Se vi aspettate un articolo da gossip pieno di sciocchezze ed esclamazioni/puntualizzazioni su questa o su quella coppia che varcherà la porta della Sala Grande il giorno del Ballo dell'Agrifoglio… Be', innanzitutto avete sbagliato giornale, in seconda battuta avete sbagliato articolo quindi fareste meglio a girare pagina ed infine, sì, avete sbagliato anche scribacchina.
Il Ballo dell'Agrifoglio, checché se ne dica, ha origini antichissime ed oramai il fatto che non gli venga attribuito il giusto peso sminuendolo a "il ballo dove le nuove coppiette si mettono in mostra con vestiti lunghi e mozzafiato che non avrebbero altrimenti modo di indossare al castello, woooow" ha fatto sì che la parte più magica e radicata nel nostro castello della festa venisse oscurata da altro.
L'agrifoglio, sia per noi maghi che per i babbani, ha innanzittutto simbologia taumaturgica e protettiva; ergo, in vista del nuovo anno che si avvicina, regalare dell'agrifoglio al prossimo vuol dire augurargli ogni bene ed è quello che il corpo docenti augura a noi studenti, dedicando la sera prima del ritorno a casa per le feste a questo. Secondariamente – non per importanza, si intende – da qualche libro su Hogwarts e la storia dei fondatori ho letto che l'origine di questo ballo sembra risalire al medioevo, proprio nel primo periodo della nascita del castello di Hogwarts.
Si dice che, per il primo Natale, i quattro fondatori volessero trovare qualcosa che potesse sia avere un significato di un certo tipo per i pochi maghi in erba che a quel tempo si trovavano al castello (ed anche per le loro famiglie chiaramente), che essere rappresentante in qualche modo di quello che loro avevano creato, con la speranza che durasse a lungo nel tempo.
Scelsero l'agrifoglio per via della sua importanza storicamente simbolica ma anche perché, per la sua forma, trovarono in lui il miglior rappresentante di ciò che avevano costruito. Esso è, infatti, composto da quattro foglie verde scuro contornate da del bianco ed appuntite per tutta la superficie, punte atte a tenere ben separata ogni foglia nella propria individualità ma unificate al centro dove spiccano delle bacche scarlatte. Le quattro foglie, banalmente, indicherebbero i quattro fondatori, ogni foglia separata dalla vicina affinché ogni casata fosse a sé stante sebbene l'essere unite al centro rappresentasse proprio l'unica essenza del castello. Per di più, i colori delle foglie magicamente hanno una certa rilevanza: il verde, fra le altre cose, è indice di nascita, di crescita, di comunità e di concretezza; il bianco è il colore della purezza per eccellenza ma anche dell'ordine, della struttura, della moralità, della cooperazione e di ottimismo… Non starò qui a spiegare ogni parola ma mi sembra abbastanza chiaro che questi fossero tutti fini ultimi dei fondatori. Le bacche rosse, invece, proprio perché suoi frutti contenenti gli organi riproduttivi della pianta, erano simbolo di prosperità e con il loro colore acceso propiziatrici di luce e calore. Infine, scelsero di accostare questo simbolo al ballo perché a quel tempo era la migliore rappresentazione di unione, cooperazione e confronto fra tutti i membri della comunità e quindi il modo ottimale per attuare il loro piano. Solo successivamente alla dipartita di Salazar Serpeverde dal quartetto, l'agrifoglio si raffigura con tre foglie anziché quattro.
Tornando però al presente, non si può non tener conto di quello che sta succedendo fra le mura del nostro castello e, soprattutto, di quel che è successo all'ultima festa: ergo la mia domanda – così come quella di molti altri probabilmente – dovrebbe sorgere spontanea: visti i precedenti non proprio piacevoli, è prudente organizzare un simil evento aspettandosi, magari, che per noi studenti sia tutto normale come gli anni passati?
La sottoscritta è combattuta su cosa pensare al riguardo ma, per di più negli articoli, si prova sempre a discernere la parte oggettiva da quella soggettiva ed è quello che farò.
La Ivy soggettiva risponderebbe di no: non si può rischiare sulla pelle degli studenti, non si possono fare tentativi di nascondersi dietro ad un dito, non si può cercare di indorare la pillola, non ci si può aspettare che gli studenti non rivivano quei momenti di terrore di Halloween, non si può pensare che siamo così sciocchi da abboccare a questo tentativo di relax e spensieratezza solo per della musica coinvolgente, degli incanti affascinanti e del cibo prelibato. Tutto ciò è un'offesa per la nostra intelligenza, per la sofferenza di chi ha vissuto gli ultimi mesi in infermeria e per tutti i defunti dentro e fuori queste mura.
La Ivy oggettiva risponderebbe di sì, con le dovute protezioni e minuziose accortezze del caso, perché privarsi della gioia di quelle ore equivarrebbe a far vincere loro e non possiamo permetterlo… E' sufficiente la felicità di qualche attimo, il lumos dei nostri cuori, a scalfire il muro dell'oscurità. E' giusto rispettare le tradizioni, specialmente se esse hanno a che fare con il sogno e le solenni aspettative di qualcun altro, quel "qualcuno" che ha permesso a noi maghi di affermarci nella storia e di avere un posto dove poter crescere e rinvigorirci, in previsione di un futuro in quella comunità che rappresenta al meglio il desiderio di unione e rivalsa dei grandi maghi del passato. Per di più, se è previsto che questa tradizione sia un modo perché il corpo docenti auguri ogni bene per tutti noi, allora non potrebbe essere momento più azzeccato. E' la volontà che nutre e dà forza alla magia che ci scorre dentro.

Infine, termino con qualche riga per gli aitanti cavalieri che invitano le dame a far loro compagnia al ballo. Come dovrebbe comportarsi un cavaliere? Innanzittutto, non si può dimenticare che è un ballo e come tale ha origini antichissime che prevedono precise modalità da rispettare: no, la frase "siamo nel ventunesimo secolo ormai!" non è permessa come scusante proprio per le origini antichissime di cui sopra. Tornando alle modalità, però, procedo elencando qualche punto fondamentale: 1) i cavalieri devono invitare le dame: sono la prima a lottare per la parità dei sessi e dovreste saperlo, ma per certe cose che seguono la tradizione non si può dire di no 2) i cavalieri devono avanzare il loro invito di presenza e non via gufo: è alquanto squallido e poco rispettoso per la dama che ci si nasconda dietro un pezzo di pergamena, oltre ad essere poco mascolino 3) i cavalieri devono presentarsi puntuali se non in anticipo al luogo dell'appuntamento: il ritardo potrebbe far supporre alla dama che non sarete presenti e dar vita a spiacevoli incomprensioni 4) i cavalieri devono indossare abiti in linea con quello delle dame: non è carino che la dama sfoggi un vestito elegante ed il cavaliere non sia all'altezza o viceversa, meglio confrontarsi prima 5) i cavalieri devono portare dei fiori alle dame: i fiori possono essere indice di tante cose e fra queste rientra anche la gratitudine per aver accettato l'invito al ballo 6) i cavalieri devono prendere lezioni di ballo: non è bello che la dama abbia i piedi distrutti né è rispettoso che le loro scarpe, possibilmente nuove, siano rovinate dall'inesperienza altrui 7) i cavalieri devono andare a prendere da bere: non è cortese che sia la dama a lottare al tavolo con tacchi ed abito lungo.

Adesso, dopo avervi tediato – conscia del fatto che tutto ciò vi sembrerà il solito ciarlare di una fanatica – non mi resta che augurarvi buon Ballo dell'Agrifoglio e buone feste a tutti.
Che la magia del Natale sia con ognuno di voi.

Ivy Hevenge. Sestina grifondoro, 16 anni. Figlia di un cavaliere di Mornay e di una babbana, vive nella medesima isola magica ed ha tutte le intenzioni di seguire le orme del padre anche se una regola legata al sesso glielo impedisce; per questo tutto quello che fa ha come finalità quella di essere il cavaliere perfetto, perfetto a tal punto da poter abbattere una regola antidiluviana e sessista. Ed è anche convinta di riuscirci! Poveretta…Si batte affinché le femmine siano al pari dei maschi, sia come opportunità che come considerazione, cosa che trapela anche nei suoi articoli; occupa perennemente la prima fila in aula e mira ad eccellere in tutte le materie. La sua "carriera" da scribacchina è iniziata con un'invettiva nei confronti dei partecipanti al Torneo indetto dai Cavalieri di Mornay. Segue 9 corsi, è presidentessa del Probe, presidentessa del Club del Libro e socia del WWFFB scolastico. I due fratelli gemelli Barristan e Lancelot appena approdati ad Hogwarts la faranno impazzire a breve.