Qui a Corvonero, più di ogni altra cosa, amiamo i libri in tutto il loro splendore. Almeno la maggior parte di noi, s'intende – me compresa. Amiamo i libri, veneriamo i libri, collezioniamo libri. "Un ingegno smisurato, per il mago è dono grato" recitano, di tanto in tanto, le vecchie filastrocche che credono di conoscere noi Corvonero almeno per un poco.
A Corvonero veneriamo qualsiasi cosa parli di libri, ma non è di Corvonero che vi parlerò oggi. Vi parlerò dei libri e di quanto potrebbero essere importanti nella vita di ognuno di noi, se solo noi decidessimo di far entrare informazioni che vadano al di là delle nozioni scolastiche stesse.
Perché vi parlerò di una nuova attività che riguarda tutto questo: del Club del Libro.
Ovviamente appena letto l'annuncio, non ho potuto fare a meno di segnarmici, da brava Corvonero quale sono, ma non solo! Non bisogna essere Corvonero per amare i libri e non tutti i Corvonero li amano, questa è un'idea errata, ma è semplicemente questo che si tende a pensare nel momento in cui tali libri (o tali Corvonero) vengono tirati in ballo. Presi di mira da altri studenti, dagli stessi genitori, solo per l'idea che il Corvonero medio debba dedicare la sua vita allo studio di tomi e nient'altro.
Per Merlino, probabilmente la mia vita sarà questa, eh! Probabilmente diventerò vecchia e pazza circondata da libri più grandi di me o con più pagine dei miei capelli e mi piacerà così. Forse adesso sto divagando, però Merida non uccidermi.
Quindi: si parlava del Club del Libro e del fatto che mi ci sono segnata. Ma non solo io, eh! La mia gioia più grande è stata sapere che c'erano altri appassionati di libri normali come me, pronti a dedicare parte del loro tempo alla scoperta di nuovi romanzi o parte di quel tempo che potevano dedicare per i compiti del dopo-lezioni. Qualcosa di talmente innocente che va al di là del farsi notare dai professori o roba simile, semplicemente presenti e appassionati per condividere le proprie conoscenze e opinioni o semplicemente fare amicizia e conoscersi.
Una strana cura per la tristezza, anche se, sfortunatamente per me, quel Killian Wordsworth mi perseguita come non mai. E urla. Urla! Ma cosa hanno tutti quanti da urlare? Perché non possono parlare normalmente, con un tono di voce nella norma? Perché sì, sono appena tornata dall'incontro e ho ancora la sua voce che mi trilla nelle orecchie.
Il Club del Libro, però, non è soltanto questo. Non è triste sopportazione delle persone che ti stanno meno simpatiche, è piuttosto l'onore – e l'onere – di ispirarsi a racconti babbani, magici.
Proprio quest'oggi ci siamo ispirati ad Alice nel paese delle Meraviglie, che per chi non lo sapesse è un romanzo babbano di Lewis Carroll, scritto a metà del XIX secolo. Da subito Mabh Flanagan ha trasformato, con un Vestis, gli abiti dei vari presenti nei motivi più disparati rispetto a quel racconto, tra ostrichette, carte-soldato della Regina di Cuori o coniglietti tipici della fiaba.
Ora, cari lettori de La Voce degli Studenti, vi ripropongo lo stesso indovinello che Savin Reid ha posto ai presenti: "Perché un corvo è simile ad una scrivania?".
Si sono davvero buttati nelle risposte più azzardate. La più plausibile è perché entrambi hanno le penne – come suggerito da Morgan Rothschild che quasi davo per scontato fosse lì. Erano presenti davvero studenti di tutte le età, dal settimo al secondo anno!
Per parlare egregiamente del Club del Libro – e magari non far arrabbiare Savin per non averlo citato – non si può non nominare Alexander Pope! Membro della casata di Cosetta Corvonero, famoso poeta inglese. Ha fondato lui il Club del Libro e scritto poesie destinate sia a maghi che babbani, poiché la letteratura le unisce, le culture, magiche e non. Forse è l'unica cosa che è in grado di unire per davvero, al di là della lingua.
Qualcosa come il Club del Libro ha l'obiettivo di unire il mondo magico e quello babbano in un'unica aula, discutendo di titoli di libri che insegnano qualcosa. Perché così come insegna molto la favola di Alice nel paese delle Meraviglie – che non ho mai letto, ma che leggerò subito subito, promesso – lo insegna anche parlare del proprio libro preferito, di Hunger Games che sembra un gioco simpatico , Delitto a Diagon Alley, le Cronache di Narnia.
Cito testualmente Morgan che, secondo me, non poteva esprimere motivazione migliore per trovarsi in un luogo simile quale il Club del Libro: "trovo che leggere sia fondamentale, per chi ha sete di imparare, sapere, capire, pensare anche, poter avere modo di confrontarsi con altre teste, imparare persino a ragionare. E questi da soli sono buoni motivi per essere qui". E se ve lo state chiedendo, NO, non sto facendo propaganda, sto semplicemente spiegando perché, secondo me, bisognerebbe abbracciare un luogo simile come questo che promuove soltanto la cultura. Un po' come il Club dei Pozionanti, no? Ho sentito dire che si imparano cose interessantissime lì dentro!
Il Torneo di Duello lo sconsiglio altamente, però. E' un torneo violento e c'è già tanta violenza nel mondo.
Scusatemi per la fotografia scattata fai-da-te, ma non avevo nessuna foto del Club del Libro. Sarebbero state divertenti, ma mi rimetto alla vostra immaginazione, come qualsiasi buono scrittore farebbe!

ps. Perché è in grado di produrre note, anche se sono molto piatte, e non può essere mai messo al contrario!
 

Jacquelyn Pearse. Fiera quartina Corvonero, spesso decanta le lodi di Cosetta e ringrazia mentalmente l'universo per essere finita in una casata tanto astuta e intelligente. Animalista accanita, membro del WWFFB scolastico e puntigliosa quanto basta per stare sul naso agli studenti più distratti o almeno precisi tanto quanto lei. Ha spesso il sorriso sulle labbra e l'aria innocente e genuina che si porta dietro chi non ha ancora visto nessun male nel mondo. Lunghi capelli bruni e aspetto da principessina inglese quanto basta. E' gentile e dolce, anche se sempre più sessista, per la gioia di pochi – sempre a favore dell'universo femminile, ovvio. Si dice abbia una cotta per Devon Laury, ma lei risponde che è unicamente per l'amore della materia e degli animali, se passa il tempo a guardare l'insegnante con estrema attenzione e che di certo non sono occhi da Amortentia, quelli che rivolge al giovane assistente.