Giuro solennemente di non avere cattive intenzioni! Questa è una delle frasi che – in media – ogni mago e strega al di sotto dell'età scolare impara a ripetere per scampare qualche punizione o, il più delle volte, riuscire a strappare un sorriso ad un'imbestialita madre armata di battipanni animato che ti insegue per casa.
Lo so, sentirmi parlare di punizioni e regole da rispettare non è una novità per nessuno anche se molti si sono stupiti per la spilla che il Corpo Docente mi ha fatto consegnare durante le vacanze estive. Forse la novità maggiore è rappresentata dal vedere il mio nome in fondo alla prima pagina, insieme al resto degli articolisti di questo giornale scolastico. Perché si, sono il primo ad ammetterlo, di cosa può scrivere uno studente all'ultimo anno di scuola i cui unici interessi ruotano attorno a stelle, pianeti e libri gialli? Niente che possa interessare quanto un pettegolezzo o sia reso accattivante con uno stile graffiante e talvolta irriverente, è vero, però sin da piccolo mi hanno sempre ricordato che talvolta le incomprensioni maggiori nascono non solo perché dall'altra parte c'è chi non ascolta o fa finta di non capire, ma anche perché – spesso – basta spiegare tutto un po' meglio, per farsi capire.
E così ho deciso di fare io con questa che, ad Ivy e a voi lettori piacendo, vorrebbe essere un modo per cercare di spiegare il regolamento scolastico in modo che sia un po' più chiaro per tutti, perché io sono più che certo che talvolta le regole non sono rispettate proprio in quanto sembrano scritte in svervegese, mica perché uno ci si mette d'impegno per venir meno al regolamento scolastico stilato per la salvaguardia di tutti noi, giusto? Voglio dire, se esiste una serie di norme che la Preside ed i docenti hanno sottoscritto, come minimo dobbiamo sforzarci di attenerci a quanto stabilito e parlo in primis di coloro che – come me – sono chiamati a controllare il resto degli studenti. Siamo noi i primi a dover dare il buon esempio proprio per onorare al meglio quelle regole con cui, di generazione in generazione, ogni mago o strega passato da Hogwarts ha avuto a che fare. 
A tal proposito, quindi, vorrei iniziare prendendo spunto proprio da una pergamena – anonima e mi spiace che l'autore o l'autrice non mi abbia dato modo di essere riconosciuto/a, ma si è sempre in tempo per questo – che è levitata davanti ai miei occhi qualche settimana fa, più o meno alcuni giorni dopo che in bacheca è comparso l'avviso sul nuovo sistema di posta inter-scolastico proposto da tre miei concasati. Il biglietto – che ho provveduto a controllare cinque o sei volte per riportarvelo fedelmente – recitava così:

Allevare un cospicuo gruppo di topi enfatici, per poi sfruttarli mandandoli in giro per la scuola per inviare bigliettini (anche durante le lezioni) e guadagnandoci sul loro operato non credi che sia contro le regole?

Come prima cosa vorrei porgere i miei più sentiti ringraziamenti a chi ha pensato di farmi presente questa situazione che si è venuta a creare anche perché mi ha permesso di comprendere in che modo – oltre al mio operato da Caposcuola – posso venire incontro alle esigenze degli studenti in materia di regolamento scolastico. In secondo luogo vorrei anche dire grazie perché per me si tratta di una sorta di investitura volendo anche più importante di quella rappresentata da una spilla, proprio perché è qualcosa che arriva da chi vive Hogwarts esattamente come me e… che ci crediate o meno, non sono poi molto abituato ad essere indicato come esempio. A meno che non si stia parlando di quelli da non segnare sull'elenco di invitati alle feste clandestine o, al contrario, di quelli da mettere in cima alla lista dei rompiscatole magari insieme ad Isobel Carrot. Insomma, per una volta che qualcuno mi scrive perché mi ritiene competente in qualcosa, lasciatemi almeno tre secondi di giubilo. O di illusione se il fine ultimo di quel foglietto era un altro… e veniamo a noi, quindi.
Il regolamento scolastico – potete chiedermene una copia durante i pasti, se volete controllare di persona – presenta alcune lacune per quanto riguarda i modi di comunicare all'interno della scuola quindi tecnicamente se tre studenti si mettono a disposizione della popolazione scolastica per facilitare lo scambio di messaggi evitando gli schiamazzi dei gufi, immagino sia qualcosa che vada premiato più che additato come crudele, se il sottinteso del messaggio è questo. Se ci pensiamo un po' su, dopotutto, è preferibile che sia un topo enfatico – addestrato per questo compito – a consegnare la posta piuttosto che uno studente del primo anno convinto con metodi poco carini che magari le busca anche dal destinatario; questo si, sarebbe contro regolamento e, prima ancora, contro il buonsenso che dovrebbe animare ognuno di noi. Inoltre ci tengo a rassicurare tutti per quanto riguarda non solo il trattamento dei topi enfatici in questione, ma anche il presunto lucro che vi è alle spalle. Conosco personalmente Lily Morris, Elyon Turner e Leonard Murray sin da quando hanno messo piede a Grifondoro e posso garantire per il loro operato oltre che per il rispetto del regolamento che riguarda la stessa Sala Comune. Proprio per evitare che i topi enfatici siano stressati o non godano del dovuto riposo, una parte dello spazio comune su nella Torre è stato adibito a zona ristoro e rifornito copiosamente di cibo, acqua e svago per gli stessi postini. Io stesso prometto solennemente dalle pagine di questo giornale di assicurarmi che l'area sia insonorizzata in modo da non arrecare disturbo a chi sta studiando, se dovesse essere necessario. Quanto al compenso che viene richiesto, ammetto che se l'idea fosse stata mia non avrei chiesto alcuno zellino per il servizio, ma non essendoci nel regolamento alcuna voce che riguarda dinamiche del genere, non vedo perché si debba puntare l'indice contro questa iniziativa. 
Non so se chi mi ha scritto sia uno studente del primo anno o meno, ma se non ha ancora avuto modo di avere a che fare con le "usanze" di Hogwarts spero per lui/lei che si renda conto il più tardi possibile di come il commercio tra le mura del castello sia più florido di quanto si possa pensare. Moralmente, ripeto, non è qualcosa che personalmente approvo, ma sino a quando non vi sarà una voce del regolamento che stabilisce come la compravendita di figurine delle Cioccorane, di servizi come questo o persino di compiti sia qualcosa da abolire, nessuno di noi può azzardare alcuna accusa di avidità nei confronti dei quintini rosso-dorati. 
Quindi, volendo riassumere perché sono logorroico anche nello scrivere quello che stabilisce il regolamento scolastico in materia di sistemi di comunicazione in modo da renderlo comprensibile a chiunque si ponga gli stessi dubbi del/la mio/a amico/a di pergamena, possiamo dire che:

REGOLAMENTO SCOLASTICO PER LA POSTA

La posta che arriva dall'esterno di Hogwarts viene controllata minuziosamente prima che essa venga consegnata a colazione in Sala Grande insieme ad una discreta dose di piume, beccate a tradimento o pacchetti che finiscono puntualmente nella colazione. Ne sa qualcosa Erin Seywright per tutte le volte che, senza che io l'abbia fatto di proposito, la civetta della mia famiglia ha rischiato di farle un gavettone di prima mattina. Tra gli studenti – malgrado sia raccomandata la comunicazione verbale così da creare anche uno spirito di condivisione della vita scolastica, non sono comunque vietati altri metodi di trasmissione di lettere o bigliettini – in un caso – o di messaggi animati dalla più alta forma di magia bianca, nel caso in cui si sia in grado di evocare il proprio Patronus. Il regolamento scolastico non è molto approfondito in materia di sistemi di comunicazione all'interno della Scuola considerando che – nonostante i recenti avvenimenti – si pensa sempre che il pericolo venga dall'esterno quindi Hogwarts al momento è praticamente inviolabile per l'introduzione di materiale illecito dal di fuori delle sue mura, ma non vi sono specifiche dirette per quanto riguarda l'interno. Paradossalmente uno studente potrebbe istruire il proprio gatto per la consegna della sua posta personale, senza che questo leda il regolamento scolastico. Allo stesso modo non sono vietate le consegne tramite gufo o altri animali da compagnia, rospi compresi.
Diverso è il discorso che riguarda la retribuzione – e la conseguente ipotesi di lucro – che può essere avanzata in un caso piuttosto che in un altro, senza puntare specificatamente il dito contro qualcuno. Non essendo molto approfondito in materia di messaggistica scolastica, il regolamento non affronta tematiche simili, ragion per cui in questo caso dovrebbe intervenire il buonsenso di chiunque si appresti ad offrire un servizio del genere.

ps: Diventerò ripetitivo a furia di scriverlo, lo so bene e me ne scuso sin da subito. Ma non ho il roast-beef sugli occhi al punto da non accorgermi di quanto io possa risultare pesante, nello scrivere e non solo. Però vorrei davvero che, se qualcuno – come chi mi ha scritto – volesse porre alla mia attenzione qualsiasi cosa pensi non possa essere in accordo con il regolamento scolastico, me lo dica. Me lo scriva, anche, se volesse restare anonimo. Se ci togliamo molti dubbi, il regolamento scolastico sarà più semplice da apprezzare per tutti. No?

Jackson Parker. Scozzese con il kilt di castità, si vocifera che abbia imposto il rispetto delle regole anche alla Piovra Gigante, ricevendo come risposta una doccia gelata e qualche apprezzamento – non recepito come tale – da parte di poche svenevoli studentesse intente a bighellonare sulle sponde del Lago Nero. Creatore inconsapevole di doppi sensi che è il primo a non afferrare come tali, ha fatto del regolamento scolastico una delle sue ragioni di vita, al punto da essere più noto come Il Moralizzatore che con il suo nome di battesimo. Incline a salutare chiunque più volte al giorno come se non ci fosse un domani, se non altro ha finito di far sanguinare le orecchie altrui millantando una parentela alla lontana con Agatha Wickham, errore scaturito probabilmente da tutte le volte che gli viene augurata una morte lenta e dolorosa per aver sabotato feste non autorizzate o coprifuoco non rispettati. Affetto dalla sindrome di sorellanza con gran parte delle sue coetanee e circondato spesso da esponenti di sesso femminile, più che un Billywig che va di fiore in fiore si tratta in realtà di un pianeta interstellare ancora inesplorato. Letteralmente.