ovvero un anno di pseudo giornalismo a scuola

Esiste qualcuno tra voi che forse ricorderà uno dei primi articoli di Noreal di quest'anno scolastico. E' stato un modo carino – almeno secondo lui – per cercare di tener conto delle partenze e dei conseguenti nuovi arrivi, tra i docenti e gli assistenti, paragonando il tutto ad una partita di Scacchi Magici il cui esito non è stato mai stabilito, a dire il vero. Come idea, vi dirò, non era poi neanche tanto malvagia, anche se c'è di meglio, senza dubbio. E ve lo voglio dimostrare prendendo come bersaglio oggetto del discorso una vera e propria contrapposizione annuale che inizia allo scoccare di ogni Settembre e termina a Giugno, puntuale come l'arrivo dell'Hogwarts Express che ci riporta a casa per le vacanze. O il buonumore di FitzRoy quando decide che le donne sono meno utili alla società persino di un vermicolo.
Sia che siate degli amanti della lettura o solo dei curiosi di notizie più o meno strampalate – soprattutto a seconda di dove volgete il vostro sguardo – vi sarà di certo capitata tra le mani una copia de La Voce degli Studenti o dell'Eco della cornacchia… pardon, corvo. Tra volatili che gracchiano mi confondo sempre. Bene, assodato questo piccolo particolare introduttivo, dimenticate ogni cosa che riguardi gli Scacchi Magici, tranne la scacchiera in sé. E pensate invece ad un altro gioco molto in voga tra i maghi e le streghe annoiati dai pomeriggi d'inverno autunno primavera che non passano mai e non danno scuse valide neppure per distrarsi dai compiti. Avrete sicuramente sentito parlare, mi auguro, del CUA – il primo che dice "cosa?" lo mando a pulire i fondi delle tazze di tè da Dupret – meglio noto come Cute Unicorn Attack, un gioco da tavola in cui ogni partecipante ha con sé sette statuine, rispettivamente di unicorni e pegasi animati. E, se non avete ancora messo da parte il giornale, immaginate ognuna di queste creature con la faccia di uno scribacchino o un quelqualcosalà dell'Eco. Bene. Ora, tradizione vuole che – come accade nella nostra vita quotidiana di redazione e non – ogni tanto le pareti del percorso che gli uniECOrni ed i pegaVOICE devono compiere per cercare di arrivare sull'altro lato della scacchiera, semplicemente… cambiano direzione, così che quando due giornalisti pedine si incontrano se le suonano di santa ragione. Vi giunge familiare, non è vero? Solo che mentre nel gioco gli scontri sono a base di raggi colorati o cornate e calci, direttamente, nel nostro caso si tratta di articoli o, meglio, di punti di forza e debolezza di ciascuno dei giornali della scuola che – visto che sono una scribacchina corretta ma anche no – sono andata a chiedere direttamente ai diretti interessati, ovvero qualcuno in redazione e, udite udite, Sami Medicine. Il mio fegato va apprezzato, lo so, così come le mie orecchie per aver annotato tutto senza ribattere sul momento. Che gusto ci sarebbe stato, dopotutto, se posso prendermi la mia rivincita scardinando i vaneggi di un folle direttamente daL giornale della scuola? Diamo quindi inizio al primo scontro virtuale di CUA e giuro solennemente di non essere di parte. Non ce n'è bisogno, considerando i fatti nudi e crudi. 

I protocolli dei Muldoon mantengono tutto in ordine. Nonostante queste parole di Hilary Darcy quando le ho domandato un punto di forza de La Voce, non ci si allontana molto dalla verità, basta fare un po' di memoria locale e risalire sino a Settembre, quando l'elenco di tutti i protocolli di noi scribacchini ha fatto la sua comparsa sulle pagine del giornale che avete in mano. La mossa iniziale dell'incontro spetta quindi al nostro mensile, in barba al giovane fringuello Medicine che si è affrettato a stabilire un punto di debolezza per la testata retta da Margareth Lowenn. "Un altro punto di forza dell'Eco" ha infatti tenuto a precisare il sestino "è sicuramente la partecipazione. Siamo solo Corvonero, ma riusciamo a coinvolgere più gente di quanta non ne rimedi la Voce con i membri delle restanti Case. La posta penso parli per me. L'ha detto lui: la posta parla al posto dell'Eco quindi "Rosalie, lo vuoi un panda?" o "Rory, io non sono cattivo. Te lo giuro" sono decisamente lo specchio di quel che sono. Qualche voce interiore mi suggerisce di esser fiera di dove sto, così, giusto per rendervi partecipi. E lo so, ha ragione Ivy Hevenge quando mi dice che, d'altra parte, noi scriviamo decisamente troppo rispetto ad un Eco che ha dalla sua – sempre stando alle parole di Medicine – "La fruibilità, sicuramente un altro cardine dell'Eco. Lo stile è scorrevole e divertente ed evita di scadere nella semplice narrazione di fatti: un giornale deve informare, ma un buon giornale riesce a catturare l'attenzione del lettore. Insomma, riusciamo a fare del modo in cui viene riportata una notizia una seconda notizia". E di questo non si può che dargli atto, al di là di quello che può essere il parere personale di ognuno. Smetterò quindi di domandarmi perché "Anche i Mooncalf anelano il sole" abbia avuto un enorme successo a Hogwarts, lo giuro sulla testa momentaneamente pelata di Noreal, ma non è colpa mia se ha preso per sbaglio il regalo che avevo confezionato per Jeremy. Immagino che con l'aggiunta di queste due righe l'articolo vi sia sembrato più interessante. E soffro per voi.
Primo assalto concluso più o meno in parità, quindi, con piume sparse sulla scacchiera e lettori che stanno per addormentarsi dalla noia, tristemente vero. Ripresosi in qualche modo, è ora la volta dell'uniEcorno, però, deciso a sferrare il suo attacco con quello che il suo portaVoce – siamo dappertutto, rassegnatevi – annovera di certo tra i maggiori punti di forza. "Poi… la varietà." Eccola qui, la parolina magica. "I giornalini scolastici non sono dei quotidiani e, per questo, è più appropriato evitare di focalizzarsi sulla cronaca. Noi abbiamo la cronaca, ma c'è molto altro e, se è vero che la Voce è il giornalino ufficiale, direi che la vera vita scolastica, quello che nascondono i corridoi di Hogwarts è sulle nostre pagine". Diamo all'Eco quello che è dell'Eco, ossia quello che si nasconde per i corridoi, ovviamente. Certo è un attacco d'impatto e l'uniEcorno ci ha messo tutta la sua forza d'urto per cercare di scavalcare il pegaVoice… andando però ad impattare contro quella che qualcuno in redazione ha definito debolezza de La Voce, anche se io non sono d'accordo. Sto parlando della pigrizia del lettore medio, quello che si accontenta di sapere che Heert McNails ed Alexandra Wright  - chi? – si sono lasciati ma lungi dal domandarsi perché mai Mornay sia stata presa di mira.  Quindi sì, decisamente questo è un colpo che, per quella che è la nostra scuola allo stato attuale, avvantaggia gli unicorni della torre facendo loro credere di aver vinto, diciamocelo. Come dice un vecchio proverbio inventato scozzese, però, date al corvo la possibilità di gracchiare e perderà da mangiare. E-sat-ta-men-te. Stando alle parole che il Prefetto bronzo-blu mi ha innocentemente confidato, infatti, "…l'autenticità prima di ogni altra cosa. Differentemente dalla Voce, l'Eco è l'autentica espressione di una Casa, di Corvonero. È stato voluto e pensato da Corvonero ed è il frutto dell'acume, dell'impegno e dell'estro di questa sola Casa. Il fatto che sia competitivo ed evito di dire che stracci la concorrenza… è una realtà innegabile. La Voce, al contrario, manca di una vera identità". Ora, dalle mie parti non si chiama mancanza di identità ma pluralità di punti di vista, ma volendo sorvolare – per un attacco di benevolenza – su questo dettaglio… GIOITE, LETTORI DELL'ECO. SIETE L'ESPRESSIONE DI CORVONERO. No, non esagero. Se l'Eco del Corvo è stato pensato e creato come espressione di una sola casata – assist involontario, signor Medicine – chi continua a leggerlo non fa che avvalorare questa causa a discapito di chi ha sempre fatto dell'insieme delle casate un suo punto di forza. Il tentativo della Voce di coinvolgere tutta la scuola, infatti, mi è stato sottolineato come importante e prioritario da Vega Rushton anche se era di corsa perché doveva ripetere Erbologia, così mi ha detto.
"Immagino riporterai ognuna delle mie parole con estrema professionalità. Non avrai certo intenzione di buttar giù l'ennesimo pezzo, in cui tenti di smontare banalmente le mie risposte? Sarebbe ovvio e noioso, per quanto alla noia i vostri lettori siano ormai avvezzi". Il signorino Medicine mi ha voluto dare – secondo lui – una lezione di giornalismo in questo modo, senza rendersi conto probabilmente di come abbia solo descritto le sue interviste. Sì, quelle a persone che sono ormai fuori da scuola e di cui, francamente, non importa un bolide a nessuno a meno che non sia Gregor. Pensa te! Ecco sì, vorrei tranquillizzare il Prefetto Corvonero, da questo punto di vista. Dormo tranquillamente le mie sette ore a notte anche senza creare immaginarie battaglie contro i mulini a vento, figuriamoci se mi preoccupo di smontare le sue risposte quando lo affossano per bene da sole… ad ogni modo, è ora la volta de La Voce degli Studenti per sfoderare il suo attacco che arriva direttamente dalla figura della Vice Caporedattrice Mayfair. "I Galeoni fanno girare il mondo", la frase criptica che mi ha detto è stata questa, ma io sono intelligente abbastanza da comprendere che – secondo lei ma non solo – uno dei punti di forza del nostro giornale è la capacità di autofinanziarsi attraverso la pubblicità offerta ogni mese ai locali di Hogsmeade e Diagon Alley, oltre che alle iniziative che si rincorrono all'interno della comunità magica. Certo, non si parla di cifre paragonabili al patrimonio Medicine cui Sami attinge quotidianamente, ma uniti a qualche concorso ci bastano per tutta la cancelleria del caso. E scusate se è poco.
Che dire, quindi, di quello che è stato l'ennesimo anno di giornalismo a scuola? Che l'Eco non ha vinto, non potrebbe MAI. Ma non ha vinto neanche La Voce, mi duole deludere i nostri sostenitori che non si fanno più vivi neanche in bacheca. Abbiamo perso tutti e sapete perché? Perché non è un caso che abbia scelto il CUA come traslazione per tutto quello che ho scritto, no. Come ogni gioco di società che si rispetti, infatti, non sono le pedine – cioè noi – a decidere il vero esito e non importano neanche le forze o le debolezze insite in ogni uniEcorno o PegaVoice del caso. Quello che conta, alla fine del mercato dei Troll, è ciò che stabilisce chi legge… SE legge. E visto lo scarso interesse che vedo in giro non c'è da stare allegri, ahimè, neanche con l'ultima battuta che ci regala il nostro Prefetto Bambinetto – dovere di rima, pardon – "L'ultimo punto di forza? Mah, non abbiamo avuto la Burton come Caporedattore". Ma avete avuto Francis Roines, mi ha confermato Alfred Lewis quando gli ho scritto per chiedere aggiornamenti. E, soprattutto, avete ancora Sami Medicine. Pentitevi, sciocchi!

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, attualmente frequenta il terzo anno e, finalmente, anche il corso di Cura delle Creature Magiche. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini – tra cui Robert McReady – o dai visitatori dell'allevamento di cavalli alati degli zii. Sempre che non se le inventi, direttamente. Diretta e senza peli sulla lingua non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, probabilmente soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. Si lamenta sempre delle compagne di dormitorio sostenendo che russano.