By Loreen_Wallace | aprile 11, 2008 - 1:53 pm - Posted in Aprile 2064

Il villaggio ospita una tappa del Torneo Nazionale di Gobbiglie

Non si vive di solo Quidditch: parole sante, non c’è che dire. Il fatto che io abbia a casa una stanza tappezzata di poster dei Wigtown Wanderers è un dettaglio. Non credete anche voi che il Quidditchmercato se la stia tirando un po’ troppo? Il puro gioco ormai è bello che dimenticato. Ma non importa, questa non è una delle tirate della Milford. Per quanto mi riguarda, i giocatori di Quidditch possono pavoneggiarsi quanto vogliono: l’importante è che non rimandino le partite del campionato estivo.
Ora concentriamoci per una volta su un altro tipo di sport, che i cultori della forma fisica chiamano con una lieve nota di dispregio “sport alternativo”. Io non sputerei troppo sul gioco delle Gobbiglie, cosa che, oltre ad essere poco igienica, denota anche uno scarso senso sportivo in senso lato. Ci vuole tattica, pazienza e un cambio d’abiti sempre pronto concentrazione. Pare che le partite di Gobbliglie abbiano un’origine piuttosto antica e molti studiosi del mondo magico ancora discutono se siano stati i Babbani a copiarcele con le loro semplici Biglie o se siano stati i maghi a copiare dai Babbani, nel quale caso nessun mago sarà mai disposto ad ammetterlo.
Ma, vi chiederete voi, perché mai parliamo di Gobbiglie di punto in bianco? McReady ha fatto un qualche uso non autorizzato dei medicinali nell’armadietto dell’Infermeria? No, e non ho neanche preso un Bolide in mezzo agli occhi. L’occasione per questo articolo mi è stata data da una notizia apparsa sul Profeta qualche settimana fa. Nel mese di maggio il nostro piccolo villaggio di Hogsmeade avrà l’onore di ospitare una tappa del Torneo Nazionale di Gobbiglie. E credetemi, è davvero un onore perché, sebbene Hogsmeade sia uno dei pochi villaggi completamente magici di tutta la Gran Bretagna, ha comunque una densità di abitanti piuttosto scarsa e un’estensione che certo non invoglia a chiedere ospitalità per un qualche torneo ufficiale. Secondo quanto riportato dal Profeta, il Consiglio della scuola avrebbe intavolato una serie di trattative con il presidente del Torneo, il gallese Lloyd Booth, per offrire agli studenti la possibilità di svagarsi con qualcosa di diverso. Considerati i terribili eventi non troppo lontani nel tempo, direi che è stata un’idea carina. Non si conoscono ancora le date precise in cui si terrà il match a Hogsmeade, ma sicuramente coincideranno con il finesettimana libero che viene dato agli studenti del castello a partire dal terzo anno. Le squadre che si affronteranno in campo sono i White Wings, capitanati da Pearl Hewitt – a questo proposito vi ricordiamo che le squadre di Gobbiglie sono miste – e i Purple Peacocks di Edmund Collins. Pare che i Wings arriveranno favoriti, con quarantasei punti, tredici Gobbiglie catturate e sette distrutte dall’inizio del Torneo; ma è ancora tutto da vedere, perché i Peacocks affronteranno i Silver Swans questo mese e avranno la possibilità di pareggiare almeno il numero di Gobbiglie distrutte.
Inutile dire che, come per un qualsiasi sport che si rispetti, questa tappa del Torneo ha già generato un giro di scommesse legali giù al villaggio. Chi fosse interessato può rivolgersi alla direzione dei Tre Manici di Scopa. Sappiate però che per gli studenti della scuola c’è una soglia massima di denaro scommesso che non può essere superata, soglia che credo ammonti ad un totale di cinque Galeoni.
Fa piacere notare l’interesse di molti studenti di Hogwarts per uno dei giochi più rappresentativi del nostro mondo e fa altrettanto piacere trovare una corrispondenza di intenti con gli organizzatori di questi giochi. Pare che anche il presidente nazionale di Scacchi Magici, il londinese Cyrus Haggard, abbia espresso il suo apprezzamento per questa iniziativa che, come ha dichiarato, “avvicina i nostri sport tradizionali al mondo più moderno dei giovani”; è persino probabile, da quello che mi è parso di capire dal resto della dichiarazione, che Haggard decida di prendere esempio dal suo collega Booth e chieda al villaggio il permesso di organizzare qualche partita del Torneo Nazionale di Scacchi. Forse ci sarà da aspettare il prossimo anno, per via di una serie di noiose pratiche burocratiche, ma almeno sappiamo che qualcosa nel mondo degli “sport alternativi” si sta muovendo.

 

Robert McReady

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By Stephen Medicine | aprile 10, 2008 - 7:23 pm - Posted in Aprile 2064

 Così sapete che vi aspetta

Non è stato semplice! Lo so, non è professionale parlare degli inconvenienti dietro la realizzazione di un articolo, ma siccome voi altri non pensereste mai alle difficoltà che si possono nascondere dietro un articolo del giornale della scuola, ve le voglio piazzare in bella mostra. I vostri cervellini potrebbero avere un’illuminazione. Naturalmente non mi riferisco principalmente al nostro amato caporedattore, che mi ha infastidita mettendomi fretta sulla consegna… ma anche sì.
Ho dovuto presentare in segreteria una così vasta gamma di delibere, dichiarazioni e permessi firmati dai miei genitori che per poco mio padre non decideva di venirmi a prendere a scuola ed accompagnarmi di persona al Ministero. Potete ben immaginare quanto questa possibilità mi abbia spaventata. Presentarsi ad un’intervista accompagnata da paparino… meglio morta!
Una volta terminate le pratiche burocratiche si è preso a discutere su come fosse meglio farmi raggiungere il Ministero. “Non è possibile creare una Passaporta per una questione simile”, “Uno di noi dovrebbe eseguire una Smaterializzazione congiunta e portarcela”, “Ma sei pazzo! Vuoi per caso che l’Ordine del Sigillo di Fuoco faccia fuori uno di noi?”. Ok, io non ho assistito alle discussioni, ma scommetterei la bacchetta della Cristal che le cose sono andate così. Visto il tempo richiesto per questa decisione, sono stata tentata di farmela a piedi, ma per fortuna la Metropolvere scrupolosamente controllata ha cancellato questa possibilità.
In ultimo, ma non perché sia stato meno problematico, si è dovuto trovare un buco negli impegni del Ministro.
Alla fine, però, ce l’ho fatta e ora potete leggere – e guardate che il primo che mi dice che potevo risparmiarmi la fatica, perché non gliene frega niente, lo Schianto – l’intervista che ho realizzato.

Buongiorno, signor Ministro. Sono onorata che lei abbia accettato di rispondere alle domande di una studentessa e soprattutto che questa sia io.
E non quella imbrattapergamene della Trott, o Francis “ho il cervello d’oro, per questo i neuroni non trasmettono” Roines, o Elinor – forse sarebbe meglio fermarmi qui per rispetto verso Al – “le mie compagne mi maltrattano perché sto con il tizio dalle orecchie mutanti” Austen.
“Buongiorno a te. Non ho potuto dire di no quando la mia segretaria Agatha e la signorina Maithy si sono catapultate nel mio ufficio col tuo gufo. Hanno subito iniziato a dire che sei una ragazza dolce, zuccherosa e molto, molto tenera e che un mio rifiuto avrebbe compromesso la tua dolcezza. Hanno deciso loro data e tutto, ci tenevano molto. Infatti ti salutano e ti fanno i complimenti per l’intervista. Sono sicure che farai carriera.”
Stavo per chiedere al Ministro se fosse possibile emanare una qualche legge che vietasse loro di parlare di me in questi termini, ma ho preferito sorridere cordialmente, fingendomi lusingata, e morire dentro per il fastidio causatomi da una simile descrizione.
Davvero mi fanno i complimenti?
“Sì, continuano a ripetere che hai talento da vendere. Agatha ha persino l’articolo nella sua agenda e ogni tanto si mette a rileggerlo.”
Le cose sono due: o non hanno letto l’intervista per bene, oppure non l’hanno capita. Perché io non ho modificato magicamente il mio pezzo nella copia della Voce di febbraio che è stata inviata loro, figurarsi se posso fare cose simili.
In effetti sono stata bravissima. Per iniziare, potrebbe dirmi il suo nome completo? Naturalmente io lo conosco, ma non sono certa sia così per tutti i lettori della Voce degli Studenti.
“Mi chiamo semplicemente Malachia McFlurry. I secondi nomi li reputo inutili e per fortuna non ne ho.”
È un uomo fortunato! In effetti avere sei nomi per poi ridursi ad usare un diminutivo di quello della tua prozia di quarto grado che era già morta prima che tu venissi al mondo non ha molto senso.
Sarebbe così gentile da dirmi la sua età?
“Ho 53 anni, 54 a ottobre.”
Quale Casa ha frequentato durante i suoi anni a Hogwarts?
“Appartenevo a Corvonero, ovviamente. L’ho sempre detto che i Corvonero sono quelli adatti a governare e a mandare avanti la baracca. I Grifondoro vanno bene come Auror, i Tassorosso come impiegati e inventori e i Serpeverde… Be’, i Serpeverde sono come il prezzemolo, sono ovunque.”
Visto? Io l’ho scritto che stanno occupando il Ministero della Magia. Si sono anche inventati questa storia che loro sono adatti a governare… ma fatemi il piacere! Voglio vedere cosa governano se gli piazzo un bell’Incantesimo di Memoria dritto sul lobo frontale per fargli credere di essere una locusta troppo cresciuta! Tsk… governare, loro… ma fatemi il piacere!
Per fortuna almeno noi non possiamo essere omologati. Ci si è trovato bene?
“Intendi dire a Corvonero?”
Sì, intendo a Corvonero.
“Come si potrebbe star male in una Casata come quella? Insomma, la fondatrice non fu altri che Cosetta Corvonero!”
Io avevo qualche possibile risposta alla sua domanda retorica, ma vista la mia nota puffolosità, mi sono tappata la bocca anche questa volta. Senza fargli notare, ad esempio, che se ti capita di finire in dormitorio con la O’Neil qualche possibilità di star male c’è eccome.
Quali aspirazioni aveva durante la sua adolescenza?
“Be’, prima pensavo di entrare nel Ministero e diventare capo di qualche ufficio. Nessuno mi interessava, volevo solamente diventare importante in qualche modo. Poi, grazie al mio carisma e ai collaboratori perfetti che mi si sono affiancati, sono riuscito a far carriera e sono arrivato ad occupare questa poltrona.”
Dopo tale risposta io mi sono convinta che quest’uomo avrebbe dovuto esser Smistato in un’altra Casa. Siamo proprio sicuri sicuri che quel Cappello funzioni come dovrebbe?
“La tua aspirazione è quella di fare la giornalista, vero? Agatha sta già cercando un posto libero al Profeta per te.”
La succursale giornalistica del Ministero non mi interessa come posto di lavoro, io sono destinata al Settimanale delle Streghe.
Sì, che pensiero gentile da parte della sua segretaria. Quali M.A.G.O. ha conseguito al termine dei suoi studi a Hogwarts?
“Allora… lasciami pensare… Trasfigurazione, Pozioni, Difesa, Incantesimi, Storia della Magia, Erbologia, Aritmanzia, Rune e nient’altro. Avrei voluto fare anche Astronomia, ma la professoressa era invidiosa della mia intelligenza e mi dava voti bassi per ripicca. Ma ormai è morta. Pace all’anima sua. Amen.”
Alla faccia! Questo, quanto a secchionaggine, sembra il figlio geneticamente impossibile della White e della James.
Quali di questi le sono stati utili nella sua carriera politica?
“In pratica tutti e nessuno. Lasciami spiegare. Tutti sono importanti perché ti danno una cultura generale e ti fanno sembrare pronto a tutto agli occhi della gente. Ma se non hai il carisma non puoi fare nulla. Quello è BASILARE! Senza carisma la gente non ti prende in considerazione, non ti ascolta e di conseguenza non ti vota! Hai carisma tu? Il carisma è importante anche per i giornalisti, sai?”
Forse non ha notato che a sedici anni di età sto intervistando il Ministro della Magia.
Non vorrei essere presuntuosa. Diciamo che mi difendo bene. Qual è stata la sua prima occupazione? Immagino che non sia diventato ministro a diciassette anni.
“La mia prima occupazione…? Be’, sono stato assunto al Ministero come semplice dipendente. Mi occupavo un po’ di tutto, in base alle esigenze. Sai, durante l’estate prima dei M.A.G.O. avevo fatto uno stage al Ministero per iniziare a prendere confidenza col posto. Poi sono diventato quel che sono col passare degli anni e col sudore della fronte. In senso metaforico, ovvio. Per caso vorresti diventare la segretaria di Maithy per quest’estate? È da tempo che ne cerca una, ma non ne trova. Sono sicuro che lavorereste bene assieme. Lei ti adora di già!”
Certo che mi adora! Come si può non adorarmi? Il problema è che sono io a non adorare lei e a non trovare interessante lavorare al Ministero. Per fortuna avevo una scusa. Sia ringraziato il fascino di Leo.
Che peccato che io abbia già fatto domanda per l’ufficio del signor Wassal.
“Ah, sei dal signor Wassal. Peccato, con Maithy saresti stata più utile e avresti imparato molto di più. Poi avresti collaborato anche con Agatha. Sono sicuro che ci rimarrà male pure lei a sentire la risposta.”
Spero per lui che con queste parole non intendesse dire che Leo è meno importante di quella là! Inoltre, con il suo accenno ad “Agatha” non ha fatto altro che aumentare la mia convinzione a non voler fare da segretaria alla Helfman.
Mi spiace, davvero. Le dica da parte mia che sono lusingata per l’offerta, ma che non potrei mai venir meno ad un impegno preso. Ha dovuto seguire qualche corso post-Hogwarts, quando ha mosso questi primi passi in quel mondo?
“No, in pratica no. Era già una scuola lavorare qui dentro. Ero a contatto con persone con molta più esperienza di me e da loro prendevo esempio. Sai com’è… impara l’arte e mettila da parte.”
Come vive i continui attacchi dei giornali alla sua persona, a causa del ruolo che riveste?
“I giornali sono tutti diretti da persone che parlano, parlano e poi non sanno fare nulla se c’è bisogno. Continuo a dire che è facile commentare quando si è fuori. Difficile è invece operare al meglio. Ma in fondo, i voti che ho preso alle ultime elezioni parlano chiaro. Il popolo è dalla mia parte. Inoltre non si può sempre andare d’accordo con tutti, non trovi?”
Io non vorrei fare l’Augurey – a chi cerco di darla a bere? Lo voglio fare eccome – ma per come se la sta passando il mondo magico, io non darei per scontato che quei voti siano ancora suoi e non mi affezionerei troppo alla poltrona.
Che genere di qualità e talenti dovrebbe avere, secondo lei, una ragazza o un ragazzo che voglia seguire le sue orme?
“Come già detto, deve essere preparato a lavorare molto, ad impegnarsi e deve avere molto, molto carisma!”
Questa cosa del carisma sta tornando spesso. La prossima volta che non so una cippa ad Incantesimi, a Spellman cerco di rifilargli carisma. Vediamo se evito una carismatica T.
Quanto conta, al giorno d’oggi, avere le giuste conoscenze e provenire dalla famiglia giusta?
“Purtroppo sono ancora molto importanti. Se hai le giuste conoscenze è più facile avere un posto come dipendente di uno dei più importanti. Sei sicura di non voler lavorare per Maithy? Faresti carriera, davvero. Non sai quanti e quante vorrebbero quel posto!”
A questo punto non sono riuscita a trattenermi dal sollevare gli occhi al cielo esasperata. Però ho nascosto la cosa in maniera scherzosa.
Non continui a tentarmi! La voglia di dire sì è già forte di suo, ma non sarebbe corretto. Non vuole traviare una giovane studentessa e portarla a comportarsi in maniera scorretta, vero?
“Ma non ti devi preoccupare, eh. Non ho problemi a mandare qualcun altro al tuo posto da Wassal! Ho già vari nomi da controllare per quest’estate. Se vuoi il posto sotto Maithy, è tuo. Per una giovane promessa questo e altro!”
Le farò avere la mia domanda al più presto, signore.
Ho dovuto assecondarlo, a quanto pare non voleva perdere l’occasione di avere una come me nelle vicinanze. Sono però sicura che il mio gufo stranamente si perderà e che la mia domanda non giungerà mai all’ufficio del Ministro. Che disdetta!
Dove si vede tra qualche anno? Lei è al vertice della nostra società, ha ancora delle aspirazioni?
“Be’, la mia aspirazione è quella di continuare a sedere dietro questa scrivania per più anni possibili. Quando questo sogno finirà, ci penserò. Ho già abbastanza pensieri e preoccupazioni per il presente. Il futuro sarà, sono sicuro, carico di sorprese, buone o cattive che siano. Meglio buone, possibilmente.”
Questa era l’ultima domanda. La ringrazio tantissimo per la sua cortesia. Ora la lascio tornare ai suoi affari.
“Grazie mille a te. Attendo una copia del giornalino qui sulla scrivania non appena uscirà! Ciao.”
Questo è il nostro Ministro della Magia. Vi stupirà sapere che non l’ho trovato malaccio. Certo, è un ex Corvonero, però è testardo, ambizioso, sicuro di sé: tutte qualità degne di nota. Io continuo a non trovare interessante la carriera politica, quindi la strada descritta da quest’uomo non è la mia. Però magari tra di voi ci sarà qualcuno in grado di seguirne le orme. Anche se, da quel che vedo io in giro, non mi pare proprio.

Sunny Sputinc

 

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By vocestudenti | - 5:22 pm - Posted in Aprile 2064

Come evitare una T in condotta

Carissima Meredith, non so veramente come fare! Quest’anno è quasi sicuro che mi ritroverò una bella bocciatura in Storia della Magia sulla pagella! Io ci ho provato! Ho provato a studiarla! Lo giuro su Merlino! Ma è così… noiosa! E McBryant con quella puzza sotto il naso che si ritrova… odioso! Mi ha preso di mira, io lo so! Agli ultimi due compiti mi ha messo D! Eppure ero convinta di meritare almeno una A! Insomma, ho solo sbagliato due o tre date facciamo quattro e ho confuso il capo dei Giganti di uno con il capo dei Giganti dell’altro o erano i Goblin? Insomma, niente di troppo grave… Non posso ritrovarmi una bocciatura, non posso! Non potrò più andare al concerto dei Vampiri della Transilvania ad agosto! Mi ero già comprata un cappello bellissimo per l’occasione! Sai, quello di Felce&Babbana… c’era persino sull’ultimo numero di Streghette 2000! […] Ah, ti dico già che ho provato di tutto: bile di armadillo da bere, zampa di Jobberknol portafortuna, crema di verruche di porco, pomata allo zenzero… senza contare la fortuna che ho speso in Piume Autocorreggenti!
Meredith, sei la mia ultima speranza!

Vampirella14

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Cara Vampirella14, innanzitutto calmati! Niente è ancora perduto: c’è tutto il tempo per rimediare e ottenere un bel voto anche in Storia della Magia! Mi sembri una ragazza giudiziosa, tieni alla tua immagine (mi spiace, non leggo Streghette 2000 e non so a quale cappellino ti stia riferendo) e leggo anche che hai una passione per i Vampiri della Transilvania. Siamo in due, allora! Ecco, concentriamoci su questo punto: il concerto ad agosto (a Glasgow, vero?). Quello sarà il nostro obiettivo, il TUO obiettivo per cui studierai, lotterai e suderai per ottenere un Accettabile in Storia della Magia: il concerto dei Vampiri della Transilvania! Quanto ti piacciono? Tanto? Bene, dimostramelo! Dimostralo a te stessa! E stendi McBryant con una chilometrica ricerca sulle guerre dei Giganti! Esatto: compiti extra. È quella la chiave. Se non bastano i compiti ordinari assegnati dal professore a tutta la classe, bene, guadagnati altre tracce! Sono sicura che il professor McBryant sarà ben felice di assegnarti un nuovo tema, se glielo chiedi (con gentilezza!) e facendogli ben capire la tua buona volontà nel rimediare all’insufficienza. Ricorda sempre che ai professori non fa mai piacere mettere una S o una D a un alunno tranne a Bernard Von Mitternacht, perché vuol dire che hanno fallito nel loro intento: insegnare. Certo, mi rendo conto che il professore di Storia possa risultare antipatico… ma ti garantisco che niente può farlo più felice di un compito svolto bene e un Eccezionale dato meritatamente a un suo studente (anche se non credo che l’abbia mai dato a qualcuno, da quando è a Hogwarts). Quindi, rimboccati le maniche e studia, mia cara amica. Ci vediamo al concerto dei Vampiri della Transilvania, allora!
E ricordate: più Pace per tutti!

Meredith Pratt

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E pensare che Devlin Whitehorn era noto soprattutto per il suo fairplay in campo e la sua onestà sul lavoro.
A soli 22 anni, nel 1967, fonda la compagnia delle scope Nimbus che, di fatto, rivoluziona il gioco del Quidditch grazie alla velocità e alla padronanza che garantiscono le sue scope, alcune ideate da lui stesso. La Nimbus 2000, uscita nel mercato nel 1997, è ancora oggi la più amata dai collezionisti di scope d’epoca, per l’eleganza e la raffinatezza del design oltre che per la leggerezza e la velocità dell’insieme. Nel 2008 Whitehorn lascia l’azienda, che miete successi commerciali e nuovi invidiabili traguardi nel campo della tecnica, nelle mani del primo figlio Harold. Ma la Firebolt, eterna rivale, continua anch’essa a lanciare sul mercato scope sempre più veloci e più agili. Molti rimangono sorpresi di veder scendere in campo la nazionale inglese, nella finale della Coppa del Mondo di Quidditch del 2012, a cavallo dell’ultimo modello di scope Firebolt, mentre fino ad allora, da una trentina d’anni, era stata sempre una prerogativa della compagnia di Whitehorn fornire i mezzi di trasporto ai giocatori della nazionale di Quidditch dell’Inghilterra. Da quel momento la Nimbus non riesce più a riconquistare questo primato e continua, anzi, a perdere sempre più terreno. Nel 2034, la morte improvvisa di Harold Whitehorn decreta il conferimento della carica di presidente della Nimbus al figlio più giovane, Derwent, dopo che le sue sorelle vi rinunciano.
Derwent Whitehorn è soltanto un giovane di 25 anni, dedito alle belle donne e alle belle scope, con una passione per le corse di cavalli alati su cui scommette fior di Galeoni. In mano sua la Nimbus non fa altro che cadere sempre più in picchiata. Accanto alla Firebolt, nel frattempo, un’altra compagnia di scope si crea il proprio spazio commerciale e nel giro di una decina d’anni la Thunder, l’ultima arrivata nel mercato delle scope da corsa, arriva ad imporsi sia al pubblico più esigente, rappresentato dai giocatori di Quidditch professionisti e dilettanti, sia ai consumatori più ordinari, le famiglie e i semplici maghi e streghe. Con la Firebolt da una parte e la Thunder dall’altra, la Nimbus riesce soltanto a conservare ancora per un po’ il suo buon nome e la sua tradizione di scope, le cui vendite però vanno diminuendo. Derwent Whitehorn, dal canto suo, continua a delegare compiti e attività ai suoi collaboratori, disinteressandosi, di fatto, della propria compagnia. Appare rilassato e appagato durante la finale di Miss Strega nel Mondo di questo settembre, nella fotografia riportata dalla Gazzetta del Profeta, attestando il suo ruolo di giurato nel concorso di bellezza. Ma di lì a pochi mesi succede l’inevitabile: il fallimento della Nimbus. Milioni di Galeoni in fumo, centinaia di dipendenti rimasti di punto in bianco senza un’occupazione: ecco le conseguenze del crack finanziario della compagnia.
Ma chi è il responsabile? Chi è che devono ringraziare gli onesti lavoratori che ogni mattina alle 8 timbravano il cartellino negli uffici di Kensington Road, Londra? La risposta si viene a sapere la mattina del 20 marzo 2064, quando Derwent Whitehorn, nipote del leggendario Devlin Whitehorn, non si presenta al lavoro. Quando gli ufficiali giudiziari si recano nel suo lussuoso appartamento nel quartiere di Mayfair, a Londra, tutto quello che riescono a trovare è un calzino sporco e una scatola mezza vuota di biscotti gufici. È evidente a tutti, ormai, l’impensabile: Whitehorn se l’è squagliata. E non è certo per ritirarsi a vita agreste o per prendere i voti druidici che lascia la capitale: un’ingente quantità di Galeoni è stata prelevata la stessa mattina dalla camera di sicurezza numero 344 – quella della Nimbus – della Gringott. Una delegazione di Auror, specializzata in truffe finanziarie, da quel momento comincia a dare la caccia al latitante. Una fuga di notizie permette di individuare il nascondiglio di Whitehorn in uno sperduto villaggio della Nuova Guinea, ma decisivo è il ritrovamento della Passaporta, non autorizzata, utilizzata dall’ex presidente della Nimbus per compiere il suo ultimo spostamento. Destinazione? Le Barbados. Ed è proprio lì che un gruppo nutrito di Auror ritrova sulla spiaggia Derwent Whitehorn, a prendere il sole attorniato da ragazze locali, ammaliate dalle monete sonanti che tira fuori ad ogni occasione con il suo ghigno più raffinato. Derwent Whitehorn, 54 anni, dovrà rispondere di molti reati davanti al Wizengamot alla fine di questo mese.
“Spero che Azkaban sarà di suo gradimento! Farabutto!” è stato il commento a caldo, riportato dalla Gazzetta del Profeta, di una ex dipendente della sezione amministrativa della Nimbus, ritrovatasi improvvisamente senza lavoro al quinto mese di gravidanza. Una bruttissima vicenda, non c’è che dire, e a soli tre anni dal centenario della fondazione della compagnia di scope Nimbus.
Devlin Whitehorn aveva un sogno: diventare un giocatore professionista di Quidditch e attraversare il Pacifico con il suo manico di scopa. Purtroppo i sogni del nipote Derwent erano ben diversi. Sembra che l’onestà non sia una qualità facilmente ereditabile, dopotutto.

 Meredith Pratt

 

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By vocestudenti | aprile 8, 2008 - 9:38 pm - Posted in Aprile 2064

Il ritratto di Albus Silente si pronuncia

Albus Silente, Ex Preside di Hogwarts

I quadri possono parlare, i quadri possono vedere e mettere nei guai coloro che violano le regole e soprattutto attraversare il tempo illesi, memori di gesta passate e di segreti perduti nella storia. Segreti che alle volte vengono obliati a causa di antichi incantesimi che magari nemmeno Randall, uno dei più famosi Spezzaincantesimi della Gran Bretagna, saprebbe distruggere.
È proprio quello che è accaduto qualche sera fa davanti agli occhi di ognuno di noi in Sala Grande. Di certo non è passato inosservato quel mago dagli occhi azzurri, gli occhialetti a mezzaluna, il naso adunco ed i capelli argentei spesso visto sulle figurine delle Cioccorane e menzionato più e più volte sulle targhe che spesso e volentieri mi fanno pulire in Sala Trofei. Silente, il professor Silente. Ha ricoperto la carica di docente di Trasfigurazione, poi di Vicepreside e infine di Preside, avendo precedentemente frequentato Hogwarts come studente, nella Casata di Godric Grifondoro. Quella di Arthea La mia, per intenderci. Ha lasciato una traccia di sé nel mondo della magia, come spesso decidono di fare coloro che, in vita, hanno avuto paura di ciò che li aspettava al di là della soglia che si può oltrepassare solo una volta. Ma Silente è rimasto per ben altri motivi. Motivi che forse ricordano solo coloro che li hanno vissuti: Hermione Granger e consorte Weasley, Harry Potter e sua moglie, ormai nascosti sotto altro nome chissà dove. Tutti ora, camminando per la strada, indugiano sulla fronte del primo mago che urtano per sbaglio, o con cui scambiano un sorriso stentato, alla ricerca di quella cicatrice a forma di saetta: è la prova che Harry Potter esiste ancora. Harry Potter, colui che sopravvisse all’Anatema Che Uccide, ora viene visto sul viso di chiunque.
Di certo la notizia ha fatto scoop nelle Redazioni Magiche di ogni angolo del mondo, che hanno riportato, più o meno dettagliatamente, la storia del “Prescelto” e della morte di Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato. Sì, in tempi passati era così che veniva identificata l’essenza oscura di colui che molto tempo fa, a Hogwarts, era conosciuto con il nome di Tom Orvoloson Riddle. Non preoccupatevi, ci ho già pensato io a vedere se era il bisnonno di Sandy. Tutti lo temevano, non osavano pronunziare nemmeno il nome con il quale ormai si faceva chiamare dai suoi compari Mangiamorte. Antichi alberi genealogici attestano una sua discendenza diretta da Salazar Serpeverde, pur essendo egli figlio di un Babbano. Crebbe in un orfanotrofio, poiché sua madre era morta pochi attimi dopo averlo dato alla luce e suo padre si era allontanato dalla famiglia, sino a che Silente stesso non andò a portargli la lettera di ammissione a Hogwarts. Ovvia la Casata nella quale venne Smistato, e altrettanto ovvia fu la sua carriera: studente modello, Prefetto dei Serpeverde e successivamente Caposcuola. Durante gli ultimi anni di carriera scolastica parve interessarsi ai fondamenti di magia oscura e si circondò di un gruppetto di amici, che erano soliti farsi chiamare “Mangiamorte” anche fra le mura di Hogwarts. Si diplomò, poi iniziò a praticare mestieri che di certo non si addicevano ad uno studente dotto come lui, per intraprendere in seguito la via della magia oscura. Seminò terrore per svariati anni in tutto il mondo magico, finché, per motivi ancora poco chiari, si premurò di sterminare la famiglia Potter.
Vecchi articoli della Gazzetta del Profeta parlano di una certa profezia secondo la quale Harry sarebbe stato, una volta cresciuto, un pericolo per Voldemort stesso: fu proprio tale profezia a spingere Voldemort a cercare di uccidere il piccolo Potter ancora in fasce. Nessuno sa di preciso come quel bambino di appena un anno sia riuscito a sopravvivere ad un Avada Kedavra, né tantomeno come la maledizione si sia ritorta contro Voldemort, che divenne poco più che un’anima. In molte occasioni tentò, nel corso degli anni, di farlo fuori con l’aiuto di quei pochi Mangiamorte che ancora credevano in lui; ma il Ragazzo Sopravvissuto la scampò ogni volta, fino ad assistere in prima persona al ritorno dell’Oscuro Signore, a causa di un boicottaggio all’ultima prova del Torneo Tremaghi. Seguirono eventi dalle mille sfaccettature che portarono a Harry, come a Voldemort, una serie alternata di sconfitte e vittorie. Harry perse il suo padrino, poi Silente stesso e successivamente alcuni cari amici, finché, proprio all’interno delle mura del castello, riuscì a dare il benservito a Colui-Che-Non-Doveva-Essere-Nominato in una battaglia senza precedenti.
L’Ordine del Sigillo di Fuoco pare ricalcare le orme dei vecchi Mangiamorte, ormai estinti completamente. Tuttavia, la discendenza della setta oscura che minaccia la comunità magica al giorno d’oggi, capitanata da un’identità a noi tutti ignota, è di certo collegata a quella della setta di Voldemort: rimasugli dei seguaci del male di un tempo, che sembrano voler riprendere ancora una volta quell’ancorato furore che portava la magia oscura a dominare indiscussa sull’intera comunità magica. Beh, i tempi odierni non sono dei più fiorenti, anche se ognuno prova ad andare avanti, affrontando ciò che accade giorno per giorno con una certa ilarità nel cuore. Speriamo che quel tempo tanto odiato e temuto non torni mai più, per il bene nostro e di tutti.

Mark Harvarest 

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