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Love is in the air. Non è forse questo che ci si aspetta, dall'editoriale del mese dell'anno che più di ogni altro cerca di ricordarci come è sempre l'amore – questo nobile sentimento – a salvarci da tutto ciò che va storto, nelle nostre esistenze?
Si, credo sia quello che ci si attende e poco importa che si sappia o meno che, a questo giro, l'editoriale non è nelle mani di un cavaliere nell'animo come Leroi o venga fuori dalle sagge considerazioni di qualcuno che, come Ivy, riuscirebbe a scrivere con la giusta consapevolezza anche se si trattasse di spiegare la complessa preparazione del più segreto dei piatti che si cucinano a Mornay. Al massimo, mi sia concesso, l'editoriale del mese sa più di righe come queste: Merida, cara, sai quanto mi viene difficile scrivere qualcosa quando, effettivamente, manca qualcosa di cui discutere. Ma tanto tutti lo aspettano con ansia, tanto vale far contenti i nostri lettori: San Valentino; parole non mie – ovviamente – che arrivano direttamente dall'ex Caporedattrice Darcy, la stessa quasi Auror che, già da qualche anno fa, mi metteva in guardia su quel che capita quando si entra in un circolo vizioso come questo. Ed è quello che succede, se ci pensate bene: il numero di dicembre è quello di gennaio devono contenere auguri, ad ottobre la parola d'ordine deve essere Halloween e se ad aprile non fai almeno un riferimento al compleanno del giornale, non sei una Caporedattrice degna di questo nome.
Ma visto che abbiamo già appurato che Merida McReady non fa certo parte della schiera di boss cui dedicare un altarino in redazione, non si stupirà nessuno se considero già avvenuto il mio riferimento al sacro scambio di cioccolatini e passo oltre, nel più classico cliché che, per una volta, preserva una lanciatrice di tronchi senza Puffskein sulla lingua dalla consuetudine di doversi mostrare anche votata all'esternazione in pubblica piazza delle sue eventuali simpatie

 

di un certo tipo o custode dell'arcano verbo in materia di amore. Come se qualcuno potesse davvero fare un discorso oggettivo in merito. Sì, avete letto bene. Tutte le belle parole – magari rubate a scrittori o poeti o commercianti – non sono altro che oggettivazioni di qualcosa di personale e, come tale, soggettivo e basato sull'esperienza che ognuno ha avuto. O, di contro, sono piene di frasi fatte dipinte come verità mistiche quando non sono altro che… ovvietà.
E' semplice dire che l'amore migliora la vita. E' ovvio sottolineare come si stia meglio, ad avere accanto qualcuno che ci vuole bene in un modo diverso dall'affetto cui – nella maggior parte dei casi – ci hanno abituati sin da piccoli, soprattutto se siete cresciuti in una famiglia come la mia. Ci riempiamo la bocca, di considerazioni come questa. Ci scriviamo bigliettini, su quanto una persona possa averci o meno riempito la vita solo con la sua presenza. Vi dirò di più: ne siamo davvero davvero convinti, che quella sensazione non possa scapparci di mano per nulla al mondo, non a noi.
Poi ci svegliamo.
E no, malgrado tutto questo non è un editoriale da ragazzina che non ha ancora vent'anni di vita alle spalle e pensa di aver capito il mondo. Non sono neanche le righe vomitate da qualcuno che vuol fare l'outsider perché si è costruito attorno una certa "fama" e deve continuare a recitare una determinata parte. E' solo qualcosa di personale perché, come ho già detto, non esiste oggettività, quando si parla di amore. O di qualsiasi cosa possa assomigliargli.
E, quindi, questo è ciò che penso io, Merida McReady, al settimo anno di corso di questa Scuola di Magia e Stregoneria. Penso che non ci si dovrebbe mai lasciar andare di peso, in niente, ma soprattutto in questioni sentimentali. Penso che fa schifo, quando ti dimentichi di guardare se la tua saggina sta andando a fuoco, intenta a puntare la luna che qualcuno ti ha promesso di regalarti, un giorno. Penso anche che questa possa esser vista come una forma di invidia – perché no – anche se in fondo non posso dire di non aver ricevuto manifestazioni di affetto, in questo periodo come sempre, nella mia vita.
Ma, soprattutto, credo che basterebbe un po' di senso della misura in ogni cosa, per sopravvivere al meglio. Come uno Stratego Totalum che in qualche modo possa preservare, avvertire per tempo o anche solo sanare dalle spine nascoste tra i petali. Chissà, forse sarebbe più semplice. Chissà, forse queste son solo le ennesime parole buttate al vento da chi ha perso un'occasione per tacere.
Però i cioccolatini erano buoni.

  

  


Controeditoriale, pagina 2

Vita da Lega, di S. Norwood

 

Hogwarts

 

Be my Valent… no, grazie!
di M. McReady, pagina 3

Le Roi du Chateau
di A. Hollowdale, pagina 4

Tutti Stregatti al Club del Libro
di J. Pearse, pagina 5

Un castello d'amore
di M. McCohen, pagina 6

Miss&Mr Scamander
di C. Marmaduke, pagina 7

CRONACA

 

The Diagon Chronicles
di T. Cox & T. Patel, pagina 8

 


 

Quidditch&co.

Tutta colpa di San Valentino
di J. Burtons, pagina 9

La Redazione
Caporedattore: Merida McReady.
Vice Caporedattore: Allen Hollowdale.
Articolisti:  J. Burtons, T. Cox, S. Hollins, A. Hollowdale, K. Lindstrom, C. Marmaduke, M. McCohen, M. McReady, T. Patel, J. Pearse.
Inviati speciali: Solomon Norwood.
Fotografia: Charlie Marmaduke.