Io non sono irlandese, ma confesso che ogni 17 Marzo mi viene la tentazione di far finta di aver sbagliato ad indicare la  provenienza e la residenza nel modulo di iscrizione ad Hogwarts. E facendo anche finta che i miei connotati possano avvicinarsi ai tratti tipici degli studenti che arrivano da Cork o da Summer Cove, tanto per citare due luoghi così su due piedi. Michael Cerfield è irlandese, dopotutto, perchè non potrei esserlo anche io? Basta che mi disegni qualche lentiggine o mi tinga i capelli di rosso, tanto in molti pensano che basti questo per dirsi irlandesi. O posso iniziare a parlare come Alicia Austen quando vuole insultar qualcuno senza farsi beccare. Alicia, vero che mi insegni qualcosa? Ad ogni modo -ed evitando di sbirciare ogni tre secondi l'articolo di cucina prima che mi arrivi un Bombarda allo stomaco per la fame- come tutti voi avrete imparato a ricordare in questi anni, il diciassette di Marzo è quell'unico giorno durante l'anno scolastico in cui i corridoi si immergono in una nebbiolina verde senza che questo dipenda da una pozione finita male o qualche puzza da caccabomba, lepricani animati tendono finti galeoni attinti dalle loro pentole straripanti e tutti -e dico tutti- gli studenti del castello che arrivano dall'Irlanda fraternizzano tra di loro e, nell'euforia del momento, anche con chi di irlandese non ha neanche un souvenir portato da qualche prozia in vacanza da quelle parti. E quest'anno non è stato certo da meno, ad iniziare dalle decorazioni che sono comparse già dalle prime luci dell'alba, neanche fosse Halloween e ci fosse qualche concorso in palio, nossignore. Il mio "promemoria" preferito è stato però quello posizionato nei pressi di Arthur Perwinkle… avete presente quel quadro brontolone vicino all'aula di Incantesimi, si? Ecco, poco più avanti rispetto a quel punto, l'arcata che separa due corridoi è stata agghindata in modo che un enorme trifoglio -simbolo d'Irlanda e quindi anche di San Patrizio- si sollevasse da terra fino a coprire tutta l'arcata lasciando che qualche goccia di finta rugiada (o almeno lo spero anche se Leo non ne era poi tanto sicuro) staccandosi dalle foglie finisse sul pavimento incantato in modo che ci fossero riflessi color arcobaleno. Rebby, non è che sei irlandese o che hai dato una mano, vero? Che poi, si sa, San Patrizio non è mai solo trifogli e pignatte piene di finto oro dei lepricani, anzi, altrimenti la goliardia che si respira a pieni polmoni per i corridoi non avrebbe neanche tanta ragione di esistere, a ben pensarci.  Anche perchè non so quanti di voi sanno che San Patrizio ed il trifoglio non coesistono da tempo immemore come si può pensare. La prima annotazione in tal senso risale infatti ad uno scritto babbano del 1681 tanto che c'è chi vocifera che il tutto sia stato voluto per indicare con quei shamroges (una qualità di trifogli in gaelico) i ceti più poveri della società più che avvalorare leggende e storie tra le più svariate. In pratica inizialmente il trifoglio è stato un simbolo un po' discriminatorio, menomale che poi le cose sono cambiate, ecco. Sarei però curioso di chiedere a Sara Medicine se anche nella sua famiglia la tradizione vuole che in onore dei Lepricani venga lasciato un bicchiere di latte sul davanzale della finestra. Me lo domando perchè -non si dovrebbe dire ed io non lo sto scrivendo- ecco… la festa di San Patrizio al castello è rinomata anche per altro che non è proprio bianco come il latte. E non ha neanche lo stesso sapore. Certo Emily Williamson (vi ho già parlato di lei qualche mese fa) oltre a lagnarsi dei suoi perenni acciacchi dovrebbe anche smettere di spostarsi di quadro in quadro alla ricerca di connazionali con cui ricordare i bei tempi andati, soprattutto perchè i suoi bei tempi andati risalgono a chissà quando. E' stata proprio la lavandaia irlandese, però, a confermarmi che anche i più piccoli si sono dati da fare, quest'anno ed in modo del tutto inerente alla più antica tradizione d'Irlanda. Oscar Fahey -chiassoso come suo solito- Oceane Henderson e la sua fida comare e mia concasata Audrey Golightly sembra infatti che abbiano allietato il castello al suono di grosse arpe che son riusciti a tirarsi dietro per miracolo o per intercessione dello stesso San Patrizio. Ma se qualcuno ha pensato che il loro sia stato un tentativo per essere ammessi al gruppo musicale, mi spiace deludervi. L'arpa, infatti, è un altro dei simboli della festività irlandese, persino più antica del trifoglio ho studiato eh. Tra canzoni -di ogni genere e per ogni orecchio- balli, proliferare del color verde ed inviti a scoccare dei baci non posso scrivere dove, ad ogni modo, la ricorrenza è arrivata anche qui in redazione, non dovrei neanche specificarlo visto che tutti ormai sanno delle inclinazioni schizomaniacali -come dicono i Muldoon- della Caporedattrice del giornale più letto della scuola cui si sono aggiunti un po' tutti gli scribacchini, in effetti. Ma secondo me solo per non rischiare di finire nel sacro baule, anch'esso dipinto di verde, sia chiaro. La sola che mi è parso guardasse tutti come se fossimo al San Mungo è stata Tequila, ma lei è scusata. Viene da un posto strano che non ho ben capito dove si trova, ma di certo San Patrizio non deve essere arrivato fin dalle sue parti. Se non altro si è abituata in fretta all'idea di far baldoria, non che sia una novità per lei. Così come successo in redazione -grazie Dorothy per avermi salvato da almeno sette… mila scherzi- anche fuori dallo sgab… stanz… dal nostro rifugio tanto amato, gli scherzi sono andati per la maggiore, a partire dalla rivisitazione dei Lepricani in immagini di ex docenti come successo con un professor Rootword vestito di verde che al posto di elargire monete regalava frappè al trifoglio o un omaggio al nuovo assistente di Aritmanzia -Ethan Court- la cui immagine è stata messa al centro di alcuni trifogli. E giuro solennemente di non aver visto un gruppetto di sestine che giocava al m'ama non m'ama m'interroga non m'interroga con i suddetti simboli d'Irlanda. Del resto chi mai io farebbe un conto del genere con tre petali? A conclusione del Tarantallegra, però, credo che qualsiasi studente -irlandese o meno che sia- non possa negare che la festa di San Patrizio sia qualcosa di coinvolgente al punto che persino gli studenti di Durmstrang si sono lasciati andare per un momento al dialogo disteso e la parlantina un po' più eloquente. No, mi correggo. Quello era Benedikt Bitterlich che continuava a parlare in rima.

Philip Patrizio Noreal