Studenti e studentesse tutti, qual è l’argomento di cui maggiormente si ode disquisire fra i tavoli delle casate a pranzo e a cena? Coppiette scoppiate e riaccoppiate escluse, naturalmente, non sto scrivendo per quel giornale. La risposta è: i sestini, o meglio, il disagio dei sestini davanti al nuovo argomento di DCAO del mese di maggio… Mi sto riferendo a niente po’ po’ di meno dei Patronus!
Il mio percorso qui sul giornale de “La Voce degli Studenti” è iniziato – nel lontanissimo novembre del 2068 per chi non lo ricordasse (volete che vi regali una Ricordella? Maggio è il mese degli sconti comitiva) – con un’invettiva nei confronti del neonato torneo dei cavalieri e quella volta ero indispettita per l’approccio dei partecipanti a tale iniziativa e questo mese… be’, diciamo che il mio status psico-fisico è il medesimo, per altre motivazioni certo, ma anche e soprattutto per il modo con il quale i sestini stanno affrontando un argomento così affascinante e (ammetto) terrificante al tempo stesso. Magari un’invettiva per questo e quest’altro mi porta ad avere un po’ di considerazione da parte vostra, nel bene o nel male, o forse no… elemosinare non è nel mio stile.
Miei cari sestini, le cose vanno affrontate di petto, siamo in una scuola e là fuori sarà peggio, quindi non trascinatevi dietro l’ansia da prestazione anche dopo ore e ore dalla lezione, per cortesia, contagiate anche noi che pranziamo e ceniamo in santa pace. “E tu cosa ne sai?”, potrebbe essermi detto, o ancora “vorrei vedere te in questa situazione!”; tutte cose azzeccatissime, certo, ma vi ricordo che sono appena una quintina e, G.U.F.O. e voti permettendo, il prossimo anno in questi tempi sarò nella vostra stessa situazione quindi non parlo così perché sono puffagioli vostri ed a me non riguardano, sia chiaro. Ma sapete cosa c’è? Vedendo un approccio così… così da Mollicci (ritornando al mio primo articolo su questo giornale, tanto tanto tanto tempo fa) da parte vostra ed avendo, in questo caso, un’ottica esterna alla vostra posso dirvi che farò di tutto per non approcciarmi così. Per prima cosa per me stessa e poi per gli altri, non è bello percepire la vostra angoscia 24 ore su 24 e poi vedervi improvvisamente pacati – casualmente – quando vi sbaciucchiate/accarezzate e tubate o quando fate i/le “super” durante le partite di quidditch o le corse di B1. La coerenza ragazzi, che bella cosa. Ricordella anche per quella?
Ad ogni modo, questo è quello che trapela in Sala Grande e Sala Comune MA una brava scribacchina non si sofferma alle prime impressioni, oltre a non essere mia abitudine fare di tutta l’erba un fascio, ed è per questo che ho pensato bene di chiedere singolarmente ai diretti interessati per avere un quadro completo della situazione. Ed ho anche avuto un’ottima idea per la continuazione di questo articolo… lo tratterò adoperando il modo di ciarlare ed agire di alcuni soggetti del castello, magari così potrò aspirare ad avere quella considerazione di cui sopra ed al contempo sembrare meno noiosa e, forse, far sembrare tali i miei articoli.

Broooooo, senti qua Brooooo!! I sestini, includiamo quelli fighi (si può scrivere fighi in un articolo? Be’, noi siamo i Brooooo e ce ne freghiamo!) e un po’ meno fighi – Bro hai visto quella con un… eeeeeeeeh???!!! – con le loro risposte si sono sparpagliati in tre categorie: quelli indifferenti ed ignavi del “no comment”, quelli educati e gentili del “ooooh, sìsìsì, rispondiamo ad una scribacchina della Voce!” (con più o meno enfasi ovviamente) e quelli ineducati e scortesi del “non mi frega un bolide marcio di te e delle tue domande, fila via che ho da fare”. Si deve dire che la maggior parte di loro sono stati cortesi, vero bro? Sarà stato lo charme della mia piuma ad impressionarli o le mie b… elle labbra o il mio c… uoio capelluto, non pensi anche tu Broooo??
Certo, il fatto che gli studenti siano stati rinchiusi in una cabina – era una cabina o altro, Bro? Perché io temo di avere un lapsus freudiano, tu sai cos’è un coso del genere, sì? – comunque, in una simil cabina, non permette di poter sviluppare, perdon, ampliare l’articolo con pettegolezzi e avvenimenti in aula – buuuuuuuuuu – però si può dire che queste cabine sono proprio antidiluviane, non è giusto, uffa la pluffa, Morgana ladra. BRO, LO SAI CHE ELLE HA UNA GIRAFFA DAVVERO BELLA? Jeremy ha vomitato il rospo.
Concentrazione concentrazione concentrazione, bel concetto, interessante devo dire… Sì, viene ripetuta continuamente questa parola, ma cosa saranno mai questi Patronus, eh, Bro?
Te lo spiego io Bro! Sono la rappr – non mi distraggo a guardare le cheerleader, ce la posso fare – la rappresentazione di magia bianca più potente che ogni comune mago (irlandesi esclusi, loro non sono comuni, sono super) possa utilizzare quando gli pare e piace. Parole di quella mmmmh di Vega, mica nostre, nonono ed ha citato qualcosa tipo Ottery e… ahio Bro! L’articolo, sì, l’articolo della Voce di mesi fa. Torniamo a noi, coff, ai Patronus. Be’, se sono così importanti è normale e dovuto che non sia facile eseguirne uno, no? Hanno detto che serve un ricordo estremamente felice (no Bro, quello di quando hai trovato Regina Maeve nelle Cioccorane non credo sia adatto) e che il Patronus è qualcosa di soggettivo del mago, tant’è che prende le sembianze della creatura che più è affine al soggetto in questione anche se gli studenti, a quanto pare, non hanno scoperto ancora i propri. Nessuno ha mai detto che sia facile, è un lavoro profondo e meditante (esiste?) su se stessi ed avendo origine dalla nostra magia più pura non può essere una passeggiata, chiaramente, si deve sudare per trovare quello che per noi è un ricordo così aulico e eccelso da attribuire all’evocazione del nostro Patronus; e se non ci riuscite la Njordr consiglia lo psicoanalista. Quanto sei poetico, oh mio Bro.

UN DRAGO, ABBIAMO VISTO UN DRAGOOOOOOO!! Voglio giocarci, mi ci porti, eh eh eh?? E non mi importa un puffagiolo schifoso che non mi credete, c’è un drago ad Hogwarts!! Ehm no, oggi vi dico solo che da quel che dicono i sestini il drago in questione è la Dalloway… nessuno sembra metter becco sulle sue capacità come insegnante, oh nononono, però il sadismo e la “poca pietà” per gli alunni che traspare dai commenti dei sestini non può non essere citata. Però ho poca pietà dei vostri apparati digerenti anche io, se dobbiamo vederla sotto questo punto di vista, perché il mio gelato ha un ingrediente fondamentale… QUESTO VUOL DIRE CHE SONO UN DRAGO ANCHE IO??? Sìììììììì. Se poi c’aggiungiamo che secondo alcuni la docente attenti alla sanità mentale altrui… no, Olsen si sbaglia, non gli date ascolto, non sono mica pazza, io!! Sono solo saltellante e felice e lui mi fa arrabbiare. Tornando al discorso draghi… non è un caso che la Njordr vorrebbe tanto che il suo Patronus sia un drago, è tanto grinzafico grinzafichissimo! Aaaaauuuurrrrh. E non è l'unica che aspira ad avere un Patronus di un certo tipo, la Purcell è convinta che il suo sarà "la creatura più magica e bella del mondo magico" e la VonSchuster che "sarà sicuramente qualche animale regale come un cigno, un'aquila reale, o avrà l'eleganza della pantera"… Perché tutta questa convinzione non è dato saperlo. Avranno una delusione? Si saprà, temo. E comunque tutte le creature sono bellissime ma Mr Pannocchia Starmageddon è il migliore. Il commento sulla docente più cupo ed affranto è quello del concasato Hamilton con, cito testuali parole, “la professoressa ha deciso di torturarci un po’ e ora cerca di prosciugare ogni nostra energia prima degli esami” e questo non fa che rafforzare a dovere la comparazione della docente con un drago anche se… mi sa che i draghi non prosciugano le nostre energie, quelli sono gli esserini cattivi cattivi di Difesa, come si chiamano…? Comunque non cito gli esserini cattivi di difesa a caso perché Septimius ha ammesso che la docente, sempre lei, ha utilizzato un Peegqualcosa, uno Smemir e solo le barbe di Merlino sanno cos'altro per queste lezioni sui patronus ma…era davvero necessario? Lo scopriremo solo vivendo.

Uh-uh altri componenti di rilevante importanza per queste lezioni dei sestini sono stati gli specchi… ecco femmine, ben vi sta, così potete guardare con i vostri occhi quanti orrendi germi albergano sulla vostra persona per intero, che schifo. NON TOCCARMI, FAI SCHIFO, SCHIFOOOOO. Brividi a parte, potete anche dire che degli specchi non siano dotati di tale qualità ed invece io vi dico che la Dalloway, uh-uh, ha puntato anche a questo perché lei è una donna intelligentissima, uh-uh. Sebbene donna e con le sue limitazioni del caso, si intende, uh-uh. Ad ogni modo, uh-uh, sembra che tali oggetti servissero ai sestini per guardare ognuno dentro di sé – e per le femmine per avere consapevolezza di quanto siano ingermate, ripeto – in esplorazione alla ricerca delle paure e degli avvenimenti felici, della gioia e del dolore, delle limitazioni e dei punti di forza. Uh-uh, punti di vista. Le piante e le creaturine sono sicuramente più interessanti di cose di questo tipo… anche se ti sporchi almeno la tipologia di germi è quella protetta, non quella femminile.

E ora, mi piange seriamente il cuore a codesto avvenimento, ma torno ad impersonare la noiosa scribacchina Hevenge solo per due commenti e ci tengo a farli. Il primo è un consiglio più che un commento, ed è tutto per il signorino Hamilton e la signorina Purcell: vi pagano per essere così odiosi e pungenti, o cosa? Io se fossi in voi punterei alla retribuzione, quantomeno sareste ampiamente giustificati per un simile comportamento, per modo di dire. Il secondo è sulle parole – una parte del tutto – del signorino Grantham. Lo cito testualmente: "e nonostante le lezioni difficili, le paure e le crisi che abbiamo affrontato in queste ultime settimane, credo davvero che ne sia valsa la pena, perché non puoi immaginare quale pace e serenità si provi nel vedere quella nuvola argentea sgorgare dalla tua bacchetta. È qualcosa di veramente… incredibile!”
Sante parole. Prendetene spunto invece di limitarvi ad un lavoro di grifolagnaggine perché… per ogni cosa ne vale la pena, sempre, altrimenti non saremmo in questo castello ad imparare, non credete anche voi?
Ora vi pongo una domanda… vi siete ritrovati in questi soggetti? Avete ritrovato qualche vostro compagno/amico/concasato? Bravi. E brava anche la sottoscritta, naturalmente, ma evidentemente le mie doti non sono apprezzate. Vi lancio una scommessa, chi li indovina tutti e tre vince un regalino! Non vi dico cosa altrimenti non sarebbe una sorpresa. Al momento ringrazio pubblicamente le signorine Ashton, Njordr, Choi e Rushton e i signorini Grantham, Hughes, Bishop, Claythorne, Sonn e Campbell per le gentili ed educate risposte; per il signorino Hamilton e le signorine VonSchuester, Purcell e Lamb consiglio una terapia di gruppo per l’assunzione delle buone maniere e della modestia; infine per il signorino Charleston… gli ignavi non sono mai stati ben visti nel corso della storia e circa ciò la invito a leggere un romanzo babbano di un certo Alighieri.

E se fino ad ora vi siete chiesti “ma la Hevenge ha il dente avvelenato?” la risposta è sì. Buone vacanze a tutti. Circa.

Ivy Hevenge. Quartina grifondoro, 14 anni. Figlia di un cavaliere di Mornay e di una babbana, vive nella medesima isola magica ed ha tutte le intenzioni di seguire le orme del padre anche se una regola legata al sesso glielo impedisca; per questo tutto quello che fa ha come finalità quella di essere il cavaliere perfetto, perfetto a tal punto da poter abbattere una regola antidiluviana e sessista. Ed è anche convinta di riuscirci! Poveretta…Si batte affinché le femmine siano al pari dei maschi, sia come opportunità che come considerazione, cosa che trapela anche nei suoi articoli; occupa perennemente la prima fila in aula e mira ad eccellere in tutte le materie. La sua "carriera" da scribacchina è iniziata con un'invettiva nei confronti dei partecipanti al Torneo indetto dai Cavalieri di Mornay. Fa parte del Club del Libro dal primo anno.