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Cari fondatori,
sospettavo che prima o poi ci avreste punito e, attenzione, lungi da me darvi torto per questa decisione di organizzare la partita di Quidditch del secolo usando l'intero castello come campo di gioco, ma credo di poter dire che ormai si è passato il cosiddetto limite. Non possiamo essere puniti tutti quanti solo perché l'eco del torvo esiste ancora e ci sono persino quelli convinti che sia un giornale!
Voglio dire, pur comprendendo che ai vostri tempi fosse tutta un'altra cosa e l'unico Billywig nero era Salazar Serpeverde mentre ora le differenze di casata sono più o meno simili alla (forse ex) tendenza della Galbraith a cambiare colore di capelli, l'insieme della popolazione studentesca del castello non può pagare perché al mondo c'è gente come MacTavish o MacGillivray. Ah, dite che non dipende da questo se le Sale Comuni colpite sono proprio quelle di Tassorosso, Serpeverde e Corvonero? Io non credo.
Vedete, illustri fondatori, comprendo bene che le cose siano cambiate tanto – Serpeverde è in cima alla Coppa delle Case, voglio dire – che c'è stato un evidente crollo di stile e modo di intendere e vivere la Magia e quello che siamo e che ci sarebbe davvero bisogno di una lavata di capo in molte più circostanze di quelle che avreste anche solo ipotizzato ai vostri tempi, quando c'era un'aria diversa, ma vi assicuro che c'è un motivo, se vi sembriamo così bizzarri. Ed una ragione se continuate a rigirarvi nella tomba, creando tutto questo genere di sconquasso, nel farlo. E' la ragione è… siamo stanchi di avere quattro casate. Esattamente. Siamo stufi di essere etichettati in base a ciò


Controeditoriale, pagina 2

Vita da Guaritore, di M. Fraser

che il Cappello ha deciso per noi, quella sera del primo settembre. Siamo un po' in dubbio se credere davvero che – in base a non si sa bene che inclinazione – si debba crescere per forza in un modo al posto di un altro, come se non possa essere altrimenti. E quindi ci siamo organizzati per confondervi. Rendervi le cose meno semplici. Farvi ammattire così che, incrociando la Havenport lungo il corridoio vi venga spontaneo chiedervi: ha ancora qualche rotella funzionante? Grifondoro è davvero la sua casata? E dunque basta, con queste divisioni. Basta con il dover indossare proprio quei colori perché vi è una regola che stabilisce che debba essere così. Per fortuna Parker e la sua ossessione per il regolamento hanno lasciato il castello, per sentirci ripetere costantemente che le regole vogliono che a tavola ci sediamo sempre allo stesso tavolo circondati dalle stesse facce. Che le squadre di Quidditch non possano essere miste e avere dei nomi grinzafichi come succede là fuori. O, infine, che debbano esserci degli spazi comuni in cui abituarci a crescere con persone che – sempre per quel famoso discorso a monte – la pensano esattamente come noi.
Si cresce con il confronto. Avendo a che fare con il diverso. Con ciò che "non è" a noi simile, più che guardandoci allo specchio e ritrovando riflesso quello che pensiamo noi stessi. Ecco perché vi dico che abbiamo scatenato noi – sì, proprio noi – questa rivolta del castello dalle sue fondamenta. E' una costruzione millenaria, in fondo, fondata e basata su principi portati avanti per un tempo altrettanto immemore in quel fare conservatore che si apre con un Lumos come primo incantesimo da apprendere e si chiude con un Patronus Messaggero da portare oltre i cancelli, quando andremo via.
Cari fondatori,
lo so, non è semplice avere a che fare con noi, me per prima. Voi lo sapete bene, del resto, quanto sia semplice soffermarsi su quel che si vede, per tirar fuori teorie, ipotesi, magari complotti. Talvolta, illustri maghi e streghe che avete creato tutto questo per noi, è così semplice anche leggere e basta, senza andare al vero contenuto di uno scritto. Perché io lo so che il tunnel è crollato per tutte le volte in cui l'ho usato come metro di paragone per le mie affermazioni, giurando che mi sarebbe caduto sulla testa, se avessi detto una bugia. E lo so che a Serpeverde molti vivono abitualmente in un mare di… trollate e quello che è successo è la logica conseguenza. Ma so anche, fondatori miei, che in fondo – contorto come un bel tronco nodoso dei Grampians – questo editoriale vorrebbe dire altro, rispetto a quello che inevitabilmente appare.
Buone feste a tutti!

ps: se vi avanza del tempo, tra una catastrofe e l'altra, potreste ricordarvi di risucchiare la boria dell'ego del morbo? Grazie.

  

  

 

Hogwarts

 

Hogwarts cade a pezzi
di K. Lindstrom, pagina 3

Anche i personaggi dei quadri possono morire
di J. Pearse, pagina 4

Miss&Mr Unicorno Rosa
di J. Burtons, pagina 5

Guaritor o Aurago?
di T. Cox & T. Patel, pagina 6

Alla ricerca della profezia perduta
di S. Hollins, pagina 7

Testimonianza dalla Torre Ovest
di A. Hollowdale, pagina 8


 

CRONACA

 

World Wide Wishmas
di M. McReady, pagina 9

Piovono scintille!
di C. Marmaduke, pagina 10

 


 

Quidditch&co.

Immagina: puoi
di M. McCohen, pagina 11

Svago, pagina 12

Oroscopo 2073, pagina 13

La Redazione
Caporedattore: Merida McReady.
Vice Caporedattore: Allen Hollowdale.
Articolisti:  P. Blanco, J. Burtons, T. Cox, S. Hollins, A. Hollowdale, K. Lindstrom, C. Marmaduke, M. McCohen, M. McReady, T. Patel, J. Pearse.
Inviati speciali: Marrok Fraser.
Fotografia: Charlie Marmaduke.