Esiste un vecchio libro di uno scrittore babbano che ad un certo punto si pone questo interrogativo qui: "A me m'ha sempre colpito questa faccenda dei quadri. Stanno su per anni, poi senza che accada nulla, ma nulla dico, fran, giù, cadono. Stanno lì attaccati al chiodo, nessuno li fa niente, ma loro a un certo punto, fran, cadono giù, come sassi". La zia Mildred -che impazzisce per quel libro e per quell'autore nonostante siano passati tantissimi anni- mi ha detto che non devo prendere la frase proprio alla lettera, come si suol dire, ma credo che un po' questa storia dei quadri valga anche ad Hogwarts, soprattutto ultimamente e soprattutto perchè sembriamo tutti così abituati alla loro presenza da non farci più caso. Come ci ha spiegato Katrine nella sua rubrica di qualche mese fa, a differenza del mondo babbano, nella nostra comunità i quadri sono vivi o abitati o come volete definire il tutto, sarà forse per questo -quindi- che l'altro giorno Cedric Gibson camminava per i corridoi rasentando i muri e fermandosi ad osservare ogni cornice più o meno come Cal Tomphson fa ogni volta che vede qualcosa di vagamente commestibile. Non so se stesse cercando effettivamente qualcosa o se parlando con Sullivan McGregor il Serpeverde l'abbia convinto che esiste un passaggio segreto usato dagli Snasi dalle ciglia blu per accedere ad Hogwarts -ci ha provato anche con me quando ero al primo anno- o se l'interesse del primino Tassorosso dipende da una strana e fulminea curiosità che ha catturato l'attenzione di alcuni studenti di Hogwarts come Elle McDronick ed Ilary Wilson, per non parlare di Rosalie Kole che -Tosca mi è testimone- ho visto far gli occhi dolci a Sir Cadogan, avete presente? Quello che se ne va in giro su un pony obeso. Io non lo conoscevo, ma Leo un giorno mi ha costretto convinto a seguirlo nelle sue peripezie da cornice a cornice e quello è stato l'inizio della fine… o forse la fine dell'inizio, visto che da questa avventura involontaria mi sono reso conto che noi non sappiamo niente. Davvero, pensateci un attimo. Quanti di voi sanno di cosa parlo se dovessi citare Madama Marion Treadgold? Magari Ginny Willams, ma solo perchè hanno la stessa tonalità di capelli. O forse l'assistente di Cura, Ailie Wisemind -sempre bella- perchè anche lei ha una chioma fluente come quella di Madama Marion. Lo sapete che ha i capelli talmente ritti che una sola cornice non le basta più? E che quando gli altri quadri parlan male di lei invade i loro spazi con il rosso fuoco dei suoi capelli? Certo, restando in tema di capelli, nessuno può battere l'unticcio di Thomas Willington, il campione di scacchi magici che si aggira tra i quadri dei sotterranei. Lawrence Owen -in vena di chiacchiere senza insultarmi- mi ha raccontato che si è fregato da solo quando ha cercato di confondere il suo avversario con la magia, ma solo perchè ha pronunciato la formula a voce alta. Avrei voluto rispondere al Vice Caporedattore che Thomas aveva proprio il cervello di un Billywig menomato, ma il rumore della serratura del baule mi ha fatto intuire che dev'essere vero che quel quadro è venerato dai Serpeverde solo perchè lui li elogia di continuo. E quindi ho preferito cambiare argomento. Scommetto che tanti di voi, arrivati a questo punto, staranno annuendo e pensando allo stesso tempo a tutte le volte che -per la fretta o la poca cura- son passati troppo di corsa davanti alla lavandaia, quella che qualche volta si mette a canticchiare filastrocche irlandesi -no, non è Alicia Austen- lagnandosi per i dolori che derivano dalla sua attività costante e perenne. Magari state anche pensando alla pazienza che deve avere con voi la Signora Grassa -non la Fleetwood, non ce ne son più di donne in forma come lei- ogni volta che vi lagnate da bravi Grifondoro. O ci provate con lei, ma solo se vi chiamate Sebastian Waleystock o Seth Lucky. Avete capito, adesso, quello che voglio dire? Li trattiamo come invisibili quando sono più vivi e vitali di noi, esclusi Jake Scott e Daniel ma quanti ce ne sono Lucky, due primini Serpeverde che non arriveranno al settimo anno senza conoscere tutti i pavimenti di Hogwarts, volendo parafrasare le parole della Caporedattrice Burton. Lo so che molti di voi catalogheranno quest'articolo come stomagicoso -sinonimo di barboso e senza alcun riferimento a nessuna materia, sia chiaro- ma adesso che si avvicinano sempre più le vacanze di Natale e il castello si svuoterà almeno un poco, vorrei invitarvi a fare una passeggiata attenti a ciò che vi circonda, per una volta. I troll che cercano di imparare la danza classica, fasciati in quegli orrendi tutù rosa che Barnaba il Babbeo ha fatto indossare loro, vi strapperanno un sorriso così come passando per il corridoio davanti all'aula di Incantesimi sentirete un continuo borbottare -no, non la Mystes che se la prende giustamente con il suo assistente- di un uomo robusto tutto capelli e sopracciglia conosciuto da pochi con il suo vero nome, Arthur Perwinkle. Possibile che non vediate la magia insita in tutto questo? La storia che passa attraverso le generazioni facendoci vedere quello che i nostri genitori hanno visto prima di noi? Sarà per questo che il mio quadro preferito me l'ha mostrato Devon Laury dicendomi che è un vecchio amico suo e dei suoi amici dei primi anni. A guardarlo superficialmente si tratta di un nonnetto che ha sempre da ridire su tutto, ma bolide! Conosce ogni più piccola storia di chiunque sia passato da queste parti e mi ha lasciato a bocca aperta. Non posso dirvi dove si trova semplicemente perchè se ne va a zonzo di continuo. Ma se tenete lo sguardo un po' più sollevato dal pavimento potrete trovare tanti come lui. Tranne per le scale… lì è meglio se controllate di avere un appoggio sotto i piedi… 

Philip Noreal