E' un giorno di febbraio del 2067. Ho 14 anni. Ho messo per la prima volta piede nella redazione de La Voce, dopo aver presentato all'allora Caporedattrice, Anne Burton, il mio primo articolo e ciò che vedo mi fa… storcere parecchio il naso. Quindi è questa la redazione del giornalino scolastico? Ad essere buoni sembra un'aula in disuso, ad essere cattivi uno sgabuzzino, ed è meglio se non dico cosa sembra ad essere molto cattivi. Eppure sembrano tutti così orgogliosi. Quei due tappi strambi dei Muldoon mi regalano una targhetta, di pergamena stropicciata dipinta, con su scritto il mio nome e la fanno sembrare una cosa mistica. Britney Quills mi squadra dall'alto in basso mentre Steve MacMillan mi mette sotto il naso un vassoio enorme di biscotti. Non so perchè Dorothy Milford è convinta che d'improvviso mi interesserò al colore del suo smalto, come Margareth Lowenn dà per scontato che saremo amiche. Vedo Harriet, là nell'angolo per metà immersa in polvere buiopesto, e Robert che segue il percorso di un boccino d'oro su un disegno, probabilmente gli unici che non mi stanno guardando come il nuovo animale esotico dello zoo della Voce. C'è un sacco di gente, gente che è rimasta per pochissimo tempo dopo la mia entrata – e ammetto di aver pensato che qualcuno sia andato via per non dovermi sopportare – gente che è rimasta fino alla fine della scuola, gente che ci teneva a dirmi che la Voce è una famiglia, che è importante per Hogwarts quello che facciamo, scriviamo, fotografiamo, e gente che non vede l'ora di farmi fare un tour guidato dello sgabuzzino, della durata di circa due minuti, camminando piano.
Qui c'è l'archivio, attenzione a non urtare la pressa, c'è del magiscotch su quell'angolo, e poi… oh! Devi vedere questo!
Mi indicano un baule e io rispondo che ho già visto dei bauli in vita mia, sapete com'è. Poi il baule si apre ed esce una testa, per fortuna attaccata ad un corpo. Be', neanche vedere uscire una o più persone da un baule mi sorprende, sapete com'è. Non so, sarà stato quell'incontro iniziale che avrà convinto la redazione che non mi tocca mai niente. Comunque dal baule esce altra gente e per ultima vedo spuntare la testa di Philip. Lo guardo e la prima cosa che penso è… come fa ad essere così? Come fanno tutti ad essere così? E' uno sgabuzzino! E loro erano rinchiusi in un baule e ci stanno ridendo sopra! Che covo di mentecatti, sul serio. Però ero curiosa, tanto, e avevo pochi secondi per trovare il modo di sapere cosa ci fosse nel baule senza dare a nessuno l'idea che mi importasse davvero. Così mi sono rivolta all'unico coetaneo che avevo là dentro: Philip Noreal. "E' stupido rinchiudersi in un baule." Mi guardano tutti come fossi io la povera scema. "Non è un baule, è IL baule" mi risponde Philip. "Vuoi entrarci?" Mi sono rifiutata di entrare in quel baule, sia quel giorno che in tutti i successivi, per quattro anni.
Ora sono dentro il baule. O meglio, ero nel baule mentre scrivevo queste righe su. Adesso esco fuori, a momenti. C'è Philip in redazione, gli ho chiesto di raggiungermi ma non gli ho detto del baule. Eccolo, l'ho sentito entrare. Adesso esco. "Bada, la trovo ancora una cosa stupida", mi sentirò dire a breve. "Però adesso so perché non è un baule, ma IL baule". Non è qualcosa che si può raccontare. Non è neanche un grande segreto mistico. Non c'è niente da capire o da spiegare. Ci devi entrare. E c'è un solo modo per entrare in questo baule ed è entrare ne La Voce. Solo che invece di entrare, in tanti escono quest'anno. Noi e Gwen ci maghiamo, altri lasciano, perciò la semplice domanda che mi sentirò pronunciare a breve sarà "Phil, quante persone dobbiamo inforchettare prima di lasciare Hogwarts?"

"Meno delle volte che le mie mani sono finite nella pressa e più di quelle in cui una tua bozza ha incontrato l'inchiostro rosso" rispondere è semplice, quando si lascia il testimone a chi verrà dopo di te. E' uno degli ultimi giorni che trascorro in redazione, uno degli ultimi in cui lasciar inciso qualcosa nella parte interna deL baule. E' un rituale attraverso cui tutti devono passare, nessuno escluso. Non ho ancora deciso cosa scrivere, nello specifico. O forse ritardo gli eventi perché in quel momento tutto sarà più concreto di come mi appare adesso. Confido nel potere del Sacro Baule, saprà darmi l'ispirazione giusta anche stavolta, come sempre del resto. Magari senza ritrovarmi briciole di shortbread che testimoniano come anche Thea Taylor sia passata di qui. Ne ho visti molti – di scribacchini – andare e venire da quest'angolo della redazione. Alcuni erano solo curiosi di comprendere perché far parte de La Voce degli Studenti ruoti attorno ad un oggetto, per quanto il suo interno goda di un'estensione magica. Altri cercavano un rifugio perché ancora il Disilludo non era nelle loro corde. E poi gli scettici, come Vega Rushton, la coetanea che la statistica non mi avrebbe mai accostato, sulla carta. 
"Ti ricordi quella volta…" mi sa che ho appena esordito in questo modo e… bleah, come direbbe Merida, non voglio essere ancora una volta colui che attinge ai propri ricordi trasformando un articolo in una valle di ricordi nostalgici, è una redazione di un giornalino scolastico e gli aneddoti si accumulano in qualsiasi ambiente, un Cedrick selvatico potrebbe sibilarmelo contro ancora una volta, anche se per farlo dovrebbe sbirciare anche lui nel baule dove mi sono appena infilato. So per certo che l'ha già fatto, così come ho visto anche Lily Morris qualche giorno fa e non credo stesse cercando qualcuna delle sue lentiggini.
"E quindi adesso sai perché è IL baule".
Osservo le mie mani e le immancabili macchie d'inchiostro sulle dita che si arpionano al baule. Ero un mingherlino tappo Tassorosso su cui nessuno avrebbe scommesso un galeone. Era un ragazzino popolare che si denudava in pubblico o un'introversa Serpeverde che ha sempre creduto poco in se stessa e molto negli altri. Era un'occhialuta, una giocatrice di Quidditch, una che si amava poco o era rotolata giù dalle montagne. Era una strega diversa dai cliché cui siamo abituati e da Settembre in poi guiderà questo giornale, ma neanche Ivy che sa tante cose, sarebbe in grado di spiegare perché la serratura del baule è scheggiata proprio in quel punto o cos'è quell'alone verde vomito da cui tutti cerchiamo di tenerci alla larga.
C'è da tinteggiare le pareti, da riparare quella mensola. C'è da provare a sistemare le scrivanie in un altro modo, che magari otteniamo più spazio. Sento questi propositi da quattro anni e mi rincuora sapere che riecheggeranno tra questi muri per un lasso di tempo anche superiore. IL baule no, però, nessuno si propone mai di cambiarlo, trasfigurarlo, alterarlo in alcun modo. "Cosa c'è neL baule, Vega?"

"Ci sono le parole che non sono ancora state scritte", questo è tutto ciò che dichiaro e lascio a chi verrà dopo. Ci si muove alla cieca, al principio, proprio come nel posto di cui ha parlato Helena in un suo articolo. Tutti sappiamo tenere una piuma in mano, come tutti sanno impugnare una mazza e colpire qualcosa, ma Hilary saprebbe spiegare meglio di me che un conto è tenere una mazza in mano e un altro è essere Battitore. Che ci vuole, dirà qualcuno, se persino O'Flynn ci è riuscito? Ci è riuscito perchè ci ha provato, perciò quello che ci si dovrebbe chiedere è: so solo tenere una piuma in mano o ci voglio provare a diventare uno Scribacchino? Non importa non sapere da dove cominciare, non importa se ti guardano come fossi un povero scemo neanche andassi a dire in giro che c'è un drago a Hogwarts, come fa Vaniglia. Che cosa ci sarà nel baule dal prossimo anno? Chi ci sarà? Non ho mai creduto nella veggenza, anche se quest'anno la cronaca mi ha dato molto da pensare, quindi vi dirò che cosa vedo io. Vedo una Grifondoro che esce dal volantino posticcio immortalato in una fotografia e varca questa soglia. Vedo una Serpeverde che ho dovuto spintonare a suon di Impulsus per convincerla a scendere al Ballo. Vedi gli altri due pezzi di un trio che dovrebbero proprio ricongiungersi al pezzo che ha visto il Baule da poco. Vedo, vedo… ne vedo tanti, che si inventano tante cose per riempire il tempo senza però preoccuparsi di lasciare una traccia di quel tempo. E invece lo sappiamo tutti, che la magia lascia una traccia. E noi la magia l'abbiamo dentro.
Chi c'è nel baule ora, questi ultimi minuti prima di chiudere l'ultimo articolo? Ci siamo noi. Non è un enorme quadro animato, non è una chiacchierata pergamena scandalosa in bacheca, siamo soltanto noi. E poi sarete voi. E se non sarete voi, guardate che lo verrò a sapere e potrei decidere di riprendere il mio vecchio hobby delle bamboline voodoo. Ho una bella collezione di capelli, sapete, a partire da quelli delle ragazze. E adesso, Eoghan, prendiamo in prestito la tua macchina fotografica. Perchè è proprio vero, Catherine, stiamo uscendo da Hogwarts e non c'è Incanto di Adesione Permanente che tenga, ma in fondo il segno l'abbiamo lasciato anche noi e, in un certo senso, sarà quasi come non ce ne fossimo mai andati.

Vega Rushton & Philip Noreal