Prendete una ciotola capiente e dai bordi alti e versatevi le uova. Sbattete le uova con una forchetta ed unite il latte. Mescolate bene gli ingredienti con una forchetta. Setacciate la farina nella ciotola e con le fruste mescolate energicamente per evitare la formazione di grumi. Continuate a mescolare fino ad ottenere un composto omogeneo, vellutato e fluido.

….e no, non sono impazzito dopo il ritorno dalle vacanze o a causa dell'intervista a Occhi Belli e Brandy, nè ho deciso di prendere spunto dalle mirabolanti rubriche di cucina dell'Ego del Corvo (a proposito, bel calendario ragazzi!). Per chi non fosse pratico comunque, questa è una parte della ricetta per preparare le crepes, sono certo che la potreste trovare persino in qualche approfondimento del libro di babbanologia, terzo anno, capitolo sui cibi babbani. E a questo punto voglio farvi una domanda, come ormai è mia abitudine: c'è qualche cosa di anche solo vagamente francese in quello che ho scritto, eccetto il risultato finale che si ottiene mescolando questi ingredienti? Uova, farina, latte, li conosciamo e usiamo abitualmente; francesi e inglesi, maghi e babbani. E non sono solo questi dolci tipicamente francesi ad essere composti in realtà da materie prime comunissime, che non hanno una nazionalità, nè tanto meno possono essere definite "magiche o babbane". L'embargo che il Ministère de la Sorcellerie ha imposto, a cosa dovrebbe servire quindi, se in realtà apparentemente abbiamo tutte le carte in regola per farci le crepes da soli, così come loro possono farsi le Jacket Potatoes farcendole con uno dei loro fromage filanti e altrettanta pancetta? Non mi pare questa grande punizione, quella che ci hanno dato, così come non mi pare che impedisca a Novomir Stoker di attraversare La Manica, a meno che il piano degli auror non sia trasfigurarlo in una bottiglia di Incediario scozzese non appena ce l'avranno tra le mani, in modo da tenercelo bello stretto tra i nostri confini.Tuttavia ammetto di non intendermene molto di economia e commercio, quindi per capire meglio le reali conseguenze che comporterà questo embargo, ho fatto un giro ad Hogsmeade lo scorso week end, per sentire che umore si respira tra le mura dei negozi, e soprattutto per vedere con i miei occhi se ci sono effettivamente delle differenze tra il pre e il post embargo.
La prima tappa è stata ovviamente Madama Piediburro. Prima di chiedere di fare due chiacchiere con la proprietaria, mi sono soffermato a guardare gli scaffali e a ordinare un tè: le scatole di macarons alle piperille erano finite, così come al posto delle Medeleines al limone originali di Parigi, mi hanno portato delle comuni ciambelline al burro da inzuppare nella cioccolata. Ma il settore del cibo era quello che più prevedibilmente sarebbe stato colpito, si era detto. E in più da dietro il bancone mi è sembrato di sentire che qualcuno si lamentasse dei brownie alla cioccorana che non sarebbero più stati consegnati agli elfi che si occupano delle cucine della Clouny…ma a proposito professoressa Merlmemblose, una delle prossime lezioni mi spiega come dovremo comportarci per l'acquisto degli ingredienti o direttamente delle pozioni? Esisteva un mercato comune? Perchè se i ristoranti, i pub, le pasticcerie e in generale tutti gli esercizi commerciali di questo genere apparentemente sono coloro che ne risentiranno maggiormente, non bisogna ovviamente dimenticarci che non si tratta soltanto di cibo qui, ma di qualcosa che va decisamente oltre. Sono passato al Green Earth da Bastian – e se non ricordate di chi sto parlando, andate a rileggervi i il suo "Vita da commerciante" che abbiamo pubblicato lo scorso mese – e dal canto suo, mi ha detto una risposta tipica degli esponenti della sua casata: "E' una bella batosta per i commercianti, non tutti producono le materie prime necessarie alla loro attività. Bisognerà confrontarsi con un calo delle vendite, un inasprirsi delle relazioni con la clientela. Ma magari, rimboccandosi le maniche, si può far fronte anche a questo, non credi?". Io posso pure crederci Bastian, ma ad un certo punto pure il più tenace dei tassorosso deve cedere all'evidenza e capire che non tutto si può risolvere solo rimboccandosi le maniche. Più che altro penso che ci si debba ingegnare a trovare delle alternative a ciò che ci mancherà comprare o vendere in Francia. Alternative economiche e vantaggiose, si intende. Ammetto di non aver avuto il coraggio di entrare nel salone di Madame Trancheveu, anche se penso sarebbe stato piuttosto interessante avere un confronto diretto con una francese, ma d'altronde scommetto che lei i suoi prodotti li acquisterà qui in Inghilterra…o chissà, avrà qualche accozzo con la sua madre patria per poter aggirare l'embargo. Però alcune mie compagne che frequentano il posto, potrebbero gentilmente farmi sapere se ho azzeccato con le mie ipotesi, o se in realtà sono sul punto di restare senza parrucchiera? Ma torniamo a noi. Dicevo che è importante trovare delle alternative economiche per sostituire ciò che non possiamo più ottenere dalla Francia, e non perchè sono uno scozzese da braccino corto, ma perchè da quel che ho sentito passando da Stratchy & Sons, il vero obiettivo di questo embargo è che in realtà ai francesi fa decisamente più comodo mettere in difficoltà la concorrenza. In pratica a loro da noia che noi vendiamo alcune materie prime ad un prezzo minore rispetto a quello che fanno loro – avete presente il famoso trio uova – farina – latte di cui vi parlavo nell'introduzione? – e ovviamente tutti si rivolgono a noi piuttosto che a loro. Per la stoffa dei vestiti per lo meno, dicono che funzioni così, e non so bene come si comporteranno ora con la sede di Stratchy & Sons che sta a Parigi. La chiuderanno? L'ultima tappa del mio week end da scribacchino ad Hogsmeade è stata infine L'emporio di Zonko, ma lì la discussione è stata decisamente breve e concisa: "Ho la faccia di uno che ha bisogno di fare affari con i mangiaranocchie, ragazzo? E poi loVo non hanno il senso dell'umoVismo, in un negozio di scherVi che mai ci veVVebbeVo a faVe?"

…che altro aggiungere, ragazzi? Il quadro di ciò che si dice in giro ve l'ho dato, per il resto c'è solo da attendere e sperare che quella furbata delle materie prime più o meno care non arrivi alle orecchie degli altri paesi della Confederazione e al Supremo pezzo grosso!

Jayden Burtons. Scozzese, Serpeverde, Sestino. Amante delle regole da poter infrangere, ma sempre ben attento a non andare in braccio ai guai. Ha un fratello grifondoro, si, ma non ditelo in giro. Osserva e studia tutto ciò che lo circonda, non si pone mai problemi a dire la sua, ma pecca in pigrizia. Si dice che sia uno dei maggiori ricercati del WWFFB scolastico per la sua conclamata incapacità di portare a termine qualsiasi tipo di incantesimo di trasfigurazione, soprattutto se si lavora con gli animali. Un topo non è destinato ad essere una tazza da tè, e grazie a Salazar, da quest'anno non sarà più costretto a perdere tempo con quegli esperimenti. Lo si può vedere zitto e concentrato solo davanti ad un calderone, e non perchè la Merlmemblose l'ha silenciato. Ama le pozioni più di qualsiasi altra cosa, e non è raro trovarlo in qualche angolo dei sotterranei, a mescolare qualche strano intruglio fumante. E' entrato in redazione perchè quando gli ricapita di stare agli ordini di un Capo Scozzese?