Quidditch. Sarei proprio curiosa di avviare un sondaggio sulle reazioni di ciascuno di voi al solo sentire questa parola e, visto che Phil, Leo e i gemelli – protocollo di sicurezza CISPA! (Cape In Sezioni Pericolosamente Anormali, o qualcosa del genere ndr) – sono stati così gentili da concedermi di entrare momentaneamente nel loro regno privato di articoli sportivi, ho deciso di provare a cimentarmi in una riflessione. Qual è la prima e spontanea reazione che ognuno di voi ha a sentire questa magica parolina? Personalmente ho riscontrato diversi comportamenti tipici appartenenti ad altrettante diverse categorie di persone. O, se vi fa piacere e visto che siamo in questa sezione, possiamo anche parlare di squadre. E di partite che si sono svolte nella mia immaginazione, ma che possono essere utili alla causa.

Sacre Pluffe vs Boccini pietrificati - Immagino che, se mai si giocasse mai una partita del genere, sarebbe molto poco entusiasmante da vedere e finirebbe con una vittoria schiacciante dei primi. Ma partiamo dai protagonisti di questo ipotetico amichevole scontro; specifico, nessuno di loro gioca realmente a quidditch. Le Sacre Pluffe, come probabilmente si intuisce dal nome, sono sostanzialmente i fissati. Quelli che vivono solamente per la loro squadra, che la nominano ogni cinque secondi e in qualunque contesto e a volte arrivano anche a degli eccessi preoccupanti. Ovvero proprio quando si scontrano con la loro controparte, quelli a cui non frega un'emerita cippa di vedere quattordici persone a cavallo di un manico di scopa, impegnate per un tempo indeterminato all'inseguimento di quattro palle differenti e molto birichine. Queste probabilmente sarebbero le parole cardine di un probabile striscione dei Boccini, o la loro visione d'insieme del quidditch. Il che li porta senz'altro ad essere tacciati come eretici da parte delle Pluffe, le quali allargano la loro missione nel mondo cercando di farli convertire e portarli dalla loro parte del male campo. Finendo semplicemente per farci una testa a pluffa, a tutti quanti noi, per quanto io per ovvie ragioni li trovi simpatici. Bando alle ciance, l'ideale formazione vedrebbe Alicia Austen a capo dei Boccini – testimone passato direttamente da Anne, ironia della sorte  - con una squadra non molto numerosa al seguito tra cui spiccano particolarmente Joe Condor e Rosalie Kole, i quali o sono difficili da trovare alle partite o non ci capiscono un bubotubero. Dall'alta parte abbiamo invece Philip, capitano di rivolta delle Pluffe – eredità lasciatagli da Robert – che si porta dietro numerosi tra titolari e riserve, ad esempio i Muldoon e mio cugino Wayland che è bravissimo; il fatto che i titolari siano tutti giornalisti sportivi non è un caso temo. Insomma, non necessariamente le due fazioni devono scannarsi. C'è solo un piccolissimo problema, ovvero che questa partita è stata già vinta a tavolino, almeno nella mia testa è accaduto questo. A pensarci, è anche abbastanza ovvio: i Boccini pietrificati, gli antiquidditch per eccellenza, per coerenza interna non salirebbero davvero mai su una scopa per giocare una partita di Quidditch – anzi qui reclamano per essere stati iscritti al fintocampionato senza il loro consenso – e quindi non si presenterebbero, regalando il match agli avversari, che diventano sempre più forti e numerosi ogni giorno che passa. KESTRELS SPACCANO (cit.). Per carità, vi vogliamo bene ma non esiste solo il quidditch, mie belle pluffe, allargate i vostri orizzonti! E dovrebbero allargarli pure i boccini, ma mai mi permetterei di urtare la loro sensibilità ancora a lungo.

Sacre Pluffe: Jericho Muldoon, Philip Noreal (C), Sean Muldoon, Wayland Lowenn.
Boccini pietrificati: Alicia Austen (C), Emrys Hansen, Joe Condor, Rosalie Kole.

Bolidi agguerriti vs Scope ballerine - Questo, volendo, è uno scontro decisamente più ristretto dato che le categorie prese in esame sono interamente composte da coloro che giocano in effetti a quidditch, nell'ambito del nostro campionato scolastico. Mai sentito dire che l'importante non è vincere ma partecipare? Mi riferisco a questo. Non sto dicendo che vincere non sia importante, anche perché – detto in galeoni – a tutti piace vincere, solo che non è la cosa più importante. E' uno sport, è un gioco! E, in quanto tale, lo si deve fare soprattutto per divertirsi. Forse è proprio perché questa mentalità non è molto diffusa che questo gioco appare pesante a molti, da fuori, tanto da arrivare ad un rifiuto totale. Invece è avvertito in maniera a mio parere sbagliata: è un peso e anche una fonte d'ansia, per alcuni, il fatto che si pretenda a tutti i costi una vittoria. Anche perché non è che si può vincere sempre, prima o poi le sconfitte arrivano per tutti e non è il caso di buttarsi dalla torre di astronomia per aver mancato un boccino o non aver segnato abbastanza o  non aver mandato quel bolide dove si voleva. Per quest'ultima, battitori, prima o poi vi rassegnerete al fatto che quelle due care e simpatiche sfere fanno un po' come bolide gira a loro e se anche voi siete bravissimi non è detto che vadano dove volevate mandarli? Sono mesi che cerco di farlo capire a Seth. Diciamo che ero curiosa di vedere come fossimo organizzati noi quidditchari, e così ho spiato qualche allenamento, giusto per chiarirmi le idee e poter esporre meglio questa teoria… non rubo tattiche di gioco, tranquilli. Prima che qualche genio mi faccia notare che i giocatori sono molti di più, voglio precisare il fatto che ne ho scelti solo alcuni. Cioè quelli che mi sembravano meglio rappresentare, di ogni ruolo, l'una o l'altra squadra. Quindi abbiate pietà se non vi ho messi tutti; vorrei fare giusto qualche considerazione. Innanzitutto stavolta devo dirmi in accordo con qualcuno dei corvi, dato che anche io parteggerei per quella squadra in quel caso. Sylvia e Katherine sono proprio le spensierate per eccellenza, probabilmente per via del loro dibattito sul colore di capelli legato presumibilmente all'intelligenza; si facciano tutte e due bionde e tanti cari saluti, così la scusa del cervellino vuoto fungerà da alibi. Ovviamente la fantapartita nella mia testa è andata a favore delle Scope, per il semplice fatto che i battitori agguerriti hanno passato la metà del tempo a spedirsi i bolidi tra loro invece che mandarli agli avversari, intralciando per altro i propri compagni come ad esempio i tre cacciatori – l'alto tasso di verde argento è un po' inquietante – che per poco non giocavano al passaggio del bolide… appunto. Questo senza dubbio significa che la troppa competitività fa male alla squadra e allo sport. Insomma, vogliamoci bbbbene, e tutto andrà meglio!

Bolidi agguerriti: Williams, Thingread, Vandenberg, Garros, Lamb, Blue. Lanfrad (C).
Scope ballerine: Whiteheart (C), Meng, H. Darcy, Silverstongue, Trott, DelaParker, Golightly.

Cercatori di puffskein vs Cacciatori di anelli - Questa terza è invece una partita più teorica che pratica, mi si passi il termine, e i giocatori delle squadre sono più che altro persone a cui piace vedere le partite e dare giudizi tecnici. E qui si dividono le squadre, che poi in realtà non sono nemmeno tanto divise a mio parere. I cercatori di puffskein sono quelli che tendono a infarcire i loro discorsi con virtuosismi e cose di cui la maggior parte della gente comune – mi ci metto in mezzo – non sa nemmeno l'esistenza. Insomma, si perdono ad acchiappare i puffskein invece di dedicarsi  a ciò che avviene in campo, un po' proprio come i cercatori che, per forza di cose, spesso devono estraniarsi dal resto della partita e pensare solo al boccino da prendere. Solo che l'utilità di statistiche anche sul quantitativo di bava di crup – altrimenti conosciuto come sudore – presente sulle divise dei giocatori a fine partita mi sembra leggermente più discutibile. D'altra parte, invece, c'è chi si concentra invece anche troppo sull'effettiva partita, stando a riportare ogni minimo tecnicismo e, come è normale che sia, ogni errore ad esso annesso. Tali individui mirano a segnare i punti deboli di ciascun giocatore, in modo tale da non avere nessuna difficoltà a centrare le critiche ad ogni minimo momento. Colleghi quidditchari, datemi retta, non lo fanno per cattiveria a criticare. E' puro senso dell'abitudine, e in fondo è anche il loro lavoro, perciò quando ricevete una critica per una performance non proprio eccellente in partita… fate come Penelope Bennet. Impassibile, indifferente, tutto le scivola addosso e sembra esser sempre messa lì e basta. Magari le chiedo qualcosina sulla sua tecnica, la prossima volta vi faccio sapere. Non dobbiamo abbatterci, quindi: è ovvio che si abbia paura di fare brutte figure e di sbagliare, e soprattutto di deludere la squadra. Tutto questo accadrà di certo, a tutti e prima o poi, me l'ha detto Vinnie e perciò mi fido. State aspettando le formazioni di queste due squadre, immagino. E allora cascate male, perché non si criticano i critici. Devono restare nell'anonimato, altrimenti non avranno più da lavorare e guai a noi rubare la libertà di parola a qualcuno. Vi dico solo che questa partita è finita 150 a 150. perché ovviamente i cacciatori hanno monopolizzato gli anelli avversari, con il portiere che guardava tutto tranne quelli – giustamente – e i cercatori hanno invece trovato il boccino in quattro e quattr'otto, quasi tutti impegnati solo a cercare quello – facciamo sei su sette, essendo il portiere impegnato a fingere di controllare gli anelli. Un risultato equo, dai.

In realtà ci sarebbe anche la categor-… squadra dei tifosi, ma non ho nessuna controparte se non una divisione interna tra tifosi di facciata e tifosi reali. Una cosa che ridurre in poche righe mi verrebbe male. E poi mi serve ritagliare uno spazietto per fare riferimento all'evento che mi ha ispirato questa riflessione. Un allenamento. perché tutti parlano sempre di partite ma mai nessuno degli allenamenti, dove emergono molto di più le capacità individuali e collettive senza che intervenga l'ansia o il fantastico fattore pubblico, e quello che si aspetta da noi. L'altro giorno in allenamento c'è stato un momento di abbraccio collettivo a mezz'aria, fra le risate e le urla, partito dall'idea di Larry di fare un'ammucchiata su Hayden. Lì si è visto lo spirito di squadra, ed è questo che bisognerebbe ritrovare in questo sport: il divertimento. Chissà, magari con questo riusciremo anche a sorprendere tutti voi che vi impegnate tanto a dire che quest'anno Grifondoro farà un brutto campionato. Potremmo sempre decidere di utilizzare la nostra mossa segreta in partita, sapete che bella scena sarebbe?

 

Margareth Lowenn