assistenti non saranno sempre lì a tenervi la manina. Tempo per decidere di schiantarvi da soli, piuttosto che farmi far sempre tutto il lavoro. Tempo per respirare tra un boccone e l'altro, del resto venti chili di cibo a pasto dovrebbero bastarvi. Tempo per un bagno fuori stagione al Lago Nero, che c'è poca ressa per entrare in acqua. Tempo per dar modo a Ginny di progredire con la sua magia aurica. Tempo per farvi fare una foto da Harriet, se con due righe di necrologio accanto anche meglio. Tempo per osservare la luna e le stelle, se poi non vi ricordate di guardar dove mettete i piedi non è colpa mia. Tempo per sognare senza incubi. E tempo, infine, per fermarsi e comprendere quello che la signora delle tombe -leggasi Anassibya Graveyard- ha cercato di far capire nella sua ultima lezione agli studenti che hanno lasciato la scuola a Giugno scorso ed al mio anno: è inutile chiedere qualsiasi cosa all'esterno se non si fanno prima i conti con se stessi. Quindi, caro Salazar Natale ti chiedo uno specchio come dono collettivo. Non è un regalo altruista, tranquilli, non sono impazzita fino a questo punto, ma qualche briciola di speranza mi fa credere che almeno in questo modo -forse- diventerete consapevoli dei vostri ruoli e limiti, soprattutto se stringete per le mani una piuma ed una pergamena definendovi giornalisti dell'Ego. Ho parlato di speranza, non di illusione, sia chiaro. Buone feste, scribacchini. Buone feste, lettori.

Hogwarts

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vignetta

A Natale puoi…

Non so se anche per voi è lo stesso, ma io sono letteralmente innamorato del Natale e di tutto quello che vi ruota attorno. L'altro giorno, per esempio, Leo mi ha dovuto portar via di peso -sono magrolino io, non peso tanto- perchè credo di aver passato almeno dieci minuti a trovare tutte le sfumature di colori che si riflettevano sulle decorazioni appese in Sala Grande.E, credetemi, questo è solo il primo esempio che mi viene in mente anche perchè sono fermamente convinto che un'atmosfera simile deve essere non dico amata, ma almeno colta da tutti, tutti. Certo, ci sono sempre quelli che -Tosca li illumini- continuano a dire che il Natale non è altro che qualcosa utile solo ad ingrassare per le troppe abbuffate, come ci ha ricordato Margareth con i suoi articoli dell'anno scorso (ricordate le scuse mensili per mangiare di tutto?) Ma anche chi si ostina a non cogliere la magia che si respira per i corridoi o guardando la neve che casca dall'alto, non può non avere almeno un motivo per aspettare questi giorni con trepidante attesa. E' per questo che ho deciso di fare un'altra delle mie indagini, un po' come quella dei quadri che -spero- abbia smosso le vostre coscienze. Questa volta, non potendo chiedere direttamente alle armature se amino essere decorate [continua...]

La Redazione

Caporedattore: Anne Burton.
Vice Caporedattore: Lawrence Owen.
Articolisti: F. Airanhart, A. Burton, J. Claythorne, D. Dacbon, G. Lanfrad, G. Hywel, M. Lowenn, R. MacMillan, D. Milford, R. McReady, S. & J. Muldoon, P. Noreal, L. Owen, V. Rushton, F. Stevens, L. Thingread, S. Waleystock, K. Warren, L. Wright.
Inviati Speciali: I. Fehr, D. Marea, D. Lion.
Fotografia: Harriet Mayfair.
Vignette: Devon Laury.
Impaginazione: Gwendolyn Hywel.