Tenete d'occhio le scale, a loro piace cambiare!
Mi rifiuto anche solo di prendere in considerazione l'idea che ci sia ancora qualcuno che nel 2069 non ha mai sentito pronunciare questa frase, magari da qualche parente che si dice fortunato per aver vissuto durante il periodo del grande Harry Potter. Io mi riterrei più fortunata ad esser sopravvissuta, a dire il vero, ma rischierei di addentrarmi in un argomento che non ha niente a che vedere con quanto successo il pomeriggio di sabato 23 Novembre. Alle scale piace cambiare, come dicevo, ma non sono solo loro a voler sperimentare l'ebrezza del mutare e del divenire, per tentare di dirlo in modo poetico e per cercare di giustificare ciò che – come saprete – hanno provato tre casi umani studenti Serpeverde. Nadine Davies, Portia Tillman e Nick Watson, infatti, hanno cercato di evadere dal castello seguendo uno di quei passaggi segreti sulla cui esistenza io ho sempre nutrito dei dubbi. Mi sbagliavo io ma, da quel che sembra, erano in errore anche loro, convinti che quell'intricato cunicolo che partiva dalla Sala Comune Serpeverde portasse chissà dove, certo. Non potevano mica sapere in anticipo che lo sbocco di quel passaggio segreto conduceva direttamente ad Hogsmeade, vi pare? Del resto due chilometri – ad occhio e croce – è una distanza irrisoria, più o meno come dalla Sala Comune Tassorosso alle cucine… si, sono ironica. E no, la tesi dell'ignoranza galoppante non mi convince, anche se immagino sia quella che i tre secondini avranno adottato per discolparsi.
Che poi, in realtà, magari voleste anticipare di un anno la possibilità di recarvi al villaggio magico (e non necessariamente nei week end consentiti) è un segreto che resterà tra me e voi, tranquilli. E tra voi e… tutti i lettori de La Voce, dettagli. Ma veniamo ai fatti o perlomeno a ciò che sono risucita a scucire a Rod Lindsey – settimo anno Serpeverde – che immagino la maggior parte di voi conosce più per i calderoni esplosi in aula di Pozioni o per il suo "vizietto" di, come dire… non fare in tempo ad arrivare al bagno, a volte. Bene, stando a quello che mi ha raccontato il settimino, pare che nella Sala Comune di Serpeverde ci sia sempre stato un dipinto non più grande di una mano dell'ex Vice Preside Strawberry e che, come accade altrettanto spesso, nessuno ha mai considerato o, fatto altrettanto probabile, magari chi l'ha tenuto in considerazione poi ha provveduto a tenere per sé anche ciò che ha scoperto. Si, perché lasciando scorrere le dita sull'incisione in ottone al di sotto del quadro, a quanto pare la dicitura dello stesso – Sir Ethelweard Pickwick o qualcosa di simile – si aveva modo di accedere ad un "lungo corridoio che quegli stolti hanno anche deciso di visitare", queste le testuali parole del settimino verde-argento che ha solo assistito alla scomparsa del terzetto al di là dell'ingresso del passaggio segreto. Non è un caso, però, che ogni volta che mi riferisco a quel condotto sotterraneo stia usando un tempo verbale al passato quindi… FRENA! Si, parlo proprio con te che stai correndo all'impazzata con questa copia del giornale scolastico ancora in mano. Il passaggio è stato chiuso. Ripeto: il passaggio è stato chiuso. Quindi rinfodera la bacchetta e smetti di pensare a tutto ciò che puoi comprare a Mielandia senza che il resto della popolazione studentesca sappia che non indossi vestiti larghi perché Brie l'ha consigliato nella sua rubrica. Sulla targhetta d'ottone, del resto, pare che la scritta – una volta che il passaggio veniva aperto – mutasse in un più enigmatico There's a weird pick, wick che, geniacci che state leggendo, vorrà pur dire qualcosa al di là dell'anagramma da cui aveva origine. C'è una stramba scelta, lucignolo. E se i secondini hanno scelto di seguire quel cunicolo, il destino ha scelto diversamente per loro, come sapete. Alla fine del passaggio segreto non c'erano infatti né dolci di Mielandia e neppure gli scherzi di Zonko, anche se il cunicolo arrivava sino a lì vicino, tutto sommato. C'era piuttosto una vecchia – in ogni senso – conoscenza del castello, di quelle che non vorresti incontrare a lezione e a maggior ragione quando stai evadendo da Hogwarts dopo una rocambolesca avventura. Incontrare Anassibya Graveyard non è mai un bene – dicono – se ti riporta al castello imbalsamato come una mummia e decreta la chiusura di quello che ormai avevi iniziato a considerare come un compagno di avventura, a maggior ragione. 
Che volete che vi dica, dunque. Hogwarts ha un passaggio segreto in meno, chi ha giurato di vedere la Graveyard fuori dal castello non era in preda ad una crisi post lezione con la Dalloway ed i tre secondini… ci avete provato, ragazzi. Gli altri però la smettano di controllare ogni quadro presente ad Hogwarts, grazie!

Merida McReady. Scozzese dei monti Am Monadh (Grampians in lingua inglese) e Tassorosso per buona lena e tempra davanti alle difficoltà, frequenta il quarto anno e, come tiene a sottolineare, anche il corso di Cura delle Creature Magiche, Jer compreso. Attivista e fondamentalista in tutto ciò che riguarda la fauna del mondo magico paragona spesso studenti e docenti a creature poco conosciute di cui ha sentito parlare dagli innumerevoli cugini tra cui spicca Robert McReady. Diretta e senza peli sulla lingua, non si fa problemi nell'esprimere ciò che pensa anche quando non può piacere, anzi, soprattutto quando sarebbe preferibile addolcire la pozione prima di somministrarla. L'ironia decisamente scozzese e le descrizioni caricaturali di chi la circonda emergono dai suoi articoli sebbene la sua missione principale – per ammissione – è quella di salvare il mondo magico da Betty Chisholm ed i suoi romanzi.