By vocestudenti | settembre 20, 2013 - 6:27 pm - Posted in Settembre 2069

Pare che nei corridoi di Hogwarts anche quest’anno accadano cose curiose; l’anno scolastico 2069/70 si è inaugurato anche alquanto bene, a quanto pare. Strane voci di corridoio mi sono arrivate all’orecchio (grazie ad Alec Harris, in realtà), che mi hanno fatto incuriosire su quanto è accaduto la sera del cinque settembre nel corridoio del secondo piano. Mi pare strano, in effetti, che ci sia qualcuno ad occuparsi dei quadri, quando la signora che alloggia in un quadro del terzo piano mi ha più volte ripetuto che loro non hanno bisogno di nessuno, anzi, sanno badare a loro stessi meglio di quanto farebbero i restauratori – poi magari la signora è un po’ vanitosa, o non vuole che le si rovini il trucco, ma questo sinceramente non l’ho ancora capito bene. In ogni caso, la figura di un restauratore di quadri ad Hogwarts sembra insolita. Secondo voi, quando la Signora Grassa riceve le pennellate per il restauro, soffre il solletico? O, in ogni caso, si muove o fugge dalla sua cornice per il tempo necessario per il restauro stesso? Perché pare anche che i quadri oggetto delle pennellate del restauratore fossero immobili, e penso che nessuno di voi abbia mai visto a scuola un quadro immobile come quelli che invece sono facilmente ammirabili nei musei babbani – perfino i gatti nelle cornici ci salutano al nostro ritorno a scuola, dico sul serio. In più, il restauratore in questione aveva con sé uno specchio che mi è stato definito dalla stessa Giselle come un aggeggio particolare: pare che leggesse nei pensieri, anche se a nessuno è stato chiaro se fosse lo specchio a farlo, o il restauratore stesso. Fatto sta che, comunque, questo signore era un tantino schizzato, o meglio, come testimoniato sempre dalla Vicecaporedattrice, pare che soffrisse di una malattia strana, forse una forma di empatia molto ma molto particolare. Ma la sua caratteristica principale – a parte quella di essere un pittore schizzato che se l’è presa con i più piccoli e non solo – era quella di sapere tutti i segreti più reconditi dell’animo di ognuno dei ragazzi presenti. nome immagineAlec ha cercato di spiegarmi com’è andata, e meglio ancora Giselle mi ha detto che il putiferio pare essersi scatenato dopo che ha fatto saltare in aria quello specchio dall’aria strana, quasi sospetta; il pittore, infatti, pare essere impazzito tutto di colpo e aver iniziato a sbandierare ai quattro venti frasi su cose che, magari, per tutti i ragazzi lì presenti rappresentavano dei segreti inconfessabili o delle cose che nessuno avrebbe dovuto sentire. Naturalmente quali fossero questi segreti non mi è stato detto, e anche se fosse non lo scriverei su un articolo alla mercé di tutti gli studenti, ma vorrei porre alla vostra attenzione una domanda: ognuno di noi ha un segreto che non vorrebbe mai che si sapesse in giro, ne sono sicuro; allora, come vi sentireste se uno sconosciuto, che non avete mai visto e di cui non avete mai sentito parlare, semplicemente guardando nei frammenti di uno specchio venisse a conoscenza di ciò che turba il vostro animo e lo andasse a spargere ai quattro venti? (Eolo non ne sarebbe contento, comunque). Sarebbe come bere una sola goccia di Veritaserum, buttarla giù a forza e confessare davanti ad un tribunale non troppo clemente tutto ciò che maggiormente vi turba.  Evidentemente la cosa non deve essere andata giù né alla nostra Vicecaporedattrice, né al gemello Harris con cui ho parlato, e nemmeno alla sua amica Katniss Grey, e pare che tutti e tre (meno Giselle degli altri, con la sua solita tempra) ne siano usciti piuttosto scioccati.
Una cosa è certa: in molti racconti e nelle mitologie di tutti i tempi si è parlato di specchi, sappiamo anche dell’esistenza di uno di questi detto “delle brame”, e tutto ciò porterebbe chiunque è capace di usare un minimo la testa a riflettere sulla loro utilità effettiva e sulla loro “cattiveria”. Come se fossero entità con una coscienza, essi feriscono gli uomini più volte di quanto facciano loro bene. Un esempio potrebbe essere il nostro restauratore e i pargoli che sono stati feriti dalle sue parole, probabilmente suggerite a lui dallo specchio stesso. Per cui un vivo consiglio ai ragazzini che ancora girano inesperti per Hogwarts – ma anche ai miei coetanei e compagni: diffidate da qualunque specchio non vi sia solito, e lo stesso da personaggi curiosi che si aggirano per i corridoi, e ricordate che confessare cose inconfessabili non sempre fa bene alla vostra psiche!

Hypnos Barrach. 17 anni, Caposcuola Tassorosso. Originario di Edimburgo, Scozia – di sicuro qualcuno lo avrà notato dal leggero accento quando parla –, ha una forte passione per il greco antico e il latino che studia per conto proprio, nonché per la mitologia greca. Non è raro vederlo più che disponibile a dialogare con i più piccoli e anche ad insegnare loro qualcosa sulla mitologia se si mostrano interessati. Probabile rimpianto della squadra di Quidditch della sua casata, dal momento che non ne fa parte nonostante ottimi risultati in Volo, dispensa sorrisi cortesi in giro e sembra al di sopra del concetto stesso di “litigio”; ha una parola buona proprio per tutti, insomma. Nonostante ottimi risultati scolastici ai G.U.F.O, sembra intenzionato e deciso a rivolgere il proprio sguardo al futuro nell’ambito dell’Astronomia e nello specifico dell’Osservatorio Accademico Håkon.
By Helle7 | - 5:21 pm - Posted in Settembre 2069

Come ogni ritorno a scuola che si rispetti, anche quest’anno non è insolito notare uno studente medio rientrato finalmente tra le  familiari mura di Howgarts, bello riposato dalle vacanze,  accarezzare le pietre con sguardo sognante, neanche fossero Puffskein particolarmente affettuosi, e sussurrare <<Ah… casa!>> (Viva le versioni romanzate dei fatti!). Il magico flusso di pace e serenità che ne consegue può far balenare qualche buon proposito <<Ah, quest’anno andrà diversamente: studierò di più e… magari mi iscriverò a qualche gruppo scolastico, perché no? O potrei provare le selezioni per il Quidditch, così mi terrei in forma, visto che gli elfi di Hogwarts cucinano divinamente>>.
Diverso approccio, stesso risultato, per gli studenti del primo anno, i quali si trovano davanti a un’ampia gamma di gruppi scolastici delle più disparate attività che suscitano, se non attrattiva, comunque una certa curiosità. Ecco quindi una mini guida ai gruppi presenti a Hogwarts per capire se il W.W.F.F.B. fa davvero per voi o se riuscireste a sopravvivere alle selezioni della squadra di Quidditch di casata.
Una novità di quest’anno è la rinascita del “Probe Litteratus”. Lo scopo del gruppo è migliorarsi in ogni campo della magia, collaborando a uno scambio di conoscenze tra i membri, ma attenzione: non tutti possono farne parte! Requisiti minimi sono una media tra Oltre Ogni Previsione ed Eccellente, frequentare almeno il IV anno e avere sete di conoscenza e smisurato amore per la magia, e tuttavia ancora non bastano: è prevista anche una prova di ammissione, nonostante la neo-presidentessa non abbia voluto svelare niente in proposito. Quindi se pensate di divertirvi facendo perdere le staffe ad Amber Meng, è meglio che vi troviate un altro hobby, non sia mai che vi schianti e veniste a chiederne conto a me, io vi ho avvertiti! Chiedendole invece quale fosse l’identikit del membro ideale, lei l’ha paragonato a quello di un Campione Tremaghi; dovrebbe rappresentare uno degli studenti migliori di Hogwarts, anche se non è necessario il coraggio, ci tiene a specificare. Amber, poi, vorrebbe dare una diversa impronta al gruppo, inserendo attive sperimentazioni pratiche, <<sfatando il mito del Corvonero che vive di libri e sniffa inchiostro>>.
Heert McNails in "borghese"Se vi siete chiesti perché mai in questi giorni Heert McNails e Justin Herres vaghino per i corridoi travestiti rispettivamente da Snaso e da Puffola Pigmea (sì, era una Puffola, nonostante i glitter), forse non avete fatto caso alla scritta sulle calzamaglia che indossano i due caposcuola da quasi un mese (speriamo almeno che le lavino ogni tanto): “WWFFB scolastico, seguici anche tu!”. Se qualcuno ancora non lo sapesse, il gruppo si rifà al World Wide Fund for Fantastic Beasts, un’organizzazione diffusa in tutto il mondo che ha come scopo fondamentale la tutela e la conservazione delle creature magiche e dell’ambiente in cui vivono. Il WWFFB scolastico a Hogwarts si occupa di organizzare campagne, conferenze, dibattiti, raccolte fondi e vendita di gadget per la sensibilizzazione sul tema delle specie a rischio, e dare un piccolo contributo al movimento nazionale. Tramite il gruppo è anche possibile partecipare a stage immersi totalmente nella natura più selvaggia o nelle riserve del WWFFB, o effettuare adozioni a distanza. Per ogni informazione, Katherine De La Parker sarà felice di rispondere ai vostri dubbi.
Passando al campo sportivo, come non iniziare col Quidditch? Sorority Trulock, riserva portiere della squadra Grifondoro lo scorso anno (a cui brillano gli occhi solo al sentire la parola “Quidditch”), consiglia agli aspiranti giocatori di ponderare bene sulla loro scelta. Questo sport richiede impegno, grinta, voglia di giocare ed imparare, e soprattutto di collaborare e fare gioco di squadra. Una volta capito questo, c’è ben spazio per il divertimento e le risate! (Pare che Margareth Lowenn si sia addirittura finta morta durante un allenamento, seminando il panico). Tra le cose che Sonny non si aspettava da quest’esperienza, ci sono il modo in cui è stata accolta in squadra, come se vi avesse fatto parte da sempre, l’aiuto e i consigli che ha ricevuto e la profonda unità del gruppo (ed anche il livello di trollaggine di Larry Vedder). Secondo Sonny, l’atmosfera che si respira negli spogliatoi prima delle partite, l’incoraggiamento di capitano e vice che spingono a dare il meglio e ancora una volta l’idea di unità e squadra che si crea sono tra le cose migliori del Quidditch. Di contro, per lei l’esperienza peggiore sono le sconfitte della propria squadra, in particolar modo se vi si contribuisce con qualche errore, ma garantisco che per chiunque c’è sempre qualche amico pronto a risollevare il morale con una bella dose di dolciumi di Mielandia!
Se invece vi sentite più portati per sport più individuali, andate matti per velocità, adrenalina, emozioni forti e continue sfide con voi stessi, è la Broomula1 che fa per voi, parola di Katniss Grey! La quartina Serpeverde ha iniziato l’anno scorso a correre per la sua casata, ha partecipato a uno stage organizzato dal team Scopalinda e adesso chi la ferma più? Per correre in B1 bisogna essere determinati, ma soprattutto appassionati, perché la sintonia con la scopa è una cosa fondamentale, perché lei comprende gli stati d’animo di chi la guida e si comporta di conseguenza, quindi importa più la voglia di correre che avere particolari abilità tecniche o riuscire a rimanere nella scia calorifera. Inoltre, i corridori più “anziani” non esitano a trasmettere le loro conoscenze ai neofiti: ricordatevi  che pur correndo singolarmente c’è comunque  una squadra di casata a sostenervi e aiutarvi. Kat racconta che non c’è sensazione più bella di sentire il vento sulle guance, lanciati in corsa a tutta velocità, e il percepire quando si dà il meglio di sé. Amethyst Grey
Siete sportive, ma i manici di scopa non fanno per voi? Avete mai pensato di entrare nelle cheerleader?  Amethyst Grey, capitana Tassorosso che alterna incantesimi e acrobazie da ben cinque anni, descrive così la cheerleader ideale: dev’essere in buona forma fisica, carina quanto basta, abile, aggraziata, ma soprattutto determinata. Per chi non è abituata, l’allenamento all’inizio potrebbe sembrare duro, ma Ameth assicura che si viene ben ripagate dai rapporti che si instaurano con le compagne, anche con quelle con cui non si andava d’accordo, tanto che parla addirittura di “famiglia”, e dalla bellissima sensazione quando una coreografia è finalmente pronta per il pubblico. Unica pecca, l’”aroma” negli spogliatoi dopo gli allenamenti di Quidditch, che non è esattamente quello dei fiorellini di bosco. Una piccola indiscrezione dedicata alle modaiole in stile Amber Wolf: pare che le vecchie divise Tassorosso siano ormai prossime alla pensione. Ed infine, se siete ragazzi e vorreste tifare la vostra squadra con salti mortali tra le scintille, non vergognatevi: non sareste certo i primi cheeleader maschi di Hogwarts.
Se amate la lettura e avete almeno una media scolastica intorno a Oltre Ogni Previsione, vi consiglio di fare due chiacchiere con Niamh Davies, erede di Jackie MacGregor ai vertici del Club del libro. Se invece la vostra passione è la musica, Gaea Broomstick ha aperto le audizioni per il Gruppo Musicale, che allieta ogni evento “mondano” tra le mura di Hogwarts. Meriterebbero infine di essere rispolverati il Club di scacchi magici e la squadra di Gobbiglie della scuola. Il fatto che siano due giochi di antica tradizione non implica che per questo siano meno divertenti e attuali, chiedetelo ai tifosi dei Purple Peacocks! Chi sa invece se qualche studente appassionato abbia voglia di far rinascere il Club dei Pozionanti dalle sue ceneri?

Ad Hogwarts, quindi, c’è solo l’imbarazzo della scelta, sia che cerchiate uno svago e una valvola di sfogo, sia che vogliate approfondire gli aspetti della magia che più vi piacciono, materie di studio comprese. Che aspettate? Andate ad iscrivervi!

Helena Ross. 16 anni a dicembre, quintina e prefetto Tassorosso, è un nuovo acquisto della Voce. Vive a Grove, nell’Oxfordshire, insieme ai genitori e a un fratellino, a suo dire, pestifero. La prima volta che ha messo piede in redazione si pensava fosse muta, ma metterla a suo agio si è rivelato alquanto deleterio per le orecchie degli altri scribacchini. Dovunque si metta a scrivere si possono trovare montagne di pergamene appallottolate, e per mandare in stampa siamo costretti a strapparle i fogli dalle mani. Ha una passione smodata per gli animali, e, di conseguenza, per Cura delle Creature Magiche. Tra i suoi sogni, riuscire ad acchiappare un Gillidh e ad allevarlo. Studiosa, con un senso del dovere malsano, dice di non essere portata per lo sport, specialmente a cavalcioni di una scopa.
By Anne Burton | - 9:10 am - Posted in Settembre 2069
 

Estonia con le ossa rotte,
ma il terzo posto parla inglese.

Svezia 410
I. Nordqvist K. Kallstrom
J. Innerson (C) B. Wilhemnsson L. Vasby S. Agnarsson J. Wærhacht

Estonia 370
A. Reim
M. Valmiera (C) R. Purje
A. Oper V. Oper A. Repin
V. Kallaste

Durata: 2h49m
Marcatori: A. Oper 21, V. Oper 16, L. Vasby 15, B. Wilhemnsson 6, S. Agnarsson 5, A. Repin 0
Infortunati: R. Purje , V. Kallaste
La cronaca: Nonostante l'ironia del titolo che fa da cornice a questo pezzo sulla finale degli Europei di Malta '69, in esso vi è un fondamento di verità ben più reale e crudo che ha un nome, un cognome ed una precisione di bolidi indirizzati contro gli avversari: Kil Kallstrom, da ora ribattezzato come Kill Killstrom proprio per la prestazione con cui ha eliminato sistematicamente alcune pedine fondamentali della squadra estone.
Che i fati non sorridessero alla compagine del Mar Baltico era già chiaro alla vigilia della finale, quando una nostra vecchia conoscenza – quel Dirk Hargreaves che tanto bene ha fatto – ha condannato Florin Taanpaa a vedere la partita dagli spalti, fremendo come solo un cacciatore privato della possibilità di incrementare il proprio rollino di anelli trafitti può fare. Nonostante la necessità di un nuovo innesto come quello della giovane ed inesperta (almeno in campo internazionale) Anna Repin, comunque, alcuni lampi portati dalle giocate superlative delle sorelle Oper e la tenacia mostrata da Vikisõnaraamat Kallaste nel tentativo di cattura del boccino, hanno tenuto la partita in bilico sino alla fine con un ampio – ma non sufficiente – vantaggio pluffa per Capitan Valmiera e compagnia. Trentasette goal in due a fronte dei ventisei messi in saccoccia dall'intero reparto svedese, consacrano – a mio avviso – le sorelle Oper come le vere leonesse dell'incontro, a fronte di un Jon Dahl Wærhacht che è forse l'esempio più lampante dell'orgoglio svedese dopo la delusione patita lo scorso anno a seguito della finale dei Mondiali persa contro l'Irlanda.
La Svezia sale quindi sul gradino più alto del podio europeo nonostante la prestazione poco brillante di capitan Innerson e dell'intero reparto battitori, mai davvero in grado di arrestare il gioco spumeggiante delle Oper. Se ci deve essere una chiave che interpreti al meglio questo risultato finale, quindi, essa va ricercata certamente nelle qualificazioni che hanno visto gli svedesi padroneggiare facilmente il proprio girone e nelle successive eliminazioni – nell'ordine – di Russia e Danimarca, prima dell'epilogo finale che ha fatto calare il sipario sull'intera competizione.

Danimarca 0
T. Ek
J. Junker M. Jaspersen
H. Jensen P. Jorgen (C) L. Eriksen
M. Grujensson

Inghilterra 210
R. Tamble
J. Williams D. Hargreaves
A. Springall E. Dupree S. Redding
A. Coast (C)

Durata: 0h13m.
Marcatori: A. Springall 4, E. Dupree 2, H. Jensen 0, P. Jorgen 0, L. Eriksen 0, S. Redding 0
La cronaca: Qualcuno una volta ha detto che bisogna abituarsi a vedere la parte piena del bicchiere. Quel qualcuno, probabilmente, aveva origini inglesi oppure è stato preso in parola dalla Coast e dai suoi compagni di squadra una volta che le ambizioni di raggiungere la tanto desiderata finale, si sono scontrate contro il solido muro estone, durante la semifinale. E che l'intento dell'Inghilterra fosse quello di chiudere la partita nel minor tempo possibile – memore delle catture fulminee cui ci ha abituato Grujensson – lo si è potuto leggere negli occhi della Springall sin dalle battute iniziali, quando un rapido uno due ha condotto il reparto cacciatori inglese a dare al risultato un margine tale da potersi permettere anche qualche scherzo da parte del cercatore danese. Non è andata così, in realtà, perché la Coast resta il solito kneazle impossibile da pelare e la compagine scandinava è giunta alla finale per il terzo e quarto posto probabilmente già appagata per l'andamento sorprendentemente positivo del torneo che, non credo di fare un torto a nessuno nell'affermarlo, porta quasi esclusivamente la firma di Grujensson, sicuramente.

 

Caro Philip, volendo caldamente evitare che tu rompa i boccini a mio cugino per farti raccontare come sono andate le partite dell'Europeo che ti sei perso perché – come me – dovrai tornare al castello, volevo informarti che Mildred McReady (al secolo sempre mia zia) ha detto che sarà più che felice di vedere – cito con i brividi in corpo – aitanti maghi muscolosi con il solo scopo di aiutarti nell'articolo che sicuramente dovrai scrivere per La Voce. La lettera che Merida mi ha fatto avere il giorno prima della partenza per Hogwarts, come potete capire, mi ha lasciato ben sperare sulla possibilità di avere comunque un modo di vedere le partite senza esser presente fisicamente a Malta per colpa della scuola. Mi sono illuso, possiamo dirlo. Anche se Vega mi aveva avvertito sulla… singolarità della zia di Robert. Se, quindi, sulla fase a gironi e sui quarti di finale dell'Europeo posso dire la mia con cognizione di causa, per quanto riguarda le semifinali ho deciso di farvi leggere direttamente quanto riportato dall'arzilla signora, scusandomi in anticipo per la catastrofe il resoconto poco… tecnico.
Partite con i favori dei pronostici, Irlanda del Nord, Eire e Spagna sono finite ben presto a far compagnia a Francia e Serbia (che a Malta non hanno proprio messo piede) lasciando campo libero all'emergente Islanda e un'Erzegovina che ha polverizzato il buon auspicio dell'Irlanda del Nord di ottenere una qualificazione alla fase successiva. Se la Svezia – prima classificata del Girone A – non ha mai incontrato una resistenza avversaria degna di questo nome, lo stesso non si può dire del Girone C, laddove ben tre squadre su quattro hanno raggiunto lo stesso punteggio. Fanalino di coda del Girone in questione l'Eire, che non si è smossa dallo zero in classifica, frutto – come lo stuolo di irlandesi a scuola mi suggerisce di riportare – di qualche rituale oscuro messo in campo dalla rivale Inghilterra soprattutto durante lo scontro diretto finito 160 a 10 a favore della compagine della Coast. Qualificazione rocambolesca del Girone è stata però di certo quella della Russia che scavalca la Germania scippandone il posto in classifica grazie ad un solo goal di differenza rispetto ai tedeschi; se non è fortuna questa ditemi voi come la si dovrebbe chiamare! Se i sostenitori dell'Eire hanno pianto da subito, del resto, anche Galles e Scozia non hanno riso di certo con le loro modeste prestazioni a fronte della nazionale estone e di quella italiana che hanno messo in campo un gioco di tutt'altro livello sin da subito, basti solo citare il 2900 a 270 con cui la squadra di Taanpaa ha spazzato via la Scozia o il 1670 a 420 con cui l'Italia ha condannato il Galles all'ultimo posto del girone.
Spazzate via le velleità della fase a gironi con un Florin Taanpaa che non ha mai mollato la testa della classifica dei migliori marcatori del torneo, i quarti di finale hanno dato vita a degli scontri rapidi ed indolori… almeno per chi ha messo in tasca la qualificazione con poco ed anche se non sono convinto che gli spettatori paganti l'abbiano vista nello stesso modo. A farla da padrone, come si può immaginare, il reparto cercatori, con Grujensson e la Coast decisi e chirurgici come ci hanno abituato negli anni trascorsi all'interno della Lega Britannico-Irlandese. E' in questo modo e con un gioco di pluffa ai limiti dell'assente che l'Inghilterra da una parte e la Danimarca dall'altra, beffano rispettivamente Islanda ed Italia garantendosi così il passaggio alla fase successiva in compagnia della Svezia – con Wærhacht che scippa il boccino al cercatore russo Vrhokansk dopo una spallata – e dell'Estonia che ha sconfitto l'Erzegovina con una qualità di gioco cui il punteggio finale (180 a 160) non rende adeguata giustizia.
Fin qui – come vi ho anticipato – la cronaca dell'Europeo è stata seguita da me medesimo partita dopo partita… sì, va bene, qualche volta ho chiesto un commento al volo a Robert, lo ammetto, ma posso assicurare che ogni parola che ho scritto ed ogni parere che posso aver espresso sono polvere buiopesto del mio sacco. Almeno sino a qui, esatto. Perché come tutti quelli che seguono il Quidditch sanno, semifinali e finali si sono svolte ai primi di Settembre, quando nessuno di noi poveri studenti ha avuto modo di potervi assistere dal vivo. E quindi, come si suol dire, accontentiamoci di quel che passa il convento.

Quando la mia cara Merida mi ha detto che avrei potuto fare qualcosa per il giornalino scolastico su cui hanno scritto tanti dei miei nipoti, non riuscivo a crederci, ma in fondo ci ho messo meno che ad adattarmi a quegli scomodi posti a sedere che ho sperimentato a Malta, sapete? Un dolore alle natiche che non vi dico! Anche se ne è valsa la pena, eh, assolutamente. Voglio dire, per una donna anziana come la sottoscritta lasciare il confortevole clima scozzese per il tepore di un'isola del Mediterraneo dicono sia un toccasana per gli acciacchi, oltre che per gli occhi, scommetto che la componente femminile che sta leggendo queste righe può comprendere bene cosa intendo, eh eh? Mentre quella maschile probabilmente sta ancora fantasticando su cosa potrebbe incantare i loro, di occhietti. Ma veniamo a noi, cioè… a quello che ho visto succedere in campo durante le partite che ho visto. Quindi come prima cosa immagino che dovrei lasciare un piccolo suggerimento per chi si occupa delle divise – si chiamano così, immagino – che indossano quei poveri giocatori della Danimarca. Sul serio, non è un colore che si adatta alla carnagione di quei poveri ragazzi a cavallo di una scopa. Sono convintissima, infatti, che il giallo ed il blu di quegli altri che hanno preso di mira gli anelli di quella cara ragazza (immagino si riferisca alla Ek ndP) siano stati dei colori più vivaci e briosi al punto da farli sfrecciare da una parte all'altra con un fare spumeggiante che doveva esser premiato per forza. I due che hanno volato in solitaria per tutta la partita – i cercatori, sì, proprio loro – invece sono stati carinissimi! Pur di non far perdere l'altro, si sono rincorsi sino alla fine stringendo il boccino all'unisono e secondo me questo è un chiaro messaggio che lo sport dovrebbe lanciare più spesso, almeno non si vedrebbero quei soliti gruppetti di maghi attaccabrighe che si promettono schiantesimi sul naso ogni volta. Certo, le regole del Quidditch a quanto pare prevedono che solo una squadra possa aggiudicarsi il boccino (e questo è molto ingiusto) e la sferetta alata ha scelto la Svezia. Mi sembra logico! Voglio dire… avete mai fatto caso al retrotreno del Capitano degli svedesi? Per non parlare dei muscoli che ha il loro cercatore…
…ma stavo parlando dell'altra semifinale, giusto? Sì, esatto. Il mio cuore scozzese doc (di origine contadina) si è quasi quasi rifiutato di seguire una partita in cui al posto della mia nazionale del cuore è scesa in campo proprio quella inglese, ma sono stata molto professionale proprio perché Merida mi ha chiesto questo favore. Ho solo perso la voce per qualche giorno, suvvia, ma – nonostante tutto quello che mi ha detto quel mago con un occhio solo che stava qualche fila sotto la mia – posso assicurare che non ho fatto alcun rituale congelante sui polpacci di Angelina Coast, anche perché sinceramente avrei scelto qualche altro soggetto da congelare, abbiate pietà di una zitella nel fiore degli anni. Mi spiace solo aver dovuto coinvolgere mio nipote e quelli che erano con lui per tenermi lontano quel mago, però. Lo so che non è carino che una signorina spacchi il naso a qualcuno, ma voi maschietti dovreste imparare che non si scherza sulle taglie dei vestiti femminili.
Ad ogni modo, durante questa partita ho compreso l'inclinazione di certe ragazze verso i battitori – mentre mi concentravo sul gioco, certo – con tutta quella forza maschia e l'irruenza che mostrano. Però un piccolo rimprovero al signor Hargreaves lo devo proprio fare: non è carino rompere un braccio all'avversario, lo sa? Così come non lo è bersagliare di bolidi un'esponente di sesso femminile, neanche se si tratta di una inglese, esattamente. Se i protagonisti in campo sono stati i bolidi – mio nipote è riuscito a recuperare l'indirizzo di casa di Valmiera, per chi fosse interessato – non si può certo dire che la cattura del boccino sia stata da meno, con quegli scarti laterali della Coast che hanno rischiato seriamente di farmi salire la naus… l'interesse per l'arte del volo, senza dubbio. Il fatto che la cercatrice non sia riuscita a far suo il boccino alla fine di quella rincorsa spasmodica, infatti, credo dipenda solo dall'alone di irlandesi, scozzesi e gallesi presenti allo stadio. Tranne la sottoscritta, ovviamente.
Se le semifinali sono state entusiasmanti…

No, scusate, io mi dissocio, davvero. Ho pensato veramente di lasciare nelle mani della zia di Merida anche la cronaca della finale, poi ho avuto pietà. Di me, della trattazione sportiva che Vincent Stars e Robert McReady hanno fatto prima di me e non ce l'ho fatta. Non ho visto la finale, ero impegnato a studiare Erbologia, quasi certamente. Non è una cronaca dettagliata ma solo una reinterpretazione di quanto riportato da altri giornali sportivi di settore. La trovate nel trafiletto qui accanto e se anche concilierà il vostro sonno avrò raggiunto un piccolo scopo: quello di farvi riposare meglio. Cosa deve fare uno scribacchino per riuscire a campare!

Girone A

Svezia
6 pt.
Islanda
4 pt.
Spagna
2 pt.
Malta
0 pt.

Girone B

Danimarca
4 pt.
Erzegovina
4 pt.
I. del Nord
2 pt.
Lussemb.
2 pt.

Girone C

Inghilterra
4 pt.
Russia
4 pt.
Germania
4 pt.
Eire
0 pt.

Girone D

Estonia
6 pt.
Italia
4 pt.
Scozia
2 pt.
Galles
0 pt.

 

Philip Noreal. Tassorosso fino al midollo e nativo di Hartlepool (Durham), per sua somma gioia ha superato lo scoglio dei G.U.F.O. potendo finalmente iniziare… ad aver paura per i M.A.G.O. Responsabile, perlomeno sulla carta, della sezione sportiva del giornale, si diletta saltuariamente anche con altre tipologie di articoli, sebbene la sua ultima passione pare riguardare le serre, anche se quando non c'è lezione. Il protocollo i barra ndiscreto lasciato in eredità dai Muldoon dice che abbia già preparato l'invito per il Ballo del Ceppo e per quelli a venire, tutti con il nome di Vega scritto a chiare lettere. Sebbene continui a chiedere consigli al quadro degli ex studenti nella Sala Trofei, abbassa velocemente lo sguardo ogni volta che incrocia Hortense Lanfrad. Non ha mai dichiarato sul serio la sua squadra di Quidditch preferita, ma ha in antipatia Gobbiglie e Pavoni. Adepto del sacro baule, per questo motivo ha imparato a scrivere bene anche al buio.
By vocestudenti | settembre 18, 2013 - 10:57 am - Posted in Settembre 2069

Bentornati, ohibò, abitanti di Hogwarts.
Probabilmente con questa apertura a qualcuno si è acceso un Lumos e ha già intuito che quest'articolo non è un improbabile commento letterario a "Il tempo dei grinzafichi". Se invece la maggior parte di voi, come purtroppo suppongo, non ha fatto questo collegamento, vi chiarisco che si tratta di una breve cronaca della nostra visita estiva alla redazione di Incantesimi Ispirati, a Diagon Alley. Non giustificatevi dicendo che il titolo è fuorviante. Potrebbe anche essere, ma a me piaceva perché l'ha proposto Phil aveva un bel suono, quindi non pensate neanche per un istante di dare la colpa a me e applicatevi di più in Incantesimi.
Parliamo della mattina del 5 agosto, giorno in cui il signor James Thibodeau ci ha accompagnato in un tour della sua redazione e ha passato tanto tanto tanto tanto tanto tempo insieme a noi. Non mi ha sorpreso l'assenza totale di Corvonero dell'Eco, bisogna pur capire che una rivista specializzata in incantesimi è qualcosa che esula troppo dalle loro, chiamiamole così, tematiche preferite. Mi è giunta voce che abbiano accampato la scusa di aver sbagliato posto, seguendo una presunta indicazione che li avrebbe portati quello stesso giorno e stessa ora nel cuore della Scozia. Come se noi passassimo il tempo a sabotarli, roba da non credere. Comunque non abbiamo sentito la loro mancanza, in fondo avevamo già un pennuto con noi, mister Oswald MacPharson, un giornalista di Thibodeau che trova più facile concentrarsi trasfigurato in un'oca.
Innanzitutto, la loro redazione è qualcosa di incantevole. Be', di incantato, sarebbe più corretto dire. Saprete sicuramente che la maggior parte delle redazioni dei nostri giornali è formata da open space, con la particolarità che ognuno si organizza in modo diverso. C'è chi ha un open space a due piani, con scrivanie capovolte e altri incantesimi di antigravità. Incantesimi Ispirati, invece, ha suddiviso il suo spazio in base al tempo atmosferico e all'illuminazione che ne deriva. Spero che il Lumos in merito al titolo si sia acceso adesso. Se non avete ancora afferrato, vi giungerà tutta la mia disapprovazione e farò in modo che abbiate anche la disapprovazione della professoressa Welkentosk.
In ogni caso, per farvi qualche esempio, c'erano gruppi di scrivanie immerse nella luce di un tramonto autunnale, una collinetta coperta di neve era invece la postazione del caporedattore, poi un angolo ombreggiato da palme tropicali – a proposito, la mia bisnonna vi saluta anche se no, non le ho parlato di voi – e anche una zona illuminata da un'alba che ho trovato molto romantica interessante. Nel senso che era una buona luce, ne ho chiesto conferma anche ad Harriet. E a proposito di lei, la camera oscura del giornale si trovava all'interno di una struttura di ghiaccio dietro la collinetta innevata. Il signor Thibodeau ci ha spiegato che si tratta di semi-illusioni atmosferiche, e anche se spero sappiate di cosa sto parlando, vi dico che sono illusioni che si accompagnano ad oggetti reali in modo da rafforzare le impressioni tattili. Ecco perché sul pavimento c'erano davvero foglie ingiallite e mucchi di neve. Perché tutto questo? Perché, secondo le parole di Thibodeau, "Voglio che tutti i miei giornalisti lavorino nell`ambiente che trovano più adatto alla loro concentrazione! Queste sono le semi illusioni atmosferiche del periodo estivo, naturalmente durante il resto dell`anno siamo più seri". In inverno vestono i pupazzi di neve in giacca e cravatta, mi ha detto in seguito Mrs Olsen.
Ma cosa fanno a Incantesimi Ispirati? E' la domanda che ci siamo posti tutti, ma il nostro nuovo caporedattore, Leroi, l'ha chiesto direttamente a Thibodeau. "C`è un consiglio di redazione a inizio mese, volano idee, proposte e bozze, ohibò! Ogni numero contiene articoli che spaziano dalle bacchette, alla teoria degli incantesimi, alla storia di Spezzaincantesimi, bacchettari e grandi inventori! E gli articoli sui tornei di duello della stagione, naturalmente. Queste sono le attività solite, a cui si aggiungono gli speciali, che escono con i numeri di gennaio, giugno e novembre! Ohohohoh! Questi ultimi sono colorati e variopinti e illustrano i movimenti di bacchetta più complessi!" Confermo che gli speciali sono molto belli e soprattutto utili, vi consiglio di farveli recapitare come faccio io.
Ci sono inoltre giornate dedicate alla sperimentazione di incantesimi e Hilary ha fatto una domanda molto interessante in merito, d'altra parte l'ho sempre detto che è una ragazza intelligente. Thibodeau, quindi, ci ha chiarito cosa fanno: in determinati giorni del mese l'open space si trasforma in una Gabbia di Incant – naturalmente da Adalbert Incant, il famoso teorico della magia – e vengono provati tutti gli incantesimi di cui poi si parla negli articoli dei mesi successivi. Alla fine della visita ci è stato anche permesso di assistere a qualche dimostrazione. Ma prima Thibodeau ci ha mostrato l'ultimo pezzo di redazione, ovvero un riquadro nella parete di fondo che viene usato come montacarichi, per il passaggio di promemoria, oggetti e… talvolta di persone. Normalmente sono i giornalisti degli altri giornali del palazzo a usufruirne, perché c'è sempre necessità di consultare gli incantatori e quel montacarichi è il modo più veloce. Ma quando ci siamo passati noi sono state due teste rosse a venirne fuori, portandosi dietro una serie di gadget dalla redazione della Civetta, al piano superiore. I Muldoon sono liberi di circolare là fuori, ricordatevi di avvertire i vostri genitori e parenti. Ecco, lo so che il montacarichi di Incantesimi Ispirati non è un giocattolo, però è stato divertente sentire Merida che lo usava come interfono per colloquiare col cugino intimo, così definito da lei, Robert e per richiamare una nostra vecchia conoscenza, Alfred Lewis. Per farvi capire come funziona il montacarichi e come trasporta le voci, vi riporto quello che è seguito dopo il "EHI ALFRED LEWIS! NON MI CONOSCI MA SONO LA CUGINA DI ROB" di Merida. Gli scozzesi, si sa, sono poco discreti. Una serie di quattro o cinque voci ha risposto quasi in contemporanea: "Rob Davenport del Profeta o Rob McReady della Civetta?", "Per la giarrettiera di Morgana, Rob McReady! Dov`è? Dov`è?!", "Dov`è Rob Davenport o Rob McReady?", "Ma nessuno lavora oggi qui?", "Cugina, sali!", "Alfred Lewis è desiderato al secondo piano ahaha!", "Guarda che ho riconosciuto la tua voce, Shingleton, aspetta solo che tolga le mani dalle viscere di questo ibrido…"
Se vi state chiedendo come fanno a lavorare in quel palazzo, be', immagino sia questione di farci l'abitudine. Vi farò sapere quando potrò andare dal direttore di Queste Oscure Materie a scambiare due chiacchiere. Oh, giusto, almeno noi della Voce abbiamo raccolto l'invito dei direttori a svolgere degli stage. Io sono stata due settimane al Wizarding Post, dietro invito di Lady Maeve Lweyn, e Philip ha coronato il suo sogno di stare per un po' incollato a Robert McReady alla Civetta dello Sport. Harriet, invece, è stata invitata a collaborare con i fotografi di Queste Oscure Materie, quindi non mi resta che augurarle in bocca al Gramo per il lavoro e l'ingresso all'accademia Fingal. Ci aggiorniamo alla prossima gita, adesso devo proprio andare a passeggiare dietro le Serre… per portarmi avanti col programma del sesto anno, ovviamente.

Vega Rushton. Serpeverde prossima ai 17 anni, che nei corridoi si nota per lo più per la chioma riccia. Ha lontane origini dalla Repubblica Dominicana, dove la bisnonna la aspetta tutte le estati, ma la famiglia Rushton vive ormai a Canterbury. Si dice che sappia costruire bambole voodoo, ma non lo fa perché è estremamente maleducato strappare capelli altrui. Le piace la Storia della magia – la sua insegnante preferita è Rosmilda Welkeltosk – ma negli ultimi tempi trova anche interessante l'osservazione del cielo stellato, meglio se attraverso i vetri delle serre. Sorride un po' più spesso, perché sostiene di aver trovato il colore che meglio si intona alla sua pelle, vale a dire il giallo. Dice di aver trovato un metodo migliore per trattare Philip che non sia portare sempre con sè una forchetta. Fa parte del Club del Libro, ma ritiene che tutti gli altri iscritti leggano troppo lentamente, ed è forse tra le poche a non sbadigliare quando parla Ivy.
By Leroi Gordon | settembre 8, 2013 - 12:50 pm - Posted in Settembre 2069

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By Anne Burton | settembre 6, 2013 - 7:36 pm - Posted in Settembre 2069

offerta lancio: ogni sei nuovi assistenti sparisce uno studente

Sollevi la mano chi, tra voi, è mai stato al mercato dei Troll. No, attenzione, non è un modo metaforico per indire un censimento degli esseri poco affini alla materia grigia – il grigio sbatte, direbbe Amber Wolf – senza che voi ve ne accorgiate. E, per quanto io possa essere una fine umorista, non è neanche un modo personale per descrivere la redazione dell'Eco del Corvo, non potrei mai offendere i Troll in questo modo. Il mercato in questione, per chi ancora lo ignora, è in realtà una sorta di fiera itinerante in cui si possono acquistare le merci più disparate, sempre che abbiate il permesso necessario per accedervi. Prima che i più lesti d'intelletto tra voi – quindi non i Corvonero – mi domandino dove voglio andare a parare questa volta, però, ve lo dirò io, direttamente. Da quello che ho potuto notare in questo (quasi) primo mese di nuovo anno scolastico e con tutte le novità emozionantissime che comporta stare in dormitorio con femmine – Emrys, mi sei mancato! – che passano le serate a raccontarsi di quanto era gelida l'acqua del mare del nord (mannnnòòò, non mi dite!), sono arrivata alla conclusione che la Preside Wallace o chi per lei, deve aver elargito molti gettoni d'accesso al mercato dei Troll o, come va in giro a raccontare qualche primino fantasioso, i docenti hanno direttamente deciso di offrire in sacrificio uno studente di Hogwarts in cambio di nuovi assistenti. Ad occhio e croce direi uno studente per sei assistenti, più o meno; non sono mai stata brava con i numeri.
Quello che è certo – oltre alla vena suicida dell'Eco nello scegliere il nuovo Direttore – si può quindi fondamentalmente riassumere in una parola: strano. E' strano che Albert Vandenberg abbia rinunciato al suo ultimo anno scolastico proprio quando anche Azrael Mistral non ha fatto ritorno a scuola, non trovate? Qualcuno ha anche avanzato la tremenda ipotesi di un bebè in arrivo… no, non mi sto riferendo ad Albert e Azrael insieme, per Tosca! Altri invece parlano direttamente di maledizione del settimo anno – fantasia portami via, eh! – mentre c'è chi, come la sottoscritta, avvalora sul serio la tesi di quei primini lì. Dopotutto, converrete con me, certe stranezze dei nuovi insegnanti non possono che avere origine al mercato dei Troll, laddove pare sia possibile trovare anche delle pozioni per contenere lo smisurato amore per i Babbani. No, non sto parlando dell'unico nuovo docente – Paul Marston – come avranno pensato soprattutto quelli tra voi che frequentano il quinto anno. Ne ho sentite diverse, sullo smercio di api friz… sulle vostre lezioni di Astronomia e magari riprenderò in mano l'argomento… prima o poi. Così come sono sicura che mi capiterà di approfondire maggiormente la questione rettilofonia. Professor Suzdaniya, sappia che io le voglio bene e, anzi, le ho voluto bene ancora prima che il cugino del fratello del concasato dell'amico di James Blueberry mi riferisse in merito alla questione.
Non è solo il docente appena nominato, però, ad avere delle abitudini discutibili singolari particolarità, ve ne sarete accorti anche voi almeno nei momenti in cui avete sollevato la testa dal porridge o dalla pergamena su cui appuntate anche i nomignoli che Lirael prima o poi imparerò tutto il suo nome lo giuro Belvoir si diverte a dare in giro. Sul serio, non vorreste essere la Piantina Arcobaleno del suo cuore? O l'Adone – seh, vi piacerebbe – di Primavera della classe? Non disperate: a quanto pare l'assistente di Erbologia ha una fantasia così spiccata che di certo non mancherà di bollare anche voi in qualche modo, magari indicandovi come il novello Fico Avvizzito dell'Abissinia, laddove la parola chiave non è Abissinia, cre-de-te-mi. Se la prima settimana di lezioni non vi è bastata per rendervi conto di chi abbiamo davanti, però, sono convinta che non abbiate mai sentito canticchiare così spesso l'inno della Scuola, come se vi stia seguendo anche quando andate al c… orridoio del sesto piano, quello dove una nuova regola non scritta prevede l'impossibilità di fermarsi a chiacchierare, pena l'imboccinimento senza pari di Lok Wenlock, il nuovo assistente di Aritmanzia bardato di gioielli peggio di una giovane fanciulla in cerca di marito. Ma torniamo a noi… convinta di non essermi ben lavata le orecchie dopo la Cerimonia dello Smistamento e di sentire ancora l'inno di Hogwarts proprio per questo motivo, ho cercato di chiedere numi a Hector Whedon… quello che va in giro con una sfera di cristallo aspettando che gli risponda, proprio lui. Cioè, non lo so, magari capita anche che si facciano lunghi discorsi, eh, però non mi ha mica saputo aiutare a risolvere il mio problema, limitandosi a farmi l'occhiolino. Duecentoventinove volte in una decina di minuti, uhm. E' in quel momento che ho pensato di rivoler indietro Azrael ed Albert, lo giuro. Edwin Barker, è questo il nome del mio finto problema d'udito. E, signor assistente di Difesa, le giuro che non ho niente contro di lei ma… che ne so, si faccia due chiacchiere con Caleb Harris magari. Le assicuro che potrebbe scoprire delle nuove hit che non risalgano all'epoca dei fondatori, magari.  Che poi, pensavo – si, ogni tanto capita anche a me – sapete che abbiamo anche un'assistente di Astronomia? Davvero, se non fosse che Eoghan, da bravo mago educato, mi ha fatto un lieve cenno del capo in corridoio per indicarmi una strega accompagnata da un elfo (no, non era Calypso VonSchuster con qualcuno dei suoi tirapiedi) non avrei compreso che Eveline Matthews si è persa tra le stelle non solo perché ce le spiega a lezione, probabilmente. E se continuano a dirvi che siete strambi… Feravèrto. O, se preferite, Gemìnio. Non vi sto maledicendo – quello lo faccio sempre – ma mi riferisco semplicemente a quei graziosi puffskein che accompagnano Isaac Falconer durante le lezioni attentando al materiale scolastico come i piedi della cattedra o quelli del vostro banco. Sono sicura che mentre dor… domandavo qualcosa durante la spiegazione di venerdì scorso mi abbiano addirittura slacciato le scarpe, ma forse la colpa in questo caso andrebbe divisa con Hayley Carsali ed i suoi scherzi del bolide.
A conclusione del mercato dei Troll – tanto per non scordare il motivo di fondo – posso dire che benedirò per sempre la scelta che ha portato Shaymus Rosebud ed Effie Thirlwall al castello? Parliamo seriamente: sono ordinari, circa. Non soffrono di solitudine precoce al punto da portarsi dietro sfere, puffskein o fantocci, non indossano papillon o chiome spropositate – sto abilmente sorvolando sul guardaroba dell'assistente di Incantesimi, esatto – e, soprattutto sono… normali, un po' come Deaglan Mubblethorn e la sua tenerissima – come chiamarla senza offendere nessuno? – forza di gravità più sviluppata del normale, ecco. Si, il fatto che inciampi sui suoi stessi piedi o faccia rotolar via giù dalla cattedra qualsiasi cosa deve dipendere da questo. A meno che i professori che reputo normali non stiano solo andando più cauti del resto della compagnia, nel mostrarsi a noi studenti. Quanto a me, signori insegnanti, comprenderete bene come il mio è solo un mero intento giornalistico di farvi conoscere alla massa di camufloni studenti del castello. Giuro solennemente che per realizzare queste righe non è stato torturato alcun modellino di assistente, tanto meno è stato intaccato il 2048, anno in cui a quanto pare si sono magati la gran parte di voi. Si sa, al mercato dei Troll si accede solo su invito di chi lo frequenta da un po'…

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il quarto anno e, come tiene a sottolineare, anche il corso di Cura delle Creature Magiche, Jer compreso. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione principale – per ammissione – è quella di salvare il mondo magico da Betty Chisholm ed i suoi romanzi.
By Leroi Gordon | settembre 5, 2013 - 11:16 pm - Posted in Giugno 2068

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