Non serve leggere un libro di Storia della Magia per sapere che il castello di Hogwarts ne ha passate tante, nei secoli. Fondata attorno al decimo secolo, questa scuola di dura e solida roccia scozzese tra le sue mura ha visto muoversi milioni di studenti, esplodere centinaia di pozioni andate a male ed incantesimi accidentali, distruggere e mandare all’aria interi locali a causa di scherzi di pessimo gusto. Questo castello ha ospitato per anni un enorme basilisco, è stato campo di battaglia durante la Seconda Guerra dei Maghi, teatro di attacchi terroristici, ha ospitato i maghi migliori assieme ai peggiori… ed è rimasto in piedi. Solo adesso, anno 2072, sembra che le care vecchie pietre di Hogwarts stiano perdendo colpi: il castello non ce la fa più. Un’ipotesi che mi provoca spavento al solo appuntarla qui, sul mio blocco bianco, eppure inconfutabilmente vera.

A subire le prime avvisaglie di questo cedimento sono stati i Tassorosso, quando ad inizio mese si sono ritrovati letteralmente travolti dal soffitto della loro Sala Comune, crollato sopra le loro teste. Tutti gli studenti della casata sono stati tempestivamente portati in infermeria dai docenti e lì hanno passato la notte, così da superare lo shock. Alle cure speciali della Drybottle sono tuttavia stati affidati cinque Tassorosso in stato di parziale pietrificazione: “una strana reazione chimica” è stata la risposta di Rick Attwater riguardo a cosa (o chi) li ha ridotti in quel modo, ma nonostante la mia generosa offerta in dolcetti non ha voluto dirmi di più. Altri due piccoli Tassorosso sono stati ricoverati in una zona separata, forse per aver riportato lesioni alle mani, visto l’accurato bendaggio in cui sono state avvolte.

Il tunnel è stato ricostruito e messo in sicurezza, gli insegnanti sono concordi nel dire che non c’è nulla di cui avere paura… eppure Hogwarts cigola ancora, si lamenta e cede – appena una settimana dopo il primo crollo – allagando la Sala Comune Serpeverde. Stesso modus operandi: gli studenti passano la notte in Infermeria, ma alcuni di loro vengono trattenuti più degli altri… e forse non è difficile capire la causa del ricovero, vista la bottiglia di Ossofast piazzata accanto ai loro letti. Il mezzo annegamento deve aver dato alla testa ad alcuni di loro, visto che la prefetto Eliza McCollough ha continuato a blaterare per giorni in una lingua sconosciuta ai più. E ancora, ad una settimana esatta da questa ultima emergenza, è la Torre Corvonero ad essere presa di mira: un improvviso e violento tornado è entrato nella Sala Comune, sconvolgendo oggetti e persone che erano al suo interno. Per fortuna, la muratura questa volta non ha ceduto, così come l’animo di studenti quali il mio collega capitano Allen Hollowdale, che è riuscito a mettere al riparo la maggior parte dei presenti. Così per lo meno racconta Evan Miller, che non è sfuggito alla mia settimanale visita all’Infermeria con annessa intervista. Ed è proprio grazie alla sua testimonianza che la mia teoria su un possibile cedimento di Hogwarts è forse da scartare, sebbene io stessa non sappia decidere se la seconda alternativa sia più o meno terrificante della prima.

“… ho provato con l'Aparecium” continua a raccontare Evan “In quel momento ho notato che non erano due ma quattro. Oltretutto non avevano l'aspetto di demoni comuni, non so se mi spiego: a parte che erano completamente nudi, erano di un colore bluastro e fisicamente sarebbero anche potuti passare per esseri umani ma sembravano incorporei. E, beh, ricordo soltanto che uno di loro stava cercando di strozzare Aurora, quindi suppongo non fossero proprio dei fantasmi, ma quello che ricordo bene è che sembravano avercela con la sua natura di strega. Come se il loro scopo fosse quello di uccidere e maledire noi maghi.”

Ed ecco che, dopo tre casate messe a tappeto, finalmente abbiamo qualcuno su cui puntare il dito, colpevole di tutto questo. Hogwarts è sotto attacco, ancora una volta, un attacco mirato a noi che viviamo al suo interno, che studiamo, che faremmo volentieri a meno di preoccuparci dell’ennesimo nemico venuto ad annientarci. Bisogna ammettere che c’è della sottile ironia in tutto questo, se è vero ciò che dice Evan, ovvero che questi esseri se la prendono con la nostra natura magica. Come ci si sente, maghi e streghe, ad essere ora la razza perseguitata, voi che fino all’anno scorso vi eravate messi sul piedistallo dei “puri”? Forse è vero quel detto, che la ruota gira per tutti, alla fine…

In conclusione, per quanto quegli omini blu abbiano tutta la mia simpatia per aver cercato di strozzare la Halliwell, io credo che non starò ad aspettare che anche la mia Sala Comune venga presa di mira. E forse è anche un po’ inutile ribadirlo, ormai, ma voglio rivolgermi a tutti i Grifondoro che stanno leggendo: bacchetta alla mano – come sempre – e sacchi a pelo pronti per chi non ha il fegato di restare. Accamparsi in Sala Grande non è poi un’idea così malvagia, alla fine…

Kane Lindström Irlandese a San Patrizio o quando c'è da discutere su chi fa la birra più buona, Svedese quando c'è da lamentarsi sul povero popolo anglosassone che "non sa cosa sia il vero freddo". Di vero su di lei si sa solo che frequenti il sesto anno, che sia Capitano della squadra di Quidditch Grifondoro e che i suoi capelli non verranno domati neanche con una dose tripla di Pozione Lisciariccio. Schizofrenica al punto giusto da riempirti di moine e sfarfallii di ciglia un momento prima – specie se sei un qualsiasi essere di sesso maschile – e di Schiantarti le gambe il momento dopo, senza se e senza ma. Il fatto che si circondi di topi enfatici e puffole conferma la credenza popolare secondo cui un po' (tanto) animale lo sia anche lei. Con la Andersson – unica in tutta Hogwarts che si salva dalle sue stranezze – mantiene un ossessivo rapporto simbiotico da ombra-cane da guardia. A tal proposito, c'è chi giura di averla vista rotolarsi nel fango e sbranarsi una bistecca cruda "nei suoi giorni del mese". Fa sfoggio di una passione viscerale per le Rune e un attaccamento morboso al professor Parnell, ha sviluppato recentemente pericolose tendenze piromani e di protesta molesta verso qualsiasi cosa non le vada a genio.