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Nel momento in cui stiamo per raggiungere il giorno del diciassettesimo compleanno ci dicono che quello è il traguardo che sancisce la fine dell’adolescenza. Possiamo fare incantesimi fuori da Hogwarts, possiamo votare, possiamo andare ad Hogsmeade senza il consenso dei genitori, possiamo imparare a materializzarci/smaterializzarci, non abbiamo più la Traccia addosso e tante altre cose. In poche parole: diventiamo adulti. Per il Ministero della Magia siamo abbastanza maturi per poter andare dove vogliamo senza il permesso delle persone con le quali condividiamo (ed alle quali dobbiamo) un tetto, per poter avere un peso sulla politica del nostro stato, per eseguire un incantesimo con la piena consapevolezza di quello che stiamo facendo anche senza i professori che badino a noi ed al nostro operato, per adoperare la bacchetta nel modo opportuno senza strafare e con cognizione di causa. Sulla mia isola direbbero che è il momento giusto per iniziare a pensare alla leva o all’investitura da guaritrice poiché, raggiunti i diciassette anni, si diventa automaticamente responsabili ed in grado di comprendere quali siano le priorità necessarie per il raggiungimento di un traguardo (per gli esponenti di sesso maschile) o di un altro (per gli esponenti di sesso femminile). Ma è davvero così? Analizziamo la cosa da un punto di vista fisiologico…Nel nostro cervello esistono degli interruttori che si attivano alla mezzanotte del diciassettesimo compleanno consentendoci di pensare come si deve? Oppure vengono aperti dei “cancelli” privilegiati per il flusso della nostra magia? Arriva un’illuminazione divina dall’alto che ci fa diventare di colpo responsabili e maturi? Io dico, assolutamente no. Non esiste niente di tutto ciò né esisterà mai. L’età è solo un dato anagrafico e come tale fine a se stessa, non va ad influenzare il nostro comportamento o le nostre decisioni ma neanche il nostro modo di vedere le cose. Siamo noi e solo noi i fautori del nostro destino,

 

 

coloro che decidono se, perché, dove, come e quando, non un numero a due cifre. Sarebbe troppo semplice sia un senso che nell’altro, non trovate anche voi? Giustificare le nostre scelte irresponsabili perché non abbiamo raggiunto la maggiore età o poterne fare di sbagliate perché siamo maggiorenni e nessuno può venire ad arrogare diritti per indirizzarci verso una via più giusta. Da qui la conseguenza immediata è che la maggiore età – letteralmente e non burocraticamente parlando – è fatta di comportamenti, di azioni, di decisioni e di scelte, sbagliate o giuste che siano, ma slegate da qualsivoglia giustificazione che non sia la consapevolezza di sé e slegate anche da una realtà numerica quale l’età anagrafica. Ma non l’essere adulti. Siamo adulti per il Ministero della Magia ma ciò non implica necessariamente l’essere uomini e donne. A diciassette anni sei adulto? Sì. Sei un uomo/una donna? No. La mia considerazione su questo termine può essere esagerata, antiquata e troppo pretenziosa, ne sono conscia, ma la mia educazione e la mia tradizione mi impongono di accostare il termine ad un individuo dotato di prerogative morali, di essere pronto per far parte integrante di una società ed avere un adeguato comportamento sociale, di essere in grado di assumersi ogni responsabilità delle proprie azioni e portarle avanti senza fermarsi ai primi ostacoli, di riassumere in sé i valori fondamentali di un’epoca che, nel mio caso, sono la famiglia, la responsabilità e la magia. E tu, Tommy O’Flynn, sei un uomo. Non importa quanti anni abbia all’anagrafe, non importa se non sarai magato alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, non importa aver fatto degli errori nel tuo cammino, non importa dover cambiare la strada che ci si è prefissati. Importa quello che sei. Essere un uomo è soprattutto questo, prendere coscienziosamente delle decisioni, assumersi le proprie responsabilità e rimodellare la propria vita in base ad una scelta, essere pronti a tutto per fare la cosa giusta, essere pronti a costruire una famiglia. Il dispiacere nel non vedere più i tuoi ricci biondi arruffati a lezione o in campo o in sala comune o in Redazione mentre boicotti i miei tentativi di revisione minuziosa degli articoli resterà ma la consapevolezza che hai fatto una scelta onorevole, da vero Grifondoro, è ciò che mi fa sorridere, sopra tutto. Ti auguro ogni bene ma vedi di trovare, fra una ninnananna e l’altra, il tempo per leggerci e vedere come la tua squadra capeggiata da Erin ti renderà fiero nelle prossime partite – che tratteremo come solo un giornale farebbe, magari condite con un po’ di noia come piace ai nostri colleghi dell'Eco – e per non perderti i deliri di onnipotenza della piuma di nuova Vice-McReady anche se d’ora in poi mi impegnerò a tenerla lontana dalla Redazione la sera dell’uscita, promesso. E’ un arrivederci, Tommy, non dimenticarlo.

  

   


Vita da Prefetto, pagina 2

P in condotta di J. Parker, pagina 3

Accio desiderio, pagina 4

Hogwarts

Controlliamo il Controllore
di C. Smith, pagina 5

Il fantasma del quinto piano
di C. White, pagina 6

Occhio alla corda invisibile!
di C. Marmaduke, pagina 7

pOrker-ggiare sulla Kattedra
di M. McReady
, pagina 8


 

 

CRONACA

Sotto il mirino del Ministero
di I. Hevenge, pagina 9

Strathspey ministeriale
di C. Bramwen, pagina 10

 

Sport
Fanta… what?
di M. McReady, pagina 11

Quidditch for Muggles
di E. McCollough, pagina 12

La Redazione
Caporedattore: Ivy Hevenge.
Vice Caporedattore
: Merida McReady
Articolisti:  C. Bramwen, O. Henderson, I. Hevenge, C. Marmaduke, E. McCollough, M. McReady, J. Parker, V. Price, C. Smith, T. Taylor, C. Thofteen, C. White.
Inviati speciali: Isobel Carrot, Leonard Murray.
Fotografia: Eoghan Donegal.
Impaginazione: Hilary Darcy.