By Alfred_Lewis | febbraio 10, 2009 - 10:44 pm - Posted in Febbraio 2065

Le punizioni disciplinari

Sembra proprio che la parola "punizione" rappresenti in un’unica soluzione due facce della stessa medaglia. Si può pensare che alcuni dei "punitori" non siano così entusiasti all’idea di denunciare pubblicamente un altrui misfatto ma, a giudicare dai pezzi di pergamena che riempiono la nostra bacheca, credo che siano solo una minima percentuale. E dunque croce e delizia: la prima per gli studenti sottoposti alle punizioni, che non solo perdono punti e/o si beccano punizioni al limite dell’igiene, ma sono costretti a vedere il tutto pubblicato sulla bacheca nella Sala d’Ingresso; la seconda, così pare, per coloro che invece le punizioni le danno e in questo calderone di inquisitori ci mettiamo insegnanti, assistenti, capiscuola e prefetti. Certo, da una parte è evidente che l’idea di poter umiliare un altro essere umano appare assai allettante. Anzi, togliamo pure quell’"appare". D’altra, però, sussiste il ragionamento opposto: se voi ve ne state tranquilli e pacifici (ma anche no, è solo un esempio) a passare per il corridoio di Incantesimi e qualcuno vi affattura così, tanto perché gli va, non vorreste che questo qualcuno fosse esposto al pubblico biasimo e pagasse così ogni singolo secondo in cui si è divertito alle vostre spalle? Personalmente mi piacerebbe vederlo camminare sulle mani con un branco di Fiammagranchi che lo inseguono per tutto il parco della scuola. Ecco, magari ho dato un’idea a qualcuno.
Mi sono però soffermato a leggere le motivazioni di punizione affisse in bacheca, giusto per farmi io una volta tanto due sane risate alle spalle degli altri. La Camden ormai ha fatto la muffa; dato tutto il tempo che passa a pulire pavimenti senza magia, ha già trovato la sua futura occupazione quando finalmente McBryant la sbatterà fuori di qui, o quando uscirà per un atto di pietà superiore.
Tra gli altri puniti ci sono due o tre recidivi, che spesso vanno in punizione per mancanza di rispetto, e neanche nei confronti di un insegnante.

In data 15 settembre i signorini Matthew Typhoon e Vincent Stars, appartenenti entrambi alla Casata di Grifondoro e frequentandone rispettivamente il sesto e quarto anno, hanno mancato di rispetto al caposcuola Relena Lilyan Rei O’Neil, anche dopo continui ammonimenti…

E bla bla. Okay, si sa che i Grifondoro sparano le prime bolidate che vengono loro in mente, su questo non ci piove. Ma essere messi in punizione per aver offeso l’Orchessa? Ed eravamo lontani dal primo aprile, quindi non si poteva neanche pensare ad uno scherzo. Andiamo! Sono anni che gli studenti si offendono tra loro e offendono l’Orchessa, e chi credete che l’abbia battezzata così? E questo vale una punizione? Allora io che dovrei fare, ringraziare di essere ancora vivo? Di questo passo tra un po’ nascerà davvero la sconclusionata casata dei Corvoverde e mi dispiace di non poter essere qui a scommettere su chi si vorrà accapparrare il posto nei Sotterranei.
Fesserie dell’Orchessa a parte, la seconda causa di punizione più gettonata è la tradizionale violazione del Coprifuoco. Non che sia facile oggi giorno, i corridoi sembrano quasi più frequentati e controllati che di giorno, tra studenti con la loro preziosa spilla, insegnanti, elfi e sicuramente anche fantasmi e armature, convinte con qualche strano ricatto a mettersi di ronda.
cortileJuliet Lucky, Tassorosso; Simon Darkem, Corvonero; Emma Dalis, Grifondoro; Dalila Silver, Serpeverde. Sono solo quattro esempi tratti a caso per rendere ancora più chiara la situazione: chiunque, indipendentemente dalla casa, dall’età, dal carattere e dalle motivazioni, prova almeno una volta a sforare il coprifuoco. Evidentemente ognuno pensa che riuscirà ad essere più furbo di tutti gli studenti che l’hanno preceduto e fa il suo glorioso tentativo. In genere, in tutta la carriera scolastica, tutti vengono beccati almeno tre volte, dato statistico. Ufficialmente io sono stato beccato due volte, ma solo perché le altre sette ero in compagnia di un Prefetto o un caposcuola. È il lato positivo di averne almeno un paio in redazione. Insomma, la violazione del coprifuoco è talmente di routine che è diventata una tradizione, al pari dalle visite nella Foresta Proibita, del Ballo dell’Agrifoglio e degli esami a fine anno.
E arriviamo alla terza causa di punizione, altrettanto diffusa ma con una percentuale di rischio appena più alta: il lancio di incantesimi contro prefetti e capiscuola.

Zaffira Cristal, studentessa della casata Serpeverde, frequentante il sesto anno, ha castato contro il prefetto J. Olsen prima l’incanto Stupeficium e poi quello Incendio, nonostante i ripetuti appelli della prefetto di riporre la bacchetta.

La signorina Summer Peterson, frequentante il sesto anno della casata Serpeverde, ha attaccato il prefetto J.O lsen con l’incanto Evertestatim per dimostrare ad una primina Serpeverde "in che modo vanno trattati i Tassorosso".

Ora, che Joey Olsen sia una petulante bacchettona lo sanno ormai anche le armature e non suona strano che a qualcuno possano prudere le mani quando si mette a sindacare sul comportamento da tenere nei corridoi. Però, da una scala da uno a dieci, quanto può essere idiota attaccare apertamente un prefetto, ben sapendo che poi scatterà una punizione? Almeno cinquanta. E poi dovrei difendere i miei concasati dall’accusa di essere delle teste vuote. Qui mi sa tanto che chi si è divertito di più è stato Jericho Muldoon, che è stato tutorato per una settimana dalla Peterson. E non si è divertito per la sua compagnia, ma perché ha avuto una cavia umana ventiquattro ore su ventiquattro. Mi chiedo se la Peterson stia ancora vomitando per la versione perfezionata delle Merendine Marinare.
Qualche volta, però, anche i "punitori" vengono puniti. Di un caso simile sono state protagoniste il già nominato prefetto Tassorosso e un recente e cadente acquisto del corpo assistenti; trattasi di Queency Fleetwood che avrebbe punito la Olsen per essere venuta meno al suo dovere.

La studentessa non ha punito né "rimproverato" la studentessa Lela Camden per essere fuori dal suo dormitorio durante l’ora di corpifuoco, violando così la volontà espressa dal decreto emanato dal Vicepreside McBryant, in merito.

Tutto questo mi ha illuminato su due cose: il Porro la Fleetwood appoggia la politica di McBry e pare voglia dimostrare di aver polso. Be’, mancano ancora più di cinque mesi alla fine dell’anno, le scommesse in merito alla sua resistenza sono appena aperte. Comunque, la faccenda mi è suonata parecchio strana e così ho bloccato direttamente la Olsen sulla soglia della Sala Grande. Visto quanto chiacchiera sono fortunato a non essere diventato sordo. Il succo è che la Olsen avrebbe disapprovato la maniera in cui la Fleetwood ha trattato la Camden, visto che un insegnante dovrebbe evitare – parole della Olsen - di minacciare uno studente di avvelenargli/le il succo di zucca. Insomma, c’è stato un battibecco tra femmine, è stato messo in mezzo il nonno della Tassorosso (amico di McBry, pensate un po’) e l’assistente di Pozioni non ha gradito l’insistenza della Olsen a voler portare a termine la ronda e le ha affibbiato questa punizione. Ora, posto che tra la Camden e la Olsen non so di chi mi frega di meno, qui c’è qualcosina che non mi torna. Ammesso che la minaccia di avvelenamento sia vera, si può considerare nella norma? Allora perché se uno studente minaccia un altro di avvelenarlo viene redarguito o messo in punizione? Il prossimo mese cos’altro tireranno fuori, che dobbiamo fare richiesta su pergamena bollata per poter respirare? Sarà che la Fleetwood è nuova e non si è ancora abituata all’aria della Scozia.
Io intanto resto a guardare e aspetto di vedere la prossima volta chi per primo pesterà i piedi a chi. Spero che però arrivino a mettersi d’accordo, perchè il resto della scuola vorrebbe capire di preciso chi ha il potere di punire e a chi dovremmo rendere conto, così una parte degli studenti saprà a chi portare rispetto e l’altra parte saprà invece a chi pestare i piedi.

 Alfred Lewis

Commenti disabilitati
By Simon Darkem | - 9:07 pm - Posted in Febbraio 2065
BlueBlue Applebaum

7 gennaio 2065 - In questa data noi studenti abbiamo appreso del licenziamento di Artemis Reed e Blue Applebaum, rispettivamente docenti di Astronomia e Pozioni, ritenuti incapaci di istruire le giovani menti dall’Ispettore Ministeriale Nicholas Sheridan.
Sicuramente il nostro caro Vicepreside non ha avuto niente da ridire al riguardo, soprattutto per via della sua avversione per Reed, che qualche volta ha cercato di rallegrare le monotone giornate scolastiche con le sue sceneggiate.
Credo che molti di voi lettori saranno d’accordo con me nell’osservare che questo licenziamento era agognato da tempo da  McBryant, che ha forse avuto un ruolo in questa vicenda.
E che dire della povera professoressa Applebaum, anch’essa allontanata dal castello? Be’, che fosse nevrotica e ossessionata da qualsiasi cosa si sapeva, ma di certo ha sempre svolto il proprio lavoro egregiamente. Cosa hanno dimostrato mettendola alla porta? Che lo studio necessita di continua attenzione e concentrazione? Forse è vero, però qualche piccolo break ogni tanto non fa mai male. Se durante Storia della Magia qualcuno facesse un po’ di battute, di certo i dormienti sarebbero di meno, e le classi del suddetto corso non si svuoterebbero dopo il quinto anno per mancanza di volontari o di sufficienze ai G.U.F.O.
Molti genitori si sono lamentati della cosa, sostenendo che è stata una manovra azzardata, visto che molti ragazzi si erano affezionati ai due docenti.
Tutto questo ha fatto sicuramente storcere il naso anche a qualche membro del Comitato Scolastico, dal quale tenterò di avere qualche notizia in più, sperando che non vi sia alcuna lite. Facendo qualche ricerca in biblioteca, ho scoperto che qualche anno fa un membro del comitato  fu trasportato d’emergenza al San Mungo, con gli arti superiori stranamente trasfigurati. Ci vollero due mesi perché il signor Gruènd riacquistasse completamente l’uso delle braccia e smettesse di schizzare repellenti escrescenze dalle dita.
Tornando al discorso, in fondo eravamo veramente tutti affezionati a Reed e alla Applebaum, anche perche ci facevano pietà divertire con le loro lezioni originali, e quindi posso dire a nome di gran parte della scolaresca che tutto questo è vergognoso.
Se una persona ha delle paure come la professoressa Applebaum o è leggermente vivace come il professor Reed, non ha diritto a una carriera lavorativa come chiunque altro? Bisogna rimanere costantemente attaccati al metodo d’insegnamento tradizionale?
Le tradizioni andrebbero seguite, ma bisogna anche tener conto dei ragazzi di oggi, che praticamente se ne infischiano delle vecchie abitudini.
E in più, all’interno della scuola ci sono sempre più elementi vivaci e iperattivi. Come si può sperare di tenerli seduti a un banco per sette anni?
Spero che, leggendo questo articolo, gli interessati comincino a capire. Vi terrò aggiornati come al solito sullo staff, cari lettori.

Simon Darkem

Commenti disabilitati
By vocestudenti | - 1:53 pm - Posted in Febbraio 2065

Vincent Balstred, il più pagato dei Battitori del mondo, subisce un trauma proprio in vista del suo debutto con la nazionale irlandese nel mondiale di quest’anno, occasione che ne avrebbe comportato e segnato il successo a livello mondiale.

La Civetta dello Sport e altri giornali sportivi di tutto il mondo magico mostrano questa notizia nel paginone centrale. La promessa dello sport irlandese Vincent "Bolders" Balstred è colpito da un Bolide durante gli allenamenti preparatori, una settima prima dell’inizio dei primi mondiali del ventesimo secolo. Un trauma davvero micidiale che ancora affolla gli annali medici e che mantiene il ventitreenne in stato di coma per sei mesi. Al suo risveglio, il titolo mondiale è ormai andato alla Germania, ma tutto questo, nella mente di Balstred, non si è mai verificato. Quando riapre gli occhi è pronto, carico, deciso a vincere un titolo mondiale che gli spetta di diritto. La depressione che lo colpisce nel venire a conoscenza della perdita dell’opportunità d’oro è micidiale. Il contratto da 18 milioni di Galeoni con i Falcons, tra i più onerosi della storia del Quidditch, è andato al compagno di nazionale Samuel Finch. Balstred si ritira a vita privata, poiché i postumi dell’incidente gli impediscono di giocare a livello agonistico. Non si sente più parlare di lui… almeno fino a quindici anni dopo.
È una mattinata tranquilla nel parco di Wiston Avenue, a Green Valley, un paesino nella campagna gallese, dove i Falcons sono di preparazione. All’appello mattutino manca Leroy Finch, figlio di Samuel, la nuova promessa dello sport, erede del talento paterno ormai ritiratosi. Una mattinata di infruttuose ricerche finché nel primo pomeriggio, attorno alle due e mezza, il corpo senza vita di Leroy è ritrovato in una strada secondaria, il capo completamente fracassato. L’arma del delitto sta immobile al suo fianco: una palla di cannone, all’apparenza. Un Bolide disincantato. Un Bolide celebrativo della vittoria tedesca del mondiale del 1912. Incidente in allenamento è la supposizione più ovvia. Allenamento senza campo? Possibile. Allenamento con un Bolide da collezione? Possibile, se si vuole considerare Finch Junior un "fanatico". Un Portiere che si allena con i Bolidi? Nota stridente se si considera che, all’epoca, l’allenamento dei Falcons non prevedeva niente di simile per il Portiere. Qualche macabro antagonista dei Bats sfoggia lo slogan dei Falcons: "Vinciamo, ma se non vinciamo spacchiamo almeno un po’ di teste".
Passano pochi mesi da quando i Falcons piangono la fine di un promettente esordiente. Pochi mesi sufficienti a permettere l’ingresso in squadra della sorella Josephine Finch nel ruolo di riserva Cercatrice. Niente di eccezionale dal punto di vista qualitativo. Una forza dal punto di vista di sponsor. Tutti parlano di lei, e si domandano se sarà all’altezza dei parenti. La domanda non ha una risposta. La mattina prima dell’esordio, nel mezzo del campo da Quidditch di Barloway, Josephine Finch raggiunge il fratello. Stesse modalità di omicidio. Stessa arma del delitto. Un Bolide del ’12, celebrativo del mondiale. Ogni serial killer ha un metodo, dicono in molti, bisogna solo trovarlo. L’ultimo delitto risveglia una traccia.
Stephen McCrowly, Auror, è sulle tracce del killer. Per caso, nel ripulire la soffitta, ritrova un vecchio articolo del Profeta: il caso Vincent "Bolders" Balstred, il suo idolo da bambino. Mondiale del ’12. Trauma Cranico. I Falcons. Due più due. Accusare dell’omicidio dei due Finch una persona riservata come Balstred poteva anche essere fattibile, dimostrarne la colpevolezza di certo era un’altra storia.
Viene perquisita la sua casa, ma non si trova la presenza di altri Bolidi del ’12 o elementi che rendano valida l’accusa. Lo stress a cui la stampa sottopone una persona così depressa induce Balstred al suicidio.
La sera precedente, Samuel Finch riceve un pacco al cui interno sta un Bolide del ’12. Non appena la scatola è aperta il Bolide si sospende per aria ed inizia a sibilare, svegliando la moglie, che si dirige al piano inferiore. La sfera scura non riesce a colpire l’ex-Battitore, almeno fin quando uno "stock" non lo direziona con una precisione assoluta. Il mittente sta fuori della finestra e ride di follia. La signora Finch, terrorizzata, fugge dai vicini, da cui trova riparo.
Sulla scatola è ritrovato un biglietto di accompagnamento che cita semplicemente: "Vinciamo, e se non vinciamo, spacchiamo almeno un po’ di teste". La frase, dal "non vinciamo" in poi, è sottolineata.
La firma: V. "B". B.

Marlene McGregor

Commenti disabilitati
By Alfred_Lewis | febbraio 5, 2009 - 10:20 am - Posted in Febbraio 2065

Il Centenario della rivista più stramba del nostro mondo

Hopossum Snaccicanti, poltiglie di Bezoar miste ad Asfodelo, oggetti che si animano di propria volontà per vendicarsi di padroni poco graditi: a detta di J. Parker questo è il tipo di argomenti che si possono leggere sulle pagine del Cavillo, il mensile che raccoglie tutte ma proprio tutte le notizie più improbabili del mondo magico. Non mi sorprenderei se il suo motto fosse "Se non sono strani, non li vogliamo!", requisito d’altra parte che sembra essere applicato anche da chiunque qui a scuola si occupa delle assunzioni degli insegnanti. La differenza è che questi qui ci fanno vedere i sorci verdi, creano cerchi di fuoco, trasformano Vermicoli in draghi e tengono strane coltivazioni di ragni giganti nei loro bauli, mentre il Cavillo, volendo, si può benissimo evitare di leggerlo. Se poi si ha a che fare con uno come Parker, che ti riassume tutte le schifezze che ci scrivono mentre fai colazione in santa pace, allora le notizie riportate sul Cavillo le vieni a sapere comunque.

MerlinIl presunto ritratto di Merlino

Posto che il Cavillo è il giornale più infarcito di frottole che si può trovare (escluso l’Eco, ma quello non si può neanche considerare giornale), mi è sembrato comunque interessante riportarvi una notizia che tutto sommato può rientrare nella storia del giornalismo. Quest’anno ricorre il centenario della fondazione di questa rivista, che fino ad oggi è rimasta praticamente proprietà della famiglia Lovegood. Il fondatore, Xenophilius Lovegood, nel 1965 ha deciso di trasformare la sua casa in una stamperia improvvisata. Si può spezzare una lancia a suo favore: se non avesse trovato altri babbei disposti a credere a quello che scriveva e a partecipare al progetto, il Cavillo avrebbe avuto vita molto più breve. Come dire, di maghi fuori di testa ce ne sono, ma diventano pericolosi solo quando vengono assecondati. Quindi smettete di dare da mangiare a Parker e chiudiamo la storia. C’è però da aggiungere una piccola, minuscola nota a favore del Cavillo: pare che, in alcuni momenti della sua pubblicazione, sia servito a contrastare la voce ufficiale e spesso unilaterale del Profeta, quando altre testate magiche non erano ancora abbastanza forti per contrastarlo. Certo, mettere in giro la voce che un Ministro della Magia ha madre Goblin fa più ridere che altro, eppure manda già un messaggio subliminale che dovrebbe spingere ad usare il cervello (per chi ne possiede): non sempre il Profeta ci dice esattamente quello che avremmo bisogno di sapere. Attualmente il direttore del Cavillo è l’unica figlia di Xenophilius, Luna Lovegood, che a quasi settant’anni di età non sembra accennare a volerne sapere di andare in pensione. È stata lei dunque a festeggiare nel numero di gennaio il centenario della prima stampa. Per l’occasione, il Cavillo ha pubblicato un dossier dedicato ad una notizia a loro dire sensazionale, una notizia che avrebbero tenuto in serbo apposta per questa occasione: il ritrovamento di un ritratto di Merlino.
Detta così potrebbe anche sembrare una cosa grandiosa; insomma, il ritratto di uno dei più grandi maghi del passato, il cui nome è leggenda e la cui fine è avvolta nel mistero e bla bla, tanto lo sanno anche i muri. Automaticamente si pensa al ritratto di un vecchio mago barboso, no? No. La straordinarietà nella notizia consiste nel fatto che questo dipinto rappresenterebbe Merlino da giovane. Un Merlino tra i 17 e i 20 anni, dal viso normale, di costituzione normale e… dalle orecchie a sventola. Ecco, credo di non dovervi esplicitare a questo punto il motivo per cui questa notizia ha attirato la mia attenzione. Anche se sarebbe più corretto dire che mi ha fatto quasi soffocare, visto che ho riso per 42 minuti, cronometrati. Due giovani maghi, Ian e Aileen Devine (questo supporta la mia tesi che i gemelli sono tutti suonati), avrebbero ritrovato la tela in un anfratto di quello che i Babbani chiamano "il Cammino dei Giganti", ad Antrim, Irlanda. Sarà pure una tela incantata, ma il fatto che sia spuntata così dal nulla da un cumulo di rocce non è proprio il massimo della credibilità. Sia come sia, i due ragazzi hanno fatto regolare denuncia di bene artistico al Ministero della Magia. Inutile dire che nella questione è entrato immediatamente l’Ordine dei Druidi di Stonehenge, che ha insistito per fare tutti i controlli possibili sul materiale della tela e sul colore oltre, ovviamente, ad interrogare il soggetto del quadro. Questo giovane Merlino si è rivelato «un insolente chiacchierone, non fa altro che raccontare episodi della sua istruzione magica e fatti al limite del disgustoso, come la volta in cui ha sminuzzato un gruppo di lumache cornute con i denti perché era in una bolla temporale e non aveva altri attrezzi con sé», come ha dichiarato l’attuale capo dei Druidi, il Venerabile Minossis. Pare insomma che la questione verrà tirata per le lunghe; un ritratto non può essere sottoposto né a pratiche di Legilimanzia né gli si può dare del Veritaserum per controllare se mente. E anche volendo metterlo alla prova e chiedergli di raccontare episodi noti della vita di Merlino, servirebbe a poco; se è opera di un falsario, di uno bravo, avrà una memoria piena zeppa di questi episodi. Chissà, magari è davvero convinto di essere il ritratto di Merlino, non può essersi di certo dipinto da solo. In ogni modo, finché la notizia non avrà almeno qualche base archivistica che la renda autentica, il Cavillo la riporta come assolutamente vera.
Quasi quasi mi viene da sperare che Merlino sia davvero stato così da giovane. Orecchie a sventola a parte, non sembra il borioso mago che ci si potrebbe aspettare. E sapere che uno dei più grandi maghi mai esistiti non era uno spocchioso omuncolo pieno di sé potrebbe non essere poi una brutta scoperta.

Alfred Lewis

Commenti disabilitati