Non vi dirò quale sia il reparto cacciatori più forte quest’anno, quale schema di gioco appaia più difficile da mettere in pratica, quale sia la mossa che reputo vincente. I pronostici delle fasce battitori, le mosse che verranno più apprezzate e le formazioni più adatte ad ogni tipo di condizione meteo. Non vi dirò nemmeno che siamo così sportivi da non giocare le partita, da non voler fare il tifo, da evitare gli striscioni e le feste post vittoria, o le veglie di morte che ci vedono frignare davanti all’ennesima pluffa persa. Questo è ciò che vi propinerò per tutto l’anno in queste pagine, quando finalmente sceglieremo di seguire il fischio d’inizio.

Per ora lascio alla Civetta i miei pochi articoli tutti numeri e tattiche avanzate. Vi dirò invece che Chelsea Cavendish è entrata per prima in aula Divinazione – concessa per il nostro breve e intenso rendez-vous – con la faccia di chi ha trovato un molliccio nella tazza di caffè d’orzo. Due appunti da fare, piccole premesse che mi concedo. Uno – quando parlo di rendez-vous parlo di… salotto intellettuale, appuntamento d’opinioni e scambio di idee fra persone che condividono gli stessi interessi. Non parlo di quel tipo di rendez-vous, quindi non siate maliziosi e sappiate che in quel caso non userei i termini “breve ma intenso”. Cioè intenso sì, ma passiamo al secondo punto prima che ci scappi il morto.  E se il molliccio nel caffè d’orzo Chels lo stesse vivendo ogni giorno? Beh, è buffo pensare che possa essere così, ci smonta la bella sensazione di essere bravi amici e quasi ci costringe a dover fare qualcosa. Quello che ho visto guardando il capitano Corvonero, che ha sorriso e ha continuato a disquisire di Quidditch come se niente fosse, è tutto fuorché il viso di uno che ha bisogno di qualcosa da parte degli altri. Tantomeno la pietà. Ci ha raggiunti subito dopo Kimberly Marshall, con quella sua faccina che “Merlino cane, potrei crepare ma sarei sempre terribilmente graziosa in tutto ciò che faccio“, anche lei con in bocca termini tecnici e tattiche di base.
A questo punto della storia dovreste accendere le saggine e far partire i vostri cervellini malati sul finale della vicenda, ma magari rischiereste anche di bagnare la panca a tavola e non sarebbe consono, non a colazione almeno. Quindi smettete di sudare freddo e prendete un sorso di succo di zucca per schiarirvi la gola, senza guardarvi intorno neanche steste leggendo i fotoromanzi di Streghetta Duemila soli in dormitorio.

Siate meno rustichelli, fa tanto terza rivolta dei goblin!
Per la cronaca, la parte intelligente del vostro emisfero cerebrale dominante deve aver intuito il quarto soggetto della sequenza magica dei capitani, quindi fare il nome di Hilary Darcy dovrebbe farvi saltare sul tavolo sventolando La Voce e gridando “ve l’avevo detto! Sono intelligente, tutti quegli anni di crucioverba mi hanno insegnato la via!” Lo siete, Bro, siete intelligenti e arguti. Mettendo da parte le indiscrezioni che potrebbero costarmi la nomea, o una costola, vi annuncio che abbiamo solo mangiato torta di melassa e té corretto con Bevanda della Pace.
Alla domanda “lo vogliamo fare un campionato coi controbolidi?” le risposte sono state corrette, gentili, scherzose e allegre. Hanno detto sì ad allenarsi e vincere, perdere, togliere i capelli dal tappo della doccia – scusate tutti per quello – o centrare il buco del cesso quando si va in bagno – scusate anche per questo; hanno detto sì a portare l`asciugamani pulito, passare la cera sui manici, mettere a posto la pluffa dopo che la squadra ne ha fatto uso, trovare un calzino spaiato sotto la panca dopo un mese, e scoprire in che modo terribile è stato usato da altre squadre che si sono allenate prima di te. Hanno detto sì al puzzo di saponetta rancida e al sudore che macchia i vestiti, hanno detto sì a qualcosa che già avevano tutte. Poi ho chiesto loro di non farlo. Di dire no ai fischi in partita, ai bolidi sui denti, al farlo solo per punti, tifo, gloria personale. A pensare meno alle tattiche e alle casate, a dire no alle zuffe post partita. Di dire no un po’ a tutto quello che diventa sport e non sportivo, capitemi. Insomma, alla fine mi hanno guardato e quel no me l’hanno detto e firmato pure. Non so quando sarà la nostra prima partita o se decideremo alla fine di scendere in campo. Non so fin quando continueremo a dire no.
Ci alleneremo e lo faremo insieme, ogni mese, come Hogwarts. Può bastare?

Tommy O’Flynn. Approdato a La Voce degli Studenti direttamente da Brolandia con lo pseudonimo di Grinzafichissimo Tipo Misterioso, il camuflone irlandese si è fatto conoscere al grande pubblico per la spiccata tendenza verso gli sport estremi quali il lancio del ma…ntello – prima tappa obbligatoria del Tebby Desnudo – e il sollevamento p…ulzelle i cui progressi sono misurati in base alla gamma di acuti lanciati dalle stesse fanciulle. Nel tempo libero – a meno che non sia impegnato a tubare con Ian O’John come uno Jabberknoll al termine della sua esistenza – si ricorda anche di far parte di un giornalino scolastico che delizia con interventi di una sincerità disarmante ed una traduzione necessaria per sopperire al facile slang tribal-irlando-pubbistico di cui si fregia abitualmente. Difficile dire cosa c’è nel suo futuro: persino i fondi di zucca sono evaporati da soli per non dover rispondere!