Siate forti, ha detto la preside Wallace, e più d'uno, da Ivy a Merida, in questo numero e non solo, ha fatto del suo meglio per motivarci. Bisogna crederlo per forza che qualcosa andrà bene, che un Lumos strapperà l'oscurità prima o poi, anche se in questo momento l'unico strappo che continuo a vedermi dinanzi agli occhi è quello fatto su una busta, su una pagina di giornale, su un pomello di una radio per alzare il volume e ascoltare meglio cosa sta dicendo.
In questo articolo avrei dovuto parlare "solo" di quello strano attacco al Ministero, strano perchè senza vittime tranne un ferito grave nelle fila dei ministeriali, strano perchè più rileggo i giornali più mi sembra chiaro che qualcuno sta giocando allo kneazle col topo enfatico. Non ha mietuto le tante vittime del San Mungo, questo attacco, eppure ha fatto tremare ulteriormente le fondamenta del Ministero. La fiducia decade, quando non sai chi si cela dietro il volto di una persona che consideri un amico o un collega. Gli occhi ingannano e, a quanto ho sentito, anche chi di occhi ne possiede tre – parlo dei Veggenti o presunti tali – al momento è in confusione. Una serie di diversivi hanno portato a quel che probabilmente era l'obiettivo principale, ovvero l'effrazione nell'Ufficio Misteri. I giornali azzardano l'ipotesi di un furto, che è di certo la più plausibile, ma se questa è un'ipotesi, un fatto invece è quanto è stato ritrovato nel corridoio esterno dell'Ufficio Misteri: la raffigurazione di un ibrido, una donna con artigli e zampe animali al posto dei piedi, una capigliatura alta e arzigogolata e gli occhi riempiti di nero, qualcosa che ricorda quanto apparso al San Mungo e, in più, una frase, apparsa ormai su tutti i giornali: Si inginocchi ogni immeritevole essere che crede di dominare la magia. Si inginocchi e tremi, perchè gli dei antichi rinascono dalle carcasse dell`umana imperfezione.
Se si aggiunge l'ipotesi che la sostanza argentea con cui era scritta si suppone sangue di unicorno, potremmo pensare di aver toccato il fondo dell'orrore. Come potremmo pensare che il peggio fosse già arrivato, con le pretese di indipendenza di Scozia e paesi limitrofi dal Ministero e la chiusura della Gringott da parte dei Goblin. C'è ancora un colpo, invece, da subìre. La notizia è di qualche giorno fa e ammetto di aver impiegato un po' di tempo per trovare la voglia di scriverci, o anche solo per rendermi conto che c'erano persone, qui a scuola, che avevo paura di guardare negli occhi. Risale a venerdì sera, il 5 giugno, la notizia di una serie di rapimenti. Due ministeriali, una commessa di Mielandia, un giornalista sportivo, due studenti d'accademia membri del WWFFB. Sarebbe molto più facile fermarsi a questo, un impersonale dovere di cronaca, un elenco di nomi per cui dispiacersi, così, a distanza. Ma le cose non sono mai facili. Shaymus Rosebud è un ministeriale come tanti, è vero, ma io me lo ricordo quando ci insegnava l'Incantesimo delle Tre Sfere, qui, lo scorso anno, mentre faceva da assistente al professor Harrenhal. Mi ricordo di Adam Wilson e Jackie MacGregor, che giravano fino a due anni fa per questi stessi corridoi o scrivevano per un giornalino di cui ora sembra stupido ricordare la rivalità. Non posso offrire ricordi diretti di Clarence Colton, tranne la conoscenza sui giornali del suo nome e di quello degli Hit Wizard che tanto stanno affrontando insieme al resto delle forze dell'ordine. E poi ho di fronte alcune figurine, perchè pur non consumando tante Coccorane – no, non ho sbagliato a scrivere – ho tanti doppioni sparsi per la redazione. E c'è Cloo Harrington che mi guarda, da una delle figurine, come accoglieva noi studenti che andavamo tranquilli a Mielandia, lo scorso anno. L'altra figurina non ho certo bisogno di guardarla, per ricordare. Me lo ricordo da me, Robert McReady, e non solo per tutte le volte che Philip me lo nominava.
Ingannati da una presenza amica, dicono i giornali, portati via, svaniti in una smaterializzazione congiunta, tutti nell'arco di una manciata di minuti, tra le sette e le sette e mezzo di quel venerdì sera, mentre la pioggia batteva sul selciato stradale facendo da complice inconsapevole. Su chi li abbia presi ci sono pochi dubbi, secondo i testimoni l'incubo disegnato nel corridoio dell'Ufficio Misteri è realtà, e nessuno certo crede che non sia lo stesso incubo apparso dalla casa d'aste Freevoul qualche mese fa. Altrettanto chiaro è che non si tratta di rapimenti eseguiti in cambio di qualcosa. Nessuna richiesta, nessuna rivendicazione. Solo un'altra notizia, di pochi giorni prima, il ritrovamento di un laboratorio clandestino di ibridazione, in Irlanda. E poi ancora un altro, ritrovato appena qualche giorno fa, in una zona dei Grampians massicciamente protetta dalla magia. Magra consolazione dirsi che ora è chiaro quel che stanno facendo, ma quanto è chiaro, poi? Che cosa sono questi ibridi, qual è lo scopo? Perchè il tutto si associa all'allarme dei guardiacaccia circa la scomparsa di alcuni unicorni? Non voglio pensarci oltre, sì proprio io che invece non faccio altro che pensare, ragionare e razionalizzare. Non ci voglio pensare perchè qualunque sia lo scopo non devono farcela, mi rifiuto di crederlo, mi rifiuto di credere che non si troverà una soluzione per la chiusura della Gringott, mi rifiuto di credere che il Ministero crollerà, che il San Mungo non si rialzerà o che Hogwarts sarà schiacciata dal peso di ciò che è stato.

Vega Rushton. Serpeverde proiettata sui MAGO, membro del Club del Libro, spirito sempre più polemico, è fermamente intenzionata a cercare di raddrizzare i suoi coetanei finché avrà respiro, prendendosi di fatto un Caposcuolato che non ha avuto sulla carta. Ha lontane origini dalla Repubblica Dominicana dove tuttora vive la bisnonna, ma la famiglia Rushton sta a Canterbury. Si dice che sappia fabbricare bambole voodoo e che abbia un piccolo demone Stalker di nome Baron. Le piace la Storia della Magia – è fierissima della Welkeltosk – ma l'anno scorso ha scoperto una strana passione per l'osservazione del cielo stellato, meglio se attraverso i vetri delle serre. Si è fatta tatuare la costellazione della Lira, incrociata con una P, all'interno del polso sinistro. In seguito agli eventi di settembre è girata voce che il padre volesse ritirarla da scuola, ma lei non ha voluto saperne.