Le punizioni disciplinari
Sembra proprio che la parola "punizione" rappresenti in un’unica soluzione due facce della stessa medaglia. Si può pensare che alcuni dei "punitori" non siano così entusiasti all’idea di denunciare pubblicamente un altrui misfatto ma, a giudicare dai pezzi di pergamena che riempiono la nostra bacheca, credo che siano solo una minima percentuale. E dunque croce e delizia: la prima per gli studenti sottoposti alle punizioni, che non solo perdono punti e/o si beccano punizioni al limite dell’igiene, ma sono costretti a vedere il tutto pubblicato sulla bacheca nella Sala d’Ingresso; la seconda, così pare, per coloro che invece le punizioni le danno e in questo calderone di inquisitori ci mettiamo insegnanti, assistenti, capiscuola e prefetti. Certo, da una parte è evidente che l’idea di poter umiliare un altro essere umano appare assai allettante. Anzi, togliamo pure quell’"appare". D’altra, però, sussiste il ragionamento opposto: se voi ve ne state tranquilli e pacifici (ma anche no, è solo un esempio) a passare per il corridoio di Incantesimi e qualcuno vi affattura così, tanto perché gli va, non vorreste che questo qualcuno fosse esposto al pubblico biasimo e pagasse così ogni singolo secondo in cui si è divertito alle vostre spalle? Personalmente mi piacerebbe vederlo camminare sulle mani con un branco di Fiammagranchi che lo inseguono per tutto il parco della scuola. Ecco, magari ho dato un’idea a qualcuno.
Mi sono però soffermato a leggere le motivazioni di punizione affisse in bacheca, giusto per farmi io una volta tanto due sane risate alle spalle degli altri. La Camden ormai ha fatto la muffa; dato tutto il tempo che passa a pulire pavimenti senza magia, ha già trovato la sua futura occupazione quando finalmente McBryant la sbatterà fuori di qui, o quando uscirà per un atto di pietà superiore.
Tra gli altri puniti ci sono due o tre recidivi, che spesso vanno in punizione per mancanza di rispetto, e neanche nei confronti di un insegnante.
In data 15 settembre i signorini Matthew Typhoon e Vincent Stars, appartenenti entrambi alla Casata di Grifondoro e frequentandone rispettivamente il sesto e quarto anno, hanno mancato di rispetto al caposcuola Relena Lilyan Rei O’Neil, anche dopo continui ammonimenti…
E bla bla. Okay, si sa che i Grifondoro sparano le prime bolidate che vengono loro in mente, su questo non ci piove. Ma essere messi in punizione per aver offeso l’Orchessa? Ed eravamo lontani dal primo aprile, quindi non si poteva neanche pensare ad uno scherzo. Andiamo! Sono anni che gli studenti si offendono tra loro e offendono l’Orchessa, e chi credete che l’abbia battezzata così? E questo vale una punizione? Allora io che dovrei fare, ringraziare di essere ancora vivo? Di questo passo tra un po’ nascerà davvero la sconclusionata casata dei Corvoverde e mi dispiace di non poter essere qui a scommettere su chi si vorrà accapparrare il posto nei Sotterranei.
Fesserie dell’Orchessa a parte, la seconda causa di punizione più gettonata è la tradizionale violazione del Coprifuoco. Non che sia facile oggi giorno, i corridoi sembrano quasi più frequentati e controllati che di giorno, tra studenti con la loro preziosa spilla, insegnanti, elfi e sicuramente anche fantasmi e armature, convinte con qualche strano ricatto a mettersi di ronda.
Juliet Lucky, Tassorosso; Simon Darkem, Corvonero; Emma Dalis, Grifondoro; Dalila Silver, Serpeverde. Sono solo quattro esempi tratti a caso per rendere ancora più chiara la situazione: chiunque, indipendentemente dalla casa, dall’età, dal carattere e dalle motivazioni, prova almeno una volta a sforare il coprifuoco. Evidentemente ognuno pensa che riuscirà ad essere più furbo di tutti gli studenti che l’hanno preceduto e fa il suo glorioso tentativo. In genere, in tutta la carriera scolastica, tutti vengono beccati almeno tre volte, dato statistico. Ufficialmente io sono stato beccato due volte, ma solo perché le altre sette ero in compagnia di un Prefetto o un caposcuola. È il lato positivo di averne almeno un paio in redazione. Insomma, la violazione del coprifuoco è talmente di routine che è diventata una tradizione, al pari dalle visite nella Foresta Proibita, del Ballo dell’Agrifoglio e degli esami a fine anno.
E arriviamo alla terza causa di punizione, altrettanto diffusa ma con una percentuale di rischio appena più alta: il lancio di incantesimi contro prefetti e capiscuola.
Zaffira Cristal, studentessa della casata Serpeverde, frequentante il sesto anno, ha castato contro il prefetto J. Olsen prima l’incanto Stupeficium e poi quello Incendio, nonostante i ripetuti appelli della prefetto di riporre la bacchetta.
La signorina Summer Peterson, frequentante il sesto anno della casata Serpeverde, ha attaccato il prefetto J.O lsen con l’incanto Evertestatim per dimostrare ad una primina Serpeverde "in che modo vanno trattati i Tassorosso".
Ora, che Joey Olsen sia una petulante bacchettona lo sanno ormai anche le armature e non suona strano che a qualcuno possano prudere le mani quando si mette a sindacare sul comportamento da tenere nei corridoi. Però, da una scala da uno a dieci, quanto può essere idiota attaccare apertamente un prefetto, ben sapendo che poi scatterà una punizione? Almeno cinquanta. E poi dovrei difendere i miei concasati dall’accusa di essere delle teste vuote. Qui mi sa tanto che chi si è divertito di più è stato Jericho Muldoon, che è stato tutorato per una settimana dalla Peterson. E non si è divertito per la sua compagnia, ma perché ha avuto una cavia umana ventiquattro ore su ventiquattro. Mi chiedo se la Peterson stia ancora vomitando per la versione perfezionata delle Merendine Marinare.
Qualche volta, però, anche i "punitori" vengono puniti. Di un caso simile sono state protagoniste il già nominato prefetto Tassorosso e un recente e cadente acquisto del corpo assistenti; trattasi di Queency Fleetwood che avrebbe punito la Olsen per essere venuta meno al suo dovere.
La studentessa non ha punito né "rimproverato" la studentessa Lela Camden per essere fuori dal suo dormitorio durante l’ora di corpifuoco, violando così la volontà espressa dal decreto emanato dal Vicepreside McBryant, in merito.
Tutto questo mi ha illuminato su due cose: il Porro la Fleetwood appoggia la politica di McBry e pare voglia dimostrare di aver polso. Be’, mancano ancora più di cinque mesi alla fine dell’anno, le scommesse in merito alla sua resistenza sono appena aperte. Comunque, la faccenda mi è suonata parecchio strana e così ho bloccato direttamente la Olsen sulla soglia della Sala Grande. Visto quanto chiacchiera sono fortunato a non essere diventato sordo. Il succo è che la Olsen avrebbe disapprovato la maniera in cui la Fleetwood ha trattato la Camden, visto che un insegnante dovrebbe evitare – parole della Olsen - di minacciare uno studente di avvelenargli/le il succo di zucca. Insomma, c’è stato un battibecco tra femmine, è stato messo in mezzo il nonno della Tassorosso (amico di McBry, pensate un po’) e l’assistente di Pozioni non ha gradito l’insistenza della Olsen a voler portare a termine la ronda e le ha affibbiato questa punizione. Ora, posto che tra la Camden e la Olsen non so di chi mi frega di meno, qui c’è qualcosina che non mi torna. Ammesso che la minaccia di avvelenamento sia vera, si può considerare nella norma? Allora perché se uno studente minaccia un altro di avvelenarlo viene redarguito o messo in punizione? Il prossimo mese cos’altro tireranno fuori, che dobbiamo fare richiesta su pergamena bollata per poter respirare? Sarà che la Fleetwood è nuova e non si è ancora abituata all’aria della Scozia.
Io intanto resto a guardare e aspetto di vedere la prossima volta chi per primo pesterà i piedi a chi. Spero che però arrivino a mettersi d’accordo, perchè il resto della scuola vorrebbe capire di preciso chi ha il potere di punire e a chi dovremmo rendere conto, così una parte degli studenti saprà a chi portare rispetto e l’altra parte saprà invece a chi pestare i piedi.
Alfred Lewis