Come sapete quest'anno la nostra Scuola ha la fortuna di ospitare ben due manifestazioni di tutto rispetto: il torneo TreMaghi di cui per ora hanno parlato a sufficienza gli altri scribacchini e il TriQuidditch, appuntamento imperdibile per chi -come me- ama lo sport anche se non lo pratica (papà dice che potrebbero scambiarmi per un manico di scopa ecco la verità). Vi confesso però che la prima volta che ho sentito parlare di quest'ultima manifestazione ho pensato che l'autore dell'articolo avesse fatto un errore di battitura, scrivendo TriQuidditch, invece che TryQuidditch, prova il Quidditch, appunto. Il mio errore -che non ho confessato prima solo per non fare una figurina da cioccorana davanti a Vincent- nasce in realtà da una considerazione di fondo che ci han sempre ripetuto fino alla nausea: gli studenti di Durmstrang sono tutti degli Watsberry – un insieme di Daniel Watson ed il VicePreside Strawberry- mentre le francesi sono delle perfette Wiselfman ossia un misto della gentilissima assistente di Cura e della professoressa Helfman, per intenderci. Capite bene, quindi, che anche il Quidditch delle altre due scuole io me lo sono immaginato basandomi su queste differenze e che la TryQuidditch l'ho sempre vista come un cercare di giocare a Quidditch adeguandosi al modo della Scuola ospitante. Ho scommesso i galeoni che avevo messo da parte per una prendiappunti da comprare prima del 2070 confidando in una vittoria sicura di Hogwarts proprio per questo motivo -bella fregatura- e non posso neppure richiederli indietro perchè mi hanno fatto stringere un patto semi infrangibile e se non lo rispetto quel Serpeverde dice che mi riempirò di bubboni urticanti per due settimane. Per una volta che quella biondina del quinto anno mi ha sorris… ma dicevamo del Quidditch nelle altre scuole, già.

Ho sempre creduto -ad esempio- che a Durmstrang gli anelli fossero ricoperti di pelliccia, un po' come quella che si porta addosso il tipo che Devon ha ritratto nella vignetta di questo numero -ringrazio Margareth per avermi spiegato l'ironia- Todor Ionescu, per intenderci. Una pelliccia irta e fastidiosa al contatto, sia chiaro, in modo che la Ek ci pensi bene a tener lontane le pluffe. Ho pensato che da quelle parti si comportassero così non solo perchè l'anno scorso mi hanno detto che a Durmstrang hanno rischiato di vedersi crescere i ghiaccioli dalle orecchie durante la notte -o forse era solo colpa di un Glacius?- ma anche perchè fa più atmosfera avere degli anelli in pelliccia e delle mazze a forma di clava in mano a soggetti come Marea e Fehr. Immaginate che bello avere una squadra di Troll di caverna? E no, Gwen, non sto dicendo che la delegazione in questione è un insieme di Troll, insomma, non ho mai sentito che vadano in giro con delle lontre sulle spalle o parlando in modo incomprensibile anche se… qualcuno mi sa dire che lingua parlano i Troll, se ne parlano qualcuna? Maaa torniamo all'articolo, si, molto meglio. Se il reparto battitori ha bisogno sicuramente di scope rinforzate -ma Daniel Watson come fa a stare su una scopa?- quello dei cacciatori io me lo sono sempre immaginato con sassi rivestiti da pluffe, giusto perchè secondo la tradizione a Durmstrang sanno solo far male, ed intrisi magari di qualche maledizione che -se il tiro non va a segno- fa si che tornino indietro bersagliando le terga del cacciatore in questione. Pensate alla Repin che cerca di evitare la cosa rincorsa a sua volta dalla Zisser e da Peev. Non ridete, avete presente il mago che accompagna la delegazione suddetta? Ecco, ha convocato l'intera squadra dopo la partita persa contro i francesi… e non credo sia stato per incoraggiarli come farebbe la preside Wallace. Insomma, per colpa di queste credenze esagerate io mi son sempre immaginato le cose più disparate, da bolidi con un sorriso sadico peggio di quello della Rousier quando stava per esplodere, ad un boccino incantato che, una volta finito nelle mani del cercatore di turno, gli regalasse per lo meno una settimana in compagnia di una maledizione light, visto che sembrano amarle tanto, da quelle parti.

Mi vergogno un po', invece, a descrivere la visione che avevo sia del campo di allenamento di Beauxbatons che della squadra in sè, per non parlare del loro campionato scolastico (ne hanno uno anche loro, vero?). Come prima cosa il terreno di gioco: con la concezione di perfezione e portamento che mi hanno sempre inculcato, io pensavo fosse curato anche nell'altezza dell'erba -con maghi incaricati di usare dei Diffindo speciali solo per questo- che non deve mai superare un tot di centimetri, così come gli anelli tirati a lucido ad intervalli regolari anche durante le partite visto che la parola savoir faire l'abbiamo comunque appresa da loro, no? E quindi di certo non ci si scandalizzerebbe che tra un bolide e l'altro passi un mago vestito a pois con uno chignon in testa ed una guepiere… anche se Lawrence non mi ha detto che significa in realtà quest'ultimo termine. E' stato bello credere qualcosa del genere, sapete? Tutto in ordine, tutto con colori abbinati e le squadre che entrano elegantemente… vi ricordate l'ingresso di Darsel in campo, per dire? Ecco, neanche a paragone o almeno io lo immaginavo così. E adesso che una sola lettera ha ribaltato tutte le mie convinzioni… come faccio a smettere di credere che la Aubert e Zopfi non si giochino con mazze leggere e profumate a seconda dell'umore? O che quella cara ragazza di Chloe LeRoy - Owen ha seminato la redazione di apprezzamenti, credo, visto che le urla della Burton hanno coperto il resto- non usi delle pluffe incantate che danno consigli sull'angolazione giusta per ogni tiro da scagliare verso gli anelli? Consigli per come venir meglio nelle foto, intendo. Del resto sia lei che Vanille LeChat sono così tres jolie ed aggrazziate – termini più azzeccati per la prima che non per la seconda- che ho avuto sul serio paura che i Troll durmstranghiani potessero rovinarle. Si, perchè se a Durmstrang sono dei Troll, a Beauxbatons non possono che essere delle Veela. E non lo sto dicendo in senso letterale, Gwen. Non voglio certo creare degli incidenti diplomatici e poi, avete presente il sorriso della Bonnet? Ecco, quello almeno non è stato intaccato dal sapere che in Francia non usano una particolare pozione fissante che non fa spiegazzare le divise e che non esiste neppure un ripulitore di fango a bordo campo.

E gli inglesi? Beh, credo che la domanda non si ponga a prescindere, no? Li vediamo tutti i giorni e sappiamo bene che il Quidditch da noi  è come gli starsini per Margareth o Serpeverde per Robert o… si, il Quidditch, dicevo. Da noi è tutto normale: i bolidi sono ben scagliati, le pluffe sono micidiali anche senza il Trio Grifondoro ed il boccino non ha le ali pettinate secondo l'ultima moda del momento, quello succede solo in Francia e la LeClerc lo sa bene. Noi siamo il meglio, noi non possiamo perdere ed il nostro gioco è sicuramente migliore. Non abbiamo un modo di fare aggressivo -sarà per questo che non vi è un solo Serpeverde in rosa- ma allo stesso tempo non ci andiamo giù di fino, anche perchè ve la immaginate Ilary Wilson a scagliare bolidi contro qualcuno senza sentirsi in colpa? Ecco, noi siamo talmente sopra tutti che… non ci rendiamo conto di andare avanti con preconcetti e pregiudizi. Con sentito dire e storielle origliate per i corridoi.

Questo vuole essere un in bocca al gramo a tutte e tre le delegazioni, quindi, perchè sia una vera TryQuidditch: provare ad essere un po' più sportivi si può. E no, Gwen, non sto dicendo che non tiferò Hogwarts, ma questa è un'altra storia.

Philip Noreal