Buonsalve, qui sono io che vi parlo e vi illumino su un argomento poco affrontato dai maghi d’oggigiorno. Cronaca, blablabla, morti, blablabla, bolidate varie che parlano di politica e Ministero della Magia sono davvero all’ordine del giorno! Ma nessuno, piuttosto, si è mai chiesto cosa avviene veramente dopo che un mago muore?

Sono riuscita a ricevere le attenzioni di un fantasma morto circa 50 anni fa. Non pensate male, non vi conviene. Si nasconde come un topo e ha l’aspetto di Riley Stratford appena alzata dal letto. Immagino che non abbiate mai assistito ad una visione del genere, non ve la consiglio, dato che sembra un gatto oramai in visibile stato di decomposizione – parlo di Riley, ovviamente.
Tornando al discorso, dopo ben un mese che sono andata alla sua ricerca, dopo che avevo più o meno scoperto dove si nascondeva quel farabutto, l’ho finalmente trovato!
Potrei narrarvi tutti i miei giorni di ricerca, parlarvi di quanto sia stata coraggiosa ed avventuriera al riguardo, o semplicemente dirvi di quando l’ho intravisto con la coda dell’occhio, in uno dei vicoli più bui di Diagon Alley, che piagnucolava e schizzava via per non farsi vedere nè da me, nè dal mio giovane accompagnatore.
Si tratta del fantasma di Hernest O’Gilley, il padre del proprietario del negozio di Diagon Alley “Obscurus Books“. Per chi ancora non conoscesse questo bel locale, come suggerisce il nome, è una tetra libreria di libri dell’orrore. Si dice che sia nata dalla passione di quest’uomo, Hernest O’Gilley, per tutti i racconti horror possibili, babbani e non, collezionati in una vita e che, alla sua morte, il figlio Thomas abbia deciso di aprire il negozio in sua memoria.
Malissimo, oserei dire. Non sono qui per giudicare le azioni di Thomas O’Gilley, ma penso alla storia di suo padre e dico: davvero?
Hernest O’Gilley era un uomo non troppo alto; avrebbe potuto sfiorare il metro e settanta. Aveva i baffi e la barba sotto il mento. Il suo fantasma indossava una casacca ed un mantello bianchi, ovviamente è un fantasma, non gli puoi vedere i colori! Aveva questo broncio più o meno perenne la prima volta che l’ho visto, così come anche le volte successive quando ha accettato la pubblicazione della sua storia.
Quando muore, l’anima può andare incontro a tre strade differenti: se muore di morte violenta è sicuro diventi un fantasma, dato che ha la necessità di vendicarsi per ciò che è accaduto; in altri casi potrebbe restare tra noi perché ha ancora una questione in sospeso da saldare; oppure sceglie liberamente di non andare oltre.
Ora ve lo dico chiaramente, cari lettori: Hernest O’Gilley era un vigliacco. Decise di non andare oltre perché aveva paura di ciò che sarebbe accaduto dopo. Non era morto di morte violenta, non aveva questioni in sospeso, lui semplicemente aveva paura della mancanza che avrebbe potuto sentire dei suoi cari e dei suoi libri, aveva paura dell’inferno, aveva paura di andarsene dal mondo.
Ecco cosa succede quando un mago muore: puoi decidere se avere paura o meno.
Ho trovato questo fantasma che piangeva e la verità è che lui ha continuato a piangere tutte le volte che ci siamo visti. Si lamentava di essere bloccato in questo mondo, si lamentava che non era andato a trovare suo figlio perché non ne aveva il coraggio e che si sentiva insultato dal suo gesto. “Passare un’intera vita a collezionare libri per poi vederseli sottrarre a quel modo? Scherziamo?!” ha continuato a ripetermi più e più volte, nonostante tutto.
Non so perché abbia accettato a lasciar pubblicare la sua storia, forse perché vuole che il figlio lo vada a cercare. Anche se dovrebbe essere il contrario, in un certo senso. Ai vigliacchi non bisognerebbe dare adito, ma era a me che serviva questa storia, detto molto francamente.
Il cuore di Hernest si spezza ogniqualvolta un libro viene sottratto da quella libreria, ma è anche vero che è stata sua la decisione di restare tra noi maghi viventi, nonostante si nasconda ai nostri stessi occhi. Ha vissuto la Grande Guerra dei Maghi, eppure è ancora qui che piagnucola perché non riesce a dire a suo figlio basta, che va bene così, che quei libri finiranno, prima o poi, così come finirà il suo ricordo a legarlo al mondo terreno.
Non abbandonate le vostre passioni neanche da morti, che gli sciacalli sono ovunque per sottrarvele via. Non scegliete la via che vi sembra più facile per paura dell’ignoto.
Fatelo, il salto, andate oltre. I fantasmi insegnano.
Un saluto prezioso ad Hernest e Thomas O’Gilley, anche se forse non leggeranno mai questi scritti.

Oceane Henderson. Meglio conosciuta per aver distrutto le orecchie alla maggior parte del castello a furia di urlare e per essere (stata) ossessionata con Morgana dal suo primo anno. Da un annetto a questa parte sembra si sia calmata e placata, beccandosi una bocciatura in pieno stile e tanta rabbia annessa. Sta per compiere 18 anni, ma sfortunatamente non è mai cresciuta dal metro e un tappo che si ritrova e da quei capelli che la sommergono quasi interamente, dato che non si dà un contegno e non decide mai di tagliarseli. Barboneggia in giro – per il castello o meno – non è una creatura per niente rispettabile e di certo non è un esempio da seguire per i più piccoli. I Serpeverde non sono di certo fieri di lei: è troppo maleducata, perde troppi punti e dice troppe parolacce. Per di più non porta rispetto a nessuno e sembra vivere per il suo unico codice morale, sempre che ne abbia uno. Ci si chiede come mai sia rientrata nella Voce, dato che mostra un’ignoranza degna di nota. Che sia tutta una facciata e non ami, invece, l’incredibile arte della scrittura?