Controeditoriale

di Jacquelyn Pearse

Mi sono sempre chiesta se per "Controeditoriale" si intenda un modo simpatico per scrivere un articolo che vada contro l'Editoriale del Caporedattore. Adesso dovrei forse sperimentarlo? Sicuro è che concordo in parte con quanto detto dalla McReady perché sì, mi sono informata su quanto ha scritto e sul suo modo di vedere le cose. Secondo lei la parola d'ordine del mese è "cambiamento", secondo me è "immutabilità". Perché per quanto ci si possa indurre a cambiare, la cosa più importante da fare è cercare di restare se stessi, almeno un minimo.
Perché è un po' come dice mia madre, che il Crup nasce con due code: una gli viene tagliata e rappresenta la parte più intrinseca di noi, quella che nascondiamo agli altri, quella che è sempre lì, anche se invisibile; l'altra resta, si muove, visibile a tutto il mondo e rappresenta un po' come noi vogliamo farci vedere dagli altri. O come siamo costretti a mostrarci, dato che il Crup non sceglie mica con quale tipo di coda nascere. Io penso che non si possa mai cambiare del tutto, perché quello che cambia è la coda non-tagliata: magari cambia il pelo o il modo in cui si muove nel corso degli anni. Perché la coda invisibile, la nostra vera essenza, quella non cambia mai veramente. Quella resta lì, immutata.
La votazione ha avuto un ottimo risultato: la Lloyd ha trionfato e la nostra speranza è che tutto si aggiusti e migliori. Che "cambi" il Mondo Magico? Oh, no, il Mondo Magico non ha bisogno di cambiare! Il Mondo Magico è perfetto così, è solo che necessita di qualche spintarella di tanto in tanto. E, per carità, forse mi prenderete per una visionaria o qualcosa del genere o per una che parla a vanvera perché ha soltanto tredici anni e tante altre belle parole, ma non importa, questo. Non importa perché è ciò che conta, inevitabilmente. Cambiare non di certo per mutare completamente, ma per migliorarsi ed indursi ogni giorno a comportarsi in modo migliore rispetto al giorno precedente. E' questa, forse, la vera magia. Sapersi prendere, guardare allo specchio ed essere orgogliosi del fatto che il nostro cambiamento non ci abbia portato ad essere una persona totalmente estranea alla precedente.
Anche per quanto riguarda la notte di Halloween: ognuno si veste secondo il proprio gusto personale, secondo quello che ci si sente di rappresentare, di mostrare agli altri. La coda visibile che viene agitata nell'aria acconciata diversamente. Poi, invece, dall'altro lato avremo la coda invisibile, quella tagliata che nella mente del Crup è sempre rimasta lì. Il Fantasma dentro di noi. E' proprio quella coda invisibile a portarci ad acconciare l'altra, non di certo il contrario.
Buon Halloween a tutti!

 

Vita da Mannaro

di Wyatt Fitzpatrick

 

Innanzitutto grazie Merida, per avermi permesso di tediare i vostri lettori anche quest’anno, concedendomi questo spazio. Com’è la vita di un Mannaro… non posso certamente parlare a nome di tutta la categoria ma, posso dirvi com’è la mia di vita. Forse non ci crederete ma le mie giornate sono esattamente come le vostre; nonostante abbia un appetito che alcuni definirebbero fuori dal comune, posso assicurarvi che è del tutto umano (la professoressa Volkonskaja può confermarvi che è aumentato proporzionalmente all’età) e che nella mia dieta non sono previsti studenti. Quindi tranquilli, non vi mangio. Ho un buon udito ma, per quanto posso, cerco di non origliare le vostre conversazioni “sussurrate”, e ho un buon olfatto pertanto, quando vi lamentate dei miei incensi, credetemi, fa più effetto a me che a voi. Mentirei, però, se vi dicessi che è sempre stato così e che sia sempre facile anche oggi.
Sapete, i cambiamenti – di qualsiasi natura siano – sono sempre difficili da accettare, ritrovarsi catapultati fuori da quella che per noi è sempre stata la quotidianità, non è mai piacevole e arrivare al punto da non capire più chi tu sia… beh è una cosa che non augurerei a nessuno. Essere consapevole che dentro di te c’è un qualcosa che rischia di snaturarti, di distruggere in un nonnulla quello spazietto di mondo che ti sei costruito con fatica non è un qualcosa con cui è subito facile convivere. Si rischia di vedersi come dei mostri, di convincersi che nulla potrà più essere come prima, che il tuo posto sarà nell’ombra, in disparte, guardando da lontano gli amici, vedendo svanire la vita che un giorno speravi di avere.
Quando sei convinto che tutto sia cambiato è davvero difficile guardare oltre il proprio naso per rendersi conto che, alla fine, non è poi cambiato molto. Tutto sta da come si sceglie di affrontare le cose, siamo noi che decidiamo come vivere, non la sorte che ci è capitata. Questo però è difficile capirlo da soli, io sono stato fortunato, le persone che mi erano vicine non hanno iniziato a trattarmi diversamente, il mio mentore all’Accademia continuava a bacchettarmi anche con la piena imminente e non potrei mai ringraziarlo abbastanza perché mi ha permesso di tenermi stretto il mio lato umano nonostante gli urlassi contro irato. Mi ci è voluto del tempo, però, per accettarmi per davvero, per non vergognarmi di me stesso; ne ho impiegato ancora di più per convincermi a non allontanare chi tiene a me e vuole essermi vicino. Avevo paura di far loro del male e crogiolandomi in questa pura, usandola come scudo e scusa, sono stato ad un passo dal perdere davvero tanto. Fortunatamente ho incontrato chi ha saputo farmi usare la testa riuscendo a spazzar via l’idea che mi ero fatto di questo mostro capace di controllare le mie azioni. Sono io, Wyatt, a decidere come vivere, non il Mannaro che mi fa compagnia e, oggi, posso dire di essere soltanto un normalissimo più o meno docente che ogni tanto è più irritabile del solito. Certo non potrò più guardare con gli stessi occhi la luna piena o ammirare la bellezza di fenomeni come quello a cui alcuni di voi hanno avuto l’onore di assistere, sarò troppo impegnato a patire le pene dell’inferno per la muta quella fa un male gramo, ragazzi miei e a lottare contro le pulci ma, per il resto, la mia vita scorre tra un pasto e l’altro esattamente come la vostra.